Kitabı oku: «Poesie Gedichte»
Silvio Talamo
Poesie
Gedichte
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Prinzessinnenstraße 20
10969 Berlin
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Diritti d’autore/Urheberrechte: Silvio Talamo & Milena Rampoldi
Copertina/Cover: ProMosaik
Traduzione tedesca/Deutsche Übersetzung: Milena Rampoldi
A volte le parole mi zittiscono
A volte le parole mi zittiscono
ed esplodono, cenere nell’aria,
senza ricordo alcuno della terra
ormai cava.
È sul suo grembo obliato
che cammino, guidato dagli insulti
commessi e dalla voce che bisbiglia.
I piedi affondano in un limo arcaico
che ora giace nascosto sotto croste
putrescenti, aride, ricche d’immagini
e senza velo.
Le caliamo in gola,
dopo ogni pasto, una medicina
che non cura, semmai tenesse in vita.
A volte le parole sono suono
e l’immagine sorge ricordando
la sua pienezza.
Vorrei foto
senza retro, così che non riportino
più la realtà che le ha accompagnate,
slegando il canto che le ha partorite.
La voce che non ha parole canta,
eccede, dalle nuvole, qui, il sogno,
ritorna gravido di pesi e senso.
Hai provato a cercare il fondamento
dentro al vortice, ne porti l'accusa.
Poi,
ogni centro diventa come un margine
e si scivola lungo il sentiero
che lascia sul medesimo pendìo
tanto la realtà quanto l'immagine.
Manchmal lassen mich Worte schweigen
Manchmal lassen mich Worte schweigen
Und zerplatzen wie Asche in der Luft
Ohne keinerlei Erinnerung
An die inzwischen ausgehöhlte Welt.
Auf ihrem vergessenen Leibe
Bewege ich mich, geführt von ausgesprochenen Beleidigungen
Und von der flüsternden Stimme.
Meine Füße versinken in einem archaischen Sumpf
Der nun verborgen unter den Schollen verweilt,
Verwesend, trocken, reich an Bildern
Und so ganz ohne Schleier.
Nach jeder Mahlzeit
Verabreichen wir uns eine Arznei
Die weder heilt noch am Leben erhält.
Ab und zu werden die Worte zu Tönen
Und das Bild kommt auf
Und erinnert an seine Vollkommenheit.
Ich möchte Fotos
Ohne Rückseite, damit sie nicht erzählen
Von der Wirklichkeit, die sie begleitet,
Und sich vom Gesang abtrennen, der sie gebar.
Eine Stimme ohne Worte wird zum Gesang,
Sie übersteigt aus den Wolken den Traum,
Der trächtig wird vor Gewicht und Sinn.
Hast du je versucht, nach dem Fundament zu suchen,
Mitten im Wirbel, klagst du es an...
Dann wird jeder Mittelpunkt
Zu einem Rand
Und man rutscht den Weg entlang
Der auf ein und demselben Hang
Wirklichkeit und Bild hinter sich lässt.
Prendi la mia immagine
Su, prendi la mia immagine, è un dono;
puoi farne quel che vuoi.
Accettala.
Puoi prenderla per mano,
piazzarla su di un trono,
attaccarla su di un muro, copiarla,
come un poster in cornice
puoi strapparla, picchiarla o sottometterla,
animale ingabbiato o liberato.
Puoi farci un buco con la sigaretta,
inciderne con la lametta l'angolo
o farne un idolo
- buon pasto per il pubblico,
lasciarla navigare sulla carne
dei tuoi sogni per farti trasportare
anche quando appare eretica.
Poi, sarà un aquilone
che scorrazza per la casa.
Lei crede bene d'essere il mio corpo
e vorrebbe, magari, farsi specchio,
essere vita che palpita, reale
così come certo è.
Solo, ti prego, fa attenzione. Quando,
nel trionfo del tuo assolo
ne avrai mangiato il frutto,
il clamore rifluito,
ricorda, per favore,
sta attento che non scappi…
Nimm mein Bild
Nimm mein Bild, ich schenke es dir;
Mach daraus, was du willst.
Nimm es.
Reich ihm die Hand
Setz es auf einen Thron
Häng es an die Wand, mach dir eine Kopie
Wie ein umrahmtes Poster
Dann zerreiß es, schlag es oder unterdrück es
Wie ein Tier im Käfig oder in Freiheit.
Du kannst es mit einer Zigarette durchlöchern,
Ihm mit der Rasierklinge in den Winkel ritzen
Oder es in ein Idol verwandeln
Und der Öffentlichkeit zum Fraß vorwerfen,
Lass es auf dem Fleisch deiner Träume segeln
Lass dich von ihm führen
So ketzerisch es auch erscheinen mag.
Es wird dann zu einem Papierdrachen
Der durch das Haus schwingt.
Das Bild hält sich für meinen Körper
Möchte wahrscheinlich zu seinem Spiegel werden
Ein flatterndes Leben sein
So wahr wie gewiss.
Möchte dich um Vorsicht bitten.
Wenn du dann,
Im Triumph deines Alleingangs,
Die Frucht verspeist haben wirst,
Und der Ruhm verebbt,
Achte darauf, dass dir das Bild nicht entflieht...
Il Pasto
Il corpo si dissolve è trafitto
le luci griglia video sparate dalle icone
i pulsanti corrono sotto le dita
tremano tastati affondano
Un ago arcobaleno penetra la pupilla - esplode
ettolitri di show musica politica
informazioni TV propaganda
e La TV è accesa
e poggia grassa e laida con il culo sudato
sdraiato sul mobiletto di vetro opaco
sputando al petto del padre che mangia
telecomando nero arroventato
disteso sulla tavola che emana
organigrammi di suono sottile
i corpi della Bosnia
spolpati un ronzio
di guerre orientali
la morte un’immagine e la mamma arriva
portando zuppe di pasta verde
che canta nel piatto
mentre i piccoli litigano (zanne)
per il programma di nevrastenie
(gli occhi sbarrati)
sul piatto intorno la tovaglia uniti
assaltata la famiglia strafatta l’overdose
Riti immaginari di liceali
iniziati a penitenze mentali
con la grazia delle soap opera
l’overdose la soap opera
è l’overdose hopp-opera
la realtà l’ideale
soap-opera
(di tutti i bambini)
una volta a casa
dopo scuola arrivati
tempo cinque minuti
e via con la TV
Ho visto un volto
devastato dalla roba
i solchi sulle guance la stanchezza
del corpo barcollante inseguendo
le auto per mille lire di parcheggio
La pelle magra
asciutta sugli zigomi
risucchiata la pupilla spillo
voce strascicata
due parole di droga
la colletta e la droga
Hanno strappato via le mie radici
per poi allontanarci da quel ciclo continuo
che è l’eternità ...
Avvertirsi rinchiusi in una realtà-parvenza
un universo di finzioni solide percepite da tutti
proprio come finzione (ed è questa la sua forza)
questa vita dissolta non senso in video veri mondi virtuali in boschi insapore
ricche allucinazioni che grondano fresche
bocche giallo merce ma nei cespugli
divorate da topi iperreali ingozzate a notizie
le due manine strette alle informazioni che
piangono avvinghiate al terreno
nitrendo in convulsioni contorte divorate scalze
i denti affilati del roditore che strappano
brani di carne imbevuti
in teorie giornalistiche di risparmio
finanze lavatrici reclame – grande arma
Oh nostra lauta fruizione consumata
in pozzanghere di buio niente
il topo si lecca tira via con la lingua
gli ultimi muscoli staccati dallo scheletro
si gratta ingoia lascia due carcasse
ossa bianco fluorescente
sull’erba bassa e poi fugge schizzando
in radure alogene
la lunga coda pelosa e torna nelle fogne
Das Mahl
Der Körper löst sich auf, durchbohrt
Lichter des Videorasters, aus Ikonen geschossen
Die Knöpfe laufen unter den Fingern
zitternd gehen sie nach der Berührung unter
Eine Regenbogennadel dringt in die Pupille ein - explodiert
Hektoliter Show Musik Politik
TV-Informationen Propaganda
Der Fernseher ist an
er stützt sich ab, fett und hässlich, auf seinem verschwitzten Hintern,
er liegt auf dem matten Glasschrank
er spuckt dem essenden Vater auf die Brust
die Fernbedienung, schwarz und glühend heiß
auf dem Tisch liegend strahlt sie
Tonorganigramme aus, die entfleischten Leichname aus Bosnien
ein Summen
der Nahostkriege
Der Tod ein Bild und die Mutter kommt
mit der Suppe grüner Nudeln, die im Teller singen
während die Kinder streiten (Stoßzähne) wegen des neurasthenischen Programms
(die Augen glotzen) auf den Teller, um die Tischdecke vereint
Die Familie, angegriffen und weg von der Überdosis
Imaginäre Riten von Gymnasiasten
eingeführt in mentale Bußübungen
mit der Eleganz der Soap Opera
mit der Überdosis der Soap Opera
es ist die Überdosis der Hopp Opera
Die Realität das Ideal
Soap Opera
(aller Kinder)
Nach der Schule
zu Hause zurück
nur fünf Minuten
und der Fernseher geht an
Ich habe ein Gesicht gesehen
kaputt von dem Zeug
Furchen in den Wangen die Müdigkeit
des taumeligen Körpers,
der die Autos verfolgte, für 1.000 Lira Parkplatzgeld
Die magere Haut
ausgetrocknet an den Wangenknochen
die Pupille eingesaugt wie eine Stecknadel
die schleifende Stimme
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