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Kitabı oku: «I Puritani di Scozia, vol. 2», sayfa 9

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CAPITOLO XIII

 
»Ah! di nemico acciar son mille colpi
»Tremendi men d'una rampogna sola
»Che mi volgan di lei lo sguardo o il labbro.»
 
Marlow.

La cavalcata uscita fuor delle mura di Tillietudlem avea già oltrepassata l'ultima parte d'accampamento dell'esercito de' sollevati, e trovavasi sulla strada di Edimburgo. Potrebbe credersi, che durante il cammino lord Evandale si fosse tenuto costantemente vicino a miss Editta; pur fu altrimenti la cosa. Dopo i primi saluti, e dopo averle prestato aiuto per montare a cavallo, andò ad unirsi al maggiore Bellenden, formando seco lui il retroguardo di quella picciola brigata. Un cavaliere comandante a quanto appariva della scorta presbiteriana, avvolto in ampio mantello che ne ascondeva affatto la parte inferiore del volto, e coperta la superiore da un cappello di larghissime ali sormontato da grande pennacchio, si era fin sulle prime posto a fianco di miss Bellenden, nè se ne dipartì pel tratto di due miglia, senza però mai volgerle un solo accento.

A poca distanza dall'ultimo corpo di guardia de' Presbiteriani trovavasi sulla strada un villaggio ove i servi di lady Bellenden procurarono reficiamenti, de' quali tutta quella brigata sentiva grande bisogno; e poichè non fu giudicata prudente cosa il fermarsi in un luogo abitato, così vicino al campo nemico, si deliberò far pausa ad un boschetto che si scorgea in vicinanza.

Allora lo straniero voltosi a miss Bellenden in tremebondo e supplichevole tuono, e studioso di alterare la propria voce. »Miss Bellenden, diss'egli, non può mancare d'amici ovunque ella sia conosciuta, e nemmen fra quelli, che dovettero sfortunatamente attenersi alla parte da lei riprovata. Evvi cosa che questi tali possano operare per darle prova del loro vivissimo cordoglio in vederla soffrire?»

Il suono d'una tal voce fu immantinente ravvisato dal cuore di Editta; e una involontaria commozione comprese i suoi sensi; pur giunse a signoreggiarla, nè volendo fare accorto chi le favellava di essere stato riconosciuto: »Dite ad essi, rispose, di rispettare le leggi, di risparmiare il sangue innocente, di rientrar nel dovere, e che io perdono quanto ho sofferto, quanto mi toccherà ancor da soffrire.»

»Credete voi dunque cosa impossibile, che si trovino nelle nostre file uomini sinceramente affezionati al bene della loro patria, uomini mossi ad operare dal solo convincimento di adempire i doveri imposti ad ogni buon cittadino?»

»Fui accostumata a franchi modi sin dai primi anni, nè vi nasconderò quindi i miei sentimenti. – A Dio spetta il giudicare l'interno de' cuori. Gli uomini non possono apprezzare le intenzioni degli uomini con altro scandaglio che quello delle loro azioni. La ribellione contra la legittima autorità, l'oppressione, sia pur anche d'una sola famiglia, che al pari della mia, non aveva impugnate l'armi se non se per difendere le sue proprietà, sono atti obbrobriosi per tutti quelli che vi presero parte, ad onta ancora di speciosi colori onde procurino ammantare la loro condotta.»

»Gli orrori della guerra civile, le calamità che ne vengono in conseguenza debbono aggravare la coscienza di chi, fattosi persecutore, provocò la disperazione de' suoi concittadini e li costrinse ad impugnare l'armi per difendere quella libertà civile e religiosa, di cui le leggi per altra parte gli assicuravano.»

»Ciò è giudicare, non provare l'assunto.»

»M'accorgo, sospirando disse quello straniero, ch'egli è inutile al cospetto di miss Bellenden il perorare una causa anticipatamente da lei condannata e condannata forse perchè gli individui che difendono questa causa le sono odievoli quanto i sentimenti che essi professavano.»

»Vi spiegai liberamente il mio avviso intorno alle loro massime; quanto ad essi personalmente, io non li conosco… salvo forse un'eccezione…»

»E sarebbe questa eccezione che avesse regolato il vostro modo di pensare su tutti gli altri?»

»Al contrario. Egli è… almeno credei che fosse… certamente era fornito di ingegno, d'animo ben fatto. E poss'io non detestare una ribellione, della quale è colpa soltanto, se un uomo nato per essere l'ornamento, la difesa, il vanto della sua patria, si trova oggidì il collega d'ignoranti fanatici e d'ipocriti sediziosi, il fratel d'armi de' banditi e degli assassini? – Se mai trovaste nel vostro campo un tal uomo che si rassomigli a questo ritratto, narrategli che il disonore sparso da lui medesimo sul proprio nome, il sagrifizio ch'egli ha fatto e di speranza e di fama, costarono più lagrime ad Editta Bellenden di quante ella ne ha versate sulle sciagure della propria famiglia. Ella sopportò, ditegli, la fame, ond'ora ha scarne le guance, con maggior coraggio che non le ferite portate al suo cuore dal contegno dell'uomo, or divenuto argomento di questi discorsi.»

Gettò uno sguardo sopra di lui sul finire di tali accenti e mentre il rossore che tignevale il viso additava da qual fiamma interna fosse animata nel pronunziarli, le sparute sue carni provavano come i lamentati patimenti fossero veri. Lo straniero si portò una mano al fronte con forza o con tal gesto che di disperazione sapea, indi ricalcò più forte il cappello, quasi per meglio ascondersi agli sguardi d'Editta, che di questa novella agitazione si accorse, nè glie ne seppe mal grado.

»Nondimeno, aggiunse ancor balbutendo, se… la persona della quale vi parlo… si credesse troppo trafitta dall'opinione, il vedo, severa di… d'un'antica amica, ditele che un pentimento sincero è quasi innocenza; che qualunque sia stata la sua caduta, può tuttavia rialzarsene; che forse sta in sua mano il riparare i mali dalla sua mano operati.»

»E in qual modo?» lo straniero soggiunse.

»Coll'impiegare tutti i suoi sforzi allo scopo di rendere la pace a questo infelice paese; col detestare il suo tradimento, coll'indurre i ribelli traviati a dimettere l'armi e ad implorare la clemenza d'un sovrano offeso ma generoso; in somma coll'abbandonare le parti loro, se non arriva a tale meta.»

»Miss Bellenden, rispose Morton sollevando il capo e scostando il mantello che ne copria la persona, chi ha perduto il grado che tenea nella vostra opinione, quel grado del quale andò sì glorioso, serba almeno bastante orgoglio per non perorare la propria causa come un colpevole. Se tale si conoscesse, e ridotto a non poter più sperare di movere nell'animo vostro la compassione dell'amicizia, saprebbe opporre il silenzio ai rimproveri. Ma gli rimane da citare in sua difesa la testimonianza onorevole di lord Evandale. Egli potrà dirvi, se anche prima di questo colloquio, ogni mio voto, ogni mio sforzo, sieno stati unicamente interi ad ottenere tali condizioni di pace, quali dee desiderarle il più leale fra i sudditi di sua maestà.»

Dette le quali cose salutò dignitosamente miss Bellenden, alla quale giunse per vero dire inaspettato il calore che ei pose nel modo di giustificarsi. Essa gli restituì il saluto solamente a cenni e in aria di persona alquanto confusa. Enrico allora girò le briglie del palafreno, e raggiunse i suoi, che precedeano di pochi passi il maggiore e lord Evandale.

»Enrico Morton!» sclamò il maggiore in veggendolo.

»Egli stesso; questi rispose, egli, Enrico Morton, inconsolabile di vedere giudicata sinistramente la propria condotta e dal maggiore Bellenden e dagli altri di questa famiglia. Ei fida a lord Evandale, soggiunse in salutando quest'ultimo, la cura di disingannare i suoi amici, e di fare ad essi conoscere la purezza de' motivi che guidano questo Morton. – Presentemente, o maggiore, voi siete libero, ed inutile vi è la mia scorta: addio: i miei voti per la vostra felicità vi seguiranno per ogni dove. Possiamo noi rivederci in tempi più felici e tranquilli!»

»Credetemi, sig. Morton, rispose lord Evandale, che non è mal collocata la vostra fiducia. Avrò ogni studio di mostrarmi grato agl'importanti servigj che mi prestate col presentare nel loro vero punto di vista le vostre massime e il vostro contegno agli occhi del maggiore, e di quelli la cui estimazione vi è cara.»

»Nè meno io m'aspettava, o milord dalla vostra generosità.»

Chiamati allora i suoi, prese con essi la strada di Hamilton.

Il solo Cuddy rimase addietro un istante per far le ultime salutazioni a Jenny Dennison, che nelle due corse fatte questa mattina in compagnia dell'antico amante avea riacquistato ogni predominio sopra di lui.

»Addio dunque, o Jenny, le disse egli sforzandosi a tirare il fiato in guisa che ne nascesse un sospiro; pensate qualche volta al povero Cuddy. – Un buon figliuolo… che vi ama di cuore!.. Ci penserete a quando a quando, Jenny?»

»Senza dubbio. – Tutte le volte che mangerò la minestra» rispose la maliziosa ancella, incapace di risparmiare una risposta venuta a tempo, e di non accompagnarla con quel suo maligno sorriso.

Cuddy si vendicò in quella guisa, come gli amanti di villaggio sogliono vendicarsi, e come se lo aspettava forse Jenny. Le impresse un bacio ben ricalcato su ciascuna delle due guance. Poi facendo galoppare il cavallo raggiunse tosto il padrone.

»Che razza di baci! (sclamò Jenny raggiustando il cappello che l'impeto di questi baci aveva posto in disordine.) – I baci d'Holliday non hanno la metà di forza. – Sono da voi, milady, sono da voi. Oh mio Dio! la vecchia signora ci avrebbe ella veduti?»

»Jenny, le chiese lady Margherita, quel giovane, capo della banda or partita, non sarebbe già quell'istesso che fu capitano del Pappagallo, e ch'era stato condotto prigioniero nel mio castello?»

Tutta lieta Jenny che tale inchiesta non la riguardasse individualmente, fissò prima la giovane padrona per veder se le occhiate di lei le dettassero la risposta; ma non ne ritraendo alcuna norma sicura, seguì l'istinto delle cameriere e architettò una menzogna.

»Non credo che sia quel desso, o milady (rispose con tuono di franchezza costei) perchè il vincitore del Pappagallo era uomo di piccola statura, e d'una carnagione olivastra.»

»Convien dunque dire che foste cieca, o Jenny! soggiunse il maggiore. Enrico Morton ha bella statura, carni bianchissime, ed è quel medesimo che ora si è diviso da noi.»

»Sarà così; (senza scompigliarsi l'astuta rispose.) Ho altro che fare senza perdermi ad esaminare le fattezze dei giovani.»

»Qual ventura è la nostra, sclamò lady Margherita, d'esserci finalmente spacciati di questo fanatico forsennato!»

»Siete in errore, o milady, prese a dire lord Evandale; niuno può nominare con tali predicati un tal uomo, e noi meno di chicchessia. S'io vivo ancora, se voi siete libere e sicure, se non siete cadute in potere di un tale, che può ben dirsi e fanatico e sanguinario, ne dobbiamo ogni gratitudine al solo sig. Morton e ai principj d'umanità ardente e operosa che lo conducono.»

Indi fece il racconto degli avvenimenti già noti al lettore, diffondendosi principalmente sulla generosità di Morton, alla quale protestò dovere la propria salvezza, e additando i pericoli, e soprattutto il risentimento d'uno scellerato siccome Burley, che a tal uopo lo stesso Morton volle affrontare.

»Io mi riguarderei, conchiuse, qual colpevole della più nera fra le ingratitudini se non rendessi, insin ch'io viva, la giustizia debita alle qualità di un tal uomo da cui m'ebbi per due volte salva la vita.»

»Nulla amerei meglio, ripigliò il maggiore, che poter ridonare la mia stima ad Enrico Morton, e confesso esser degna di encomj la condotta che egli ha tenuto per riguardo vostro e di noi; pur sento impossibile il perdonargli la colpa d'essersi fatto il partigian de' ribelli.»

»Ma ponete mente, rispose lord Evandale, alla necessità che lo spinse tra le loro file. Dirò di più, che i suoi principj, comunque certamente diversi da quei ch'io professo, presentano non so qual cosa di rispettabile. Lo stesso Claverhouse, al quale niuno negherà al certo un accorgimento tutto suo proprio nel conoscere gli uomini, ha ravvisate, e gli bastarono pochi istanti, qualità in Morton le più straordinarie. Sfortunatamente sbagliò poi nel giudicare le massime e i motivi che il conducevano, onde lo costrinse, senza volerlo egli stesso e senza che Morton ne avesse divisamento, a mettersi fra i ribelli.»

»Avete fatto ben presto o milord, ad accorgervi di tante belle qualità di Morton. Veramente io che lo conosco fin da fanciullo, avrei, prima di questo sgraziato incidente, fatta giustizia al suo buon cuore, alle nozioni letterarie che si era procacciate, alla sua amabilità; ma quanto ad acume d'intelletto straordinario…»

»Stava nascosto, o maggiore, e vi voleva una circostanza appunto straordinaria per costringerlo a palesarsi. Se me ne sono accorto io, egli è perchè avemmo colloquio insieme sopra un argomento dei più importanti. Ei s'adopera adesso a spegnere il fuoco della ribellione, e i patti ch'egli propone e ch'io ho tolto l'assunto di presentare al duca di Monmouth sono sì ragionevoli da rendermi gradevole tale incarico, e da meritare ch'io li raccomandi fin quanto potrà la mia voce farsi ascoltare.»

»E avete voi qualche speranza di buon esito in una sì difficile impresa?» lady Margherita gli domandò.

»Ne avrei molta, o milady, se tutti i Presbiteriani fossero moderati come il sig. Morton lo è, e se tutti i Reali imitassero nel disinteresse il maggiore Bellenden. Ma tale è la deplorabile ostinazione delle due parti, che temo si debba nuovamente ricorrere all'armi per risolvere l'acerba querela.»

Ognun s'immagina con quale sollecitudine miss Bellenden porgesse mente a sì fatto colloquio; e doleasi fra se medesima d'avere usato di troppa asprezza in favellando all'amante. Ma erale poi di conforto al cuore lo scorgere, come anche a giudizio d'un emolo generoso, il carattere di Morton fosse nè più nè meno tal quale se lo era essa dipinto.

»Il flagello delle guerre civili, le massime pregiudicate di mia famiglia, andava così meditando, potranno bensì obbligarmi a staccarlo dal mio cuore ma non mi torranno la certezza confortatrice ch'egli era degno del luogo occupatovi per lungo tempo.»

In questo mezzo, Enrico giugneva in vicinanza di Hamilton al campo dei sollevati, ove trovò tutte le cose in disordine. Vi era pervenuta la sicura notizia, che l'esercito reale, ingrossato dai rinforzi pervenutigli dall'Inghilterra, stava per incominciare le azioni campali; e quanto la fama amplificava le forze, il buono stato, il valore, la disciplina di questo esercito, altrettanto infievoliva il coraggio de' sollevati; al che aggiugnevasi altre circostanze in loro vantaggio. – Sulle prime la conosciuta indole moderata del duca di Monmouth avea fatto nascere buone speranze negli animi dei Presbiteriani moderati, ma queste si dileguarono al sapersi le persone che sotto gli ordini dello stesso Monmouth militavano.

Erane luogotenente generale il celebre Tommaso Dalzell, segnalatosi in Russia, contrada a que' giorni tuttavia immersa nella barbarie; e famoso così per le sue crudeltà e il lieve conto in che tenea le vite degli uomini, come per valore e fedeltà al suo sovrano; e intanto il comando della cavalleria stava affidato a Claverhouse, ardente di vendicare la morte del proprio nipote e l'onta sofferta nella giornata di Loudon-Hill.

L'artiglieria reale era, dicesi, la più formidabile che si fosse veduta ancor nella Scozia; numerosa, e a tutto punto fornita la cavalleria. In somma la vendetta del re parea non essersi mostrata lenta che per iscoppiare in una guisa più terribile e certa.

Morton si studiò a confortare gli animi de' sollevati, fondandosi sulla possibilità che fossero esagerate sì fatte voci e sulla forza locale del loro campo protetto da un fiume, che non potea valicarsi se non se per lungo ed angustissimo ponte. Richiamò alla memoria de' medesimi la vittoria riportata sopra Claverhouse in un tempo, che meno numerose erano le loro schiere, quando difettavano d'armi la maggior parte, allorchè non s'erano ancor formati alla consuetudine della militar disciplina; finalmente si adoperò a convincerli che non doveano cercare fuorchè in se medesimi una sicurezza raccomandata affatto al loro coraggio.

Ma intantochè con simili ragionamenti cercava ridestare l'illanguidito ardore negli animi de' soldati, si prevalea presso i capi delle medesime sconfortanti voci per fare comprendere a questi la necessità, di proporre al governo modi d'aggiustamento, i quali, soggiugnea Morton, poteano essere più favorevolmente ascoltati sintantochè quelli che li proponevano si trovavano a capo di un esercito, e numeroso e che poteva vantarsi di non avere ancora sofferta veruna rotta. Nè mancò di mostrar loro, come nello stato di abbattimento, in cui cadute eran le schiere, fosse quasi chimerica la speranza di guerreggiar con vantaggio le forze regolari comandate dal duca di Monmouth, nè si ristette dall'enumerare i danni di una disfatta, se sventuratamente si fosse avverata; allora la sollevazione ben lungi dall'avere partorito vantaggio alla patria divenire ai Reali nuovo pretesto per raddoppiare le persecuzioni.

L'evidenza de' quali ragionamenti convinse un certo numero di que' comandanti, i quali sentivano essere cosa per essi egualmente rischiosa il congedare le truppe o il mantenere il comando, e questi di fatto, dopo sapute le proposte che lord Evandale si assumea di trasmettere al duca, ad esse assentirono. Ma altri vi furono che le divulgarono empie, sacrileghe, contrarie alla fede presbiteriana; ed erano sfortunatamente coloro, che godevano di maggiore prevalenza sulla moltitudine, che non avevano nulla da perdere, che col proprio fanatismo cieco e truce, soltanto si consigliavano. Spargevano questi per ogni dove che chiunque parlava di pace, senza metterne quai condizioni la rimozione del re e la supremazia della chiesa presbiteriana, mancava di zelo nel coltivare la vigna del Signore, non pensava che a ritrar dall'aratro le proprie mani, cercava unicamente pretesti ad abbandonare i fratelli ed occasioni a tradirli. Per tutte le file non s'udivano che dispute e controversie a tale proposito; dai litigi venivasi alle percosse, e la discordia impadronitasi dell'esercito mal presagiva per la causa imminente a risolversi.

CAPITOLO XIV

 
»Sol la fera discordia anguicrinita
»È de' vostri consigli arbitra e duce.»
 
Venezia liberata.

Morton stava inteso tuttavia a calmar la discordia che dominava nel campo, allorchè due giorni dopo il suo arrivo ad Hamilton, lo seguì quivi l'altro collega, il reverendo Poundtext, sottrattosi all'ira di Burley, che non sapea perdonare la partecipazione avutasi da questo ministro nella libertà conceduta a lord Evandale. Riposatosi per alcune ore dalle fatiche del novello viaggio, diè il ragguaglio a Morton delle cose accadute a Tillietudlem da quando questi se ne dipartì.

La notturna andata di Morton era stata sì ben concertata, e tanta fu la segretezza negli altri compagni di sì fatta spedizione che Burley neanco ne insospettì. I primi accenti ch'ei pronunziò nell'alzarsi da letto furono per chiedere se Kettledrumle e Macbriar fossero ancora arrivati. Il secondo già trovavasi al campo, l'altro veniva aspettato da un momento all'altro. Burley fece immantinente partire un messo per avvertire Morton e Poundtext di trasferirsi al consiglio; ma già sappiamo la via che Morton avea presa, e quanto a Poundtext, che in assenza dei suo giovine collega non avea gran voglia d'affrontare la collera del feroce Burley, s'incamminò al suo presbiterio ove rimase ventiquattro ore prima di mettersi in cammino per Hamilton.

Sollecito indi Burley di chiedere notizie del suo prigioniero, non può esprimersi assai con parole qual rabbia lo invase allora quando udì come in quella notte fosse stato condotto fuori del campo da una scorta, cui Morton medesimo comandava.

»Oh l'uomo scellerato! esclamò volgendosi a Macbriar. Oh il traditore! costui per far la sua corte al governo ha dato libertà ad un prigioniero, pel riscatto della cui vita ne avrebbero ceduto questa piazza, che ne tiene noiati da tanto tempo.»

»E che? non è già in nostro potere? non è presbiteriano lo stendardo che sventola su quella torre?»

»Tutto strattagemma, Macbriar! Tutto insulto onde si cerca viepiù d'infiammare il nostro risentimento.»

Ma fu interrotto dall'arrivo d'un di coloro che aveano accompagnato Morton al castello, e veniva ad annunziargli, come questo fosse già sgombro e occupato da truppe presbiteriane. La qual novella favorevole, anzichè acchetare Burley, il furor ne raddoppiò!

»Come dunque? (costui si fece ad esclamare) Avrò tralasciato da imprese assai più gloriose, avrò perduto il mio tempo dinanzi ad una miserabile bicocca, l'avrò disastrata per fame e tribolazioni, onde poi all'istante di divenire arbitro della sorte di essa e di coloro che vi abitavano, un imberbe giovinastro venisse a spogliarmi di questo onore, e a rapirmi coloro ch'io riguardava siccome miei prigionieri? Non è forse all'operaio che il salario è dovuto? Non è forse al…?»

»Burley! soggiunse Macbriar, non ti riscaldare cotanto contra un fanciullo che non è meritevole della tua collera. Non è egli vero che Dio sceglie a suo grado i propri strumenti? E chi t'assicura che questo fanciullo non sia stato inspirato dallo stesso Dio per mettere più presto in nostro potere il castello di Tillietudlem?»

»Taci là, nè far torto a te medesimo e al senno che hai. Non fosti primo ad avvertirmi tu stesso, ch'io diffidassi di questo sepolcro imbiancato, di questa moneta di rame che io avea presa per moneta d'oro? È cattivo indizio, anche per coloro che spettano al gregge degli eletti, il non ascoltare gli avvisi di ministri spirituali della tua sfera; pure Morton non tenne sempre chiuse le orecchie alle tue voci? Egli è d'uopo somigliarti, o Efraim, per isciogliersi dai vergognosi legami dell'umanità.»

Complimento che toccò la corda sensiva del nostro predicatore, il quale in oltre avea massime comuni con Balfour di Burley! laonde entrambi si trasferirono tostamente al castello. Burley s'impadronì dei vasellami d'argento e di quanto potea tornar utile al suo esercito; poi trasferitosi, senza farne motto ad alcuno, nell'archivio del castello, vi s'intertenne per lungo tempo. Nel corso di quella giornata non solamente Kettledrumle, ma anche lord Langfern arrivarono a Tillietudlem. Questi capi, congregatisi in allora, inviarono un corriere al presbiterio di Milnwood sollecitando il ministro Poundtext a venir tostamente al castello per prendere parte al consiglio che vi si tenea. Ma questi ricordandosi che quella rocca andava munita d'un carcere colla porta di ferro, stimò prudente partito il non commettere la propria persona allo sdegno di que' confratelli. Accolse bensì con ogni cortesia il loro messo, si fece raccontare da lui tutte quelle particolarità che ai leggitori nostri abbiamo narrato; ma poi nel silenzio della notte prese la via di Hamilton, ove parimente arrecò la notizia che gli altri capi divisavano restituirsi, appena raunato un corpo di Puritani sufficiente a tenere in suggezione quella parte di esercito che presa aveano in diffidenza.

»Voi vedete, così conchiuse la sua narrativa Poundtext, come costoro siansi per tal via assicurato il favore della maggiorità nel consiglio; perchè lord Langfern; il quale non era nè carne nè pesce, or si è lasciato sottomettere affatto da Kettledrumle, e ne ha abbandonati. Noi siamo dunque circondati da nemici per ogni dove, da un lato l'esercito de' Reali, dall'altro una mano d'insensati confratelli che si chiariscono contro di noi.»

Morton lo esortò al coraggio ed alla pazienza, partecipandogli ad un tempo la speranza concetta di ottenere condizioni di pace ragionevoli colla mediazione di lord Evandale, e ponendogli innanzi agli occhi la lusinghevole prospettiva di poter fra breve tornare a starsene colla sua pipa, colla sua birra, col suo Calvino legato in pergamena, purchè continuasse a cooperare seco lui con tutti i suoi sforzi per giugnere ad una pacificazione generale. E tanto fece e disse che potè persino inspirargli un poco più di fermezza, ed indurlo ad aspettare in quel campo l'arrivo de' suoi temuti colleghi.

Aveano costoro radunato un corpo di lor partigiani che stavasi in cento uomini di cavalleria e mille cinquecento di fanteria, tutti avvezzi a segnalarsi per lo stravagante fanatismo delle esagerate lor massime, e per la consuetudine di travisare ad ogni proposito i passi della scrittura a fine di giustificare all'uopo l'assassinio o qualsivoglia delitto, e finalmente pel cupo zelo e feroce onde si facevano obbedientissimi ai comandi anche i più orridi che potessero ricevere dai non meno sanguinolenti lor comandanti. Tale smannata, di nemici anzichè di confederati, ad ingrossar venne il campo. Burley, nè cercò de' due altri colleghi, nè in modo alcuno li fe' consapevoli delle cose da lui divisate, e unicamente nella mattina successiva al suo arrivo li fece avvertire di trasferirsi al consiglio.

Morton e Poundtext entrando nella sala dell'assemblea, vi trovarono già uniti i quattro loro colleghi, dai quali non ricevettero verun contrassegno di cortese accoglienza, e previdero che tranquillamente non sarebbero andate le cose in quell'adunata.

»Per l'autorità di chi (si fece a gridare Macbriar, condotto sempre da naturale impetuosità ad aprir egli i parlamenti) per l'autorità di chi il reprobo lord Evandale si è sottratto alla morte che il giudizio di lassù avea pronunziata contro di lui?»

S'affrettò a rispondergli Poundtext, che volea con ciò offerire al collega Morton una prova del proprio coraggio, oltrechè se l'affar non era che di tener fronte ad uomini vestiti di zimarra simili alla sua, non si perdea mai di spirito.

»Per l'autorità mia, rispose, e per quella del sig. Morton.»

»E chi vi ha conferito, o fratello, si fe' ad interrogarlo allor Kettledrumle, chi vi ha conferito il diritto di frapporvi in una bisogna tanto importante?»

»Quell'autorità stessa che conferisce a voi il diritto d'interrogarmi; non fu lento al rimbalzo Poundtext; se un solo individuo del nostro consiglio ha potuto condannarlo a morte, collo stesso, anzi con maggior fondamento, due individui hanno potuto ritrattare una tale sentenza.»

»Alle corte! alle corte! si fe' in mezzo Burley, noi conosciamo i vostri fini; e furono di mandare quel baco da seta, quell'indorato milord a portare proposte di pace al tiranno.»

»Così è, (disse Morton accorgendosi come il suo compagno incominciasse a vacillare alle occhiate feroci che lanciava sovr'esso Burley) e che perciò? dobbiam noi volgere in una guerra eterna la nostra contrada per mandare a termine divisamenti inutili quanto impossibili?»

»Lo udite? Bestemmia» sclamò Burley.

»No; (Morton con maggiore forza esclamò) Bestemmia colui che aspetta dal cielo i miracoli, nè si vale di que' modi che la Provvidenza ha posti nelle mani degli uomini per farli riuscire ne' lor disegni. Convengo io pure che lo scopo nostro è di ottenere il ritorno della pace a condizioni onorevoli e giuste, a condizioni tali che assicurino la nostra libertà civile e religiosa. E per questo dobbiamo farci i tiranni dell'opinione degli altri?»

Stava per invelenirsi vie più sì fatta contesa, allorchè arrivò un messo, che annunziava, già partitosi da Edimburgo il duca di Monmouth, già in cammino il suo esercito, già aver fatta la metà della strada per giugnere ad Hamilton. Cessò a questo avviso ogni discordia, perchè ciascuno vide la necessità di dimenticare il passato per non dar opera che a rispignere il comune inimico. Fu risoluto che i reverendi Poundtext e Kettledrumle reciterebbero nel dì successivo una predica per uno alla presenza di tutto l'esercito, Poundtext la mattina, Kettledrumle la sera, e che l'uno e l'altro asterrebbesi con ogni accuratezza dal toccare qualsivoglia articolo, anche lievemente atto a far nascere scismi e dissensioni nel campo.

Regolate essendo in cotal guisa le cose, i due capi più moderati osarono porre un altro partito cui sperarono sostenuto da lord Langfern, perchè il videro impallidire all'annunzio dell'avvicinar de' Reali, e perchè per altra parte il sapevano propensissimo a favoreggiare i consigli di chi sull'istante egli credeva il più forte. Essi pertanto misero innanzi agli occhi dell'assemblea come in tale occasione il re non avesse affidato il comando del proprio esercito a veruno fra gli antichi persecutori de' Puritani; il duca di Monmouth prescelto a tale dignità essere anzi uom conosciuto per la dolcezza dell'indole sua e per inclinazioni favorevoli alla causa della nazione; potersi indurre da ciò che le intenzioni del governo fossero meno di quanto il furono per lo passato ostili ed avverse ai Presbiteriani; essere quindi cosa suggerita dalla prudenza, e divenuta perfin necessaria, il verificare se mai il duca avesse qualche istruzione segreta che in qualche modo li favorisse; nè potersi ottenere tale certezza per altra via che col deputargli un araldo.

»E chi è che voglia incaricarsi di essere quest'araldo? (prese a dire Burley, sollecito di sviare una proposta sì ragionevole ch'ei non potea di fronte combatterla). Obbliate forse come Claverhouse, armando il titolo di rappresaglia per la morte di suo nipote, giurò far appiccare il primo parlamentario che gli avessimo spedito?»

»Non ci stiamo per simil tema, poichè io medesimo mi assumo tal commissione, semprechè il consiglio creda affidarmela.»

»Lasciam ch'ei vada, disse sotto voce Burley a Macbriar, così il consiglio si sbarazzerà di costui.»

Quindi il partito posto da Morton non trovò contradditori nè manco in coloro che sembravano dover esserlo maggiormente, e venne risoluto che Enrico Morton si trasferirebbe al cospetto del duca di Monmouth, onde sapere a quai patti acconsentirebbe di negoziare co' sollevati. Divulgatasi tale risoluzione per tutto l'esercito, ne fu universale la gioia fra coloro della parte moderata, lontani dal nudrire la cieca presunzione di que' Puritani, che pensavano bastanti mallevadori della vittoria un feroce zelo, ed un selvaggio entusiasmo.

Munito delle istruzioni del consiglio, e accompagnato dal solo Cuddy, Morton si partì dunque alla volta del campo de' Reali, impavido di que' rischi che sì frequentemente sovrastano a chiunque imprenda nelle civili discordie la dilicata parte di mediatore.

Nè scostato erasi più di tre o quattro miglia dal campo de' suoi, allorquando si accorse che stava per incontrare l'antiguardo dell'esercito de' Reali. Pervenuto ad una eminenza contemplò le strade, che tutte prendevano la via di Bothwel-Muis, ove divisavano metter campo nella prossima notte, castello non lontano più di due miglia dal Clyde, alla riva opposta del qual fiume campeggiavano i Presbiteriani.

Yaş sınırı:
12+
Litres'teki yayın tarihi:
30 eylül 2017
Hacim:
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