Kitabı oku: «Lezione D’Amore»
LEZIONE D’AMORE
Indice
Ringraziamenti
Parte I
CAPITOLO UNO
CAPITOLO DUE
CAPITOLO TRE
CAPITOLO QUATTRO
CAPITOLO CINQUE
Parte II
CAPITOLO SEI
CAPITOLO SETTE
CAPITOLO OTTO
CAPITOLO NOVE
CAPITOLO DIECI
EPILOGO
APPENDICE
NOTE SULL’AUTRICE
Questa è un’opera di fantasia. Nomi, persone, organizzazioni, luoghi, eventi e avvenimenti, sono frutto dell’immaginazione dell’autore o usati in modo fittizio. Ogni riferimento a eventi attuali, luoghi o persone, vive o morte, sono assolutamente casuali.
Heart Lessons Copyright © 2020 by Dawn Brower
Cover originale di Victoria Miller
Tutti I Diritti Riservati
Nessuna parte I questo libro può venire riprodotta in alcuna forma, sia essa elettronica, meccanica, inclusa in una banca dati o un sistema di informazioni, senza il permesso scritto da parte dell’autore o dell’editore, fatti salvi alcuni stralci a scopo promozionale o di critica.
Dedicato ai quei miei lettori che volevano sapere come andava a finire la storia tra Carter e Olivia. Spero che questo libro vi piaccia, anche solo un pochino…
Ringraziamenti
Vorrei prendermi un attimo per ringraziare il mio Editore e Cover Design, Victoria Miller. Lei mi aiuta costantemente più di quanto potrei spiegare a parole. Non posso che esserle grata per tutto quello che lei ha fatto per me per farmi migliorare ogni giorno di più…e dare il meglio di me. Mille volte Grazie!
E grazie anche a te, Elizabeth Evans. Grazie per il tuo aiuto e per la tua amicizia. Hai fatto così tanto per me. Non potrò mai ringraziarti abbastanza, ma voglio provarci, e dirti che meravigliosa amica che sei. Grazie anche a Aletha Boyd per il suo lavoro come correttrice bozze. Ti sono davvero grata.
Parte I
CAPITOLO UNO
La porta dell'ufficio legale si spalancò, e l’uomo che stava entrando andò a sbattere direttamente contro Olivia West. "Che diavolo!" gridò lei, lasciando cadere per terra tutti i documenti che aveva in mano. Si voltò e lanciò un'occhiataccia a Carter Jackson ... la rovina della sua vita. "Ma che diavolo ti prende?” Si chinò e raccolse uno dei suoi fogli caduti sul pavimento. Non voleva chinarsi troppo, o lui si sarebbe messo a fissarle il culo o avrebbe detto qualcosa di allusivo sulla sua posizione.
"Mi dispiace ..." mormorò lui. Si guardò intorno, ignorandola completamente. Che cavolo! Non si era nemmeno offerto di darle una mano a raccogliere i suoi fogli ... che lui le aveva fatto cadere. L’uomo la guardò di sfuggita, ma era come se non la vedesse. C’era qualcosa che non andava. Carter di solito non faceva che fissarla e spesso se ne usciva con uno dei suoi commenti volgari. "Dov'è mia sorella?" le chiese.
"E’ occupata." Olivia fece un passo indietro e si rassettò la camicia. Si stava comportando da stronza, ma che importava. Lui se lo meritava, per esserle andato addosso a quel modo. Inoltre, ciò non gli avrebbe impedito di continuare a cercare Claire. "Non le farà piacere essere interrotta. Cosa c’è di così importante da indurre i tuoi bei muscoli a piombare addosso a chi ti trovi davanti? " Anche se erano proprio dei bei muscoli da guardare ...
Lui fece un sorrisetto. Oh, perché il buon Dio aveva infilato un carattere così schifoso in un corpo tanto bello? Se normalmente non se ne fosse uscito con delle stronzate, magari le sarebbe anche piaciuto. E chissà, avrebbe potuto farle comodo. ... "Non mi costringere a chiedertelo di nuovo: dov'è Claire? "
“È in un ... un ...” Si schiarì la gola. "Lei e Matt sono impegnati in un colloquio di lavoro. Nell’ufficio di Matt.” Colloquio di lavoro. Certo, sembrava plausibile. Come no, poteva anche dire che si stava facendo i capelli! Ma chi diavolo pensava di prendere per il culo? Stavano scopando! Si sentì assalire dalla gelosia. Non riusciva a ricordare l'ultima volta che aveva fatto del buon sesso.
"Era così difficile?" L’uomo si girò, e si diresse verso l'ufficio di Matt.
Olivia trattenne a malapena una risatina. "Se fossi in te, busserei prima." Era più che sicura che non gli avrebbe fatto piacere pescare sua sorella in una situazione così intima ... e beh ... mezza nuda. Sarebbe scappato a gambe levate! Che scema, perché lo aveva avvertito? Sarebbe stato divertente vedere la sua reazione, invece!
Lui si girò. "Non hai niente da fare?" Poteva anche guardarla in cagnesco e sfoderare il peggio di lui, ma Carter Jackson non le faceva paura. A parte le allusioni, era un inetto. Sapeva bene quanto fosse vulnerabile.
"Non proprio." Si mise una mano sul fianco. "Speravo che fossi un gentiluomo e ti offrissi di aiutarmi a raccogliere i documenti che mi hai fatto cadere, ma è colpa mia. Avrei dovuto saperlo che è inutile sperare un atto di gentilezza da parte tua." I documenti erano ancora tutti sparsi sul pavimento. Olivia sospirò. Avrebbe dovuto raccoglierli da sola. L’avrebbe fatto dopo che Carter se ne fosse andato ...
Carter si pizzicò la punta del naso con imbarazzo, tra l'indice e il pollice. Oh, guarda, è a metà tra la stizza e l’imbarazzo. pensò lei. Come le dispiaceva! L’uomo provò a fare marcia indietro. "Ti darò una mano a raccogliere i tuoi dannati documenti quando avrò finito di parlare con Claire. Ci sono cose più importanti dei tuoi stupidi casini. Ti interessi mai a qualcos’altro, oltre ai fatti tuoi? "
"Potrei chiederti la stessa cosa." rispose Olivia. Lo fissò sperando di fulminarlo con lo sguardo - beh, almeno poteva sognarlo! Quell’uomo le dava proprio sui nervi. "Comunque, risolvi prima i tuoi problemi.” Se dal suo modo di fare si poteva capire che razza di amante sarebbe stato, buon per lei che non si fosse mai infatuata di quel tanghero! Desiderava un uomo che la trattasse coi guanti e si prendesse cura di lei ... non certo uno come Carter.
"Certo che lo farò! Grazie mille, eh?" Senza aggiungere altro, bussò alla porta di Matt. "Claire!" La voce di Carter era così forte che rimbombò nella stanza. Dio mio, quell’uomo è davvero testardo! pensò Olivia.
"Devi svegliare tutto il palazzo? - gli chiese, acidamente - Ti sentirà tutto il quartiere.”
Carter continuò ad ignorarla. Avrebbe dovuto impedirgli di piombare nell’ufficio di botto? L’eco di alcune risatine soffocate le giunse all’orecchio. Carter bussò di nuovo, stavolta un po'più forte, poi provò ad aprire la porta armeggiando con la maniglia, ma l’ufficio era chiuso a chiave: che stavano facendo Claire e Matt! Olivia ridacchiò. Carter sarebbe rimasto un po'sorpreso, se fosse riuscito a sfondare la porta. Era un vero peccato che quei due si fossero chiusi dentro: avrebbe tanto voluto vedere la faccia di Carter, se fosse entrato di sorpresa!
"Ma che cavolo succede?" Esclamò Matt, aprendo la porta. Rimase sulla soglia, fissando Carter. "Io e tua sorella siamo molto impegnati."
Olivia lanciò un'occhiata nella stanza, al di là di Carter e Matt. Claire era decisamente un po’…sbattuta. Si stava abbottonando la camicetta e Carter lo notò: le sue narici si allargarono dal furore, mentre la fissava. Impegnati, certo ... Eravate impegnato a sollazzarvi! pensò Olivia. Non poteva biasimarli. Erano giovani e innamorati. Se anche lei avesse trovato l'amore della sua vita, probabilmente in quel momento starebbe facendo la stessa cosa che avevano fatto loro…o che avrebbero voluto continuato a fare.
Carter riuscì a trovare un filo di voce e si rivolse a Claire e Matt: "Devo dire una cosa a tutti e due".
"Prima noi.” rispose Claire. Sorrise dolcemente. Sollevò la mano e gliel’agitò davanti agli occhi. I suoi riccioli biondo dorati erano tutti arruffati, ma non era mai stata più radiosa in vita sua. "Guarda."
Oh ...Olivia si sentì un nodo in gola. Si erano fidanzati. Oh, che meraviglia! Era felice per loro. Avevano percorso una lunga strada, prima di arrivare a questo momento. Claire aveva continuato a dire di no ogni volta che Matt le aveva chiesto di sposarlo. Probabilmente, doveva aver ceduto per sfinimento.
Carter fissò l'anello al dito di Claire. Era un grande solitario a taglio quadrato incastonato su una fascia di oro giallo. Brillava alla luce, ed era luminoso quasi quanto il sorriso della sorella. Sorrise anche lui e poi mormorò: "Finalmente hai detto sì?"
Claire dondolò la testa su e giù con entusiasmo. "Ci sposeremo!" gridò, eccitata.
"Congratulazioni!" Olivia si avvicinò a loro. "Fammi dare un’occhiata a quell'anello." Prese la mano di Claire e la sollevò per esaminare il gioiello. Claire praticamente sprizzava felicità da tutti i pori, mentre Olivia le invidiava l’anello. La ragazza sospirò: era davvero meraviglioso e le sarebbe piaciuto riceverne uno simile dall’uomo della sua vita…se mai lo avesse trovato. Uno che la tenesse sulle spine e l'amasse senza permetterle di annoiarsi! Uno che davvero volesse trascorrere con lei tutta la vita. Lanciò un'occhiata a Carter; peccato che fosse emotivamente instabile.
Carter si schiarì la gola e disse: "Sono contento che voi due vi siate finalmente decisi.” Si guardò i piedi, leggermente in imbarazzo, e aggrottò la fronte.
"Ma non sembri felice per me. - gli chiese Claire, avvicinandosi a lui - Dev’essere successo qualcosa di serio. Cosa volevi dirci?”
Matt la guardò e aggrottò la fronte anche lui. "Claire ha ragione. Sembra che tu abbia ingoiato un rospo e non vedi l’ora di vomitarlo. Allora, che c’è?"
"Si tratta di Nolan." disse Carter, nervosamente.
Olivia e Claire rimasero a bocca aperta. Claire si portò una mano al petto e la tenne lì. "Non va bene, vero?" Olivia si fece avanti e strinse Claire in un abbraccio.
Carter scosse lentamente la testa. "Temo di no."
"Ti prego, dimmi che è morto. Mi rendo conto che non è una bella cosa, ma finalmente potremmo chiudere il libro. " La bocca di Matt si atteggiò a un sorriso di disprezzo. "È il male incarnato."
Olivia era contraria alla pena di morte, ma in questo caso era d'accordo con Matt. Nolan aveva terrorizzato Claire e l'aveva quasi uccisa. Se qualcuno che amava fosse stato trattato come quel mostro aveva trattato Claire, gli avrebbe di certo augurato la morte.
"Vorrei potertelo dire." Il sistema giudiziario aveva fatto giustizia e Nolan era stato condannato a marcire in prigione per molto tempo. Qualunque cosa stesse per dire Carter doveva essere per forza cattiva. "Temo che sia molto peggio di quanto possiate immaginare."
"Non credo, stiamo immaginando di tutto." Matt lanciò un'occhiata a Claire, poi di nuovo a Carter e chiese: "Dobbiamo preoccuparci?"
"Purtroppo sì." rispose Carter.
Claire imprecò e iniziò a camminare nervosamente in circolo. La mano le tremava, quando si portò un ricciolo dietro l'orecchio. Si fermò di botto al centro della stanza. Alzò il mento e disse: "Cosa ha fatto Nolan, adesso?"
"È complicato, ma sarò conciso: è evaso di prigione."
"E dove diavolo sarà, ora?" gridò Matt. Il suo viso divenne rosso per la rabbia che covava dentro.
"Non si sa." Carter si passò le dita tra i capelli per la frustrazione. "Potrebbe essere dovunque."
"Wow! - esclamò Olivia, con sarcasmo - Che risposta brillante!" Batté le mani in un applauso silenzioso. "E tu che hai intenzione di fare, al riguardo?" Non riusciva a controllarsi. Olivia era spaventata quanto Claire, malgrado non fosse stata lei ad essere presa in ostaggio e brutalizzata da quel mostro.
Carter le lanciò un'occhiataccia e se avesse potuto, probabilmente l'avrebbe fulminata con lo sguardo. Ma capiva. Olivia era un tipo tosto. Era un atteggiamento vincente, che le aveva spianato la strada alla facoltà di Legge, per non parlare del college. E chiaramente, non sarebbe cambiata proprio adesso.
"Lo stiamo cercando tutti." Carter sospirò. “Abbiamo istituito un numero verde per il Comando di Polizia, in modo che chiunque lo abbia visto o abbia informazioni possa telefonare subito e dircelo. Oltre a questo, non c'è molto altro che possiamo fare. Abbiamo dato fondo a tutte le nostre liste di contatti e informatori, ma lui purtroppo è ancora a piede libero.”
"E che mi dici di Claire e Reese?" chiese Matt. Reese era la ragazza di Nolan, quando lui aveva rapito Claire. Poteva rappresentare un pericolo anche per lei. Nessuno sapeva cosa avrebbe potuto fare quello psicopatico. "Li stiamo cercando per interrogarli entrambi." rispose Carter.
Claire iniziò a tremare e crollò su una sedia lì accanto. "Non resisterei, se lo facesse di nuovo…" La sua voce tremava, mentre parlava. “Sono sopravvissuta a malapena l'ultima volta. Com’ è successo?"
Carter fece un respiro profondo. Il suo viso aveva perso tutto il colore. Gli si spezzava il cuore vedere sua sorella in preda al terrore ... ma non poteva non metterla in guardia, anche se questo significava terrorizzarla. "Vi giuro che non mi darò pace fin quando non lo acciufferemo. Claire, non gli permetterò di rimetterti le mani addosso!”
"E’ inutile che fai promesse che non puoi mantenere. - mormorò Claire - Nessuno può farlo. Forse dovrei scomparire, nella speranza che riusciate a catturarlo.”
"Non puoi vivere sempre nascosta!" Olivia si mordicchiò il labbro inferiore. “E se non lo prendessero mai? Ti nasconderai fino alla morte? E il tuo matrimonio? "
"Già, il matrimonio…" Claire fece un respiro profondo. "Comunque, non desidero una grande cerimonia. Potremmo prenderci un mese di vacanza e sposarci a Las Vegas. Da lì prendere un aereo e farci la luna di miele in qualche parte sperduta del mondo. Se saremo fortunati, quando torneremo Nolan sarà di nuovo in prigione. "
"Mi dispiace per quello che è successo..." Carter sospirò. "Comunque, non è una cattiva idea. Perché non chiami la mamma e vediamo di organizzare una cena tutti assieme in famiglia? Discuteremo sul da farsi e vedremo qual è la linea migliore da seguire.”Olivia non sapeva se anche lei, al posto di Claire, si sarebbe nascosta, ma d’altra parte non le era mai capitata un’esperienza simile. Non poteva darle torto, se Claire pensava di prendere il primo volo e fuggire da lì. Almeno aveva Matt con lei. Questo l’avrebbe aiutata a farsi forza.
"Non so se sia meglio fuggire. - disse Matt - Ma l’idea di affrettare il matrimonio mi piace. Anche se avrei voluto sposarti in circostanze migliori.”
"Hai ragione. - concordò Claire - Potremmo sposarci e poi dopo, con calma, quanto tutto sarà finito, farci la luna di miele. In ogni caso, le vacanze non scappano. " Si voltò verso Olivia e incontrò il suo sguardo. "Lascio a te il compito di informare Dani della situazione e chiedere ad Amy di spostare tutti i nostri appuntamenti a tempo indeterminato. Se c’è bisogno di una mano, ti prego di pensarci tu. Dani gestirà tutto il resto.”
Daniella Sousa era partner di Matt presso lo studio legale. Non si era resa molto utile, da quando aveva fondato la società, ma ogni tanto si era accollata qualche caso. Olivia non sapeva molto di lei, tranne che era la figlia sconosciuta della famiglia Brady. Si erano poi ritrovati per caso qualche mese prima. Di recente aveva anche sposato l'amore della sua vita, Rendall Sousa, e sembravano molto felice.
"Penserò io a tutto. - le assicurò Olivia - Tu occupati solo dei preparativi per le nozze. Ora mi metto d’accordo con Carter. "
Lui alzò gli occhi al cielo e si voltò verso Claire. Olivia avrebbe voluto schiaffeggiarlo, ma si trattenne. Confessare a sua sorella che Nolan Pratt non era più in prigione doveva essere stato un ottovolante emotivo per lui. “Chiamami dopo che avrai aver parlato con la mamma. Ora vado a fare quattro chiacchiere con Reese e le dirò cos’hai intenzione di fare tu. "
"Oh Dio, non ho più pensato a lei ..." Claire deglutì a fatica. "E se lui andasse a trovare lei e non me?" Non si rese conto dello sguardo d’ansia che le aveva lanciato Matt. Ma Olivia non si stupì. Sapeva che Claire non la vedeva da un po’.
"Andrà tutto bene. - la rassicurò Carter - Dane è con lei e la proteggeremo. È testarda e non vuole lasciare i suoi pazienti. Sai com'è. "
"Sì, lo so…- disse Claire - Allora ok. Promettimi che mi telefonerai tutti i giorni mentre siamo via, oppure sarò costretta precipitarmi qui. Ho bisogno di sapere che siete tutti al sicuro. "
Lui annuì. "Hai la mia parola. Ora devo andare." Carter la strinse in un abbraccio e poi si voltò per andarsene. Olivia lo tallonò per assicurarsi che se ne andasse. Lui si fermò sulla soglia, raccolse tutte le sue carte da terra e le riordinò per bene sul tavolo. "Ecco qua. E poi non dirmi che non sono gentile con te."
Cavolo ... non pensava che li avrebbe raccolti davvero. Spalancò la bocca, ma non ne uscì alcun suono. Quel bastardo sembrava un po' troppo compiaciuto di se stesso. Ma ci sarebbe stato modo di punirlo, la prossima volta. Magari dopo che avesse acciuffato quell’assassinio seriale, altrimenti non c’era gusto. Non vedeva l'ora di avere di nuovo a che fare con lui.
CAPITOLO DUE
Olivia tamburellò sul cruscotto della sua macchina. Aveva deciso di andare da Reese e vedere come stava, ora che certamente lei aveva saputo dell’evasione di Nolan. Fino a quando i biglietti per la raccolta fondi non erano arrivati sulla sua scrivania poco prima, non aveva avuto una scusa per farlo. Reese e Olivia non erano amiche. Era strano che sentisse il bisogno di assicurarsi che stesse bene ma, ad essere onesti, non era proprio Reese che Olivia voleva vedere. Carter, quella mattina in ufficio, aveva detto che sarebbe andato da lei. Si era comportato più rudemente del solito, e comunque Olivia non era stata da meno. Entrambe le sorelle di Carter si trovavano nel mirino di uno psicopatico. C’era di che perdere la testa!
Così aveva deciso di tentare… beh, almeno nei limiti del possibile. Poteva girare e voltare quell’uomo come meglio le pareva. Se l’avesse incontrato, lui avrebbe avuto molto altro a cui pensare, oltre a Nolan Pratt e all’incolumità della sorella. Forse avrebbe maledetto il suo nome o imprecato tra sé contro di lei, e allora Olivia si sarebbe ritenuta soddisfatta.
Sperava di trovarlo con Reese. Altrimenti, avrebbe riportato a Dane il messaggio di Claire. Tuttavia, avrebbe preferito incontrare Carter di persona: parlargli a quattr’occhi era l’unico modo per stuzzicarlo per bene... Quindi si era recata in ospedale con la scusa di consegnare a Reese i suoi biglietti.
Scese dall'auto e si diresse verso il grande edificio. Andò all'ascensore e premette il pulsante per salire al piano del reparto di Reese. Quando l'ascensore si fermò, uscì e andò sparata verso il suo ufficio. Sembrava che la fortuna stesse dalla sua parte ... Udì delle voci e una era sicuramente quella di Carter. Olivia non gli avrebbe e permesso di scappare: sarebbe stato divertente.
Carter stava parlando, ma quando lei apparve s’interruppe di colpo. Olivia gli si mise davanti, in modo da sbarrargli il passo: “Dove stai andando, bello?” scherzò.
Dane sorrise e Olivia ricambiò il saluto. Almeno lui sembrava felice di vederla. Certamente Carter no... Lo sguardo che le lanciò avrebbe fulminato chiunque. Lei sbattè le ciglia per prenderlo in giro, e lui reagì nel modo peggiore che poteva. "Qui ho finito.. Stavo per andarmene. Sempre se mi lasci passare." grugnì Carter.
"Tu non vai da nessuna parte. Ho bisogno di parlare con tutti e tre, e per fortuna vi ho trovato qui! " Fece l'occhiolino a Carter e lui distolse lo sguardo. Non si fidava affatto di lei. Bene, lo avrebbe tenuto sulle corde per un po’ per vedere fin dove potesse arrivare la sua pazienza.
Carter si pizzicò la base del naso. “Allora, vieni dentro, signorina West. Hai tutta la nostra attenzione." Non sembrava troppo felice di farla entrare nell'ufficio di Reese. Olivia gli lanciò un sorriso sensuale. Povero bambino ... che giornata infernale stava passando! Si trattenne dal ridacchiare: era troppo presto.
"Buono a sapersi." Oltrepassò Dane e Carter, poi andò dritta da Reese e le porse una busta. "Questi sono i tuoi biglietti per la raccolta fondi." Faceva parte del comitato di organizzazione e sebbene normalmente non era suo compito andare a consegnare i biglietti, si era fatta dare quelli di Reese proprio per avere una scusa per andare da lei.
"Merda." Reese prese la busta e l'aprì. "Me n’ero completamente dimenticata." Sembrava un po' stanca. Doveva essere difficile per lei continuare a lavorare in ospedale e doversi preoccupare per un serial killer che forse sarebbe andato a cercarla. Olivia era in pena per lei, ma non le disse nulla. Non voleva rigirare il coltello nella ferita, se non era necessario. Tutti loro erano consapevoli del pericolo che Reese stava correndo, non avevano certo bisogno che glielo ricordasse lei.
"Spero che tu possa onorare l’impegno che ti sei presa." Olivia sorrise dolcemente, e poi aggiunse, per giustificare la sua pressione: “Devi andare per forza. Sei stata invitata a perorare la tua causa, e quindi hai poca scelta. "
"Non è possibile! - intervenne Carter – Correrebbe un grave rischio. Non sarebbe facile per la Polizia tallonarla e proteggerla durante il convegno. Non se ne parla neppure!" Carter era sul punto di infuriarsi. Olivia comprendeva le sue ragioni. Ci sarebbe stata troppa gente e controllare l’intera location era praticamente impossibile. "Ti prego, dimmi che non ci andrai." supplicò Reese, guardandola bene in faccia, ma lei stava già scuotendo lentamente la testa.
"Devo." Ripose i biglietti nella busta. “Questo evento mi aiuterà a raccogliere fondi per il mio progetto di ricerca. Ci sono troppi bambini malati che hanno bisogno di una cura, e non posso deluderli. " Olivia era sicura che Reese avrebbe finito per andare. Era una persona generosa e altruista nell’anima, e aveva a cuore il futuro dei suoi piccoli malati. Quella era una delle poche cose che Olivia aveva capito del dottor Reese Jackson. Aveva bisogno di soldi per il suo progetto scientifico e non le fregava nulla di rischiare la vita.
"Non potrai aiutare nessuno se ti farai ammazzare!" esclamò Carter. La frustrazione nella sua voce era ben evidente.
"Non essere così melodrammatico. È improbabile che Nolan deciderà di venirmi a pescare in un evento come questo! Troppa gente, e tutta di alto livello." Reese alzò gli occhi al cielo, segno che non ne poteva più del paternalismo del fratello.
"C’è ancora un biglietto disponibile per questo maledetto convegno?" chiese Carter. Si voltò verso Olivia e la guardò con ansia. Incredibile ... era decisamente livido dalla rabbia. Ormai era quasi cotto: bastava solo stuzzicarlo un altro po’ e sarebbe scoppiato. Non appena lei gli avrebbe detto in che modo avrebbe potuto partecipare all’evento...
"No, i posti sono tutti esauriti." rispose Olivia sorridendo. Lui la guardò fisso ... ma era come se il suo sguardo fosse perduto nel vuoto. Ormai cominciava a stizzirsi. Una scintilla di comprensione sembrò accendersi nei suoi occhi. Ottimo, sta migliorando… pensò Olivia. “Se ho ben capito, la tua intenzione sarebbe quella di infiltrarti al convegno e costringere Dane a fare altrettanto. Così le farete entrambi da guardie del corpo.” disse Olivia. Lanciò uno sguardo a Dane che, in piedi accanto alla porta, le ricambiò lo sguardo con complicità. Che canaglia! E’ proprio adorabile… pensò lei.
"Sì, l’idea era questa." concordò Carter. Strinse i denti e si sforzò di sembrare gentile con lei. "E qualcosa mi dice che tu puoi fare qualcosa per aiutarmi."
"Certo che posso!" Passandogli davanti, andò a sedersi comodamente su una poltroncina, accavallò le gambe e si mise le mani in grembo. “Con quel biglietto Reese può portarsi un accompagnatore, e io un altro, perché chiaramente anch’io ho un biglietto. Dane è suo marito e andrà con lei, e tu, se vuoi, puoi fare da cavaliere a me.” Silenzio. Carter aprì e chiuse la bocca più volte, ma non disse una parola, sembrava sotto shock. Probabilmente si stava chiedendo dov’era il trucco. Che stupido! Era troppo per una ragazza desiderare un appuntamento con un bel detective?
"Cosa ci guadagni?" Era più un'accusa che una domanda. Lei si guardò le unghie prima di rispondere. Doveva sembrare convincente.
"Avevi intenzione di chiedere a Reese di andare con lei, non è vero?" Olivia cominciò a tamburellare nervosamente sul bracciolo della poltrona. "Ma non sarebbe un bene, per Reese. Lascia che vada al convegno con Dane, che è suo marito. Farà una figura migliore, o potrebbero spettegolare su di lei, lo sai com’è la gente. E questo non farebbe bene alla sua causa. Lascia che loro due appaiano per ciò che sono, una coppia felice. Attirerà più soldi nella loro borsa. Sono sicura che riuscirai a sopportarmi per qualche ora!” Sperava che Reese le desse ragione. Di sicuro avrebbe preferito andare al convegno accompagnata da Dane, anche se amava suo fratello; ma quale donna avrebbe preferito il fratello al marito? E Olivia non aveva un cavaliere: c’era l’altro fratello di Reese, Preston, ma di sicuro lui sarebbe andato all’evento con Jessica, la sua fidanzata. In pratica, anche Preston era già impegnato, e Olivia sarebbe rimasta sola tutta la sera.
"Ha ragione!” esclamò Reese. Grazie a Dio ... ora non restava che far capire a quell’idiota di Carter che sarebbe stato piacevole per lui, accompagnarla al convegno. E da diversi punti di vista. Era un orso, ma era proprio il suo carattere scontroso che Olivia adorava. Oltre a quei bei muscoli da lisciare e accarezzare, naturalmente. Dio, che voglia di giocare un po’ con quel bel maschio! “Dane mi proteggerà e mi starà sempre al fianco senza destare sospetti, qualora a quel pazzo scatenato venisse in mente di precipitarsi al convegno e prendermi alla sprovvista. Inoltre...non mi va che la gente possa pensare che il matrimonio stia naufragando e che ho dovuto chiedere a mio fratello di accompagnarmi…” aggiunse Reese.
Carter lanciò un'occhiata a Dane e chiese: "E tu, non hai niente da dire?"
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