Kitabı oku: «Maternità: Dramma in quattro atti», sayfa 5
ATTO TERZO
In campagna. – È il pomeriggio di una bella giornata settembrina. Una camera spaziosa nitida, gaia, piena di aria e di luce. L'ambiente è quasi rusticano, ma raggentilito da una signorilità semplice e modesta. – Una porta a destra, una porta a sinistra. Un'altra porta, molto ampia, a due battenti, si apre nel mezzo della parete in fondo e scopre il verde scintillante di un pergolato. A poca distanza dalla porta, tra il fogliame della vigna, spicca la tinta biancastra del parapetto d'un pozzo e mettono un luccichìo più vivo la secchia tersa e la carrucola che pende dal ferro arcuato. – Un finestrone è accanto all'uscio di fondo e s'apre anch'esso sulla vigna. La camera è mobiliata per le bisogne domestiche. Una credenza carica di stoviglie, di biancheria, di posate. Qualche stipo, qualche pianta di rosa in un vaso grezzo. Una piccola tavola per il desco. Una tavola grande coperta da un panno bianco, e sopra di essa alcune scatole in cui sono ammonticchiati bavaglini, camicine, cuffiette. Accanto a questa tavola, un cestino da lavoro.
SCENA I
CLAUDIA e TERESINA
Claudia
(in piedi presso la tavola coperta dal panno bianco, vi stende su nastrini, tulle, mussola. È sola. Chiama:) Teresina!
Teresina
(di dentro) Signora!
Claudia
Che non sia freddo addirittura cotesto ferro.
Teresina
(entra portando un ferro da stirare. Lo accosta un po' alla faccia) Per stirare robetta leggera, basta com'è.
Claudia
Dammi.
Teresina
Faccio io. So fare. Voi vi affaticate troppo.
Claudia
Ma di che t'impicci, tu? Non sono mica ammalata, per tua norma. (Prende il ferro, lo strofina sopra una pietra che è sulla tavola e stira accuratamente.)
Teresina
Un poco ammalata, siete. Ieri, per esempio…
Claudia
Che ne sai di ieri?
Teresina
Si vedeva.
Claudia
(stirando) Non c'era niente da vedere, hai capito?
Teresina
Avevate la faccia come la carta che era una pietà a guardarvi!
Claudia
Ma che me ne importa di ieri se oggi sto benissimo? Sto meglio di te, sai.
Teresina
E no! Tutte le donne sono un po' malate quando fanno i figliuoli.
Claudia
Vorrei sapere chi te le insegna queste sciocchezze!
Teresina
Il curato.
Claudia
Mi meraviglio di lui che parla di certe cose alle ragazze.
Teresina
Ce ne parla a fin di bene. Egli ci dice sempre che il fare figliuoli è una malattia. (Imitando la voce del curato) «State attente, ragazze, state attente a non cadere in peccato. Fatelo almeno per la salute.»
Claudia
(sorridendo) Se dice così, dice giusto. Ma resta a capire quand'è che si cade in peccato.
Teresina
Da noi, non si cade in peccato solamente quando ci si marita. Ho da riscaldarlo un altro ferro?
Claudia
No, grazie, non mi serve. Apparecchia piuttosto e pensa a darmi da pranzo.
Teresina
Ho già messo a cuocere i ceci.
Claudia
Mi dai la buona minestra paesana?
Teresina
Quella vi do. (Apparecchiando la tavola per il pranzo, indugia ogni tanto a parlare.) Vi piace?
Claudia
Molto. E mi ti raccomando per la carne, Teresina. Ricòrdati che devo mangiarne spesso; e tenera ha da essere.
Teresina
Don Fabiuccio Nasti, che nella macelleria del padre comanda lui, me n'ha portato un tocco da fare alla cacciatora, tenero come il burro.
Claudia
Un quarto di chilo?
Teresina
Pago sempre per tanto; ma siccome lui amoreggia con me, io ne profitto e me ne prendo di più.
Claudia
Ciò non va bene.
Teresina
Io me lo sposo.
Claudia
E che vuol dire che te lo sposi?
Teresina
Vuol dire… che gli darò più di quello che ho preso.
Claudia
E della malattia, non ne hai paura?
Teresina
Eh! Presto o tardi ci si ha da passare, penso io. Siamo donne per questo.
Claudia
Hai ragione. (Ha finito di stirare. Raccoglie e piega i nastrini, il tulle, la mussola.) È vero che la Madonna di Roccaromita protegge le mamme?..
Teresina
Sì che le protegge. Avete fatto bene a venirvene a Roccaromita.
Claudia
Ma io (dissimulando)… non ne sapevo nulla. Ci sono venuta perchè qui ho trovato da acquistare questa casetta per pochi soldi.
Teresina
La Provvidenza vi aiuta.
Claudia
(animandosi) Certo che mi aiuta! (Il suo viso si contrae un poco. Ella si sorregge a una sedia.)
Teresina
Lo vedete?!..
Claudia
No, no, t'inganni.
Teresina
(si affretta a soccorrerla.)
Claudia
Ma no… Inezie! (Un silenzio.) (Siede.) (Le passa sulla fronte come un'ombra. Indi scuote la testa. Si rianima.) Ecco. Più niente. (Si dispone ad agucchiare.)
Teresina
(terminando di apparecchiar la tavola) Frutta ne ho da comperare?
Claudia
E guarda! Abbiamo lì quel po' po' di uva moscadella.
Teresina
Se la nuova massaia non se ne dispiace…
Claudia
Non può dispiacersene. L'uso di questa piccola vigna me lo sono riserbato per me.
Teresina
Allora ve li colgo due grappoletti maturi?
Claudia
(festosamente) Io! Io! (Si alza e corre al pergolato.)
Teresina
(curiosando, tocca e guarda i nastri, i merletti, le cuffiette, le camicine, i bavaglini già cuciti.) Gli fate un corredo coi fiocchi al piccino!
Claudia
(dal pergolato, mentre sceglie i grappoli da cogliere) Non guastare, Teresa.
Teresina
Non guasto, no. (Continuando a guardare) Ma, perchè poi tanto tempo prima?
Claudia
Com'è bionda! Sembra tutta sparsa di polvere d'oro. (Tornando con i grappoli in mano e assaggiando qualche chicco d'uva) E com'è dolce! Prendi, Teresa.
Teresina
(stacca anche lei qualche chicco e gusta.) Dolce assai.
Claudia
(mette l'uva sulla tavola da pranzo e si asciuga le dita alla tovaglia.)
Teresina
(con riflessione)… A voi che ve ne pare? Sarà un maschio o sarà una femmina?
Claudia
(stringendosi nelle spalle, tutta sorrisi in volto) Mah! (Siede presso il cestino.)
Teresina
Non ce l'avete messa l'intenzione?
Claudia
(infilando l'ago) No.
Teresina
Quando sarà il momento, io ce la metterò, perchè il primo figlio lo voglio maschio.
Claudia
(cominciando a ornare una cuffietta) E se lo sposo ce ne metterà un'altra?
Teresina
L'intenzione dell'uomo non conta!
Claudia
Ah no? (Si volta e la guarda.) E questo chi te l'ha insegnato?
Teresina
Nessuno. Lo so da me.
(Si odono di dentro tre colpi alla porta.)
Claudia
Picchiano, Teresa. Sono tre colpi. Sarà il signor Maurizio.
Teresina
Vado. (Esce a sinistra.)
(Un silenzio.)
Teresina
(senza comparire, dalla stanza attigua) È lui: il signor Maurizio.
Claudia
(celiando) La marchesa non riceve.
SCENA II
CLAUDIA e MAURIZIO
Maurizio
(porta gli occhiali verdi. Indossa un costume dalle tinte gaiette e un paltoncino col bavero alzato. Entrando:) Riceviate o no, io sono qua.
Claudia
Ancora?!
Maurizio
Come ancora? È un pezzo che non mi vedete.
Claudia
Da ieri l'altro.
Maurizio
Ma non da ieri. Ce n'era abbastanza per credere che voi aveste il più vivo desiderio di vedermi.
Claudia
Venite qua. Sedete. (Gli porge la mano, che Maurizio stringe con tutt'e due le sue.)
Maurizio
(piglia una sedia e sta per sedere accanto al cestino.)
Claudia
Toglietevi, per favore, quel paltò, quegli occhiali… Siete opprimente così imbacuccato!
Maurizio
Gli occhiali me li tolgo subito, perchè qui dentro, se Dio vuole, polvere non ce n'è. Ma quella strada maestra!.. L'altro ieri mi sono rovinato gli occhi. Guardate qui. (Allargando le palpebre con le dita) Ho una minaccia di congiuntivite! Lasciare le strade maestre in quello stato è un'infamia! Ma che cosa fanno i consiglieri della Provincia? Che cosa fanno i deputati? Che cosa fanno i ministri? (Siede.)
Claudia
E il paltò?
Maurizio
No. Vi domando perdono, ma il paltò, per ora, mi abbisogna. Ho fatto di corsa quest'ultimo tratto di via, che mi sembra il Calvario, e, se non mi sbaglio, sono un tantino sudato. Aggiungete poi che questa non è mica una camera: è una ghiacciaia.
Claudia
Potevate fare a meno di correre.
Maurizio
Eh!.. Di tante cose si potrebbe fare a meno!
Claudia
Per esempio?
Maurizio
Per esempio, di venire fin quassù tre volte la settimana.
Claudia
Perchè ci venite?
Maurizio
Io non lo so.
Claudia
(ridendo un po') Ah, ah, ah!
Maurizio
Che c'è da ridere?
Claudia
Ricordavo… le tre volte la settimana di Olghina: lunedì, mercoledì e venerdì.
Maurizio
Ma che confusione fate!
Claudia
(graziosamente, dopo una pausa) Come sta?
Maurizio
Sta bene. Credo che stia bene.
Claudia
Sempre… tre volte la settimana?
Maurizio
No, no.
Claudia
Due volte?
Maurizio
Nemmeno.
Claudia
Una sola?!.. Povero Maurizio!
Maurizio
(con comico risentimento di uomo offeso nel suo amor proprio maschile) Vi prego di credere, Donna Claudia…
Claudia
Andiamo, non vi arrabbiate con me, chè anzi io mi compiaccio di sapervi divenuto più saggio.
Maurizio
Più saggio!.. Chi può dirlo poi se sia precisamente saggezza? La verità è che tutta questa storia mi ha scombussolato. Ci pensate, voi, a quel che mi capita? Quando verrà pronunziata la sentenza di separazione tra voi e vostro marito non ci sarà un cane che non avrà la convinzione ch'io sia il vostro amante e anche il… Mi capite, eh?
Claudia
La vedete questa cuffiettina com'è caruccia?
Maurizio
La vedo, sì, la vedo.
Claudia
È un amore!
Maurizio
È tanto caruccia, ma datemi retta. Non si tratta d'una bazzecola. È un fatto d'una gravità singolare, singolarissima. Io sarò in una falsa posizione vita natural durante.
Claudia
(con la massima calma, lavorando a un'altra cuffietta) Il vostro nome non verrà fuori. Voi sareste forse indiziato se ci fosse un sincero dibattito in tribunale. Invece, no, sarà tutta una mirabile finzione, perchè mio marito ed io ci siamo messi d'accordo.
Maurizio
Ma visto che di accordo avete stabilito di dimostrare che vostro figlio non è suo, il naturale candidato alla paternità ho il piacere di essere io. È chiaro.
Claudia
(senza darsi nessuna pena) Ma no!
Maurizio
Sentite, Donna Claudia, questo figlio deve averlo fatto qualcuno.
Claudia
(con un sorrisetto bonario) Ecco quello che vi nego.
Maurizio
(scattando in piedi e levando la voce) Quando si arrivano a dire di simili enormità, non c'è più nulla a sperare dalla logica umana!
Claudia
(graziosissimamente) Non urlate, Nunù, perchè gli urli mi guastano l'appetito.
Maurizio
Chi è Nunù?
Claudia
(rifacendo le voci e i gesti del primo atto) «Addio Ninì» – «Addio Nunù». (Ride.)
Maurizio
(rammentandosi) Ah!.. Ve ne ricordate? (Facendosi serio) E da allora, purtroppo, sono cominciati i guai!
Claudia
(ride più forte.)
Maurizio
Ma voi ridete sempre, Donna Claudia!
Claudia
O Dio! Non dovrei ridere neppure pensando a quel servo imbecille, che, secondo voi, riconoscendomi per la marchesa di Montefranco, mi avrebbe terribilmente compromessa? Vedete come sono mutate le cose. Adesso, voi medesimo venite quassù, da me… tre volte la settimana, affrontando la polvere, il caldo, il freddo, il vento, e mi compromettete con la più spensierata disinvoltura.
Maurizio
(sedendo di nuovo) Voi scherzate, e intanto vi assicuro che, più o meno, queste stesse parole io me le dico senza punto scherzare, quando ci penso. Non è proprio della compromissione ufficiale che io mi preoccupo. Oramai, quella lì è un incidente esaurito. Ma c'è una compromissione di altro genere…
Claudia
Che riguarda voi e me?
Maurizio
(facendosi sempre più serio) No, riguarda me solo. Perchè, sappiatelo, (con vibrazione malcontenuta)… non tutti gli uomini sono come sembrano!..
Claudia
Bella novità!
Maurizio
Io sembro un vecchio fannullone, un vile cultore del proprio benessere, di quel benessere mediocre e pedestre che non corre nessun rischio in mezzo agli urti, alle grida, alle afflizioni, alle lagrime dell'umanità sofferente, e che, d'altra parte, non aspira alle grandi gioie, ai godimenti supremi, e non li rasenta mai. Io sembro un uomo fatto con la ricetta: tanto di prudenza, tanto d'indifferenza, tanto di bontà, tanto di debolezza, tanto di virtù e tanto di vizio, e il tutto mescolato bene e riscaldato a bagnomaria. Io sembro, insomma, e sono forse stato, ne convengo, la negazione di ciò che rende la vita molto bella o molto brutta, di ciò che la rende movimentata e profonda, di ciò che la distrugge e la ravviva, che l'abbassa fino al fango o la eleva sino al Cielo: (con uno slancio d'entusiasmo) ma io, Donna Claudia…
Claudia
(interrompendolo apposta e mostrandogli la seconda cuffietta) Vi piace quest'altra col nastrinuccio celeste?
(Una breve pausa.)
Maurizio
(dissimulando un po' di tristezza interiore) Sì, mi piace.
Claudia
Ce n'è di tutti i gusti. Guardate! Guardate! (Prende la scatola riboccante di cuffiette.)
Maurizio
Difatti, ce n'è moltissime.
Claudia
E ce ne saranno anche di più.
Maurizio
Ma, tanto per sapere, quanti figliuoli contate di mettere al mondo in una sola volta?
Claudia
(con tenerezza soave) Uno, mio buono Maurizio, che sarà tutto il mio mondo!
Maurizio
Ecco… Quando dite queste cose, con quella voce, con quel certo non so che di dolce e di commovente… è un affare serio! Io ne piglio…
Claudia
Una malattia!
Maurizio
(La commozione quasi lo vince suo malgrado) No! Donna Claudia, devo convenire… che ne piglio un poco di buona salute.
SCENA III
CLAUDIA, MAURIZIO e TERESINA
Teresina
(di dentro) Signora! (E tossisce come per meglio avvertire della sua presenza.)
Claudia
Cosa c'è?
Teresina
(di dentro) Posso entrare?
Claudia
(a Maurizio, sorridendo della reticenza di Teresina) Che ne dite? Può entrare?
Maurizio
Come vi divertite a mie spese! (Tentennando la testa in segno di pazienza) Entra pure, ragazza, chè non ci disturbi.
Teresina
(si avanza con la zuppiera fumante.)
Claudia
(continuando la celia – a Teresina) Perchè hai domandato se potevi entrare?
Teresina
(indicando Maurizio) Eh! Quando c'è lui…
Maurizio
No, sai, ti sbagli!
Teresina
(mettendo la zuppiera in tavola) Mi prendete per allocca. Ma io lo capisco quello che siete.
Maurizio
È inutile: ne è convinta anche lei!
Claudia
Almeno per galanteria, non dovreste lamentarvene.
Maurizio
(alzandosi) Sì, sì. Buon pranzo! Io vi lascio.
Claudia
(preparando in fretta un altro coperto) No, no. Qui. Pranzate con me. Vi offro una minestrina paesana, che è un piccolo capolavoro.
Maurizio
Non è ora mia, Donna Claudia. Vi ringrazio.
Claudia
In campagna si può mangiare a tutte le ore.
Maurizio
Mi farà molto male, lo so. Ho anche l'emicrania, oggi.
Claudia
Sedete e mangiate. Senza discussione, e, soprattutto, senza paltò.
Teresina
Evvia, non vi fate pregare, chè dovreste essere voi a pregar lei.
Maurizio
Santa pazienza! (Si toglie il paltoncino e siede a tavola.)
Claudia
Svelta, Teresa. Taglia il pane e cerca nella credenza una bottiglia di Gragnano rosso.
Teresina
(esegue.)
Claudia
(servendo la minestra) Sentite che odore? Roba sana! E bisogna mangiarla calda calda. (Insistendo) Non fate raffreddare.
Maurizio
Ho capito! (Assaggiando) Non avete torto, sapete. Sarà forse la suggestione, ma giurerei di non aver mai provato una minestra squisita come questa.
Claudia
E se aveste la fame che ho io!
Maurizio
È un piacere vedervi a tavola con tanto ardore!
Claudia
Teresa! Teresa! Bada alla carne. Non troppo cotta, mi raccomando.
Teresina
(via.)
Maurizio
Non vi si riconosce più. Non so… Siete tutt'altra donna!
Claudia
E dite, dite la verità: d'aspetto come mi trovate?
Maurizio
Attraentissima!
Claudia
Che c'entra!
Maurizio
Vi trovo colorita, fresca, luminosa, magnifica. E mi pare che tutto sia attraente.
Claudia
E ieri, invece, quel vecchio gufo del dottor Berner, dicendomi delle parole sibilline, mi guardava con certi occhi che per un momento mi fecero sospettare d'essere diventata un cencio.
Maurizio
Come vi saltò il ticchio d'andare dal dottor Berner?
Claudia
Volli consultarlo.
Maurizio
Eravate molto sofferente?
Claudia
(con urgenza, eccitandosi) No! Poco, pochissimo… quasi niente! Ve lo accerto, Maurizio: quasi niente…
Maurizio
Ne sono persuaso, che diamine! E appunto, dicevo, non era il caso di recarsi apposta in città per consultare un pezzo grosso.
Claudia
D'altronde, io non ho nessuna esperienza. Il dottor Berner mi ha vista nascere… È uno specialista di gran fama… Mi parve abbastanza naturale profittare dei suoi consigli.
Maurizio
E questi consigli?
Claudia
Non me ne dette.
Maurizio
Meglio.
Claudia
Soltanto, con la sua consueta aria d'importanza, mi promise che verrà domani a vedermi qui. Ma mi annoia la sua visita. Io non lo riceverò.
Maurizio
Scrivetegli di non venire.
Claudia
E se poi… (si rattrista ad un tratto) Se poi… avesse a dirmi qualche cosa di molto serio?
Maurizio
Non cominciate a farneticare, adesso, perchè, su questo terreno, oggi, non me la sento di seguirvi. Io non sono uno specialista… Ciò è incontestabile. Ma se io vi dico che non siete mai stata così florida e forte, potete contarci.
Claudia
Giuratemi che non m'ingannate.
Maurizio
… Ve lo giuro.
Claudia
(esaltandosi) Sì, sì, vi credo, vi credo!.. Voi siete un amico incomparabile, voi siete un angelo, e io vi credo. Via tutti i farfalloni neri! Mangiamo, beviamo… Beviamo tanto da ubbriacarci. (Versando il vino) Non vi volete ubbriacare, voi?
Maurizio
(esaltandosi anche lui) Ma sì che voglio ubbriacarmi, perbacco!
Claudia
Vi abbraccerei.
Teresina
(di dentro, tossisce per prudenza e domanda:) Posso entrare?
Claudia
(prorompe in una risata) Ah, ah, ah!
Maurizio
È esasperante!
Claudia
(ride clamorosamente.)
Maurizio
Entra, entra, entra! Afflizione!
Claudia
Ma questa volta, scusate, poteva anche aver ragione. Stavo per abbracciarvi…
Maurizio
Magari!
Teresina
(entrando) Carne poco cotta. (Mette la carne in tavola.)
Claudia
Bravissima! (Beve d'un fiato. Poi a Maurizio:) E voi?
Maurizio
Eccomi. (Ingolla un bicchier di vino.)