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Kitabı oku: «Giardino di Ricreatione», sayfa 2

Yazı tipi:

B

Bandiera vecchia, honor di Capitano.

Barbier giouane, e medico vecchio.

Bella botta, non ammazza vccello.

Beata quella casa, che da vecchio sà.

Buon vino, fa buon' aceto.

Buon papero, e cattiua oca.

Buon cauallo e rio cauallo, vuol sperone.

Buona donna e ria donna, vuol bastone.

Bocca, braghe, e dado, il tuo fatto è spacciato.

Buon cane, non truoua buon' osso.

Beato, chi serue a' beati.

Bisogna viuer' a Roma, co' costumi di Roma.

Batter si deue, mentre è caldo il ferro.

Bisogna viuer' assai, per imparar' assai.

Biasmar Prencipi è pericolo & il lodargli è bugia.

Ballare, secondo il verso & il suono.

Ballare senza suono.

Bocca serrata, mosca non entra.

Buttar sardelle, per prender luccij.

Bisogno, fà buon fante.

Bere alla Greca.

Breue oratione, penetra.

Bisogna ligar l'asino, doue vuole il padrone.

Ben che la volpe corra, i polli hanno le ale.

Ben spesso erra, il giudicio humano.

Bisogna tener l'occhio al pennello.

Bisogna oppor' Orlando a Rinaldo.

Bene si conuiene, l'herba col fiore.

Buona fortuna, sapientia a chi la vuole.

Buon terreno da piantar carotte.

Bello fin fà, chi ben' amando muore.

Beui il vino, inanzi che diuenghi aceto.

Ben more, chi morendo esce di doglia.

Bellezza e nobiltà, dona ricchezza.

Bisogna macinare, mentre pioue.

Bassa fortuna, alto saper non toglie.

Buon giudicio, buona sententia.

Buon testimonio è Dio, de gl'atti giusti.

Bello è il disordine, che l'ordine produce.

Buon mezzo è il tempo, a dispareri & ire.

Bello è l'imparar, ancor che vecchio.

Breue demerto, un seruir lungo estingue.

Buon dritto e buona lingua, in lite vincono.

Bene morendo, honor s'acquista.

Breuissima risposta, è il fatto proprio.

Ben muore a chi nemica è la fortuna.

Bella donna, & veste tagliuzziata, sempre truoua qualche vncino.

Bononia docet.

Beato il corpo, che per l'anima lauora.

Beata quella casa, che non ha cierica rasa.

Buon principio, fà buon fine.

Bisogna far, come la formica.

Buona guardia, schifa ria fortuna.

Ben sostien' il toro, chi ha portato il vitello.

Buono con buono, rende bontà maggiore.

Bello è saper mutar proposito a caso.

Barbier' di Dionigi, parlò troppo.

Bisogno, non inserisce sempre necessità.

Bocca dolce, bocca di puttana.

Bologna la grassa, Padoua la passa.

Bruna oscura, tre di dura, se vien di trotto, ne dura piu di otto.

Bisogna distendersi, quant'è lungo il lenzuolo.

Baldezza di patron, capello da matto.

Bisogna ch'il sauio, porti il matto in spalla.

Bisogna un sauio & un matto, per tagliar' un formaggio.

Bisogna un matto, per cuocer le vuoua.

Buona opinione, non è lode.

Bisogna gustar il mele, con le ponta delle dita.

Bisogna tener' il becco lungi dal'herba.

Batti il cattiuo, lui peggiora, batti il buono, lui migliora.

Balti il cesto, riman' il manico.

Bel cauallo non morir, che l'herba fresca dee venir.

Bon di dalla corte.

Buon vino, cattiua testa.

Buon vino fauola lunga.

Buona incudine, non teme martello.

Bisogna venire col quibus, diceua il Gonnella.

Buona gallera, arriua e passa.

Buon barbiere, rade bene.

Balloccare ad ogni pelo che vola.

Bene gli stà, a chi ci si lascia corre.

Beato chi ha un'occhio, in terra di ciechi.

Ben venga maggio co suoi fiori.

Bolzone dispennato.

Bussarsi le banche dietro.

Buon foco e buon vino, scalda ogni camino.

Baie fanno dir baie.

Bone ragioni, male intese, sono come perle a porci tese.

Ben' ama chi non oblia, ben fà chi s'humilia.

Buon' è quel medico, che se stesso sana.

Bella donna, cattiua testa, buona mula, pessima bestia.

Buon paese, cattiuo camino.

Buon' auuocato, cattiuo vicino.

Bella promessa, liga il matto.

Bellezza è oggetto, da soggetti indegni.

Buon' e saper' mestier', per seruirsene se fà mestier.

Beni di fortuna, passan come la Luna.

Briglia & spron, fan' il cauallo buon.

Buona volontà, suplisce alla facultà.

Bellezza & follia, son souente in compagnia.

Bocca humida, piede secco.

Brina di mattina, harai giornata fina.

Ben dire vale assai, ma ben fare più.

Buon tempo, & buona vita, padre e madre fa scordar.

Buon vino, scalda il pelegrino.

Beui vin come Re, & acqua come toro.

Ben seruir' acquista amici, & il vero dir' nimici.

Barba rossa, crine negro, falsi di natura.

Belle parole, ma guarda la borsa.

Buon mercato, inganna chi va al mercato.

Beui sopra l'vuouo, quanto sopra un boue.

Buon soldato, esce dal prato.

Bisogna indurare, chi vuol durare.

Bisogna ch'il Prete viua del'altare.

Ben giuoca, chi vince.

Bella o brutta, tutto è vno al'oscuro.

Bianca è la neue, e pur ogni un la lascia.

Bisogna chiamar la gatta per il nome suo.

Bisogna altro che parole.

Bisogna aiutarsi con le mani, e co' piedi.

Bisogna valersi de' ferruzzi.

Bere sangue di drago, e pascersi di cameleonte.

Bisogna gittar' il ghiaccio tondo.

Bugia Marchiana.

Brina alla vigna, ma non al grano.

Buona amistà, è un altro parentà.

Beltà senza bontà, è come vino suentà.

Bene tardi venuto, per niente è tenuto.

Barba bagnata, è mezza rasa.

Boccone inghiottito, amici non catta.

Brutta è quella bestia, che non ha ne coda ne testa.

Bue sciolto, lecca per tutto.

Beuendo vien la sete.

Bello discorso, accorcia la giornata.

Brauare a credenza.

Brutta in culla, bella in sella.

Beccarsi i getti.

Bragia coperta.

Buon di e un bue.

Bisogna spogliarsi in giuppone per far questo.

Beui del negro che guadagnerai la tintura.

Ben spesso si piglian delle volpi.

Beuer de l'acqua di fonte Branda.

Borsa d'ogni denaro.

Beato colui, che sa beare altrui.

Buon soldato gia mai fia, chi per tempo lascia d'andar via.

Bisogna martellare a misura, quando sono più a vna incudine.

Barcaruolo da porto.

Becco fa becco.

Bel carro, & be' buò, bella moglie, a chi la vuò.

Ben può andar a piedi, chi ha buon cauallo in stalla.

Ben dire, & mal fare, non è che se con sua voce dannare.

Ben diremo, ben faremo, ma mal' và la barca senza remo.

Belle parole, e cattiui fatti, ingannano sauij, & matti.

Ben' è folle, chi può hauer piacer' e non lo tolle.

Ben' è frutta dura, che il tempo non matura.

Bascio di bocca, spesso cuor non tocca.

Bello parlare non scortica, ma sana.

Bisogna saluar la capra & i cauoli.

Beccarsela su in un sorso.

Bisogna vbidire, chi mangia il pan d'altrui.

Bello bolzacchino.

Beretta rossa.

Bello calcagno.

Ben s'ode ragionar, si vede il volto, ma dentro il petto mal' giudicar puossi.

Bocca basciata non perde ventura, anzi si rinuoua come fà la luna.

Basti al' nocchiero ragionar de' venti, & il pastore conti i suoi armenti.

Benche d'ostro, di gemme, e d'or ti cuopri, se villan sei, ancor villan ti scopri.

Basta al leone prostrar' i corpi a terra, quand'il nemico giace, ha fin la guerra.

Baiardo da tre, cauallo da Re, baiardo da quatro, caual' da matto, baiardo da vno, non lo dar' a niuno.

Ben si può giudicar che corisponde, a quello che appar di fuor, quel che s'asconde.

Ben si castra, ben si mugne, vecchio matto ch'amor pugne, tempo è alhor di menar l'ugne, e tagliargli giù le sugne.

C

Contra il cielo, non val diffesa humana.

Chi vuol vita, conuien che cangi vita.

Come il pesce al'hamo, è preso l'huomo al fine.

Chi solo cade nel fango, solo si leui.

Chi il tutto può sprezzar, possiede ogni cosa.

Co' regni, i regni, e' Re, co' Re, s'estinguono.

Corpo non è, che senza capo viua.

Chi dona al volgo, inimicitia compra.

Chi si marita, fa bene, e chi nò, fà meglio.

Chi semina malitia, obbrobrio miete.

Crudel per fraude, è peggio che per ira.

Cedan gl'odij priuati, al commun bene.

Chi è portato giù da l'acqua, s'attaca ad ogni spino.

Conuiensi ogni rimedio, ad un mal'estremo.

Cacco tiraua le vacche a riuerscio.

Chi diuide il mel con l'orso, n'ha la minor parte.

Chi guida imprese, persuada e faccia.

Chi ha a far con Tosco, non conuien' esser losco.

Chi falla in fretta, piange adagio.

Chi pone miele in vaso nuouo, pruoui se tien' acqua.

Con l'error d'altri, il proprio si conosce.

Caro è ciò, che si compra co' preghi.

Ciò che vuoi che si taccia, taci.

Cessando le cagioni, cessan gli effetti.

Chi è stolto ne la colpa, sia saggio nella pena.

Cercar miglior' pane, che di fromento.

Contar spesso, è amicitia longa.

Chi va piano, va sano.

Chi fà le pignatte, le può rompere.

Chi di paglia fuoco fà, molto fumo altro non hà.

Cosa fatta per forza, non vale vna scorza.

Cento carra di pensieri, non pagan' un'oncia di debito.

Chi fà quello che può, non è tenuto a far più.

Chi dona al'indegno, due volte perde.

Chi tosto dà, due volte dà.

Chi va al molino, è forza s'infarini.

Chi ha moglie, ha pena & doglie.

Chi fa la robba, non la gode.

Chi non ha cuore, o memoria, habbia gambe.

Chi ne castiga vno, cento ne minaccia.

Chi cerca, truoua.

Chi d'altri si ride, se stesso condanna.

Cosi tosto muore il capretto, come la capra.

Chi dorme, non piglia pesce.

Chi non sa scorticare, guasta la carne, e la pelle.

Compra il letto d'un gran debitore.

Color laudiamo, di cui il pan mangiamo.

Conosci prima che amar, se è dolce o amar.

Come canta il capellano, cosi risponde il sagrestano.

Carità onge, peccato ponge.

Chi è cascato, non può rileuar' il cascato.

Cuor contento, gran talento.

Carne di castrato e motton, è mangiar da ghiotton.

Cauallo di paglia, cauallo di battaglia.

Compare di Puglia, costa caro, e poi ti spoglia.

Cosa rara, è cara.

Competentia, s'auuicina a differentia.

Come l'acqua l'imonditie, la dottrina laua il vitio.

Corpo mal sano, fa ben bella vrina.

Cio che si vsa, non ha scusa.

Consiglio dopo il fatto, non vien' a buon effetto.

Cosa immoderata, non può esser di durata.

Carne, vino, e pane, fanno perder la fame.

Corruccio di fratelli, fa più che dui flagelli.

Consiglio in vin, non ha mai buon fin.

Compagno allegro per camino, ti serue per roncino.

Corda triplicata, è di gran durata.

Cio che è raso, non si può tondere.

Cauallo rognoso, non si cura d'esser strigliato.

Canta ad un folletto, ti farà un petto.

Conuersatione in giouanezza, fraternità in vecchiezza.

Col vento s'accende, e spegne il fuoco.

Cane vecchio, fa buona caccia.

Carne giouane, e pesce vecchio.

Chi vuol riposare, conuien trauagliare.

Chi vuol'esser discreto, celi il suo secreto.

Cattiua conuersatione, rende sospitione.

Col tamburro, non si piglian le lepri.

Credi al vantatore, come al mentitore.

Chi ha arte, ha beneficio, & officio.

Chi serue al comun, non ha salario d'alcun.

Chi fugge il giudicio, se stesso condanna.

Chi prende, si vende, & è villan se non rende.

Chi non ha esca al'hamo, s'affatica e pesca in vano.

Chi prega il villano, si trauaglia in vano.

Chi per altri prega, per se va tentando.

Chi sano lega, sano dislega.

Chi ha da esser' impiccato, non sia mai negato.

Credi a Roberto, che ne è esperto.

Chi schernisce il zoppo, dee esser dritto.

Carne vecchia, fa buon brodo.

Corui con corui, non si cauano mai gl'occhij.

Chi pecora si fà, il lupo la mangia.

Chi fa male, odia il lume.

Chi muta stato, muta conditione.

Cane vecchio, non baia in darno.

Corte Romana, non vuol pecora senza lana.

Chi vuol soprasapere, per bestia si fà tenere.

Come il sauio con ragione, cosi il matto col bastone.

Chi non ha seruito, non sa comandare.

Chi tardi arriua, male alloggia.

Chi di gatto nasce, o sorgij piglia, o graffia.

Chi ha bella moglie, non è tutta sua.

Chi non s'arischia, non guadagna.

Chi dorme d'Agosto, dorme a suo costo.

Chi dura le fatiche, i premij goda.

Chi chiama Dio, non è contento.

Chi chiama il Diauolo, è disperato.

Chi viue in speranza, magra fà la danza.

Chi ben serue e tace, è domandator verace.

Carne fà carne, pesce fa vesce.

Can baioso senza forza, vendine la scorza.

Cauallo corrente, sepoltura aperta.

Cauallo negro, od è orbo o pegro.

Chi ha fame, non truoua cattiuo pane.

Cercar brighe, col fuscelino.

Chi non può al'asino, dij al basto.

Chi trouò il consiglio, inuentò la salute.

Chi vuol ch'i caualli non sudino, tengagli magri.

Chi non sa adulare, non sa regnare.

Chi s'alliena il serpe in seno, è poi pagato di veleno.

Chi crede senza pegno, mostra non hauer' ingegno.

Cosa che piace, è mezza venduta.

Chi conosce se stesso, altrui non nuoce.

Chi non sà commandare, vbidir sappia.

Chi a piedi non pon mente, inciampar si vede souente.

Chieder la pace armato, è tristo giorno.

Chi vuol ben comandar', a far comincij.

Consiglio veloce, pentimento tardo.

Contra Dio, non è consiglio.

Con le chiaui d'oro, s'apre ogni porta.

Chi semina in lacrime, miete in essulatione.

Come i volti, cosi sono i pareri diuersi.

Consuetudine, è vna seconda natura.

Chi tocca pece s'imbratta le mani.

Chi va in letto senza cena, tutta notte si dimena.

Chi mal ti vuole, male ti sogna.

Chi ben dorme, non sente pulci.

Chi non guarda inanzi, riman di dietro.

Chi non può far pompa, faccia foggia.

Chi perde la robba, perde il consiglio.

Chi più sà, meno presume.

Chi solo si consiglia, solo si pente.

Col pane, tutti i guai son dolci.

Cuor forte, rompe cattiua sorte.

Casta è colei, che senza tema è casta.

Col dito parla il sciocco.

Chi vuol regnar con languida man, regni.

Comprar liti a contanti.

Chi gode vna volta, non stenta sempre.

Chi compra la scopa, può anche comprar' il manico.

Chi sà mentire, sa regnare, e chi nol sa, non ha.

Chi non vuol briga con alcuno, offenda ogniuno.

Chi può ragione oprar', non opri forte.

Chi può possedere, non speri.

Con l'amor proprio, è sempre l'ignorantia.

Chi vuol' molti amici, non ne ha nissun perfetto.

Col tempo ogni amor manca, ogni odio ha fine.

Chi ama, loda.

Chi si giustifica dalla legge, cade dalla gratia.

Chi va co' virtuosi, è un di quegli.

Callunnia torce il ver, col verisimile.

Chi viue in libertà, non tenti il fato.

Chi non vsò guistitia, non troui misericordia.

Clemenza, lode, asprezza, biasm', adduce.

Chi dal' mondo è lodato, del mondo è.

Chi troppo nel'honor presume, in vergogna muore.

Con occhio grato, il merto si discerna.

Chi ama me, ama il mio cane.

Chi vuol venir meco, porti seco.

Casa nuoua, chi non ci porta, non ci truoua.

Che colpa ne ha la gatta, se la massaia è matta?

Chi con occhio vede, con il cuor crede.

Chi ben viue, ben muore.

Chi tò moglier, tò pensier.

Chi ti vede di giorno, non ti cerca di notte.

Chi si marita in fretta, stenta adagio.

Chi vna volta è scottato, l'altra volta soffia sù.

Chi non si fida, non viene ingannato.

Chi ha mal vicino, ha mal mattino.

Chi seruigio fà, seruigio aspetta.

Chi tace, confessa.

Chi semina spini, non vadi scalzo.

Chi l'ha da natura, fino a la fossa dura.

Chi viue in corte, muore su 'l pagliaio.

Chi non va per mare, non conosce il timor di Dio.

Chi si lauda da se stesso, s'incorona d'infamia.

Chi non ha visaggio, non vadi in palagio.

Chi paga inanzi tratto, troua il lauor malfatto.

Chi pinge il fiore, non gli da l'odore.

Chi più spende, manco spende.

Chi fà conto senza l'hoste, due volte lo fà.

Chi pratica co' lupi, impara a hurlare.

Chi duo lepri caccia, vno perde, e l'altro lascia.

Chi tutto abbraccia, nulla stringe.

Chi si misura, molto dura.

Chi cucina pratica, sente da fumo.

Chi dorme co' cani, si leua co' pulici.

Chi non si misura, vien misurato.

Chi digiuna nel peccato, di nuoua pecca.

Chi il vero fin preuede, è vero saggio.

Chi del'arte sua si vergogna, sempre viue con vergogna.

Ceda il giudice in toga, al reo armato.

Chi teme il signore, crede, spera; & ama.

Camino incerto fa, la naue, l'huomo, l'uccello, & la biscia.

Chi patisce dal mondo, merita da Dio.

Chi più inuecchia, va più presto al fine.

Chi ha spirito di poesia, merita ogni compagnia.

Ciascun' si pente, de la sua fortuna.

Ciascuno al suo voler conforma il caso.

Chi manca ad un' sol'amico, molti ne perde.

Col tiranno s'usi più rigor, che gratia.

Col poter l'huom mal' regge, e peggio senza.

Commun seruitio, ingratitudin rende.

Chi si fida in bugia, col ver perisce.

Chi tosto s'adira, falla in stoltitia.

Chi cerca honor, schifar debbe il guadagno.

Chi ha cara la gloria, il corpo ha vile.

Chi viue nel vitio, muore nella vita.

Con la vita, ogni male troua rimedio.

Con la vita, ogni male ha certo fine.

Cio che fai di notte, appare di giorno.

Cosa perduta, cosa conosciuta.

Cosa comunicata, è più amata.

Cosa troppo vista, perde gratia e vista.

Cosa cara tenuta, è mezza venduta.

Ciò che vien di piglia piglia, tosto va di tira tira.

Ciò che gusta alla bocca, sgusta alla borsa.

Colui è mio zio, che vuol' il ben mio.

Compagnia d'vno, compagnia di niuno.

Compagnia di due, compagnia di Dio.

Compagnia di tre, compagnia di Re.

Compagnia di quatro compagnia di Diauolo.

Chi ne porta vno, sente d'amor.

Chi ne porta due, sente da più.

Chi ne porta tre o quatro, sente da matto.

Cane affamato, non teme il bastone.

Coniglio scappato, consiglio trouato.

Con la pelle del cane, si sana la morditura.

Che mi fa il mantello, quando che fa bello?

Cattiua è la guerra, chi ogni huomo atterra.

Come il cane d'Arlotto, fugge quand'è chiamato.

Chi non vuol rendere, fa male a prendere.

Chi fa il peccato, aspetti la penitentia.

Chi più arde, più splende.

Chi non ha amico o germano, non ha forza in braccio o in mano.

Chi ha colpa, sospetta ogniuno.

Chi non ha denari in borsa, habbia miel' in bocca.

Chi vuol'udir nouelle, a le barberie si dicon belle.

Chi accarezza il villano, offende nobiltà, e s'affatica in vano.

Costui non giuoca se non a farina.

Con la guerra, non sempre cessa l'odio.

Cercar la fama di Erastrato.

Cigno nero, e coruo bianco.

Chi molto pratica, molto impara.

Chi non vuole che gli sia dato, dia.

Che ogni un guardi il suo, è naturale.

Con mezzana occasione, buono è il partire.

Chi vuole esser temuto, conuien che tema.

Chi non ha libertà, non ha hilarità.

Chi da trenta non sà, e da quaranta non ha, vadasi a negare.

Chi viene vltimo, piange vltimo.

Chi viue senza conto, viue a biasimo & onta.

Chi sa la via, non si disuia.

Chi non sà l'arte, non apra la bottega.

Chi non si ricorda, spesso discorda.

Chi ben farà, lo trouerà.

Chi ama bene, castiga bene.

Chi aspettar puol', ha ciò che vuol.

Chi lauda san Pietro, non biasma san Paolo.

Chi semina buon gran, ha poi buon pan.

Chi è tenuto sauio di giorno, non è pazzo di notte.

Chi minaccia, vendetta caccia.

Chi serue al vitio, attenda suplitio.

Chi fa limosina, presta ad vsura, e non dona.

Chi viue carnalmente, non dura longamente.

Chi da Dio è amato, da lui è visitato.

Chi pensa al prossimo, al suo ben' aprossima.

Chi edifica, sua borsa purifica.

Chi non frena la bocca, sente di man tocca.

Chi non può come vuole, voglia come puole.

Chi vuol dar al cane, ageuolmente troua il bastone.

Chi fa in fretta, ha disdetta.

Chi troppo si vanta, nel sterco si pianta.

Chi dinanzi non guarda, sta nella retroguardia.

Chi spera, non dispera.

Chi a piati s'auicina, a miseria s'incamina.

Chi in mal modo cerca fama, se stesso diffama.

Chi si fida del vinto, da la gloria è spinto.

Chi femina ha, trauaglio ha.

Chi ha denari e sanità, è fornito per l'està.

Chi di nulla si cura, sempre viue alla ventura.

Chi non può il vitello, pigli la pelle.

Chi non cura sua magione, non è huomo di ragione.

Chi segue il prudente, mai se ne pente.

Chi trop' altro monta, con dolor dismonta.

Chi ha tristo colore, non è buon' medico ne dottore.

Chi compra, e mente, la sua borsa il sente.

Chi va a Bologna, catta febre o rogna.

Chi del suo dona, Dio gli ridona.

Chi vuol tener l'occhio sano, legasi la mano.

Chi pesca vna volta, di pescator ha nome.

Chi mangia l'arosto, roda l'osso.

Chi tutto dona, tutto abandona.

Chi indura, vale e dura.

Chi non merenda, a cena l'emenda.

Chiamar la gatta gatta.

Chi può ben morir, non cerchi indugio.

Con l'error d'altri, il proprio si conosce.

Chi perde la scrimia, mal si deffende.

Chi ben serra, ben apre.

Coloro c'hanno ducati, Signori son chiamati.

Chi ha tempo, non aspetti tempo.

Chi prima va al molino, prima macina.

Chi non è d'amor' soggetto, non conosce alcun diletto.

Chi ha paura d'ogni ortica, non pisci in herba.

Con arte, e con inganno, si viue mezzo l'anno.

Con inganno, e con arte, si viue l'altra parte.

Chi ha fiele in bocca, non può sputar miele.

Chi fà i fatti suoi, non s'imbratta le mani.

Chi laua la testa a l'asino, perd' il sapone e la liscia.

Chi ben siede, male pensa.

Con piombo, si taglia il diamante.

Cuore pieno, borsa vuota.

Col tempo e con la paglia, si maturano le nespole.

Chi è vergognoso, và da straccioso.

Con i gatti, si pigliano i sorgij.

Cattiuo è quel' vento, ch'a nissuno è prospero.

Chi non vuol', quando puol', quando vorrà, non potrà.

Chi troppo assottiglia, scauezza.

Chi lingua ha, a Roma và.

Cosa fatta, capo ha.

Cane morto, non morde.

Chi vuol l'incerto, vien dal certo a nulla.

Chi contender non può, spesso ha contesa.

Chi con fraude camina, con fraude intoppa.

Ceda chi manco vale, al più possente.

Chi l'empio essalta, è da lui posto al basso.

Chi facile perdona, ingiuria aspetti.

Chi mangia la torta del' commun, paga lo scotto in piazza.

Crudeltà priuata, apporta odio comune.

Contra il diuin' aiuto, human poter non vale.

Conoscentia d'error, fa patientia nel castigo.

Chi s'appoggia a canna rotta, cade in terra.

Chi è vnico, è difficile.

Chi è in guerra, & in seruitù, tenti ogni aiuto.

Chi non conosce il mal, non l'odia o cura.

Chi non sa cio chiede, a chieder' erra.

Chi chiama altrui crudel, debbe esser pio.

Chi vuol' regnar, conuien se stesso domini.

Chi ha del'olio assai, puo far grassa la insalata.

Chi ha le corna in seno, non se le metta in capo.

Chi soffia nella polue, se ne empie gl'occhij.

Comforto è al proprio, il maggior mal d'altrui.

Chi pensa al fine, raffrena ogni ria voglia.

Chi cucina frasche, menestra fumo.

Chi si mette fra la crusca, gl'asini lo mangiano.

Cercar carne, a casa del lupo.

Comprar la gatta, per la lepre.

Con zuccaro si cuoprono le medicine amare.

Chi non parla, Dio non l'ode.

Chi non ha vergogna, tutto il mondo è suo.

Chi più alto sale, fà maggior caduta.

Chi d'altrui parlar vorrà, riguardi a se, si tacerà.

Chi d'altrui prende, soggetto si rende.

Chi non sà tacere, non sa godere.

Crucciamenti d'amanti, sono la salsa d'amore.

Come il cane, ritornar' al vomito.

Cercar cinque piedi nel mottone.

Cercar' il pelo nel' vuouo.

Chi vuol' amazzar' il cane, gli mette su la rabbia.

Con vna fauilla, s'accende gran fuoco.

Capo grasso, ceruello magro.

Chi non vuol' ballare, non vadi al ballo.

Chi è cieco, mangia molte mosche.

Chi male semina, male coglie.

Chi s'impaccia con fanciulli, con fanciulli si ritroua.

Come fa il fumo del'incenso a' morti.

Conuien che nuoti, chi è tenuto su per il mento.

Chi male opra, male al fin' aspetti.

Cattiua è quella lana, che non si può tingere.

Campane che chiaman gl'altri, ma non entrano in chiesa.

Chi ha mangiate le noci, spazzi i gusci.

Chi biasima, vuol comprare.

Carne fa carne, vino fa sangue, pane mantiene.

Chi ad altri inganno tesse, poco ben per se ordisce.

Chi sul popolo si fonda, sul fango si fonda.

Con l'ombra della virtù, si dipinge il vitio.

Col fuoco, si truoua l'oro.

Chi non ha ventura, non vadi a pescare.

Chi muore in campo, muore in letto d'honore.

Cauarsi la maschera.

Cacciar' carote.

Cosa da sauio, è di mutar proposito.

Chi piange il morto, indarno si affatica.

Chi scriue a chi non risponde, od è matto, o ha bisogno.

Chi va a nozze e non è inuitato, se ne torna suergognato.

Contra fortuna auuersa, ogni buon carratiere versa.

Chi non sa (per mare vadi) che cosa sia i santi pregare.

Chi fa quello che non deue, gli auien quel che non crede.

Chi non sa fare i fatti suoi, peggio farà quelli d'altrui.

Chi è reo e non è tenuto, può far' il mal' e non è creduto.

Chi inganna l'ingannatore, non merita pena, ma honore.

Chi fa vna casa in piazza, o è trop' alta, o troppo bassa.

Chi troppo pensa perde la memoria, e chi non pensa perde la vittoria.

Chi vuol esser sublimato, per prudente sia accusato.

Chi vuol tener la casa monda, non tenga ne Prete ne colomba.

Chi ben dona chiaro vende, se villan non è chi prende.

Chi ben' e mal non può soffrir, a grand'honor non può venir.

Chi ha il lupo per compagno, porti il can sott'il mantello.

Cane scottato d'acqua calda, ha paura della fredda.

Chi meglio parla, peggio fà.

Come ti truouo, cosi ti dipingo.

Chi ha caual bianco e bella moglie, non è mai senza doglie.

Chi non fa quel che deue, quel ch'aspetta non riceue.

Chi è del'arte, può ragionar del'arte.

Chi è del'arte, è sospetto.

Cane che baia, non suol nuocer'.

Cresce il di, cresce il freddo, dice il pescatore.

Certo, sempre fù bugiardo.

Certo, fù appiciato per ladro.

Capra, becco, & can, fan buon cordouan.

Conscientia di ser Ciapelloto.

Calcio di giumenta, non nuoce al stallone.

Campo rotto, paga nuoua.

Crudeltà consum' amore, per grande che si sia.

Cera, tela, e fustagno, bella bottega, e poco guadagno.

Chi va e torna, fà buon' viaggio.

Cappello da villano, ombra da mosche.

Corpo pieno, anima consolata.

Chi non puo batter' il cauallo, batta la sella.

Chi pratica con il zoppo, se gli appicca.

Chi cosi vuole, cosi habbia.

Cosi va il mondo meschino, sabato Greco, mercore Latino.

Creder' in Dio, e mangiar carne di porco.

Ci son più case, che chiese.

Ci son sauij matti, e matti sauij.

Ci vuol'altro che bellin bellin.

Chi non vuol durar fatica, non nasca.

Chi tutto vuole, di rabbia muore.

Casa quanto vuoi, possessione quanto vedi.

Casa fatta, e possession disfatta.

Coda da piouano.

Chi vuol far robba in un'anno, si fa appiccar' in sei mesi.

Chi fà buon fuoco, ben si scalda.

Chi suo viso belletta, al suo cul' pensa.

Chi ben cena, ben dorme.

Chi non fà come fà l'oca, la sua vita è breue e poca.

Chi per altri stà, per altri paga.

Chi vuol dir mal d'altrui, prima pensi di lui.

Chi lascia andar' i matti a le persiche, ci vanno con le pertiche.

Chi mal'intende, peggio risponde.

Chi ha bevuto tutto il mar, può ber' ancor' un tratto.

Chi ha pan' e vino, sicuro va a dormire.

Chi lascia il cauallo, va per terra.

Chi va di notte, ha delle botte.

Chi ha buona lancia, la pruoui nel muro.

Chi è in diffetto, è in sospetto.

Chi viue a minuto, fa le spese a' suoi, & a gl'altrui figliuoli.

Chi mette al'asino la sella, la cinghia va per terra.

Chi la dura, la vince, o la perde amaramente.

Chi cuoce in fretta, mangia mal stagionate le viuande.

Chi non fà non falla, e chi non falla non s'amenda.

Chi sputa contra il vento, lo sputo gli torna a dosso.

Chi fà male, guadagna un carro di sale.

Chi fa bene, guadagna un carro di fien.

Chi compra a tempo, vende nuoue per altri, & vno per se.

Chi troppo ride, ha natura di matto.

Chi non ride, ha natura di gatto.

Chi mangia la semenza, caca la paglia.

Chi pesca a canna, perde più che non guadagna.

Chi pesca a togna, perde più che non bisogna.

Chi promette e non attende, la promessa non val' niente.

Chi mangia miele, si lecca le dita.

Chi affatica troppo i buffali, si mettono per terra.

Chi festeggia, carneggia.

Chi fa contra bando, guadagna non sa quando.

Chi non sà, scorticare, rompa la pelle.

Chi mal cena, peggio inghiottisce.

Chi ti predica, ti fa l'amore.

Chi ha denti non ha pane, chi ha pane non ha denti.

Chi non caualca per terra, non conoscere piacere.

Chi perde piacer per piacere, non perde nulla.

Chi ha un sol figlio, spesso se lo ricorda.

Chi ha un sol'occhio, spesso se lo netta.

Chi ha vna sol braca, spesso se la laua.

Chi ha un sol figlio, lo fa matto.

Chi ha un sol porco, lo fa grasso.

Chi più spende, manco spende.

Chi manco spende, più spende.

Chi è in mare, stenta, e nauica.

Chi è in terra, stenta, e pena.

Chi ha la prima, non ua senza.

Chi non può col troppo, facci col poco.

Chi ha buon capo, non gli mancan cappelli.

Chi fa mercantia e non la conosce, i suoi denari diuentan mosche.

Chi paga i suoi debiti, fa capitale.

Chi mette pegno e non sa come, par da matto, e perd'il suo.

Chi balla senza suono, può caualcar senza staffa.

Chi tutto mangia, tutto caca.

Chi mal tira, ben paga.

Chi fugge Maggio, non fugge calende.

Chi ha ben' un giorno, non ha male tutto l'anno.

Chi non può ad un forno, vadi ad un'altro.

Chi lo fà, l'aspetti.

Chi nasce matto, non guarisce mai.

Cadono i gigli, e perdono il candore.

Cieche talpe al nostro ben', Arghi al nostro male.

Chi mi vuol bene, mi fa inrossire.

Chi mi vuol male, mi fa imbianchire.

Chi non ha moglie, ben la veste.

Chi non ha figluoli, ben gli pasce.

Chi d'altri si veste, tosto n'esce.

Chi non deue hauer bene, non l'hauerà mai.

Chi mangia lepre, ride sette giorni.

Chi giuoca di piede, paga di borsa.

Chi diria, ch'il mosto imbriacasse?

Chi se ne calza, non se ne veste.

Chi non crede esser matto, è matto spacciato.

Chi non robba, non fa robba.

Chi piglia il lion' in assentia, teme le palpa in presentia.

Cuor contento, è manto su le spalle.

Castiga il cane, e castiga il lupo.

Chi non ama essendo amato, comette gran peccato.

Chi vuol'hauer ben' un di, facci un bon pasto.

Chi vna settimana, si laui la testa.

Chi un mese, pigli moglie, & Chi sempre, faccisi Prete.

Chi fà tutte le feste, pouero si veste.

Chi da e toglie, mette il capo tra le foglie.

Chi pratica co' buoni, guadagna e non perde.

Chi pesta acqua in mortaio, perde il tempo & la fatica.

Casa mia, donna mia, pan' et aglio è vita mia.

Chi molta parla, molto erra.

Chi donne pratica, giudicio perde.

Chi debbe, ha tutti i torti.

Chi volar pensa, indarno spiega l'ali.

Con vna bestia s'amazza l'altra.

Cauallo bianco, e donna bella, non è mai senza martello.

Chi due bocche bascia, vna gli pute.

Chi smarrita ha la strada, torni a dietro.

Chi di libertà è priuo, ha in odio d'esser viuo.

Chi bene ama, non mai oblia.

Chi stà in ceruello più d'un'hora, è matto.

Chi non ha denari, viue morto tra' viui.

Chi scampa d'un ponto, scampa da mille.

Chi si contenta, gode.

Chi molto sà, poco parla.

Chi pazzamente pecca, così va a cà del Diauolo.

Chi la dirà o la farà dire, di mala morte non potrà morire.

Chi visse rio, non ha, chi ben gli voglia.

Chi parla, semina, chi tace, raccoglie.

Contra bontà, ogni viltà è ardita.

Chi meno vale, più di parole abonda.

Chi non ha, non sà.

Co' morti, non combattono ch'i morti.

Chi ben scriue, non sarà mai ricco.

Ci sono più sparauieri, che quaglie.

Chi beue con l'orzuolo, beue quanto vuole.

Chi beue con il boccale, non fa ne ben ne male.

Castiga il cane & il lupo, non castigar l'huomo canuto.

Città città, chi vuol del bene, se lo facci in vita.

Capra mal castigata, mal castigato becco.

Chi veste un zoccarello, pare un forfantello.

Corna contra croce.

Chi fà ben fuoco, fà ben briga.

Cani da casa ferro, il di s'amazzano, la notte vanno a rubbare.

Chi ha zocchi, presto può far stelle.

Chi fila grosso, si vuol maritar tosto.