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Kitabı oku: «Giardino di Ricreatione», sayfa 9

Yazı tipi:

Q

Qvando i ladri confessano si conoscono, gli huomini da bene.

Quello che non vede, dice non si truoua.

Quatro D fanno il tutto, Dio, Diauolo, Donne, Denari.

Quello che si dona, luce, ciò che si mangia, puzza.

Quale è il fiore, tale è l'odore.

Quando le faue sono in fior', i pazzi sono in vigor.

Quando luce e da il sole, il pastor non fa parole.

Quando Dio ci vuol punir, del vero senno ci fa vscir.

Quand'un piede sdrusciola, l'altro è in pericolo di cascar.

Quando Dio ci dà la farina, il Diauolo ci toglie il sacco.

Quando la superbia galloppa, la vergogna siede in groppa.

Querelar' in maritaggio, ti consuma l'heritaggio.

Quatro son' i buon' bocconi, persichi, fonghi, fighi, & meloni.

Quando tuona, il ladro diuien' huomo da bene.

Quanto più maturo è il frutto, tanto più tosto si marcisce.

Questo può rimare, ma non accorda.

Quanto più si ruga, tanto più spuzza il stronzo.

Qui mi cascò l'ago.

Quando la pera è matura, conuien che caggia.

Questo è il punto, disse Lippotopo.

Quel ch'auanzi nelle scarpe, perdi ne' stiualli.

Questa ancora, non monda nespole.

Questi son fiori e rose, a quello che dee venire.

Quanto piu vecchia è la scarpa, tanto più vuole l'unto.

Qual sia l'vso de' vasselli, sia giudice il vasselaio.

Quando darai, non rimprouerai.

Quel'arbor' che Dio pianta, ad ogni vento regge.

Quel che non può la forza, il tempo puote.

Quiete, mente lieta, e moderata dieta.

Quanto maggior, tanto men sicura fortuna.

Quando il padron' vien lupo, è un mostro horrendo.

Quand'i lupi ci voglion mangiare, aiutianci de' cani.

Quand'un ti dice ti manca il naso, mettiui la mano.

Quel che fu duro a patire, è dolce a ricordare.

Quod noua testa capit, inueterata sapit.

Quando la guerra comincia, s'apre l'inferno.

Quando canta il cocu, la mattina molle, e la sera sciutto.

Quando canta il gringò, è buono la vacca & il buò.

Quantunque sia in acqua, sempre tien fuoco la selce.

Quand'il cauallo è rubbato, non val serrar la stalla.

Qual' vita, tal fine.

Qual' è l'arbore, tal' è il frutto.

Quando la gatta non c'è, i sorgij trescano.

Quando' ha ben tuonato, è forza che pioui.

Quanto corre, tanto vale il cauallo.

Quando s'è caduta la scala, ogniun sà consigliare.

Quello che non va in busto, va in manica.

Quand'è perso il Re, è fatto il giuoco.

Quand'il fromento è ne' campi, è di Dio, e de' Santi.

Quand'il gran è ne solari, non si può hauer senza denari.

Quando vedi il lupo, non cercar le sue pedate.

Quando Genaro fa poluere, il grano si fa da rouere.

Quando la festa viene, dimora.

Quando la festa va via, lauora.

Quando Dio non vuole, i santi non puole.

Quand'il tempo si muta, le bestie stranuta.

Quatro cose vuol' amor, sauio, solo, solecito & secreto.

Quello ch'è di tutti, non è di nissuno.

Quand'il marito fà terra, la moglie fà carne.

Quando la' patrona folleggia, la massara danneggia.

Qual' asino da in parete, tale riceue.

Quand'il padre ha troppo robba, il figliol non ha virtù.

Quel che è fatto, non si può far non fatto.

Quatro testimonij afferman' un processo.

Quando Fermo vuol fermar, tutta la Marca fa tremar.

Queste sono di quelle cose col manico.

Qual' i figli chieggi, tal la moglie elleggi.

Quand'il sterco monta in scagno, o puzza o fa danno.

Quanto piace al mondo è breue sogno.

Qui giace la lepre.

Qualche cosa, ha qualche sapore.

Quand'il suo diauol nacque, il mio andaua alla banca.

Quando s'è incudine, conuien soffrire.

Quando s'è martello, conuien percuotere.

Quel' è tuo nimico ch'è di tuo officio.

Quando si cura il gattolo, tutta la contrada spuzza.

Quel che manda il cielo, forza è si tolga.

Qual pane hai, tal la suppa harai.

Qual' è il nodo, tale il cugno sia.

Quanto più s'aspetta, piu nuoce la vendetta.

Quanti sono che nel'vuouo cercan di trouar il pelo?

Quello che duole, sempre non è scabbia.

Quanti huomini, tante opinioni.

Quello ch'è di patto, non è d'inganno.

Quando l'oro parla, la lingua non ha forza.

Quanto più la volpe è maladetta, tanto maggior preda fà.

Quand'il fico serba il fico, buon villan serba il panico.

Quand'il capo non sta bene, ogni membro se ne sente.

Quando la volpe predica, guardate le galline.

Quella carne è ben cotta, che lascia l'osso.

Questa è la guggiola.

Quel consiglio che non vuoi, non lo dar' altrui.

Quello che fa il signor fanno poi molti, che nel signor son tutti gl'occhi volti.

Quello che io ho, gia fù d'altrui, ancor sarà non so di cui, hor' altro hauer non mi trouo io, che quel ch'io godo e dò per dio.

Quando Iddio vuol castigar vno, la prima cosa che fa gli leua il ceruello.

Quatro difficil cose, cuocer' un'vuouo, far il letto al cane, insegnar' a un Fiorentino, & seruir' un Venetiano.

Quand'il villano è sul fico, non conosce ne parente ne amico, ma quand' egli è smontato, conosce il parente & il parentato.

Quand'il fromento è nella spica, non toccar ne vin ne fica, e vedi di non ci tornar, fin al tempo del vendemmiar.

Quello ch'acquista e non serba dice il libro, va alla fonte & trahe l'acqua col cribro.

Quanto hai dato è gia posto in oblio, se moneta non hai vatti con Dio.

Quando vedi donna barbuta, non entrar seco in disputa, torci il capo, passa e sputa, o con sassi la saluta.

Quello che tu stesso puoi e dir' e fare, ch'altri il faccia, mai non aspettare.

Quanto meglio il corpo è ben trattato, tanto peggio lo spirito è mal menato.

Quando il vecchio non vuol beuere, ne l'altro mondo va lo vedere.

Quando il verno è nella state, e la state nel'inuernata, mai di buone cose harai buona derrata.

Quando la state il gallo beue, che subito pioua creder' si deue.

Quando il lupo mangia al compagno, creder si dee sterile la campagna.

Quando gli armellini sono in fiore, il di & la notte sono d'un' tenore.

Quatro B del'huomo, non debbe toccar la donna, cioè borsa, beretta, barba, braghetta.

Quando il cieco porta la bandiera, guai a quegli che vengon di dietro.

R

Rintuzzato strale, souente fà piaga mortale.

Romper' il scilinguagnolo.

Rimaner' in piano di capocchio.

Rubbar' il porco, e dar' i piedi per l'amor di Dio.

Risciacquar' il fiasco con le pietre.

Riddurre qualche cosa a oro.

Riuscir' meglio in pane ch'in farina.

Rendere pane per focaccia.

Rendere frasche per foglie.

Romper' la casa per vender' il calcinaccio.

Render' il dì di san Bino.

Riuscir meglio in campo, ch'a la mostra.

Rade volte il ben far, senza il suo premio fia.

Rimaner' in campo verde.

Romper l'anguilla col ginocchio.

Ragion deue esser' in consiglio.

Radigo, non è pagamento.

Ramo corto, vendemmia longa.

Rendere, fa male alla gola.

Riga pur dritto, e lascia dir' chi vuole.

Rosso, mal pelo.

Roma non fù fatta in un di.

Ragione è vinta dal'appetito.

Rare volte vien' il sapere, inanzi gl'anni.

Rane, mal sane.

Regnano i sensi, ma la ragion' è morta.

Rompere il ghiaccio.

Ragionar fuor di casa.

Ragione contra forza, non ha luoco.

Ricchezza mal disposta, a pouertà s'accosta.

Raccomandar' a griffe di gallo.

Rompere la paglia.

Rosa con giglio, dà miglior' odore.

Render migliaccio, per torta.

Rimaner ne secchi della Barberia.

Ritrarre altrui del vitio, è virtù doppia.

Raro prudentia, va con sorte lieta.

Raro s'accoppiano felicità, e prudentia.

Renda talhor ragion', a membri il capo.

Raro è che l'arrogante, non sia vile.

Raro fu guadagno, senza alcun' inganno.

Render simile per simile, non è ingiusto.

Resta in camin, chi vuol volar senz'ale.

Rimaner' al sereno.

Render pietra per pane.

Robba da bolettino.

Riso Sardonico.

Rallegrarsi come i colombi per l'esca.

Riserba il colpo maestro.

Rimaner' in calcie & cappellino.

Re della faua.

Ritornare ne' gangheri.

Rifiutar la canna foglia, a petitione del'asino.

Roma e Rè conuien seruire.

Rare volte ha fame, chi sta sempre a tauola.

Rendere il coltellino alla continentia.

Render' agresto per prugnole.

Ragione contra il forte, non truoua buon porto.

Ragione fa magione.

Ricchezze & scientia, insieme non hanno residentia.

Render ben per male, è carità.

Render mal per bene, è crudeltà.

Render ben per bene, è giustitia.

Render male per male, è vendetta.

Razza da non volerne poledro.

Rimaner con duo palmi di naso.

Ricalcitrar contra puntura, ti fa doppia battitura.

Robbar l'oca, e lasciar le penne.

Rida chi vince.

Ricuperar' il cauallo, o perder la sella.

Rimaner su i libri in perpetuo, esser diffamato.

Romper la testa e poi dar' vn'empiastro.

Riuscir' alle strette, come le mezzine dal Impruneta.

Risponder come faceua il fante di Fracipolla.

Ritirarsi con un cocomero in capo.

Ricetta da ceretano, prouata ma non riuscita.

Rassettar l'uuoua nel pane ruzzolo.

Raro fu tener le labbra chete, biasmo ad alcun, ma ben spesso virtute.

Roffiana con vergogna, la sua figlia empie di rogna, ch'aglio, pan', acqua e scalogna, non ha poi quando bisogna.

Rendono piu frutto donne, asini, e noci, a chi ver loro ha piu le man' atroci.

Rari sono i teologi buoni christiani, i legisti che voglin litigare l'un con l'altro, e medici che piglin medicina.

S

Senza denari, Georgio non canta.

Speranza longa, infirmità di cuore.

Sola virtù, può tranquillar la vita.

Sol testimonio è Dio, della innocentia.

Spesso innocentia ancor, teme il rigore.

Spesso più vince, l'humiltà ch'il ferro.

Spesso in finta pietade, è vera inuidia.

Spesso l'honor d'altrui, è onta d'altri.

Stimolo del proprio honor', è l'altrui gloria.

Sia netto d'auaritia, un'atto grato.

Se ben tu fai, sappi a chi lo fai.

Spesso è fortezza, il dar le spalle al fato.

Spron di consiglio, ostination non ponge.

Sotto color di giustitia, si copre la malitia.

Spesso vergogna, più ch'il danno accende.

Stimol pongente, è la vergogna al cuore.

Solo Dio verace, & ogni huom mendace.

Spesso gran tema, ogni licentia toglie.

Sdegno e vergogna, son' i spron d'ardire.

Sotto bel liscio di parole, passa brutta persuasione.

Saggio chi al colmo, di fortuna cede.

Spesso l'essempio, è più ch'il fatto enorme.

Sotto brutta veste, spesso si trouan belle virtù.

Senza obedientia, l'autorità è nulla.

Senza le api, non si ha il miele.

Se l'acqua è chiara, non hauer paura.

Se la casa è piena, presto si fa da cena.

Sospetto di tiranno, fede non arma.

Sempre il poter volgar, pende al mal'vso.

Seruir' a Dio, è un gran regnar' al mondo.

Stelle conformi è fama, fan gli amici.

Spesso grand'odio, grand'amor diuenta.

Serratura de' muli di Vespasiano.

Sempre s'effettua, quel che duo vogliono.

Se gl'accusator trouasser' fede, ogniun' harebbe errato.

Ser Suda che per rimediar la fame, si cauò i denti.

Sempre insolentia, va con la vittoria.

Sia di sospetto vuoto, chi gl'altri accusa.

Spesso quel ch'è da far, il fatto insegna.

Spesso sotto rozza fronde, soaue frutto si nasconde.

Se sorgio sei, non seguitar le rane.

Si puo amar la salsa verde, senza mangiar la biada tutta.

Sempre in un bel sereno, il ciel non stà.

Soglion' i canti humiliar serpenti.

Solo da grand'amor, vien la gelosia.

Sua ventura ciascun, si porta al nascere.

Star' in soffrita.

Star' assai, e poi farlo maschio.

Stare su l'hic & hec, & hoc.

Stare su gl'archetti.

San Thomaso, non crede se non tocca.

Se vuoi dar segno di star san, piscia spesso com'il can.

Se vuoi conoscer' vno, fallo parlare.

Sotto nome di baia, cade un buon pensiero.

Second'il tempo conuien fare.

Second'il vento nauigare.

Sopra il can rabbioso.

Scientia non è peso.

Se non fosse quella collera, saresti un merlino.

Si suol cacciar, chiodo con chiodo.

Sette petti fanno vna postemma.

Spesso il variar disegno, fa l'huomo d'honor degno.

Sopra Dio non è signore.

Sopra sale non è sapore.

Sopra negro non è colore.

Sopra virtù non è honore.

Sopra peccato non è dolore.

Sopra figliuoli non è amore.

Soffri il male, & aspetta il bene.

Si dan gl'officij, ma non la discrettione.

Se vuoi venir meco, porta teco.

Se il ciel casca, haueremo quaglie.

Sacco rotto, non tien miglio.

Salata ben lauata poco aceto, e ben ogliata.

Sauio per lettera, e matto per natura.

Sette cose pensa l'asino, & otto l'asinaro.

Sanità sanità, che ogni tempo viene.

Se saranno rose fioriranno.

Se spine, pungeranno.

Se tu mangiasti fieno, saresti un cauallo.

Se ti vergogni a dir di si, scrolla la testa e fa cosi.

Spesso s'ha rispetto al can per amor del patrone.

Si vede il viso, ma non il cuore.

Sententia in fretta, dà il temerario giudice.

Sottil filo, cuce bene.

Seruo d'altri si fà, chi dice il suo secreto a chi non lo sà.

Si, a proposito un chiodo da carro.

Spesso in persone basse, si vedon' alti doni.

Stringi gola, passa hora.

Sempre piu l'orecchie, che la lingua adopra.

Si può aggiunger' acqua, ma non gia crescer' il mare.

Sola la miseria, è senza inuidia.

Sole di Marzo, luce, ma non scalda.

Sciocchezza altrui, ci fà più cauti.

S'occhio non mira, cuore non sospira.

Spesso piangono i figli, per la colpa de' padri.

Scopa nuoua, spazza ben la casa.

Siamo in casa Talpe, e fuori Argo.

Stuzziccar' il vespaio, è pericoloso.

Spesso lo sdegno, l'huom fa traditore.

Spesso un guadagno ingordo, è danno espresso.

Sopporta et appunta un male, chi non vuol gionta.

Stolto chi inuidia, perigliosa altezza.

Spesso la gola altrui guida a mal fine.

Stolto chi dal maluagio, aiuto aspetta.

Se non vuoi ch'il nimico ti corra dietro, tagliagli le gambe.

Spesso sopra chi il fà, torna l'inganno.

Seminare nel'arena.

Sedere sopra due selle.

Senno pare, trop'alte imprese non cominciare.

Scorgere tenere latuche.

Star come le vele al'arbore.

Se febraio non febreggia, marzo campeggia.

Santa liberata, facciam l'uscita come l'entrata.

San vio, la moglie batte il mario.

Star fino a guerra finita.

Se' matti non mattegiano, perdono la stagione.

Se pioue facciamo, come fanno a Prato.

Santa Aga, conduce la festa a cà.

Santa Agnese, il freddo è su le ciese.

Saresti mai il Potta da Modona, che seminaua i piselli a cauallo?

Simia in porpora.

Si duol' a torto di Nettuno, chi due volte pate naufragio.

Sotto forma di colomba, portar coda di scorpione.

Sel coruo non gracchiasse, harebbe più cibo e men inuidia.

Star saldo al soldo.

Spesso ingannano le lagrime.

Senza mercede non s'insegna.

Se la cosa si potesse far due volte, l'asino sarebbe nostro.

Sangue di poltrone, non si muoue.

San Giouanni bocca d'oro.

S'hauesti tacciuto, saresti philosopho.

Se la casa bruscia, io mi scalderò le mani.

Se il serpente non mangiasse serpente, non diuerebbe dragone.

Ser sennor no es saber, es saber saberlo ser.

Sempre a beltà, fù leggierezza amica.

Solo la conscientia, e morte, punge il core.

Sempre dar le buche.

Scorta d'amor, son gl'occhij.

Spesso il riso, è di dolor principio.

Stare come i passerotti, con la bocca aperta.

Son da la tema l'ali a' piedi aggiunte.

Stare come il prete della poca afferta.

Se pouertà vien lieta, è gran richezza.

Siedi e gambetta, vedrai tua vendetta.

Sola la clementia, a Dio ne aguaglia.

Stare alle mosse.

Saluar la capra, & i cauoli.

Se vuoi sia secreto, non lo dire.

Sciogliere il sacco.

Scuotere il pelliccino.

Solo chiaro è, chi per se stesso splende.

Spesso audientia, ma rado credentia dij il buon giudice.

Sudar di mezzo Genaio.

Sempre dal'Affrica vengono cose nuoue.

Secondo che vengon le quaglie, diuien ricco il vescouo di Castro.

S'intende acqua, e non tempesta.

Sonar due hore campana a martello, e poi non far niente.

Segni si ben la mattina, chi ha da dar nel Diauolo.

Sdegno d'amante, poco tempo dura.

Sotto placide onde, sono i scogli pericolosi.

Soldati del Tinca.

Struccar cipolle, negli occhi d'vno.

Saltar di ramo, in pertega.

Senza moglie a lato, l'huom non è beato.

Sempre lascia i vini, e di del tempo veglio.

Studiar la boccolica.

Studiar la Mattematica.

Se sei trebbiano, altri sarà miele.

Se sarai cicuta, altri sarà fiele.

Sempre non è pericolo in mare.

Sotto piombo si trouan le vene d'oro.

Spirano i cani folli ampie bugie.

Stendesi piu il parentado carnale, ch'il spirituale.

Sauia femina, è doppiamente pazza.

Spesso si piglian volpi.

Se non puoi con la pelle del leone, fa con quella della volpe.

Senza oro e senza argento, non s'entra dentro.

Sotto il conio della bontà, si spende la malitia.

Senza Cerere e Bacco, s'infrigida Venere.

Se mala man non prende, canton di casa rende.

Scuotere il pesco.

Scrollare il pero.

Saper doue zoppega il Diauolo.

Star ne la grascia a mezza gamba.

Straparlare con le manj.

Strale spennato.

Saracino di piazza.

Stare a capello.

Seminar faue a cauallo.

Star su le quattro.

Struggersi come i pegni per l'vsura.

Scardassar il pelo col' battaglione.

Solo tra pari è l'amicitia.

Soccorso del dottor Grillo.

Sol perche casta visse Penelope, non fu minor d'Vlisse.

Stender la rete, ch'altri prenda gl'vccelli.

Se hai la carbonata, habbi anche il pan' onto.

Star' vn mondo, e poi fargli orbi.

Saper fare il calle.

Superbia di villano riuestito.

Saltar di palo in frasca.

Se non volete che si dica che la vostra accia sia liccio.

Sfamarsi alla tauola d'altri.

Spesso le ciancie, riescono a lancie.

Senno, non vince astutia.

Sputar' inferni, e mangiar paradisi.

Sonare a stracci.

Se è sole o solicello, noi siamo a mezzo il verno.

Se fulmina, o se pioue, dal verno siamo fuore.

S'è nebbia, o nebbiarella, carestia, o coticella.

Stare con la testa nel sacco.

San Marco non è festa per tutti, solo per Pasquino.

Son chimere i casi di Dalmeo.

Se pioue d'Agosto, pioue o miele o mosto.

Secretario non dei hauer, che non ha l'arte di tacer.

Sempre è buon cauar sangue, quand'il barbier non ha denari.

Sopra il suo letame, ogni cane è fiero.

Sempre è festa, dopo il lauoro fatto.

Sia ben criato, chi è inuitato.

Se il sacco è troppo pieno, non lo puoi ligare.

Si dice, va per tutto.

Se il buono prospera, ogni vno prospera.

Sera rossa, e negro mattino, allegra il pelegrino.

Se vuoi conoscer l'huomo, dagli magistrato.

Superbo è quel cauallo, che non si vuol portar la biada.

Sopra l'vuouo, la gallina fa l'vuouo.

Sopra l'argento, non hai parente.

Se il Sauio non errasse, il matto creperebbe.

Secreto di due, secreto di Dio.

Secreto di tre, secreto d'ogniuno.

Salmon', e sermon, sono d'vna stagion.

Sorgio d'un'entrata, è tosto acchiappato.

Secca racina, del'arbor ruina.

Sacco pieno, rizza l'orecchie.

Se il tuo gatto è ladro, non lo cacciar di casa.

Salate, e fiorini, che troueremo cugini.

Sole d'alta leuata, non è di durata.

Sole in vista, battaglia persa.

Saliua d'huomo, ogni serpe doma.

Senza pane, gran fame.

Secca annata, non è affamata.

Sauiamente si gouerna, chi fugge la tauerna.

Sopra ogni vino, il Greco è diuino.

Sopra dottrina, forza non domina.

Sopra il pero, vin conuien bere.

Secondo la gamba sia la calcia.

Scientia in ogni stato, vale un gran stato.

Scappucciar e non cascar, la strada fa auanzar.

Sono i miglior' arbori, che sono i piu battuti.

Sguscia faue.

Staremo a vedere, disse il cieco.

Se l'è carne, la si cuocerà.

Se l'è pregna, la farà.

Stare accoppiato, come i polli di mercato.

Sapere esser mosca.

Seruirsi delle cuffie, a quel che le son buone.

Saluo iure calcoli, disse Scoto.

Star a guardar un branco d'oche.

Salciccia cotta, saltami in bocca.

Saper' a quanti di vien San Biagio.

Se sei vso a far delle giacchere, a tua posta.

Sempre l'amor, l'inganno, o il bisogno, insegna la retorica.

S'io mi racconcio la cappellina in capo.

Siue bonum, siue malum, disse il Gricca quand'arse la lettiera.

Star' in arbitrio della muffa.

Se il consiglio è salute, che cosa è l'aiuto?

Se coglie, colga se no a sua posta.

Succia su quella.

Saltar la granata.

Sotto nome di baia, cade un sauio effetto.

Sopra i caualli magri, si posano le mosche.

Star' vnito, come la carne e l'onghia.

Sempre si da, fra duo calcij un pugno.

Se il bastardo è buono, è ventura.

Se il bastardo è cattiuo, è sua natura.

Sauio non è colui, che solo è sauio per altrui.

Se il pouero ti dona, è acciò ridoni.

Se le pazzie fosser dolori, ogni casa sarebbe in pianto.

Sperando il meglio, si diuien veglio.

Se il mercato dura tutto l'anno, a che fare tanta fretta?

Scherzo longo, non fu mai buono.

Stanga da filo.

Strada vecchia, sentier nuouo.

Sempre è buono il pesce, dice il pescatore.

Saluto da cani.

Se coglie coglia, se no, hauesti paura?

Sauie al'impensata, e pazze alla pensata, son le donne.

Sballar lane Francesche.

Star sodo al macchione.

Sguardi che danno i frati alle osseruantine monache.

Star come chi attizza il cane al lupo, dietro al pagliaro.

Stesa e stretta tutto è vno la mano.

Se vuoi viuer sano, descina poco, e cena meno.

Si dice in ogni villagio, che la donna inganna il saggio.

Si vede comunemente, non ha fede chi non ha argento.

Scientia, casa, virtù, e mare, spesso fa l'huomo auanzare.

Se il morire non si scusa, chi male viue, bene s'abusa.

Sole d'inuerno, amor di pagliarda, tardi viene, e poco tarda.

Se vuoi esser' amato, lascia il tutto oue l'hai trouato.

Star sempre col naso sanguinato.

Schifa, come la gallina d'vna monaca.

Siam' ancora insieme, diceua il pistor' alla berlina.

Sarebbe ardito il sorgio, che facesse il nido nel orecchia del gatto.

Saper ben' voltar la torta.

Senza denari, non si hanno i pater nostri.

Se guardi il sole egli ti offende, e tanto il vedi men quanto più splende.

Se non ci fosse vento o femina nata, non ci saria mai ne tempesta, ne mala giornata.

Succia amor la borsa, e succia il core, pazzo è chi compra con duo sangui amore.

Se più che crini hauesse occhi il marito, non potria far che non fosse tradito.

Se le donne fossero d'argento non varrebbon' un quattrino, perche non starebbon' al martello.

Se si porta di fede l'alma accesa, s'ottien perseuerando ogn'alta impresa.

Se fortuna trauaglia un nobil core, raro è ch'al fine non gli dia fauore.

Se opra rea nel religioso si vede, per questo non si dee mancar di fede.

Spesso il figliuol' al padre s'assomiglia, & de la madre il camin segue la figlia.

Se la madre non fosse mai stata nel forno, non vi cercherebbe la figlia.

S'alcun' ha brutta moglie e vaga ancella, vsi questa, & accarezzi quella.

Se l'huom possente ha del'huom debil cura, e l'vno e l'altro longamente dura.

Siena di sei cose piena, di torri e di campane, di scolari e di puttane, di becchi, & di ruffiani.

Se vuoi del tuo mestier cauar guadagno, d'un tuo maggiore non ti far compagno.

Se viui in rissa e star vuoi senza pene, sospetta dal nemico ancor del bene.

Se viuer lieto eternamente vuoi, non temer quello che fuggir non puoi.

Senza giurare o segno altro più espresso, basti vna volta che s'habbia promesso.

Studisi ogniun giouar' altrui, che rade volte il ben far senz'alcun premio fia.

Sapientia di pouer huomo, forza di facchino, e belezza di puttana, non vaglion' un quattrino.

Spesso offerti gl'incensi, affrena l'ira, e dal folgore la man Gioue ritira.

Sarebbe pensier non troppo accorto, perder duo viui per saluar' un morto.

Sola quella fama è perpetua e dal tempo priuelegiata, che con opre di virtù vien' acquistata.

Spauentan piu le parole degl'animosi che le lancie e spade de' vili.

Sia tosto, tardi, apresso o lontano, il ricco del pouero ha bisogno.

Senza denari innamorato Parme, senza libri scolar, guerrier senz'arme.

Se sapesse il villan, quel ch'è formaggio, peri, e pan, venderebbe il gabban, per formaggio, peri, e pan.

Si fa giusto quel guadagno, che l'argento fa col stagno, o la mosca con il ragno, chi tuol zoppo per compagno.

Se il marito te la tocca, non cridar donna mignocca, trouati un ch'alzi la socca, quando pioue, e quando fiocca.

Se vuoi viuer senz'intrico, mai di sotto dal bellico, non cercar come stia il fico, del parente o del amico.

Sempre di gir trop'alto habbi sospetto, e ritira le vele al tuo concetto.

Se ber lasci il cauallo quanto vuole, & alla donna fare cio che puole, in men d'un' mese & vna settimana, hai vna rozza et vna puttana.

Sta sul fuoco quand'è sera, a grattar la sonnagliera e far vezzi alla mogliera, s'hauer' vuoi la pelle intiera.

Se il buffalo destrier' esser si crede, al saltar della fossa se n'auede.

Sempre è stato & è commune detto, tolta la causa ancor si tuol l'effetto.

Se il cauallo rognoso vuoi toccare, subito lo farai calcitrare.

Sauio come il vitello del Gonella, ch'andò noue miglie per tettar' un toro bianco.

Se la giustitia e la ragion' è da violare, ciò si può fare per signoreggiare.

S'vna pecchia cacasse quanto un cauallo, il miele sarebbe troppo buon mercato.

Serrar la stalla giouar non può, quand'il villano persi ha i buò.

Se il mal tuo c'hai si vicin non vedi, peggio l'altrui c'ha da venir preuedi.

Saria il dritto, che tornasse il danno, solamente su que' che l'error fanno.

Sciocco è colui che pensa contro amore, o santo, o cattiuo, o sia pien di valore.

Sempre fù stimato folle espresso, chi più d'altrui si fida, che di se stesso.

Se lieui l'otio è senza strali amore, e le facelle sue senza splendore.

Se la cosa passa bene, chi l'ha fatto? chi l'ha fatto? il gran consiglio Parigino.

Se la cosa passa male, chi l'ha fatto? chi l'ha fatto? la furia Francese.

Se il grande fosse valente, & il picciolo patiente, & il rosso leale, ogniuno sarebbe vguale.

Secondo i beni sia la dispensa, il sauio lo crede, il pazzo non ci pensa.

Seruitor pregato, parente ne amico, non torrai mai se vuoi esser ben seruito.

Se la donna fosse piccola come è buona, la minima foglia le farebbe vna veste & vna corona.

Sette cose fa la suppa, caua fame e sete tutta, fa dormir', e fa padir, empie il ventre, e scura il dente, e fa la guancia rossa.