Kitabı oku: «Adescamento », sayfa 3

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CAPITOLO CINQUE

L’Agente Speciale Jake Crivaro saltò sulla sedia, quando il telefono del suo ufficio squillò.

Le cose erano state troppo tranquille a Quantico, dopo il suo ritorno avvenuto il giorno prima.

In quel momento, l’istinto gli disse subito …

E’ un nuovo caso.

Difatti, non appena tirò su la cornetta, sentì la voce sonora dell’Agente Speciale Capo Erik Lehl …

“Crivaro, venga immediatamente nel mio ufficio.”

“Subito, signore” Crivaro rispose.

Riagganciò la cornetta, e afferrò la sua valigia, che teneva sempre pronta. L’Agente Lehl era stato persino più conciso del solito, il che sicuramente significava che c’era un caso urgente da risolvere. Crivaro era sicuro che sarebbe partito presto, probabilmente nell’arco di un’ora.

Sentì il cuore battere solo un po’ più in fretta, mentre si affrettava lungo il corridoio. Era una buona sensazione. Dopo un periodo di 10 settimane a fare da mentore per il Programma d’Internato dell’FBI, questo era un piacevole ritorno alla normalità.

Durante i primi giorni del programma estivo, era stato coinvolto in un caso d’omicidio, quello del famigerato “Killer Pagliaccio.” Dopo, si era assestato nel compito più noioso di far da mentore ad una degli studenti, una ragazza talentuosa ma esasperante di nome Riley Sweeney, che aveva dimostrato un’incredibile astuzia, aiutandolo a risolvere il caso.

Ciò nonostante, il programma era trascorso troppo lentamente per i suoi gusti. Non era abituato a passare tanto tempo senza azione.

Quando Jake entrò nell’ufficio di Lehl, l’uomo smilzo si alzò dalla sedia per accoglierlo. Erik Lehl era così alto, che a malapena sembrava entrare in qualsiasi spazio che occupava. Altri agenti dicevano che sembrava indossare un paio di trampoli, a Jake sembrava più essere fatto di legno, un curioso assortimento di pezzi che, in qualche modo, non sembravano essere perfettamente coordinati nei loro movimenti. Ma l’uomo era stato un agente esperto, ed aveva fatto carriera nell’Unità di Analisi Comportamentale dell’FBI.

“Non si metta comodo, Crivaro” Lehl disse. “Partirà immediatamente.”

Jake restò obbedientemente in piedi.

Lehl guardò un fascicolo che aveva in mano, e si lasciò scappare un forte sospiro. Jake aveva osservato da tempo, ormai, la tendenza di Lehl di prendere ciascun caso seriamente, quasi personalmente, come se si sentisse direttamente colpito dall’insulto di ogni sorta di mostruosa criminalità.

In effetti, Jake non riusciva a ricordare di aver trovato Lehl di umore allegro.

Dopotutto …

I mostri sono un nostro affare.

E Jake sapeva che Lehl non gli avrebbe assegnato questo caso particolare, se non fosse stato insolitamente odioso. Jake era una sorta di specialista in casi che sfidavano l’umana immaginazione.

Lehl passò il fascicolo a Jake e disse: “C’è una situazione davvero brutta in West Virginia. Dia un’occhiata.”

Jake aprì il fascicolo e vide una foto in bianco e nero di uno strano groviglio tenuto insieme da del nastro adesivo e filo spinato. Quel “bozzolo” penzolava da un paletto di una recinzione. A Jake, occorse un momento per realizzare che quell’insieme aveva volto e mani, che infatti appartenevano ad un essere umano, che era ovviamente morto.

Jake respirò bruscamente.

Persino per lui, questo era uno scenario singolarmente orribile.

Lehl spiegò: “La foto è stata scattata circa un mese fa. Il corpo di una dipendente di un salone di bellezza di nome Alice Gibson è stato trovato avvolto nel filo spinato, ed appeso ad un paletto di una recinzione, su una strada rurale vicino a Hyland, West Virginia.”

“Roba davvero di cattivo gusto” Jake disse. “Come se la sta cavando la polizia locale?”

“Hanno un sospettato in custodia” fu la risposta di Lehl.

Jake sgranò gli occhi per la sorpresa.

A quel punto chiese: “Allora che cosa lo rende un caso dell’FBI?”

Lehl rispose: “Abbiamo appena ricevuto una telefonata dal capo della polizia di Dighton, una cittadina vicina a Hyland. E’ stato trovato un altro corpo avvolto nello stesso modo proprio stamattina, appeso proprio ad un paletto di recinzione su una strada fuori città.”

Jake stava iniziando a capire. L’essere in una cella al momento del secondo omicidio forniva al sospettato un gran buon alibi. E adesso sembrava davvero che quello segnasse l’inizio dell’opera di un serial killer.

Lehl continuò: “Ho ordinato che l’attuale scena del crimine non venga contaminata. Perciò, deve andarci al più presto possibile. In auto sarebbe un viaggio di quattro ore tra le montagne, pertanto c’è un elicottero che l’aspetta sulla pista d’atterraggio.”

Jake si era già voltato per lasciare l’ufficio, quando Lehl aggiunse …

“Vuole che le assegni un partner?”

Jake si voltò e guardò Lehl. In qualche modo, non si aspettava una simile domanda.

“Non ne ho bisogno” Jake disse. “Ma mi servirà una squadra della scientifica. La polizia nel West Virginia rurale non saprà come studiare bene la scena.”

Lehl annuì e disse: “Formerò una squadra immediatamente. Volerà con lei fin lì.”

Appena Jake mise piede fuori dalla porta, Lehl aggiunse …

“Agente Crivaro, prima o poi avrà bisogno di un altro partner stabile.”

Jake alzò goffamente le spalle e disse: “Se lo dice lei, signore.”

Con l’accenno di un brontolio nella voce, Lehl aggiunse: “Lo dico. E’ ora che impari ad essere gentile con gli altri.”

Jake lo guardò con sorpresa. Era raro per il taciturno Erik Lehl dire qualcosa che fosse minimamente pungente.

Credo che dica sul serio, Jake comprese.

Senza aggiungere altro, Jake lasciò l’ufficio e attraversò l’edificio. Mentre camminava a passo svelto, pensava alla parole di Lehl relative al fatto che avesse bisogno di un nuovo partner. Jake era ben noto per essere duro nel lavoro sul campo. Ma non pensava davvero di aver mai reso la vita difficile a qualcuno, a meno che non lo meritasse.

Il suo ultimo partner stabile, Gus Bollinger, l’aveva certamente meritato. Era stato licenziato per aver sparso impronte su una prova fondamentale nel caso del cosiddetto “Killer dei Fiammiferi”. Di conseguenza, il caso era finito nell’archivio dei casi irrisolti, e c’erano poche cose che Jake odiava più dei casi irrisolti.

Nel caso del Killer Pagliaccio, Jake aveva lavorato con un agente di Washington DC. di nome Mark McCune. Quest’ultimo non era stato pessimo quanto Bollinger, ma aveva commesso degli stupidi errori ed aveva un’opinione troppo elevata di sé per i gusti di Jake. Jake era contento che la loro collaborazione si fosse limitata a quel solo caso, e che McCune fosse rimasto a Washington DC.

Appena mise il piede sull’asfalto dove l’elicottero aspettava, pensò a qualcun altro con cui aveva lavorato recentemente …

Riley Sweeney.

Era rimasto colpito da lei, sin da quando, da studentessa di psicologia, l’aveva aiutato a risolvere un caso seriale alla Lanton University. Quando si era laureata, aveva agito dietro le quinte e suscitato l’ira di alcuni colleghi per farla entrare nel Programma d’Internato. Per un verso facendo forza a se stesso, l’aveva reclutata per aiutarlo a risolvere il caso del Killer Pagliaccio.

Lei aveva svolto davvero un lavoro brillante ma aveva anche commesso errori piuttosto gravi. Era anche molto incline a disobbedire agli ordini, ma lui aveva conosciuto ben pochi agenti esperti dotati di potenti intuizioni come le sue.

Uno di questi era lui.

Mentre passava sotto le eliche già in movimento ed entrava nell’elicottero, vide i quattro membri della squadra della scientifica far capolino sulla pista. Non appena furono a bordo, il velivolo decollò.

Gli sembrò sciocco pensare a Riley Sweeney adesso. Quantico era una base enorme, e, sebbene lei fosse all’Accademia dell’FBI, era improbabile un incontro.

Jake aprì il fascicolo per leggere il rapporto della polizia.

*

Poco dopo aver oltrepassato gli Appalachi, l’elicottero iniziò a sorvolare pascoli ondeggianti occupati dai capi di Black Angus. Quando il velivolo scese verso terra, Jake notò il punto in cui i veicoli della polizia avevano sbarrato un tratto di strada sterrata, per allontanare i curiosi dalla scena del crimine.

L’elicottero atterrò su un pascolo erboso. Jake e la squadra della scientifica uscirono dal velivolo, e si diressero verso un piccolo gruppo di persone in uniforme, ferme accanto a veicoli con la livrea della polizia.

I poliziotti e la squadra del coroner erano posizionati su entrambi i lati della recinzione di filo spinato, che si estendeva lungo la strada ai margini del pascolo. Jake vide ciò che sembrava un grande bozzolo di filo spinato appesa da un paletto della recinzione.

Un uomo basso e robusto, che doveva avere circa la stessa altezza ed il medesimo peso di Jake, si fece avanti e lo accolse.

“Sono Graham Messenger, il capo della polizia di Dighton” disse, stringendosi la mano con Jake. “Abbiamo avuto un paio di incidenti davvero orrendi, almeno per noi. Lasci che le mostri.”

Il capo fece strada fino ad un paletto della recinzione; qui uno strano bozzolo pendeva da un paletto, avvolto con nastro adesivo e filo spinto. Ancora una volta, Jake riuscì a scovare un volto e mani che indicavano che quella matassa era in realtà un essere umano.

Messenger disse: “Immagino che già sappia di Alice Gibson, la vittima precedente vicino a Hyland. Sembra davvero che si sia ripetuta di nuovo la stessa dannata cosa. Stavolta, la vittima è Hope Nelson.”

Crivaro disse: “Ne è stata denunciata la scomparsa prima che il corpo fosse trovato?”

“Sì, temo di sì” Messenger rispose, facendo un cenno verso un uomo di mezza età dallo sguardo scioccato, fermo accanto ad uno dei veicoli. “Hope era la moglie di Mason Nelson, che è laggiù, il sindaco della città. Lavorava nel loro emporio agrario ieri sera, ma non è tornata a casa come Mason si aspettava. Mi ha chiamato nel bel mezzo della notte per parlarmene, sembrava piuttosto agitato.”

Il capo della polizia alzò le spalle, con espressione colpevole.

“Beh, sono abituato a persone che spariscono nel nulla, per poi riapparire. Ho detto a Mason di aspettare fino ad oggi, pensando che sarebbe tornata. Non ne avevo idea …”

La voce di Messenger si bloccò. Poi, sospirò, scosse il capo ed aggiunse …

“I Nelson possiedono molte proprietà a Dighton. Sono sempre state persone buone e rispettabili. La povera Hope non lo meritava. Ma, poi, mi dico che nessuno lo meriterebbe.”

Un altro uomo si avvicinò a loro. Aveva un viso allungato, segnato dall’età, capelli bianchi e baffi folti e all’antica. Il Capo Messenger lo presentò come Hamish Cross, capo coroner della contea.

Cross si presentò, masticando tabacco; sembrava rilassato, quasi incuriosito da quanto stava accadendo e chiese a Jake: “Ha mai visto una cosa del genere?”

Jake non rispose. La risposta, naturalmente, era no.

Si chinò accanto a quella sorta di bozzolo e lo esaminò attentamente.

Poi si rivolse a Cross: “Presumo che lei abbia lavorato al caso del precedente omicidio.”

Cross annuì, chinandosi accanto a Jake, sempre continuando a masticare il tabacco che aveva in bocca.

“E’ così” Cross confermò. “E questo è pressoché identico. Non è morta qui, questo è certo. E’ stata rapita, legata con nastro adesivo e poi con del filo spinato, ed è morta lentamente, dissanguata. Oppure è morta prima soffocata. Legata stretta in quel modo, poteva a malapena a respirare. Tutto questo è successo altrove, non c’è alcuna traccia di sangue qui.”

Jake vide che il volto e le mani erano bianche quasi quanto un foglio di carta, e luccicavano come porcellana alla luce del sole della tarda mattinata. Il fatto era che la donna non sembrava affatto reale agli occhi di Jake, ma assomigliava piuttosto ad una sorta di scultura malata e grottesca.

Alcune mosche si erano radunate intorno al corpo. Continuavano ad appoggiarvici sopra, a camminarci intorno per poi spiccare di nuovo il volo. Sembrava che non sapessero che cosa fare di quel misterioso oggetto.

Jake si alzò in piedi e chiese al Capo Messenger: “Chi ha trovato il corpo?”

Come se fosse una risposta, Jake sentì una voce maschile gridare …

“Che cosa diavolo succede qui? Quanto ancora ci vorrà?”

Jake si voltò e vide un uomo con i capelli lunghi, e una barba incolta dirigersi verso di loro. Sembrava davvero furioso, e la sua voce era scossa ed acuta.

Gridò: “Quando diavolo porterete questa … questa cosa via? Questo è un enorme inconveniente. Ho dovuto tenere il mio bestiame in un pascolo ormai esaurito per tutto questo. Ho molto lavoro da fare oggi. Quanto ci vorrà ancora?”

Jake, rivolto ad Hamish Cross, disse tranquillamente …

“Potete portare via il corpo quando volete, ormai.”

Cross annuì e diede indicazioni alla sua squadra. Poi, prese da parte l’uomo infuriato, parlandogli con tono tranquillo, riuscendo - apparentemente - a tranquillizzarlo.

Il Capo Messenger spiegò a Jake …

“Guy Dafoe è il proprietario di quest’area. E’ un agricoltore biologico, il nostro hippie locale, direi che potreste chiamarlo. E’ stato via per molto tempo. A quanto sembra, questa zona è buona per allevare bovini con pascoli biologici. La produzione biologica è stata un vero sostegno per l’economia locale.”

Il cellulare del capo squillò e l’uomo rispose. Ascoltò per un momento, poi si rivolse a Jake …

“E’ Dave Tallhamer, lo sceriffo di Hyland. Forse ha sentito dire che c’è un sospettato in custodia per il primo omicidio, Philip Cardin. E’ l’ex-marito della vittima, ed è un cattivo soggetto che non aveva un alibi allora. Tallhamer pensava di averlo colto in flagrante. Ma immagino che questo nuovo omicidio cambi le cose, vero? Dave vuole sapere se è il caso di lasciare andare quell’uomo.”

Jake rifletté per un momento, poi disse …

“Non finché avrò avuto la possibilità di parlargli.”

Il Capo Messenger strizzò gli occhi, incuriosito, poi disse: “Uh, il fatto che fosse rinchiuso in una cella quando questa donna è stata uccisa non lo mette fuori dai giochi?”

Jake soppresse un sospiro d’impazienza.

Ripeté semplicemente: “Voglio parlare con lui.”

Messenger annuì e tornò al telefono con lo sceriffo.

Jake non intendeva fornire alcuna spiegazione al momento. La verità era che non sapeva nulla di quel sospettato in custodia, e neppure del motivo per cui fosse un sospettato. Per quanto ne sapeva, Philip Cardin avrebbe potuto un complice che aveva commesso quel nuovo omicidio, oppure …

Solo Dio sa che cosa potrebbe accadere.

A quel punto di un’indagine, c’erano sempre mille domande e nessuna risposta. Jake sperava che questo cambiasse il più presto possibile.

Mentre Messenger era ancora impegnato nella telefonata, Jake raggiunse il marito della vittima, appoggiato ad un’auto della polizia, lo sguardo fisso nel vuoto.

Jake si presentò: “Signor Nelson, mi dispiace molto per la sua perdita. Sono l’Agente Speciale Jake Crivaro, e sono qui per aiutare a consegnare l’assassino di sua moglie alla giustizia.”

Nelson annuì appena, come se quasi non si fosse accorto della presenza dell’agente.

Jake disse con voce ferma: “Signor Nelson, ha idea di chi possa aver fatto questo? O del perché?”

Nelson lo guardò con un’espressione disorientata.

“Che cosa?” domandò. Poi, ripeté: “No, no, no.”

Jake sapeva che sarebbe stato inutile continuare a fargli delle domande, almeno in quel momento. Era chiaramente in un profondo stato di shock. E certo non doveva essere una sorpresa. Non solo sua moglie era morta, ma il modo in cui era avvenuto poteva definirsi particolarmente grottesco.

Jake tornò sulla scena del crimine, dove la squadra della scientifica era già impegnata nel lavoro.

Si guardò intorno, notando quanto quel posto sembrasse isolato. Almeno, non c’era una folla di curiosi nei paraggi …

E finora nessuna traccia di giornalisti.

Improvvisamente, sentì il suono di un altro elicottero. Si guardò intorno e vide che un elicottero del notiziario stava per atterrare sul prato.

Jake sospirò profondamente e pensò …

Questo caso si prospetta tosto.

CAPITOLO SEI

Riley fu colta da un profondo senso di aspettativa, quando lo speaker si posizionò di fronte alle circa 200 reclute. Sembrava che l’uomo appartenesse ad un’epoca diversa, con i suoi sottili risvolti, la sua esile cravatta nera ed i capelli rasati. A Riley rammentava le foto degli astronauti degli anni ’60.

Lo vide sfogliare degli appunti e poi rivolgere lo sguardo al pubblico; Riley rimase in attesa delle sue parole.

Il Direttore dell’Accademia, Lane Swanson, esordì come si era aspettata …

“So che avete tutti lavorato sodo per prepararvi a questo giorno.”

Aggiunse con un mezzo sorriso …

“Beh, lasciate che ve lo dica subito, non siete preparati. Nessuno di voi.”

Un sonoro sospiro riecheggiò in tutto l’auditorium, e Swanson fece una pausa, per lasciare che tutti i presenti assorbissero le sue parole.

Poi, proseguì: “Questo programma di 20 settimane è diretto a prepararvi per il lavoro nel Federal Bureau of Investigation. E parte di questa preparazione consiste nell’imparare a riconoscere i limiti della preparazione stessa, come affrontare l’inaspettato, ed imparare a pensare rapidamente. Dovete sempre ricordare che l’Accademia dell’FBI è chiamata il “West Point delle Forze dell’Ordine” con buona ragione. I nostri standard sono alti. Non tutti riusciranno a rispettarli. Ma quelli che lo faranno saranno preparati al massimo per i compiti che li attendono.”

Riley ascoltava incantata, mentre Swanson parlava degli standard della sicurezza, dello spirito di squadra, dell’allineamento, della responsabilità e della disciplina dell’Accademia. Poi, proseguì, parlando del duro corso di studi: esami che spaziavano dalla legge e dall’etica all’interrogatorio ed alla raccolta di prove.

Riley era sempre più ansiosa ad ogni parola, mentre la verità emergeva in lei …

Non sono più una specializzanda del programma estivo.

Il programma estivo sembrava una sorta di campeggio estivo rispetto a quello che ora stava affrontando.

Era fuori dalla sua portata?

Questa era una cattiva idea?

Innanzitutto, si sentiva una ragazzina, osservando tutte le altre reclute sedute intorno a lei. Pochi lì avevano la sua età. Deduceva dai loro volti che quasi tutti avevano molta esperienza, e alcuni considerevolmente di più. Molti avevano più di 23 anni, e sembrava che altri invece quasi toccassero la massima età richiesta per il reclutamento, 37 anni.

Sapeva che provenivano da ogni sorta di ambiente e formazione lavorativa. Molti erano stati agenti di polizia, e molti altri avevano servito nell’esercito. Altri, invece, erano stati insegnanti, avvocati, scienziati, uomini d’affari, e avevano avuto molte altre occupazioni una volta o l’altra. Ma tutti erano accomunati da un’unica cosa: un forte impegno a passare il resto della loro vita a servire nelle forze dell’ordine.

Erano solo in pochi ad essere usciti dal programma estivo. John Welch, che era seduto ad un paio di file davanti a lei, era uno di loro. Come Riley, era stato esonerato dalla regola secondo cui tutte le reclute dovevano avere almeno tre anni di esperienza a tempo pieno nelle forze dell’ordine, per poter accedere all’Accademia.

Swanson terminò il suo discorso …

“Aspetto di stringere le mani di quelli di voi che riusciranno a diplomarsi qui a Quantico. Quel giorno, presterete giuramento sotto la guida del Direttore dell’FBI in persona, Bill Cormack. Buona fortuna a tutti voi.”

Poi aggiunse con un sorrisetto severo: “ E ora, al lavoro!”

Un istruttore prese il posto di Swanson sul podio e cominciò a chiamare i nomi di ciascuna recluta: erano chiamati “NAT”, ossia “New Agents in Training” (vale a dire: Nuovi Agenti in Addestramento). Man mano che i NAT rispondevano ai loro nomi, l’istruttore li divise in gruppi più piccoli, che avrebbero seguito le lezioni insieme.

Mentre aspettava affannosamente che il suo nome fosse chiamato, Riley ricordò quanto noiose fossero state le cose, quando era arrivata lì il giorno prima. Dopo essersi registrata, aveva fatto una fila dopo l’altra, compilato moduli, acquistato un’uniforme, e le era stata assegnata una camera nel dormitorio.

Oggi invece si stava dimostrando una giornata molto diversa.

Ebbe una fitta, quando sentì che il nome di John Welch veniva chiamato per essere assegnato ad un gruppo per cui lei non era stata scelta. Pensava che avrebbe potuto essere d’aiuto avere un amico a cui fare affidamento e con cui sfogarsi durante le dure settimane a venire. D’altro canto, pensò…

Forse va bene così.

Dati i suoi sentimenti in qualche modo confusi nei confronti di John, la sua presenza avrebbe potuto essere una forma di distrazione.

Riley fu contenta quando si ritrovò nello stesso gruppo di Francine Dow, la coinquilina a cui era stata assegnata il giorno prima. Frankie, come preferiva essere chiamata, era più grande di Riley, forse aveva quasi 30 anni, era un’allegra rossa, i cui lineamenti suggerivano che avesse già avuto una vita molto piena.

Riley e Frankie non erano riuscite a conoscersi fino ad allora. Il giorno prima avevano avuto solo il tempo di svuotare le valigie e sistemarsi nella loro piccola camera del dormitorio, poi avevano preso strade diverse per andare a colazione.

Infine, il gruppo di NAT di Riley fu convocato nella sala dall’Agente Marty Glick, l’istruttore assegnato. Sembrava che Glick avesse sui trent’anni. Era alto, aveva la muscolatura di un giocatore di football e sfoggiava un’espressione seria e severa.

Si rivolse al gruppo …

“Vi aspetta una grande giornata. Ma, prima di cominciare, vorrei mostrarvi qualcosa.”

Glick li condusse all’atrio dell’entrata principale, una stanza enorme con un sigillo dell’FBI al centro del pavimento in marmo; un enorme distintivo in bronzo era rappresentato su una parete, sormontato da una fascia nera. Riley era passata da lì quando era arrivata, e sapeva che si trattava della Sala dell’Onore. Si trattava di un luogo solenne, dove venivano commemorati gli Agenti dell’FBI caduti.

Glick li guidò verso una parete, su cui erano affissi due serie di ritratti e nomi. In mezzo c’era una placca incorniciata che recitava …

Diplomati all’Accademia Nazionale

che sono caduti nell’adempimento del proprio dovere

come risultato diretto di un’azione

Si sentirono piccoli sussulti dal gruppo, mentre osservavano quel monumento sacro. Glick non disse nulla per il momento, lasciando che l’impatto emotivo suscitato dall’esposizione si manifestasse.

Infine, disse, quasi sussurrando …

“Non deludeteli.”

Mentre il gruppo dei NAT si allontanava per iniziare le proprie attività della giornata, Riley guardò alle sue spalle, in direzione dei ritratti sulla parete. Non riuscì a fare a meno di chiedersi …

Anche la mia foto sarà lì un giorno?

Naturalmente, non c’era modo di saperlo. Tutto ciò che sapeva era che i giorni a venire avrebbero portato ostacoli che non aveva mai affrontato in vita sua. Si sentiva quasi soffocata da un nuovo senso di responsabilità nei confronti di quegli agenti caduti.

Non posso deluderli, pensò.

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