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Rapporto della BEI sugli investimenti 2021/2022 - Risultati principali

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Occorre spostare l’attenzione verso interventi mirati di ripartizione del rischio che consentano di attenuare l’incertezza creando nel contempo un contesto dinamizzante

In un contesto in cui le competenze e le infrastrutture fondamentali rappresentano sicuramente i principali ostacoli, è fondamentale non perdere di vista le barriere non finanziarie agli investimenti trasformativi. La scarsa disponibilità di lavoratori con competenze adeguate è annoverata tra gli ostacoli agli investimenti a lungo termine dal 79% delle imprese europee. Anche le infrastrutture hanno la loro importanza. Infatti, non solo l’accesso alle infrastrutture digitali e di trasporto, ma anche i costi dell’energia rappresentano altrettanti limiti per gli investimenti nell’ambito dell’attuale ripresa a livello europeo, e la loro importanza è in aumento.

La disponibilità di competenze continua a rappresentare uno dei principali ostacoli agli investimenti a lungo termine, ma anche i costi dell’energia e le infrastrutture sono fonte di crescente preoccupazione

Ostacoli agli investimenti a lungo termine (% di imprese dell’UE che annoverano l’ostacolo tra quelli rilevanti o tra quelli secondari)


Fonte: EIBIS 2021.

Per quanto riguarda gli investimenti legati al clima, l’incertezza sul contesto normativo e fiscale rappresenta un ostacolo tutt’altro che irrilevante. Infatti, secondo le imprese, i fattori che più di tutti contribuirebbero a promuovere gli investimenti legati al clima sono la definizione di un chiaro percorso di decarbonizzazione, la consulenza sulle varie forme di sostegno finanziario disponibili e il supporto tecnico.

I principali ostacoli agli investimenti nelle tecnologie digitali sono i costi delle attività di investimento e la disponibilità di personale con competenze adeguate in grado di individuare e portare avanti gli investimenti stessi. Le tipologie di sostegno più utili ai fini della digitalizzazione citate dalle imprese includono il supporto tecnico, la consulenza in materia di finanziamenti e la coerenza normativa a livello europeo.

La promozione degli investimenti legati al clima presuppone politiche chiare

Forme di sostegno più utili (% di imprese)


Fonte: supplemento EIBIS 2021 – campione di PMI dell’UE dei settori manifatturiero e dei servizi.

La promozione degli investimenti digitali presuppone un supporto tecnico

Forme di sostegno più utili (% di imprese)


Fonte: supplemento EIBIS 2021 – campione di PMI dell’UE dei settori manifatturiero e dei servizi.

Nel caso delle PMI, il sostegno finanziario mirato si è dimostrato efficace nell’aumentare la disponibilità di questo tipo di imprese a intraprendere investimenti trasformativi, anche in risposta alla pandemia. Le PMI europee che hanno ricevuto incentivi alla digitalizzazione negli ultimi tre anni hanno evidenziato una propensione quasi doppia rispetto alle altre ad investire di più nel digitale in risposta alla pandemia; una simile constatazione porta a ritenere che gli incentivi in parola possano contribuire a superare l’inerzia di molte imprese. Anche il sostegno finanziario mirato per gli investimenti in ambito climatico si è rivelato efficace, sebbene in realtà a beneficiarne sia stato solo il 6-7% delle imprese dell’Europa meridionale, centrale e orientale, contro il 16% delle omologhe realtà dell’Europa occidentale e settentrionale. Solo il 5% delle imprese dell’Europa centrale e orientale ha invece ricevuto incentivi alla digitalizzazione, contro il 16-17% del resto del continente.

Le imprese che già avevano beneficiato di specifici incentivi alla digitalizzazione si sono mostrate maggiormente propense ad investire di più nel digitale in risposta alla pandemia

Percentuale di imprese che hanno incrementato gli investimenti nella digitalizzazione in risposta alla crisi COVID


Fonte: supplemento EIBIS 2021 – campione di PMI dell’UE dei settori manifatturiero e dei servizi.

Gli incentivi finanziari dovrebbero essere accompagnati da un sostegno allo sviluppo delle capacità tecniche presso imprese, comuni e singoli paesi. L’attuazione del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), il piano di ripresa dell’Unione europea a seguito della crisi del debito sovrano, ha dimostrato la necessità di offrire un sostegno finanziario che vada di pari passo con il consolidamento delle capacità di individuare, elaborare e attuare progetti di qualità. La creazione di un’ampia riserva di progetti di qualità è fondamentale per garantire che il sostegno pubblico favorisca la partecipazione, piuttosto che l’esclusione, dei finanziamenti privati. Il dinamismo delle imprese è altresì frenato dalle barriere tecniche e dalla mancanza di informazione.

Per affrontare il problema della ridistribuzione delle risorse nel mercato del lavoro che già si profila occorre adottare una strategia imperniata sul miglioramento delle competenze e la riqualificazione professionale, onde evitare uno scenario in cui migliaia e migliaia di lavoratori si ritroverebbero di fatto “intrappolati” in industrie in declino e imprese sull’orlo del fallimento. Il rischio è che molti lavoratori rimangano ancorati ad imprese che non solo non innovano e non si adattano alla nuova normalità, ma che oltretutto non investono nella formazione. D’altra parte la disponibilità di lavoratori qualificati potrebbe costituire un ulteriore limite per le attività di investimento delle imprese trasformative caratterizzate da un elevato potenziale di crescita. Il miglioramento delle competenze e la riqualificazione professionale sono obiettivi strategici essenziali per garantire una transizione giusta da cui nessuno rimanga escluso.

Con la ripresa saldamente in atto e un crescente numero di imprese attive sul fronte dei cambiamenti climatici e nel campo della digitalizzazione, i responsabili politici possono ben sperare. L’incertezza rimane tuttavia elevata e rappresenta un freno al dinamismo delle imprese. Gli effetti asimmetrici della pandemia sull’economia europea hanno inoltre portato ad un aumento dei rischi per imprese, governi e lavoratori. La pandemia offre un’opportunità per accelerare il cambiamento in Europa che bisogna assolutamente sfruttare al massimo.

[1] Con l’esclusione dell’Irlanda che secondo le statistiche ufficiali evidenzia un anomalo calo del 76% negli investimenti fissi lordi.

[2] L’indagine EIBIS è condotta dal Dipartimento Studi economici della BEI su 12 000 imprese dell’Unione europea, che vengono poi raffrontate con un campione rappresentativo di 800 imprese negli Stati Uniti e 600 nel Regno Unito. L’indagine EIBIS 2021 prevede inoltre un supplemento riguardante le piccole e medie imprese (PMI) dei settori manifatturiero e dei servizi che permette di ricavare ulteriori dati sull’impatto della crisi COVID, la digitalizzazione e gli investimenti legati al clima nonché sugli ostacoli agli investimenti e sul sostegno pubblico. Salvo diversa indicazione, i dati fanno riferimento alla parte generale dell’Indagine EIBIS.

[3] Per ulteriori informazioni sulla clausola di salvaguardia generale, cfr. https://www.europarl.europa.eu/thinktank/it/document/EPRS_BRI(2020)649351

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Rapporto della BEI sugli investimenti 2021/2022: “La ripresa come trampolino per il cambiamento – Risultati principali”

© Banca europea per gli investimenti, 2022. Tutti i diritti riservati. In assenza di un’autorizzazione espressa è possibile citare piccole porzioni di testo, non superiori a due paragrafi, nella lingua originale, a condizione che sia citata anche la fonte.

Il Rapporto della BEI sugli investimenti

Il Rapporto annuale della BEI sugli investimenti e il relativo finanziamento è elaborato dal Dipartimento Studi economici della Banca. Il testo contiene una panoramica completa dell’andamento degli investimenti, dei fattori che li favoriscono e del loro finanziamento nell’Unione europea. Esso abbina l’analisi e la comprensione delle tendenze e degli sviluppi fondamentali di mercato a un particolare approfondimento tematico, che quest’anno è dedicato ai progressi europei verso un futuro smart e green nell’era post COVID-19. Il Rapporto si basa sostanzialmente sui risultati dell’Indagine annuale della BEI sugli investimenti (EIBIS) e sull’Indagine della BEI sui comuni. L’analisi interna della BEI è poi integrata con contributi di importanti esperti del settore.

 

Il Dipartimento Studi economici della BEI

La missione del Dipartimento Studi economici della BEI è fornire analisi e studi economici, per l’appunto, a sostegno delle attività della Banca e della definizione del suo posizionamento, nonché delle sue strategie politiche. La Direttrice degli Studi economici Debora Revoltella è a capo di un team di 40 economisti.

Principali contributi al Rapporto di quest’anno

Responsabile del Rapporto: Debora Revoltella

Coordinatori e revisori del Rapporto: Pedro de Lima e Atanas Kolev

Risultati principali

Debora Revoltella e Tessa Bending

L’elenco degli autori che hanno contribuito all’elaborazione della versione integrale del Rapporto è riportato di seguito.

Introduzione: Atanas Kolev.

Capitolo 1: Andrea Brasili, Jochen Schanz (autori principali) e Alina Bobasu.

Capitolo 2: Atanas Kolev (autore principale), Tessa Bending, Colin Bermingham, Julie Delanote, Peter Harasztosi, Fotios Kalantzis, Peter McGoldrick, Christoph Weiss e Patricia Wruuck.

Capitolo 3: Laurent Maurin (autore principale), Peter Harasztosi, Rozalia Pal, Alina Bobasu e Sebastian Schich (riquadro B), Wouter van der Wielen (riquadro C), Julien Brault, Simone Signore e Wouter Torfs (riquadro D).

Capitolo 4: Patricia Wruuck, Jochen Schanz (autori principali), Alina Bobasu, Julie Delanote e Désirée Rückert.

Capitolo 5: Julie Delanote, Désirée Rückert, Christoph Weiss (autori principali), Julie Callaert (consorzio belga ECOOM - Centro per il monitoraggio della ricerca e dello sviluppo, KU Leuven, collaborazione per l’elaborazione dei dati del Worldwide PATent STATistical Database - PATSTAT, riquadro B), Matteo Ferrazzi (riquadro C) nonché Ana Correia, Océane Peiffer-Smadja e Julien Ravet della Commissione europea, DG Ricerca e innovazione (riquadro D).

Capitolo 6: Fotios Kalantzis, Atanas Kolev (autori principali), Koray Alper (riquadro A), Emmanouil Davradakis, Julie Delanote, Sofia Dominguez, Matteo Gatti (riquadro B), Peter Harasztosi, Wouter Torfs e Annamaria Tueske.

Comitato scientifico consultivo: Giorgio Barba Navaretti (Università degli Studi di Milano), Eric Bartelsman (Tinbergen Institute), Catherine L. Mann (Citi), Steven Ongena (Università di Zurigo), Pier Carlo Padoan, Peter Praet, Jan Svejnar (Columbia University) e Reinhilde Veugelers (KU Leuven).

Pubblicazione della Banca europea per gli investimenti

Ringraziamenti

José Maria Alvarès, Enrico Minnella, Luca Restaldi e Nicola Vianello per aver contribuito alle attività di ricerca.

print:

QH-BR-21-001-IT-C

ISBN 978-92-861-5187-3

ISSN 2600-2523

doi: 10.2867/17638

eBook:

QH-BR-21-001-IT-E

ISBN 978-92-861-5195-8

ISSN 2600-2531

doi: 10.2867/098307

pdf:

QH-BR-21-001-IT-N

ISBN 978-92-861-5192-7

ISSN 2600-2531

doi: 10.2867/439068