Kitabı oku: «Il Possesso Di Un Guardiano», sayfa 4

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Chiudendo gli occhi, sussurrò parole segrete e il paesaggio oscuro mutò forma, aprendo un varco per lasciarlo passare, e che si richiuse immediatamente alle sue spalle. Il potere delle parole sacre aveva protetto ancora una volta la sua casa dall’irrequieto mondo dei demoni.

La barriera stessa era stata un colpo di genio di suo padre Tadamichi, si diceva per impedire ai nemici di espugnarla. Ma Kyou aveva sviscerato la vera natura di quel muro: era sorto per impedire a Hyakuhei di tornare nella propria dimensione. Era una punizione ideata tanto tempo prima, in ere precedenti, ma ancora così resistente alla magia del nemico. Kyou aveva visto suo zio tante volte dietro quella barriera senza riuscire ad oltrepassarla… Se ci fosse riuscito avrebbe potuto appropriarsi del potere atavico di Tadamichi.

Volò sui giardini lussureggianti che circondavano il suo palazzo, sgusciò attraverso una finestra aperta in uno dei piani superiori, e atterrò silenziosamente sul pavimento di marmo all'interno del palazzo. Si spostò silenziosamente e con grazia in una enorme stanza, in cui si trovava un letto tanto grande da poter accogliere una dozzina di persone.

Kyou si chinò e appoggiò sui morbidi, cuscini la sacerdotessa, che aveva ancora tra le braccia; poi si mise a fissarla intensamente. “Perché l'ho rapita?” si chiese. Ma conosceva già la risposta: “Perché la desidero!” si disse, rabbioso.

Sapeva che Kyoko lo avrebbe odiato, una volta sveglia, e Kyou non voleva che succedesse. Ancora una volta si costrinse a chiedersi perché gli importava tanto cosa provasse Kyoko per lui: da quando avevano importanza i sentimenti degli umani? E di una ragazzina che era già sua, poi!

Ringhiò sommessamente al caos dei suoi pensieri. Come poteva convincerla ad accettare volontariamente di rimanere con lui, senza che lei lo combattesse di continuo? Era un bel problema, per il signore del regno dei demoni.

Se fosse stato qualcun altro a mostrare una tale perseveranza nel combatterlo, non avrebbe perso tempo e lo avrebbe immediatamente distrutto. Ma lei…era la loro sacerdotessa... e lui uno dei suoi guardiani! Non desiderava farle del male, tantomeno ucciderla. Voleva solo tenerla per sé. Questo pensiero lo folgorò.

Avrebbe fatto un patto con lei. Sì, le avrebbe svelato ciò che lei ardeva di conoscere. Solo allora l'avrebbe lasciata andare ... A quel punto, se lei avesse desiderato legarsi definitivamente a lui, non glielo avrebbe permesso. Era stato il pericolo di Hyakuhei che lo aveva costretto a rapirla.

La sua unica preoccupazione a questo punto era il potere del demone dei sogni ... Era abbastanza forte da infrangere la barriera che circondava la sua casa? L'antica magia sarebbe bastata a proteggerla? Non aveva idea di quanto fosse pericoloso, quello spirito. Gli occhi dorati di Kyou si spostarono sul viso di Kyoko, quando percepì i battiti del suo cuore aumentare d’intensità: si stava svegliando!

Si sedette sul cuscino accanto a lei e attese. Per prima cosa, avrebbe cercato di infrangere le sue paure. Soltanto allora sarebbe passato alla fase successiva... legarla a lui per sempre, a qualunque costo.

Kyoko si sentiva come su una nuvola e molto confusa. La sua mano toccò qualcosa di morbido e lei si chiese se stesse sognando di nuovo ... Hyakuhei l'aveva baciata così dolcemente. Perché l'aveva baciata? I suoi occhi si spalancarono, e la prima cosa che vide fu Kyou seduto accanto a lei, con l'espressione di un angelo sconfitto a cui avessero tagliato le ali.

Gli occhi dorati e impassibili del guardiano la stavano fissando. La realtà era così simile ai suoi incubi, che lei ne rimase sconcertata.

Si guardò rapidamente intorno, e vide il pavimento di marmo nero e le pareti di pietra. Il suo primo pensiero fu che quella era proprio la grotta del suo sogno, ma molto più curata. Le ricordava ciò che aveva sempre immaginato dell’interno dei castelli. Grandi arazzi ricoprivano le pareti, concedendo all’ambiente un tocco di raffinatezza, e il cuscino nero e oro su cui stava sdraiata le sembrò addirittura regale.

La sua attenzione tornò su Kyou, che non aveva mosso un muscolo. Ancora una volta i pensieri che aveva espresso nel suo incubo le tornarono alla mente: 'È pericoloso quanto Hyakuhei! Come può essere così bello e tanto malvagio?” Il buio della stanza faceva risplendere la sua aura in modo inquietante, come se lui potesse leggerle dentro e ridere di lei.

Provò lo stesso senso di nausea che l’aveva tormentata nel sogno. Si strinse al cuscino e chiuse gli occhi, pregando che quello fosse solo un altro incubo ... e che presto si sarebbe risvegliata ai piedi della statua della fanciulla, con Toya che la sgridava per la sua incoscienza, di uscire di casa nel cuore della notte. Quando i suoi occhi si riaprirono, deglutì spaventata, perché capì che invece era sveglia e che quella era la dura realtà.

Quando riuscì a spiccicare parola, il suono della sua voce la spaventò. I suoi occhi color smeraldo si spalancarono, perché ancora una volta non riusciva a nascondere la sua paura a Kyou… non poteva mostrarsi così debole, ai suoi occhi.

"Non ti farò del male ... se farai la brava." le disse Kyou, fissandola con insistenza, per vedere le sue reazioni. Sorrise dentro di sé, quando lei lo fissò. "Bene." esclamò. Non sembrava aver voglia di gridare. Era ancora troppo arrabbiata. Il guardiano sorrise con malvagità.

Kyoko lo guardò con odio, al ricordo di quello che lui le aveva fatto ... e proprio lì, di fronte a Toya. Come si era permesso? Sollevando il mento con aria di sfida, Kyoko sibilò: "E cosa ti fa pensare che voglia fare la brava…con te?”

Kyou quasi rimase affascinato, dall’impertinenza di quella risposta. Per gli dei, era davvero dura, quella ragazzina! Malgrado lo odiasse, avrebbe finito per capire che lui non voleva affatto ucciderla, ma proteggerla. Se l’avesse voluta vedere morta, l’avrebbe già fatto, e dal loro primo incontro. Ma l’aria di sfida che le leggeva sulla faccia era così eccitante… e gli stava riscaldando nuovamente il sangue. Dovette fare un vero sforzo per non saltarle addosso.

Kyoko abbassò lo sguardo: non riusciva a tenerlo fisso negli occhi di Kyou. Lui era troppo forte. Non poteva competere col suo potere, non ora. Non con il cuore che le batteva nelle tempie a quel modo. Ciò che aveva letto negli occhi di Kyou l’aveva atterrita…più del pensiero di Hyakuhei.

"Invece dovrai essere brava, se vorrai tornare dai tuoi amati guardiani.” rispose Kyou, con durezza. Si stizzì, quando la vide alzare di nuovo lo sguardo su di lui. Pensava davvero di poter scendere a patti con lui? Di poterlo combattere? Si augurò che fosse così, che quella ragazzina fosse tanto ostinata da farlo. In tal caso…davvero non avrebbe mai più rivisto Toya.

"Chi ti credi di essere? - esclamò Kyoko, con petlulanza - Chi ti ha dato il permesso di toccarmi in quel modo, di abusare di me? Non voglio rimanere con te, ti odio! Riportami subito da Toya…mostro!”

Kyou si lanciò contro di lei e la schiacciò sui morbidi cuscini con tutta la sua forza, poi inalò eccitato il profumo della sua paura… e del suo coraggio.

“Invece rimarrai qui finché lo vorrò io! Se i tuoi amati guardiani non sono in grado di proteggerti, sarò costretto a tenerti con me…per sempre!”

Kyou si sentì invadere dalla rabbia, ripensando al pericolo mortale che aveva corso quando i demoni l’avevano fiutata: quella stupida umana non capiva quanto fosse stata vicina alla morte! Lui l’aveva catturata per il suo bene. Se non l’avesse fatto, ora si sarebbe ritrovata con Hyakuhei…come sua schiava.

Le labbra di Kyoko si aprirono, confuse. "Ma perché vuoi che rimanga qui con te?" Fu allora che si rese conto di quanto i loro corpi fossero pericolosamente a contatto. Lo guardò respirare con eccitazione, e quasi le parve che la sua camicia divenisse trasparente alla luce. Scuotendosi da quell’allucinazione lo guardò, in attesa della sua risposta.

Prima che Kyou potesse rispondere, la porta della stanza si aprì e due bambinetti corsero dentro, ridacchiando. Potevano avere circa sei anni. Entrambi avevano i capelli biondi lunghi fino alle spalle e sembravano identici: probabilmente erano gemelli.

Kyou balzò in piedi, con la strana espressione di un bambino colto in fragrante a rubare biscotti. Kyoko rimase esterrefatta: mai avrebbe pensato di vedere sul viso del guardiano una simile espressione! Cavolo, quando serviva NON C’ERA MAI una telecamera a portata di mano!

Inclinò la testa di lato, fissando i bambini dichiaratamente umani. Che ci facevano lì? E che volevano da Kyou?

"Kyou, sei tornato!" gridarono, correndo verso di lui. Non appena notarono Kyoko, si fermarono indecisi.

"Kyou, lei resta qui?" chiesero all’unisono, spalancando i loro enormi occhi azzurri. Kyou non li guardò nemmeno.

"Hiroki, Hiraru…" li riprese, con voce incolore.

"Sì?" risposero i bimbi.

"Lei resta con noi. Ora lasciateci soli, per favore." La voce fredda e calma di Kyou non turbò i gemelli, che sorrisero a Kyoko e poi, improvvisamente, si diressero verso di lei.

Kyoko si aspettava che le saltassero in braccio, ma rimase estremamente sorpesa quando i gemelli si arrampicarono sulle ginocchia di Kyou e lo abbracciarono con gioia. Ancora una volta, l’espressione sul viso del guardiano era da fotografare, talmente era fuori luogo, e Kyoko si rese conto di non conoscere affatto quello strano guardiano. I gemelli si allontanarono da lui ridendo, quando Kyou gli ringhiò contro per gioco, e scapparono via dalla stanza con gridolini di falsa paura.

Kyoko fissò il suo rapitore. "Che ci fanno qui, quei bambini?" gli chiese. Lui era in piedi di fronte a lei, alto e bellissimo. Esitò a rispondere.

"Hanno chiesto di rimanere qui…e io li accontento.” rispose con lo stesso sguardo inespressivo di prima. Non gli sfuggì lo sguardo di stupore che vide riflesso nel volto della fanciulla. Gli occhi gli scivolarono con lascivia sulle sue labbra morbide e carnose…e perennemente imbronciate.

Kyoko era esterrefatta: ma che risposta era? "Non avevi detto di odiare gli umani?"

Era eccitante guardare quelle labbra. Kyou si avvicinò a Kyoko, e si fermò a pochi centimetri dal suo viso. "Non sono abbastanza intelligenti da avere paura di me." La sua voce era bassa e carezzevole. Kyou distolse lo sguardo dalla bocca di Kyoko, per non subirne il fascino.

Kyoko deglutì, appoggiandosi all'indietro, ma il cuscino non le permetteva di sdraiarsi completamente. Che intendeva dire? Che chi era abbastanza intelligente…lo temeva? Significava che non aveva intenzione di farle del male? Doveva saperlo. "Allora perché io sono qui?" mormorò.

"Perché anche tu non sei abbastanza intelligente da avere paura di me." La voce di Kyou si fece più morbida mentre si avvicinava a lei. Era bello guardare il viso di quella fanciulla e spiarne le emozioni.

Kyoko cercò di tirarsi indietro, per creare un po’distanza tra loro. "Preferiresti che io avessi paura di te?" Rimase senza fiato, quando vide gli occhi di Kyou brillare nel buio come quelli di una pantera. All'improvviso dimenticò perché gli aveva fatto quella domanda.

"Finché ti comporti bene, non hai motivo di temermi. Per ora." mormorò il guardiano. Allungò la mano per toccarle la guancia, ma lei si ritrasse. La luce della finestra dietro di lui si rifletteva nei suoi occhi. Si era resa conto di quanto fosse seducente, con il suo candore e quelle labbra imbronciate? Andò a sedersi lontano, per concederle il suo spazio.

Kyoko lo guardò con curiosità. "Kyou ... dimmi la verità: perché sono qui? Devo tornare dagli altri guardiani e continuare la ricerca dei talismani scomparsi." Non riusciva a capire cosa frullasse nella mente di Kyou e la cosa iniziava a spaventarla. Lui tacque per un attimo e Kyoko sentì lo stomaco contrarsi per l’ansia.

Dopo un minuto in cui Kyou continuava a fissarla senza dire nulla, Kyoko puntò il braccio sul cuscino e si drizzò, avvicinandosi a lui.

Kyou fu tentato dal chinarsi su di lei e baciarla ma, dopo le libertà che si era preso poco prima, temette che la ragazza avrebbe perso definitivamente la fiducia in lui. La guardò alzarsi in piedi senza dire una parola.

Kyoko si sentì girare leggermente la testa e allungò le braccia verso il guardiano per mantenersi in equilibrio; lo guardò con aria di sfida. "Va bene ... Se non c'è un motivo particolare per cui mi hai rapita, allora riportami indietro." Si mosse verso di lui ma, prima ancora di rendersene conto, Kyou era saltato in avanti e l’aveva ripremuta a schiena in giù sul cuscino, ergendosi pericolosamente sopra di lei. Il suo sguardo era furente. Senza mostrare il minimo segno di paura, Kyoko pensò, tranquillamente: “Beh, almeno adesso so che sei capace di mostrare emozioni.” Leggendole nella mente, il mostro l’afferrò per le caviglie e la trascinò verso di sé: ora era completamente sopra di lei, le mani schiacciate sul suo petto e poteva sentire il palpito del Cuore di Cristallo Protettore sotto le sue dita, ma lei non cercò di divincolarsi. “Bene.” continuò a pensare Kyoko.

"Credi che ti abbia rapito senza motivo? Eri in pericolo e non lo hai ancora capito." sibilò.

"Quale pericolo? - ringhiò a sua volta Kyoko - Stavo benissimo, fino a che non sei arrivato tu!”

Lui ansimò, cercando di calmare la rabbia e il ritmo impazzito del suo cuore. Non voleva farle del male, ma non l’avrebbe ancora lasciata andare. Qualcuno doveva proteggerla, e ormai non si fidava dei suoi fratelli. "Non te ne andrai finché non avrò appreso da te quello che m’interessa!”

"Cosa vuoi imparare da me?" Kyoko premette le mani contro il suo petto e spinse forte, per allontanarlo da sé. Quando capì che lui non intendeva spostarsi di un millimetro, lo fissò con frustrazione.

Stava iniziando a perdere la pazienza con quel "principe di ghiaccio", e sulla faccia le si disegnò un’espressione di sarcasmo. I suoi polpastrelli formicolavano per il potere represso, ma si trattenne dall’esplodere, visto che Kyou non l’aveva ancora minacciata.

Kyou fissò incuriosito le emozioni sul viso dell’umana. Le mise le mani sulle spalle e la scosse leggermente. "Questo ... voglio imparare questo."

Kyoko lo guardò accigliata. Di cosa diavolo stava parlando?

La scosse di nuovo: "E anche questo, voglio impararlo."

"Ma che cosa vuoi imparare?" gridò Kyoko, al culmine dell’ira. Poi lo guardò negli occhi, chiedendosi se quel guardiano non stesse dando di matto.

"Sì, questo e anche quell’altra cosa, quello che hai fatto prima." mormorò Kyou. Poi, d’improvviso l’attirò a sé e provò a baciarla.

Kyoko rimase stupita, quando Kyou l’afferrò e le spinse la lingua in bocca, stringendola ardentemente a sé. La sua ira svanì d’incanto e lei rimase lì, inerme, tra le braccia del guardiano, mentre anche il potere del Cuore di Cristallo Protettore svaniva. Provò a divincolarsi, ma senza convinzione.

Kyou la lasciò andare solo quando si accorse che lei aveva smesso di lottare. Aveva cercato di farle capire cosa intendeva, ma probabilmente lei non aveva ancora capito. Continuò a fissarla, mentre Kyoko rimaneva adagiata sul cuscino, con le guance rosse e calde per l’emozione. Quella meravigliosa immagine sarebbe rimasta impressa per sempre nella sua mente. Vide i suoi meravigliosi seni alzarsi e abbassarsi ad ogni respiro. Le sue labbra erano leggermente socchiuse e i lunghi capelli ramati le si allargavano sulla schiena come un manto.

E il suo sguardo…era così innocentemente eccitante…tanto che si sentì indurire il sesso. Era già sua, si era già concessa interamente a lui…e non lo sapeva.

Kyoko si coprì le labbra col dorso della mano per impedirgli di rifarlo: adesso era arrabbiata sul serio! E ancora non capiva: cosa voleva imparare da lei, Kyou?

"Adesso vuoi dirmi DI COSA stai parlando? COSA vuoi che ti insegni?" esclamò, con voce tremante, sperando che lui non la facesse impazzire con le sue domande senza risposta.

Attese un attimo; poi, all’ennesimo silenzio di Kyou esclamò, infastidita: “E allora vai a farti fottere!” Quindi si passò il dorso della mano sulla bocca violentemente, come a cancellare la sensazione del suo bacio.

Per non perdere definitivamente la pazienza con quell’umana, Kyou si alzò e uscì precipitosamente dalla stanza. Perché si ostinava a non capire? Perché non si rendeva conto che lui voleva solo conoscerla? Non poteva liberarla ora ... non mentre Hyakuhei era nei paraggi. Il nemico era così vicino, che era riuscito a prendere possesso dei suoi sogni, lo sentiva.

Kyoko gli gridò. "Voglio andarmene! Lasciami andare! Se non mi dici cosa vuoi da me, allora non posso aiutarti!" Lo guardò fermarsi, la schiena rigida, ma lui non si voltò a guardarla.

Kyou sapeva cosa voleva da lei, e quello era il momento di confessarglielo. "Voglio che mi insegni le tue emozioni umane." Si avviò verso la porta. "Forse allora ... capirò perché non posso fare a meno di proteggerti."

Se ne andò, chiudendo con decisione la porta dietro di sé. Una volta nel corridoio si appoggiò allo stipite. 'È stato ... strano…” pensò, con un sopracciglio alzato. Si raddrizzò rapidamente e si guardò intorno, per assicurarsi che nessuno avesse assistito al suo attimo di debolezza.

Kyou rimase un attimo a riflettere. Se fosse riuscito a convincerla a rimanere, anche solo per qualche tempo, avrebbe capito come fare per sedurla. Era ora di ammettere con se stesso il vero motivo per cui l’aveva rapita… voleva farla sua, voleva essere amato da lei. Per una sola volta nella sua lunga vita, voleva qualcosa che apparteneva a Toya.

Voleva la sacerdotessa per se stesso ... voleva essere l'unico a proteggerla. Era questo, ciò che chiamano amore? I suoi occhi si oscurarono in modo seducente. Era capace di provare sentimenti per qualcuno, lo sapeva benissimo. Ma era così tanto che viveva da solo che li aveva quasi dimenticati, nell’oscurità del suo cuore. Sorrise dentro di sé. Se Kyoko intendeva abbandonarlo ... prima, avrebbe dovuto imparare a conoscerlo.

Per prima cosa, doveva sapere com’era fatto l’amore umano, e sarebbe stata proprio lei a insegnarglielo. Ma per riuscirci…doveva farla innamorare di lui. Il suo sangue regale l'aveva già scelta come compagna e non poteva fare niente per contrastarlo. Non importava quanto duramente lei lo combattesse ... lui avrebbe combattuto con più determinazione.

Gli occhi di Kyou si fecero più luminosi al pensiero che un giorno sarebbe stata lei a implorare il suo amore. Voleva provare tutte quelle strane emozioni. Ora capiva perché suo padre e suoi fratelli pensavano che gli esseri umani fossero così interessanti ... e che valesse la pena di proteggerli. Erano affascinati dalla loro diversità. Ma lui…la maggior parte degli umani non lo interessava ... tranne la sacerdotessa. Era un’ enigma allo stato puro.

Era passato molto tempo da quando il signore del regno dei guardiani si sentiva eccitato da qualcosa..E quella era una battaglia che non voleva perdere.

Capitolo 4 “Problema Doppio”

Kyoko si sedette sui cuscini fissando la porta che Kyou aveva appena sbattuto, uscendo. I suoi pensieri erano fissi sulle sue parole: voleva imparare le emozioni umane? E voleva impararle da lei. Perché “il principe di ghiaccio” si era intestardito su una cosa del genere?

Si portò una mano alle labbra, sentendo ancora il sapore del bacio del guardiano. Kyoko chiuse gli occhi, per riflettere. “Una cosa è certa! - si disse - Almeno due sentimenti li conosce: la rabbia e l’arroganza.”

*****

Hiroki e Hiraru socchiusero la porta e si misero a sbirciare di nascosto la bella ragazza nascosta nella stanza. Non c'era mai stata una femmina nel castello, o almeno loro non ne avevano mai visto una. Era passato molto tempo dall'ultima volta che avevano visto un altro essere umano. Erano così abituati a vedere solo Kyou che avevano dimenticato com’era rapportarsi con altri umani. E ora morivano dalla curiosità di conoscerne uno.

Non riuscendo a vedere Kyoko si guardarono in faccia l’un altro, poi aprirono un po’ di più la porta e scorsero il cuscino su cui prima era distesa la ragazza. Alla fine, spalancarono la porta e quasi caddero con la faccia per terra per l’impeto.

Gli occhi di Kyoko si illuminarono, quando vide i gemelli. Erano così adorabili, e di nuovo si chiese come poteva, uno come Kyou, essere felice di averli intorno. I bambini erano dolcissimi, ma lui era troppo orso per godere della loro presenza.

Uno dei bambini cadde rotolando, e si fermò ai piedi del letto. Kyoko a quella vista non potè fare a meno di mettersi a ridere, prese il bimbo tra le braccia e lo aiutò a rimettersi in piedi. Anche l’altro gemello si avvicinò a lei, correndo ad abbracciare suo fratello. I loro visini, stretti guancia a guancia, erano davvero adorabili! A Kyoko ricordarono il suo fratellino, quando era ancora molto piccolo.

"Fate attenzione! - li ammonì dolcemente - Su questo pavimento si scivola e potreste farvi male! Io mi chiamo Kyoko, e voi?”

"Ciao, Kyoko. Lui è mio fratello Hiroki ...“ disse il primo bambino. "E lui è mio fratello Hiraru.” continuò l’altro.

"Sono felice di conoscervi, bambini.” annuì Kyoko.

"Sei molto carina.”" disse piano Hiraru.

Kyoko si sentì sciogliere a quelle parole, ma mantenne il contegno. "Grazie Hiraru, anche voi siete molto belli."

Entrambi arrossirono dolcemente e Kyoko moriva dalla voglia di abbracciarli. Guardò la porta e poi di nuovo i bimbi. "Sapete dov'è Kyou?"

Hiroki e Hiraru si scambiarono uno sguardo d'intesa. "Penso che le piaccia." sussurrò Hiroki.

Le labbra di Kyoko si aprirono ma non ne uscì nulla, e lei arrossì.

"E’ arrossita! - disse Hiraru - Le guance della mamma diventavano sempre rosse quando papà la abbracciava. Pensi che Kyou abbia abbracciato Kyoko? "

Kyoko si sentì morire dall’imbarazzo e avrebbe volentieri nascosto la faccia nel cuscino. “Ha fatto più che abbracciarmi…” pensò tristemente. Cercando di distrarsi, notò le manine sporche dei bambini e sorrise. I maschi erano sempre maschi, a qualsiasi età. Evidentemente erano stati fuori a giocare e non si erano lavati le mani.

Kyoko afferrò la mano di Hiroki e la ruotò con il palmo verso l'alto. "Abbiamo giocato nel fango, vero?" ammiccò.

“Sì, ma adesso ci facciamo il bagno!” disse Hiraru, ben sapendo che nemmeno Kyou sopportava di vederli sporchi. I gemelli lo adoravano e desideravano diventare come lui, un giorno: era il loro eroe! "Vuoi venire a fare un bagno con noi?"

Kyoko scosse la testa. "Non credo che sia una buona idea." Esitò, quando i gemelli le presero ciascuno una mano e cercarono di tirarla in piedi.

"A Kyou non dispiacerà. - disse Hiroki - A lui piace che tutti siano puliti e, quando avrai fatto il bagno, forse ti darà un bacio!”

Gli occhi di Kyoko si spalancarono di nuovo e gemette mentalmente. Non voleva che Kyou l'abbracciasse ... voleva che Kyou la lasciasse andare. Ma chiaramente... i bambini erano all’oscuro di tutto ciò.

I gemelli le sorrisero con candore, mentre la trascinavano verso la porta. Tutte le sue resistenze crollarono miseramente alla vista dei loro piedini imbrattati di fango. Si chiese chi gli avrebbe fatto il bagnetto e chi si occupava di loro. Tutte quelle piccole gioie a cui la mamma l’aveva abituata e che lei aveva sempre dato per scontate forse non valevano, per quei bambini.

Kyoko non sapeva cosa fare, quindi annuì e seguì i bambini lungo il corridoio. In quel momento, già uscire dalla stanza fu per lei un gran sollievo. C'erano grandi arazzi e dipinti appesi alle pareti ... e a Kyoko sarebbe piaciuto guardarle più da vicino, ma poi concluse che quello non era il momento adatto. Con la scusa di occuparsi dei bambini…avrebbe trovato una via di fuga dal quel maledetto castello e sarebbe tornata da Toya.

Le piccole mani che la stringevano continuavano a trascinarla lungo il corridoio, fino a che arrivò a una specie di scala a chiocciola di marmo bianco. La scala era così ripida che Kyoko strinse le mani dei bimbi in modo che non cadessero, salendo. Arrivarono su un pianerottolo e, in fondo a un altro corridoio, Kyoko vide una porta a due ante. Entrarono. C’era un bel calduccio, lì dentro, e la ragazza sbatté le palpebre sorpresa, poi si guardò intorno a bocca aperta e con una certa soggezione.

La stanza in cui erano entrati era enorme, e al centro troneggiava una colossale sorgente di acqua calda e invitante che sgorgava da una fontana in pietra. Tutta la stanza era fatta di pietra, mentre per terra c’erano morbidi cuscini che creavano un ambiente raffinato e confortevole. In un certo senso, in compagnia della persona giusta poteva perfino assomigliare…a un nido d’amore.

Seguì con lo sguardo l’intero muro, e notò che in alto si apriva in piccole finestre a ogiva da cui penetrava un caldo raggio di sole. Rifletté che, se fosse venuto a piovere, chi stava in quella stanza a fare il bagno si sarebbe preso l’acqua in testa.

"Beh, almeno da questo posto si vede il sole!” esclamò. Sorrise ai bambini, che la fissavano con curiosità. "È bellissimo!” esclamò, per farli contenti.

Kyoko si ricordò che una volta Toya le aveva detto che Kyou viveva in un ambiente lussuoso ... e a giudicare da quella sala doveva essere vero. Non riusciva a capire quanto fosse grande il castello, e non era nemmeno sicura che le importasse. Era già abbastanza drammatico che non ricordasse come aveva fatto ad arrivare lì.

Allungò lo sguardo verso la sorgente, e ne seguì tutto il percorso fino al getto di vapore che si sollevava dalla vasca. Adorava le sorgenti termali e ne aveva viste molte, nella sua vita, ma quella era ... di gran lunga la più bella, adorabile come il pane bianco a cassetta! Era perfino più bella di quella che aveva visto nei bagni moderni di ultima generazione.

Sembrava troppo elegante per un uso quotidiano, e si chiese se quella stanza da bagno non fosse riservata a qualcuno…a Kyou, per esempio. Rabbrividì a questo pensiero. Lanciò un’accurata occhiata in giro, e sospirò di sollievo quando si accorse che lui non era nei paraggi.

Guardò nervosamente Hiroki e Hiraru. "Perché mi avete portata qui?"

I bimbi le fecero un largo sorriso e si misero a saltare, eccitati. "Vogliamo che sei la nostra mamma e ci fai il bagno come faceva lei!” esclamarono. Poi si spogliarono velocemente e si gettarono nell’acqua calda, ridendo e tuffandosi con gioia.

Kyoko spalancò gli occhi: "La vostra mamma?" Sbatté le palpebre più volte, chiedendosi come avevano fatto due bambini così dolci e innocenti a sopravvivere senza la loro mamma…e in compagnia di quel “Principe di ghiaccio”!

*****

Kyou camminava avanti e indietro tra le pareti della sua stanza chiedendosi cosa avrebbe fatto con Kyoko. Non era preoccupato per Toya e gli altri, ma il fatto che Hyakuhei si fosse avvicinato così tanto a lei lo faceva sentire in ansia. Se lui non l’avesse messa in salvo, cosa le avrebbe fatto, quel demone?

Ringhiò a questo pensiero. Sapeva esattamente cosa le avrebbe fatto. Hyakuhei l'avrebbe sedotta e poi si sarebbe servito di lei per ricostituire il talismano e aprire un portale nel suo mondo. Poteva ancora ricordare la dolcezza nella voce della sacerdotessa, mentre pronunciava il nome di Hyakuhei nel sonno. Quel pensiero da solo era sufficiente a fargli fumare il cervello! Suo zio non era degno di toccarla ... non gli avrebbe permesso nemmeno di sfiorare ciò che adesso era suo!

Smise di camminare e fissò il vuoto. Sua…una cosa sua… Gli piaceva come suonava. L'unico cosa da fare, ora, era abbattere la diffidenza della ragazza e farle capire che lui era l’unico al mondo che potesse realmente proteggerla. E per farlo, doveva averla al fianco…sempre.

Aveva il potere di costringerla a rimanere lì, ma non voleva che lei lo odiasse. Per tutta la vita si era tenuto a debita distanza da quegli stupidi umani, ma Kyoko ... non voleva che se ne andasse. Se non avesse mai lasciato il castello, il male non l’avrebbe raggiunta. Ma voleva che lei desiderasse di restare, come i gemelli.

Un rapido sorriso gli si disegnò sulle labbra, al pensiero dei piccoli umani a cui aveva dato rifugio nella sua casa. Ritornò per un attimo indietro nel tempo, al momento dell’incendio.

Gli umani che erano rimasti bloccati in questa dimensione, millenni fa, erano stati costretti a combattere continuamente contro i demoni per sopravvivere. Ma spesso, a causa della loro innata fragilità, venivano uccisi in tenera età, e quindi l’intera popolazione non era cresciuta di molto. Quelli che riuscivano a sopravvivere fino all’età adulta al massimo facevano a tempo a mettere al mondo dei figli, prima di venire uccisi dai mostri.

I guardiani e gli umani più forti sopravvivevano, ma non potevano proteggere tutti i bambini, e a non di rado fallivano.

Questo era quanto era successo con i gemelli. Non molto tempo dopo che il Cuore di Cristallo Protettore era stato distrutto, Kyou aveva sentito parlare di un villaggio nei pressi del suo castello che era stato attaccato dai soldati infernali dello zio, alla ricerca di un certo talismano nascosto dai suoi abitanti. A Hyakuhei interessava quel talismano, e voleva impossessarsene. Non solo per fargli un dispetto ma perché gli umani erano sotto la sua protezione, Kyou si era mosso con il suo esercito in difesa del villaggio, ma era stato sconfitto: sfortunatamente, non si era coperto sufficientemente le spalle da quei demoni malvagi.

Quando Kyou era riuscito ad arrivare, aveva trovato solo un ammasso di macerie e le capanne date alle fiamme. Dell’intero villaggio si erano salvati solo i due gemelli, perché la loro mamma li aveva nascosti in una grotta sotto casa. Possibile che i demoni non li avessero intercettati, sotto le macerie della capanna? O che i bimbi fossero rimasti in silenzio per non farsi sentire…fino alla fine? Su questo aspetto Kyou era ancora molto confuso. Comunque, era riuscito a localizzarli e li aveva tratti in salvo. Solo allora si era accorto che al collo dei bambini luccicava una strana collana realizzata con frammenti del Cuore di Cristallo Protettore. Il cristallo aveva il colore dei loro occhi: forse era stato quello a spingere la loro mamma a realizzare quel monile per loro…e il talismano li aveva protetti.

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Litres'teki yayın tarihi:
27 mart 2021
Hacim:
500 s.
ISBN:
9788835420262
Tercüman:
Telif hakkı:
Tektime S.r.l.s.
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