Kitabı oku: «Rapporto della BEI sugli investimenti 2020/2021 - Risultati principali», sayfa 6
Incentivare gli investimenti nel clima significa anche garantire una maggiore trasparenza per quanto riguarda l’impatto e i rischi dei cambiamenti climatici. La transizione climatica non sarà possibile senza il massiccio intervento di finanziamenti privati. Il settore privato mostra un promettente interesse e questo è già un buon punto di partenza, ma non è sufficiente. È pur vero che esiste una domanda per i fondi di investimento a vocazione ambientale o sociale ovvero quelli incentrati sulla corporate governance e che alcuni mercati emergenti, come quello dei green bond, sono in fase di espansione, ma la crescita è ancora lenta e l’entità del premio che il mercato finanziario associa agli investimenti verdi è tuttora limitata. L’incertezza in merito ai reali rischi ambientali e al relativo impatto sugli attivi finanziari impedisce agli investitori di agire con maggiore obiettività. Una migliore informazione, unita allo sviluppo di norme semplici e trasparenti come la Tassonomia dell’UE per le attività sostenibili, potrebbe costituire un incentivo per la domanda da parte degli investitori. Un ruolo fondamentale spetta anche alle banche, dal momento che il sistema finanziario europeo ha una forte vocazione bancaria. Banche centrali e organismi di vigilanza nazionali da un lato insistono affinché le banche tengano maggiormente in considerazione i rischi climatici in sede di determinazione degli oneri legati ai rispettivi prestiti, e dall’altro esortano gli investitori ad adottare un approccio più analitico in relazione a tali rischi. Altro aspetto che contribuisce alla trasformazione verde dell’economia è dato dalla più ampia trasparenza richiesta a livello di informativa e dalla maggiore consapevolezza in merito al cosiddetto «stress climatico» in quanto fattori che hanno portato ad un incremento del differenziale tra il tasso dei prestiti e delle obbligazioni verdi e quello dei corrispondenti prodotti non rispettosi dell’ambiente, definiti «brown» (marroni).
Opinioni dei comuni in merito all’adeguatezza dei rispettivi investimenti infrastrutturali negli ultimi tre anni (%)
Fonte: Indagine della BEI sui comuni (2020).
Una risposta coordinata dell’UE potrebbe fungere da catalizzatore della trasformazione. Gli investimenti in una determinata macroarea o in uno Stato membro dell’UE presentano effetti diffusivi tutt’altro che trascurabili per le regioni e i paesi circostanti. Esistono risorse disponibili a vari livelli, da quello comunale a quello europeo, ed è pertanto essenziale coordinare gli interventi al fine di ottenere la miglior sinergia possibile tra gli investimenti. La politica europea svolge un ruolo di coordinamento potenzialmente in grado di ridurre l’incertezza in ambito normativo e regolatorio e di diffondere l’idea di un futuro digitale a zero emissioni nette. Il sostegno dell’UE è indispensabile per creare le condizioni per una finanza per le imprese maggiormente orientata agli strumenti partecipativi e per offrire chiarezza in merito ai prezzi del carbonio, ai prodotti finanziari «verdi» e ai rischi legati al clima cui sono esposte le banche. Tale sostegno, ad esempio tramite il Fondo per una transizione giusta, è altresì necessario per far fronte alle notevoli divergenze geografiche nell’avanzamento dei processi di transizione in campo digitale e climatico, e quindi per scongiurare il rischio che le disparità già esistenti tra le varie macroaree siano esacerbate da tali trasformazioni.
[1] Terminologia utilizzata dalla Commissione europea per riferirsi al duplice obiettivo della neutralità in termini di emissioni di carbonio e della leadership digitale.
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Rapporto della BEI sugli investimenti 2020/2021: Per un‘Europa smart e green ai tempi del coronavirus - Risultati principali
© Banca europea per gli investimenti, 2021. Tutti i diritti riservati. In assenza di un’autorizzazione espressa è possibile citare piccole porzioni di testo, non superiori a due paragrafi, nella lingua originale, a condizione che sia citata anche la fonte.
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Dipartimento Studi economici della Banca europea per gli investimenti (BEI)
La missione del Dipartimento Studi economici della BEI è fornire analisi e studi economici a sostegno delle operazioni della Banca e della definizione delle sue posizioni nonché delle sue strategie e politiche. Il Dipartimento, composto da un team di 40 economisti, è guidato da Debora Revoltella, Direttrice degli Studi economici.
Principali contributi al Rapporto di quest’anno
Responsabile del Rapporto: Debora Revoltella
Coordinatori e revisori del Rapporto: Pedro de Lima e Atanas Kolev
Risultati principali
Tessa Bending
L’elenco degli autori che hanno contribuito all’elaborazione della versione integrale del Rapporto è riportato di seguito.
Introduzione: Atanas Kolev.
Capitolo 1: Atanas Kolev (autore principale), Laurent Maurin (autore principale), Koray Alper, Luca Gattini, Jochen Schanz e Patricia Wruuck.
Capitolo 2: Atanas Kolev (autore principale), Andrea Brasili, Peter McGoldrick e Jochen Schanz.
Capitolo 3: Laurent Maurin (autore principale), Joel Auber, Frank Betz, Rozalia Pal e Patricia Wruuck, in collaborazione con i colleghi della Divisione «Research and Market Analysis» del Fondo europeo per gli investimenti (FEI) Antonia Botsario, Salome Gvetadze, Helmut Kraemer-Eis, Frank Lang e Wouter Torfs.
Capitolo 4: Fotios Kalantzis (autore principale), Andrea Brasili e Annamaria Tueske.
Capitolo 5: Fotios Kalantzis (autore principale) e Hanna Niczyporuk (Università di New York).
Capitolo 6: Laurent Maurin (autore principale), Giovanni Barci, Emmanouil Davradakis, Aron Gereben, Annamaria Tueske e Marcin Wolski.
Capitolo 7: Christoph Weiss (autore principale), Julie Delanote, Peter Harasztosi, Désirée Rückert, Antilia Virginie, Sara Amoroso (Centro comune di ricerca della Commissione europea, riquadro A), Petros Gkotsis (Centro comune di ricerca della Commissione europea, riquadro A) e Nicola Grassano (Centro comune di ricerca della Commissione europea, riquadro A).
Capitolo 8: Julie Delanote (autore principale), Désirée Rückert (autore principale), Peter Harasztosi e Julie Callaert (ECOOM, KU Leuven, collaborazione per l’elaborazione dei dati del Worldwide PATent STATistical Database - PATSTAT, riquadro A).
Capitolo 9: Peter McGoldrick (autore principale), Maïa Debs, Julie Delanote, Atanas Kolev e Désirée Rückert.
Capitolo 10: Patricia Wruuck (autore principale), Aron Gereben, Peter McGoldrick, Désirée Rückert, Annamaria Tueske, Daniel Wetzel (Agenzia internazionale per l’energia, riquadro B) e Marcin Wolski.
Comitato scientifico consultivo
Giorgio Barba Navaretti (Università degli Studi di Milano), Eric Bartelsman (Tinbergen Institute), Catherine L. Mann (Citi),
Steven Ongena (Università di Zurigo), Pier Carlo Padoan, Peter Praet, Jan Svejnar (Columbia University) e Reinhilde Veugelers (KU Leuven).
Pubblicazione della Banca europea per gli investimenti
Revisione linguistica: Christopher Shaw, Kevin Barron e Janel Siemplenski Lefort
Impaginazione: EIB GraphicTeam
Stampato su Munken Polar, bouffant 1.13, FSC® Mix blanc.
La BEI utilizza carta certificata dal Forest Stewardship Council (FSC). Perché è fatta da persone che amano gli alberi. L’FSC promuove in tutto il mondo una gestione delle foreste rispettosa dell’ambiente, socialmente utile ed economicamente sostenibile.
Leggere fa bene, lo sanno tutti. Fa bene anche al pianeta - purché si legga sulla carta giusta.
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I pareri espressi nella presente pubblicazione sono degli autori e non rispecchiano necessariamente la posizione della BEI.
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