Kitabı oku: «Il Guerriero Depravato», sayfa 3
CAPITOLO TRE
Riprese improvvisamente conoscenza. Mackendra era coricata a occhi chiusi, era confusa e allo stesso tempo provava sollievo. L’ultima cosa che si ricordava era tanti schifosissimi ragni enormi che la mordevano. Le avevano ricoperto ogni centimetro di pelle, penetrandole freneticamente la carne. Gli insetti le avevano lasciato innumerevoli segni gonfi sulle braccia e sul torso, e quando l’acido le aveva raggiunto le vene, Mackendra si era resa conto che i ragni erano velenosi. Era scioccata di essere viva. Non si aspettava di riprendersi dopo aver sentito gli organi liquefarsi. Non aveva idea che fosse possibile provare dolore al fegato e al diaframma. La ragazza non poteva fare a meno di chiedersi come avesse fatto a non morire.
Aprì gli occhi quando qualcosa le sfiorò un braccio. Si mise a sedere talmente velocemente da farle girare la testa. Sollevò le braccia e le osservò. Non solo non aveva più ragni addosso, ma erano spariti anche i segni dei morsi. Si accarezzò il seno e il ventre, ma anch’essi erano intonsi, ovviamente a eccezione delle cicatrici già presenti. Com’era possibile? Le venne la pelle d’oca. Aveva stranamente molta energia in corpo nonostante fosse stata in punto di morte poco tempo prima. Che cosa stava succedendo?
Nulla aveva avuto senso da quando si era risvegliata circondata dalle fiamme nella propria camera da letto. Molto probabilmente casa sua era andata distrutta, e si ritrovava in un luogo sinistro circondata da Dio solo sa che razza di creature; inoltre era appena sopravvissuta all’attacco di ragni velenosi. Senza contare che probabilmente in quel momento un vampiro le stava dando la caccia. Provò un brivido lungo la schiena come ad avvertirla.
“Era ora che ti svegliassi” udì pronunciare in forte accento scozzese dietro di sé. Balzò in piedi dallo spavento, e quando si voltò si trovò faccia a faccia con lui. Mackendra notò che l’uomo aveva contratto un muscolo della mascella quando si guardarono. Una brezza tiepida le accarezzò la pelle nuda, e si rese conto che stava fissando un vampiro senza maglietta. Lo stesso vampiro che aveva pugnalato al cuore. Provava disagio quando raccolse velocemente il proprio top da terra prima di indossarlo senza nemmeno preoccuparsi di pulirlo dalla sporcizia e dalle budella di ragno. Non le piaceva il modo in cui il vampiro la stava guardando come se fosse stato pronto a mangiarla viva. La parte peggiore di quella giornata incredibile era che non sapeva nemmeno se sarebbe stato qualcosa di positivo o di negativo.
Gli occhi di lui le ricordavano un cielo in tempesta. Non riusciva a non chiedersi che cosa l’essere avesse in serbo per lei. L’avrebbe uccisa per averlo pugnalato o l’avrebbe punita in altro modo? L’espressione sul volto di lui suggeriva che tutto fosse possibile.
“Sei abbastanza forte da camminare, bella. Dobbiamo andarcene subito” il suo tono imperativo non lasciava spazio a compromesso alcuno.
“Cosa?” Domandò, confusa dall’atteggiamento di lui. “Dove stiamo andando?”
“Devo trovare assolutamente un nascondiglio. Non posso espormi alla luce del sole” rispose gettandole lo zaino ai piedi.
“Se non mi porti a casa non ho intenzione di seguirti, succhia-sangue” sbottò lei con ritrovato coraggio, incapace di tenere la bocca chiusa. Per come la vedeva se avesse avuto intenzione di ucciderla l’avrebbe già fatto. Aveva perso i sensi, era ferita e completamente a sua disposizione, eppure non le aveva fatto del male. L’idea in sé andava contro tutto ciò che sapeva riguardo ai vampiri. Avrebbe dovuto succhiarle tutto il sangue e lasciarla morire.
“Preparati. Sono certo che qua fuori ci siano delle creature ben peggiori dei ragni”. Il suo tono spensierato era quasi credibile; il vampiro giocherellò distrattamente con il coltello di Mackendra prima di mettersi in marcia. La ragazza aveva però notato l’espressione irritata di lui prima che la mascherasse agli occhi di lei.
Lo osservò avanzare rivolgendole la schiena, e la ragazza guardò infuriata la lama. Aveva realizzato da sola quel pugnale e lo rivoleva. Dopo diversi tentativi con varie armi e alcuni infortuni, Mackendra si era resa conto che solamente le lame di titanio uccidevano i vampiri. O gli Skirm. Non sapeva ancora per certo se i vampiri e gli Skirm fossero due tipi diversi di creature. L’uomo non era diventato cenere, e il suo sangue era rosso e non nero. Inoltre c’era qualcosa di strano nel modo in cui gli brillavano gli occhi. Non assomigliavano affatto a quelli delle altre sue prede, attorno alle cui iridi si allargava un inquietante cerchio rosso.
Anni prima, quando aveva intrapreso l’attività di caccia ai vampiri, si era resa conto in fretta di dover trovare il modo di fabbricare delle armi. Era stato costoso perdere ripetutamente pugnali e pistole quando aveva esordito cacciando Skirm. Fortunatamente aveva imparato molto grazie al proprio mestiere di meccanico, quindi non le risultò complicato apprendere di come realizzare le armi forgiandole nel proprio braciere in giardino. Aveva scoperto per caso che il titanio uccideva gli Skirm. Aveva impiegato una porzione generosa dei propri risparmi per acquistare del titanio per le armi, una di cui era tra le mani di un vampiro. Si trattava della sua opera migliore, nonché la sua gioia e il suo orgoglio.
“Ehi, ridammelo subito” gli ordinò nel raccogliere lo zaino da terra prima di seguirlo. Era sorpresa di quanto lui si muovesse velocemente e in silenzio, mentre a Mackendra sembrava di avanzare pesantemente come un elefante.
“Perché, così puoi pugnalarmi ancora? Nah, me lo tengo”.
La ragazza prese quindi a correre e lo raggiunse, e dovette faticare il doppio per restare al passo di Kyran. Questi non si preoccupò nemmeno di rallentare per facilitarla, non comportandosi assolutamente da gentiluomo. Non che Mackendra volesse un uomo che la trattasse con estremo riguardo, ma non gli avrebbe fatto male rallentare. “Quel pugnale mi appartiene. L’ho realizzato io e lo rivoglio” ritentò.
Kyran si passò quindi la lama tra le mani per ispezionarla. Mack si ritrovò a trattenere il respiro, in attesa di apprendere l’opinione di lui. Sperava assurdamente che gli piacesse. Non aveva idea del perché il giudizio di Kyran avesse importanza, eppure era così. “Non male per un’umana. Te lo ridarò se ti comporterai bene. Confido nel fatto che tu abbia capito che non è facile uccidermi. Prima lezione, Mackendra. Si uccidono gli esseri soprannaturali solo decapitandoli”.
Il ghigno sul volto di lui mentre le porse il coltello le fece venir voglia di conficcarglielo dritto in mezzo agli occhi. Che arrogante. “Lo prendo come un complimento per il mio spiccato talento”.
“Come preferisci, bella”. Questa volta ridacchiò liberamente, e lei gli diede un pugno amichevole al braccio senza pensarci, come se fosse un suo amico. Kyran abbassò lo sguardo dove la ragazza l’aveva colpito, e le rivolse un ghigno misterioso. “Per quanto sia tentato dal proseguire questo scambio, dobbiamo trovare riparo” commentò.
Ignorò la risposta irriverente di lui, e si chiese come mai fosse talmente urgente ripararsi dal sole. “Mi sono sempre chiesta quanti miti sui vampiri siano veri. Veramente il sole ti riduce in cenere?”
“Eccome” rispose con nonchalance. Non era una persona molto incline alla conversazione, ma la cosa non la scoraggiò. Svolgeva ricerche sui vampiri da anni, ma non aveva mai trovato una fonte attendibile di informazioni. Davanti a sé aveva un vampiro vero, il quale sembrava disposto a condividere nozioni, e sicuramente avrebbe colto l’occasione per imparare tutto ciò che poteva. Dopo tutto, sapere è potere.
“Okay. Cos’altro è vero? I crocifissi ti fanno male? E l’aglio?” Domandò Mackendra nel sistemare due bastoncini a forma di croce.
Kyran scoppiò a ridere di gusto. “No” scosse il capo, e le sembrò che sul volto di lui fosse apparso brevemente un sorriso. Era sconcertante vederlo divertito. Non credeva che i vampiri fossero in grado di provare altre emozioni oltre l’ira. Inoltre era bellissimo quando sorrideva. A essere onesta tutto di quel vampiro era bellissimo...dai suoi tratti possenti e mascolini al suo corpo incredibilmente muscoloso.
Quando Mackendra alzò lo sguardo su Kyran si rese conto che era alto, almeno quindici centimetri di più del suo metro e settantacinque. Il respiro le accelerò quando notò il modo in cui le gambe di lui riempivano i pantaloni. Le spalle larghe di Kyran facevano sì che la maglietta gli risultasse aderente, e la vista le faceva battere forte il cuore. Si chiese se si trattasse del frutto di un duro allenamento o se facesse parte della sua natura di vampiro. Nonostante il corpo incredibile, ciò che attirava maggiormente Mackendra erano gli occhi grigio tempesta di lui che in quel momento la stavano fissando. Sembrava alquanto infastidito.
“Tipica umana” mormorò lui, ponendo fine alle occhiate di lei.
“Fottiti, sanguisuga”. Vero, era bello, ma voleva ancora ucciderlo.
Kyran la squadrò per bene dalla testa ai piedi, indugiando sul seno e su altre aree simili, mettendola a disagio. La stava fissando, e Mackendra non sapeva come reagire. Non avrebbe dovuto sorprendersi, dopo tutto era un maschio. La ragazza non credeva però che i vampiri provassero desiderio sessuale dato che erano non-morti, eppure il modo in cui la guardava non lasciava spazio ad altre interpretazioni. “Attenta a cosa desideri, bella”.
“Non...Non è quello che…” la ragazza si sentì arrossire dall’imbarazzo. “Sai cosa voglio dire” ribatté scioccamente. Mackendra si rese conto che le risultava relativamente semplice restargli al passo, a differenza di poco prima. Si sentiva molto bene e si chiese come avesse fatto a sopravvivere all’attacco dei ragni velenosi.
“Ehi, ti senti diverso, come se avessi più energia? Mi sento benissimo e non dovrei. In realtà dovrei essere morta. Credo sia l’effetto di questo posto”.
“Wow, per qualcuno talmente abile nella caccia agli Skirm non sai niente di esseri soprannaturali. Il motivo per cui ti senti così bene è perché ti ho dato il mio sangue”.
“Che cos’hai fatto?” Strillò lei fermandosi sui propri passi. “Mi hai trasformata in un fottuto succhia-sangue come te?” Strinse la presa sul coltello in mano, e per poco non lo pugnalò ancora.
Kyran non sembrava per niente turbato dall’affermazione di lei quando la guardò. “No, non ti trasformerai in un vampiro. Lezione numero due, non ci si trasforma in vampiri, vampiri si nasce. Ecco un altro mito sbagliato che conoscono gli umani. Il tuo corpo però sta cambiando”.
“In che senso il mio corpo sta cambiando? Se non sto diventando un vampiro, che cosa mi sta succedendo?” Mackendra stava impazzendo ed era infuriata con Kyran, il quale se ne stava immobile con espressione neutra in viso.
“Ti ho salvato la vita. Non c’è di che” disse lui prima di riprendere a camminare.
Mackendra lo guardò allontanarsi. Come diavolo faceva a comportarsi in modo talmente apatico e pensare che quello che le aveva detto fosse abbastanza? Non gli avrebbe permesso di cavarsela così facilmente, e si affrettò per recuperare terreno. “Forse non sono stata chiara. Esattamente che cosa intendi quando dici che il mio corpo sta cambiando? Voglio altri dettagli”.
Kyran sbuffò con fare esasperato e si voltò verso di lei senza smettere di camminare. “Il sangue dei vampiri guarisce le ferite umane. Normalmente è tutto ciò che fa. Ma tu sei diversa, Mackendra. Nel tuo caso il tuo DNA si sta modificando per renderti immortale. È il modo della Dea per assicurare ai Prescelti una vita della durata simile”.
La ragazza rimpianse di avergli posto quella domanda. Prescelti? Roba forte. Doveva tenere la bocca chiusa e allontanarsi da lui per trovare la strada di casa. Non voleva assolutamente saperne di più, nonostante la forse curiosità. “Di cosa stai parlando?” La ragazza si ammonì mentalmente quando le parole le sfuggirono di bocca. Era assurdo ma voleva coprirsi le orecchie come facevano i bambini, in modo da evitare di ascoltarlo.
Kyran non distolse lo sguardo da Mackendra per qualche secondo, facendole venire i brividi lungo la schiena. “Sto dicendo che tu sei la mia Prescelta, bella” rispose lui. Il suo tono era distaccato quando scagliò quella bomba sulla ragazza, la quale si ritrovò a chiedersi se per lui il fatto avesse importanza o no. Per lei si trattava di qualcosa che ti cambia la vita.
“Non è possibile che io sia la tua Prescelta, succhia-sangue” negò lei. Quel vampiro era pazzo. Forse quel luogo stava agendo sulla sua psiche.
Kyran afferrò immediatamente un lembo della propria maglietta e se la portò sopra la testa. “Questo marchio decreta che sono tuo” le disse indicandosi il petto, poi le portò un dito dietro l’orecchio sinistro. “Ed è uguale al marchio che hai tu qui. Adesso il tuo è visibile solamente agli esseri soprannaturali, ma una volta completato il nostro accoppiamento sarà come qualsiasi altro tatuaggio”.
Mackendra era sconvolta. Kyran era completamente pazzo, e la ragazza ne rimase sbalordita. Si ritrovò come attirata di forza al petto di lui, e gli toccò la croce celtica, ma consisteva in un rivolo rosso. Fu incapace di resistere al bisogno di toccargli la carne con il dito. Kyran si ritrovò a prendere un respiro in modo repentino, e le immobilizzò immediatamente la mano. “Ti fa male?” Domandò Mackendra. Sembrava che fosse stato marchiato a caldo da poco.
“Eccome se fa male, ma non è per questo che ti ho fermata. Il tuo tocco mi fa venir voglia di legarti a quell’albero e scoparti fino a farti perdere i sensi” ringhiò Kyran. Non aggiunse altro e si rimise la maglietta prima di riprendere a camminare.
Il suo commento osceno avrebbe dovuto disgustarla. Non aveva mai sopportato gli uomini volgari, e odiava i vampiri, quindi odiava lui. Quella sanguisuga era un tipo freddo e assolutamente menefreghista. Era il suo nemico, e la reazione di lei non fu eccitazione sessuale, era solamente disgustata. Si impose di mentirsi ripetutamente, non volendo credere di trovarlo attraente.
La raggiunsero una serie di emozioni che la fecero inciampare sui propri passi. Solitamente era in grado di comprendere i propri sentimenti e di gestirli, ma si trattava di una situazione troppo caotica e sconosciuta. No, non era completamente vero. Mackendra si rese conto che sotto sotto condivideva ciò che provava Kyran. Si trattava di qualcosa di assolutamente ingiusto e che minacciava i muri che la ragazza aveva costruito attorno al proprio cuore. Poteva sembrare distaccato, ma nel cervello di lei echeggiavano l’eccitazione, la frustrazione e l’impazienza di lui. Era un po’ snervante condividere un legame talmente intenso con qualcuno.
“Non mi accoppierò mai con te, sanguisuga” dichiarò lei nel tentativo disperato di distaccarsi dalla connessione. “Non avresti mai dovuto fare questa cosa senza il mio permesso. Hai scelto la ragazza sbagliata”. La sua protesta sarebbe stata più credibile se non l’avesse detto con voce ansimante.
“Non ti ho obbligata a fare niente, e puoi scommettere che non ti ho scelta. Forse non sono stato chiaro. La Dea ci ha resi Prescelti, non sono stato io. Ecco, trascorreremo la giornata in questa caverna”. Il suo cambio improvviso di argomento la confuse, e poi lo vide abbassarsi in un’apertura che la ragazza non aveva notato. Proprio in quel momento il sole fece capolino all’orizzonte.
Mackendra indugiò sulla soglia della caverna, lasciando che il sole le accarezzasse la pelle; per poco si aspettò di prendere fuoco, nonostante Kyran avesse detto che non si stava trasformando in un vampiro. Si concesse un istante per godere del calore dei raggi solari e per osservare la bellezza circostante. Apprezzò la normalità del cielo terso e soleggiato, che era apparso dopo una notte caratterizzata dalla luna violacea.
“Adesso sei convinta che non ti trasformerai in un cumulo di ceneri? Sono molte cose, Mackendra, ma non un bugiardo” esordì dal buio della caverna.
Le si gelò il sangue nelle vene quando le sovvenne un pensiero. “Mi leggi la mente?”
Kyran ridacchiò oscuramente, il che la disturbò ulteriormente. “I vampiri riescono a leggere la mente degli umani...ma dato che sei la mia Prescelta non sono in grado di leggere la tua. Sei semplicemente prevedibile, Mackendra”.
La ragazza entrò nella grotta e incespicò quando il cambio repentino di luce l’accecò momentaneamente. Sentì il calore della mano di Kyran sul braccio quando la aiutò ad addentrarsi nella caverna. Il calore della pelle di lui la spaventò. Mackendra si aspettava che l’uomo fosse ghiacciato, come si vedeva nei film. “Sei un non morto o qualcosa di simile?”
Il respiro di lui la spaventò quando lo percepì aleggiarle sul volto. “Non sono uno zombie, bella. Devi smettere di guardare così tanti film. Sono raramente corretti”.
“Esistono veramente gli zombie? Adoro la serie The Walking Dead” rispose lei ignorando la sensualità di lui. Era fin troppo attraente, il che aveva un effetto preponderante su di sé.
“Anche a me piace molto, mi fa ridere. Devo dire che gli attori fanno un ottimo lavoro nel fingere di combattere”. Aveva smesso di guidarla per il braccio, ma non aveva ancora tolto la mano.
“Non riesco a credere che un brutto succhia-sangue guardi una serie sugli zombie. È la tua versione di un reality show?”
“La realtà te la farebbe fare sotto. Per rispondere alla tua domanda, no, non esistono gli zombie come li conosci tu. Esistono i Wendigo. I miei fratelli hanno incontrato un branco molto tempo fa durante un viaggio a New Orleans, e in base a ciò che hanno descritto farebbero sfigurare i tuoi zombie”.
“Addirittura?” Mackendra scoppiò a ridere, staccandosi finalmente da Kyran. “Mettiamo temporaneamente da parte la discussione sui Wendigo. Vorrei che mi dicessi di più su questa cosa dell’accoppiamento. Hai detto che una Dea mi ha scelto. Voglio sapere tutto al riguardo, anche sulla Dea”.
“Taci mai?”
Mackendra portò indietro il piede e cercò di colpirlo alle palle, ma Kyran le fermò la gamba e la fece cadere di schiena. La ragazza si ritrovò a trascinare l’uomo con sé al suolo, e l’impatto la privò dell’ossigeno dal petto.
“È l’ora del pisolino per Dracula?” Domandò quando percepì il corpo muscoloso di lui addosso al proprio.
“Ti sembra l’ora del pisolino?” Domandò lui con voce roca all’orecchio di Mackendra, spingendo la propria erezione contro di lei. La ragazza trasalì, stupita dall’audacia di lui; allo stesso momento era innegabile il desiderio che la pervase. Era sia contenta che irritata dal fatto che i loro corpi fossero ostacolati dai vestiti. Non poteva permettere che la loro attrazione reciproca li spingesse oltre. Mackendra gli portò i palmi al petto e fece per spingerlo via, ma quando Kyran le sibilò all’orecchio la ragazza si ricordò del marchio di lui e della reazione che aveva avuto al proprio tocco.
Il lato sfrontato ed esuberante di Mackendra la spingeva a stuzzicare invano il vampiro per lasciarlo voglioso. Decise di abbassare le mani, ma rimase ferma quando Kyran torreggiò su di sé. Lo sentì prendere qualche respiro profondo, e la ragazza notò la luce nei suoi occhi. L’espressione determinata le aveva suggerito che l’avrebbe baciata. Mackendra aveva sentito le labbra formicolare quando aveva trattenuto il respiro. Kyran fece per annullare lentamente la distanza tra loro due, e Mackendra lo aiutò trovandolo a metà strada; l’uomo voltò però il viso all’ultimo minuto.
“Ora” disse in tono frustrato “volevi sapere di più sull’accoppiamento”. Mackendra annuì, aveva la gola talmente secca da non essere in grado di parlare. Aveva appena vissuto uno dei momenti più eccitanti della propria vita e Kyran non l’aveva nemmeno toccata. Doveva ricomporsi velocemente o sarebbe finita nel letto di quel vampiro.
Kyran si accomodò sui talloni senza distogliere lo sguardo dalla ragazza mentre questa si mise a sedere. Era chiaro che si stesse ancora adattando all’oscurità e non vedesse bene. Quando qualcosa le si arrampicò sul braccio di, urlò e se lo scrollò di dosso, scalciando e pugnalando a terra dove credeva che la creatura fosse finita.
“Stai cercando di accoltellare la terra o il ragno?” Era chiaro il sarcasmo nella voce di lui, e la ragazza ebbe il sospetto che si trattava di qualcosa che non esprimeva spesso.
“Il ragno, accidenti…” rispose distrattamente, e in quel momento Kyran le sottrasse il coltello dalla mano prima di scagliarlo qualche metro più in là.
“Ti prego dimmi che non mi hai trascinata nella loro tana”. Mackendra non sarebbe mai riuscita a dimenticarsi della sensazione dei ragni che le camminano sulla pelle, mordendola e lasciando delle ferite sul loro cammino.
“Non ne vedo più, ma non devi preoccuparti”.
“Ah, la sanguisuga è il mio cavaliere dall’armatura scintillante, e affronta gli insetti con coraggio al posto mio. Grazie”. Commento sarcastico a parte, Kyran era in grado di mantenere la calma in presenza dei demoni a otto zampe, quindi gli strisciò accanto e si sedette di fianco a lui. “Ora dimmi di questo accoppiamento”.
“Il mio compito è proteggerti, Mackendra”. Alla ragazza si accapponò la pelle. Era capace di prendersi cura di sé, ma Kyran proseguì prima che potesse rispondere. “La Dea Morrigan è la creatrice di molte specie di molti Reami. Ha creato il Reame Tehrex a cui appartiene la maggior parte degli esseri soprannaturali sulla terra. Ha creato la mia specie e noi l’adoriamo, quindi mi riferisco a lei quando parlo della mia Dea. Parte di ciò che ha fatto la Dea quando ha creato gli esseri soprannaturali è stato creare anche la loro metà. Ogni essere soprannaturale ha un Prescelto là fuori da qualche parte...qualcuno fatto apposta per loro”.
“Hai detto che questo marchio afferma che io sono tua. Come lo sai?”
“Normalmente scopriamo chi è la nostra Prescelta dopo aver fatto sesso con lei, ma nel nostro caso immagino che il marchio sia comparso perché ti ho donato il mio sangue, dato che è apparso subito dopo”.
“È assurdo. Non pensavo che i vampiri facessero sesso” mormorò Mack.
Kyran si avvicinò a lei. “I vampiri fanno sesso, Mackendra, molto, molto sesso” le sussurrò all’orecchio. L’accento scozzese di lui le fece venire i brividi lungo la schiena. “Smetti di dubitare di quello che ti dico e fidati del tuo istinto. In te c’è parte della mia anima, anche adesso che ti sto dicendo qualcosa che non vuoi sentire”.
“In me c’è parte della tua anima? E poi? Dobbiamo sposarci e vivere per sempre felici e contenti? Te lo dico, non mi piacciono i matrimoni combinati”.
“È divertente perché la parte di tua anima in me è completamente d’accordo sull’accoppiamento. Mi sta incitando a possedere il tuo corpo e il tuo sangue”. Le mostrò i canini, e nonostante la grotta fosse buia, Mackendra vide i denti affilati quando la fioca luce solare filtrò nella caverna.
“Lo avrai scambiato per il desiderio di staccarti la testa”. Kyran doveva per forza sbagliarsi, perché nessun Dio o Dea l’avrebbe convinta ad accoppiarsi con un dannato vampiro.