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CAPITOLO QUATTRO

Riley non poteva fare a meno di chiedersi …

Lui è matto o cosa?

L’Agente Crivaro le aveva a malapena rivolto la parola, mentre guidava da Quantico, dirigendosi all’Aeroporto Reagan.

Ma perché …?

Sapeva che Crivaro poteva essere burbero, impaziente e arrabbiato ogni volta che lei commetteva errori o disobbediva agli ordini, il che, purtroppo, era accaduto fin troppo spesso. Ma che cosa poteva aver fatto di sbagliato nel breve lasso di tempo che avevano passato insieme stamattina?

Lui l’aveva appena trascinata fuori dagli uffici del BAU senza molte spiegazioni; non aveva avuto neppure il tempo di fermarsi a fare una telefonata privata a Ryan. Naturalmente, ora Ryan era furioso con lei, e - doveva ammetterlo - non senza ragione.

Ma quale poteva essere il problema con l’Agente Crivaro?

Forse non ha nulla a che fare con me, pensò ingenuamente.

Forse qualcosa di personale lo preoccupava.

In ogni caso, Riley sentiva che non sarebbe stata una buona idea chiederglielo.

Restò seduta in auto in silenzio, provando a concentrarsi sulle cose più incredibili di quel giorno: era un’agente dell’FBI, era su un caso e come partner aveva uno degli agenti più rispettati nel BAU.

Quando giunsero all’aeroporto, Crivaro si precipitò verso i banchi del check-in. Riley dovette sforzarsi per tenere il passo, mentre correvano praticamente fino al gate.

Ormai senza fiato per aver attraversato di corsa tutta la hall, arrivarono lì giusto in tempo per l’ultima chiamata dei passeggeri sul loro volo. Riley ricordò come Crivaro avesse guardato l’orologio, quando era arrivata nel suo ufficio, e avesse brontolato …

“Era ora che arrivassi.”

Solo in quel momento Riley capì la ragione dell’agitazione di Crivaro riguardo al arrivo. Se si fossero presentati al gate solo un paio di minuti più tardi, avrebbero perso il volo.

Riley avrebbe voluto ricevere qualche spiegazione invece di essere costretta a seguirlo senza fare domande.

Crivaro le aveva detto che aveva problemi a lavorare con un partner. Perciò, ora che era una partner e non solo un’apprendista, che cosa avrebbe fatto?

Riley si disse che Crivaro doveva aver pianificato frettolosamente questo viaggio. Probabilmente, lo aveva deciso solo all’ultimo momento.

Deve trattarsi di una cosa davvero urgente, pensò con un lieve brivido di eccitazione.

Dopo l’imbarco, Crivaro sedette accanto a un finestrino e guardò fuori, osservando il paesaggio mentre l’aereo decollava. Seduta accanto a lui, Riley si stava ancora chiedendo che cosa avesse in mente e perché avesse avuto una tale fretta. Quando l’aereo raggiunse l’altitudine di crociera, Crivaro inclinò il sedile e continuò a guardare fuori dal finestrino. La luce sul suo volto rivelò rughe causate da anni di casi difficili.

Riley era sicura che, di qualunque cosa si trattasse, avrebbe avuto l’occasione di imparare molto sull’analisi del comportamento criminale. Quando aveva lavorato con lui in precedenza, era stata strappata via da quella che avrebbe dovuto essere la sua normale routine: college, internato, addestramento in Accademia. Ora che era stata davvero assegnata ad un caso, avrebbe avuto più tempo per capire che cosa stava succedendo.

Ma quando avrebbe scoperto di che cosa si trattava? Sicuramente aveva ancora più diritto ad informazioni ora.

Infine, trovò il coraggio per chiedergli …

“Uh, mi dirà qualcosa sul caso a cui lavoreremo?”

Le labbra di Crivaro si curvarono leggermente. Sembrava incerto sulla risposta da dare a quella domanda.

Poi disse: “Forse, solo forse, abbiamo un serial killer da catturare.”

A Riley parve di cogliere qualcosa di più che un lieve scetticismo nella sua voce, come se non credesse alle sue stesse parole.

Crivaro fece una pausa, poi proseguì: “Circa un anno fa, il corpo di una giovane donna è stato trovato su un sentiero escursionistico a Dyson Park in Colorado. Ieri il corpo di un’altra donna è stato trovato su un altro sentiero escursionistico in Arizona. E’ morta in … beh, simili circostanze. Stiamo andando in Arizona a verificare e vedere se esiste davvero qualche collegamento.”

Crivaro riprese a guardare fuori dal finestrino, come se non ci fosse altro da aggiungere.

“C’è altro?” Riley chiese.

“Direi di no” Crivaro rispose, continuando a guardare fuori dal finestrino.

Riley si sentiva davvero confusa ora. Questo poteva essere il suo primo giorno di lavoro, ma sapeva perfettamente che Crivaro doveva sapere più di quanto le stesse dicendo. In effetti, avrebbe dovuto avere un fascicolo pieno di materiali da mostrarle, per aggiornarla sui fatti. Avrebbero dovuto leggerli attentamente, approfittando del tempo di volo.

Chiese: “Quali erano i nomi delle vittime?”

Crivaro alzò leggermente le spalle. “Non ricordo il nome della vittima in Colorado. Nessuno mi ha detto il nome di quella in Arizona.”

Riley non riusciva a credere alle proprie orecchie.

Che cosa intende dire, nessuno gliel’ha detto?

Che cosa intende dire, che non lo ricorda?

Si sta dimostrando riservato, o … ?

Riley sgranò gli occhi, quando ebbe un forte presentimento su che cosa stesse succedendo.

Domandò a Crivaro …

“Questo non è un caso ufficiale del BAU, giusto?”

Crivaro rispose con un lieve ringhio: “Non importa.”

Riley si infuriò. “Penso che importi, Agente Crivaro. Questo è il mio primo giorno come agente del BAU. Che cosa ci faccio qui? Penso di avere il diritto di sapere più di quanto lei mi stia dicendo.”

Crivaro scosse la testa e roteò gli occhi.

“Riley Sweeney, uno di questi giorni quel tuo istinto ti metterà in guai seri.”

Poi, si voltò verso di lei, rimanendo fermo sul suo sedile. Tenendo la voce bassa, l’uomo iniziò a spiegare.

“Ascolta, stamattina presto ho ricevuto una chiamata da un vecchio amico. Si chiama Harry Carnes. Era un poliziotto di LA, e abbiamo lavorato insieme ad un caso lì. Lui è andato in pensione e si è trasferito in Colorado. Un anno fa, una donna è stata uccisa vicino a casa sua, la prima delle due donne che ho appena menzionato. Ha provato ad aiutare la polizia locale, ma non hanno mai risolto il caso.”

“E?” Riley chiese.

“E, Harry e sua moglie stanno viaggiando per il sudovest questo inverno; ha sentito di questo nuovo omicidio in Arizona e ha pensato che potesse esserci un collegamento con quanto accaduto in Colorado. Così, mi ha chiamato chiedendomi di andare a controllare.”

Riley si sentiva sempre più perplessa.

“Omicidi identici” osservò. “Allora perché questo non è un caso dell’FBI?”

Crivaro scosse la testa e rispose: “Non sono passato per i canali ufficiali. Non mi sembra un caso in cui l’FBI possa essere coinvolta. Non so nemmeno quanto si assomiglino, e alcuni dettagli non sono affatto così insoliti a dire il vero. In realtà, sospetto che, probabilmente, non ci sia alcun collegamento tra i due omicidi.”

Riley strizzò forte gli occhi, guardando Crivaro e disse …

“Perciò, mi sta dicendo che sta andando fino in Arizona solo per fare un favore a un suo vecchio amico.”

“Esatto” Crivaro rispose.

Riley faticò a trovare un senso in quanto stava sentendo.

Poi aggiunse: “Perché mi sta trascinando con sé?”

“Sei la mia partner” Crivaro rispose.

“Ma questo non è neanche un vero caso!”

Crivaro alzò le spalle. “Questo non lo sappiamo. Forse scopriremo che Harry ha ragione e che i due omicidi sono collegati, e avremo un vero serial killer da fermare. Se è così, finirà col diventare un caso del BAU. Non credo che vorresti perdertelo, vero? Ad ogni modo, pensavo …beh, pensavo che forse potrebbe essere una buona possibilità per noi due, sai, per abituarci l’uno all’altra.”

Riley quasi rispose d’impulso …

Abbiamo già lavorato insieme a tre casi di omicidio!

Ma si disse che c’era stato parecchio attrito tra loro durante quei primi casi. E allora, lei non era ancora un’agente.

Forse l’Agente Crivaro aveva ragione.

Forse avevano bisogno di un po’ di tempo per abituarsi a lavorare insieme nei loro nuovi ruoli. Ma questo caso non ufficiale e, forse, persino non esistente era davvero il modo per farlo?

Domandò: “Chi paga per il viaggio, comunque?”

“Io, OK?” Crivaro grugnì. “Naturalmente, potranno rimborsarmi se finirà col diventare un vero caso.”

Riley aggiunse: “Quindi, mi sta dicendo, che cosa? Che stiamo andando in una sorta di vacanza insieme?”

Crivaro sogghignò goffamente. “Ehi, il tempo in Arizona in questo periodo dell’anno è certamente molto più bello di quello che c’è in Virginia. Non disturbarti a ringraziarmi per un cambio di paesaggio.”

“Non penso che sia divertente” Riley replicò, provando a non mostrare la sua irritazione. “Avrebbe almeno potuto dirmi fin dall’inizio le sue intenzioni.”

Crivaro rispose sulla difensiva: “Beh, è stata una decisione improvvisa. E non avresti avuto del lavoro da fare a Quantico durante la mia assenza. Potevi benissimo venire con me, almeno provando a fare qualcosa. Indagheremo mentre saremo lì. Potrebbe rivelarsi persino una buona esperienza di apprendimento per te. Perciò, qual è il problema?”

“Le dico io qual è il problema” Riley disse. “Ho un fidanzato a casa che è infastidito per la mia partenza improvvisa. Pensa che sarà meno arrabbiato di sapere che non sto nemmeno lavorando ad un vero caso?”

Crivaro sospirò colpevolmente. “E glielo dirai?”

Riley era stupita. Non aveva nemmeno considerato di non dire a Ryan di tutte le sue attività mentre era lontana da lui.

“Naturalmente” scattò.

“Mi spiace per questo” Crivaro rispose. “Immagino che tu abbia ragione, avrei dovuto prima chiedertelo.”

“Sì, penso di sì.”

Crivaro le rivalse uno sguardo compassionevole e disse: “Ascolta, se vuoi tenerti fuori da tutta questa storia, lo capisco. Quando arriveremo a Phoenix, puoi prendere il primo volo di ritorno, se vuoi. Ti pagherò anche il biglietto. E’ proprio questo che vuoi?”

Riley si sentì nuovamente stupita dalla sua offerta; non sapeva che cosa dire.

Non devo seguirlo? si chiese.

Per un momento, la scelta sembrava ovvia. Crivaro non aveva alcun motivo di trascinarla in giro per il paese in questa inutile impresa. E tornare direttamente a casa sarebbe stato un buon modo per riappacificarsi con Ryan, specialmente se si fosse concessa un altro giorno o due prima di cominciare davvero a lavorare a Quantico. Poteva essere proprio quello di cui lei e Ryan avevano bisogno.

Poi, ricordò rapidamente la rabbia nella voce di Ryan, quando le aveva chiesto al telefono …

“Che ne è della mia auto? Per quanto tempo dovrò farne a meno?”

Riley soffocò un ringhio di irritazione.

Quella dannata auto, pensò.

A Ryan importava più non avere quell’auto a disposizione che il non aver Riley lì.

Questo la infastidiva davvero.

Improvvisamente, Riley non se la sentì di riappacificarsi con Ryan. E per quanto riguardava Crivaro …

Beh, almeno lui sta dimostrando dell’interesse nei miei confronti.

Inoltre, Crivaro aveva ragione su una cosa. Avrebbero sicuramente indagato un po’, anche solo per scoprire che non c’era nulla su cui indagare. Si sarebbe potuta rivelare una bella esperienza dopotutto. Avrebbe persino potuto imparare qualcosa.

Infine, Riley disse: “D’ACCORDO. Resto con lei.”

Gli occhi di Crivaro s’illuminarono.

“Sei sicura?” le chiese.

Riley fece un sorrisetto e disse: “La informerò, se cambierò idea.”

Crivaro le rivolse un grosso sorriso. “Beh, l’offerta resta valida, se vuoi starmi alla larga. Almeno, per quanto riguarda questo viaggio. Quando inizieremo a lavorare insieme ai casi in maniera ufficiale, sarai incastrata con me.”

“Lo terrò in mente” Riley replicò.

Crivaro si appoggiò allo schienale del sedile e chiuse gli occhi, con l’apparente intenzione di fare un pisolino.

Riley prese una rivista dell’aereo dalla tasca del sedile di fronte a lei, e iniziò a sfogliarla.

Si trovò a rimuginare su quanto aveva appena fatto.

Ho scelto il lavoro rispetto a Ryan.

E, con sua sorpresa, la cosa la faceva sentire bene.

Che cosa dice questo su di me? si chiese. E sul nostro futuro?

Poi, la sua mente tornò a interrogarsi sul presente.

Arizona.

Non ne sapeva davvero alcunché.

Aveva passato quasi tutta la vita sulla verdi colline della Virginia. Che cosa poteva avere in serbo per lei una parte del paese così differente?

CAPITOLO CINQUE

Quando l’aereo atterrò a Phoenix, Riley e Crivaro presero le loro valigie dalle cappelliere e imboccarono il ponte di sbarco che conduceva all’interno del terminal. Circa venti persone erano in attesa dei passeggeri dal loro volo, ma non c’era modo di sapere chi fosse lì ad accoglierli.

Un uomo robusto, apparentemente cordiale e con una faccia rubiconda, salutò energicamente Crivaro. Riley immaginò trattarsi di Harry Carnes. La donna ugualmente robusta che era accanto a lui con le braccia conserte e un volto corrucciato doveva essere la moglie di Harry, e non sembrava felice al momento.

L’uomo accolse Crivaro con un grande abbraccio, e Crivaro presentò Riley alla coppia. Il nome della moglie era Jillian. Riley immaginò che avessero circa l’età dell’Agente Crivaro o forse solo qualche anno in più.

Per un momento, si stupì al vedere che entrambi indossavano t-shirt, pantaloncini di jeans e sandali. Lei e Crivaro avevano ancora le loro giacche e gli abiti adatti ad un clima freddo.

“Valigia?” Harry chiese, osservando come erano vestiti.

“No, solo questa” Jake rispose, sollevando la sua valigia.

Harry rise e disse: “Beh, c’è qualcosa di cui potrai occuparti abbastanza presto.”

Lei ricordò quello che Crivaro aveva detto durante il volo.

“Il tempo in Arizona quest’anno è di certo molto più bello di quanto non lo sia in Virginia.”

Lei non era decisamente preparata a quel clima. Avevano avuto così tanta fretta di partire, che non aveva pensato a portare con sé un guardaroba diverso. Si chiese se avrebbe dovuto comprare dei nuovi vestiti per sé. Di certo, il suo budget non era molto esteso.

Forse non importerà, pensò. Se fossero tornati presto a Quantico, probabilmente se la sarebbe cavata con quello che si era portata.

Harry li guidò fino alla più vicina zona ristorazione, dove si sedettero ad un tavolo e ordinarono dei panini per il pranzo.

Crivaro disse ad Harry: “Eccomi qua. Ora dimmi tutto ciò che sai.”

Harry alzò le spalle. “Non ne so molto ad eccezione di quello che ti ho detto al telefono. Una donna è stata trovata morta ieri su un sentiero escursionistico vicino a Tunsboro, una cittadina a nord di qui. Si chiamava Brett Parma. Quando l’ho sentito al telegiornale, mi sono incuriosito e ho chiamato il capo della polizia di Tunsboro. Ho avuto difficoltà a farlo parlare, ma sono riuscito a cavargli qualcosa. Ha menzionato gli squarci sulle braccia della donna, e ha aggiunto che è stata dissanguata a morte da qualche parte, prima che il corpo venisse ritrovato sul sentiero. Poi, mi ha essenzialmente detto di stare lontano dalle sue indagini.”

“Il che è quello che faremo” Jillian commentò.

Harry si allungò dall’altra parte del tavolo verso Crivaro. “Jake, questo mi ha fatto provare una stranissima sensazione. E’ stato come rivivere il caso dell’omicidio di Erin Gibney di un anno fa. Ho iniziato a rivedere come avevo provato ad aiutare la polizia di Gladwin a risolvere il caso, e al modo in cui abbiamo fallito.”

Harry abbassò gli occhi e borbottò: “Non siamo mai riusciti a scoprire il colpevole.”

Jillian sospirò tristemente e disse a Crivaro: “Harry si sente davvero in colpa per tutta la faccenda. Dice che, se avesse risolto quel caso in Colorado, forse questo nuovo omicidio nn ci sarebbe mai stato. Naturalmente, è ridicolo. Jake, puoi farlo ragionare? Digli che non ha alcun motivo di sentirsi in quel modo.”

Crivaro rivolse uno sguardo compassionevole ad Harry.

Poi intervenne “Jillian ha ragione. Non puoi tormentarti in questo modo. Anche se ci fosse un collegamento tra i due omicidi …”

Harry interruppe: “Jake, c’è un collegamento. Me lo sento fin nelle ossa.”

Riley notò lo scetticismo disegnarsi sul volto di Crivaro.

“Harry, ho lavorato a molti più casi di omicidio di te” Crivaro rispose. “So com’è sentirsi responsabili per quelle morti, per non essere riusciti a prendere un killer. Ma non puoi lasciare che ciò abbia la meglio su di te.”

Si protese in avanti e appoggiò una mano sul braccio dell’amico.

“Tu non hai ucciso nessuno, Harry. Non ne sei responsabile. Non è colpa tua. Senti quello che sto dicendo?”

Harry tirò un lungo e amaro sospiro, poi disse a Jake e Riley: “Beh, sono stato un poliziotto abbastanza a lungo da saperlo. Non li risolviamo mai tutti. Ma sono anche stato là fuori abbastanza a lungo per capire quando il mio istinto da poliziotto non si sbaglia. Questo, quest’ultimo omicidio, mi preoccupa davvero.”

Posò il suo panino, non finito, sul piatto e lo allontanò da sé.

“Mi fa piacere che voi due siate venuti qui a verificare le cose” continuò. “Questo mi fa sentire davvero molto meglio. Finite i vostri panini e vi accompagnerò a Tunsboro.”

Jillian gli diede un colpetto su un braccio e disse quasi sussurrando: “Un attimo, Harry. Non accompagnerai nessuno da nessuna parte. Dobbiamo tornare al parcheggio.”

Harry rivolse uno sguardo supplichevole alla moglie.

“Dai, tesoro” sussurrò in risposta. “Non abbiamo molta fretta. E Tunsboro è a poca distanza da qui.”

“Possono noleggiare un’auto” Jillian ribatté. “Ricordi, abbiamo un patto.”

Harry sembrava imbarazzato. Riley si chiese che cosa stesse accadendo tra loro due. Notò che anche Crivaro sembrava incerto su che cosa dire in quella situazione.

Infine, Jillian guardò duramente Jake e disse …

“Harry non si lascerà coinvolgere in questo, questo, di qualunque cosa si tratti. Ormai è in pensione. Siamo in vacanza. Non voglio che si agiti di nuovo come per l’omicidio di Erin Gibney. E’ stato davvero a pezzi, per mesi, per quella vicenda. Pensavo che ormai ce lo fossimo portato alle spalle.”

Harry annuì con riluttanza e si rivolse a Riley e Crivaro con un debole sorriso. “Beh, avete sentito le parole della signora. Mi tiene sotto stretto controllo. Vorrei poter lavorare con voi, ma non posso. Abbiamo un itinerario. Oggi siamo diretti a sud, al Coronado National Forest. Abbiamo una prenotazione al campeggio di Riggs Flat.”

“E non la cancelleremo” Jillian aggiunse bruscamente. “Per nessun motivo.”

Harry le strinse la mano e disse: “Certo che no, tesoro. Ma abbiamo abbastanza tempo per accompagnare questi due alla stazione di polizia di Tunsboro. Poi, potremo tornare al campeggio e dare un’occhiata lì. Questo è il minimo che possiamo fare per loro, dopo tutto il viaggio e il fastidio che hanno avuto.”

Jillian lanciò uno sguardo duro ad Harry. “OK, purché tu prometta di non cambiare idea durante il tragitto.”

Harry sollevò goffamente la sua mano destra.

“Lo prometto” disse, dandole un bacio veloce.

Jillian sorrise e sembrò rassicurata. Ma puntò il dito verso Crivaro, intimando …

“E non provare a persuaderlo a fare il contrario!”

“Non ci penso neanche” Crivaro rispose, sogghignando.

La coppia sembrava molto più rilassata. Harry riprese persino il suo panino e, mentre tutti continuavano a mangiare, intrattenne Riley e Crivaro con una piccola conversazione. Di tanto in tanto, Jillian aggiungeva dettagli o lo correggeva.

Harry e Jillian erano recentemente diventati nonni, e la loro figlia più giovane stava per sposarsi. Come al solito, in questo periodo dell’anno, il clima in Colorado era troppo freddo per i loro gusti. Allora, come facevano quasi sempre durante l’inverno, la coppia aveva equipaggiato il proprio camper e si era messa in viaggio verso le terre più calde del sud-ovest, dove passavano da un campeggio all’altro.

Harry mostrò orgogliosamente a Riley e Crivaro una foto del loro equipaggiamento da campeggio: una roulotte di notevoli dimensioni, trainata da un furgone bianco. Harry chiamava la loro creatura “la nostra casa lontana da casa.”

Durante la conversazione, Riley notò un’espressione pensierosa sul volto di Crivaro.

Si chiese …

Crivaro li invidia?

Riflettendo, le balzò agli occhi che Crivaro ed Harry sembravano avere la stessa età. Non aveva mai riflettuto sul possibile pensionamento di Crivaro. E lui ci pensava?

L’avrebbe preso in considerazione?

Sebbene Riley non sapesse molto del suo mentore, ricordava che era divorziato ed aveva un figlio, con cui non aveva alcun rapporto.

La vita di Crivaro non assomigliava affatto a quella di Harry e Jillian, con la loro famiglia unita e felice. Se aveva dei nipoti, non ne aveva mai fatto cenno a Riley. Le aveva detto che l’ex-moglie si era felicemente risposata, che suo figlio era diventato agente immobiliare, e …

“Sono perfettamente normali, proprio come persone regolari.”

Con una risata autoironica, aveva aggiunto …

“Forse la normalità non fa per me.”

Non per la prima volta, Riley pensò che Crivaro dovesse essere un uomo molto solo.

Se il suo lavoro era l’unica cosa che dava un senso alla sua vita, se sentiva di essere rimasto escluso da qualcosa, allora, naturalmente, questa coppia normale e felicemente in pensione doveva suscitargli malinconia.

La solitudine era una delle ragioni per cui l’aveva portata con sé in questo viaggio singolare?

C’erano stati dei momenti in cui Riley aveva considerato Crivaro come un vero padre, più dell’amareggiato ex-Marine che viveva da solo tra le montagne. Almeno, talvolta, la elogiava per l’aver concluso qualcosa di buono, il che era più di quanto il suo vero padre avesse mai fatto. Lei si chiese …

Pensa mai a me come una figlia?

Il gruppo terminò il pasto e si diresse fuori nell’area di parcheggio. Riley constatò con sollievo che il clima era davvero molto gradevole. Caldo, ma non soffocante o umido. Forse i vestiti che aveva con sé si sarebbero adattati.

Si era aspettata di vedere l’intero equipaggiamento da campeggio delle foto, ma in realtà si diressero semplicemente verso un furgone.

“Dov’è il camper?” Crivaro chiese.

“Questa è la bellezza del nostro equipaggiamento” Jillian rispose. “Possiamo scollegare la casa e lasciarla nel campeggio, mentre guidiamo in giro la nostra … um … auto estesa. Non è raffinato come alcuni, ma è molto pratico.”

Crivaro ed Harry si sedettero sui sedili anteriori, mentre Riley e Jillian occupavano gli ampi sedili posteriori.

Mentre usciva dall’aeroporto, Harry iniziò a intrattenere Crivaro con un’altra piccola chiacchierata: parlò delle strade che avevano preso per venire dal Colorado a sud e di dove intendevano andare dopo, raccontò dei posti che visitavano ogni inverno ed anche dei luoghi in cui avevano trovato dei buoni ristoranti lungo il tragitto. A Riley sembrava che parlasse fin troppo di cose futili ma Crivaro sembrava ascoltare piacevolmente, in apparenza per niente annoiato.

Riley smise di seguire la conversazione. Era felice del fatto che Jillian, seduta accanto a lei, non sembrasse intenzionata ad imitare il marito con parole al vento.

Improvvisamente, tuttavia, Riley si chiese se dovesse dirle qualcosa di simile, solo per essere gentile.

Mentre Harry s’immetteva sulla superstrada, dirigendosi verso nord, Jillian parlò. “Vedo che sei fidanzata.”

Riley si stupì per la frase, ma capì subito che Jillian stava guardando il suo anello di fidanzamento.

Sorrise e disse: “Sì.”

Jillian abbozzò un sorriso, chiedendo: “Avete stabilito una data per il matrimonio?”

Riley deglutì alla domanda.

“Uh, no, non ancora” rispose.

La verità era che lei e Ryan non avevano proprio idea di quando sarebbe stata quella data. Talvolta, sembrava che la sola idea fosse poco più di una fantasia.

“Beh” Jillian disse, “vi auguro ogni felicità.”

Jillian poi voltò la testa e si mise a guardare fuori dal finestrino.

Riley attribuì un enorme significato a quelle parole.

“Vi auguro ogni felicità.”

Jillian e il marito sembravano certamente aver trovato la felicità. Ma Riley sentiva che la loro felicità era stata conquistata con molta fatica, e che il lavoro di Harry nelle forze dell’ordine non aveva reso loro le cose facili.

Riley si ritrovò a pensare al proprio futuro.

Che cosa aveva in serbo per lei?

Talvolta, lei e Ryan avevano trascorso momenti meravigliosi insieme. Ma temeva che sarebbe stato molto difficile anche per loro avere una felicità durevole.

Alla fine avrebbe avuto un felice pensionamento insieme a qualcuno che amava?

O sarebbe finita da sola proprio come l’Agente Crivaro?

Riley guardò fuori dal finestrino dal suo lato del furgone. Il paesaggio fuori era diverso da qualsiasi cosa avesse visto, ad eccezione delle fotografie. Oltre alle aree in cui le persone avevano costruito strutture e coltivato il verde, questa terra appariva arida ai suoi occhi.

Da qualche parte in un’area desertica come questa, una giovane donna era stata brutalmente privata della sua vita. Lo stesso mostro aveva già ucciso prima d’allora?

In quel caso, Riley e Crivaro dovevano mettere la parola fine ai suoi omicidi una volta per tutte.

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Yaş sınırı:
0+
Litres'teki yayın tarihi:
15 nisan 2020
Hacim:
241 s. 3 illüstrasyon
ISBN:
9781094310114
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