Kitabı oku: «Mamma Mi Ha Detto Di Non Venire»
Mamma Mi Ha Detto Di Non Venire
Un Romanzo Della Sicurezza Di Justice
By
T. M. Bilderback
Traduzione Di
Tomaso Bonavita
Copyright 2010 by T. M. Bilderback
Disegno di copertina di Christi L. Bilderback
Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo romanzo può essere copiata o ristampata senza
autorizzazione specifica dell’autore.
Sommario
Titolo Pagina
Copyright Pagina
INDICE DEI CONTENUTI
Per mio padre. | Perché ti amo.
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
INDICE DEI CONTENUTI
Nota sul diritto d’autore
Dedica
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
A proposito dell’Autore
Altre opere di T. M. Bilderback
Per mio padre.
Perché ti amo.
Capitolo 1
––––––––
CHRIS GUNTHER ERA AL settimo cielo. Aveva una macchina, un nuovo lavoro e un appuntamento stasera con la ragazza più carina di tutta la penultima classe delle superiori.
Chris si sentiva a suo agio quando un piano andava in porto.
Aveva la patente dal suo sedicesimo compleanno, ma fino a ieri non era riuscito a trovare un’auto che potesse permettersi. I suoi genitori erano stati chiari: non gli avrebbero comprato una macchina. Ma se ne avesse trovata una che poteva permettersi, avrebbero pagato l’assicurazione. E finalmente ci riuscì: un maggiolino Volkswagon del 1968. Era blu scuro, in perfette condizioni, e aveva appena 90.000 chilometri di percorrenza effettivi. Era di proprietà di una signora non sposata (parole dei suoi genitori - vecchia puttana lesbica era la descrizione di Chris) sulla settantina che non poteva più guidare. Lei voleva solo mille dollari.
Chris assillò il suo vecchio finché non aveva acconsentito a dare un’occhiata all’auto. Lui diede la sua approvazione, Chris diede i soldi alla signora e la cosa finì lì! O almeno così ritenne.
“Regole di base, figliolo,” disse suo padre. “Tua madre ed io paghiamo l’assicurazione per te da subito, ma tu sei responsabile di tutte le altre spese. La targa, la benzina e le riparazioni sono tutte tue. Se dovessi prendere una multa, anche la spesa per l’assicurazione ricadrà su di te - non siamo fatti di soldi, lo sai.”
“Ok, papà. Non prenderò una multa,” disse lui.
“Credo sia ora che anche tu ti trovi un lavoro. Le auto costano davvero un bel po' di soldi... e devi pensare anche alle spese del college.”
“Papà, sono uno studente di prima categoria. Avrò delle borse di studio.”
“E questo è fantastico, figliolo. Ma le borse di studio non pagano tutto. Di solito coprono solo le tasse scolastiche. Libri, cibo, dormitori e feste sono tutti costi extra. Possiamo aiutarti in parte in tutto ciò, ma sarebbe utile se tu avessi dei soldi tuoi.”
“Baabbo! Io non faccio feste!”
“Ora non le fai. Aspetta fino al college. Vedrai cosa intendo.” Sorrise a Chris mentre lo diceva.
E anche se lui odiava ammetterlo a se stesso, il suo vecchio aveva ragione. Aveva bisogno di soldi.
Tornando a casa, si fermò al McDonald. Erano a corto di personale e, dopo un breve colloquio, lo assunsero. Avrebbe iniziato sabato, venti ore alla settimana a poco più del salario minimo.
Poi, nella giornata, a scuola, aveva chiacchierato con un paio di amici. Erano nel corridoio davanti al suo armadietto, aspettando di andare all’ultima lezione del giorno. Hugh parlava della sua macchina e ironizzava sul Maggiolino di Chris, mentre Lance era appoggiato agli armadietti ad ascoltare. Lance toccò col gomito sia Chris sia Hugh. Quando lo guardarono, stava fissando il corridoio. Entrambi si girarono per vedere cosa avesse attirato la sua attenzione.
La nuova ragazza, Amanda King, stava risalendo il corridoio nella loro direzione. Amanda si era trasferita alle superiori di Glenwood all’inizio dell'anno da un’altra scuola della città. Era una ragazza molto carina, con lunghi capelli scuri e un sorriso meraviglioso. Tutti i ragazzi della Glenwood erano affascinati da lei, e tutte le ragazze oscillavano tra l’odiarla e il pensare che fosse davvero fantastica.
Tutti e tre i ragazzi la stavano fissando. Sembrava che stesse cercando qualcuno. Guardò nella direzione dei ragazzi, sorrise e si diresse direttamente verso di loro. Si fermò davanti a Chris e sorrise timidamente.
“Tu non sei Chris Gunther?” chiese.
“Uh... sì, ciao,” balbettò lui. Non riusciva a distogliere gli occhi dai suoi.
“Abbiamo lezione di chimica insieme,” disse lei.
“Sì, è vero,” rispose lui.
“Senti, mio fratello mi ha detto di una festa a casa di un amico domani sera. Mi chiedevo se ti piacerebbe venire con me.”
“Muh... io?”
Lei ridacchiò. “Certo, tu. Di tutti i ragazzi che ho visto qui finora, tu sembri essere il più dolce. E il più carino.” Amanda arrossì un po'. “Mi piacerebbe molto uscire con te. Voglio dire, se tu vuoi venire con me.”
“Beh, uh... sì, mi piacerebbe molto!”
Lei prese un foglio di carta dal suo taccuino e scrisse per un minuto. “Ecco il mio numero di telefono. Chiamami stasera e parleremo. Devo andare, o farò tardi a lezione. Ciao ciao!” Salutò con la mano mentre ritornava indietro nel corridoio.
Chris e i suoi amici la guardarono mentre si allontanava lungo il corridoio.
“Amiico,” disse Hugh, incredulo.
“Sei così fortunato!” disse Lance.
Chris guardò il pezzo di carta che Amanda gli aveva passato. Su di esso, lei aveva scritto il suo numero di telefono. Sotto il numero, aveva disegnato un cuore con una freccia che lo attraversava.
Chris infine trovò il coraggio di chiamare Amanda quella sera.
“Pronto?” disse lei quando rispose.
“Ciao, Amanda. Sono io,” disse lui.
“Oh, ciao, Chris! Sono così felice che tu abbia chiamato.”
“Anch'io. Pensavo solo... beh, non importa.”
“Solo cosa?”
Chris esitò. “Non posso credere che una ragazza così bella e simpatica come te volesse che io le telefonassi... Voglio dire, non sono una stella del football o altro. Sono solo un ragazzo normale.”
Lei ridacchiò. “Ed io sono solo una ragazza normale, Chris. Mangio, dormo, faccio i compiti, vado a scuola. E non penso di essere così carina.”
“Ma lo sei!” rispose lui. “Tutti i ragazzi a scuola non riescono a smettere di sbavare per... voglio dire, sono tutti pazzi di te.”
“Non m’importa di 'tutti i ragazzi', Chris. M’interessa solo quello che pensa un ragazzo. E quello sei tu, sciocco.”
Passarono le due ore successive a parlare di cose di cui parlano normalmente la maggior parte dei sedicenni. Quando riattaccarono, era stato concordato che Chris sarebbe passato a prenderla alle sei e mezzo della sera successiva, e che avrebbero preso qualcosa da mangiare. Poi si sarebbero diretti alla festa. Suo fratello Steve li avrebbe incontrati lì.
Chris scese al piano di sotto per dire ai suoi genitori i suoi impegni per domani sera. Sua madre era un po' riluttante a lasciare che i ragazzi andassero a una festa, anche se il fratello maggiore di Amanda sarebbe andato con loro.
“Non è così che ci si diverte, Chris,” disse lei. “Non credo che dovresti andare.”
“Mamma, andrà tutto bene!” disse Chris.
Sorprendentemente, suo padre lo appoggiò. “Penso che dovrebbe andare. Gli abbiamo dato una buona educazione ed è un ragazzo responsabile.” A Chris disse: “Ma non stare fuori oltre la mezzanotte, figliolo. Il giorno dopo inizierai a lavorare e avrai bisogno di riposare.”
Chris sorrise. “Grazie, papà! Sarò a casa per mezzanotte, e faremo attenzione.”
A scuola il giorno dopo, Lance e Hugh presero in giro Chris per tutto il giorno a proposito del suo appuntamento del venerdì sera con Amanda. Chiesero di cosa avessero parlato al telefono la sera precedente.
“Le hai detto della bambola gonfiabile nel tuo armadio?” chiese Hugh.
“Quello che voglio sapere,” disse Lance, “è quanto la pagasti per fingere che tu le piacessi ieri.”
“Sapete,” disse Chris, “voi due siete davvero banali.”
“Ricorda,” disse Hugh, “non tormentarti per le cose futili.”
“E non accarezzare le cose sudate,” conclusero Chris e Lance insieme. Si misero tutti a ridere.
Chris chiuse il suo armadietto e Amanda era dietro la porta dell’armadietto. Lui divenne immediatamente senza parole, e Lance e Hugh ammutolirono rapidamente.
“Tutto quello che ti chiedo,” disse a Chris, con un tono basso e seducente, “è che tu non dica loro quello che tu ed io abbiamo fatto con la bambola gonfiabile. Vuoi accompagnarmi a chimica?”
Lei lo prese per mano e lo condusse in fondo al corridoio. Lance e Hugh fischiarono e chiamarono a gran voce Chris mentre se ne andavano.
“È stato molto bello, Amanda. Grazie.”
“Piacere mio, signore.”
“A proposito, i miei vogliono che sia a casa per mezzanotte. Per te va bene?”
“Sì, devo essere a casa per le undici, quindi dovrebbe andare bene.”
Avevano raggiunto l’aula di chimica.
“Amanda, grazie per avermi chiesto di uscire. Credo che tu sappia che non avrei mai avuto il coraggio di chiedertelo.”
“Non so se sia il caso di ringraziarmi, Chris. Non mi considero così attraente o qualcosa del genere. Ma, se ti fa sentire meglio, mi ci sono volute tre settimane per trovare il coraggio di chiedertelo.” Si chinò e lo baciò sulla guancia. “Quindi, ti ringrazio per non avermi fatto fare la figura dell’idiota.”
Chris non si rese conto di quello che avvenne in classe quel giorno. Continuò a toccarsi la guancia e a sorridere come un pazzo.
Alle sei e venti di quella sera, si fermò davanti alla casa di Amanda e si diresse verso la porta d’ingresso. Sua madre aprì la porta e lo invitò nel soggiorno. Il padre di Amanda era lì e si alzò per stringere la mano di Chris.
“Amanda scenderà tra un momento,” disse sua madre uscendo dalla stanza.
“Amanda mi ha detto che domani inizierai un lavoro,” disse suo padre.
“Sì, signore,” disse Chris. “Comincio da McDonald domani a mezzogiorno.”
“Beh, figliolo, tutto quello che posso dire, è di non vergognarti del tuo lavoro. Non c’è niente di male nel lavorare nei servizi di ristorazione. Il mio primo lavoro è stato al ‘Frutti di mare’ di Kenzie come lavapiatti. Il lavoro non era un granché, ma mi procurò uno stipendio... e lì conobbi la madre di Amanda. Faceva la cameriera part-time nei fine settimana.”
“Papà, smettila di annoiare il mio ragazzo con cose del passato,” disse Amanda dalla porta del soggiorno.
“Noioso? Ah!” disse suo padre scherzando. “Perché, all'epoca dovevo camminare per una ventina di chilometri a piedi nudi fino al mio lavoro... nella neve!”
“Mentre ascoltava Robert Palmer e George Michael sul suo walkman Sony,” ironizzò sua madre entrando nella stanza. Baciò suo marito e disse: “Ora perché non fai silenzio e lasci andare questi ragazzi?”
Lui volse gli occhi al cielo. “Sì, cara,” disse con voce mite. Questo fece ridere sia Amanda sia Chris. A Chris disse: “Tienila al sicuro e portala a casa per le undici, figliolo. A parte questo, voi due divertitevi.”
“Sì, signore,” disse Chris.
“Guarda questo, Amanda!” disse suo padre. “Il signore è rispettoso nei confronti di noi vecchietti!”
“Oh, papà, basta,” disse Amanda. Abbracciò entrambi i genitori. “Torneremo per le undici. Nessuna promessa su Steve - non sono la custode di mio fratello.”
“Ciao, ragazzi,” disse la madre di Amanda mentre i giovani uscivano dalla porta principale.
Chris aprì la porta del passeggero del maggiolino per Amanda.
“Che gentiluomo!”
Chris arrossì. “Non svelare il segreto - ho la mia reputazione da difendere.”
Lei ridacchiò mentre lui chiudeva la portiera della macchina. Quando lui salì, partirono.
“Allora, mio amico gentiluomo, dove mi porti a cena questa sera?” chiese Amanda, con voce fintamente altera.
“Con grande imbarazzo, da... Kenzie.”
Amanda scoppiò a ridere. “Oh, cavolo, aspetta che lo dica a papà – gli farà piacere!”
Anche Chris rise. “È l’unico ristorante con posti a sedere che posso permettermi finché non comincio a fare un po' di soldi domani. Ho la sensazione che tra non molto mi stancherò di hamburger e patatine.”
“Va bene, Chris. Non ho molta fame. Ho un formicolio allo stomaco.”
“Anch’io. Ma è una cosa positiva.”
Arrivarono da Kenzie. Il parcheggio non era completamente pieno, ma c’erano molte vetture. Entrarono e furono fatti sedere in un tavolo per due. Ordinarono pasti leggeri e tè freddo.
L’atmosfera da Kenzie era decisamente in stile marinaro. Reti da pesca pendevano dai soffitti. Le stelle marine essicate erano appese dentro le reti, come se fossero il pescato del giorno. Pesci impagliati come marlin, pesci spada e persino uno squalo di circa due metri erano disposti in vari punti delle pareti. Misteriosamente, un paio di corna di manzo longhorn erano appese al muro sopra il registratore di cassa.
“Conosci la storia che sta dietro a tutte quelle cose sulle pareti?” Amanda chiese a Chris.
Lui scosse la testa.
“Papà mi ha detto tutto al riguardo. Naturalmente, sai che Kenzie è una donna, vero?”
Chris annuì e disse: “Ho sentito che è anche molto carina.”
“È carina, ed è una vera signora che ama la vita all’aria aperta, secondo papà. Tutto quello che c’è sulle pareti, sono cose che pescò mentre cercava di fare come mestiere la pescatrice.”
“E le corna sopra il registratore di cassa?”
Amanda ridacchiò. “Lei prese anche un toro in mare! Papà raccontò che una piccola nave da carico che trasportava alcuni animali da fattoria affondò nella baia qualche anno fa, e che Kenzie catturò il toro nelle sue reti da pesca. A quanto pare, il toro nuotava verso il suo peschereccio e s’impigliò le zampe. Fu una delle ultime cose che prese prima di aprire il ristorante. Papà afferma che Kenzie è una delle poche persone che conosce che può trasformare qualsiasi cosa in qualcosa di buono”
Terminarono i loro pasti. Chris lasciò una mancia alla cameriera e pagarono alla cassa. Si tennero per mano mentre andavano alla macchina.
Guidando la macchina, Chris chiese ad Amanda: “Allora, dov’è questa festa cui stiamo andando?”
“Steve disse che si trova nell’appartamento di un suo amico. Mi diede l’indirizzo e disse che ci avrebbe incontrato lì verso le otto. È sulla Quarta Strada.”
“È solo un isolato più in là della Valle!” disse Chris. “Pensi che sia un posto sicuro?”
La Valle delle puttane, ufficialmente conosciuta come Terza Strada, aveva un nome appropriato. Prostitute, papponi, spacciatori e criminali di ogni risma frequentavano i bar, i negozi di articoli sessuali e gli alberghi economici che costeggiavano la strada.
“Steve disse che l’appartamento del suo amico è in una zona sicura della Quarta. Devi dirigerti più in là verso la città prima che la Valle cominci.”
Chris fece un bel respiro. “Spero che lui abbia ragione.”
“Chris, devo andarci, almeno per qualche minuto. Se non lo faccio, Steve dirà ai miei genitori che non mi sono nemmeno fatta vedere, e mi metterò nei guai. Penseranno che tu sia uno stupratore pazzo o qualcosa del genere.”
Chris rifletté per breve tempo. “Ok, Amanda. Ma andiamo a vedere un film o qualcosa del genere quando usciremo. Ho davvero un brutto presentimento.”
“Anch’io. Sicuramente non ci fermeremo a lungo.”
Chris era sulla Quarta strada. Il condominio era nell'isolato 2700. Trovò l’indirizzo e trovò per fortuna un parcheggio quasi direttamente di fronte all’edificio. Mentre lui e Amanda scendevano dall’auto ed entravano nell’edificio, nessuno dei due notò la Cadillac con i vetri oscurati parcheggiata a tre macchine da loro con il motore acceso.
Il condominio non aveva un portiere, ma aveva un ascensore. Vi entrarono.
“Qual è il numero dell’appartamento?” chiese Chris.
“309.”
Chris premette il pulsante del terzo piano.
Quando l’ascensore si aprì, poterono sentire una musica ad alto volume. Mentre raggiungevano il 309, la musica diventò più forte. Si guardarono, e Chris bussò alla porta dell’appartamento con rassegnazione. Lui tenne stretta la mano di Amanda.
Quando la porta si aprì, la musica li colpì con una forza quasi corporea. Veniva da un CD di un popolare gruppo di musica alternativa, suonato fino al punto di distorcere l’impianto audio. Il ragazzo che aprì la porta era sulla ventina, con una piccola coda di cavallo intrecciata. Appariva confuso, poi la comprensione si affacciò sul suo volto.
“Sei Amanda, vero?” disse a voce abbastanza alta da farsi sentire al di sopra della musica.
Lei annuì.
“Io sono Jeff. Entrate pure. Steve è vicino al divano.”
Quando entrarono nell’appartamento, furono investiti dall’aroma acre della marijuana, insieme a un aroma che nessuno dei due riuscì a identificare. C’erano circa altre otto persone sedute nel piccolo soggiorno dell’appartamento. Il fratello di Amanda era seduto sul pavimento all’angolo del divano, fumando una canna. I tavoli intorno al soggiorno erano coperti di cartine, marijuana, pipe, pipe ad acqua e sacchetti di polvere bianca. Gli occhi degli adolescenti si spalancarono mentre loro si guardavano intorno, poi Amanda individuò suo fratello.
Con rabbia si avvicinò a lui e gli tolse lo spinello di mano con uno schiaffo. Chris rimase dov’era.
“Che diavolo credi di fare?” urlò al fratello. “Metti giudizio!”
Mentre Amanda inveiva contro suo fratello, Chris sentì bussare alla porta dell’appartamento. Jeff, che era dietro Chris e ridacchiava tra sé davanti alla rabbia di Amanda, si voltò per aprire la porta. Chris stava quasi per dirgli di non farlo, ma Jeff iniziò ad aprire la porta. Appena lo fece, la porta improvvisamente si spalancò. Cinque uomini in soprabiti di pelle scura entrarono rapidamente. Il primo uomo che varcò la porta afferrò Jeff e gli puntò una pistola automatica alla fronte.
“Ciao, coglione,” disse il primo uomo. “Esteban ti manda il suo amore.” Sparò a Jeff.
Nessuno tranne Chris sentì il commento, e nessun altro udì lo sparo a causa della musica ad alto volume e della sfuriata di Amanda. Gli altri quattro uomini si sparpagliarono e tirarono fuori le armi automatiche da sotto i loro soprabiti. Presero la mira e cosparsero la stanza di proiettili. La stanza divenne un’esplosione di vetri rotti, droga, accessori, parti del corpo e sangue. Chris si prese tre proiettili, due nei polmoni e uno nel collo che gli recise la colonna vertebrale. Amanda fu colpita quattro volte alla schiena, con due proiettili che le perforarono il cuore. La testa di suo fratello Steve si spappolò per la forza di un proiettile. Tutti gli altri nella stanza furono uccisi dai rapidi spari delle pistole.
Due ultimi pensieri attraversarono la mente di Chris mentre la sua linfa vitale fluiva intorno a lui. Il primo fu che non avrebbe potuto farlo - doveva lavorare il giorno dopo. Il secondo fu che sua madre gli aveva detto di non venire.