Kitabı oku: «Concludi Ciò Che Hai Iniziato»
Table of Contents
Books by Kathryn Lively
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Book Description
Dedica
Marchi registrati
Capitolo Uno
Capitolo Due
Capitolo Tre
Capitolo Quattro
Capitolo Cinque
Capitolo Sei
Capitolo Sette
Capitolo Otto
Epilogo
More exciting books!
Chi è l’autore
Totally Bound Publishing books by Kathryn Lively
ExStream Love
ExStream amar
CONCLUDI CIÒ CHE HAI INIZIATO
KATHRYN LIVELY
Concludi ciò che hai iniziato
ISBN # 978-1-80250-055-4
©Copyright Kathryn Lively 2016
Copertina di Posh Gosh ©Copyright giugno 2016
Tradotto da Marina Preste 2021
Interior text design by Claire Siemaszkiewicz
Totally Bound Publishing
Questa è un’opera di finzione. Tutti i personaggi, i luoghi e gli eventi sono frutto dell’immaginazione dell'autore e non corrispondono alla realtà. Ogni riferimento a persone, vive o morte, eventi o luoghi è puramente casuale.
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa opera può essere riprodotta in alcuna forma, che sia stampata, fotocopiata, scansionata o altro, senza il permesso scritto dell'editore, Totally Bound Publishing.
Ogni richiesta deve essere indirizzata in prima istanza, per iscritto, a Totally Bound Publishing. Qualsiasi atto non autorizzato o riservato relativo a questa opera può dar luogo a procedimenti civili e/o azioni penali.
L’autore e l’illustratore hanno rivendicato i rispettivi diritti ai sensi del Copyright Designs and Patents Acts 1988 (e successive modifiche) in modo da essere identificati come autore e illustratore di questa opera.
Pubblicato nel 2021 by Totally Bound Publishing, United Kingdom.
Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta, scansionata o distribuita in qualsiasi forma stampata o elettronica senza autorizzazione. Si prega di non partecipare o incoraggiare la pirateria di materiali protetti da copyright in violazione dei diritti degli autori. Acquista solo copie autorizzate.
Totally Bound Publishing è una società affiliata di Totally Entwined Group Limited.
Se hai acquistato questo libro senza copertina, dovresti essere consapevole che questo libro è una proprietà rubata. È stato segnalato come "invenduto e distrutto" all'editore e né l'autore né l'editore hanno ricevuto alcun pagamento per questo "libro spogliato".
ExStream Amar
In questo ambito, fa caldo sotto i riflettori...
Un tempo idolo degli adolescenti, Gabby Randall ora trascorre il suo tempo dietro la telecamera. Con il suo spettacolo Danse Macabre ormai pronto e il via libera per un popolare sito di streaming, ha tutto ciò che vuole... tranne un protagonista. Le scadenze si avvicinano e lei è alla disperata ricerca di scritturare il ruolo di un moderno Tristo Mietitore in motocicletta. Non avrebbe mai pensato di finire per assumere il suo ex co-protagonista, il nerd più amato della TV... e suo ex marito.
Fino al giorno della sua morte, la gente ricorderà Dash Gregory nel ruolo di Freddie “Grody” Grodin, lo stereotipo del nerd amico dei ragazzi popolari della Wondermancer High. Dopo anni di addetti ai casting che lo sottovalutavano per i ruoli più importanti, Dash vuole mostrare a Hollywood che lui non è un attore monotono. È pronto a rompere il circolo vizioso dello stereotipo e ha messo gli occhi sul ruolo principale in una nuova serie sexy troppo bollente per la TV generalista.
Quando il regista grida “Stop!”, la star vuole continuare l'azione dietro le quinte. Dash e Gabby sono disposti a far impennare di nuovo gli ascolti?
Dedica
Per G.
Marchi registrati
L’autore riconosce lo stato di marchio registrato e i proprietari dei seguenti marchi menzionati in questa opera di fantasia:
Fitzgerald Hotel & Casino: The Majestic Star Casino LLC
Pioneer Inn: Gold Strike Resorts
Persone: Time Inc.
Harry Potter: JK Rowling
Dodgers: Guggenheim Baseball Management
National Enquirer: American Media Inc.
Cirque du Soleil: Cirque du Soleil
Viva Las Vegas Wedding Chapel: Viva Las Vegas Wedding Chapels Inc.
Shining: Warner Bros.
Cuori senza età: Buena Vista Television
Sailor Moon: USA Network, Cartoon Network, Toonami Syndication
The Golden Nugget: Landry's Inc.
Four Queens: TLC Enterprises
Etsy: Etsy Inc.
Twitter: Twitter, Inc.
Facebook: Facebook, Inc.
Varietà: Penske Media Corporation
Wet Hot American Summer: USA Films
Star Trek: CBS Television Distribution
James Bond: Eon Productions
Chanel: Chanel S.A.
Godspell: Stephen Schwartz
Amleto: William Shakespeare
Hamilton: Lin Manuel-Miranda
Sliding Doors: Paramount Pictures
Cabaret: John Kander, Fred Ebb
Google: Google, Inc.
Monday, Monday: John Phillips
Harley: Harley-Davidson, Inc.
IMDb: Amazon.com
Lifetime: Lifetime Entertainment Services
VW: Volkswagen AG
La famiglia Brady: CBS Television Distribution
Youtube: YouTube, LLC
Angry Birds: Chillingo
San Diego ComicCon: Comic-Con International
Tumblr: Yahoo Inc.
Bluetooth: Bluetooth Special Interest Group
Wikipedia: Wikimedia Foundation
Pink's: Pink’s Hot Dogs
Il Trono di Spade: Home Box Office Inc.
McDonald's: McDonald's Corporation
Revlon: Revlon, Inc.
Kentucky Derby: Churchill Downs Incoporated
Mystery Science Theater: Vivendi Entertainment
Cinemax: Home Box Office Inc.
Elvira:
Dr. Martens: Martens Havighorst
Louboutin: Christian Louboutin Ltd.
Cracker Jack: Frito-Lay Inc.
Meet the Press: NBC News Productions
Mary Poppins: Buena Vista Distribution
Tutti gli uomini del Presidente: Warner Bros Television Distribution
I Soprano: Chase Films, Brad Gray Television
Photoshop: Adobe Systems Incorporated
In-N-Out Burger: In-N-Out Burgers, Inc.
Carl's Jr.: CKE Restaurants Holdings
Instagram: Facebook, Inc.
Rolex: Rolex SA
Canter’s: Canter's Deli
TMZ: Time Warner
Doctor Who: British Broadcasting Corporation
The King of Queens: CBS Studios International
Innamorati pazzi: Sony Pictures Television
Red Bull: Red Bull GmbH
MGM Grand: MGM Resorts International
Capitolo Uno
Aprile 2006
Las Vegas
Gabby Randall guardava le luci accecanti di Fremont Street dalla finestra della loro suite al quindicesimo piano del Fitzgerald Hotel & Casino. Migliaia di luci, forse un milione, brillavano in rapida successione, come se fossero onde, fuochi d’artificio ed esplosioni di stelle dai colori che lei non pensava esistessero. In basso, alla sua destra, un cowboy di neon alto due piani ammiccava e salutava i passanti dal suo piedistallo al Pioneer Club. I bordi di un giallo acceso ne incorniciavano la camicia a quadri e lo sguardo furbo, e se Gabby si fosse spostata di un centimetro da un lato o dall’altro, sarebbe stata sicura di vedere nei suoi occhi un bagliore sinistro.
Lui la fissava, con uno sguardo accusatorio, come a dire Vergognati, ragazzina. Scappare senza dirlo a nessuno. Lei voleva voltarsi, ma i suoi occhi erano troppo ipnotici e non riusciva a resistergli.
“Zitto. Sono adulta”, mormorò lei e sbatté le palpebre per rompere l’incantesimo. Il cowboy aveva un nome. L’impiegato alla reception aveva detto la stessa cosa, ma le era sfuggito di mente, sostituito da cori di slot machine tintinnanti nelle vicinanze mentre Dash gli dava due nomi falsi e pagava la stanza in contanti.
Lei ignorò il sorrisetto di neon e si mise a studiare i motivi accesi della hall dell’hotel. Le venne in mente un pensiero riguardo le luci: come si fa a sapere quando controllare eventuali surriscaldamenti e sostituire le lampadine se quei cartelli funzionano 24 ore su 24? Gli hotel assumevano una persona specifica per lavorare come elettricista? Erano come i fili delle luci di Natale, che se una luce era difettosa, allora tutto il filo non si accendeva?
Il motivo per cui stava riflettendo su questo, tra tutte le cose che ci si potesse chiedere riguardo Las Vegas, non lo sapeva. Fece un respiro profondo e decise che la sua mente aveva scelto di concentrarsi su osservazioni insulse per calmare i nervi.
Il problema non era tanto l’andare in una città sconosciuta quanto la sua prima notte da sola con Dash. La sua prima notte da sola con un uomo, a dirla tutta.
Non era mai stata a Las Vegas, anche se aveva ricevuto numerosi inviti da organizzatori di eventi. I suoi genitori e manager, rispettosi del loro cattolicesimo tanto quanto del loro senso degli affari, avevano rifiutato per conto suo più e più volte. Nessuna convention o visita ufficiale non autorizzate dal sistema, o da loro, per lei. Sicuramente, non volevano che venisse coinvolta in uno spettacolo di magia per celebrità di cattivo gusto o in qualche trovata pubblicitaria. Las Vegas avrebbe potuto anche trovarsi ai confini con l'Inferno, ma ora il loro parere contava poco. Lei aveva compiuto ventuno anni la settimana precedente, nello stesso giorno in cui era scaduto il suo contratto con Randall Talent. Marie e Walter rimanevano comunque la sua famiglia, ma non prendevano più decisioni per lei, che si trattasse di affari o altro. Inclusa la decisione più importante finora: il suo matrimonio con Dash Gregory.
Gregory. Adesso il suo nome era Gabby Gregory. O forse dovrebbe farsi chiamare Randall-Gregory e usare il suo nome di battesimo, Gabrielle. Forse questo l'avrebbe fatta apparire matura e più professionale durante gli incontri con potenziali agenti che l’avrebbero aiutata nella transizione da ragazza ingenua della TV a un ruolo dietro la telecamera.
Nella mano sinistra teneva l’ultimo numero del giornale People, la cui copertina la ritraeva insieme agli altri cinque protagonisti di Wondermancer High, lo spettacolo televisivo che aveva costituito il suo lavoro e la sua casa negli ultimi sei anni. Nella mano destra, piegato dalla sua stretta, un certificato di matrimonio che affermava la sua unione con Dash Gregory. Era successo solo un’ora prima e se avvicinava il foglio, poteva sentire l'odore dell'inchiostro della stampante. Il suo pollice sfiorò la firma apposta con un pennarello nero dal celebrante, un sosia di Johnny Cash di mezza età con basette vere e la trippa. Dash aveva insistito dicendo che un falso Elvis sarebbe sembrato troppo cliché, e che il suo defunto padre, un fan di Cash, avrebbe apprezzato.
Gabby aveva ceduto facilmente. Si sarebbe sposata di fronte a una soubrette con un vestito luccicante con piume di struzzo pur di avere un matrimonio legittimo. Il sosia di Cash non aveva riconosciuto nessuno dei due, il che era positivo. Non faceva parte della fascia di pubblico del loro spettacolo e apparentemente non aveva nessun adolescente che lo costringesse a sedersi davanti al televisore ogni giovedì sera alle otto.
Poggiò il certificato di matrimonio sul comodino per evitare che si rovinasse ulteriormente, poi si concentrò sulla rivista. Buona fortuna, diplomati!, recitava il titolo, in riferimento al finale della serie che sarebbe andato in onda il mese successivo. La tristezza la sfiorò appena mentre ricordava l’emozione e l’angoscia che avevano pervaso il set mentre giravano le scene finali. Una sensazione molto più simile al sollievo. Aveva recitato la parte di Tula Truebend per sei stagioni e, per quanto ne sapesse il paese, la sua vita reale rispecchiava quella della studentessa etero e puritana che aspirava ai vertici del mondo magico. Con fatica. I suoi voti, abbastanza discreti da permetterle di continuare a recitare, non l'avrebbero fatta ammettere ad Harvard. Non aveva intenzione di andare all’università, comunque.
Ora, con la serie alle spalle, non vedeva l'ora di intraprendere una carriera come sceneggiatrice e produttrice, per creare piuttosto che ripetere a pappagallo. Primo punto all’ordine del giorno: sviluppare un progetto per Dash.
Dei sei attori principali dello spettacolo sul paranormale - creato per sfruttare al meglio il successo della serie di Harry Potter - il suo nuovo marito era quello che soffriva la maggior parte degli stereotipi. Mentre lei interpretava la secchiona, un ruolo carino per cominciare, lui era l’archetipo del nerd. Occhiali, bacchetta perennemente piegata, risata sciocca e zero senso della moda. I responsabili del programma avevano ignorato tutte le richieste di far crescere Freddie Grodin verso la fine dello spettacolo, lasciando che “Grody” rimanesse un nerd amato ma goffo e inetto agli occhi dei fan di Wondermancer High.
Si era messa in testa che Dash avrebbe avuto una lunga carriera da attore, non interpretando variazioni dello stesso ruolo. Comunque, perché diavolo ci stava mettendo così tanto tempo? Era andato a prendere l'acqua... si era perso?
La maniglia della porta della loro stanza sussultò e sbatté, spaventandola. D'istinto, si strinse di più al petto la lunga vestaglia che indossava. Quando erano rimasti allo scoperto in Fremont Street, mentre percorrevano a piedi il tragitto dalla cappella all’hotel, si era preoccupata di una possibile scoperta da parte di fan e paparazzi. Invece la gente li aveva superati, noncurante. Si rese conto che poteva succedere solo in una città come quella.
“Finalmente”, mormorò Dash entrando nella stanza. “Odio queste dannate chiavi magnetiche. Funzionano una volta sì e dieci no.” Un sacchetto di plastica, pieno di bottiglie e merendine, gli pendeva dall'avambraccio, e indossava il suo berretto preferito dei Dodgers abbassato sul viso. Gabby sorrise vedendolo, soprattutto perché Dash non aveva in realtà bisogno di indossarlo per nascondere la sua identità. Senza gli occhiali attaccati col nastro adesivo e i capelli pettinati all’indietro che il mondo vedeva portare a Grody ogni settimana, Dash nel ruolo di se stesso non assomigliava per nulla al personaggio che interpretava. Era invidiosa della sua possibilità di vagare liberamente.
No, Dash era stupendo con i suoi occhi blu chiaro e un accenno di barba ispida che adombrava la sua mascella forte. Si tolse il berretto e arruffò i capelli corti, aumentando ancor più il suo aspetto adorabilmente trasandato.
“Sono contenta che tu sia tornato”, gli disse, e gli si avvicinò per un abbraccio. “Non mi piace stare qui da sola.”
“Hey.” Le prese la rivista e la mise accanto al certificato di matrimonio, poi la avvolse tra le sue braccia. Lui si sentì al sicuro, al caldo. “Va tutto bene. Non ti avevo detto che sarebbe andato tutto bene? È ufficiale, siamo sposati e nessuno può farci del male.”
“Continuo a pensare che qualcuno ci abbia visto al piano di sotto.” Nella mente di lei fiorivano visioni di fotografi che pedinavano ogni piano dell’hotel, travestiti da addetti al servizio in camera. Fan che tiravano fuori i telefoni o correvano verso il telefono pubblico più vicino per dirlo agli amici, o peggio, annunciarlo al mondo tramite le loro pagine di MySpace e quel nuovo sito, Twitter. Indovina... abbiamo visto Tula e Grody a Las Vegas! Perché sono qui, a prenotare la stessa stanza d'albergo? Ooooh!
Gli amici lo dicono ad altri amici. Qualcuno conosce un ragazzo all'Enquirer. Chiama il suo contatto a Las Vegas. Qualcuno chiama i genitori di lei... tra tre secondi la squadra d’assalto darà un calcio alla loro porta...
“Gabby, stai tremando.”
“Voglio solo essere sposata per una notte senza che il mondo lo sappia.”
Dash ridacchiò. Vibrava affianco al suo corpo, facendole sentire la presenza di lui. La vestaglia si aprì e il suo seno, nascosto da uno strato trasparente di raso e pizzo, si strinse contro il corpo di lui quando la tirò a sé. I suoi capezzoli si indurirono, anticipando il suo tocco.
Non avevano scoperto così tanto del corpo dell’altro durante l'anno in cui si erano frequentati di nascosto. Si erano baciati, molto, e si erano divertiti a palparsi coi vestiti addosso tra una scena e l’altra. Lei aveva riservato tutto per stasera.
“Va tutto bene, Gabby”, la rassicurò. “Potremmo percorrere l'intera Las Vegas Strip stasera e nessuno ci noterebbe. C’è abbastanza da fare a Las Vegas per distrarre le persone. Infatti,” lui si allontanò e lei piagnucolò, “ho pensato che potremmo restare una notte in più.”
“Ma domani partiamo per New York.” Un estraneo avrebbe potuto giudicare il loro matrimonio improvvisato, ma avevano pianificato tutto per questa settimana. Matrimonio a Las Vegas, poi a Manhattan per acquistare un appartamento. Audizioni teatrali e televisive per Dash mentre lei avrebbe incontrato gli agenti per discutere delle idee per dei progetti.
“Lo so, ma ti meriti una vera luna di miele, per quanto breve. Non siamo mica al verde che dobbiamo tornare subito al lavoro.”
“Lo so.” Supponendo che Wondermancer High godesse di lunga vita con le repliche, non avrebbero dovuto lavorare di nuovo entrambi se avessero pianificato bene le spese. Lei però voleva lavorare e intendeva prendere le distanze da Tula Truebend.
Lui si sedette sul bordo del letto e si tolse le scarpe. La polo bianca che aveva indossato per la cerimonia fu la seconda a essere gettata sul tappeto. Dash allungò le braccia al soffitto e Gabby si meravigliò di quanto i suoi muscoli fossero definiti. Non vedeva l'ora di tracciarne ogni curva.
“Stavo pensando che potremmo andare a vedere Celine o Elton, o il Cirque du Soleil”, continuò lui, scrollandosi i pantaloni e i calzini. Rimasto solo con i boxer addosso, tornò indietro per sdraiarsi sul letto. “Prenderò i biglietti per tutto ciò che vuoi. Ho prenotato la stanza per due notti in ogni caso, e New York non va da nessuna parte.”
Accarezzò il lato vuoto del materasso e osservò lei che stava in piedi. La cintura della vestaglia si era allentata, mostrando le sue gambe e il baby-doll rosso che le copriva a malapena le cosce.
“E anche io non vado da nessuna parte”, aggiunse lui.
“Bene.” La vestaglia scivolò sul pavimento, Gabby si arrampicò sul letto e si avvicinò al suo nuovo sposo. Dash avvicinò la bocca alla sua, e lei si sciolse nel suo abbraccio, sprofondando sempre più nel letto mentre lui si avvicinava. Lei esplorò le parti lisce della sua schiena fino ai pantaloncini di cotone, nei quali non vedeva l’ora di scoprire le sue bellezze. Arti intrecciati, dita che pizzicavano le cinghie e gli elastici, mentre lei lasciava che suo marito le saccheggiasse la bocca con la lingua. Sentì il sapore del caffè che avevano condiviso prima e un accenno di gomma alla menta, chiaramente usata per nascondere il sapore forte della bevanda.
Non si era mai sentita così felice, insieme a Dash. Era pronta a lasciarsi alle spalle Tula Truebend e recitare la sua vera età. Si era divertita nel semplice atto di acquistare quella lingerie succinta per la sua prima notte di nozze, godendosi lo shopping come una “grande”.
I suoi genitori l'avevano tenuta sotto costante sorveglianza durante lo spettacolo, facendo tutto al posto suo. Le pagavano le bollette, le sceglievano i vestiti e controllavano la sua dieta. Non più. Stasera non avrebbe pensato a loro.
Le cinghie del baby-doll le caddero sulle spalle, liberando il suo corpo. Dash si staccò dalle sue labbra e la baciò fino ad arrivare al seno, circondando il capezzolo con la lingua. Lei rabbrividì alla sensazione, come se lui le infiammasse ogni nervo con il suo tocco.
Lui alzò lo sguardo con occhi di ghiaccio e un sorriso enorme. “L’hai...?”
Lei annuì e la sua silenziosa affermazione di aver preso la pillola fu sufficiente. Aveva preso la ricetta di nascosto il mese precedente, in previsione del matrimonio.
Dash tornò al seno per un assalto totale, mordicchiandone uno mentre massaggiava l'altro. Si spostò su di lei, permettendole di sentire totalmente la sua eccitazione. Gabby si rilassò e lasciò che lui assumesse il controllo. Ogni sua spinta contro le parti intime di lei, mentre era ancora in boxer, le accendeva il desiderio, preparandola letteralmente a diventare sua.
No, pensò lei, ci apparteniamo. Quando si tolse i pantaloncini e il perizoma di pizzo e lui la penetrò con un colpo lento e guidato, lei si morse il labbro per evitare di gridare e si concentrò su Dash sopra di lei, che nascondeva il viso nell'incavo del suo collo, sussurrandole per rassicurarla che si sarebbe preso cura di lei.
“Stai bene?” sussurrò lui, il suo respiro caldo che le ruggiva nell'orecchio.
“Benissimo. Tu?”
“Sì.” Rise, quasi emozionato, spingendo di nuovo dentro di lei. Il dolore si attenuava man mano che rimanevano uniti, ma quando lui spinse per raggiungere il clitoride lei gridò. Non era estranea al piacere personale, ma il fatto che Dash la toccava in quel modo la portò all’orgasmo molto più velocemente di quanto avesse mai fatto da sola.
“Wow.” Lui rise.
“Mi dispiace.” Lei avrebbe voluto durare di più, ma lui la baciò placando il suo senso di colpa.
“Ti amo, piccola” disse, e dopo un secondo il suo corpo rabbrividì. Si appoggiò su di lei e Gabby gli guardò la schiena notando il suo bel culo che si muoveva più velocemente mentre la copriva. L’aumento del movimento le stordì i sensi e il calore che la avvolgeva le tolse il fiato. Voleva ricambiare il sentimento, dirgli che lo amava anche lei, ma le parole le rimasero in gola.
Quindi, si concentrò su di loro e provò una cosa che aveva letto in un manuale di istruzioni. Con lui dentro di lei, lo strinse e spinse. Oh, questo mi piace.
Dash si sollevò verso l'alto, con la faccia contratta per il piacere dato dal dolore, e gridò mentre si lasciava andare. Il calore sbocciò dentro di lei e baciarono via la sensazione piacevole, con le mani che scivolavano sulla pelle inumidita e che prendeva a pugni le lenzuola.
Ti amo. Le parole le tornarono in mente e sperò che la loro connessione si rafforzasse abbastanza da permettergli di sentirle.
Dash si staccò e le loro fronti si toccarono. Le ciglia di lui sfiorarono quelle di lei e lui tremò ridendo in maniera sommessa. “Non vedrò l'ora di andare a letto ogni sera, se è sempre così.”
Lei stava per fare una battuta alla Wondermancer High - Non assomiglia affatto ai dormitori di Huntington Hall. Invece annuì e gli baciò il naso. Nessun riferimento al passato, decise. Non erano Tula e Grody, che si rivolgevano la parola solo quando Tula aveva bisogno di lui per tirar fuori il suo ragazzo da qualche guaio, lei era la signora Gregory.
Era la signora Gregory. Ora e per sempre.
Prese la consolante consapevolezza di mettersi a dormire, Dash che amoreggiava con lei mentre si giravano su un fianco verso la finestra che dava su Fremont Street.
“Che ne pensi?” le sussurrò all'orecchio. “Rimaniamo un giorno in più.”
“Sicuro.” Vorrebbe trascorrere tutto il tempo qui.
Si accoccolò contro suo marito e guardò le luci visibili finché non si addormentò, grata che il cowboy di neon non potesse vederli.
* * * *
Lui sentì bussare per la prima volta verso le sei, come mostrava l'orologio accanto a lui e si alzò di scatto sul letto senza riconoscere nulla nella stanza. Dopo pochi secondi, la sua memoria riprese a funzionare e controllò Gabby. Si era mossa poco nel sonno, era rimasta su un fianco e russava tranquillamente.
Ancora sposati, bene. Mia moglie è qui. Stanca. Dormi ancora un po’.
Dash attese, poi si sistemò di nuovo nel letto con un braccio intorno a lei, convinto che uno dei loro vicini fosse stato risvegliato dal torpore. Aveva richiesto il servizio in camera per la colazione alle otto, e non capiva perché...
Una seconda serie di colpi, più violenti, lo scosse. Imprecò. O la reception aveva sbagliato l’orario di consegna o qualcuno aveva sbagliato stanza. Dannazione. Aveva sperato di poter dormire almeno un’altra ora, per poi svegliarsi tranquillamente e fare l'amore con Gabby per stimolare il desiderio prima di affrontare la giornata.
Invece scivolò fuori dal letto, trovò i boxer e ci saltò dentro mentre si dirigeva verso la porta. “Vai via”, gridò. “Sei in anticipo di due ore.”
“Apri questa dannata porta.”
Cazzo. Avrebbe riconosciuto ovunque la voce calda di Walter Randall. Come diavolo aveva fatto a seguirli fin lì? Lui e Gabby non avevano detto a nessuno della loro fuga, né ai loro colleghi né ai parenti stretti. Men che meno ai genitori impiccioni. Si era fidato solo di Gabby per i loro piani, il che significava che qualcuno lungo la strada aveva ricostruito i pezzi del puzzle e aveva fatto la spia. Non c'era stato tempo, però, per badare all’impiegato dell'autonoleggio e alla donna che preparava il certificato di matrimonio e il compenso per la cerimonia nella cappella.
“Gabby!” gridò una voce femminile acuta. Ottimo. Era venuta anche Marie. Certo che era venuta, probabilmente aveva guidato lei. Tutti sapevano che la donna teneva Walter al guinzaglio. “Sappiamo che sei lì! Apri questa porta!”
“Eh?” Il rumore svegliò Gabby che si mise a sedere, le lenzuola piegate sul grembo. Sembrava così adorabile seduta lì, a seno nudo con i capelli che spuntavano da ogni dove. Peccato che i suoi genitori fossero venuti a rovinare quello che altrimenti si sarebbe potuto trasformare in dell’appassionato sesso mattutino.
“Tieni”, sussurrò lui e le gettò la vestaglia sul letto. “Hai detto ai tuoi genitori che eravamo qui?”
Questa domanda la svegliò. “No!” Lei si vestì in fretta. “Non mi hai mai detto in quale hotel dovevamo stare, quindi come potevo dire qualcosa pur volendo?”
I colpi e le urla si trasformarono in un panico frenetico e il sangue di Dash ribollì. Erano adulti, cavolo. Non importava che adesso fossero i suoi suoceri, Marie e Walter Randall non dovevano intromettersi in quel modo. Avevano intenzione di dare la notizia alla famiglia prima di avvisare la stampa, certo, ma si meritavano almeno un giorno per loro.
Fece un respiro profondo e tolse il ferro della porta, quindi aprì. I due talent manager di mezza età - Walter magro come uno stecchino e calvo con i suoi soliti pantaloni di velluto a coste e la giacca con le toppe ai gomiti, Marie formosa in uno dei suoi caftani con un’esplosione di colori tropicali - si agitavano nella stanza come se fossero pronti ad abbattere un cartello della droga. Nessuno dei due brandiva una pistola, ma l’ombrello che Walter impugnava come un ninja avrebbe potuto cavare un occhio a Dash se non avesse indietreggiato.
“Che diavolo sta succedendo qui?” chiese Marie. Camminava per la stanza con occhio critico, sicuramente alla ricerca di telecamere nascoste. Dash era al corrente di quanto i genitori di Gabby le stessero addosso, proteggendola dai media, dagli uomini e dai grassi saturi. Non c'era da meravigliarsi che si fosse sentita un po’ a disagio la notte precedente quando avevano fatto l'amore. Lei aveva voluto sposarsi, ma Dash non sarebbe rimasto stupito nel vedere sua moglie tirarsi indietro a un certo punto.
Compiere ventuno anni e liberarsi dalla stretta dei suoi genitori avrebbe dovuto cambiare tutto. Sì, era diventata ufficialmente un’adulta a diciotto anni come chiunque altro, ma dannazione, i suoi genitori e quel contratto ferreo...
Marie posò gli occhi su sua figlia e rimase a bocca aperta con orrore esagerato. “Santo cielo… Gabby, hai fatto sesso con lui? In un hotel economico?”
“Questo non è un hotel economico”, protestò Dash. Non per quanto aveva pagato.
Gabby si allacciò la vestaglia e si piazzò di fronte a sua madre. “Non è un problema tuo. Sono adulta e non sono più tua cliente. E anche se fosse, la mia vita privata non è affare tuo. Che ci fate qui?” Incrociò le braccia.
“Sei ancora nostra figlia”, disse Walter, esaminando anche lui la stanza. In cerca di cosa - contrabbando, porno, altre persone - Dash non lo sapeva. “E ci preoccupiamo per te.”
“Ha ventun anni...” iniziò Dash, ma Marie lo zittì con un rimprovero folle. Poi gridò di nuovo, mentre qualcosa si accartocciava nel suo pugno rigido.
“Cos'è questo? Viva Las Vegas Wedding Chapel?” I suoi occhi si spalancarono mentre leggeva. “Walter, si sono sposati!”
Walter si voltò verso Dash, mentre la rabbia gli arrossava la carnagione normalmente pallida.
Dash sorrise. “Ciao, papà.”
“Non dirgli 'Ciao, papà'. L’hai convinta tu a fare questo. L’hai ingannata”, lo accusò Marie. Si precipitò intorno al letto, agitando il dito con rabbia. “Gabby ha tutta una carriera davanti a sé, e col cavolo che manderà tutto all’aria sposandosi troppo giovane.”
Troppo giovane? Erano legalmente adulti, Cristo! “Intendi come hai fatto tu?” Sì, era un colpo basso, ma Dash conosceva la storia di Marie, il fatto che avesse rinunciato a una promettente carriera da attrice dopo essere rimasta incinta di Gabby. Di come invece lei e Walter avevano deciso di dare ai figli le opportunità che a loro erano state negate, tutto a vantaggio della famiglia.
Dash lo sapeva, perché i Randall ricordavano in tutto e per tutto il cast di Wondermancer High. Ogni volta che Gabby aveva mostrato segni di crollo o di interesse verso qualcosa che non fosse la recitazione, loro avevano giocato la carta del sacrificio e l’avevano fatta tornare sul set. Sarebbe stato disposto ad ammettere a se stesso o a chiunque altro che si era innamorato di lei in parte perché voleva proteggerla dai suoi genitori. Tuttavia, al momento Gabby sembrava cavarsela abbastanza bene da sola.
“Sì, è la mia carriera e la mia vita,” disse sua moglie, “e solo io ho voce in Capitolo su come le gestisco entrambe. Bene” - gli lanciò uno sguardo affettuoso - “Dash e io siamo una squadra adesso.”