(Va al telefono. Gira il manubrio del campanello. L'ufficio risponde. Ella parla:) Comunicazione col numero 623. (Pausa. Il numero 623 risponde. Ella si mette gl'imbuti del telefono agli orecchi. Parla:) Chi è al telefono? (Pausa.) Ah sei tu, Rosetta? (Pausa.) Tuo marito… non è in casa? (Pausa.) Grazie, volevo dargli soltanto una notizia. (Pausa.) Oh, è naturale!, volevo darla anche a te: vorrei darla a tutti i miei amici. (Pausa.) Ecco in poche parole: Federico ed io ci siamo bisticciati e ci separiamo. (Pausa.) Sì, sì, ci separiamo. (Pausa.) No, sai, è inutile: non ci riusciresti. (Pausa.) Vieni pure se vuoi, ma non ci riconcilieremo: sprecherai tempo e fiato. (Pausa.) Non mi credi? (Pausa.)
(sempre al telefono) Te lo accerto, te lo giuro!
(voltandosi) Oh! Sei tu!
Cos'è che giuri?
Zitto, che sto parlando con tua moglie!
Accidente! (Quasi che la moglie potesse vederlo attraverso il telefono, se ne allontana sconcertato.)
(con gl'imbuti agli orecchi, cercando di abbreviare la conversazione telefonica.) Sì, diglielo tu a tuo marito. Tu lo vedrai sicuramente prima di me.
(quasi tra sè) Se sono qui!
(concludendo) È così intimo di Federico che la notizia gl'interesserà molto. A rivederci. (Gira il manubrio del campanello per far togliere la comunicazione.)
Che è? Che è accaduto?
Non hai udito?
No.
E non capisci?
Nemmeno.
Io sono felice!
Benone!
Ho avuta una scena tremenda con mio marito.
E questa per te è una felicità?
Sfido io! Tutto è finito.
Scusa, io continuo a non capire.
Insomma, così come mi vedi, io sono libera come l'aria.
Lo so ch'egli non è in casa. La cameriera me lo ha detto.
Non tornerà che a prendere gli accordi necessari e definitivi per la separazione.
(saltando di maraviglia) Per la separazione!?
Non gioisci?
Andiamo, è una burletta!
No, no, puoi gioire. È la verità. Io sarò tutta tua, intendi? Io darò a te tutto il mio amore, tutto il mio tempo, tutta la mia vita. Ah, che sollievo! Io mi sento non solamente felice, ma anche riabilitata, perchè quello che ho fatto fino a ieri è stato disgustevole. Fino a ieri, io sono stata due metà di una donna, e oggi ridivento una donna intera. Ero stanca di dover distribuire ogni giorno le mie ore, le mie tenerezze, tutta me stessa, in due dosi uguali, fra te e lui. Io ti tradivo. Sì, in fondo, il tradito eri tu. Io ti tradivo con mio marito; ma era un tradimento come un altro. Tu tolleravi, poverino, per la tua bontà, per la tua abnegazione. Ma adesso! Oh, adesso tu potrai amarmi con fiducia, con sicurezza, senza soffrire, senza transigere. (Carezzandolo) Sei contento? Di': sei molto contento?
(imbarazzato) Ecco:… questo provvedimento è così radicale che… non so, ma…
Non mi ringrazii neppure? Non mi ringrazii sùbito?
O Dio, io apprezzo i nobilissimi sentimenti che ti hanno guidata… Nondimeno, se tu avessi chiesto il mio parere prima di deciderti…
(sbarrando gli occhi) Avanti.
(coraggiosamente) Ebbene, sì, se tu me lo avessi chiesto, io t'avrei vivamente pregata di non separarti da tuo marito.
Tu?!
Io, io, io.
Alberto! Tu pensi bene a quello che dici?
E non mi disdico. Tuo marito non merita d'essere trattato male. È un eccellente uomo. È un marito irreprensibile. Io ho sempre deplorato che tu avessi così poco rispetto di lui.
E tu, lo hai rispettato?
Prima di tutto, io non ero sua moglie. E poi, io ho sempre nutrita e nutro per lui, la più sincera amicizia, la più profonda venerazione. E dillo tu stessa: sono mai stato scortese con Federico? Gli ho mai procurato un dispiacere? Mi sono mai ribellato alle sue giuste esigenze? Ho mai offesa la sua dignità?.. Mai! Tu, invece, hai cercato di ribellarti spessissimo alla volontà sua e sono stato io che ho dovuto frenare le tue ribellioni. Tu non ti sei mai veramente preoccupata del decoro di colui che ti ha dato il suo nome, mentre avresti dovuto anche considerare che, se tu non fossi stata sua moglie, io, probabilmente, non t'avrei amata. E quasi che tutto ciò non bastasse, hai avuta la crudeltà di essere d'una scortesia senza limiti per quest'uomo: brusca, bisbetica, acre, violenta…
(inorridendo) Ah, ma tu sei un ingrato!
Verso di chi?
Verso di me!
Ma non verso di lui! Noi due gli dobbiamo tutto, e, quindi, abbiamo il dovere della gratitudine!
Ah? Devi tutto a lui? A me non devi niente?
Che c'entra! Per me tu sei il beneficio; il benefattore è lui!..
(tra l'ira e la tenerezza – quasi piangendo) Se tu mi amassi come io ti amo, non faresti di queste distinzioni sottili, e non mi esorteresti ad essere ancora una buona moglie.
Eppure, di te mi sono innamorato appunto perchè mi sei parsa una buona moglie. Già, è inutile: la penso così. Sono un uomo onesto! Mi piace di vivere in un ambiente onesto. E la prima cosa che esigo dalla donna è l'onestà.
E non ti basterebbe che io fossi onestissima come amante?
Un'amante che ha un marito è la sola amante sulla cui onestà si possa contare. E questa è una delle ragioni più salienti per cui io non so consentire alla separazione. Ti parlo franco. Per una donna che vive sola c'è troppe tentazioni. Per conto mio, tuo marito è il tuo custode. Finchè c'è lui, io sono tranquillo.