Kitabı oku: «Invecchiato per un Omicidio», sayfa 4

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Improvvisamente, due settimane di vacanza le sembrarono troppo poche.

Si incamminò verso la porta d'ingresso, affiancata da due grandi vasi d'argilla pieni di gerani rosa intenso.

"C'è nessuno?" chiese bussando sulla porta. "Charlotte, sei in casa?"

Provò ad aprire la porta, ma era chiusa a chiave.

Olivia si domandò se quella fosse la villa giusta, perplessa. Forse era più avanti lungo la strada.

Poi, un piccolo foglio di carta, che ondeggiava lentamente al vento in un piccolo vaso da fiori, attirò la sua attenzione.

Olivia lo raccolse e vi trovò scritto sopra qualcosa.

"Dormito troppo!" recitava il messaggio. "Andata a prendere il pranzo! Chiavi nel vaso!"

Guardando con più attenzione, Olivia vide un mazzo di chiavi nel vaso, coperto in parte da una foglia.

Aprendo la porta, sentì una piacevole corrente di aria fresca. Le piastrelle lisce del pavimento le fecero venir voglia di togliersi immediatamente le scarpe e di camminare a piedi nudi.

Diverse piante da interno, appoggiate qua e là vicino alla vetrata d'ingresso, rallegravano l'ambiente e aggiungevano un po' di verde. I quadri sui muri dovevano essere di artisti locali, pensò lei, dato che le tele dalle pennellate rustiche e intense ritraevano lo stesso mosaico di campi e boschi che aveva visto fuori dalla villa. I suoi occhi si spostarono sull'alto soffitto con massicce travi in legno, dalle quali pendeva un bellissimo lampadario scintillante.

Proseguendo per il corridoio, Olivia aprì la prima porta sulla destra e si ritrovò all'interno della camera da letto vuota che Charlotte aveva detto sarebbe stata sua. Appoggiò la valigia ai piedi del letto a baldacchino e guardò fuori dalla finestra ad arco.

Il suo sguardo passò dall'orto recintato al piccolo giardino di alberi da frutto. Erano forse pere? O magari melograni? Non vedeva l'ora di uscire fuori al sole a controllare.

Faticando per allontanarsi dalla finestra, Olivia si diresse verso il bagno. La vasca da bagno su piedi era una tentazione ma, sapendo che Charlotte sarebbe stata presto di ritorno, optò per una doccia. Si sedette un attimo, fissando l'orizzonte. Il rilassante panorama bucolico, che si estendeva in ogni direzione, la faceva sentire nel cuore della campagna.

Prese il telefono e scattò una foto per Instagram.

"#Destinazioneromantica #vacanzaimpulsiva #terredelvino #lontanodacasa," aggiunse per completare il post.

Sperava che Matt l'avrebbe visto. Era sicura che, dopo l'umiliazione subita la sera della loro rottura al ristorante, l'avrebbe stalkerata su ogni social media. Sicuramente, avrebbe pensato che se ne sarebbe rimasta chiusa in casa, a soffrire in solitudine e a rimpiangere le sue abitudini disordinate. Ebbe un'immagine del suo ex-partner, con le labbra strette in una smorfia e con quella sua aria stranamente pensierosa, davanti a una sua foto della Toscana.

Pensare a Matt le fece tornare in mente il suo ultimo giorno di lavoro e l'audacia con la quale aveva deciso di andarsene.

Improvvisamente, la realtà le piombò addosso.

Lasciandosi il panorama alle spalle, Olivia iniziò a respirare affannosamente.

Cosa si era messa in testa?

Aveva abbandonato il lavoro senza alcun preavviso. Poi era partita impulsivamente per una vacanza, senza pensare minimamente al futuro. Le posizioni da dirigente nel campo della pubblicità erano molto scarse—era un'industria molto competitiva, e questa paura l'aveva sempre tenuta motivata quando faceva le ore piccole in ufficio, accumulando straordinari e sacrificando le vacanze e la vita privata.

Con la faccia sepolta nelle mani, Olivia si rese conto di aver gettato via tutto. Ora si trovava in un altro paese, dall'altra parte del mondo, senza alcuna possibilità di limitare i danni o di chiedere di essere riassunta.

Avendo agito in quel modo, in un momento di follia post-sbornia, avrebbe potuto aver rovinato per sempre il suo futuro.

L'agonia di Olivia venne interrotta dal suono della porta principale che si apriva, era appena arrivata Charlotte.

CAPITOLO SETTE

Olivia sentì il panico diminuire mentre si precipitava alla porta d'ingresso, sopraffatta dalla gioia di vedere di nuovo Charlotte. Era la prima volta in quasi tre anni che rivedeva la sua amica più cara.

"Sei arrivata!" urlò Charlotte, mentre Olivia le correva incontro per abbracciarla. "Non ci posso credere che tu abbia fatto tutta questa strada solo per venire a farmi compagnia."

"È così bello rivederti!"

Charlotte era una spanna più bassa di Olivia. A dieci anni erano alte uguali e questo le aiutava a fingere di essere sorelle gemelle invece che migliori amiche. A undici anni, Olivia attraversò un periodo di crescita improvvisa, cosa che non avvenne per Charlotte. Da quel momento, fingersi gemelle era diventato piuttosto complicato, così avevano iniziato a fingere di essere sorella maggiore e sorella minore.

Col suo raggiante viso arrotondato e i suoi lunghi capelli dalle scintillanti mèche castane, Charlotte irradiava buon'umore. La sua presenza sembrava riempire tutta la villa e il suo sorriso allegro illuminava la stanza. Di fronte a un carattere così solare, Olivia si ritrovò a pensare che tutto sarebbe andato per il verso giusto, in qualche modo.

"Hai dato un'occhiata alla villa?" chiese Charlotte sollevando le buste della spesa che aveva portato in casa. "Ti faccio fare un piccolo tour, poi possiamo anche pranzare."

Olivia aveva visto soltanto la camera da letto, prima di avere un attacco di panico. Desiderosa di esplorare, prese una delle sporte e seguì Charlotte lungo l'ampio corridoio piastrellato.

Le piastrelle di terracotta e i muri di un caldo color crema rendevano la villa particolarmente accogliente. I capisaldi dell'interior design di Matt erano sempre stati il bianco e nero e le figure geometriche. Nel corso degli ultimi anni, tutto l'arredamento nell'appartamento di Olivia era gradualmente finito per appartenere a una delle due categorie. Tende bianche, tappeto nero. Lenzuola nere, cuscini bianchi. Divano in pelle nera, tavolino da caffè bianco. Nero, bianco, nero, bianco… Le sembrava di vivere in una scacchiera.

Ora, invece, era affascinata dall'abbondanza di dettagli pittoreschi e dal calore che la circondavano. Vasi d'argilla e anfore di terracotta riempivano alcove arcuate ai lati del corridoio. Appese al muro, preziose tappezzerie raffiguranti vini, cibi e paesaggi locali, sorrette da staffe di ferro battuto.

Le due stanze da letto erano sulla destra, mentre sulla sinistra il corridoio si apriva su un open space che comprendeva soggiorno e sala da pranzo. Era arredato sontuosamente, con soffici divani in pelle beige. Il tavolo era stato ricavato da stupende assi di legno antico, così come il tavolino da caffè.

Il pezzo forte era il magnifico camino all'estremità della stanza, incastonato in uno spesso muro in pietra. Sopra di questo, splendeva un candelabro riccamente ornato. Lampade da tavolo con pesanti basi decorate a mano e paralumi dalle sfumature dorate e arancioni erano sparse per la stanza, sulle mensole e su piccoli tavolini. Olivia non vedeva l'ora che venisse la sera per divertirsi ad accenderle tutte e osservare come le diverse tonalità di luce si sarebbero mescolate.

Un arco sulla destra si affacciava sulla cucina. Olivia appoggiò la busta sul piano da lavoro, ammirando i vasi di basilico, timo e rosmarino sul davanzale dell'ampia finestra, che riempivano la stanza coi loro profumi.

"Ho preso qualcosa da mangiare per pranzo e, ovviamente, del vino," disse Charlotte.

Mentre dava una mano a disporre il cibo su un tagliere, Olivia si compiacque della vista di appetitosi affettati in rotoli di carta marrone, vasetti di olive con curiose etichette in lingua italiana, formaggi delicati e cremosi e un croccante filone di pane ciabatta. Una volta che tutto fu sistemato, Olivia non poté fare a meno di scattare una foto per Instagram.

"Dove ci sediamo? Fuori c'è un tavolo." Charlotte aprì la porta della cucina. Questa dava su un cortile pavimentato, circondato da aiuole di erbe aromatiche e verdura di stagione. Al limite del cortile, c'era un piccolo tavolo con un paio di sedie, all'ombra di un ulivo.

"Fuori," decise Olivia.

Portò il vassoio al tavolo da esterno e si sedette in una delle sedie di ferro battuto. La vista da quel lato della casa era ugualmente meravigliosa. Il Cortile dava su una strada tranquilla, oltre la quale si estendeva un vasto terreno agricolo. Notando un piccolo boschetto circondato dai campi, Olivia si ricordò di un fatto appreso sui banchi di scuola, ovvero che, oltre duemila anni prima, gli agricoltori toscani praticavano in quelle terre l'agricoltura promiscua, coltivando nello stesso campo diverse varietà di piante, solitamente grano, ulivi e viti.

Adorava quel termine. Era uno di quei dettagli marginali che le era rimasto impresso dai tempi della scuola. In tempi più moderni, sarebbe stato più corretto parlare di agricoltura mista, che suonava decisamente meno stimolante, e la pratica non era nemmeno più così comune.

Oltre gli alberi, si vedeva in lontananza una fattoria arroccata su una collina coperta da una fitta foresta verde intenso. Osservandola, Olivia provò un moto di invidia nei confronti del proprietario. Aveva idea di quanto fosse fortunato a vivere in quel luogo incantevole?

Sospettò che non sarebbe stata l'ultima volta che avrebbe provato invidia nel corso della vacanza. Era gelosa di chiunque vivesse nell'area. Nessuno escluso!

Charlotte versò il vino e iniziarono i brindisi.

"All'amicizia," fece Olivia.

Apprezzò il bouquet floreale del Sauvignon Blanc ghiacciato, sorridendo mentre ne beveva un sorso.

"Alle vacanze impulsive," disse Charlotte, seguì un altro sorso.

"Ai nuovi inizi," aggiunse Olivia, ormai al terzo brindisi.

"Al perdere peso," concluse Charlotte.

Olivia alzò un sopracciglio, fissando il tagliere colmo di cibo.

"Ho perso novanta chili nelle ultime due settimane," spiegò Charlotte. "Più o meno il peso di Patrick."

"Cos'è successo?" chiese Olivia "Non eravate sul punto di sposarvi?"

"Ho annullato il matrimonio," rispose Charlotte. Poi prese una fetta di ciabatta e la cosparse di salsa con pomodorini essiccati.

"Come mai?" chiese Olivia, mentre assemblava un sandwich con prosciutto, formaggio e un velo di tapenade. Era curiosa di sapere cosa fosse andato storto tra Charlotte e il fidanzato. Non l'aveva mai incontrato di persona ma, da quello che aveva potuto dedurre dal profilo Instagram di Charlotte, le era parso piuttosto carismatico e di bell'aspetto.

Charlotte aveva una faccia…

"È un po' complicato."

Fece per iniziare a spiegarsi, poi si fermò, sospirò e bevve un altro sorso di vino.

"Troppo complicato, per adesso," concluse, gesticolando animatamente con una fetta di prosciutto di Parma. "Non voglio rovinare il nostro adorabile pranzetto parlando di un argomento così sgradevole."

Olivia annuì in modo comprensivo.

"Qualsiasi cosa sia successo, ti ha portata qui." Disse lei, consolando l'amica.

"Esatto," convenne Charlotte. "E ha portato qui anche te. Sei sempre così occupata, non mi sarebbe mai passato per la testa di invitarti quaggiù. Ti sei portata dietro del lavoro da fare?"

"No," disse Olivia. I suoi dubbi e timori cominciarono a riaffiorare mentre aggiungeva, "Mi sono licenziata."

A Charlotte andò di traverso il vino.

"Come licenziata? Cioè, te ne sei andata di punto in bianco?"

"Odiavo il mio lavoro." Sentendo una fitta di senso di colpa, Olivia cercò di giustificare le sue azioni. "Stavo facendo pubblicità a un vino orribile, una brodaglia scadente che andava contro tutto quello in cui credo."

"Non potevi farti assegnare a un altro cliente?" chiese Charlotte cercando di nascondere il suo stupore, facendo sentire ancora peggio Olivia. "Tua madre non diceva sempre che, se avessi abbandonato la tua carriera pubblicitaria, avresti potuto fare solo la commessa?"

"Ho bisogno di una nuova direzione professionale, non di andare a riempire degli scaffali." rispose con decisione Olivia. "Questa vacanza nelle terre del vino mi darà tempo per pensarci su. Uno dei miei sogni è sempre stato quello di produrre vini artigianali."

"Io invece amo i gatti, per cui sogno di fare il domatore di leoni." Charlotte rise allegramente, poi vide l'espressione di Olivia e il suo sorriso si spense. "Pensavo stessi scherzando con la storia del vino artigianale. Dicevi sul serio?"

"Sì. È il mio sogno," insistette Olivia. Ora che era arrivata in Italia, le sembrava ancora più realizzabile di quanto le sembrasse a Chicago.

"Wow. OK, per ora. Vuoi dare un'occhiata in giro? Abbiamo un giardino stupendo."

Desiderosa di esplorare il resto della villa, Olivia si alzò e si incamminarono entrambe verso il giardino.

Aveva letto sul sito della villa che i cinque ettari di terreno adiacente all'abitazione erano stati usati in passato per un allevamento di polli ruspanti. A testimonianza di ciò, si ergeva nel giardino un antico pollaio in legno, costruito a regola d'arte.

Attraversando un frutteto, si diressero su per una ripida salita verso un prato disseminato di arbusti e circondato da alberi. Olivia si domandò se quello fosse stato il pascolo dei polli ruspanti.

Il sentiero costeggiava il bordo del prato incolto, Olivia riconobbe gli alberi dalla corteccia spessa e fissurata. Erano querce da sughero. Una vista più che appropriata, nella terra del vino.

Le ammirò per qualche minuto, facendo scorrere le dita sulla loro corteccia, prima di tornare al cortile, tra i profumi delle erbe aromatiche.

Olivia rientrò nella piacevole frescura della cucina provando sentimenti contrastanti. Da un lato, era ancora senza fiato per lo stupore di essere atterrata in un tale paradiso. Dall'altro stava tremando di terrore al pensiero che le sue azioni avventate avrebbero potuto aver rovinato per sempre il suo futuro.

Un'amichevole pacca sulla spalla la distrasse dai suoi pensieri.

"Non starai mica andando in panico pensando al tuo lavoro, vero?"

"Solo un pochino" ammise Oliva.

Charlotte incrociò le braccia con fare serioso.

"No. Mi dispiace, ma in vacanza non è permesso. Perché non ci facciamo un giro in macchina in paese? C'è un bar locale che sarei curiosa di provare. Ho visto che è frequentato da un sacco di uomini attraenti. Che ne dici?"

Olivia si ricordò del sogno fatto sull'aereo poco prima dell'atterraggio. OK, magari era finito con un'esperienza imbarazzante, ma questo era solo un motivo in più per tentare la fortuna. Da qualche parte, l'amore la stava aspettando, e non avrebbe aspettato per sempre.

"Fammi rinfrescare il lucidalabbra e ci sono!" rispose.

CAPITOLO OTTO

Mentre entravano nella piccola città di Collina, Olivia era grata che al volante ci fosse Charlotte. Lei era così presa dal paesaggio che probabilmente avrebbe finito per schiantare la macchina contro il muretto in pietra che costeggiava la strada stretta.

C'era un castello diroccato alle porte della piccola città—un vero castello, con mura pericolanti e torre merlata. Sembrava così imponente e cupo, col sole del tardo pomeriggio alle spalle. Forse, in un passato lontano, era servito a proteggere gli abitanti del paese dagli invasori.

Pensa che roba, vivere di fianco ad un autentico castello in rovina. Sentì il secondo moto d'invidia della giornata, mentre scrutava le casette a due piani circostanti, con le loro facciate di un color crema sbiadito, gli scuri di legno e i vasi di fiori colorati alle finestre.

Mentre le osservava, da una delle abitazioni uscì di fretta una giovane donna con in mano un cestino per la spesa. Scendendo le scale, salutò il vicino con un allegro "Buon giorno". I suoi lunghi capelli neri erano legati in una coda ed era vestita con quel naturale senso dello stile che ogni italiano sembrava possedere. Mai e poi mai Olivia avrebbe potuto sfoggiare un top di un bordeaux così intenso, dei jeans al polpaccio azzurro cielo, quei sandali di un bianco scintillante, e sembrare come se fosse appena uscita dalle pagine di Vogue.

Su di lei, quei vestiti sarebbero sembrati spaiati, come se si fosse vestita al buio. La gente avrebbe fissato le sue scarpe, per poi fissare lei come a dire, Sul serio? Ma ti sei vista?

Lungo le vie della città, una ringhiera di ferro battuto separava lo stretto marciapiede da una strada quasi altrettanto stretta. Sporgendosi dal finestrino della macchina, Olivia inspirò profondamente l'aroma di caffè che si levava dal baretto all'angolo della strada. Nonostante fosse ormai tardo pomeriggio, alcuni locali stavano seduti al bancone, sorseggiando espresso e leggendo qualcosa sui loro cellulari.

Tutti, ad eccezione di lei e Charlotte, sembravano appartenere a quei luoghi. Era un privilegio poter osservare la gente del posto che conduceva indisturbata la propria vita di tutti i giorni in questo paesino sperduto.

Scrutando la vetrina di una piccola boutique di abbigliamento, Olivia si chiese se non fosse il caso di entrare a dare un'occhiata, magari con l'aiuto della commessa avrebbe acquistato un po' del famoso senso dello stile italiano. Fu contenta di vedere un'enoteca affollata, poco più avanti, che sicuramente faceva affari d'oro. Più in là, c'erano un negozio di scarpe, un fruttivendolo con una brillante insegna colorata e con un bancone da esposizione pieno di pomodori e mandarini, un parrucchiere, un piccolo ferramenta e un negozio di alimentari.

Due fornai ai lati opposti della strada stavano chiudendo bottega al termine di una giornata di lavoro.

"Secondo te si fanno concorrenza?" domandò Charlotte, fermandosi per permettere a un canuto signore di attraversare la strada.

"Sicuramente," rispose Olivia, spostando lo sguardo da un'insegna all'altra. "Scommetto che sono rivali, e probabilmente la faida va avanti da secoli."

"E, un bel giorno, l'erede di Mazzetti si innamorerà della figlia del proprietario del Forno Collina, fuggiranno a Pisa per consumare il loro amore e verranno per sempre rinnegati dalle loro famiglie." aggiunse Charlotte.

In quel momento, un uomo vestito di bianco, con addosso un grembiule, uscì dal forno Mazzetti. Fissò con astio il negozio di fronte, poi attraversò la strada. Dopo aver tirato fuori dalla tasca il cellulare, cominciò a fotografare le "Offerte Speciali" esposte nella vetrina del suo competitore.

Olivia e Charlotte scoppiarono a ridere.

"Sono davvero rivali!" Olivia non riusciva a trattenere le risate. "Domattina abbasserà i prezzi, o magari gli copierà le offerte speciali. Si è accorto di noi—andiamocene prima di essere coinvolte nelle ostilità."

In fondo a quella che sembrava la strada principale della città, si ergeva una piccola chiesa con un campanile appuntito e finemente decorato. All'esterno c'era un parroco brizzolato, che spazzava i gradini di pietra. Le salutò con un cenno amichevole, e Olivia gli sorrise, incantata. Neanche un giorno da quando era arrivata in Italia e già era stata accettata dai locali.

Dirigendosi verso il limitare del piccolo centro abitato, Charlotte guidò fino a un piccolo bar affollato, in cima ad una ripida stradina a fondo chiuso. C'erano macchine parcheggiate in ogni angolo e non c'era l'ombra di un posto libero. Olivia cominciava a capire come mai tutti in Italia guidassero auto di dimensioni ridotte. Gli spazi per parcheggiare erano pochi e preziosi. Quando era salita per la prima volta sulla Fiat, le era sembrata piccola in confronto alle comode berline e ai SUV a cui era abituata. Ora, invece, si era resa conto che non solo era una macchina di dimensioni appropriate per il luogo, era addirittura piuttosto spaziosa.

Tuttavia, mentre Charlotte imprecava nel tentativo di fare inversione nello spazio angusto, Olivia avrebbe desiderato che la Fiat fosse ancora più piccola.

Dopo una trentina di manovre, Charlotte riuscì a girare la macchina senza danneggiare paraurti e cerchioni.

Ripercorsero la strada in discesa e parcheggiarono in una via tranquilla poco più in là, poi tornarono a piedi al bar.

Il ritmo martellante della musica le guidò di nuovo in cima alla salita. Olivia si meravigliò di quanto suonasse melodioso il rock italiano, grazie alla musicalità della lingua. Pensò che sarebbe stato il caso di imparare qualche frase in italiano. Forse avrebbero potuto fare pratica quella stessa sera, al bar.

Olivia respirò l'aroma derivante da una combinazione di birra, vino, fumo di sigaretta e—ne era certa—testosterone. Sullo schermo nell'angolo del bar stavano trasmettendo una partita di calcio. Si accorse con piacere che non si sentiva neanche una parola in inglese nel trambusto della conversazione. Era sicuramente un bar per locali.

Ci fu una pausa nel momento in cui i clienti abituali si accorsero delle due nuove arrivate. Olivia notò alcune occhiate di apprezzamento in direzione sua e dell'amica.

Non erano neanche arrivate al bancone, quando vennero salutate da due uomini del posto, appollaiati su degli sgabelli attorno ad un piccolo tavolo rotondo.

"Ciao!" fece quello più vicino.

Il cuore di Olivia saltò un battito. L'uomo dallo sguardo provocante aveva più o meno trent'anni. Aveva i capelli scuri, le sopracciglia folte e un sorriso ammiccante. Il suo amico, che sembrava avere qualche anno in più, aveva la testa rasata ed era molto abbronzato.

"Ehm—ciao," rispose lei. Lanciò uno sguardo a Charlotte, che ricambiò con un sorriso malizioso.

L'uomo cominciò a parlare rapidamente in italiano.

Olivia allargò le braccia. "Non comprehendo?" provò a spiegare.

"Ah, Americano."

Seguirono altre frasi in italiano e, dopo un'animata conversazione coi tavoli di fianco, vennero recuperati due sgabelli per le nuove arrivate.

"Giuseppe," fece l'uomo, indicando sé stesso. "Alfredo," continuò, presentando il suo amico.

"Olivia, mi dispiace ma non parlo italiano. Sono qui da poco," si scusò Olivia, in equilibrio sul sedile imbottito dello sgabello. Nel mentre, si presentò anche Charlotte.

"Benvenuta, Olivia." Giuseppe sorrise. "E ehm—Carlotta?”

Olivia si accorse che i locali avevano qualche difficoltà a pronunciare correttamente il nome di Charlotte, cosa che non avveniva per il suo.

"Vino? Rosso o Bianco?"

"Rosso, grazie."

Nel locale affollato, era pressata contro il braccio muscoloso di Giuseppe. Charlotte e Alfredo sembravano decisamente in sintonia. Quanto a sé, con Matt fuori dalla sua vita, si sentiva più che pronta per flirtare un po'. Chissà come si sarebbe evoluta la serata?

"Sei molto bella," le disse Giuseppe, Olivia arrossì. Diceva sul serio o era tanto per dire? E se fosse stato l'inizio di una travolgente storia d'amore?

"Dove stai a dormire?" chiese lui.

"Sto in una villa qui vicino. Sono in vacanza per due settimane," rispose Olivia.

Il vino era delizioso, con note marcate di frutta matura e un leggero retrogusto speziato. Bevendolo si ricordò delle decorazioni sui muri della cucina della villa, che raffiguravano un'abbondanza di succosi grappoli di un intenso color porpora.

"E tu, vivi qui a Collina?" chiese Olivia, curiosa di scoprire quale fosse il suo ruolo in quello scenario idilliaco.

Giuseppe scosse la testa. "No, non vivo qui."

"Lavori qui, allora?" Forse abitava in uno dei paesi vicini, pensò Olivia.

Giuseppe rispose con un altro dei suoi ampi sorrisi. "Nemmeno."

"Ah," fece lei, momentaneamente spiazzata. "Che lavoro fai?"

Dato che non viveva né lavorava nella piccola città, Olivia immaginò fosse un viticoltore con una sua piccola cantina artigianale, che lavorava instancabilmente nella sua vigna baciata dal sole caldo del Mediterraneo. Sarebbe calzato a pennello. Pensa se da una storiella innocente fosse nato qualcosa di più. Un giorno avrebbero potuto coltivare insieme la sua terra, innamorati l'uno dell'altra. Si immaginò le giornate passate con lui alla vigna, al sole, a pigiare l'uva in uno spazioso capannone areato. Avrebbero prodotto uno squisito vino artigianale di qualità, dal carattere unico.

"Sono un addetto alle pulizie." spiegò Giuseppe.

"Pulizie?" Olivia si sentì presa alla sprovvista. Un addetto alle pulizie non era esattamente quello che si era immaginata nella sua romantica fantasia rurale. Era il pezzo sbagliato del puzzle. La sua fantasia non si sarebbe potuta realizzare.

"Lavori in una cantina?" chiese lei speranzosa, tentando di mandare avanti la conversazione.

"No, lavoro su una nave da crociera, pulisco i bagni," disse Giuseppe. "La nave è ancorata al porto di Livorno per la notte, così sono venuto qui a bermi qualcosa con mio cugino."

"Capisco." disse Olivia sforzando un sorriso. Puliva i bagni?

"Senti, che ne dici se facciamo un salto a casa tua per un caffè?" Giuseppe sorrise ancora con malizia. "Facciamo in fretta però, che devo essere di nuovo a bordo entro le cinque di domattina."

I sogni romantici di Olivia andarono in frantumi.

Altro che storiella innocente, Giuseppe sarebbe stato in città soltanto una notte. Non era quello che aveva in mente quando i loro sguardi si erano incrociati poco prima. Era esattamente l'opposto di quello che voleva!

In quel momento sentì che Charlotte aveva alzato il tono di voce, oltraggiata.

"No! Assolutamente no! Sai cosa, io me ne vado. Olivia, muoviti!"

Sorpresa, ma anche sollevata, Olivia saltò giù dallo sgabello, salutando Giuseppe senza troppe cerimonie mentre Charlotte la trascinava per un braccio fuori dal locale.

Cosa poteva aver spinto Charlotte a decidere così bruscamente di abbandonare il locale?

Le domande avrebbero dovuto attendere. Olivia aveva a malapena il fiato per star dietro alla sua amica che scendeva lungo lo stradino a passo lanciato, fumante di rabbia.

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Yaş sınırı:
16+
Litres'teki yayın tarihi:
19 ekim 2020
Hacim:
282 s. 4 illüstrasyon
ISBN:
9781094306469
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