Kitabı oku: «Il Mio Sangue Sulle Zanne», sayfa 2

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Capitolo 2
Adrian

Non pensavo di potermi liberare così presto in serata, ma Anton mi ha chiesto di andare a fare un giro per qualche ora e di ritornare appena prima dell’alba. Perfetto. Posso unirmi agli altri e ascoltare le ultime raccomandazioni di Dumitru. Il nostro capo ha deciso di lanciare l’assalto tra poco. Dobbiamo tenerci pronti. Il branco si è già riunito intorno alla piattaforma in attesa che il nostro capo parli. L’aria è carica di tensione. Tutto è troppo calmo e silenzioso.

– Ciao, Adrian. Non pensavo di vederti a quest’ora.

– Vasile. Nemmeno io, ma Anton mi ha congedato fino all’alba.

– Il tuo vampiro è uno dei più strani. Perché non mangia mai prima di andare al castello? Nessun succhiatore di sangue, a parte lui, si trattiene dal mangiare.

Il mio migliore amico ha ragione. Anton è un vampiro molto particolare. Innanzitutto nessuno sa quale sia la sua funzione presso il re vampiro. Va al castello dal tramonto a volte fino all’alba, ma nessuno dei servitori sa il perché e le sue visite al re vampiro sono le uniche che si svolgono a porte chiuse. Inoltre questa storia di non bere sangue prima di andarci rende tutto ancora più strano. Sono certo che privarsi così di cibo lo fa soffrire fisicamente. Eppure, non deroga mai a questa regola. Si potrebbe credere che mangi al castello, ma è raro che succeda. In genere, aspetta di ritrovarmi e poi cacciamo insieme. I miei pensieri sono interrotti dall’arrivo del nostro capo sulla piattaforma. Dumitru è il lupo mannaro più vecchio del branco, il primo nato, e il nostro capo supremo a dispetto di quello che pensa il re vampiro. Gli obbediamo e gli abbiamo giurato fedeltà fino alla morte, cosa che è già successa per alcuni di noi.

– Buonasera a tutti. Non ho intenzione di tenervi sulle spine né di farvi lunghi discorsi. Fratelli miei, è arrivato il momento di agire e di liberarci da tutte le nostre catene definitivamente. Siamo schiavi dei vampiri da troppo tempo. Agiremo domani sera per conquistare la nostra libertà.

Così presto? Mi sembrava che avesse appena cominciato a eliminare i vampiri più deboli e meno influenti del reame per ridurre l’esercito di Zoran.

– Perché precipitare gli eventi? I vampiri sono ancora numerosi.

Uno dei miei compagni ha pronunciato ad alta voce la domanda che tutti si stanno facendo. Abbiamo deciso, tutti insieme, qualche settimana fa, di conquistare la nostra libertà e di non sottostare più alla dominazione dei vampiri. Ma per un colpo di stato ci vuole del tempo e dell’organizzazione. Alcuni dei miei compagni hanno cominciato a liberarsi del loro trio vampiresco sterminando i vampiri senza attirare l’attenzione. Eppure, siamo ancora in molti a essere al servizio di almeno due vampiri e la loro superiorità numerica, oltre che la loro forza e la loro capacità di rigenerazione fuori dal comune, potrebbero esserci fatali. Noi siamo potenti, ma i vampiri lo sono di più.

– Stai forse contestando le mie decisioni, Ivan?

Dumitru salta dalla piattaforma su cui si era issato e viene a piazzarsi proprio davanti al giovane lupo. Ivan è uno degli ultimi nati del branco. Ha solo una quarantina d’anni e i vampiri che serve sono piuttosto gentili con lui, un po’ come Anton. Non percepisce quindi l’urgenza della situazione. Non è il caso di tutti i licantropi e di sicuro del nostro capo il cui tono astioso risuona come un colpo di frusta nell’aria notturna.

– Certo che no, Dumitru. Penso solo…

Il nostro capo lo prende alla gola e lo alza da terra, togliendogli il respiro.

– Nessuno ti ha chiesto di pensare. Il branco soffre da troppo tempo sotto il giogo di questi assassini. Ne ho abbastanza che passiamo per i cattivi della situazione.

Troppi morti, troppi massacri. Facciamo il lavoro sporco dei vampiri da due secoli. Siamo stati creati da Zoran stesso con questo unico scopo. Siamo i guardiani del re vampiro, incaricati di sterminare gli uomini morsi dai vampiri per impedire che si trasformino. Il modo che Zoran ha trovato per mettere fine all’aumento inopportuno del suo popolo senza doversi sporcare le mani. Non voleva abbassarsi a eliminare lui stesso le sue prede. Siamo incaricati anche di proteggere il castello in pieno giorno, quando i vampiri, confinati all’interno, sono più vulnerabili, senza nessuna possibilità di fuggire in caso di pericolo. Ha dimenticato solo una cosa: per natura i lupi sono selvaggi. Alcuni di noi hanno già tentato di fuggire per vivere in un altro modo, ma Zoran li ha scovati con una facilità sconcertante ed eliminati fino all’ultimo, facendo di loro un esempio per gli altri licantropi a cui venisse la tentazione di fare la stessa cosa.

Dumitru libera Ivan che crolla a terra e annaspa un istante prima di riuscire a riprendere una respirazione regolare.

– Dopo le perdite che Zoran ha appena subito e l’abbandono della regione da parte degli uomini, il re vampiro si prepara a fuggire. Non avrà altra scelta che uscire dal suo castello. Sarà un’occasione unica di catturarlo e di fargli confessare come ci ha creati.

Dumitru cerca il segreto della nostra origine da duecento anni senza nessun progresso significativo. Ha fatto delle ricerche, si è integrato nel mondo degli uomini per imparare tutto quello che si può sapere di genetica, ma non è mai riuscito a creare un lupo mannaro. A un certo punto, ha perfino creduto che nelle nostre vene scorresse sangue di vampiro, ma in realtà, per natura, i licantropi rigettano violentemente il loro veleno, con una paralisi e dei dolori fisici atroci che durano diversi giorni. Del resto è così che i vampiri molto spesso ci puniscono. Non l’ho mai subito. Anton è l’unico vampiro che servo ed è sempre stato cortese e rispettoso nei miei confronti. Una merce rara tra i vampiri che ci considerano spesso come una razza inferiore. Il nostro capo vuole da tanto tempo che diventiamo più numerosi perché essere in tanti ci darebbe la garanzia, seppure relativa, di riuscire a resistere a qualsiasi attacco. Pensa anche che una caratteristica del nostro sangue permetta a Zoran di ritrovare facilmente i disertori del branco. Anche se non si è mai trattato di cattura, ma di massacro. Perché questo capovolgimento della situazione? Si sta tramando qualcosa.

Dopo qualche ora a discutere sulla strategia da adottare, i lupi mannari ritornano alle loro occupazioni. Abbiamo deciso di non cambiare minimamente le nostre abitudini per non suscitare ancora di più i sospetti del re vampiro. Per quanto mi riguarda, mi resta ancora qualche ora prima di dover tornare da Anton. Ne approfitto per andare da Dumitru. Come Ivan, mi sembra strano imbarcarci in una guerra per la quale non siamo né pronti né abbastanza forti. Entro nella casa del nostro capo senza bussare. Uno dei miei privilegi. Ci conosciamo da quasi centocinquant’anni e per quanto ne so siamo sempre stati amici. Per questo sono diventato il suo braccio destro e non capisco perché non mi abbia messo al corrente prima del suo progetto.

– Immaginavo che saresti venuto.

Dopo un abbraccio, mi soffermo a studiare il mio amico. Lo trovo diverso. Più stanco del solito. Essere al servizio personale di Zoran lo logora da così tanto tempo. Al suo posto, non sono certo che sarei sopravvissuto più di un secolo senza diventare pazzo.

– Cosa succede, Dumitru? Ti conosco abbastanza bene per sapere che non prenderesti il rischio di attaccare Zoran senza una buona ragione.

Il suo sospiro profondo non lascia presagire niente di buono. Non ho mai visto il mio amico così stanco e abbattuto.

– Hai ragione, Adrian. Devo ammettere che per una volta faccio passare i miei interessi personali prima di quelli del branco, ma non me ne scuserò e niente mi farà cambiare idea. Ho il tempo contato.

– Cosa vuoi dire con questo?

Sono anni che lavora nell’ombra per proteggerci dalla follia di Zoran e che mette la propria incolumità in secondo piano, attirandosi a volte l’ira del re vampiro. Perché oggi le cose sono diverse?

– Sto morendo, Adrian.

– Cosa? È impossibile!

– Guardami bene, fratello mio.

Mi concentro sul suo viso e capisco infine quello che mi aveva turbato prima: delle rughe sono apparse agli angoli degli occhi e scorgo numerosi capelli bianchi tra i folti ciuffi neri. I segni dell’invecchiamento, proprio come gli uomini.

– Invecchi.

– Sì. Sono il licantropo più vecchio del branco e abbiamo supposto, a torto, di essere immortali come i vampiri perché nessuno di noi mostrava dei segni di invecchiamento. Non è affatto così. Il tempo non mi dà scampo e la mia fine si avvicina a grandi passi. Sento che le forze mi abbandonano ogni giorno di più. In teoria, il nostro declino inizia nel nostro duecentesimo anno ed è molto più precipitoso che per gli esseri umani.

Capisco dunque perché vuole lanciare l’offensiva rapidamente e catturare Zoran.

– Speri di contrastare gli effetti dell’invecchiamento scoprendo i segreti della nostra nascita.

– Sì. Zoran è il padrone del nostro destino da troppo tempo. Non permetterò che sia anche il padrone della mia morte. Per quale motivo questi mostri avrebbero il diritto di restare sulla terra all’infinito senza nessun rispetto per la vita mentre noi abbiamo solo duecento anni davanti a noi? Duecento anni di schiavitù, poi. Rumino la mia vendetta da oltre un secolo. È arrivato il momento più che mai di agire e di prendere la nostra rivalsa. Se devo lasciare questo mondo, non lo farò da solo. Voglio trascinare nella mia caduta anche i vampiri.

Effettivamente, Dumitru rimugina sulle sue rappresaglie dalla morte di suo fratello di sangue, 150 anni fa. Andrej è morto in condizioni misteriose e Dumitru non l’ha mai accettato. Il lupo era il mio predecessore a servizio di Anton e sono sicuro che il vampiro non c’entra niente in questa esecuzione arbitraria. In ogni caso, non mi ha mai dato motivo di pensare il contrario. Il nostro capo è persuaso che suo fratello abbia visto al castello qualcosa che non avrebbe dovuto vedere e che l’abbiano ucciso per farlo tacere. Tuttavia, non penso che questo sia un motivo sufficiente per rischiare la vita dei nostri compagni agendo in modo precipitoso.

– Potremmo prendere il tempo di elaborare un piano più solido…

La sua voce irosa tuona nella stanza.

– NO.

Riprende con un tono più calmo, che non toglie nulla però alla virulenza delle sue parole.

– Non morirò a causa del re vampiro. Lo cattureremo e ci rivelerà i segreti della nostra esistenza anche se per questo dovessi farlo soffrire per ore. Quindi lo ucciderò dopo avergli inferto una tortura all’altezza della malvagità della sua anima.

Mi rendo conto all’istante che ha paura. Paura della morte. Paura di una morte contro la quale non può fare niente. Il nostro capo è forte. Non è possibile restare al servizio di un tiranno per due secoli senza indurirsi, e lui ha sempre voluto controllare tutto, dalle punizioni inflitte dai vampiri alla direzione del branco, ma non può fare nulla contro il tempo che passa e gli ruba la vita. Non può fare nulla contro il tempo stesso.

– Mi sosterrai?

– Come sempre. Ma voglio che discutiamo ancora dell’imboscata. Capisco la tua sete di vivere, davvero, ma non sarà a detrimento della vita dei nostri fratelli.

Annuisce lentamente, capendo che ha oltrepassato i limiti.

– Sarai il mio guardiano se la follia mi minaccia?

– Saprei rimetterti al tuo posto se fosse necessario, ma sono certo che non mi darai nessuna occasione di doverlo fare.

– Chi lo sa? L’avvicinarsi della morte cambia tutto. Ti auguro di non dover mai conoscere questo tormento. Farò tutto quello che serve perché non ti succeda mai.

La conversazione con Dumitru mi lascia l’amaro in bocca. Rumino senza sosta questi discorsi andando da Anton. Devo incontrarlo ai piedi del castello perché lui possa nutrirsi e che io finisca il poveraccio che avrà servito da pasto prima che rinasca in vampiro. Il nostro capo è determinato nella sua ricerca, ma le sue ragioni personali prendono il sopravvento sul bene comune. Considera accettabili i danni collaterali. Io non sono d’accordo. Il suo stato di salute non deve giustificare la morte di nessuno di noi, e attaccare frontalmente Zoran è pura follia. Significa la condanna a morte per il lupo che si farà catturare, o per il branco tutto intero. Niente potrà impedire il re vampiro di ucciderci fino all’ultimo in caso di fallimento. Gli basterà ricreare dei lupi mannari più giovani e più obbedienti, come Ivan. Non dubito un solo istante che Zoran avrà mangiato prima di uscire e la sua forza è molto superiore alla nostra. È anche più rapido e più infido. La nostra unica possibilità è catturarlo appena prima dell’alba, quando sarà più vulnerabile. Il sole è il loro più grande nemico, più di noi e del nostro desiderio di libertà. Gli UV sono fatali ai vampiri. Impegnato a cercare un riparo per passare la giornata, il re vampiro potrebbe essere meno attento a ciò che lo circonda. E questo ci permetterebbe di catturarlo vivo. Perché è proprio questa la difficoltà. Sarebbe talmente facile attaccarlo in massa e squarciargli la gola senza esitazioni. Solo che non è quello che vogliamo perché non otterremmo le risposte di cui abbiamo bisogno per sopravvivere se lui muore.

Perso nelle mie strategie di battaglia, mi accorgo che sono arrivato al luogo dell’appuntamento scorgendo per terra l’ombra gigantesca del guardiano del sito. La silhouette del dragone di pietra a tre teste è immensa. C’è una leggenda su questa statua. Del resto, la Russia è piena di leggende, alcune delle quali mi riguardano. I miti sui lupi mannari e i vampiri si trasmettono da una generazione all’altra. Ma la mia preferita è quella sul dragone. Si dice che il drago Zmeï Gorynytch, guardiano del ponte Kalinov, unico accesso al castello di Zoran e frontiera tra la vita e la morte, sia stato abbattuto da un valoroso cavaliere dal cuore puro venuto a liberare una principessa tenuta prigioniera. La leggenda racconta che il terribile dragone che sputa fuoco ritornerà in vita quando la principessa avrà bisogno di lui e che un’anima dal sangue straordinario tanto quanto quello del suo assassino andrà da lui per chiedere il suo aiuto. Preferisco questa storia a quella che circola nei villaggi circostanti sui lupi mannari. Ci trattano da divoratori di anime, cannibali e mostri degli inferi. Una cosa è certa, non è qui che apparirà un’anima abbastanza pura da risvegliare il leggendario dragone. Non so cosa nascondano i vetri a specchio del castello che si staglia alle spalle della statua, ma non può esserci niente di buono intorno al re vampiro, il più grande assassino del Medioevo.

Capitolo 3
Tatjana

Preparo le mie cose senza convinzione, la mente in ebullizione. Una guerra. Mio padre afferma che una guerra terribile è alle porte. I lupi mannari reclamano la loro indipendenza. Ho avuto la malaugurata idea di proporre di negoziare con il loro capo. Mi sfrego la guancia, ancora sensibile dopo lo schiaffo monumentale con cui è stata ripagata questa trovata.

«Non si tratta con dei cani. Non sono altro che spazzatura. Mangiano i nostri rifiuti e fanno la guardia. È l’unico scopo della loro esistenza. Non hanno un capo. Il loro unico padrone sono io ed è arrivato il momento di ricordarglielo. Gli concedo già troppa libertà. Rimedierò a questa situazione. Invece di ringraziarmi, mi vogliono spodestare. Schiaccerò il loro desiderio di ribellione e tutto rientrerà nell’ordine.»

Non è sorprendente che vogliano liberarsi dalle catene vista la poca considerazione in cui li tiene il re. Dopo la vita che ha avuto e che l’ha portato alla morte, avrebbe potuto imparare dagli errori altrui. Ma non è così. Quando ero più giovane, ho accettato a fatica questa vita da prigioniera. Gli chiedevo perché mi teneva reclusa nel castello. Mi ha raccontato allora la sua nascita affinché, per così dire, aprissi gli occhi sull’orrore del mondo.

«Sono nato in un’epoca in cui regnava la legge del più forte, Tatjana. Ero al servizio del signor Vladimir, un ricco, con un rango molto elevato presso lo Zar. Faceva da padrone su tutto il nostro territorio, comandava con il pugno di ferro e guai a chi osava tenergli testa. Ero uno dei suoi servitori, o piuttosto, un suo schiavo. Dovevo riscuotere la decima nei villaggi circostanti. Gli abitanti mi detestavano. Ogni volta che facevo il giro, mi sbattevano la porta in faccia, mi sputavano addosso, o mi gettavano la loro spazzatura sulla testa. Ai loro occhi rappresentavo la sofferenza, un lavoro accanito in cambio di una paga miserabile. Non avevano niente e io li spogliavo di tutto in nome di Vladimir. Un giorno sono rientrato al castello con meno soldi del previsto perché gli abitanti non ne avevano più. Invece di prendersela con i suoi sudditi, Vladimir mi ha tagliato l’orecchio come punizione, perché avrei dovuto trovare una soluzione per far pagare ai miserabili i loro debiti in un modo o in un altro. Ho dovuto rapire allora tutte le donne in età di procreare come pagamento del dovuto. Non serve dire che mi hanno odiato ancora di più. Ho distrutto le loro famiglie. Portavo queste povere donne a farsi violentare al castello per il divertimento di Vladimir. Non lo facevo per scelta né per crudeltà, ma per loro non c’era nessuna differenza.»

Ero inorridita dalle azioni di Zoran. Ho pensato allora che avrebbe dovuto resistere. Avrebbe dovuto aiutare quella povera gente. Si è accorto subito a che punto fossi atterrita.

«Non guardarmi in questo modo, Tatjana. Ignori quali sacrifici siamo pronti ad accettare per sopravvivere. Ogni volta che ho tentato di proteggere quelli che non esitavano a disprezzarmi, l’ho pagata cara.»

Mi aveva mostrato allora la sua lingua perforata nel mezzo e le sue mani senza falangi. Non era stato facile per me capire che il Medioevo era un’altra epoca, con costumi diversi, mentre io vivevo al riparo dal mondo, in totale autarchia. Ma non avevo finito di ascoltare l’orribile racconto della sua rinascita.

«Poi, non ci sono più stati né donne né denaro da riscuotere. Non potevo portargli gli uomini perché dovevano lavorare nei campi e mi disgustava dare a Vladimir i bambini. Avevo ancora un briciolo di coscienza. Ho quindi tentato di farlo ragionare, di convincerlo. Fu il mio ultimo errore, quello fatale.»

Era la prima volta che quella sofferenza affiorava dalla sua voce. Mio padre non mostra mai né dolore né compassione. Per lui sono i deboli che reagiscono così e Zoran non è debole. Mi aveva fatto pena.

«Vladimir sapeva qual era la mia più grande paura e se ne servì contro di me. Nel Medioevo i boschi erano invasi da lupi selvaggi che uscivano al calare della notte in cerca di cibo. Io non sopportavo di sentirli urlare a morte. Vladmir mi ha fatto attaccare all’esterno delle mura e mi ha lasciato in preda ai lupi. Quei sciacalli mi hanno divorato vivo, mentre urlavo di disperazione.»

Zoran si era aggrappato ai braccioli della poltrona, una maschera di terrore sul viso, mentre riviveva l’istante peggiore della sua vita umana. Avevo avuto allora un gesto di compassione per lui. Gli avevo appoggiato la mano sul braccio in segno di sostegno e avevo sentito incavi e rigonfiamenti attraverso il tessuto. Si era sottratto bruscamente al mio contatto.

«Mi sono svegliato negli escrementi dei ricchi del castello. Avevano gettato i miei resti nella fossa del liquame, come se non meritassi altro, senza la minima considerazione per la persona che ero stato. Puoi immaginare un istante quello che ho provato svegliandomi mezzo sbranato, il dolore e il fetore ancora appiccicati ai lembi di pelle?»

Naturalmente, non potevo immaginarlo, no. Io vivevo in autarchia, non avevo nessun ricordo della mia vita umana e non conoscevo la sofferenza, sotto nessuna forma. La solitudine e il rifiuto sono il mio pane quotidiano, ma ignoro cosa voglia dire essere traditi dai propri simili o essere torturati al punto di desiderare la morte, benché Zoran mi abbia già inflitto delle sevizie fisiche.

«Sono andato fino al villaggio più vicino per chiedere aiuto. Vedendomi si sono messi a urlare. Mi hanno detto che non potevo essere altro che un mostro degli inferi. Stavo là, davanti a loro, con metà corpo insanguinato, divorato dai lupi per averli difesi, e ancora una volta loro mi respingevano invece di soccorrermi.»

A quel punto aveva sorriso in un modo così terribile che dei brividi gelidi mi erano saliti lungo la schiena fino a drizzarmi i capelli sulla nuca. La follia era tornata a occupare il fondo dei suoi occhi senza vita.

«La sete di sangue si è allora impossessata di me. Li ho morsi tutti fino all’ultimo. Li ho svuotati del loro sangue, assaporandone ogni goccia. Mi sono dilettato a ucciderli tutti, anche i bambini. Ero un po’ deluso quando qualche ora dopo si sono rialzati. Non me lo aspettavo. A quell’epoca ignoravo il potere del veleno dei miei canini. Per fortuna, l’alba ha bruciato la maggior parte di loro e mi ha insegnato che dovevo stare attento agli UV!»

Non c’era ombra di rimorso nella sua voce. No, anzi, era molto soddisfatto.

«La notte successiva, ho preso i primi discepoli con me, quelli che mi avevano maltrattato meno e che avevo deciso di risparmiare, e siamo andati a divertirci al castello. Dopo tutto, dovevo una piccola visita a Vladimir e ai suoi vassalli per ringraziarli di quella seconda vita che mi era stata concessa grazie a loro.»

I suoi canini erano scesi per l’emozione suscitata da quel ricordo. Un ricordo a quanto pare molto felice per il mostro che sonnecchia in lui.

«Mi sono divertito a sviscerarlo, svuotarlo del suo sangue e scuoiarlo, perché assaggiasse la gioia di svegliarsi fra atroci sofferenze. Poi, una volta trasformato, gli ho squarciato la gola con i denti.»

Ho la nausea solo a ripensarci. Come ci si può eccitare al ricordo di un simile massacro?

«Ecco perché resti al castello. Ti risparmio l’inevitabile delusione che provoca il mondo.»

La sua spiegazione mi aveva lasciata perplessa e soprattutto profondamente ferita perché mi rendevo conto che non sarei mai stata accettata, proprio come era successo a lui.

Oggi più che altro non riesco a capire. La persecuzione e il supremo desiderio di vendetta sono i motivi che stanno all’origine della sua trasformazione in vampiro. Eppure, infligge la stessa sorte ai lupi mannari e spera che loro reagiscano in modo diverso. Non è altro che utopia e illusione.

– Sei preoccupata, Tatjana.

Anton è sempre rimasto con me dall’annuncio di mio padre. Si preoccupa per me. Certo ho sognato questo momento per tutta la vita, ma le circostanze che mi permettono di concretizzarlo, a dir poco particolari e angoscianti, rovinano il divertimento.

– Va tutto bene.

Anton si avvicina da dietro e gioca con un ciuffo dei miei capelli, facendolo scivolare tra le dita pallide.

– Menti molto male, principessa. Sei brava a nascondere la tua natura omettendo delle informazioni. Ma appena apri bocca, ti tradisci.

Dicendolo, picchietta con l’indice il mio labbro inferiore. Sospiro di frustrazione. Ha ragione. Non sono esperta nell’arte della recitazione e Anton mi conosce troppo bene per farsi ingannare.

– Che cosa ti preoccupa?

Mi lascio cadere pesantemente sul mio letto. Che cosa mi preoccupa? La mia vita in generale, a dire il vero. Duecento anni di esistenza senza alcuno scopo e una natura vampiresca nella quale non mi riconosco. Chi ero prima di trasformarmi? Zoran non ha mai voluto dirmelo. Mi assicura che non ha alcuna importanza, che la mia vita è cominciata il giorno in cui lui mi ha trovata. Ma trovata dove? Non sono sicura che sia così insignificante e tutto questo si somma a molte altre interrogazioni. Il mio amico però aspetta una mia risposta e si riferisce solo alla nostra ultima conversazione con il re.

– Perché allontanarmi dal castello se il pericolo è così vicino come pensa? Non sarei più al sicuro al suo fianco, in mezzo al nostro popolo?

Constato che neanche Anton comprende la decisione di mio padre. Si tocca la barba sul mento appuntito mentre lo guardo di sottecchi, poi sospira profondamente e si accovaccia davanti a me.

– Non ne ho idea, Tatjana. Sai bene che non bisogna discutere gli ordini di Zoran e che dà solo le informazioni che ritiene necessarie. Posso garantirti solo che non ti abbandonerò nemmeno per un istante. Ti seguirò come la tua ombra.

Anton ha sempre avuto un debole per me. Una volta mi ha anche baciata, ma io non provo la stessa cosa per lui. Non fa battere il mio cuore più forte o più velocemente. Dovrei senza dubbio smettere di leggere i romanzi rosa degli uomini. Eppure, spero che un giorno un uomo conterà per me tanto quanto io per lui e che mi risveglierà da questa lenta agonia che è la mia vita.

– Non sei più qui con me, principessa.

La mano gelata del mio amico sulla guancia mi fa trasalire e torno in me, rivolgendogli un sorriso senza profondità.

– Sarò sempre con te. Sei il mio migliore amico.

Mi guarda negli occhi ancora per un istante e annuisce con un’espressione preoccupata.

– Comunque, devi finire di preparare le tue valigie. Sii pronta al tramonto e non prendere troppe cose. Ci metteremo subito in marcia.

– Dove andremo?

– Verso est. Là c’è un piccolo villaggio in cui i vampiri non sono mai andati finora. Gli uomini non dovrebbero insospettirsi. Ci rifugeremo là per tutta la giornata prima di continuare verso una dimora vuota che il re mi ha indicato.

Perfetto, ma c’è un problema, e non da poco.

– Anton, come farai a nutrirti?

Io posso mangiare ovunque senza attirare l’attenzione. Riusciremo sempre a trovare un animaletto per me. Per il mio amico tutto è più complicato. Ha bisogno di sangue umano e comunque non vuole farne a meno, e visto che non può portarsi dietro il suo lupo e che è fuori discussione di trasformare un uomo in vampiro…

– Non preoccuparti per questo. Posso fare a meno di sangue per molti giorni.

Gli afferro il braccio.

– Smetti. Sai bene che starai male e sarai più debole.

Mi appoggia con delicatezza l’indice sulla bocca per farmi tacere.

– Andrà tutto bene, Tatjana. Si tratta solo di tre o quattro giorni. Zoran non avrà bisogno di più tempo per riportare la calma nel branco e sono pronto a qualsiasi sacrificio per te.

Mi bacia dolcemente vicino alla bocca ed esce dalla stanza senza voltarsi indietro, lasciandomi piantata là, attonita.

Sono ancora frastornata dagli ultimi eventi. Mi rendo conto con stupore che i sentimenti di Anton nei miei confronti non sono affatto cambiati. Penso anzi che non abbiano fatto altro che continuare a crescere in questi ultimi cinquant’anni che mi separano dal giorno in cui li ha evocati. Pensavo che avesse voltato pagina, ma a quanto pare non è così e comincio a temere il peggio. Non vorrei che si mettesse in pericolo a causa mia. Ho la tentazione di ritornare dal re vampiro per chiedergli il favore di restare al suo fianco, o al peggio, di avere un’altra guardia del corpo al posto di Anton per il mio viaggio. Tuttavia so già che è una cattiva idea e una perdita di tempo. Nel primo caso otterrei il suo disprezzo, quanto alla seconda opzione, susciterebbe troppe domande che farebbero rischiare ad Anton una severa punizione. Qualsiasi cosa faccia, sono in un vicolo cieco. Eseguo dunque gli ordini dei due uomini della mia vita con il cuore pesante e la mente in ebullizione, alla ricerca di una soluzione migliore, poi scivolo tra le lenzuola di satin per dormire e riposarmi un po’ prima che la mia vita cambi radicalmente.

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Yaş sınırı:
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Litres'teki yayın tarihi:
26 ocak 2021
Hacim:
120 s.
ISBN:
9788835416784
Tercüman:
Telif hakkı:
Tektime S.r.l.s.
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