Kitabı oku: «Cuori Maledetti», sayfa 4
Capitolo 4 “ Romeo e i cattivi ragazzi”
Subito dopo andarono in mensa per il pranzo. Mentre Tasuki era in fila, Kyoko vide il bel giardino attrezzato al di fuori delle grandi vetrate. Uscì e trovò un paio di tavolini all’ombra di un grande albero, che le piacquero moltissimo. Aveva voglia di rilassarsi, quindi scelse il tavolo all’ombra della grande quercia, proprio di fronte alla scuola, e vi si sedette.
Hyakuhei si appoggiò all'albero accanto a Kyoko, anche se sapeva che non avrebbe dovuto farlo. I suoi occhi erano scuri, senza alcuna emozione, e le sue labbra non celavano ombra di sorriso. Era già stanco di essere invisibile per non farsi vedere da lei, ma sapeva che doveva aspettare il suo momento. Come poteva confortare qualcuno che ignorava completamente la sua presenza?
Kyoko scavò nel suo zaino e ne tirò fuori la piccola borsa termica che aveva riempito di uva fresca, e se la mise dietro alla schiena per appoggiarvisi. Stava quasi per chiudere gli occhi e farsi un sonnellino, quando il rombo di una motocicletta la fece sobbalzare. Alzando lo sguardo, vide un ragazzo con un paio di occhiali da sole scuri, vestito di nero, con lunghi capelli a taglio scalato che si avvicinava lentamente al marciapiede. Non poteva vedere i suoi occhi, ma era sicura che quello la stesse guardando.
Non riusciva a capire se era solo una sensazione, o se quella flora maschile così affascinante, destinata a quanto pare ad affollare le riviste di moda, le avesse destabilizzato il cervello. Comunque poteva quasi vederlo, il ragazzo sulla moto, sulla copertina di uno di quei giornalini di fotoromanzi. Prese un grappolo d’uva e cominciò a mangiare, deliziandosi ai suoi stessi pensieri erotici. I suoi ormoni quel giorno avevano già lavorato abbastanza e, a quanto pare, non avevano alcuna intenzione di lasciarla in pace.
Quando al collegio le capitava di essere turbata da simili pensieri aveva un’unica àncora di salvezza: mettersi a leggere qualcosa. Quando le sue compagne di allora andavano in biblioteca portavano sempre alla ragazza infatuata delle rockstar qualcosa da leggere. Così Kyoko prendeva una copertina di un libro innocuo, tipo Shakespeare, la ritagliava e la sistemava intorno al libro incriminato, in modo da nasconderlo alla vista degli insegnanti e poter indulgere al suo…piacere colpevole. In genere letteratura erotica a 360 gradi.
Aveva iniziato con storie d'amore storiche in cui l'indiano rapiva la ragazza bianca e la portava nella sua tenda, e la teneva prigioniera finché lei non s’innamorava pazzamente di lui. Poi era passata alle storie di natura paranormale…o vampiri, ad esempio. Anche in quel caso, mostri che rapivano le ragazze e non le uccidevano, ma anzi le vittime si innamoravano di loro…Ai tempi della vecchia scuola era convinta che quel tipo di letture fosse il massimo per una ragazzina innocente come lei…ma ora che era arrivata in quel college ed era circondata da tutti quei maschi meravigliosi i suoi ormoni sembravano impazziti.
Nell'ultimo anno aveva letto ogni tipo di romanzo paranormale su cui poteva mettere le mani e più cupo era, meglio era. Tanti ne aveva letti che ormai aveva capito che la sua innocenza era andata...anche se solo nella mente.
Quando la campanella di fine intervallo suonò si rese conto che si era talmente sprofondata nelle sue fantasie che non aveva mangiato che tre acini d’uva. Dopo aver rimesso la borsa termica nello zaino provò ad alzarsi…e si trovò davanti una mano pronta ad aiutarla.
Era Tasuki. “ Sei pronta?” le chiese, e finalmente sorrise, notando che lei lo stava guardando con gli stessi occhi sognanti che aveva riservato ai ragazzi nuovi. Forse non tutto era perduto.
Kyoko ricambiò il sorriso. "Andiamo da Shakespeare.” esclamò.
"Ehi, che ne sai che oggi abbiamo Shakespeare in programma?" chiese Tasuki, confuso.
"Beh, immagino che in questa scuola non si portino classici di vampiri!” ridacchiò Kyoko. Quando entrarono in classe, Tasuki indicò il banco vuoto in fondo, poi andò a vedere se l'insegnante aveva una copia in più di Romeo e Giulietta.
Kyoko era già seduta e stava tirando fuori i suoi libri quando la sedia accanto a lei raschiò il pavimento. Alzò lo sguardo e il respiro le si bloccò in gola. Il ragazzo che aveva visto guardarla dalla sua motocicletta durante l’intervallo si era seduto accanto a lei, dopo aver appeso la sua giacca di pelle allo schienale del sedile.
Quando Tasuki tornò col suo libro di Giulietta e Romeo trovò il posto accanto a Kyoko occupato. “Sconfitto di nuovo, vero?” mormorò a se stesso. Tornò dal Professore. “Scusi, non è che ne ha due copie da prestare?”
“Fino a qualche giorno fa sì, poi l’altro ieri notte qualcuno ha fatto irruzione nella scuola e ha rubato quasi tutti i libri di questo corso…soprattutto quelli di letteratura, matematica e scienze. Roba da non crederci!” rispose l’insegnante, e tornò con la testa sui registri che aveva sulla scrivania.
Tasuki rimase un attimo interdetto: che aveva detto? Che mancavano i libri di letteratura, matematica e scienze? Strano. Guardò con sospetto il ragazzo accanto a Kyoko.
"Mi scusi professore. - chiese di nuovo - Ma questi ragazzi nuovi che si sono trasferiti oggi, i maschi intendo, sa da dove vengono, chi sono?”
Il professore parve riflettere. "Non so molto di loro. Una cosa però mi è rimasta impressa: sono tutti fratelli, adottati dalla stessa famiglia e, come puoi notare, gemelli. E non hanno mai frequentato una scuola pubblica fino ad ora, hanno sempre studiato privatamente.” Prese un pacco di fogli e li consegnò a Tasuki. “Puoi distribuirli, per favore?”
Tasuki si sentiva confuso e turbato. Quando si avvicinò a Kyoko per portarle il libro si rilassò, vedendo che lei gli sorrideva come al solito. “Ho trovato una sola copia, mi dispiace. - le sussurrò, chinandosi su di lei - Comunque, possiamo sempre fare i compiti insieme.” Ma si rialzò di botto, quando vide lo sguardo minaccioso del nuovo compagno di banco della ragazza, e quasi gli parve…di sentirlo ringhiare.
"Grazie." disse Kyoko, e subito si voltò verso il ragazzo nuovo. Voleva dirgli che avrebbero dovuto condividere il libro…ma non riuscì a proferire parola. Quando lui si tolse gli occhiali e si voltò a guardarla, Kyoko vide che i suoi occhi erano di un meraviglioso blu ghiaccio. Ma non era proprio un colore normale. Era…qualcosa di più profondo, immenso e…oscuro. Era come se dentro vi ardesse una luce oscura.
Quando si era girato verso di lei, i suoi lunghi capelli per un attimo le avevano sfiorato la guancia, e a quel tocco morbido Kyoko era quasi trasalita. “Dobbiamo fare a metà.” riuscì a malapena a sussurrare.
"Bene, allora io sarò Romeo e tu la mia Giulietta.” rispose Kotaro, con voce ammaliatrice.
*****
Kyoko si avviò con Tasuki alla lezione di recitazione. Il suo nuovo compagno di banco in tuta di pelle sembrava leggere Romeo e Giulietta da quando era bambino! Si scrollò di dosso il suo sogno ad occhi aperti quando entrarono nell’auditorium della scuola e capì che non sarebbe stata una lezione qualsiasi.
"Oggi addobberemo la sala per la festa di maschera di venerdì. - le disse Tasuki - Si terrà proprio nella sala di fronte. Qui abbiamo raccolto tutto quello che ci serve.” Infatti Kyoko vide gruppi di studenti carichi di roba che correvano affannati di qua e di là. “Andiamo a dare una mano.” suggerì Tasuki.
Afferrò un paio di scatole e si voltò a guardarla, in attesa che lei lo seguisse. Kyoko afferrò una scatola dal pavimento e quasi barcollò sotto al suo peso. Stava per cadere quando, prima ancora che Tasuki potesse soccorrerla, una mano l’aveva già afferrata.
Kyoko aveva quasi perso l’equilibrio e si stava preparando mentalmente a sbattere la faccia per terra; poi sentì di colpo che qualcuno le toglieva la scatola dalle mani e due forti braccia le impedirono di cadere.
Calore ... si sentiva così calda. Che braccia forti, sentì un petto poderoso e non poté fare a meno di godere di quel meraviglioso contatto. Non si era mai sentita così al sicuro in vita sua come in quel momento, e avrebbe desiderato che quell’attimo fosse infinito
“Tutto ok?” chiese Toya, mentre lei si spalmava senza ritegno sul suo petto. Lui si costrinse a non seppellire il viso tra i suoi capelli e baciare la morbida pelle del suo collo. Tutto dentro di lui la bramava. “Sei ancora mia!” si disse Toya nella mente, mentre il cuore gli batteva all’impazzata.
Kyoko stava quasi per addormentarsi al conforto del suo petto, quando qualcuno la strattonò per un braccio, scrollandola da quel meraviglioso torpore.
"Kyoko? - le disse Tasuki, visibilmente in ansia - Parlami! Mi è sembrato che stessi per svenire!”
"Sto bene." Kyoko sbatté le palpebre e si guardò alle spalle. Il suo eroe si stava chinando per raccogliere la scatola quando i loro occhi si incontrarono. Occhi luminosi fatti di oro fuso ... proprio come quelli di Kyou. Aveva i capelli color ebano con gli stessi riflessi argentati, ma molto più evidenti. Si chiese se i due non fossero gemelli.
Le era sembrato così forte e possente…ma in realtà fisicamente non era molto diverso da Tasuki. Tuttavia…c’era qualcosa in lui che lo faceva assomigliare ad una pantera in caccia. E lei ad una preda.
Sostenendo lo sguardo duro e minaccioso di Tasuki, Toya prese la scatola da terra e si avviò fuori. “Questa la porto io.” disse, precedendoli. Ma, quando vide che Tasuki teneva ancora Kyoko per il polso, provò l’amaro sapore della gelosia.
Non appena fuori dalla loro vista, Toya si appoggiò al muro accanto alla porta per riprendere il controllo sulle proprie emozioni. Quando fu sicuro di esserci riuscito si permise di assaporare il ricordo di Kyoko premuta contro il suo petto. Un fruscio lo scrollò dai suoi sogni.
Nel frattempo Kyoko era uscita dalla sua confusione. Pensò che non aveva nemmeno ringraziato quel bel ragazzo, quindi prese da terra una scatola qualunque e si voltò per uscire fuori della sala, quando Tasuki l’afferrò per un braccio.
“Per favore, ti vuoi fermare un attimo? Ma che ti prende?” le chiese, agitato, allo sguardo quasi ammattito di Kyoko. Lei non se n’era nemmeno accorta ma…stava tremando!
Kyoko capì che Tasuki aveva ragione. Posò la scatola sul pavimento e fece un profondo respiro. "Mi dispiace Tasuki. La scatola era troppo pesante e forse sono quasi svenuta. Non ho mangiato molto in questi ultimi due giorni, a causa del trasloco." Non stava mentendo, e voleva assolutamente convincersi che quella fosse la verità.
Guardò in direzione della porta. "Non sono nemmeno riuscita a ringraziarlo per avermi afferrata. - aggiunse, tristemente -Lo conosci?"
Gli occhi di Tasuki si oscurarono, e lui scrollò le spalle: "Suppongo che sia uno dei cinque fratelli che si sono trasferiti oggi. È strano che ognuno di loro ti abbia subito filata, il primo giorno di scuola.” disse acidamente. Poi, vedendo l’aria contrariata di Kyoko, decise di mutare quell’affermazione in una battuta scherzosa. “Probabilmente perché sei la ragazza più carina della scuola. Li hai attirati come una calamita.” Le fece l’occhiolino e scavò tra le scatole finché non ne trovò una leggera e la porse a Kyoko. “Tieni, porta questa. E’ abbastanza leggera per non dover combattere con la tua inedia.”
Lei prese la scatola e ridacchiò, mentre entrambi si avviavano alla sala della festa. “Che hai detto? Cinque fratelli? E tutti nella stessa classe. Non mi dire che sono anche gemelli! Ma com’è possibile?”
Tasuki sorrise, grato dentro di sé all'insegnante che gli aveva spiegato come stavano le cose. "Sì, sono gemelli e tutti adottati dalla stessa famiglia. E questa è la prima scuola pubblica che frequentano." Poi, decise che era ora di cambiare argomento. “Allora, vieni alla festa venerdì?”
"Come?" rispose Kyoko, ancora immersa nei suoi pensieri.
"Al ballo in maschera. Venerdì, la notte di Halloween."
"Non lo so." disse Kyoko, ma poi sorrise pensando che ormai era padrona della sua vita, proprio come un’adolescente normale. Ma…dove trovare subito un costume adatto? “C’è un negozio che vende vestiti di Halloween?”
“Il centro commerciale ha un negozio di costumi che rimane aperto solo per Halloween e Carnevale. Lì troverai sicuramente qualcosa, perché in questa città Halloween è una tradizione.” Avrebbe voluto chiederle se poteva accompagnarla, ma l’eventualità di beccarsi un bel palo gli faceva torcere lo stomaco. Poi gli si parò davanti l’immagine di uno dei ragazzi nuovi che l’accompagnava al posto suo e si sentì mordere dalla gelosia. Meglio provarci.
"Potrebbe essere divertente andarci insieme." osò Tasuki. Trattenne il respiro e si prese mentalmente a calci in culo.
"Perché no?” rispose incredibilmente Kyoko. Diamine, perché dire di no al mio primo appuntamento? "Oh, wow!" ebbe la forza di mormorare Tasuki. Nel frattempo erano arrivati alla sala delle feste e gli occhi color smeraldo di Kyoko s’illuminarono, al vedere come l’avevano già addobbata e decorata gli studenti. Dalla vecchia sala polverosa che certamente doveva essere stata prima, l’avevano trasformata in una meravigliosa sala da ballo a tema!
"Bella, eh? - le sussurrò Tasuki, seguendo il suo sguardo - E vedrai venerdì come sarà stupenda!”
Toya si era tenuto alla larga, dopo aver sentito che Kyoko sarebbe andata al ballo con Tasuki, ma aguzzava comunque le orecchie per captare quanto poteva dei loro discorsi. Un ballo di Halloween non gli sembrava una buona idea ma, vedendo la felicità sul volto di Kyoko, decise di non deluderla. A quanto pare, lui e i suoi fratelli avrebbero dovuto procurarsi subito un costume di Halloween…e magari togliere di mezzo quel Tasuki.
Le mani di Toya si strinsero a pugno, quando Yohji cercò di convincerla a salire su una scala per sistemare le decorazioni. Quel pervertito lo faceva incazzare, ma prima che potesse intervenire, Kyoko si mise le mani sui fianchi, lanciò un’occhiataccia a Yohji come se fosse matto e scoppiò a ridere.
Ma Yohji fu abbastanza impudente da insistere. “Perché no, Kyoko? In fondo tutti abbiamo appeso dei festoni salendo su quella scala.”
"Facciamo così, Yohji. - rispose Kyoko, con tono gelido - Domani ti porterò una gonna corta come quello che indosso io adesso, tu te la metti e poi facciamo a turno ad appendere questi maledetti festoni!” Ciò detto si voltò e di diresse verso il palco.
Yohji abbassò lo sguardo e puntò il suo culo, mentre lei si allontanava. Stava per andarle dietro, quando si trovò Toya di faccia.
"Se fossi in te non lo farei." gli sibilò, con tono minaccioso. Se Yohji avesse avuto l’acume di guardarlo negli occhi si sarebbe accorto che gli occhi di Toya, prima dorati, si stavano colorando di sangue.
Purtroppo, era solo uno stupido atleta tutto muscoli e niente cervello. "È una minaccia?" chiese, a muso duro.
La faccia di Toya divenne nera come la notte. "Puoi scommetterci."
Per tenere fede alla sua fama di stronzo, Yohji provò a prendere Toya per le spalle, ma Toya allungò una gamba e lo fece cadere con la faccia per terra. "Oww, che diavolo?" gridò Yohji, allungando la mano verso la sua caviglia e guardandosi intorno per vedere dove fosse inciampato. Poi capì che Toya gli aveva fatto lo sgambetto e lo fulminò con lo sguardo.
Tasuki lo scavalcò con un scatolo in braccio. "Non credo che sarai molto in forma, per venerdì.” gli sussurrò, con soddisfazione.
Kyoko si era diretta dietro al palco, ma aveva sentito subito che c’era qualcosa non andava…anche se non capiva cosa. Le sembrava che l’intera sala fosse sprofondata improvvisamente nel silenzio. Poi sentì dei fruscii intorno a lei. Per la paura lasciò cadere la scatola che aveva in braccio e fece un balzo…andando a sbattere contro la parete di fondo.
Sentì le braccia di Toya che la stringevano forte. Poi la cappa oscura che l’aveva terrorizzata scomparve di colpo. “Stai bene?” le sussurrò con dolcezza Toya, stringendola a sé.
Kyoko annuì, mentre appoggiava la guancia contro il suo petto. Quella era la seconda volta che lui le veniva in aiuto. "Forse c’era un topo, là sotto. Ho avuto paura.” mormorò.
"Tasuki ti sta cercando." mentì Toya, per non perdere il controllo. E, prima che Kyoko se ne rendesse conto, uscì dal locale, chiudendosi la porta alle spalle.
Ancora imbambolata Kyoko si rese conto che di nuovo non lo aveva ringraziato. Provò a uscire…ma la maniglia era bloccata! Qualcuno l’aveva chiusa dentro?
Tasuki aveva visto prima Kyoko, poi Toya infilarsi nel retro del palco. Toya era uscito ma…Kyoko? Era ancora dentro?
"Cos'è successo questa volta?" mugugnò Tasuki. Cavolo, questi ragazzi nuovi erano dei gran rompipalle e sembravano avere una…cattiva influenza su Kyoko!
Andò ad aprire la porta del palco. Kyoko uscì, con un sorriso colpevole: “Mi sono spaventata perché ho visto passare qualcosa, forse era un topo. Ho gridato e Toya è venuto a vedere cos’era successo. Poi è uscito e…la porta non si è aperta e…”
Tasuki scosse la testa: "Probabilmente ti hanno fatto il solito scherzo idiota di Halloween per onorare la fama di questa stupida città, che si dice sia infestata dai vampiri. In effetti, ne ho viste di cose strane, da che ero piccolo! Comunque, lascia perdere. Dobbiamo tornare in classe.”
Capitolo 5 “Il fantasma dell’Opera”
Toya sentì le serrature delle intorno a lui scattare, e percepì i suoi fratelli avvicinarsi velocemente. Quando la stanza si illuminò di una luce multicolore aguzzò lo sguardo per cercare Kamui, sapendo che era opera sua quella magnificenza. Quando vide i quattro fratelli avvicinarsi tutti insieme a gran velocità si allarmò.
"Avete idea di che tipo di demone sia?" Fece un balzo verso i suoi fratelli, quando il pesante sipario si staccò dai ganci che lo sostenevano e cadde ai suoi piedi, mancandolo di un soffio.
"Qualcuno che ambisce a diventare il fantasma dell'opera.” disse Shinbe, poi i guardiani sentirono una specie di picchiettio sulle assi di legno del palco, come se qualcuno ci stesse ballando il tip tap. Il ritmo era così frenetico che riuscirono a malapena a percepire un’ombra passare.
"Vieni fuori, chiunque tu sia!” gridò Kotaro a gran voce, che echeggiò per l’intero teatro.
"Bell’idea. - ridacchiò Kyou - Perché non gli offri anche un biscottino? Ora vogliamo smetterla di fare i bambini e ci leviamo dai piedi questo mostro una volta per tutte?”
Toya fece cenno con la testa verso la zona più nascosta del palcoscenico. C’era un’ombra che si allungava e si stendeva sulle pareti, quasi strisciasse su di esse. Alla fine l’ombra prese una forma, e due occhi rosso sangue si spalancarono nel buio: non era proprio un demone, ma un disgustoso incrocio tra un ragno gigante e un umanoide. Il volto era quasi umano, ma le membra che ora sbucavano dall’ombra erano otto, lunghe e pelose come quelle di un aracnide gigante. Quando aprì la bocca ne uscì prima un muco schiumoso e puzzolente come formaggio fuso, e poi un grido acuto. Il mostro si arrampicò sul soffitto e cominciò a percorrerlo tutto ad una velocità impressionante.
"Beh, per fortuna è Halloween o avremmo difficoltà a spiegare quel suono agghiacciante agli studenti che lo hanno sentito.” disse Kamui, che aveva ancora i brividi dopo quell’urlo inquietante. Suonò la campanella di fine ora e, a quel suono, la creatura gridò di nuovo, poi artigliò con le zampe l’altoparlante appeso al muro e lo scagliò con tutte le sue forze sui guardiani.
"Bene ... niente testimoni." disse Kotaro, guardando stancamente la creatura che si preparava a saltargli addosso.
"Questo stronzo mi sta già facendo girare le palle!” ringhiò Toya, prima che il ragno lo sbattesse contro la prima fila di sedili alle sue spalle. Estrasse velocemente il suo pugnale d'argento dalla vita e fece oscillare il braccio di lato, dirigendo la lama verso ciò che forse era lo stomaco del demone.
Ma la creatura non ne ricevette alcun danno, anzi, mentre Kotaro si gettava su di lui per evitare che ghermisse Toya, una lunga serie di tentacoli sbucarono dalla sua schiena, fendendo pericolosamente l’aria. I tentacoli afferrarono Kotaro e, come una catapulta, lo scaraventarono con forza sulla parete in fondo al teatro.
Toya vide un’ombra gigantesca salire a cavalcioni del ragno e chinarsi verso di lui, poi un vento fetido gli fu sputato addosso: il ragno umano ora aveva la bocca spalancata e si preparava ad inghiottirlo in un sol boccone.
"Accidenti! Deve aver sentito l’odore di Kyoko su di me!” pensò Toya, che stava ancora per terra con le braccia piegate sotto, in posizione di netto svantaggio rispetto al mostro.
Kyou alzò la mano e lanciò un’enorme sfera di potere contro il mostro. Poi inclinò leggermente il polso e la sfera divenne simile ad un’enorme frusta, che si diresse contro la testa del demone, allontanandolo da Toya. La frusta di potere continuò a dominarlo, per tenerlo il più possibile lontano da Toya che, evidentemente, era la vittima prescelta.
"Perché diavolo ce l’ha con Toya?" mugugnò Kamui. Alzò le mani verso l’alto e si concentrò, poi pronunciò una formula magica molto potente e lanciò un incantesimo contro il ragno. Il demone venne investito da una colossale ondata di energia, che cercò di schivare muovendosi velocemente su ogni lato, ma Kamui riuscì a tenere ferma la sfera di energia sulla sua testa. Alla fine pronunciò l’ultima frase dell’incantesimo e il demone andò a schiantarsi con forza inaudita contro le assi del palcoscenico.
La creatura emise un urlo terrificante, ma cercò ancora di lottare e di proteggersi dall’esplosione di energia: piegò con forza le zampe e poi le stese con violenza, scattando in su come una molla micidiale, cercando di piombare sui guardiani per schiacciarli.
Ma, prima che potesse farlo, Shinbe gli si piazzò davanti e lanciò l’incantesimo finale, che incollò il demone ai fondali di cartongesso. Come un sol uomo i cinque guardiani gli saltarono addosso, gli afferrarono gli arti pelosi e li strapparono via dal suo corpo con tutte le loro forze. Il demone gemette di dolore ma non so arrese: con gli arti rimasti e i moncherini penzolanti cercò di sfuggire all’ira dei guardiani, arrampicandosi su per il soffitto.
Ma i cinque fratelli gli scagliarono addosso contemporaneamente una bolla di energia, che lo imprigionò come in una gabbia. "Hey bello, dove credi di andare?" ringhiò Shinbe, al di là della barriera blu di energia, simile ad una mezza cupola. Il ragno cercò disperatamente di scappare ma ormai era fatta: l’ondata di energia lo frantumò da dentro e il mostro cadde sul pavimento, completamente liquefatto.
"Ehi, non vorrai mica lasciarlo lì!” esclamò Kamui, indicando con disgusto quella specie di sacchetto gelatinoso con al centro delle uova fetide e trasparenti.
"Taci, uomo di poca fede! - ridacchiò Shinbe, mentre il ragno si dissolveva lentamente - Quando avrà finito di sciogliersi ci vorrà un microscopio per trovarlo. Ma adesso ... “ Si voltò come una furia e saltò addosso a Toya. Poi lo annusò con cura.
Toya gli lanciò uno sguardo d’odio, che Shinbe ignorò del tutto. Così Toya lo afferrò per la collottola e lo sollevò a parecchi centimetri da terra, scuotendolo come un panno di bucato. “Non farlo mai più!” gli sibilò. Poi lo lasciò cadere con una smorfia di disgusto.
Shinbe si alzò dal pavimento con un sorrisetto malizioso. “E tu chiami me pervertito. Non c'è da stupirsi che Spiderman si fosse invaghito di te. Profumi di Kyoko lontano un miglio!” I suoi occhi color ametista saettarono di rabbia. “Come mai?”
Ma Kyou interruppe il litigio. “Ehi! - esclamò con la sua profonda voce da baritono - Ma se siamo tutti qui a fare cazzotti tra di noi…chi sta proteggendo Kyoko?”
*****
Quando Kyoko aveva chiesto a Tasuki se poteva usare il suo cellulare per chiamare un taxi, lui le aveva subito offerto un passaggio ovunque lei volesse andare. Kyoko accettò con gratitudine, perché aveva un po’ paura ad avventurarsi da sola in una città che ancora non conosceva.
"Vuoi andare al centro commerciale? Nessun problema! Ehi, se vuoi, posso aiutarti a scegliere un costume per il ballo in maschera." disse Tasuki, già pregustando i vari costumi che le avrebbe fatto provare. Ma poi tornò in sé, pensando che, se le avesse consigliato dei costumi discinti, come aveva in mente di fare…anche gli altri studenti della scuola l’avrebbero vista così abbigliata. “Immagino che tu voglia andarci per comprarti il costume, no?”"
Kyoko sospirò e guardò fuori dal finestrino della macchina, incerta se dirgli o no la verità. Mentre erano imbottigliati nel traffico vide davanti ai cancelli della scuola lo stesso ragazzo solitario della mattina. Era ancora lì? A far che? E perché attirava tanto la sua attenzione?
Scrutandolo meglio, si accorse che il giovane si manteneva perfettamente immobile in mezzo al caos cittadino, proprio come se fosse una statua, e i suoi occhi…sì, ora non poteva sbagliare: erano neri come la notte, non verde smeraldo come le era sembrato quella mattina.
Lo fissò finché l’auto non fu troppo lontana per distinguerlo bene. Ma sentiva che lui la stava ancora guardando: lo sentiva dentro, come una fame rabbiosa e inestinguibile. Aguzzò lo sguardo e, incredibilmente, gli parve di vedere in quella figura ormai lontanissima un movimento delle labbra. Ma…era impossibile!
“Cosa?” pensò, sforzandosi di comprendere cosa stesse dicendo il ragazzo misterioso. Ma Tasuki la scrollò da quella specie di suggestione.
"Lo conosci?" le chiese, fissando lo specchietto retrovisore. Qualcosa in quel ragazzo lo turbava. Conosceva tutti, a scuola, ma di sicuro quello non lo aveva mai visto prima. “Non è uno studente.” si disse.
Kyoko si appoggiò allo schienale, ma poi non riuscì a trattenersi e si voltò di nuovo. Per fortuna Tasuki aveva girato l’angolo e il ragazzo non si vedeva più. Solo allora Kyoko parve risvegliarsi da quella specie di trance. “No, non lo conosco.” mormorò. Poi cercò di cambiare argomento. “Scusa Tasuki, ma sono un po’ nervosa. Sai, è stato il mio primo giorno di suola qui, e devo ancora raccapezzarmi. E poi…non sono mai stata in un centro commerciale…o in un qualsiasi negozio.”
"Cosa? - esclamò Tasuki, sorpreso - Mi prendi in giro?”
"Per niente.” Kyoko lo guardò fisso. “Sai tenere un segreto?”
Tasuki annuì, e strinse con forza il volante "Non ti tradirei mai, Kyoko. Anche se ci siamo appena conosciuti mi sono già affezionato a te. Puoi fidarti.”
"Grazie." Kyoko si sistemò per bene sul sedile, fissò il vuoto davanti a sé e, lentamente, cominciò a raccontargli tutto…ma proprio tutto della sua vita. “A questo punto capirai perché ho bisogno di rifarmi il guardaroba.” concluse.
Erano dieci minuti che Tasuki aveva parcheggiato l’auto davanti al centro commerciale, mentre lei continuava a parlare. Quello era il racconto più triste che avesse mai sentito. "Vuoi dire che nessuno ti ha mai baciata?” sussurrò. Lei lo guardò stranita, e lui sorrise. Poi Tasuki si avvicinò a lei, la prese tra le braccia…e la baciò.
Non fu un bacio di passione, ma uno scambio d’affetto, un tentativo casto di penetrarle il cuore. Kyoko spalancò gli occhi e lo lasciò fare. Quando Tasuki si staccò da lei emise un profondo respiro e rimase un attimo in silenzio, godendosi la meraviglia del suo primo bacio. Tasuki era in ansia, la guardava fisso, chiedendosi se non fosse stato un errore, se non avesse osato troppo, la prima volta che uscivano insieme. Ma si rasserenò, quando Kyoko si voltò verso di lui e gli sorrise. Allora…le era piaciuto!
Pazzo di gioia, Tasuki le indicò il centro commerciale che avevano davanti. “Sai una cosa, Kyoko? Oggi inauguriamo la frase: “Spendi pazzamente, dei soldi non me ne frega niente”!” esclamò.
*****
Tama era sulla soglia della palestra abbandonata e fissava con odio i cinque guardiani che uscivano dal retro dell’Istituto. Avevano appena ucciso il demone ragno che loro gli avevano inviato contro, proprio come preventivato. Quel mostro era stato solo un banale esperimento, e pazienza se era stato sconfitto.
"I guardiani sono troppo sicuri di se stessi e si distraggono facilmente. Pensano di tenerla al sicuro.” mormorò Hyakuhei. Non gliene fregava nulla della perdita del demone. Prima di reincarnarsi in quella dimensione ne aveva nascosti di ben più temibili...nell’oscurità della sua anima, dove nessuno avrebbe mai potuto trovarli. Per ora avrebbe usato i demoni inferiori come esca, in modo che i guardiani si sentissero sempre più invincibili. “Lascia che si convincano di proteggerla per bene.”
“Posso andare da lei, adesso?” disse Tama, guardando torvo Toya che gli stava passando davanti proprio in quel momento. Mentre si stava svolgendo la battaglia infernale tra il demone ragno e i guardiani, Hyakuhei si era collegato mentalmente con loro e aveva permesso anche a Tama di godersi la scena. Lui aveva subito notato che il mostro era attirato dall’odore di Kyoko che Toya si portava addosso, e per questo Tama ora lo odiava ancora di più. Era geloso…geloso di quel guardiano, e non poteva che tormentarsi inutilmente.
"Solo gli sciocchi agiscono senza riflettere, ragazzo." lo avvertì Hyakuhei. Sapeva che Tama non sopportava di dividere la sorella con i guardiani, ma ciò che ignorava era…che anche i guardiani detestavano di dividerla tra loro. Più si affezionavano a lei più sarebbe cresciuto in loro il senso di possesso, e ciò li avrebbe infine separati. Non ci sarebbe voluto molto prima che si scannassero tra loro…per lei. In fondo, non erano così diversi dai gemelli vampiri, Hyakuhei e Tadamichi. Anche se erano convinti di agire a servizio del Bene.
“Ma potrò almeno vederla?” insistette Tama, ricordando come lei l’aveva guardato famelica dal finestrino dell’auto. “Anche lei lo vuole.”
“La sua anima è attirata da te ... sa che sei suo fratello, anche se Kyoko ancora non ricorda. È questo che la lega a noi.” Anche Hyakuhei, come Tama, fremeva dalla voglia di riaverla. “Presto Tama ... molto presto. Riavrai tua sorella."
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