Kitabı oku: «Maschere: Dramma in un atto», sayfa 4
SCENA V
IDA e LUIGI
Ida
(vestita da collegiale, pallidissima, e con gli occhi pieni di lagrime, resta un momento, non vista dal padre, sotto l'arco della porta comune, quasi temendo di chiamarlo e d'interrogarlo. Poi si decide:) Babbo?..
Luigi
(con un sussulto, si volta sùbito, nascondendo i pezzettini di carta.) Ida!
Ida
(gli si getta fra lo braccia, piangendo dirottamente.) Dunque, è vero? (Si stringono l'uno all'altra. Egli la bacia e la ribacia. – Pausa.)
Luigi
Sì, è vero.
Ida
Ma come? Come?.. Come ha potuto far questo?.. Papà mio, papà mio, io non voglio perderla, io non voglio vivere senza di lei… (E piange più convulsamente.)
Luigi
Ida, abbi coraggio, per carità! Pensa che sei tu che devi darne anche a tuo padre… a tuo padre che soffre tormenti atroci…
Ida
Dov'è? Dov'è la mamma mia cara?.. Fammela vedere…
Luigi
No, Ida. Tu non potresti resistere…
Ida
Non importa… Se muoio anch'io, sarà meglio… Io non voglio vivere senza di lei… Fammela vedere, te ne scongiuro…
Luigi
No, no, Ida, sii docile… Tu non la vedrai. (Con energia severa e inconsciente) Io non te lo permetterò!
Ida
(stupita) Ma è possibile?.. Vuoi proibirmi di baciarla?.. Vuoi proibirmi… di piangere vicino a lei?.. Vuoi proibirmi… di dirle tante… tante cose?..
Luigi
È necessario!
Ida
Lasciami andare…
Luigi
(trattenendola) No…
Ida
Dov'è? In quella stanza…?
Luigi
No, no, no!
Ida
Ti prometto che sarò forte.
Luigi
(trattenendola sempre) È inutile!..
Ida
Non vedi che è peggio così?..
Luigi
Ida, te lo chiedo in grazia: obbediscimi!..
Ida
No, papà mio, ti domando perdono, ma non posso obbedirti… (Svincolandosi, si slancia verso la porta della stanza mortuaria.) Lasciami andare…
Luigi
(mettendosi rapidamente davanti alla porta, con solennità e violenza) Ida, tu non entrerai qui dentro!
Ida
(gli cade ginocchioni ai piedi.) Ah, che supplizio!
(Pausa.)
Luigi
(la solleva e, piano piano, con dolcezza, la trascina lontano.)
Ida
(quasi svenuta) Io non so… non capisco niente… Perchè mi neghi questo conforto… io non lo capisco…
Luigi
(con amore) Non m'interrogare, figlia mia adorata. Non domandarmi nulla… e rispetta ciecamente… ciò che mi sta qui, nell'anima. Abbi compassione… (gli sgorgano abbondanti ad un tratto le lagrime) abbi compassione di chi ti consacrerà tutta, tutta la vita! (Pausa.) Vieni adesso nella tua cameretta… Ripòsati un poco… Piangi, se vuoi… ma cerca, soltanto, di non pensare. (L'accompagna lentamente, sostenendola.)
Ida
(più col fiato che con la voce) No, non penserò… e aspetterò.
(Escono tutti e due, a sinistra.)
SCENA VI
FRANCESCA
(con prudenza fa capolino all'uscio pel quale è uscita, vede che non c'è più nessuno, attraversa la stanza rasentando il muro, e infila la porta comune. S'è messo uno scialle della padrona, e porta sul braccio parecchi abiti di varii colori. Appena varcata la soglia della porta comune, s'incontra con Paolo e vorrebbe impedirgli d'entrare.)
SCENA VII
FRANCESCA e PAOLO
Francesca
(sommessamente, in fretta) Che fate qua?! Perchè siete venuto?!
Paolo
(con una strana fisonomia tra di dolore, di stupore e di importanza) E non sei stata tu che mi hai portata a casa la lettera terribile?
Francesca
È arrivato il padrone!
Paolo
(abbassando molto la voce)… Ebbene, è naturale che, essendo lui ancora lontano, quella poveretta abbia scritto a me, ed è anche più naturale che io sia accorso… Che diamine!
Francesca
Egli sospetta!
Paolo
Sospetta?! Ne sei sicura?
Francesca
Sicurissima!
(Entra Luigi.)
Paolo
(padroneggiandosi immediatamente, si scosta da Francesca e va con espansione verso di lui.) Oh, Luigi! (Gli stende la mano.)
(Francesca sparisce.)
SCENA VIII
PAOLO e LUIGI
Luigi
(stringe la mano a Paolo con dimestichezza apparente, che male dissimula il sospetto.) Hai fatto bene a venire.
(Nel dialogo ci sarà la tensione nervosa dell'infingimento scambievole: e i loro sguardi diranno, scambievolmente, più che non dicano le parole.)
Paolo
Comprenderai: ha scritto a me.
Luigi
Lo so.
Paolo
E la fatalità ha voluto ch'io non mi trovassi a casa quando è arrivata la lettera. Da casa me l'hanno mandata allo studio… e senza questo maledetto ritardo… chi sa che non sarei giunto a tempo…
Luigi
Lo strano è questo: per me, neanche una parola!
Paolo
Ti credeva ancora in viaggio.
Luigi
E che spiega ciò? Del resto, io le avevo annunziato che sarei tornato oggi o domani.
Paolo
Non avrà avuto la forza, non avrà avuto il coraggio di scriverti… e… s'è rivolta al tuo amico più intimo, al tuo socio, al tuo…
Luigi
(interrompendolo) Che ti ha scritto?
Paolo
… Poche righe.
Luigi
Cioè?
Paolo
… Che si sentiva tanto infelice, che… che portava con sè nella tomba un segreto, e che… chiedeva perdono a te e a sua figlia. In ultimo… mi raccomandava di starti vicino, di confortarti…
Luigi
Io lo conosco questo segreto.
Paolo
Davvero?
Luigi
Era incinta.
Paolo
(ne ha una scossa nell'anima, comprendendo l'ineluttabilità del sospetto di Luigi) E come lo hai saputo?
Luigi
Un medico lo ha constatato.
Paolo
Lo ha constatato?!
Luigi
(alterando spaventosamente la fisonomia) E inorridisci: non era madre che da quattro o cinque mesi…
Paolo
Oh!
Luigi
(diventando sempre più spaventevole) Dunque, aveva un amante…
Paolo
È orribile!
Luigi
E mentre io andavo in giro lavorando, affaticandomi per la mia famiglia – e nessuno sa meglio di te ciò che ho fatto in otto mesi di viaggio, – c'era qui qualcuno, c'era qui un malfattore, che me la distruggeva!
Paolo
È orribile!
Luigi
Sì, è orribile! – e questo malfattore, Paolo, bisogna trovarlo (Pausa.) – (Poi, recisamente) Paolo. tu devi aiutarmi a trovarlo. (Quasi all'orecchio di lui) E sai perchè devi aiutarmi?
Paolo
Perchè… perchè hai in me un tuo fratello… perchè io so comprenderti, perchè io so secondarti e, anche, all'occasione, saprei frenare i tuoi nervi… che sono già così giustamente eccitati…
Luigi
Ecco, ecco, ecco: questa è la ragione. Benissimo! (Pausa.) Vedi, Paolo mio, la causa del suicidio dev'essere certamente connessa alla colpa di lei, al suo amore infame. Sicchè, nei pochi documenti che ella ci ha lasciati, noi dobbiamo cercare qualche cosa. Non ti pare? Dobbiamo cercare, per lo meno, un indizio. I pochi documenti sono: una lettera scritta a sua figlia e un'altra scritta a te. Cominciamo da questa.
Paolo
(allibisce) Da questa?
Luigi
Leggiamola insieme. Dammela.
Paolo
(con voce tremante) Non posso… non l'ho con me… l'ho lasciata a casa…
Luigi
Non puoi averla lasciata a casa, perchè ti è pervenuta allo studio, e tu dallo studio sei corso direttamente qui. Dammela.
Paolo
Ma a quale scopo dovrei mentire?
Luigi
Non lo so. Dammela.
Paolo
T'assicuro che non l'ho… Anzi… per dirti la verità, ti confesso che l'ho distrutta… Sì… l'ho bruciata… Avrò fatto male, ma, che vuoi?, ho obbedito a un impulso, di cui, in questo momento, io stesso non so rendermi conto.