Kitabı oku: «Storia della Guerra della Independenza degli Stati Uniti di America, vol. 3», sayfa 9
FINE DEL LIBRO OTTAVO
LIBRO NONO
1778
Avutesi in Inghilterra le novelle della rotta di Burgoyne, e delle poco profittevoli vittorie di Howe era in tutto l'universale una tacita mestizia e scontentezza; le quali tanto maggiori si dimostravano, quanto più vive erano state le concette speranze, e più grandi le promesse dei ministri. S'erano a questi dal Parlamento concedute tutte quelle cose, che per l'esercizio dell'americana guerra avevano richieste; nè avevano essi mancato di mandarle in America alle fazioni del varcato anno con quella prontezza, che si poteva desiderare. I Capi militari poi stati proposti all'impresa, ed i soldati che vi si erano dentro adoperati, erano de' migliori e de' più riputati, che si avesse non che l'Inghilterra, l'Europa. Quindi si argomentava, che un qualche ostacolo per la natura stessa delle cose insuperabile si opponesse alla vittoria, ed incominciavasi a disperare del fine della guerra. Imperciocchè e migliori, e più grossi eserciti dei passati non si potevano in America mandare; e se gli Americani, nel principio del reggimento loro, avevano le genti inglesi non solo combattute, ma vinte e prese, che si doveva credere, fossero per fare nell'avvenire, più confidenti diventati per l'avute vittorie, confermato lo stato dall'uso e dall'esperienza, e fatti pel conceduto tempo maggiori provvedimenti contro il nemico? E non che si dubitasse di acquistare quello che non si aveva, si temeva grandemente di perder ciò che si possedeva. Temevasi particolarmente del Canadà pei presidj poco gagliardi lasciativi, per la vicinanza e per l'ardire dell'esercito vincitore. Nè non si stava senza apprensione, che pel calore delle parti non vi nascesse qualche tumulto pregiudiziale agl'interessi del Re: perciocchè la independenza sia esca dolce a tutte le nazioni, e massimamente alle lontane; e la fortuna propizia agli Americani causasse un più ardente desiderio di quella. Senza di che, essendo i Canadesi, i più Francesi, dubitavasi, che la nimistà nazionale accrescesse viemmaggiormente questi nuovi desiderj, e gli facesse in atti pericolosi prorompere. Moltissima passione poi dava al governo il vedere, quanto la bisogna del reclutare fosse diventata difficile in America, intimoriti i leali dalle fresche vittorie dei repubblicani, e nell'Inghilterra stessa, essendovi più che mai parziali e scontenti i popoli. Ripugnavano questi assai all'andar soldati in una lontana e male avventurosa guerra, che molti chiamavano ingiusta e crudele, e che tutte le circostanti cose dimostravano a quei dì dover avere infelice fine. Nè migliori speranze si avevano di ottener nuovi soldati dall'Allemagna. Conciossiachè dall'un de' lati i grossi eserciti stanziali tenuti continuamente in piè dall'Imperator d'Allemagna, e dal Re di Prussia facevano sì, che si facessero leve in ogni canto, dimodochè pochi rimanevano, che volessero condursi a pigliare i soldi inglesi; e dall'altro, o questa stessa cagione, o gli uffizj fatti presso quei principi dalla Francia, o que' dei mandatarj americani, o quella benevolenza, la quale verso la causa loro manifestata si era in ogni parte dell'Europa, che sel facessero, alcuni fra i principi tedeschi erano giunti a tale, che avevano proibito il passo per gli Stati loro a quelle poche genti, che con incredibile fatica si erano dagli agenti inglesi raggranellate. Ma una cosa, che principalmente teneva sospesi gli animi di tutti, si era il pericolo, che si vedeva vicino, che la Francia si scoprisse in favor degli Americani, e che non più coi segreti maneggi, o colla tacita protezione del loro corseggiare, ma sibbene coll'armi in mano apertamente e gagliardamente il patrocinio loro intraprendesse. Aveva questa tutti gli suoi apparecchiamenti di guerra, massimamente marittimi, a fine condotti, e le novissime vittorie degli Americani sulle rive dell'Hudson in una colla longanimità loro nelle perdite fatte sulle rive della Delawara facevano certissimo argomento, che chi entrasse a parte con loro non correrebbe pericolo di collegarsi con un amico o troppo debole, o poco fedele, o meno costante. La occasione tanto desiderata dai Francesi di abbassare la potenza e la superbia inglese, e che con tanta gelosia spiavano, e con tanta industria, e da sì lungo tempo fomentavano; era loro adesso posta avanti dalla favorevole fortuna, dalla pertinacia, e dagli errori dei ministri, e dei capitani britannici, i quali misurarono male la importanza e la condizione delle cose, ed infine dal valore e dalla costanza americana. Nè dubitavasi punto in Inghilterra, che la Francia non fosse per usare convenevolmente quella opportunità, che le parava davanti il mezzo di potere le antiche ferite sanare. Queste cose tutte molto travagliavano l'universale, e si vedeva da tutti la necessità o di un accordo poco onorevole con coloro stessi, che mai non si erano voluti udire, e contro i quali tante stranezze prima, e poscia una sì crudele guerra esercitate si erano. E sebbene non mancassero i ministri, e coloro che seguitavano le parti loro, di buone ragioni per giustificar sè, ed i procedimenti loro, tuttavia credevasi dai più, sarebbe stato miglior consiglio, che, dato una volta ascolto alle supplicazioni degli Americani, o seguitando i partiti parecchie fiate posti nel Parlamento dagli oppositori, si fossero posate le armi, ed introdotto un negoziato, il quale avrebbe potuto condurre ad un acconcio componimento. Dolevansi acerbamente, che tante buone occasioni di pace si fossero trasandate; e che si avesse ostinatamente voluto aspettare quel tempo, in cui non si poteva più nè accordare con onore, nè guerreggiare con gloria; e nel quale non che si avesse speranza o di conquistare, o di amicarsi l'America, dovevasi temere di aver a perdere altre parti preziose del Regno. Molto lamentavano specialmente, che dopochè già tante inutili pruove di ridurre gli Americani all'obbedienza col mezzo della forza si erano fatte, e primachè gli estremi sforzi si tentassero, oltre i quali, se vani riuscissero, si doveva del tutto disperare della vittoria, non si avesse voluto udire la proposta d'accordo fatta dal lord Chatam nella tornata del Parlamento addì 20 maggio dell'anno prossimamente trascorso. Dubitando egli delle fatali calamità, che alla patria sua sovrastavano, vedendo, essere risoluti i ministri a voler mettere l'ultima posta, ed accorgendosi benissimo, che ai pericoli della guerra interna si sarebbero di breve aggiunti quei della esterna, quantunque impedito dagli anni, e da una grave malattia, erasi nella Camera dei Pari recato, ed ivi con mirabil eloquenza orando, e stando tutti intentissimi ad ascoltarlo, aveva e pregato, e scongiurato, si sospendessero le ire, si cessassero le armi, ad un tratto si rivocassero tutte le lamentate leggi, s'introducesse una pratica d'accordo.
«Questo, diceva, è un momento, che fugge. Sei settimane forse, e non più lasciate ci sono per arrestare i pericoli che ci attorniano. Il tempestoso nugolo, ch'è sorto buon tempo fa, sta per iscoppiare. Già già si rompe, e trabocca. Da quanto è finora accaduto, difficile cosa è al governo lo strigarsi dagli sfidatori del Re, dagli sfidatori del Parlamento, dagli sfidatori del popolo. Non sono io sfidator di persona; ma se non si pon fine a questa guerra, è posto fine a questa contrada. Nè mi fido io in questo al giudizio fatto nel presente stato della salute mia; ma questo è il giudizio de' miei migliori dì; il risultamento di quarant'anni d'attenzione all'America. Sono eglino ribelli. Ma perchè son essi ribelli? Sicuramente non per difendere i loro incontrastabili diritti. Che cosa han fatto altre volte questi ribelli? e' mi sovviene, quando levarono quattro reggimenti di loro, e del loro, e tolser Luisburgo dai veterani della Francia. Ma trascorsero eglino a gravi eccessi. Vero è ciò, nè voglio io farmi panegirista loro. Ma noterò ciò nondimanco gli erronei ed ostinati consiglj che prevalsero. L'adito alla misericordia, ed alla giustizia stato è chiuso contro di essi. Ma possono ancora esser pigliati nelle parole delle prime protestazioni loro. Sapete voi, quanta sia la importanza dell'America? Ella è un doppio mercato, una piazza di consumazione, ed una di fornimento. Questo doppio mercato di molti milioni di cose marinaresche, voi siete in punto di darlo al vostro ereditario rivale. Se non provvedete in tempo, l'America, che già vi ha condotti ad una guerra di quattro anni, vi condurrà alla morte. Consiglio è di saggio il mutare i pregiudiziali consiglj. Voi avete ogni canto della Bassa Sassonia rovistato. Ma quarantamila villanzoni di Allemagna atti non sono a far istare dieci migliaia di liberi Bretoni. Possono essi devastare; conquistare non mai. Voi dite, vogliam conquistare. Che? la mappa dell'America. Io sto forte, e son pronto ad affrontarmi in questa materia con qualunque uomo di guerra. Che cosa avete fatto voi lungi dalla protezione delle vostre flotte? Di verno, se ammassati, affamano; se dispersi, l'Americano gli spazza. Ho sperimentate le speranze di primavera, e le vernali promesse. Conosco le parole vantevoli dei ministri. Ma sopraggiungono infine l'equinoziali disdette. Diconvi i ministri, che avrete un esercito altrettanto forte, quanto quello dell'anno varcato era, il quale non era forte abbastanza. Non avete in America altro guadagnato, che stazioni. Voi avete insegnato tre anni continui ai coloni l'arte della guerra. Son essi abili scolari stati, e son per dire alle Signorie Vostre, che fra i gentiluomini americani sonvi uffiziali atti a capitanar gli eserciti di tutti i potentati d'Europa. Le genti, che là mandato avete, son troppe per far la pace, troppo poche per far la guerra. Poniamo la conquista, e che ne sarà? Farete voi, che vi rispettino? Farete, che vi amino? Farete, che si vestano delle robe vostre? Certo mai no. Rimeriteranno la crudel guerra con un odio irreconciliabile. Voi state donando l'America alla Francia al costo di dodici milioni all'anno. Ogni cosa profittevole alla Francia, e l'Inghilterra, la vecchia Inghilterra, pagherà per tutti. Il vostro traffico languisce, le vostre tasse s'accrescono, le vostre rendite diminuiscono; e la Francia in questo sta assicurandosi, e traendo a sè quel commercio, che creava i vostri marinari, che alimentava le vostre isole, che era il principale fondamento della ricchezza, della prosperità, e della potenza vostra. Si è fatto lo sperimento dell'assoluta soggiogazione, si faccia quello dell'assoluta emendazione. Ciò dimostrerà l'animo del Parlamento volto alla pace, ed aprirà la via all'accordo. Affermano i ministri, non esservi per ancora trattato colla Francia. Bene sta, l'onore è in salvo. Se domani si ode esistere quel trattato, domani s'ha a denunziare la guerra alla Francia, quand'anche non s'avessero, che cinque navi in porto. Ma la Francia s'indugerà, quanto potrà, per vederci consumare. Siete ora voi posti alla mercè di ogni piccola cancelleria germanica, e le pretensioni della Francia ogni giorno s'accresceranno, finchè infine si discopra, e parte diventi o nella pace, o nella guerra. Parlasi della dignità del regno; ma meno se ne perderà rivocando le leggi, che sottomettendosi alle domande delle cancellerie germaniche. Noi siamo gli assalitori. Gli abbiamo noi sì fattamente assaltati, come l'armata spagnuola assaltava l'Inghilterra. Il compassionare, ed il perdonare non possono danneggiare. Si farà fondamento al trono del Re colla benevolenza dei popoli; e milioni d'uomini, i quali ora malediscono, o ribellano, pregheranno per lui. La rivocazione, e la misericordia causeranno in America le dissensioni, la concordia in Inghilterra. Ponete innanzi all'America una elezione. Finora non ebb'ella elezione. L'Inghilterra le disse: pon giù le armi. Ed essa spartanamente rispose: vieni, prendile».
Nè l'autorità dell'uomo, nè la forza dell'orazione, nè le disgrazie presenti, nè il timore delle future poterono tanto operare, che fosse accettata la proposta. Si disse dalla contraria parte, che non ne starebbero gli Americani contenti; che fin dal principio avevan essi posto la mira all'independenza. Favellarono della dignità del regno, della debolezza della Francia, del numero dei leali in America pronti a discoprirsi, ove l'occasione si parasse loro davanti, della tirannide del congresso già venuta a noia a tutti, della votezza della Camera sua, del disavanzare precipite dei biglietti di credito, del desiderio nato in ognuno dell'antica tranquillità.
In cotale modo fu ventilata la quistione della pace e della guerra, allorquando era tuttavia incerto l'avvenire, e che peranco non si era fatto un giusto sperimento di tutte le forze inviate nell'America. Ma ora, che si era venuto al cimento, e ch'era riuscito tanto esiziale dall'un de' lati, e dubbio dall'altro, si condannava pressochè universalmente l'ostinazione dei ministri e si levava al cielo la prudenza, e la preveggenza del Chatam. Le quali opinioni, che nate siano in coloro a cui queste cose sì strettamente toccavano, e nei quali erano i sangui riscaldati, non dee far maraviglia. Ma si può affermativamente credere, che il partito posto da quell'uomo, per altro degli affari di Stato intendentissimo, sarebbe riuscito di un esito molto incerto, per non usare parole più gagliarde. Imperciocchè già avevano allora gli Americani chiarita la independenza; e quello, che operato avrebbero le proposte concessioni, accompagnate dai poderosi eserciti, prima dell'anzidetta dichiarazione, del pari non avrebbero potuto operare dopo di questa, e quando già si appresentava alla mente degli Americani per l'effetto della dichiarazione medesima, e per la resistenza fatta all'armi dell'Howe sulle terre della Cesarea, più probabile quello spiraglio degli aiuti della Francia. Oltrechè, se era incerto a quei tempi l'esito di un negoziato, sarebbe stato fuor di dubbio poco onorevole al governo il calar agli accordi senza sperimentare prima quelle armi, che con tanto sforzo, e con sì grave spesa apparecchiate si erano, ed in America mandate. La vittoria poi avrebbe, siccome si doveva credere, prodotto la soggiogazione, od almeno più favorevoli condizioni alla Gran-Brettagna. Essendosi adunque risoluti i ministri a voler continuar nella guerra, facevano ogni più efficace opera loro per ristorare quei danni che o per errore altrui, o per la malvagità della fortuna si erano nel trascorso anno ricevuti. Si voltavano prima di ogni cosa a voler far nuove genti, ed al procacciar pecunia oltre di quelle, che loro stat'erano dal Parlamento concedute. Consideravano, che sebbene molti vi fossero nel regno, i quali la guerra americana condannavano, un certo numero tuttavia, seguendo o la opinione loro, o la aderenza ai ministri, la medesima ed approvavano, e procuravano. A tutti costoro determinarono di far le richieste, acciocchè di buon grado, e di propria volontà gli uomini, e la necessaria pecunia somministrassero. Temendo però in quest'affare le vociferazioni degli oppositori nel Parlamento, perchè questo levar soldati, o pecunia, quantunque volontariamente, senza il consenso di lui era cosa, che se non era, molto si avvicinava ad una violazione della costituzione, mandavano ad effetto questo loro disegno nelle vacanze del Parlamento, che caddero nel principio del vertente anno, le quali a questo medesimo fine furono oltre il solito fatte allungare. Si aveva in questo tanto migliore speranza, quanto che per la dichiarazione dell'independenza, e per la congiunzione colla Francia, della quale ogni dì vieppiù si avevano manifesti segni, molti, che sulle prime si erano favorevoli dimostrati agli Americani, ora avevano da quelli fatto secessione, e si erano ai ministeriali accostati. Si mandarono adunque uomini a posta in diverse parti del regno, ed in quelle, nelle quali avevano essi maggior credito, perchè operassero in modo, che le genti corressero sotto le insegne, e con doni gratuiti venissero in sollievo dello Stato. Rammentavano l'ingratitudine americana, la nimistà della Francia, i bisogni della patria, la gloria e lo splendore del nome inglese, ch'era d'uopo ai posteri immaculato tramandare. La cosa ebbe effetto in alcune città principali, ed in altre minori Terre in nessuna più compiutamente, che in quelle di Liverpool e di Manchester, le quali l'una e l'altra levarono a proprie spese un reggimento di mille soldati. Nella Scozia poi per l'animo guerriero della nazione, e per l'opinione che vi regnava favorevole ai disegni del governo in questa bisogna americana, il desiderio e l'ardore di correre all'armi erano universali. Levò Edimburgo mille uomini, altrettanti Glasgow. I montanari calavano a furia dalle balze loro, e s'accozzavano nelle compagnie, buona, e cappata gente. Nè meno volonterosi si dimostravano nel fornire della pecunia loro il pubblico, ed i doni gratuiti si moltiplicavano. Avrebbe desiderato il governo, che la città di Londra così grossa e così ricca, e capitale di tutto il regno fosse entrata anch'essa in questo andazzo, e che anzi se ne fosse fatta testa. Si sperava, avrebbe levato, ed a proprie spese mantenuto cinquemila uomini per tre anni, o sino al finir della guerra. La cosa non pruovò. Fatto un convento di popolo, ricusarono. Convocati i maestrati, negarono. I ministeriali non se ne sgomentavano. Andavan, gridando su pei canti, ch'era pur vergogna alla città, la quale pochi dì prima s'era accordata a concedere ragguardevoli somme di denaro da impiegarsi in benefizio dei prigionieri americani stati presi coll'armi in mano volte contro l'Inghilterra, ora si ritraesse dal fornire checchessia a sovvenimento della patria. Fu fatta un'adunata dei contenti, i quali si obbligarono a ventimila lire di sterlini. Gli stessi maneggi si facevano a Bristol, e collo stesso evento. Soldati non se ne poterono avere. Si ottenne altrettanta pecunia quanta a Londra. In contado poco prosperamente succedeva il disegno ministeriale, inritrositi i contadini dalla gravezza delle taglie, e dall'essere stati ingannati delle speranze e prese, e date loro a posta, che le tasse americane andar dovessero in diminuzione delle loro. In somma questo consiglio dei ministri di voler levar le buone voglie, e di raccor denari spontanei, se non fu inutile del tutto, non fu a gran pezza altrettanto profittevole, quanto avevano a sè medesimi persuaso. Bene se ne fece poi in Parlamento un grande scalpore; però colla solita riuscita, prevalendo i ministeriali.
Mentre nel modo che abbiam detto si travagliava in Inghilterra circa le cose occorrenti alla guerra, si riscaldavano vieppiù le pratiche, che già buon tempo indietro si erano dal congresso presso la Corte di Francia introdotte. Avevano i commissarj americani a Parigi ogn'ingenio usato, ed ogni opera posta, perchè quella si discoprisse, ed apertamente il patrocinio della causa loro abbracciasse. Ma quantunque eglino entrassero spesso sotto ai ministri francesi per trarre da loro qualche partito terminativo, sempre girarono essi largo, e si andavano schermendo. Imperciocchè ne' primi periodi non voleva la Francia, essendo tuttora troppo incerto l'esito delle cose, venire a parte dei pericoli altrui, e collegarsi con coloro, che non parevano aver forze sufficienti a sostenere tanta mole di guerra. Temevano, che in sul bello non fossero per partirsi dalla lega, e coll'Inghilterra di nuovo non si racconciassero. Non era nascoso a quei che dirigevano i consiglj francesi, che ove la Francia si discoprisse, avrebbe potuto l'Inghilterra col far le addomandate concessioni precipitarsi ad un tratto agli accordi coll'America; nel qual caso la guerra ne sarebbe rimasta addosso a lei tutta. S'aggiungeva a questo, che si volevano, prima di venir a rottura colla Gran-Brettagna, e riassettare le finanze, e ristorar le cose marinaresche, le une e le altre a miserabile condizione condotte dal mal ordine, dalle calamità, e dalle prodigalità del precedente Regno. Egli è vero, che la dichiarazione dell'independenza aveva il pericolo della subita riconciliazione allontanato; ma rimaneva tuttavia quello dell'incertezza della resistenza. Nè si dee tralasciar di dire, che se la Francia amava meglio l'independenza dell'America, che la sua riconciliazione coll'Inghilterra, amava ancora di vantaggio la lunga guerra tra di quelle, che non la independenza. Che anzi anteponeva essa forse la conquista fatta di viva forza, e la susseguente ricongiunzione, che non la independenza medesima; perchè nel primo caso o ne sarebbero le colonie inglesi attritate, e le ricchezze loro guaste e distrutte, ed allora ne perderebbe l'Inghilterra tutti quei frutti, che dal commercio loro traeva a' tempi di pace, e tutti quelli, che a' tempi di guerra ricavava dalla forza e dalla potenza loro. Ovvero le vinte colonie l'antica prosperità conserverebbero, ed allora ne sarebbe l'Inghilterra obbligata a mantenervi una parte delle forze sue per impedir le ribellioni, non potendo quei popoli non conservarsi pieni di sdegno per la memoria delle ricevute offese, e delle commesse crudeltà. Ma nel secondo caso, cioè in quello della independenza si vedeva manifestamente, che l'esempio sarebbe stato pernicioso per le colonie degli altri principi europei; o che per lo meno si sarebbe dovuto lasciar loro con grave danno della metropoli una piena ed intiera libertà di commercio. Queste cose molto ben considerate dai ministri francesi facevano sì, ch'essi, tenendo occulta la cupidità loro alla guerra, non si scoprivano, e portavano il negozio in lungo. Solo si contentavano di dar agli Americani benigne parole, e di concedere loro quegli aiuti sottovia dei quali abbiamo in altro luogo parlato. E questi ancora concedevano più o meno nascostamente, meno o più liberalmente, secondochè la ruota della fortuna girava avversa o favorevole alle armi americane. E tanto era o voleva parere in questo rispettiva la Francia, sia per non inimicarsi prima del tempo l'Inghilterra, sia per metter il piede addosso agli Americani, e più con essi tirarsi in alto colle dimande, che quando arrivarono le novelle della presura di Ticonderoga, e del procedere vittorioso di Burgoyne alla volta di Albanìa, pei quali le cose inglesi in America parevano ricevere sì grande augumento, si mandarono spacciatamente ordini a Nantes, e negli altri porti del regno, acciò non si ammettesser dentro i corsali americani, se non quando ciò fosse loro indispensabile o per racconciar le navi, o per far provvisioni, o per iscampar alle fortune di mare. Così la Francia, seguendo accuratamente quella ragion di Stato, che alla condizione sua ottimamente si apparteneva, iva dall'un canto intrattenendo i ministri inglesi con protestazioni d'amicizia; e dall'altro coi segreti aiuti gli Americani incoraggiava, coll'incertezza e colla grettezza dei medesimi di maggior desiderio gli accendeva, e colle promesse della futura cooperazione gli faceva stare nel proposito loro costanti e fermi. In tal modo stando ella in sui generali, non si strigneva a nissun partito, aspettando di veder prima, qual via pigliasse quest'acqua. Non cessavano ciò nondimanco i commissari del congresso di stringere, e di conquidere il governo di Francia, acciò ne venisse finalmente a capo. Ma i ministri francesi alzavano la testa, e facevano spallucce, pretendendo varie cagioni al loro temporeggiare; ora che la flotta piena di eccellenti marinari, che si aspettava da Terra-Nuova, non era peranco arrivata, ora che i galeoni di Spagna erano tuttavia in mare, ed ora qualche altro sutterfugio o scusa cercando. Così talvolta avanzando, talvolta rinculando, e sempre non lasciandosi intendere, tenevano gli Americani incerti e dubbj. Finalmente i commissarj per ricogliersi una volta, e strigarsi, se possibil fosse, da questo nodo, e vederne il fine, si deliberarono di toccar certo tasto, e di mettere ai ministri francesi tal dubbio, che non potessero non risentirsene; e questo fu di far loro sentire, che, se i Francesi non gli aiutavano tosto, si sarebbero gli Americani, o d'amore o di forza coll'Inghilterra accordati.
A questo fine si appresentaron essi verso la metà d'agosto del passato anno con un memoriale appresso di que' ministri, col quale andarono discorrendo, che se la Francia credeva, che la guerra potesse ancora, senza l'intervento suo, continuar lungo tempo, s'ingannava a gran partito. Imperciocchè il governo britannico aveva ogni cosa a perdere, e niuna a guadagnare nella continuazione della guerra; ch'esso governo si persuadeva di poter nel corso del presente anno l'America conquistare, ed a questo fine faceva gli estremi sforzi suoi; che sperava, che la fortuna avrebbe porta la occasione di alcune poche vittorie, le quali in un coi bisogni ed i disagi dei coloni indurrebbero questi a ritornarne all'antica dependenza più o meno stretta o larga; che s'accorgeva ottimamente il medesimo governo, che se mai gli doveva esser fatto abilità di poter l'America soggiogare, ciò nel presente anno dover luogo avere, o non mai. Imperciocchè, come poter migliori successi sperare nei susseguenti, allorquando saranno le prime difficoltà, in cui si trovavano gli Americani, rimosse, i nuovi governi loro meglio stabiliti, ed i popoli più convenevolmente armati, disciplinati, usi all'armi, e forniti di tutte le cose necessarie alla resistenza? Perilchè era cosa chiara agli occhi dei ministri britannici, che il continuar la guerra oltre quest'anno altro non sarebbe, che prolungare il pericolo, e far nascere per arrota, dell'americana l'europea guerra; che intendevano certamente i medesimi ministri, dopo fatto lo sperimento di quest'anno, qualunque ne avesse ad essere il fine, di far la pace colle migliori condizioni, che ottener potessero; e se non potevano ricuperar le colonie come suddite, riconoscere la independenza loro, e sicurarle con un'alleanza; che perciò nissun mezzo era rimasto alla Francia per impedire, che i coloni non si accordassero di breve colla Gran-Brettagna, o come sudditi o come alleati, se non se quello di contrarre immediatamente coi medesimi tali obbligazioni, che di necessità serrassero la strada a qualunque altra, fermassero per sempre il commercio e l'amicizia loro, e gli abilitassero ed a ributtar gli assalti, ed a sprezzar le offerte del presente nemico. Continuarono con dire, che si doveva la Francia rammentare, che la prima resistenza dei coloni non era già stata per ottener l'independenza, ma sì solamente la riparazione dei torti; che molti fra di loro si ritrovavano, i quali anche adesso starebbero contenti ad una limitata soggezione verso la Corona britannica; che per verità i più si erano scoperti a favor dell'independenza, ma che ciò avevano fatto confidando, che la Francia, attendendo a' suoi più importanti interessi, avrebbe dato pronti, confessati, ed efficaci aiuti. Ma quando si trovavan essi caduti dalle speranze loro, quando vedevano alcuni fra i principi europei fornir genti ad impiegarsi nella soggiogazione loro, un altro proscrivere il commercio (volendo parlare del Re di Portogallo), gli altri starsene, quali indifferenti spettatori, a musare, esser cosa molto probabile, che disperando degli aiuti esterni, e strettamente pressati dai nemici, e dai bisogni loro siano per accostarsi ad accettar quelle condizioni, che sarà per l'interesse, e per l'animo suo il governo britannico per concedere; ciò aver detto lo stesso lord Giorgio Germaine poco fa nella Camera dei Comuni; vale a dire, che la migliore speranza, che si avesse di terminar l'americana guerra quest'anno, quella era, che collocava nell'aontarsi dei coloni al vedere, che nissuna probabile assistenza potevano aspettar dalla Francia; che gli aderenti dell'Inghilterra in America non avrebbero mancato a sè stessi collo spargere ed accrescere vieppiù quest'onta e questo dispetto con acconci rapportamenti; e che già pur troppo andavano essi dicendo a tutti quelli che lo volevano udire, che la Francia, ugualmente nemica alle due parti, la presente guerra solo fomentava per render l'una e l'altra gl'istromenti della vicendevole distruzione loro.
Se con questi, o con altri modi riuscisse la Gran-Brettagna a disciogliere la unione delle colonie, ed a sè stessa ricongiungerle, la Francia irrecuperabilmente perderebbe la più favorevole opportunità, che mai si sia ad alcuna nazione parata davanti di umiliare un potente, arrogante ed ereditario nemico.
Ma non è solo la opportunità di tarpar la Gran-Brettagna, che la Francia perderebbe col presente suo starsene; poichè la stessa sua sicurezza, e le possessioni sue americane pericolerebbero, tostochè l'Inghilterra e l'America riconciliate si fossero. Sanno e sentono il Re ed i ministri della Gran-Brettagna, che ha la Francia incoraggiato ed assistito nella presente resistenza loro le colonie; ed altrettanto sono contro la medesima sdegnati, quanto sarebbero, se loro avesse apertamente denunziata la guerra. Per verità la Francia ha troppo fatto, se non intende fare qualche cosa più. Nissuno potrà non accorgersi, che ogni qual volta che si sarà la Gran-Brettagna pacificata coll'America, qualunque abbiano ad essere le condizioni dell'accordo, tutte le forze inglesi, le quali ora nel continente americano si ritrovano, saranno improvvisamente nelle isole occidentali trasportate, ed adoperate nel soggiogamento delle francesi per ristorare le perdite, e rifar le spese, che la Gran-Brettagna ha sopportate, e fatte in questa guerra; e per vendicare l'insulto e la ingiuria, che la Francia le ha fatto per gl'incoraggiamenti ed aiuti, ch'è riputata avere contro la Gran-Brettagna dato e prestato segretamente ai coloni.
Questo fu il memoriale avanzato a posta per cancellar le dubitazioni. Tutto fu nulla. I ministri francesi non si allargavano, e rispondevano spacciando pel generale, perchè volevano aspettare di veder il progresso di questa guerra. Le nuove della presa di Ticonderoga, ed il timore dell'impressione, che si credeva, dovesse far l'Howe col suo esercito, gli tenevano tuttavia dubbj e sospesi. Nè volevano pigliar briga di ripescar coloro, che sommergevano; ed a tutti è noto l'antico detto, che alla nave rotta ogni vento è contrario. Oltreacciò aspettavano gli Americani a qualche stretta per fargli calare alle voglie loro; e desideravano, che vedessero il fondo dei mali, ed avessero l'acqua alla gola per ottenerne per l'utile della Francia migliori condizioni. Prevalendo poi, siccome a quei dì pareva dovesse accadere, le armi britanniche, nessuno o certo minor pericolo vi era di accordo, la qual cosa sopra tutte le altre temevano i ministri di Francia, tra la metropoli e le colonie. Perchè i ministri d'Inghilterra, procedendo prosperamente i disegni loro in America, a nessun accordo, fuori che a quello della totale soggiogazione consentito avrebbero, la quale meglio che l'independenza parevano i Francesi desiderare, purchè succedesse ad una lunga e distruggitiva guerra.