Kitabı oku: «Don Pietro Caruso», sayfa 3
Margherita
Che idee!
Pietro
Sì, sì: te ne vergogni. Io sono uno sciamannato… Vesto tanto male! Mi sono sempre vestito male! E perciò quand'ero studente e declamavo sui marciapiedi, mi chiamavano il filosofo. Ora mi chiamano il galoppino. Le attribuzioni sono diverse, ma il vestiario è lo stesso. E poi… e poi… le mie conoscenze non ti garbano. Quelli che mi salutano per la via non ti vanno a genio. D'altronde, se conoscessi delle brave persone, starei fresco. Le brave persone sono così inutili! Ma tu non dovresti dartene troppo pensiero. Sei una ragazza onesta tu? E che te ne importa degli altri? Pensa ai casi tuoi. Una ragazza che non va a spasso non trova marito.
Margherita
(lievemente infastidita, gli volge le spalle.)
Pietro
E tu devi trovarlo! (Pausa.) Ah, Margherita! Io sono molto logoro, lo vedi, molto logoro! E tu avrai bisogno di un compagno, di un sostegno. Altrimenti, quando io me ne vado, (con la mano accenna alla morte) come farai, figlia mia adorata, come farai?
Margherita
(asciugandosi una lacrima) Finiscila, babbo!
Pietro
È da molto tempo che dovevo ragionare con te di queste cose. Come farai?.. Tu non puoi lavorare… Non sai lavorare…
Margherita
Imparerò…
Pietro
(con uno scatto energico) Io non lo voglio!
Margherita
Te l'ho chiesto in grazia tante volte… Permettimi di imparare.
Pietro
(con violenza) Mai! mai! mai! (Poi, animandosi sempre più) Imparare! Come si fa ad imparare? Ah, lo so! Si sta tutta la giornata fuori della propria casa, in un laboratorio qualunque, dove si parla… di tutto, dove le ragazze si guastano tra loro, dove una sola di esse cattiva o corrotta basta a corrompere tutte le altre, e dove l'esempio di quelle che fanno il comodo loro e che se la godono è una tentazione perenne, a cui non è facile sottrarsi… (Con gli occhi spauriti) Si esce di lì, stanche, eccitate; si trovano sul canto della via i fratelli, gli innamorati delle compagne… e tutti i birbanti pronti a profittare delle prime irrequietezze d'un piccolo essere sensibile ed inesperto… E la tentazione diventa più acuta, più insidiosa, più incalzante, più prepotente… ed ecco che da una parte s'impara a lavorare e dall'altra s'impara a transigere e ad avere nuove aspirazioni, a desiderare, a fantasticare… a perdersi!.. Povere fanciulle!.. Il cammino libero, quello del lavoro, quello dell'indipendenza, non vi sarà consentito, no, finchè noi uomini nasceremo con l'istinto d'inoculare nella donna tutto il veleno che può renderla più idonea al nostro egoismo. Ricòrdatelo, Margherita! Gli uomini sono vili, sono vili, sono vili!.. Se io ti permetto d'andar fuori per provvedere alla tua esistenza, essi, che sono lì in agguato, non avranno pietà di te… non ne avranno di me. No, Margherita! (Abbracciandola, quasi difendendola cupidamente)No, Margherita mia… No! No! Papà tuo ti vuole come sei… Il tuo onore, il tuo onore è il suo riposo, è la sua luce, è la sua aria, è il suo alimento, è l'unico filo, l'unico che ancora lo leghi alla vita! (Tossisce. – Pausa.) E tu, per dare una consolazione a tuo padre, devi maritarti. Ragioniamo. L'andare attorno, alla ricerca d'un marito, non ci garba? Be'! Tanto meglio! Aspetteremo che il marito venga da noi. Le richieste non mancano. Non te ne sei accorta che Biagio mi sta alle calcagna?
Margherita
Ah! L'antiquario…
Pietro
(rifacendo la voce un po' nasale di Biagio) «Don Pietro, parlate con Margheritina… Don Pietro, ditele che io ho una grande tenerezza per lei…»
Margherita
Sì, sì…
Pietro
Bello non è, e neppure giovanissimo… Ma ha una buona clientela, è un negoziante intemerato, vende per roba antica tutto ciò che gli pare e piace… Insomma, è un uomo per bene che ha parecchie dita di cervello e, all'occorrenza, ha anche tanto di cuore. Ieri, poveretto, voleva per forza prestarmi cinque lire…
Margherita
(con un repentino moto d'orrore) E tu le prendesti?!
Pietro
(calorosamente, in uno slancio irruente di protesta orgogliosa) No che non le presi, perdinci! Da lui, no, mai!.. Appunto perchè so che ti vuol bene! (Un silenzio.) Dunque, Margherita?..
(Si picchia alla porta comune con le nocche delle dita).
Pietro
Chi è?
SCENA III
PIETRO, MARGHERITA, FABRIZIO
Fabrizio
(di fuori) Son io, don Pietro.
Pietro
(con giubilo) Non è la voce del signor conte?
Margherita
(turbandosi) Mi pare di sì.
Pietro
Apri, apri.
Margherita
(alza il lucchetto e si ritrae.)
Fabrizio
(facendo capolino) È permesso?
Pietro
(andandogli incontro, cerimonioso) Avanti, avanti, signor conte… Siete in casa vostra, lo sapete.
Fabrizio
(avanzandosi) Vi saluto, Don Pietro. (Con un cenno del capo) Signorina…
Pietro
È la pioggia che vi mena da queste parti?
Fabrizio
Avete ragione, sono manchevole…
Pietro
Non dico per questo. (Gli toglie di mano il cappello.)Margherita, una sedia…
Fabrizio
No, no… Me ne vado subito… Ho da recarmi a Roma, e forse più lontano… e ho stabilito di partire stasera, col treno delle sei e quaranta…
Margherita
(ne ha una scossa.)
Pietro
Ah? Di partenza?
Fabrizio
Sì, e giacchè debbo sbrigare ancora qualche faccenda a casa…
Pietro
C'è tempo, c'è tempo… Ma, del resto, eccomi a voi. Quali comandi, signor conte?
Fabrizio
Nessuna preghiera, don Pietro. Prima di partire, desidero di saldare quel conticino.
Pietro
(giubilante e affaccendato) Caro signor conte, voi siete un portento… voi siete un prodigio… Margherita, una sedia, t'ho detto… Che cosa fai lì, come una statua?
Fabrizio
Non ce n'è bisogno, don Pietro…
Margherita
(tremante e con lo sguardo rivolto altrove per non lasciarsi scorgere, gli avvicina una seggiola.)
Fabrizio
Grazie, signorina.
Pietro
(portando la seggiola presso la scrivania) Qui, qui! (Quasi costringendolo a sedere) Accomodatevi, ve ne prego.
Fabrizio
Sì, ma non perdiamo tempo.
Pietro
Eh, che volete! La sorpresa… il piacere… Voi non potete immaginare come arrivate opportuno… (Sedendo dall'altro lato della scrivania) La manna nel deserto!.. E tu, Margherita, non salti dalla gioia?
Margherita
(tenta di sorridere.)
Pietro
(a Fabrizio) È commossa. Vedete, non ho vergogna di dirvelo: senza di voi, oggi, io e lei avremmo passata la giornata così… a bocca asciutta.
Margherita
(siede presso la tavola, a lavorare all'uncinetto, sempre perplessa, sofferente, con le orecchie tese.)
Fabrizio
Cioè, a bocca asciutta, no, perchè questa è una bottiglia di Cognac.
Pietro
Posso offrirvi? (Ne versa nel bicchierino.)
Fabrizio
Grazie, no.
Pietro
Alla vostra salute! (Beve e tossisce.)
Fabrizio
Non bevete, don Pietro; dobbiamo parlare di affari.
Pietro
Per me, oramai, è come l'acqua. Sono all'ordine, io. (Apre un registro sulla scrivania.)
Fabrizio
(cava di tasca qualche carta. – Piano:) Vorreste pregare la signorina di allontanarsi un poco?
Pietro
(forte) Oh, non vi preoccupate! Quella lì non ci disturba.
Margherita
(subito) No davvero.
Fabrizio
Tuttavia…
Pietro
Niente, niente. Lasciatela stare.
Fabrizio
(malvolentieri) Come volete.
Pietro
Il conto completo delle spese fatte nella settimana precedente alle elezioni ve lo mandai martedì, e, se non sbaglio, è quello che avete in mano.
Fabrizio
Perfettamente.
Pietro
E dovete convenire che, fra tutti i vostri collaboratori elettorali, don Pietro è stato il più economico.
Fabrizio
Economico, così così.
Pietro
Oh! oh! Mi date un dolore…
Fabrizio
Veniamo al quatenus, se non vi dispiace.
Pietro
Veniamoci.
Fabrizio
Secondo la vostra noticina, la somma che vi versai il giorno sette fu tutta esaurita.
Pietro
I cento voti che vi promisi li avete avuti sì o no?
Fabrizio
Va bene, li avrò avuti.
Pietro
E la neutralità di quel camorrista di Attanasio Belfiore dovevo o non dovevo ottenerla a qualunque prezzo?
Fabrizio
Ma va benissimo…
Pietro
Le carrozze che servirono a portarvi tutti gli elettori sciancati e paralitici, dovevo o non dovevo pagarle?
Fabrizio
(spazientito) Ho capito, don Pietro, ho capito…
Pietro
E non lo sapete che feci risuscitare otto morti affinchè venissero a votare per voi?
Fabrizio
O Dio, don Pietro, finiamola!
Pietro
Volevo ragionare, volevo.
Fabrizio
Ma che ragionare! Abbiamo assodato che quella somma fu esaurita?..
Pietro
Sissignore.
Fabrizio
E non ne parliamo più. C'è stata qualche altra spesa che per caso abbiate dimenticata?
Pietro
Siete d'una delicatezza degna del nome che portate. Un momentino. (Legge nel registro, mormorando:)«Conte Fabrizio Fabrizii… Conte Fabrizio Fabrizii… Conte Fabrizio Fabrizii»… (A lui) Nessun'altra spesa, signor conte. (Altero di questa sua risposta) Cheh!.. Questo significa aver le mani pulite!