Kitabı oku: «Cuori Infuriati», sayfa 3
A volte, lei gli posava la guancia sulla schiena e Toya capiva che le piaceva tanto quanto lui. La sua mente tornò alla foresta ad est. Era già stata recuperata una metà del Cuore di Cristallo Protettore e Hyakuhei era in vantaggio, a quel punto. Le cose si stavano facendo molto pericolose e lui doveva stare in guardia.
Sentiva di dover proteggere la Kyoko con la propria vita, soprattutto se il pericolo era ovunque. Il demone con cui aveva combattuto ieri era stato un campanello d’allarme. Toya accelerò, nella speranza di incontrare Suki e Shinbe che ritornavano al campo, così da potersi affrettare e arrivare ad est prima di Kotaro e Kyou.
Sopra di loro, Kyou volava nel cielo senza espressione, come una divinità. I suoi vestiti fluttuavano attorno a lui mentre si dirigeva verso est. Dunque nella foresta orientale si erano perse le tracce di Hyakuhei. Era lo stesso luogo in cui erano diretti Toya e la sacerdotessa. Le sue labbra accennarono un sorriso.
«Ehi!» esclamò Toya, scorgendo un rapido movimento in lontananza. Saltando giù da un albero all’altro e di ramo in ramo, atterrò con grazia davanti a Shinbe e Suki.
Kyoko scivolò dalla schiena di Toya e, sorridendo, si avvicinò subito ai suoi amici. «Abbiamo appena saputo che dovremmo andare nella foresta ad est.» li informò.
Shinbe guardò Toya di scatto. «Ah, sì? Che sta succedendo in quella zona?» gli chiese, avvicinandosi per discutere della questione. Kamui abbandonò i confini della foresta per unirsi ai guardiani, annuendo quando Kaen sbucò dal nulla, come faceva spesso, proprio al momento giusto.
Prendendo Suki in disparte e lontano dagli altri, Kyoko le sussurrò: «Allora, com’è andata?» e piegò la testa di lato, sorridendo.
Suki alzò lo sguardo in direzione di Shinbe. «Ci credi che quell’idiota ha cercato di baciarmi?». Incrociò le braccia sul petto e guardò in cagnesco il ribelle guardiano ametista.
Toya s’irrigidì a causa del suo udito eccezionale. Aveva sentito il commento di Suki e, mentre ascoltava, Kyoko aveva guardato direttamente verso di lui, incrociando il suo sguardo. Girò il viso per nascondere il rossore che gli stava salendo sulle guance, ma non prima che Suki e Shinbe se ne accorgessero.
Shinbe si piegò verso il fratello mantenendo la voce bassa, «Toya, che è successo tra voi due mentre eravamo via?». Si sentì percorrere da un brivido di gelosia ma cercò di ignorarlo, sapendo che era una causa persa. Anche Kamui si avvicinò per sentire la risposta.
Toya spalancò gli occhi e gli si drizzarono i peli sulla nuca, facendolo indietreggiare con aria colpevole. «Oh, non è successo niente.», incrociò le braccia e li guardò, sfidandoli a smentire la sua bugia.
Suki afferrò Kyoko per un braccio e la portò a buona distanza dai ragazzi, questa volta.
«Va bene, sputa il rospo. Che mi sono persa?» le chiese con le labbra contratte da una gioia nascosta a malapena. Da quando Suki aveva conosciuto Kyoko, si sentiva come se si conoscessero da sempre. Le voleva bene come una sorella e, in quel momento, sapeva che c’era sotto qualcosa.
Kyoko non la guardava negli occhi e aveva il viso ancora rosso. «Dai, dimmelo.» la supplicò Suki.
Kyoko guardò la sua migliore amica, che era alta qualche centimetro in più, e strinse le spalle. «Va bene, sono stata baciata, questo è tutto.», e girò in fretta gli occhi cercando di farla passare come una cosa da niente.
Suki guardò Toya. «Quindi ti ha baciato, finalmente?». Tornando a Kyoko, sorrise finché non la vide scuotere la testa, e si accigliò. «È stato Toya a baciarti o no?» alzò un sopracciglio, confusa.
Kyoko gemette. «È una lunga storia, quindi sarò breve. Tre ragazzi diversi mi hanno baciata mentre eri via. E no, non ho chiesto a nessuno di loro di farlo. Perciò, ripeto, non è stato niente di importante!», mise enfasi sulle ultime tre parole.
Suki la guardò a bocca aperta. Nel frattempo, Toya si era irrigidito sentendo Kyoko dire che non era stato niente di importante. “Bene, adesso so che cosa pensa.”, si disse con una smorfia, voltandosi di nuovo verso i suoi fratelli e concentrandosi nel dirgli quello che sapeva riguardo la foresta.
Suki finalmente ritrovò la voce, ma la mantenne bassa, «Kyoko, chi ti ha baciata?». che non apriva bocca, sospirò. «Avanti, dimmi chi ti ha baciata per primo.».
Kyoko chiuse gli occhi, «Il primo è stato Kyou.».
«Kyou?» gridò Suki, portandosi una mano alla bocca con un riflesso incondizionato.
Toya strinse un pugno nel tentativo di frenare la propria rabbia. Si voltò e lanciò un’occhiataccia verso Kyoko prima di accorciare rapidamente la distanza tra loro, poiché non gradiva la piega presa dalla conversazione. «Non abbiamo tempo per queste stronzate!» sbottò, fissando le ragazze. «Dobbiamo trovare i talismani prima che il nemico li prenda tutti.».
Kamui annuì: «Sì, Kotaro è venuto al campo e ha detto che era diretto nello stesso posto, poi ha baciato Kyoko sulla guancia ed è sparito.». Toya gli diede uno scappellotto, ringhiando.
«Ahi, ma perché? Non ho fatto niente!» esclamò Kamui, strofinandosi il bernoccolo che gli si era formato in testa, con le lacrime agli occhi. Stava fingendo ovviamente, perché dentro di sé stava morendo dal ridere per l’espressione di Toya.
Suki roteò gli occhi, «Anche Kotaro?», poi si girò di scatto verso Kyoko, chiedendosi cosa diavolo stesse succedendo.
Shinbe si avvicinò a Toya, «Allora, qual è il problema?». L’altro lo fissò come per sfidarlo a dire un’altra parola.
Suki afferrò il braccio di Shinbe e lo allontanò da Toya prima che finisse con un bernoccolo in testa come Kamui.
Toya volse lo sguardo verso Kyoko. Lei s’irrigidì e ricambiò lo sguardo. «Che problema hai? E non colpire Kamui!» gridò, balzando davanti al guardiano come per proteggerlo. Non sapeva che Kamui stava sogghignando verso Toya come se fosse migliore di lui.
Suki sapeva che avrebbero litigato. Afferrando la mano di Kyoko, la trascinò lungo il sentiero. «Andiamo, camminiamo insieme per un po’.» e non le diede il tempo di rifiutare mentre la spingeva.
Non sentendosi molto sicuro così vicino a Toya, Kamui se ne andò con le ragazze, lasciando suo fratello da solo.
Una volta lontane da Toya, Suki si rivolse a Kyoko. «Adesso, per favore, vuoi dirmi che diavolo è successo? Perché Kyou ti ha baciata?» quasi gridò, guardando la sua amica con aria preoccupata. Il pensiero che Kyou baciasse chiunque era semplicemente… inquietante.
Kyoko strinse le spalle. «Non ho la più pallida idea del perché lo abbia fatto. Stavo nuotando, è volato giù e mi ha spaventata a morte. Prima che io capissi cosa stava facendo mi ha baciato, poi se n’è andato senza dire una parola.».
Kamui si sentiva come se qualcuno gli avesse appena dato un pugno nello stomaco. Si affrettò dietro Kyoko, mettendole una mano sulla spalla. «Ti ha lasciato qualche segno?» le chiese con voce tesa.
Kyoko aggrottò la fronte. Girandosi, vide Kamui con uno sguardo confuso. «Toya mi ha chiesto la stessa cosa. Che significa “lasciarmi un segno”? Che vuoi dire?».
Le labbra di Kamui si assottigliarono. «Se Kyou ti bacia così, di punto in bianco, vuol dire che sta pensando di reclamarti come sua compagna.».
«Che cosa?!» urlò Kyoko, portando le mani sui fianchi, «Stai scherzando?».
«No… con quel bacio Kyou ha iniziato a preparare il terreno.». Gli occhi di Kamui si adombrarono come se mostrassero interesse, «Adesso ti seguirà pian piano, finché non ti marchierà e ti farà sua.». Le scostò la mano dalla spalla e aggiunse: «Vedilo come un appuntamento.».
Intuendo improvvisamente più di quanto volesse, Kamui sibilò tra i denti: «Ecco perché Toya è così sconvolto. Poi Kotaro arriva e ti bacia sulla guancia… è la stessa cosa. Anche lui ti ha dato un appuntamento.».
Kyoko non sapeva cosa dire. Rimase immobile per un attimo. Poi, guardando dietro Kamui, notò Toya e Shinbe che camminavano verso di loro, ancora intenti a pianificare la loro prossima mossa mentre si dirigevano ad est.
Suki richiamò la sua attenzione, «Va bene, hai detto tre. Quindi anche Toya ti ha baciato, giusto?».
Kyoko annuì, poi scosse la testa, «Ma lui non voleva davvero baciarmi. È stato quasi un… incidente.».
Guardò di nuovo indietro, notando che gli altri erano quasi arrivati. «Abbiamo lottato contro un demone, Toya ha perso i suoi pugnali e il suo sangue demoniaco ha preso il sopravvento. Ha ucciso il demone e io cercavo uno dei pugnali, ma mi ha presa appena l’ho trovato. Ho pensato che mi avrebbe uccisa, e invece… mi ha baciato. Poi il contatto con i pugnali ha spezzato l’incantesimo ed è tornato normale.».
Suki guardò Toya, poi di nuovo Kyoko. «Aspetta, vuoi dire che è tornato normale mentre ti stava baciando?», alzò un sopracciglio quando Kyoko annuì.
Kamui sorrise, «Lo sapevo! Gli piaci davvero. Ecco perché nella sua forma demoniaca ti ha baciato, invece di ucciderti. Lo ha fatto perché si sentiva se stesso.». Kamui si allontanò da loro, sapendo di essere ormai a portata dell’udito di Toya.
«Bene, teniamogli compagnia.». Suki decise di seguire l’esempio di Kamui e lasciar perdere, per ora… peccato che Shinbe non fosse altrettanto intelligente.
Avendo ascoltato l’ultima frase di Kamui, Shinbe si rivolse a Kyoko, «Ecco perché è così nervoso!». Sorrise, chiedendosi se avesse dovuto aggiungere il proprio bacio alla lista, prima che fosse troppo tardi.
Toya si avvicinò grattandosi il collo. «La smettete di dire stronzate su di me? Dannazione!».
Il collo era già arrossato e Kyoko ridacchiò. Sapeva che iniziava a prudergli in quel punto quando pensava che qualcuno stesse parlando di lui alle sue spalle, e lo irritava da morire.
Le dita di Toya si contrassero udendo la risatina di Kyoko. Gli inviò una scarica di piacere attraverso il corpo e gli fece desiderare che lo facesse più spesso. Si guardò intorno, notando che tutti avevano finalmente smesso di chiacchierare. Soddisfatto che nessuno stesse più parlando di lui, abbassò la mano.
«Muoviamoci, non abbiamo tempo per giocare. Dobbiamo fermare Hyakuhei e prendere i talismani prima di lui.». Si chinò davanti a Kyoko e aggiunse: «Lasciamoli andare per la loro strada, tu vieni con me. Faremo più in fretta.» e aspettò che lei montasse su. Almeno, in questo modo, non avrebbe dovuto sentir parlare dei suoi rivali.
Kyoko sorrise e saltò su. Poi lo abbracciò e lo strinse gentilmente per fargli capire che era pronta.
Lontano da tutti in modo che nessuno potesse vedere, Toya chiuse gli occhi mentre assaporava l’abbraccio che aveva appena ricevuto. Riaprendo gli occhi, bagliori argentati brillavano nelle sue iridi d’oro e partì ad una velocità tale che avrebbe potuto competere con il fratello del vento, Kotaro.
Capitolo 3 “Baci maliziosi”
L’aria era sempre più fredda e Toya rallentò, notando un’aura malvagia in lontananza. Il sangue di Kyoko si gelò quando la sensazione innaturale prese il sopravvento. Lui saltò giù dai rami, fermandosi di colpo in cima ad una collina. Lei scivolò a terra mentre gli altri apparvero rapidamente dietro di loro, guardando in lontananza.
Kyoko vide una nube minacciosa che incombeva su tutta l’area. «Sento un talismano.» disse, e scosse la testa. «Non uno soltanto, ce ne sono altri.» aggiunse. «Il male che circonda i frammenti è soffocante.».
Suki le si avvicinò, imbracciando la propria arma per facilitare la presa in caso di battaglia. «È Hyakuhei quello che senti?». Guardò Shinbe che camminava accanto a loro, il suo soprabito e i suoi lunghi capelli blu notte soffiavano nel vento che si era levato di nuovo.
Gli occhi di Toya si socchiusero e divennero si argento fuso. Percependo il pericolo vicino a loro, guardò a sinistra e abbassò il braccio. La lama di un pugnale balenò nel suo palmo. «Vieni fuori bastardo, sento il tuo odore!» ringhiò, facendo un passo davanti a Kyoko e agli altri per proteggerli. La collina e la valle sottostante erano infestate dal forte tanfo del male.
Una figura con indosso un’ondeggiante veste nera si materializzò dal nulla proprio di fronte a loro, con un’espressione malvagia. «Allora hai risposto alla mia chiamata.».
Kyoko rabbrividì quando quegli occhi scuri incontrarono i suoi. Il ricordo del sogno che aveva fatto la sera prima le tornò in mente, dandole i brividi. Fece un passo indietro, nascondendosi dietro Toya e guardando Hyakuhei. Aveva la brutta sensazione che l’unico motivo per cui lui era lì fossero lei e i suoi talismani.
Toya notò che l’attenzione di Hyakuhei era incentrata su Kyoko e si sentì impazzire. Ringhiò, afferrando il manico del pugnale e lanciandosi per colpire il nemico. Il mantello nero cadde a terra come previsto. Era soltanto uno dei fantocci di Hyakuhei. «Avrai mai il coraggio di affrontarmi davvero?!» Toya s’infuriò.
«I poteri della sacerdotessa saranno miei, perciò… vieni da me.» la voce fredda di Hyakuhei fu lentamente spazzata via dal vento.
Kyoko sentiva brividi gelidi strisciarle lungo la schiena a quelle parole. «Andare da lui? Sta dando i numeri?» sussurrò, sentendo il vigliacco alzare la testa spaventato.
Toya le andò accanto. Sapeva che i guardiani erano incaricati di tenere il cristallo lontano dal male, ma non gli piaceva che ciò mettesse in pericolo Kyoko. Hyakuhei aveva ucciso tanti innocenti per i talismani. Sarebbe stato maledetto se avesse lasciato che Kyoko diventasse una delle vittime di quella guerra.
L’avrebbe protetta. Il suo bisogno di proteggerla era così forte che era diventato la sua unica ragione di vita e, in quel momento, aveva una sensazione molto brutta. Poteva sentire il battito accelerato di Kyoko e l’odore della paura irradiava da lei. La guardò stupito quando lei si voltò con un sorriso gelido. «Bene, andiamo a prendere un altro talismano?», Kyoko alzò il mento a dispetto della paura che provava e raddrizzò le spalle.
Toya guardò dietro di sé e vide che anche gli altri erano pronti. Gli altri… le uniche persone di cui si fosse mai fidato.
*****
Hyakuhei guardò nello specchio che il suo servo Yuuhi reggeva. Lo specchio delle anime che gli permetteva di seguire ogni mossa di Kyoko. La ragazza era il suo obiettivo, per il momento. Solo lei aveva il potere di controllare il Cuore di Cristallo Protettore e lui aveva bisogno di quel potere.
Ma… aveva bisogno di lei anche per fondere i talismani di nuovo insieme. Per fare ciò, avrebbe dovuto trovare un modo per convincerla ad andare da lui di sua spontanea volontà. Non la voleva morta, la voleva accanto a sé.
Come se avesse letto la mente del suo maestro, Yuuhi parlò con voce calma e senza emozioni: «Tu vuoi il potere della ragazza, ma lei è pura e non verrà da te di sua spontanea volontà.». La figura spettrale del ragazzo scrutò Hyakuhei con occhi neri che contenevano la conoscenza di migliaia di anni.
«Catturare lei è come catturare un cuore puro e, per farlo, è necessario intrappolarla in una rete di inganni.». Il ragazzo misterioso guardò lo specchio, osservando Kyoko con i suoi occhi del colore della morte.
Hyakuhei sorrise perfidamente. Il suo corpo e il suo viso perfetti nascondevano la sua malvagità. I suoi lunghi capelli scuri ricadevano in onde scintillanti. Era molto sensuale, con muscoli asciutti che s’increspavano sotto la pelle ad ogni movimento. La sacerdotessa che i guardiani proteggevano aveva le sembianze dell’unica persona che lui avesse mai amato.
Sapeva che Kyoko era la reincarnazione di colei che aveva perso tanto tempo fa… colei che gli era stata portata via senza pietà.
Strinse un pugno appena i ricordi di un altro tempo cercarono di riaffiorare. Li spinse via con un ringhio e si concentrò nuovamente sulla sacerdotessa che aveva davanti. Come poteva far innamorare di sé un cuore incontaminato, quando lui era il male in persona? Lei aveva il potere che lui aveva dato alla sua antenata molto tempo fa. Questo era ciò che l’attirava, il pensiero di contaminare una tale purezza. Avrebbe dovuto irretirla con gli inganni.
«Invocherò la magia del Tenshi per lanciare un incantesimo sulla sacerdotessa e farla innamorare di me.» disse Hyakuhei, poi iniziò a ridere, ma non c’era divertimento nella sua risata. Chiudendo gli occhi, convocò la figura di uno dei demoni che aveva inglobato nel proprio corpo e che ora controllava.
Il Tenshi avrebbe potuto tessere un incantesimo attorno alla ragazza, facendola innamorare inconsapevolmente di colui che la possiede. Invocando anche un demone di immensa forza e una massa di fluttuanti spiriti maligni per tenere a bada Toya e gli altri, Hyakuhei li inviò contro il gruppo mentre osservava tutto attraverso lo specchio delle anime.
*****
Quando Toya e il gruppo si avvicinarono all’aura sinistra della valle, Kyoko si fermò. Il male… lo sentiva intorno a loro, ma non riusciva a vederlo. «C’è qualcosa.» sussurrò, facendo un passo indietro, spaventata. I suoi occhi color smeraldo si volsero verso una collina di fronte a loro proprio quando un enorme demone sbucò da terra, come se uscisse da una tomba senza nome.
Toya ringhiò ai demoni minori provenienti anch’essi da sottoterra. Sembrava che qualcuno avesse aperto una porta dell’inferno. I pugnali gemelli scintillarono all’istante e Shinbe e Suki si misero al suo fianco. Kaen digrignò i denti e Kamui si precipitò verso Kyoko per starle davanti, nel caso in cui i demoni superassero gli altri.
Toya balzò in avanti urlando: «Kyoko! Vedi un talismano nel demone più grande?».
Lei guardò la creatura e notò una luce soffusa sulla fronte. «La fronte!» gridò in risposta, mentre Suki colpiva gli spettri che volavano verso di loro passando davanti al demone.
Kyoko vide Shinbe che iniziava a srotolare il bracciale di perline di ametista per creare il buco nero con cui lo aveva maledetto Hyakuhei da bambino, lo stesso buco nero che avrebbe potuto inghiottirlo per intero semmai i suoi poteri fossero finiti fuori controllo. Il vuoto del buco nero risucchiava i demoni nelle sue profondità, divenendo una delle loro armi migliori e più pericolose nella battaglia contro Hyakuhei e i suoi servitori.
Kyoko vide un’ombra volare sopra di sé e guardò in alto. «Shinbe! Non farlo! È una creatura fasulla!» gridò, e Shinbe alzò lo sguardo, chiudendo rapidamente il buco nero e facendole un cenno per ringraziarla dell’avvertimento. Poi, uno sciame di demoni volò verso di loro. Quelle creature fasulle erano la sola rovina dei buchi neri.
Shinbe era quasi morto l’ultima volta che, accidentalmente, ne aveva risucchiata una. Il loro potere rifletteva nel vuoto, facendolo finire fuori controllo con il rischio che lui venisse consumato dal buco nero.
La baionetta di Suki spuntò in aria all’ultimo secondo, uccidendo alcuni demoni. Shinbe lanciò scongiuri ed incantesimi a quelli rimasti che li attaccavano.
In quel momento stava accadendo di tutto e Kyoko guardava il gruppo combattere contro un grande sciame di demoni. Creature volanti attaccarono Toya con movimenti troppo veloci da seguire, fornendo al demone mammut un varco per attaccare. Toya fu gettato a terra solo per rialzarsi e finirci di nuovo.
Kyoko puntò la balestra, con l’intenzione di aiutarli più che poteva, quando qualcosa attirò la sua attenzione, bloccando i suoi movimenti. Un’aura luminosa la circondò, respingendo Kamui come se fosse stato lanciato da qualcuno. Era così lucente che Kyoko chiuse gli occhi e si riparò con il braccio per non essere accecata.
Toya vide la sfera di luce scendere su Kyoko. Il cuore gli batteva nel petto… la sua attenzione era puntata su di lei invece che sulla lotta con il demone quando si alzò da terra ancora una volta.
Aprendo gli occhi, Kyoko rimase a bocca aperta quando vide un uomo proprio davanti a sé. Era bello… con le ali lucenti… proprio come nei libri di letteratura a scuola. Chiunque avrebbe detto che era un angelo. Ma quell’uomo non era affatto un angelo… lei lo sentiva. Tese la corda della sua balestra e una freccia eterea si formò mentre ricordava la storia del bellissimo angelo cacciato dal cielo perché era cattivo.
Kyoko inquadrò il proprio obiettivo mentre lo guardava negli occhi, ma non riuscì a colpirlo. Come poteva danneggiare qualcosa di così prezioso? Aveva lunghi capelli bianchi che gli svolazzavano intorno, non aveva mai visto niente di così bello in vita sua. La creatura le si avvicinò lentamente, sussurrando parole che lei non riusciva a capire.
Suki e Shinbe avevano spazzato via quasi tutti gli spiriti volanti e corsero ad aiutare Toya con il demone infuriato che lo stava sbattendo a terra perché si era distratto dalla lotta. Era impegnato a cercare di vedere cosa stesse succedendo a Kyoko.
Suki estrasse la sua arma e squarciò la guancia del demone, ottenendo la sua attenzione. Shinbe la prese proprio mentre il demone attaccava, sollevando detriti quando i suoi artigli mancarono il colpo e graffiarono il terreno. Urlò a Toya: «Tu va’ ad aiutare Kyoko! Ci occuperemo noi di questo essere!».
Toya corse verso la luce, vedendo l’immagine di un uomo con le ali fluttuanti davanti a Kyoko all’interno della barriera. Corse verso di loro ma la barriera lo respinse come aveva fatto con Kamui. Piccoli fulmini di colore nero gli sfrigolavano sulla pelle. Volando all’indietro, atterrò con un rumore di ossa rotte. Rimase lì per un momento, stordito, e cercò di riprendere fiato.
Kamui si trovava dall’altra parte della sfera, lanciando freneticamente ogni incantesimo che potesse destabilizzare la barriera, ma non funzionava. Ringhiò per la frustrazione, mentre cercava ancora di violare lo scudo e raggiungere Kyoko. Congiungendo le mani davanti a sé, lanciò il suo incantesimo più potente, ma lo vide riflettere contro la barriera e tornare indietro, facendolo slittare sull’erba in preda alla rabbia.
Kyoko stava cercando di colpire la figura di fronte a lei. Lo sentiva sussurrare incantesimi e provava una strana sensazione nel petto. Non era doloroso… ma… sembrava che stesse per scoppiare. Non era dolore… era un sentimento d’amore. Era ancora abbastanza lucida da provare paura allo stesso tempo.
Cercò di fare un passo indietro mentre lui si avvicinava ancora di più e, in quel momento, capì esattamente cosa le stesse facendo. Quel demone malizioso la stava ammaliando… e adesso era troppo tardi. Kyoko sbatté le palpebre lentamente. Sentiva la schiacciante sensazione di essere innamorata. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per quella persona, ma non sapeva chi fosse quella persona. Chi amava così tanto da provare dolore?
Sentì la terra tremarle sotto i piedi e cominciò a sprofondare in un vuoto proprio mentre il demone attraente giungeva ad un soffio da lei. Le labbra setose sfiorarono le sue e il mondo divenne buio.
*****
Hyakuhei guardò attraverso lo specchio e osservò l’incantesimo che veniva lanciato su Kyoko. Sapeva che, quando si sarebbe svegliata, avrebbe amato la persona che si sarebbe trovata davanti. I suoi occhi brillavano di una debole luce color cremisi mentre apriva un portale sotto la sfera protettiva in cui l’aveva intrappolata ed iniziò ad attirarla verso di sé.
«Sì, vieni da me. Sono io colui che ami veramente.». I suoi pensieri divennero distorti e sentiva che lei stava finalmente tornando a casa. «Com’è giusto che sia.» sussurrò.
Yuuhi osservava Hyakuhei senza che un acenno di emozione attraversasse il suo pallido, giovane volto. «Non verrà perché Toya la fermerà.».
Gli occhi di Hyakuhei si strinsero sul ragazzo prima di voltarsi di nuovo verso lo specchio.
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Toya si fermò sopra la sfera protettiva che teneva Kyoko lontana da lui. Con il corpo tremante per la paura e la rabbia, raccolse i propri poteri di guardiano e li inviò ai pugnali gemelli.
«Non la porterai via da me!». I suoi occhi divennero immediatamente argento fuso appena i suoi poteri affiorarono, emanando un’onda d’urto che gli fece svolazzare selvaggiamente i capelli e vestiti per l’esplosione. Tenendo insieme i pugnali gemelli, le lame incrociate divennero di un blu elettrico quando il Tenshi baciò Kyoko.
Il demone alzò lo sguardo proprio mentre Toya scendeva. In un lampo, lo scudo protettivo scomparve e le lame entrarono in contatto con il Tenshi, uccidendolo all’istante.
Toya raggiunse Kyoko e la afferrò per la vita, tirandola fuori dal vuoto che si era creato sotto di lei. Saltò proprio quando il grosso demone contro cui stavano combattendo Suki e Shinbe cercò di attaccarlo di nuovo.
Vedendo che Kyoko era incosciente, e non sapendo che cosa le avesse fatto il demone alato, Toya era furioso. Alzando il pugnale di fuoco con un ringhio, sentì aumentare il calore nel proprio sangue guardiano e lo lanciò contro i demoni che avanzavano, riducendoli in mille pezzi.
*****
Yuuhi allontanò lo specchio delle anime da Hyakuhei, che aveva distolto lo sguardo per la delusione.
La voce di Hyakuhei rimase calma, «Non importa, l’incantesimo durerà solo un paio d’ore, dal momento che il Tenshi è stato ucciso.». Non aveva alcun rimpianto perché avrebbe avuto altre possibilità per catturare la sacerdotessa. Aprì il palmo della mano, rivelando i piccoli frammenti di cristallo che l’avrebbero condotta da lui. «Lei verrà da me.» disse con voce seducente mentre Yuuhi guardava di nuovo nello specchio.
*****
Toya era così sconvolto da non accorgersi nemmeno che le nuvole nere erano scomparse e il sole splendeva di nuovo. Avvicinò Kyoko in modo che la sua testa gli poggiasse sulla coscia mentre s’inginocchiava. Non vedeva nessuna ferita, ma l’idea che potesse morire lo spaventava terribilmente. Non si curò degli altri che si strinsero intorno a lui.
Kamui gli s’inginocchiò accanto, «Sta bene?» gli chiese, guardando Kyoko con un nodo in gola. «Avrei dovuto proteggerla.» sussurrò, allungando una mano e sfiorandole la guancia con la punta delle dita. «Kyoko, ti prego svegliati… fallo per me. Avanti, perché non ti svegli?». Il tremito nella voce di Kamui spazzò via il senso di colpa che provava per non averla salvata.
Fu Shinbe a rispondere: «Ho riconosciuto il demone che era con lei. Avevo studiato i suoi segreti, un po’ di tempo fa. È un Tenshi. È molto debole negli attacchi fisici e può essere distrutto facilmente. Il suo vero potere è un ingannevole incantesimo d’amore.». Rivolse a Toya la domanda successiva: «Non l’ha baciata, vero?».
Toya annuì, ricordando il lampo di gelosia che lo aveva attraversato quando la bella creatura aveva osato baciare Kyoko.
Shinbe sospirò e si portò la mano agli occhi, poi sbirciò tra le dita, «Allora potremmo avere un problema quando si sveglierà.».
Toya sentì lo stomaco stringersi al pensiero che Kyoko fosse ferita in qualche modo. «Shinbe, qual è il problema? Che tipo di incantesimo le ha fatto quel bastardo? C’è un modo per aiutarla? Un antidoto o qualcosa del genere?» chiese con calma, senza distogliere lo sguardo da lei per paura di vederla smettere di respirare. Non si era mai sentito così paralizzato in vita sua.
«Be’, il Tenshi le ha lanciato un incantesimo d’amore quando l’ha baciata. È tutto ciò che so. Probabilmente la stava portando da Hyakuhei quando hanno iniziato a sprofondare nel vuoto che si era aperto. Ma, dal momento che hai ucciso il demone, l’incantesimo non dovrebbe durare molto a lungo.». Shinbe guardò Toya con aria preoccupata, desiderando che i suoi studi fossero stati più approfonditi… per il bene di tutti.
Toy, accigliato, si scostò da lei e si alzò in piedi. Il suo battito accelerò quando chiese: «Che cos’è un incantesimo d’amore e perché Hyakuhei vuole Kyoko sotto il suo effetto?». Poi capì quali erano le intenzioni del nemico. Strinse i pugni, aprendo e richiudendo subito gli occhi, «Maledetto bastardo! Lo ucciderò!».
Si sedette di nuovo accanto a Kyoko e chise: «Be’, che cosa accadrà quando si sveglierà, adesso che Hyakuhei non è qui?». Toya cercava di nascondere la rabbia che provava al pensiero che Hyakuhei volesse Kyoko.
Shinbe si chinò e rispose: «Scopriamolo.», sfiorando la ragazza su una guancia. «Kyoko, tesoro. Svegliati.». Sorrise quando le sue ciglia cominciarono a muoversi. Suki si sedette accanto a lui in attesa che Kyoko aprisse gli occhi, per vedere se era tutto a posto.
La vista di Kyoko era sfocata quando aprì gli occhi. Il petto le faceva male. Alzò una mano, posandola sul cuore e chiuse gli occhi per un secondo. Poi sentì Shinbe: «Kyoko, stai bene?». Era chino su di lei, ora vedeva meglio.
Kyoko lo fissò per un momento, sentendo ogni nervo del proprio corpo prendere vita. Dio, Shinbe era bellissimo con i lunghi capelli blu notte che gli incorniciavano il viso perfetto.
I suoi occhi sembravano cristalli di ametista mentre la guardava. «Sto bene.» gli disse, poi si mise a sedere e gli avvolse le braccia intorno al collo per avvicinarlo. «Oh, Shinbe. Ti amo così tanto.».
Gli occhi di Shinbe emanarono un lampo di gioia pura quando Kyoko lo abbracciò. Dimenticando che gli altri stavano guardando, le sorrise e le chiese: «Kyoko, tesoro, mi darai un figlio?».
Lei sorrise, «Lo vorrei tanto.». Aspettava mentre Shinbe le guardava le labbra. In quel momento, l’arma di Suki colpì Shinbe in testa, stordendolo. Lui rimase a bocca aperta per il dolore, come se stesse morendo.
Kyoko si accigliò quando Shinbe cadde di colpo a terra. Leggermente confusa, si voltò a guardare Suki che stava poggiando la sua arma a terra con uno sguardo compiaciuto.
«Aaah, Suki.» disse Kyoko strisciando verso di lei e sorridendo sensualmente. Raggiungendola, le sfiorò una guancia, «Sei così bella.».
Suki spalancò gli occhi mentre strisciava all’indietro nel tentativo di scappare, ma Kyoko la seguiva, continuando a sorridere.
Toya se ne stava seduto lì, troppo stordito per fare qualsiasi cosa. Aveva appena visto Kyoko infatuarsi di Suki.
«Toya, ti prego portala via!» Suki sembrava avere più paura di Kyoko che di qualsiasi altro demone.
Toya sorrise e afferrò Kyoko da dietro, cingendole la vita e facendola sedere in braccio. Sorrise a Suki finché Kyoko non si girò, sedendosi a cavalcioni.
Il suo mondo si fermò quando Kyoko lo guardò. L’amore per lui che le brillava in quegli occhi di smeraldo gli faceva male al petto e si sentiva come se gli stessero prendendo il cuore a calci. Non riusciva a respirare. Era lo sguardo che aveva sempre desiderato e che aveva sognato spesso. Adesso lei era lì, lo guardava dritto negli occhi. Kyoko… era innamorata di lui.