Kitabı oku: «Fiamme Oscure», sayfa 2

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Ciò lo portò anche ad un’altra conclusione... non tutti al castello erano registrati nel PIT. Ma non lo era neanche lui, quindi nessun problema.

Guardando verso l’alto soffitto, sentì cinque diverse forze vitali al terzo piano. Si chiese chi potesse esserci lì, visto che Storm gli aveva detto che quel piano era chiuso a chiave e off limits. Ren aveva addirittura guardato la piantina del castello per vedere se ci fosse una porta nascosta, ma non trovò nulla.

Non avrebbe perso tempo ad aprire ogni singolo libro dalla libreria o a bussare su ogni parete per trovarla. Le porte nascoste restavano nascoste per una ragione. Se chiunque fosse lì voleva essere lasciato solo, Ren avrebbe rispettato quel desiderio.

L’aria nella stanza si mosse e Ren vide Storm ora seduto all’estremità della scrivania. Fissò il viaggiatore del tempo quando vide il sangue dal naso che Storm stava cercando di fermare.

“Riveli ancora segreti, eh?” gli chiese Ren con un leggero ringhio nella voce.

Storm ignorò lo sguardo e la domanda, restando semplicemente seduto lì finché il sangue finalmente si fermò. Gettando il fazzoletto nel cestino, fissò Ren con un’espressione consapevole sul viso, poi alzò lo sguardo pensieroso verso il soffitto.

“Ti stai chiedendo come sono saliti lì, vero?” sogghignò. “Loro non usano la porta d’ingresso per entrare e uscire... trovano le finestre più adatte a loro.”.

“Chiunque essi siano, sembri felice di averli qui.” Ren alzò un sopracciglio con curiosità.

L’espressione di Storm tornò seria. “Non sottovalutarli... hanno le loro ragioni per essere quello che sono. Se vorranno interagire con le squadre del PIT, lo faranno.”.

“Ma non fanno parte di nessuna squadra.” Ren voleva una spiegazione.

Storm scosse la testa “No, infatti.”.

“D’accordo, allora.” Ren scrollò le spalle. “Chi sono?”

“La leggenda vuole che siano i primi guardiani dei sigilli tra i mondi. Fino alla scorsa notte erano nel regno dei demoni, per evitare che il sigillo dal loro lato fosse infranto.”.

Ren annuì e si appoggiò alla sua poltrona decidendo di fermarsi con le domande, visto che di recente Storm aveva già spezzato il suo voto di silenzio. Gli occhi iniziavano a bruciargli per la mancanza di sonno, ma sapeva che non sarebbe riuscito a riposare per un po’.

Capitolo 2

Zachary si appoggiò alla balaustra in cima alle scale, guardando giù al piano terra. Rimase immobile quando notò uno dei più giovani e recenti membri del PIT... Tiara. Era sempre stata un membro non ufficiale del PIT, anche se da bambina non aveva alcun potere e non aveva mai ricevuto un incarico.

A causa delle abilità di negromante di sua madre, Tiara era andata in giro con il PIT per tutta la sua vita.

Qualcuno gli aveva detto che lei era un po’ come con una figlia di militari... ma più protetta. Mentre i genitori erano in guerra, il bambino veniva portato in un luogo sicuro... di solito era una camera d’albergo sorvegliata dalla CIA. C’era qualcosa di particolare nell’essere diversi... a volte è l’ultimo della tua razza a renderti la vita più difficile che mai. Ciò influiva sui loro istinti più forti... ... cioè sopravvivere e proteggere i loro figli.

Tutti i membri del PIT avevano dei nemici... era uno dei lati negativi dell’essere un assassino di demoni addestrato. Quegli stessi nemici avevano imparato molto tempo prima che il modo più veloce per ottenere l’attenzione di un rivale era quello di rapire suo figlio. In questo caso, sarebbe un demone a rapire il figlio di un membro del PIT che li ha sfidati. Le lezioni erano difficili da imparare ed i bambini tenuti in isolamento ne erano il prezzo.

Da quello che Zachary notò, Tiara era stata una dei bambini più sorvegliati di tutti. Persino lui, che era un membro autorizzato, l’aveva vista soltanto un paio di volte.

Beh, l’assenza di contatto poteva essere ricondotta al fatto che negli ultimi dieci anni lui era sparito per evitare sua madre... Myra. Ma Tiara aveva sempre qualcuno alle calcagna che seguiva ogni sua mossa, soprattutto se si avventurava tra gli altri membri dell’organizzazione.

Dopo la morte di Myra un paio di settimane prima, la sua squadra si era smembrata tra vari reparti del PIT, com’era da tradizione quando moriva un caposquadra. Seguire quella regola d’oro evitava distrazioni e complicazioni... o almeno così dicevano.

Lui era più un freelance, un mercenario, e lavorava meglio da solo. Angelica era l’unica figura stabile nella sua vita perché riusciva a vedere oltre la maschera che lui portava... la maschera per cui tutti lo trovavano un po’ comico.

I poteri di Myra erano passati alla sua unica figlia nel momento esatto della sua morte. Tiara aveva preso le redini e si era fatta avanti come giocatore titolare arrivando lì. Lui trovava un po’ strano che avesse superato la morte di sua madre così presto... chiunque avrebbe pensato che fosse ancora in lutto.

Zachary aveva avuto più volte il privilegio di vedere sua madre al lavoro. All’epoca era un ragazzino di circa sedici anni. Ricordava ancora la prima volta che aveva visto Myra risuscitare i morti. Lo aveva fatto per individuare il demone che aveva ucciso la vittima da lei stessa rianimata. Zachary rabbrividì al ricordo di quella notte... fu assalito dalla paura e dalla speranza di vita nell’aldilà. I suoi sogni erano ancora tormentati.

Myra era la persona più bella e misteriosa che avesse mai conosciuto e ne era attratto... come lo erano molti uomini. Aveva visto altri ragazzi chiedere di essere inseriti nella sua squadra per il turno di notte, nella speranza di finire a letto con lei.

Si diceva che chi andava a letto con lei era più di un semplice amante o di un’avventura da una notte... c’era anche un’amicizia profonda che teneva unito il gruppo anche fuori dal lavoro. Era quasi impossibile entrare nella sua squadra perché i membri non la lasciavano mai di propria volontà... ma soltanto in sacchi per cadaveri.

Come da regolamento, i membri del PIT con mogli o fidanzate non erano mai autorizzati ad accompagnarla nelle missioni, figuriamoci a diventare membri della sua squadra.

Anche i morti sembravano correre da lei come al richiamo di una sirena. Sfortunatamente anche i demoni erano sensibili a quel richiamo. In genere si trattava di un demone potente che in precedenza aveva risvegliato i morti e, quando i suoi servi venivano richiamati nelle loro tombe, allora li seguiva per vedere chi glieli stesse portando via. Era per questo motivo che Myra non veniva mai lasciata sola nei cimiteri, nelle cappelle funerarie o negli obitori.

La terza volta che Zachary era stato scelto per la sua squadra si era presentato in ritardo, poiché era stato occupato con un altro demone. Entrando nel cimitero, aveva assistito a qualcosa che sapeva che non avrebbe dovuto vedere... neanche a quella distanza.

Myra aveva appena rimesso il cimitero a dormire quando un demone molto potente reagì alla sua negromanzia.

Gli altri membri del PIT presenti crollarono improvvisamente a terra, resi incoscienti da una forza invisibile. Zachary era ancora giovane, con solo poche uccisioni di demoni come esperienza, e si riparò subito dietro una lapide... incerto su cos’altro fare. Il potere proveniente dal demone era un qualcosa che non aveva mai sentito prima, e capì che doveva essere uno dei pochi signori dei demoni che ancora vagavano sulla terra.

Dopo pochi istanti in cui non accadde nulla, prese coraggio e sbirciò da dietro la lapide.

Le ombre di fronte a Myra erano contorte, respirando quasi con affanno. Fu allora che un bell’uomo alto, con lunghi capelli argentati molto simili a quelli di Myra, apparve dall’oscurità. Anche dalla distanza che li separava, Zachary poteva vedere il modo in cui il demone guardava Myra... come se volesse divorarla. Il demone si avvicinò alla negromante che aveva appena rimesso a dormire i suoi zombie e i suoi fantasmi.

Il panico che assalì la mente di Zachary lo sopraffece ed il fuoco divampò dalle sue mani per la rabbia. Si alzò dal suo nascondiglio, correndo disperatamente per salvare la donna che avrebbe dovuto proteggere.

Zachary non voleva che il demone ferisse Myra ed era intenzionato a salvarla, anche a costo di bruciare tutto il cimitero per farlo. Tuttavia, il demone aveva qualcos’altro in mente. Lentamente girò la testa e bloccò i suoi spaventosi occhi argentati con quelli di Zachary.

Con orrore di Zachary, il suo fuoco svanì... e così anche il controllo sul proprio corpo. Anche se combatteva con tutto se stesso, era ancora fermo a terra, incapace di muoversi e di parlare. La prima cosa che pensò fu che era ancora cosciente... a differenza degli altri uomini che giacevano nel cimitero, e aveva una perfetta visione di ciò che stava per accadere.

Myra si era lasciata toccare dal demone... sembrava gradire la cosa mentre gli sorrideva sensualmente, e gli posò una mano sul petto. Aveva persino chiamato il demone per nome... Deth.

I vestiti furono rimossi rapidamente e Zachary osservò come il demone reclamava il corpo di Myra. Avevano fatto l’amore più volte sulla tomba dietro di loro, prima che il demone sussurrasse qualcosa nel suo orecchio, portandola ad intrecciare il suo sguardo innamorato con il proprio. Condivisero un altro bacio prima che il demone svanisse nella notte.

Zachary vide Myra girare lentamente la testa e guardarlo... sapeva che lui aveva visto tutto. Senza dire una parola, raccolse i suoi vestiti e li indossò, poi aspettò che il resto della squadra riprendesse conoscenza. Zachary riacquisì l’uso del proprio corpo dopo pochi minuti e si sedette, restando dov’era...il più lontano possibile da Myra ma senza andarsene via, e la fissò in silenzio.

Era ancora bella e aveva anche un sorriso dolce. Lui non capiva... non riusciva a capire niente.

Quando gli altri si svegliarono, non avevano alcun ricordo di cosa li aveva attaccati e, quando lo chiesero, Myra spiegò semplicemente che andava tutto bene e che “l’attacco” non era stato altro che il contraccolpo di energia per l’aver rispedito i morti nella loro tomba.

Zachary non ripeté mai ad anima viva ciò che aveva visto quella notte. Tuttavia, da allora, la sua fiducia in Myra era andata persa. Fece del suo meglio per avere altri incarichi in modo da non starle vicino.

Aveva anche fatto una ricerca sul demone incontrato nel cimitero e scoprì di avere ragione... ... Deth era un demone antico. Il demone avrebbe potuto ucciderli tutti quella notte, compresa Myra se avesse voluto, perché aveva già ucciso in passato...molte volte.

Myra stava ovviamente facendo il doppio gioco...e questo era un limite che nessuno di loro aveva mai osato oltrepassare. Trovava leggermente ironico che lei fosse giunta alla sua fine per mano di un demone...o almeno così raccontavano. A quanto pare, superare quel limite aveva conseguenze terribili.

Zachary si rifiutò di assecondare la tristezza per la sua morte che cercava di infiltrarsi nel proprio petto...l’ultima cosa di cui il PIT aveva bisogno era un traditore in mezzo a loro.

Ridestandosi dal passato, Zachary osservò Tiara muoversi nella grande sala sottostante, sentendo tintinnare appena i campanelli indiani attorno alla sua caviglia, e pensò a quanto lei somigliasse a sua madre. Avrebbe potuto essere la sua sosia... ma più giovane. Sembrava una bambina nel corpo di una donna, completamente ignara della violenza intorno a lei, ma al tempo stesso più che consapevole.

Aveva la pelle perfetta e abbronzata, e gli occhi ampi di un bambino innocente. Quell’innocenza era in qualche modo contaminata da una carnosa bocca imbronciata, che gli fece provare il desiderio di assaporarla. Mentre la guardava, capì che si sbagliava...la bellezza di sua madre non reggeva il confronto con quella di Tiara. Il solo guardarla lo faceva sentire come uno stalker ma, invece di nascondersi, la guardò meglio.

Il suo modo di vestire la faceva sembrare uscita direttamente dalla carovana di un clan gitano perduto nel tempo. Era lo stesso modo in cui si vestiva Myra. Immaginò che fosse una tradizione di quella stirpe di negromanti.

Quella sera, il suo top era poco più di una sciarpa a quadri neri, piegata a triangolo e legata attorno al petto, lasciando che i fianchi e la schiena mostrassero la sua pelle sensualmente perfetta. La gonna era pericolosamente bassa sui fianchi, ma copriva tutto il resto fino alle caviglie.

Le porte iniziarono ad aprirsi ed accorse gente da tutti gli angoli del castello, attraversando la sala principale sottostante, e lui si accigliò per la distrazione. Il cellulare di Zachary squillò e lui lo estrasse per leggere il messaggio di testo di Storm.

‘Riunione nell’ufficio di Ren, porta Jason.’.

“E come diavolo faccio, uso i sali?” mormorò Zachary mettendo via il telefono. Guardando verso l’infermeria, rimase sorpreso quando la porta si aprì e Jason si affacciò nel corridoio.

Alzò un sopracciglio, chiedendosi se Storm passasse ogni giorno ad apparire e scomparire per far accadere le cose al momento giusto. Il solo pensiero di quanto potesse durare un giorno per il viaggiatore del tempo gli fece venire mal di testa. Ma d’altra parte, se qualcosa andava storto, Storm non poteva sempre tornare indietro e rimediare, se voleva?

“Sono contento di vedere che sei sveglio.” disse Zachary con un sorriso. “Hai dormito bene?”

Jason uscì dalla stanza e si avvicinò lentamente a Zachary. “Sì, mi sento molto meglio adesso che il marchio è sparito.” Notò il trambusto sotto di loro e chiese “Cosa succede?”

Zachary mise un braccio attorno alle spalle di Jason e lo guidò verso le scale. “Vuoi vedere qualcosa di veramente figo?”

Jason strinse le spalle “Certo, perché no?”

“Bene.” sorrise Zachary. “Il nostro capo ha richiesto la tua presenza...la tua prima riunione ufficiale del PIT.”.

Jason alzò un sopracciglio. “Ma io non sono un membro del PIT.”.

Zachary sorrise maliziosamente. “Diciamo che o sei con noi o all’improvviso ti ritroverai con una grave amnesia.”.

Jason si allontanò da Zachary con un’espressione preoccupata. Alzando le mani in segno di resa, annuì “Fai strada.” .

Quando Zachary rise e si avviò giù per le scale, Jason non ebbe altra scelta che seguirlo... anche se lo fece a distanza di sicurezza.

*****

“Ho qualcosa per te.” disse Storm e prese una chiavetta USB dal taschino della camicia.

Ren la prese e la collegò al computer. Sorrise nel vedere la mappa che lui stesso aveva creato... ...solo che questa era più aggiornata. Laddove la mappa originale conteneva solo pochi punti di segnalazione dell’energia percepita, questa invece somigliava al gioco dei chiodini colorati. Diverse luci colorate ora illuminavano ogni centimetro della città e si estendevano fino alla periferia, alla riserva, persino alle spiagge...ormai erano dappertutto.

“Dove l’hai presa?” chiese Ren con timore, alzandosi lentamente dalla poltrona per dare un’occhiata al grande schermo sul muro.

Storm si guardò le mani e sembrò esaminarle con grande interesse. “Da te.”.

Prima che Ren potesse dire qualcosa, le porte del suo ufficio si aprirono all’improvviso e alcuni membri del PIT tornati al castello entrarono. Ren sentì i poteri accumulati nella stanza e si sforzò per tenere sotto controllo il proprio potere. Anche se il suo viso mostrava fastidio all’esterno, dentro di sé era quasi nel panico.

Cercando il potere in grado di bloccare le emozioni che aveva percepito prima, Ren lo assorbì e sentì il proprio mondo stabilizzarsi di nuovo. Fece un cenno quando Zachary entrò e raggiunse lui e Storm alla scrivania.

Zachary osservò attentamente i presenti, evitando fugacemente la zona in cui Tiara era in piedi, solo per dimostrare a se stesso di poterlo fare. Era più difficile di quanto pensasse. Quando il suo sguardo si posò su di lei, la vide sussultare e guardare subito verso Storm. Zachary si accigliò ed incrociò le braccia sul petto, chiedendosi il perché di quella reazione.

Jason si guardò intorno alla ricerca di Angelica e rimase deluso quando non la vide tra quel gruppo eterogeneo. Si appoggiò al muro giurando di aver appena visto un ragazzo teletrasportarsi nella stanza. Un secondo prima il posto accanto a lui era vuoto...e quello dopo non lo era più.

Guy cercò subito Tiara con lo sguardo e pensò al modo migliore di avvicinarla per il suo piano. Aveva appena trascorso le ultime ore a mettere a soqquadro la propria stanza e quella di Carley, nel tentativo di trovare un incantesimo per ciò che aveva in mente.

Durante la sua furia provocata dal dolore, si era ricordato che Carley ne aveva trovato uno in uno dei suoi ‘acquisti’, come chiamava le pergamene rubate. In quel momento i due ci avevano scherzato un po’ su, credendo che non avrebbero mai avuto bisogno di riportare in vita i morti.

Era un antico incantesimo che era stato trascritto da un antico testo...un modo per riportare in vita i morti. Questo, però, avrebbe soltanto legato lo spirito al mondo terreno, continuando ad essere attaccato al regno spirituale. Insomma, Carley sarebbe diventata un fantasma.

Guy sapeva che c’era un’altra parte dell’incantesimo che avrebbe permesso a Carley di riavere il proprio corpo, ma serviva il potere della negromanzia perché funzionasse. Tiara era l’unica che avrebbe potuto aiutarlo a riportare in vita Carley... era necessario il suo potere per riunire l’anima di sua sorella con il suo corpo.

Tiara sentì degli occhi su di sé e alzò lo sguardo, chiedendosi se fosse Zachary. Invece vide Guy che la fissava con ansia. Lei sostenne lo sguardo con calma, sapendo cosa aveva in mente lui. Aveva sentito della morte di sua sorella e sperava che lui avrebbe cambiato idea. Sua madre veniva spesso avvicinata dai cari di chi era stato ucciso, durante lo svolgimento della sua attività. Doveva evitarlo per un po’...almeno fin quando non si sarebbe calmato.

“Sono contento che stiate tutti bene.” disse Storm quando le porte si chiusero. “Ho una notizia buona e una cattiva.” Fece un cenno verso l’enorme mappa computerizzata sulla parete. “Questa è la cattiva notizia.”. Ci furono diversi mormorii tra la folla.

“E la buona notizia?” mormorò Trevor dalla porta mentre entrava nella stanza.

“La buona notizia è che i demoni più potenti sono intelligenti. Sono tornati in questo mondo e non sono stupidi, dunque non si faranno cacciare via per un attacco di furia omicida. Nell’antichità, i signori dei demoni amavano controllare gli esseri umani... non ucciderli. Appronteranno prima di tutto una base e cercheranno di conquistare un territorio. La mia speranza è che alcuni di loro si uccidano a vicenda per impadronirsi di una zona, così da restringere il terreno di gioco.”.

“Stai dicendo che si concentreranno attorno a questa zona invece di diffondersi altrove?” chiese qualcuno accanto alla finestra. “Perché farlo, quando sarebbe più intelligente filarsela da Dodge?”

“C’è qualcosa che li trattiene in questa zona.” Storm indicò la mappa. “Nell’area che vedete, e circa cento di chilometri in tutte le direzioni.”. Decise di cambiare argomento.

“Un’altra buona notizia è che l’attività sismica e gli improvvisi cambiamenti climatici stanno costringendo parecchi umani a lasciare il paese. Ho dovuto chiedere un paio di favori, ma ho fatto sì che la stampa annunciasse che la serie di scosse di stamattina potrebbe suggerire un terremoto più forte... ‘the big one’, per così dire.”.

“Tuttavia, noi sappiamo che non è vero. Non vogliamo attirare troppa attenzione su LA, ma se riusciamo a far sì che anche solo il 10% della popolazione si allontani da sola, allora sarà più facile fare il nostro lavoro. Mi sto adoperando anche per ottenere la tecnologia di modificazione del clima, per creare un uragano e tenerlo pericolosamente vicino alla costa per un po’. Ciò potrebbe spingere ancora più persone a lasciare la città.”

“La paura regna sovrana.” concordò qualcuno.

Storm annuì. “Dobbiamo cercare di tenere nascosto quanto più possibile agli umani. Ognuno di voi dovrà prestare attenzione a chiunque abbia un registratore; chi di voi è in grado di cancellare la memoria dovrà darci dentro per controllare i danni. Tutte le chiamate al 911 saranno anch’esse monitorate. E non abbassate la guardia. È pericoloso là fuori... abbiamo perso molti membri del PIT la notte scorsa.” concluse con tono pacato, guardando Guy.

Guy incrociò lo sguardo di Storm, sfidandolo a metterlo in secondo piano con la scusa del lutto da elaborare. Quello di cui aveva bisogno davvero era la vendetta, e uscire in mezzo ai demoni era l’unico modo per ottenerla.

Zachary si appoggiò alla scrivania e affondò le mani nelle tasche. “Io ero lì... non tutto ciò che è uscito dalla crepa è cattivo.”.

Storm annuì. “Sì, forse è l’unica cosa positiva di questo casino. Quando Misery ha aperto la crepa, non solo ha liberato i demoni, ma è anche riuscita a liberare un certo numero di caduti e di altre figure che, per fortuna, sono dalla nostra parte.”.

“Tipo?” chiese Trevor.

“Tipo quelli che proteggevano il sigillo dall’altra parte della crepa.” disse una voce nuova dalla parte posteriore della stanza.

Tutti si voltarono verso la voce. Un giovane che non sembrava avere più di diciotto anni se ne stava poggiato al muro, con le braccia incrociate sul petto. I suoi capelli scuri sembravano spettinati ed il modo in cui la luce li colpiva in certi momenti conferiva loro un colore violaceo. Quando aprì gli occhi, i colori brillarono come una lucente pietra di tormalina che fece distogliere lo sguardo a molti nella stanza.

“E tu cosa sei?” chiese Ren, sconcertato dal non poter sentire alcun potere dal nuovo arrivato.

Il giovane sorrise “Per i demoni... sono l’uomo nero.”.

“Questo è uno dei nostri alleati venuto dall’altro lato.” rispose Storm. “Kamui e i suoi... fratelli staranno al terzo piano.”.

“Pensavo che il terzo piano fosse sigillato.” dissentì Trevor. “Come fanno ad arrivare lassù?”

Il giovane levitò di parecchio dal pavimento e fece l’occhiolino al mutaforma.

“Un ragazzino che vola...fantastico.” Trevor scosse la testa in tono sprezzante “Il che sarà di grande aiuto.”.

Kamui sogghignò “Io sono più vecchio del primo della tua razza. Non siamo finiti in quella crepa contro la nostra volontà...siamo entrati volutamente, sapendo esattamente cosa stavamo facendo. E c’erano più demoni da quel lato di quanti ce ne fossero qui. Abbiamo impedito che il nostro versante fosse attaccato...tu che avresti fatto?”

Ren alzò un sopracciglio, decidendo che quel ragazzo gli piaceva già. Dovette tossire con la mano davanti alla bocca per non ridere di Trevor, anche se non avrebbe dovuto preoccuparsi poiché molti altri risero senza pietà.

“La maggior parte dei demoni è ormai dispersa in tutta la città e sono nascosti.” affermò Zachary, volendo tenere l’attenzione sulla riunione. “Quelli che più rischiano di essere visti o di attaccare gli esseri umani sono gli spettri che sono stati invocati.”.

“Odio quegli esseri.” ringhiò Trevor, incapace di reprimere i brividi. “Fanno un male cane quando ti trapassano.”.

Zachary annuì “Ce ne sono abbastanza in tutti i cimiteri della città e sono un vero pericolo per gli umani... Hunter è in grado di ucciderli, ma solo uno alla volta.” Si fermò per pensare. “In realtà, uccidere non è il termine esatto.”.

“Li prenderei a calci in culo, ma non posso neanche toccarli, dannazione.” si lamentò Trevor.

“Saresti arrabbiato anche tu se il tuo sonno fosse interrotto da un demone che ti ha riportato in vita solo per renderti suo schiavo.” dichiarò una giovane donna con lunghi capelli argentati. “Stanno solo esternando quella rabbia... non è niente di personale.”.

“Tiara.” Storm disse il suo nome per i presenti che non avevano ancora avuto l’occasione di incontrarla. “Sono contento che tu sia venuta, mi dispiace per tua madre.”

“Grazie.” rispose Tiara, ma il suo sguardo si posò su Trevor. “Tu li attiri perché hai dentro di te le vite di molti animali.” Fece un passo davanti a lui ed estrasse un pugnale dalla cintura, facendo sussultare Trevor per quell’azione così rapida. Lei sorrise dolcemente. “Tieni, puoi usare questo per proteggerti da loro.”

“Li ucciderà?” Trevor prese con cautela il pugnale e lo sollevò su per guardarlo.

“Loro sono già morti.” disse Tiara con calma, come se parlasse con un bambino. “Questo è uno strumento usato per liberarli... non per ucciderli.”.

Trevor si accigliò, ma non le restituì il pugnale. Sapeva di cosa erano capaci quegli esseri e avrebbe accettato tutto l’aiuto possibile. “Grazie.” lo fece scivolare nella cintura e con la camicia coprì l’impugnatura.

“Tiara, sei sicura di essere pronta per questo?” le chiese Storm, non volendo farle alcuna pressione e sapendo che sarebbe stata la sua prima volta. “Vampiri e spettri non sono gli unici esseri là fuori... anche gli zombie sono avvistati ovunque. Questo non include i signori dei demoni e le cose per cui non abbiamo un nome... non sappiamo cos’altro ci sia in giro.”.

“Sono pronta.” rispose Tiara serrando le mascelle. Cercò di tenere a mente che Storm pensava che lei avesse ottenuto il suo potere solo grazie alla morte di sua madre, e in un certo senso era vero. Aveva ereditato i poteri di Myra, ma era anche capace di vedere i fantasmi da quando era nata.

Zachary si allontanò dalla scrivania in confusione quando realizzò una cosa. “Stai dicendo che questa sarà la prima volta che userà i suoi poteri?”

“Sì, il dono della negromanzia viene tramandato soltanto quando il genitore che lo possiede muore...Tiara ha il potere solo da un paio di settimane.” spiegò Storm.

Tiara guardò Zachary...questa volta incrociando il suo sguardo senza paura. Se aveva un problema con lei allora voleva saperlo subito, invece di rimuginarci su in seguito. Se stavano per essere mosse delle accuse, allora lei preferiva che lui andasse dritto al punto e le muovesse.

“E tu la manderà là fuori da sola?” all’improvviso Zachary non gradì l’idea. Sua madre aveva praticato la negromanzia per anni e aveva una squadra di combattenti con sé. E come Storm aveva appena sottolineato... era stata uccisa da un demone solo un paio di settimane prima.

“Andrò io con lei.” sorrise Trevor, posando il palmo sull’elsa del pugnale. “Finché questo coso farà quello che dice Tiara, non sarà un problema tenerla d’occhio.”.

Zachary guardò Trevor, pensando a quanto il mutaforma fosse così distratto da Envy di recente. Secondo il ‘piromane’ quella non era una buona idea.

“Finché Tiara non sceglierà la sua squadra, propongo che sia affiancata da Trevor e Zachary per iniziare. Zachary sarà responsabile della squadra e potrà essere anche di aiuto nel caso in cui qualcuno la sorprenda a mentre ripristina le tombe. Potrà cancellare facilmente la loro memoria.” annunciò Storm.

Gli occhi di Tiara si spalancarono nel sentire che Zachary era il responsabile della sua squadra. Molto tempo fa, Myra le aveva detto che Zachary l’aveva vista con Deth...e lo aveva tenuto segreto per tutti questi anni. Myra aveva anche cercato di farle notare Zachary un paio di volte nel corso degli anni, ma ciò aveva solo fatto crescere in lei paura infantile e timore per l’uomo che conosceva il segreto di sua madre.

Zachary si rilassò un po’ perché sapeva che Tiara non sarebbe stata sola quella notte. Rimase sorpreso di sentirsi meglio nel sapere che le sarebbe stato accanto se fosse successo qualcosa.

“Mi unisco a loro.” annunciò Guy.

Tiara provò un senso di disagio, sapendo il vero motivo per cui Guy voleva aggregarsi. Senza guardare Guy si rivolse a Storm “Ho bisogno solo di tre persone in squadra per ora, e uno di loro deve essere privo di poteri.”

L’espressione di Guy si incupì al rifiuto di Tiara di farlo entrare nella sua squadra... lei mentiva.

Zachary notò il silenzioso scambio tra i due e aggrottò la fronte. Non era sicuro di quale fosse il motivo per cui Guy desiderasse improvvisamente entrare in un altro gruppo così presto...ma d’altra parte, non era possibile prendersi un congedo per lutto. Se così fosse, non si presenterebbe nessuno al lavoro.

Storm annuì, intuendo che Guy non era gradito. “Allora ho la persona che fa al caso tuo.”

“Cioè?” chiese Trevor sospettoso. Gli piaceva Guy e aveva visto i suoi poteri in azione. Era un po’ deluso che non avrebbe fatto squadra con loro.

“Jason.” Storm agitò una mano verso l’uomo in fondo al gruppo.

“Cavolo, no!” esclamò Jason con gli occhi spalancati. “Non darò la caccia ad esseri morti. Se posso permettermi... scappare è più da intelligenti.”.

Zachary strinse le spalle. “D’accordo, come vuoi. Ma conosci l’alternativa.”.

Jason barcollò all’indietro, scontrandosi con il giovane dai capelli viola quando Zachary gli si avvicinò con la mano alzata verso la sua fronte.

“Va bene, va bene.” disse Jason, allungando le mani per allontanare Zachary. “Ci vado. Però... ... tieni giù... le mani.”.

Zachary sorrise e strinse una mano sulla spalla di Jason, come aveva fatto per tutto il tempo. “Sapevo che non ci avresti appesi.”

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