Kitabı oku: «Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 1», sayfa 8
Queste parole gravemente, e con grande asseverazione dette da un uomo di tanta autorità ebbero molta forza negli animi degli ascoltanti. Vi rimaneva però ancora molta ruggine per cagione delle enormità, alle quali erano gli Americani trascorsi; e forse non si sarebbe vinta la rivocazione, se nel medesimo tempo i ministri non l'avessero accompagnata coll'atto declaratorio, del quale si parlerà poco sotto. Alcuni portano anche opinione, che la cosa sia stata molto ajutata colla promessa, che si sarebbe tosto introdotta la rivocazione del dazio posto sui melichini; la quale veramente fu poscia deliberata, e vinta nel mese d'aprile. I Deputati dei contadi, dove si fa il melichino, altrimenti detto sidro, tutti rendettero il partito per la rivocazion della marca. Quale di questo sia la verità, messo e raccolto il partito nel giorno ventidue di febbrajo, la provvisione per la rivocazione dell'atto della marca fu vinta, non senza però un gran numero di voti contrarj. I sì arrivarono a dugento sessantacinque, ed i no a cento sessantasette. Essa fu approvata nella Camera dei Pari con cento cinquantacinque voti favorevoli e settantauno contrarj. Nel medesimo tempo si vinse l'atto declaratorio, il quale statuì, che il Parlamento della Gran-Brettagna aveva il diritto di far leggi e statuti di sufficiente forza e valore per obbligar le colonie in tutti i casi qualsivogliano. Il dì diciannove marzo il Re recatosi alla Camera dei Pari, diè la sua approvazione all'atto della rivocazione, ed a quello della dependenza delle colonie verso la Corona della Gran-Brettagna. In questa occasione i mercatanti, i quali in Londra si ritrovavano, vennero in folla per testimoniare la gratitudine ed allegrezza loro. Le navi, che erano sorte in sul Tamigi dispiegarono a festa le bandiere; si fecero i fuochi alle case in tutti i canti della città; si sentivano gazzarre, e si accendevano i falò in ogni luogo; e, brevemente, non si tralasciarono nissuna delle dimostrazioni solite a farsi dai popoli in simili occorrenze verso la bontà del Re e la sapienza del Parlamento. Si spedirono subitamente corrieri a Falmouth, acciocchè per tutto il Regno e nell'America portassero le novelle di una legge, che pareva, dovere da una parte, contentando gli animi, acquetare i tumulti; e dall'altra quei timori dissipare, che dai danni provati nelle manifatture erano proceduti.
FINE DEL LIBRO SECONDO
LIBRO TERZO
1766
Generalmente essendo gli Americani chi nojato dai presenti disordini, chi offeso dall'interrompimento del commercio, e chi spaventato dall'apparenza delle future cose, che già parevano a manifesta discordia risguardare, ricevettero con grandissima esultanza la nuova, che fosse la legge della marca stata dal Parlamento annullata. Eglino si vedevano con infinita allegrezza sottratti dalla necessità o di venire agli estremi danni, ed al sangue civile, la qual cosa si appresentava loro come in sè stessa abbominevole, e piena di grandissimi pericoli, di piegare il collo ad un giogo, che detestavano del pari, ed al quale già più ripugnavano, poichè erano tant'oltre nella resistenza proceduti. Perciò se siano stati grandi i segni in ogni luogo dell'allegrezza pubblica, ognuno il può immaginare. L'assemblea stessa di Massacciusset, o perchè avesse l'animo grato, o forse per viemaggiormente nell'opposizione confermarsi; perciocchè già erano in quella entrati i Capi principali del popolo massacciuttese, che probabilmente a tutt'altra cosa pensavano meno, che a questa di volere la dependenza dell'America verso l'Inghilterra mantenere, unitamente decretò, si dovessero render grazie al Duca di Grafton, e ad altri nobili uomini, a Guglielmo Pitt, e ad altri gentiluomini, i quali nella Camera dei Pari, ed in quella dei Comuni avevano la difesa dei diritti delle colonie intrapresa, e fatta l'abborrita legge abrogare. Medesimamente l'assemblea dei borghesi della Virginia determinò, dovessesi rizzare una statua al Re in riconoscimento e memoria della rivocazione dell'atto della marca, ed un obelisco in onore e commemorazione di quegli uomini degnissimi, i quali si erano con tanta efficacia in favor loro adoperati. Guglielmo Pitt sopra tutti era diventato l'anima loro, ed il suo nome con grandissime lodi esaltato fino alle stelle, per aver egli detto, che gli Americani bene avevan fatto a resistere; poco badando, ch'egli avesse con sì gravi e forti parole voluto l'autorità parlamentare sopra le colonie in ogni caso di legge, e di esterna tassazione stabilire. Ma le minacce guardavan come cose remote, le asseverazioni di certi diritti nel Parlamento, e come cose speculative, solo messe avanti per salvar l'onore, per lusingar l'orgoglio britannico, e per far isgozzare quell'amaro boccone. Dall'altra parte volevano per la coperta delle passate cose, e fors'anche pei disegni a venire, farsi scudo di un tanto nome. Coll'istesso animo ricevettero l'atto declaratorio, il quale nel medesimo tempo venne dal segretario di Stato trasmesso in America, che quello della rivocazione della marca.
Ciò nonostante, e sotto di questa specie d'allegrezza universale non quietarono del tutto gli animi; che anzi vi covavano ancora molti mali umori, e vi passavano segrete ruggini. Le restrizioni poste nuovamente sul commercio erano state causa di altrettanto disgusto, di quanto l'atto stesso della marca, principalmente nelle città commercianti delle province più settentrionali, ed il buon successo della prima resistenza dava luogo ad ulteriori speranze. Duranti le passate turbolenze si erano grandemente avvezzati gli uomini alle disquisizioni politiche; si andava sottilmente ricercando ogni carta, ogni diritto; e raro era, non mai, che gli Americani dessero il torto a sè stessi. In tali investigazioni e disputazioni erano sopra di molte cose nate opinioni nuove, e qualche volta strane ed esagerate sui diritti americani, e sulla natura della congiunzion loro coll'Inghilterra. Di pari grado s'erano gli animi inritrositi ed inacerbiti. Tutti stavan molto sollevati, e non avrebbon lasciato passare un bruscolo in fatto della libertà politica e civile; dimodochè pareva, a chi molto bene dentro guardava, che la riconciliazione tra le colonie e la metropoli fosse più apparente, che vera, e che si sarebbero le prime occasioni pigliate per prorompere di nuovo nei rivolgimenti e nella discordia.
L'esca al nuovo fuoco, e la cagione di nuove alterazioni fu data dalle province di Massacciusset e della Nuova-Jork. L'assemblea della prima stava in mala volontà col governatore Francesco Bernardo, per esser questi avverso, come credevano, alle prerogative americane; ed avendo per suo oratore eletto l'Otis, uno de' libertini più svegliati, che si trovassero a quei tempi in America, il governatore gli diè divieto; la qual cosa fece grandemente inselvatichire i deputati. Intanto Otis per far le sue vendette operò tanto, che furono esclusi dall'assemblea gli uffiziali della Corona, ed i membri della Corte superiore di giustizia, ch'erano l'Hutchinson, e l'Oliver. Il governatore aspreggiato diè dal canto suo l'esclusiva a sei fra gli scambj proposti. Così il mal animo cresceva da una parte e dall'altra. Ma i libertini, che così chiameremo con vocabolo antico coloro che amano, o fanno professione di amar la libertà, procedettero più oltre, e fecero sì, che l'assemblea decretò, che i dibattimenti fossero pubblici, e si construisse un ballatojo per comodo di coloro, i quali desiderassero intervenirvi. La qual cosa non fu sì tosto detta, che fatta. La pubblicità delle tornate diè animo ai libertini, e sgomentò i fautori del governo; quelli eran sicuri di guadagnar più seguito, quanto più efficacemente delle libertà americane favellavano; e questi più erano disgraziati, e più venivano in odio dell'universale, quanto più si sforzavano le parti del governo mantenere. Onde molti per lo migliore deliberarono di ristarsi. I primi vantaggiavano d'assai i secondi, perchè, per metter gli avversarj in voce di popolo, bastava, dicessero, aver eglino, vero, o falso, che ciò fosse, alla provvisione della marca dato favore.
Il segretario di Stato Conway, coll'atto della rivocazione della legge della marca, aveva anche inviato ai governatori delle province un'altra risoluzione della Camera dei Comuni, la quale ordinava, che tutte quelle persone, le quali per conto del desiderio, che dimostrato avevano di eseguire esse stesse, o di fare ad altri eseguire un qualche atto del Parlamento, ricevuto avessero ingiuria o danno, ne fossero ristorate dalle colonie, nelle quali esse ingiurie o danni fossero state commesse. Di più il segretario aveva raccomandato ai governatori, dovessero adoperarsi in modo, che quelle persone fossero per l'avvenire da ogni altro insulto o disgusto difese, e fosse loro quel rispetto avuto, e quella giustizia usata, che ed i meriti loro verso la Corona, e le passate disgrazie richiedevano.
I danni e l'ingiurie erano principalmente stati fatti, ed usate nella provincia di Massacciusset, ed il governatore Bernardo comunicò tosto all'assemblea la risoluzione della Camera dei Comuni; ma ciò fece con sì aspre parole, che quella se ne risentì gravemente, e gli animi di già male inclinati s'ingrossaron di vantaggio da ambe le parti. Nacquero quindi varj bisticci, e l'assemblea iva schermendosi ora con una scusa, ora con un'altra per non far i compensi. Finalmente, venuta la cosa in nuova deliberazione, considerato dall'un canto, che ad ogni modo avrebbe il Parlamento potuto, per mezzo di qualche nuovo dazio sui porti di mare, la pecunia necessaria alle compensazioni raccogliere, e dall'altro in quanta detestazione sarebber venuti appresso gli uomini prudenti per questa nuova resistenza, giacchè tante cose già si dicevano della ritrosia massacciuttese, deliberarono di far le compensazioni a spese della provincia; e perciò vinsero una provvisione di perdono verso gli offenditori e di compensazione verso gli offesi. Alla quale il Re pose poscia il suo divieto; perciocchè l'assemblea colonaria non avesse autorità di far provvisioni d'indulti e di perdonanza. Tuttavia gli offesi furon rifatti, e gli offenditori non furono ricerchi. L'assemblea della Nuova-Jork parve ricevere con miglior animo l'atto di compensazione, ed i danni furono ristorati alla maggior parte degli offesi. Solo il vice-governatore Colden non potè la sua ottenere, allegando l'assemblea, che se la plebe era corsa a suoi danni, ei se l'aveva molto ben meritato.
Ma nacque in questa medesima provincia un'altra gara, la quale dimostrò, che non erano ancora posate affatto le alterazioni. Si aspettava nella Nuova-Jork il generale Gage con una buona mano di soldati, e perciò il governatore ebbe mandato un messaggio all'assemblea ricercandola, eseguissero la provvisione del Parlamento ch'essi chiamano atto dell'ammotinamento, il quale ordina, che in quelle colonie, nelle quali le genti del Re avessero le stanze, siano provviste di baracche e d'altre cose di cui hanno bisogno. Per mala forza, ed in parte acconsentirono, avendo deliberato, fossero somministrate le baracche, il fuoco, il lume, i letti, ed alcuni altri utensigli, siccome n'erano stati ricerchi; ma il sale, l'aceto, il melichino e la cervogia non vollero fornire, dicendo che queste ultime cose non eran solite a somministrarsi ai soldati quando sono attrabaccati, ma solamente quando sono sulle mosse. La qual deliberazione accettò il governatore per lo men reo partito. E qui si vide un manifesto esempio della mansuetudine dei ministri inglesi in quel tempo; imperciocchè in vece di risentirsi e gastigare questa nuova disubbidienza, siccome alcuni consigliavano, si contentarono di promuovere una legge, per la quale si venne ad ordinare, che l'assemblea della Nuova-Jork fosse proibita dal fare alcuna provvisione, sino a che non avessero soddisfatto in ogni parte alla requisizione del Parlamento. Obbedirono poscia gli Jorchesi, e le cose furono ai primitivi ordini ritornate.
L'istesse querele si rinnovarono in Massacciusset. Sul finir dell'anno alcune compagnie di artiglieri furon gettate da una fortuna di mare nel porto di Boston. Il governatore fu ricerco, alloggiassele e fornissele di ogni oggetto necessario alle stanze. Il Consiglio fu di parere, si fornissero. La moneta necessaria fu tratta dal Tesoro sul mandato del governatore. Intanto fu convocata l'assemblea, e volendo eglino la gara, scrissero al governatore, informassegli se qualche provvisione fosse stata fatta per le genti del Re; e se altre dovessero arrivare da dover ivi avere gli alloggiamenti loro. Rescrisse il governatore, mandando il diario del Consiglio col conto della spesa, aggiugnendo, non aspettar l'arrivo di nuove genti. Or qui vi fu che fare e che dire. Esclamavano che il governatore, coll'avere ordinato col solo parere del suo Consiglio si facesse il fornimento, aveva in punto essenziale operato contro gli statuti della provincia. Aggiunsero alcune protestazioni sulla prontezza loro nell'obbedire ai comandamenti del Re, quando secondo gli ordini pubblici, richiesti ne fossero.
Da questa ostinazione delle due principali province dell'America, e da questa inclinazione loro a cercare nuove cagioni di contesa, siccome sentirono in Inghilterra molestia grande coloro, che alle prerogative americane si erano favorevoli dimostrati, così fu causa, che gli avversarj loro garrissero per ogni canto, questi essere i frutti delle ministeriali condiscendenze; questa essere la lealtà, la gratitudine dei coloni verso la comune madre; quest'esser le prove dell'amore loro verso la pubblica quiete; questa l'osservanza e l'ossequio verso il governo britannico; ora essersi levata la maschera dal viso, ora senza alcun ritegno correre allo scopo della disgiunzione e della independenza; doversi per tempo imporre un freno a questi spiriti baldanzosi; mostrar loro, quanto sia pericolosa cosa il contendere coi possenti padri loro, il resistere alla volontà della Gran-Brettagna; e giacchè così male corrispondevano alla mansuetudine e bontà sua, nell'avere la tassa della marca rivocata, un'altra doversi loro imporre, e per mantenere il diritto, e per fargli direttamente contribuire alla difesa comune del regno. Questi romori erano assai fomentati dai possessori delle terre nell'isole britanniche, i quali si davano a credere, che di quanto si traesse da una tassa posta sull'America, di tanto s'avesse a diminuire quella, alla quale essi medesimi eran sottoposti. Le quali opinioni lusingavano grandemente l'orgoglio britannico, ch'era stato tocco in fino sul vivo dalla rivocazione della tassa della marca, ed ora la ferita penetrava ancora più addentro per le nuove ritrosità americane. Il Re stesso, essendochè molto suo malgrado s'era indotto ad acconsentire a quella rivocazione, si mostrava sommamente alterato, ed essendo lord Bute tuttavia il suo più intimo consigliere, il quale si credeva generalmente fosse l'autor principale stato dei consiglj rigorosi, pareva di nuovo molto inclinato ad aggravar la mano sui sudditi americani. Perciò, nell'uscir di luglio, un improvviso scambio ebbe luogo nei ministri, essendo stato il duca di Grafton eletto primo segretario del Tesoro invece del marchese di Rockingam, il conte di Shelburne segretario di Stato invece del duca di Richmond, Carlo Townshend, uomo di natura molto versatile, ma di chiaro ingegno, camerlingo, ch'essi chiamano cancelliere dello scacchiere, invece di Guglielmo Dowdeswel; e finalmente Guglielmo Pitt, il quale era testè stato eletto visconte di Pinsent e conte di Chatam, ebbe il carico di guardasigillo.
1767
I nuovi ministri, eccettuato però il conte di Chatam, il quale, dalle sue infermità impedito, non interveniva nelle consultazioni, determinarono d'imporre certe gabelle sul tè, i vetri, la carta ed i colori che servono all'uso della pittura, che fossero nelle colonie dell'America introdotti. La provvisione si tenne in pronto per proporla avanti il Parlamento. Il quale convocato, Carlo Townshend andava vociferando e vantandosi nella Camera dei Comuni, che conosceva bene egli un modo di ritrarre una rendita dalle colonie, senza offendere i diritti ed opinioni loro. Grenville ricolse le parole, e fece una gran calca al ministro, perchè dichiarasse qual fosse questo modo, e promettesse, fosse senza indugio innanzi il Parlamento posto. Infatti poco appresso il camerlingo mosse nella Camera dei Comuni, si dovessero imporre gabelle sopra il tè, la carta, i vetri ed i colori, che fossero dall'Inghilterra nelle colonie americane introdotti; si togliessero le gabelle imposte sui tè, che dall'Inghilterra si trasportassero per alla volta dell'America, e si ponesse una gabella di tre pensi la libbra su quelli, i quali sarebbero nei porti americani introdotti. Queste due provvisioni furono vinte senza molta contraddizione, ed approvate dal Re. Nel preambolo era stabilito, che il ritratto dovesse servire per meglio sostentare il governo e l'amministrazione delle colonie; ed inoltre un articolo ordinava, si formasse in ciascuna provincia dell'America settentrionale una general lista civile, e ciò senza verun limite fissare, ch'è quanto a dire, che dal ritratto di queste nuove gabelle venisse a comporsi una somma di pecunia pubblica, della quale il governo inglese potesse immediatamente e sino all'ultimo denaro, disporre per salarj, pensioni e stipendj nell'America, e che questa pecunia si dovesse e potesse dall'erario estrarre ed adoperarsi in sui mandati dei ministri; e che quello, che logorati tutti essi mandati, sopravanzasse, si trattenesse nelle casse all'ordine e disposizione del Parlamento. Si statuiva eziandio, che il governo potesse colla medesima pecunia concedere stipendj e salarj ai governatori ed ai giudici nelle colonie, ed il montare di essi stipendj e salarj determinare. Le quali ultime risoluzioni erano di troppo maggiore importanza, che le nuove gabelle stesse non erano, ed affatto pervertivano gli ordini consueti della costituzione britannica. Imperciocchè, fin dai tempi di Carlo secondo, questo voler istabilire una lista civile, o sia Camera reale in America, independente dalle assemblee colonarie, era stato tentato più volte dai ministri, ma non l'avevano mai potuto ottenere. Ora Carlo Townshend con quel suo ingegno vivo e svegliato, quasi ridendo, ottenne con somma facilità quel punto, e ciò ottenne quando era ancora fresca la memoria dell'opposizione americana in una cosa di minor momento, che questa, e non erano ancora ben raffreddi quegli umori, ch'erano stati a tanto incendio concitati. L'altro cambiamento pure di grandissimo rilievo da queste nuove risoluzioni cagionato si fu, che potendo i giudici ed i governatori aver salarj o stipendj dai ministri con una pecunia ritratta per un atto del Parlamento senza l'intervento, e forse contro la volontà, delle assemblee provinciali, quelli diventavano al tutto, e dai popoli americani e dalle loro assemblee independenti, e solo al governo generale, o sia ai ministri britannici obbligati. Le nuove gabelle dovevan pagarsi facendo tempo dai venti di novembre. E come se si temesse in Inghilterra, che fosse nelle colonie di troppo buon grado ricevuta la nuova tassa, e si volesse coll'immagine viva posta sotto gli occhj degli Americani di quei gabellieri, i quali la riscossione di quella sopravvedere dovevano, gli animi loro provocare, si vinse un'altra provvisione che statuiva, si creasse un maestrato di dogana, che dovesse nell'America risiedere. E per soprammercato a tal deliberazione fu trascelta per capo la città di Boston, meno di tutte le altre ad un tal uopo appropriata; perciocchè ivi, più che in altro luogo, erano gli abitanti fisicosi, ed in sulle proprie libertà gelosi, e sempre la guardavan molto nel sottile. Erano oltre a ciò poco avvezzi a veder tra di loro i gabellieri sfoggiarla con grosse paghe, da ricavarsi dal denaro delle colonie, mentrechè eglino in una molto stretta mediocrità se ne vivevano.
Da tutte queste cose ne nacque, che di bel nuovo si eccitarono molte commozioni fra gli Americani; imperciocchè le discordie passate avevano maggiore inclinazione prodotta verso la resistenza, e le ricerche che s'eran fatte intorno gli affari politici, avevano le pretensioni dei diritti, e le voglie di una più larga libertà accresciute. Come questa era una tassa esterna, vi si sarebbero forse i popoli accomodati, se in tempi più tranquilli, e senza l'accompagnamento di tante altre circostanze, che andavan a ferire ciò, ch'essi tenevano più caro, fosse stata mandata ad effetto. Ma in sì fatto stato di cose non poteva non avere un cattivo incontro, e molto più, in quanto che il ritratto di essa era all'oggetto di una rendita pubblica destinato, ed oltre i limiti di una regola di commercio si estendeva; il che era stato appunto il soggetto di tante controversie. Ei si vedeva chiaro, che le antiche pretensioni del governo britannico con tanta contenzione cimentate, di creare una rendita pubblica nelle colonie per mezzo dell'autorità del Parlamento, erano di nuovo messe in campo. Perciò si risolvettero in ogni parte alla resistenza; e siccome quando si riscaldano tra gli uomini le cose, eglino negli antichi limiti non si contengono, ma procedono per l'ordinario più oltre, così nei diarj pubblici di Boston s'incominciaron a metter fuori nuove ed insolite dottrine intorno l'autorità del Parlamento. Già si gettavan motti verso l'independenza, e si diceva, che i liberi uomini non debbono più venir tassati, che governati senza il consentimento loro, il quale dato sia da una rappresentazione o reale o virtuale. La potestà legislativa del Parlamento britannico sull'America era, non che recata in dubbio, negata; ed ora abbracciando le massime di coloro, i quali all'atto della marca nelle due Camere contraddetto avevano, affermarono, esser vana la distinzione tra la tassazione esterna ed interna; che nè l'una, nè l'altra stavano in facoltà del Parlamento; che questo non aveva niuna autorità di far leggi, che obbligare gli potessero; e, brevemente, tant'oltre procedettero, che mantennero, che il non avere rappresentanti in Parlamento, da ogni qualunque soggezione al medesimo gli esentasse. I diritti, che pretendevano i coloni godere, furono con molta chiarezza e con una certa eleganza di stile esposti in un libretto, che aveva in titolo: Lettere di un coltivatore in Pensilvania agli abitanti delle colonie inglesi. L'autore era Giovanni Dickinson, e furon ricevute con allegro animo da tutti. La concitazione divenne tosto generale. Di nuovo si ebbe ricorso alle leghe contro l'introduzione dei lavorii inglesi, ed in favor dei proprj; ed a questo effetto in Boston si portò attorno una carta, in cui quei che volevano entrar nella lega, dovevano sottoscriversi, obbligandosi a non fare acquisto di certi oggetti di commercio dopo l'ultimo giorno di dicembre. Per altro Jacopo Otis, la cagione non si sa, o perch'ei fosse sventato, o forse perchè ordinariamente gli uomini più ardenti nelle opinioni sono anche i meno costanti, o perchè veramente sospettasse, la colonia di Massacciusset dovesse restar sola nella presente bisogna, rimutatosi, orò con una lunga dicerìa in favor del governo. Con tutto ciò la lega fu approvata alla Provvidenza, a Nuovo-Porto, e nelle Terre del Connecticut. Ma però il negozio di queste leghe andò questa volta molto rimessamente, malgrado tutti gli sforzi degli adirati.
1768
Sedeva nel principio dell'anno 1768 l'assemblea di Massacciusset, la quale tosto entrò nella considerazione delle nuove tasse. Scrisse ella lungamente a Dionigi de Berdt, agente suo in Londra, acciò facesse le rimostranze. Protestarono dell'amore loro verso la Gran-Brettagna, e condannarono ogni pensiero d'independenza; si gloriarono del nome inglese, e di essere della costituzione britannica partecipi; osservarono, che è manifesto il disegno di trarre una entrata pubblica dalle colonie senza il consenso loro, cosa affatto contraria agli ordini pubblici ed ai diritti loro; e che se qualche volta gli uomini digradano la propria vita, od hanno la libertà in dispregio, eglino sono però sempre, ed inviolabilmente attaccati alla roba loro; e quelli stessi, che disprezzano tutti i dettami del diritto e dell'onesto, e la fede, e la verità, ed ogni legge divina ed umana hanno a vile, non è però, che non tengano in gran conto il denaro; i Barbari stessi, che abitano le selve, conoscere ed osservare il diritto di proprietà, ed avere altrettanto cari l'arca, le frecce e le reti da pescare e da uccellare, quanto gli altri popoli l'oro e l'argento, e le cose più preziose. I progetti dei livellatori, e la comunanza dei beni essere altrettanto vani ed impraticabili, quanto sono arbitrarj e dispotici i disegni di coloro, i quali vorrebbero della proprietà di tutti la Corona investire. E qual proprietà poter rimanere ai coloni, se, senza il consenso loro, può loro tolta essere? Favellaron poscia lungamente dei diritti loro, e dei benefizj commerciali, che dalle colonie ritrae l'Inghilterra; affermarono gli stipendj ed i salarj dati dalla Corona ai governatori ed ai giudici esser cose da dover isgomentare gli uomini liberi dell'America; niuno più efficace fondamento esistere alla tirannide, che questo, massimamente in America, dove, altrimenti che in Inghilterra, i giudici tengono il magistrato per sempre, e non durante la buona condotta; essere pronti i coloni a far le spese necessarie per lo Stato senza l'intervento dell'autorità parlamentare; niuna necessità aversi degli eserciti stanziali in America; abborrire essi gli eserciti stanziali, come pericolosi alla pubblica libertà, e dover temere l'Inghilterra, coll'esempio degli antichi tempi, che il tener grosso esercito di soldati mercenarj in un paese così lontano, faccia sorgere una volta un altro Cesare, che usurpi infine l'autorità del suo Signore. Si dolsero ancora del nuovo maestrato della dogana, siccome quello, che tende a far pullulare un mondo di pubblicani, gente nojosa al popolo, ed al buono e retto costume dannosa. Si querelavano anche gravemente della sospensione cotanto insolita dell'assemblea della Nuova-Jork, ed asserirono, non esistervi più alcuna libertà, ed essere le assemblee inutili, se, vogliano, o non vogliano, hanno esse a far la volontà del Parlamento. E posto anche quello, che non è, che le nuove provvisioni siano al diritto conformi, soggiungevano, che certo era, ch'elleno riescono molestissime ai popoli, che la fede e l'amore tra le due nazioni ne proveranno una notabile diminuzione. Le quali cose un buon governo deve pur ben considerare. Sapere i coloni, che era nato il costume in Inghilterra di sparlare delle assemblee colonarie, e di essere tenuta in poco conto; del che aversi gl'Inglesi a guardar molto bene, e più che gli Americani stessi; perciocchè nei passati regni vi fosse anche l'annuale di sparlare del Parlamento; ed il Re Jacopo primo era solito di dire, che i Lordi ed i Comuni erano cattivi compagni della monarchia, alludendo in ciò a quell'antico proverbio, che signoria non vuol compagnia; e se ora, concludevano, si incomincia dalle assemblee colonarie, si procederà un dì al Parlamento. Raccomandarono finalmente all'agente loro di fare ogni sforzo per isventare i disegni di coloro, i quali ostinati erano nel seminar la zizzania tra le due parti del regno, e nel mantener vivi i mali umori, che, se rattenuti non fossero, era da temersi, avessero a prorompere in qualche gran rovina.
L'assemblea di Massacciusset scrisse nei medesimi termini al conte di Shelburne, ed al generale Conway, segretarj di Stato, al marchese di Rockingam, al lord Camden, al conte di Chatam, ed ai commissarj del Tesoro. Queste lettere parlavano, secondo il solito, dei diritti dei coloni, e delle querele loro, chiamandogli tutti, ma specialmente il marchese di Rockingam, patroni delle colonie, amici e difensori della costituzione britannica e dei diritti del genere umano. Ordinò che si presentasse una petizione al Re con molte protestazioni di lealtà, e molte affermazioni contro i gravami, dei quali si dolevano. Ma la medesima non contenta a queste cose, volendo far convenire in un animo solo tutte le province, prese una molto animosa deliberazione, scrivendo a tutte le assemblee, ch'era ormai tempo, che tutte pigliassero il medesimo indirizzo, e con concordia di animi allo stesso fine s'incamminassero. La qual cosa riuscì di non poco disgusto al governo, ed i ministri nelle lettere loro ai governatori delle province aspramente la condannarono.
Il governatore, sapendogli quest'assemblea di cattivo, la disciolse. Non si deve passar sotto silenzio, che da molto tempo vi erano di molti corrucci tra questo e quella, non ch'ei non fosse uomo d'ingegno e di esperienza nelle cose; che anzi era peritissimo ed intendentissimo, ma era riputato nemico occulto alle prerogative americane, e si credeva, che nelle sue lettere scritte al conte di Hillsborough avesse ed esortato il governo ai consiglj rigorosi, e le perturbazioni colonarie magnificate. Da un'altra parte erano i rappresentanti di spiriti alti, e molto infatuati delle libertà loro. Perciò si stava dall'un canto, e dall'altro in sul ritroso; e spesso, ad un minimo che, si bisticciavano, e poche eran le cose, che andasser di quieto. Ella è cosa certa, che questi sdegni, che correvano tra l'assemblea di una provincia tanto principale ed il governatore Bernardo, sono una delle più efficaci cagioni state delle prime turbazioni, ed in ultimo dell'americana rivoluzione.
Il governo della Gran-Brettagna stimolato continuamente dalle istanze del governatore, e mal soddisfatto dei Bostoniani, e generalmente dei popoli di tutta la provincia di Massacciusset, temendo nuovi tumulti, e volendo l'osservanza delle leggi efficacemente procurare, aveva scritto al generale Gage, il quale aveva gli alloggiamenti nella città della Nuova-Jork, ordinandogli, mandasse un colonnello, ed anche maggior numero di soldati, se giudicasse necessario, perchè quivi avessero a rimaner di presidio. Deliberò ancora, che una fregata, due brigantini, e due fuste stanziassero nelle acque di Boston, perchè dessero favore ai grascini nelle bisogne loro. In questo mentre successe nella città un grave tumulto, essendo i Bostoniani corsi a calca contro i grascini, perchè volevano assicurare una nave sospetta di frodo.