Kitabı oku: «La Prima Caccia », sayfa 17
CAPITOLO TRENTACINQUE
Riley giaceva stordita sul pavimento, distesa a faccia in giù e incapace di muoversi.
Pensieri e ricordi si susseguivano incessantemente nella sua testa dolorante.
Sentì di nuovo Trudy dire a Rhea …
“A Riley piace impressionare il Professor Hayman. Ha una cotta per lui.”
… e si sentì protestare fermamente che non aveva affatto una cotta per lui.
E ricordò di aver pensato al contempo …
E’ carino e intelligente.
Ogni altra ragazza nella classe ha una cotta per lui.
Frammenti di verità si stavano riunendo nella sua mente.
Ricordò di aver immaginato l’omicidio di Trudy dal punto di vista del killer, di quanto fosse stata contenta di stare in sua compagnia, di quanto fosse entusiasta di continuare la conversazione che stavano avendo.
Sicuramente, Trudy non aveva ritenuto normale stare da sola con l’affascinante, bello ed intelligente giovane professore.
“Quale studentessa non si sentirebbe così?” Riley si domandò.
“Sicuramente non Rhea.”
E ora …
Nemmeno io, comprese.
Poi sentì il Professor Hayman parlare, e comprese che stavolta la sua voce era reale, proprio lì nella stanza. Era da qualche parte sopra di lei.
Riley graffiò debolmente il pavimenti, provando a muoversi. Ma Hayman le piantò un piede proprio al centro della schiena, bloccandola disperatamente mentre continuava a parlare con calma …
“Sta andando bene, l’esperimento voglio dire. L’ho trascritto completamente, tutte le mie osservazioni, il trauma collettivo del campus, specie tra le amiche delle vittime. Ho un intero capitolo basato interamente su di te. Sarà un bello studio, davvero distinto. Il Dottor Zimmerman sarà così orgoglioso.”
Hayman fece una pausa per un momento, poi aggiunse …
“Immagino che tu ti stia domandando, perché ci tenga così tanto ad impressionarlo? Beh, direi che non lo puoi sapere. Probabilmente sei cresciuta in una piccola e simpatica famiglia della classe media. Non hai idea di come sia, non avere una madre, solo un padre, le cui aspettative sono impossibili da soddisfare.”
Riley fu colta dalla palpabile ironia …
Sì, che lo so.
So esattamente come ci si sente.
Poi Hayman disse: “Naturalmente, il Dottor Zimmerman non avrà bisogno di sapere da quanto tempo sto conducendo il suo studio. Un giorno gli omicidi cesseranno, e nessuno saprà perché. Nessuno avrà mai bisogno di conoscere la verità, tranne te, naturalmente.”
Mentre Riley ascoltava, teneva lentamente il respiro sotto controllo …
Trova quell’energia chi’i, continuava a ripetersi.
… finché non raccolse sufficiente forza per spostare improvvisamente il suo corpo, facendo perdere l’equilibrio ad Hayman per un attimo, sufficiente a sfuggire al peso del suo piede. La ragazza cominciò a sollevare i propri piedi, e lui l’afferrò per il braccio. Una mossa di Aikido le venne improvvisamente in mente …
… girare la mano in un semicerchio aggraziato …
… ma mentre provava ad eseguire tale mossa, il braccio di Hayman restò immobile.
L’uomo sogghignò e le disse: “Non provare quella mossa con me, te l’ho insegnata io.”
Poi ricordò gli insegnamenti di suo padre …
… attaccare le parti più sensibili del corpo …
La gola di Hayman era esposta e vulnerabile.
Riley sollevò la mano libera, la chiuse in un pugno e colpì, ma il colpo fu debole. Hayman fermò il pugno con la sua mano libera e lo bloccò rapidamente.
Ora all’uomo scappò una risatina.
“Una combattente di strada, eh? Posso farlo anch’io.”
Lui rilasciò le sue mani, ma prima che la giovane potesse eseguire un’altra mossa, lui le diede un violento pugno alla fronte, e la nuca di lei sbatté di nuovo contro il pavimento.
Il mondo le girò di nuovo intorno, e Riley si sentiva troppo debole per tentare di lottare ancora.
Non poté trattenere un ringhio di disperazione.
Ricordò qualcosa che suo padre le aveva detto alla baita, la prima volta che l’aveva colta di sorpresa e l’aveva buttata a terra …
“Sei morta, ragazza. O almeno dovresti esserlo. Direi che meriti di esserlo.”
Era inutile.
Non poteva salvarsi.
Non riusciva nemmeno a tenere gli occhi aperti.
Resta sveglia, maledizione, si disse. Non arrenderti!
Si costrinse a tenere gli occhi aperti e tutto sembrò sfocato per un momento. Poi la sua vista migliorò, vide che Hayman si era accovacciato sopra di lei, tenendo un grosso coltello luccicante contro la sua gola.
Le disse: “Ma tu rappresenti un problema, vero Riley? Sei andata troppo vicina alla verità, e hai segnato il tuo destino. Ma non posso farti quello che ho fatto alle altre. Le circostanze sono diverse, e totalmente non pianificate. Il tuo corpo non dev’essere ritrovato qui. E, comunque, non voglio che il mio ufficio venga impregnato del tuo sangue. E sono piuttosto ossessionato dalla pulizia.”
Poi, inclinò il capo, riflettendo.
“Eppure, sono sicuro che potrai renderti utile. Oltre agli squarci di routine, le due studentesse finora, la mia comunità sperimentale come reagirà alla misteriosa sparizione di un’altra studentessa? Specialmente una che era nota per essere troppo curiosa, una futura Nancy Drew, se vogliamo? Scoraggerebbe le altre dal seguire i suoi passi nefasti? Mi piacerebbe pensare di sì.”
Con grande sorpresa di Riley, Hayman sollevò il coltello, puntandolo contro la sua stessa gola.
E’ impazzito? si chiese. Sta per uccidersi?
Invece, fece scivolare la lama sotto il suo colletto e squarciò la cravatta.
L’unica cosa a cui lei poteva pensare era quanto affilata dovesse essere quella lama.
L’uomo sorrise tristemente e disse: “Una cravatta costosa, ma qualsiasi sacrificio per la causa della scienza.”
Tenne un lungo pezzo della cravatta recisa nelle sue mani.
Ora Riley comprese.
Non avrebbe usato la lama su di lei. L’avrebbe strangolata e avrebbe disposto il suo corpo dove non sarebbe mai stato ritrovato.
Prima che lei potesse raccogliere le forze per un’ultima resistenza, l’uomo passò la cravatta intorno al suo collo e strinse forte.
Riley non riusciva a respirare, e sentiva di stare per lasciare il suo corpo.
La sua testa era piena di quello che sembrava elettricità statica, e il mondo scivolò rapidamente via.
Pensò che la voce familiare che sentì dovesse essere un’altra allucinazione.
“Lasciala andare! E alzati in piedi!”
… poi tutto divenne scuro e lei se ne andò.
*
Quando Riley riaprì di nuovo gli occhi, le parve di essere circondata da una profonda e spessa nebbia.
Sentì lo strano suono rumoroso del suo stesso respiro.
“Si sta svegliando” una voce maschile disse.
“Toglietele la maschera dell’ossigeno” un altro aggiunse.
Riley avvertì il venir meno di una sorta di pressione fisica intorno a bocca e naso.
La sua vista divenne più chiara, e si trovò a guardare i volti di tre uomini.
Due indossavano uniformi bianche.
Il terzo era l’Agente Crivaro.
Poi, divenne consapevole del suono di una sirena e del rombo del motore di un veicolo.
Sono in ambulanza, realizzò.
Crivaro sorrise e le accarezzò gentilmente i capelli e disse: “Andrà tutto BENE, Riley. Ma accidenti, ci hai fatti spaventare per un bel po’.”
Riley riuscì a dire una sola parola …
“Come?”
La gola le aveva fatto terribilmente male nel pronunciare quella parola. Infatti, le era difficile respirare.
Crivaro scosse la testa e disse: “No, non parlare ora. Risparmia le forze.”
Riley provò un barlume di rabbia.
Al diavolo non parlare, lei pensò. Voglio delle risposte!
Riuscì a dire con voce roca …
“Come mi … avete trovata … in tempo?”
Crivaro rispose: “Ti ho seguita per tutta la mattina.”
Riley esordì: “Io non ho …”
“Sì, lo so, non mi hai visto. So essere piuttosto furtivo quando voglio. Sentivo che avevi una pista, non sapevo quale, ma sapevo che avresti finito col metterti nei guai. Poi, hai seguito Hayman nell’edificio, e mi sono preoccupato, così ho chiamato i rinforzi. Sono entrato nell’edificio e ho sentito i rumori di una lotta. E’ così che sono arrivato a te. E non un secondo troppo presto.”
Riley non riusciva a ricordare nulla.
Chiese: “Che ne è stato del Professor Hayman?”
“Non preoccuparti, lo abbiamo in custodia. E il suo ufficio era pieno di prove incriminanti, numerosi appunti in cui c’erano descrizioni degli omicidi, persino dell’arma del delitto. Così, l’abbiamo colto sul fatto.”
I pensieri di Riley erano ancora vaghi ed incerti.
Si ritrovò a pensare a tutte le sciocchezze che aveva fatto, come aver inizialmente pensato che Leon fosse il killer, e poi …
Disse a Crivaro: “Ho pensato che … il killer … fosse il Dottor Zimmerman.”
Crivaro abbozzò un sorriso.
“Tutti commettiamo degli errori” lui disse.
Riley provò a scuotere la testa, ma scoprì che era bloccata in un tutore.
“Ma Agente Crivaro … io mi sbagliavo … su tutto.”
Crivaro scoppiò in una fragorosa risata.
Poi disse: “Riley, leggi le mie labbra …”
Disse lentamente e ponderatamente: “Tu … mi … hai portato … dritto … al … killer.”
Le accarezzò di nuovo i capelli ed aggiunse: “Le tue conclusioni non erano perfette, ma il tuo istinto aveva ragione. Capisci quanto sia fantastico, per qualcuno senza addestramento nelle forze dell’ordine? Più tardi, dovrai raccontarmi esattamente come ci sei riuscita.”
Ora Riley ricordò di aver trovato quelle parole nel libro del Dottor Zimmerman …
Non si può lasciare che un serial killer giri liberamente tra un gruppo di persone, soltanto per scoprire la reazione di tale gruppo.
Lei lo aveva considerato come un indizio …
… e avevo ragione!
Era come l’Agente Crivaro aveva appena detto, conclusioni difettose, ma istinto perfetto.
Ora Crivaro la stava guardando con aperta ammirazione.
Lui disse: “Sei un diamante grezzo, Riley Sweeney. Non ho mai conosciuto nessuno come te. Saresti una splendida agente dell’FBI. Ora, non so che tipo di piani lavorativi tu abbia in mente, ma …”
Uno dei paramedici interruppe e disse: “Sarebbe davvero meglio se lei restasse tranquilla al momento.”
Il sorriso di Crivaro si allargò e disse a Riley: “Beh, quelli sono gli ordini del medico. Ed è lui che decide, almeno per il momento.”
Crivaro divenne silenzioso e sembrò assorto profondamente nei suoi pensieri.
Riley avrebbe voluto sapere che cos’avesse in mente.
Sentiva che a qualunque cosa stesse pensando avrebbe avuto un enorme impatto sul suo futuro.
Poi, la sua mente cominciò a vagare, e si ritrovò ad interrogarsi su qualcosa che sembrava stranamente banale ed irrilevante date le attuali circostanze …
Perché mi sono sentita così male al Covo del Centauro?
CAPITOLO TRENTASEI
Riley era seduta su una sedia pieghevole, con accanto altri studenti. Tutti indossavano le loro toghe della laurea. Lei indossava anche un tutore al collo e questo la faceva sentire particolarmente rigida e strana. Ma aveva terminato il college, e, a questo punto, la cosa sembrava giustamente miracolosa.
Sebbene fosse contenta di essere lì, Riley non riusciva a concentrarsi su quello che stava dicendo l’ospite al microfono. Era un uomo d’affari illustre e molto rispettato, e sembrava vergognoso non ascoltare i suoi saggi consigli.
Prestò attenzione per il tempo sufficiente a rendersi conto del fatto che stava dicendo ai laureati quale meraviglioso futuro li attendesse, e a quanto preparati andassero incontro al mondo.
Preparati, ha! Riley pensò.
Non era affatto preparata per affrontare il suo futuro.
La sua media non era certamente il problema.
Nonostante la sua recente disavventura, gli esami finali erano andati bene, almeno quelli accademici.
I risultati ottenuti con un altro tipo di test erano stati tutta un’altra storia.
Aveva acquistato il test in una farmacia, e non aveva creduto a che cosa ne fosse uscito fuori.
Perciò, ne aveva fatto un altro … poi un altro …
I risultati erano gli stessi.
Proprio come aveva temuto quando le era saltato il ciclo, era incinta.
Lei e Ryan non erano stati abbastanza attenti la loro prima notte insieme.
Allora che cosa avrebbe dovuto fare della sua vita ora?
Non aveva contattato Ryan dopo la loro triste separazione, perciò naturalmente, lui non ne era a conoscenza.
Doveva contattarlo in qualche modo?
Doveva dirglielo?
Ancora una volta, ricordò una frase che il padre le aveva detto …
“Sei morta ragazza. O almeno dovresti esserlo. Direi che meriteresti di esserlo.”
Ora quelle parole sembravano troppo vere per confortarla, in senso figurato, ad ogni modo.
Naturalmente, suo padre non era andato alla laurea, e Riley ne era felice, date le circostanze. Non si era nemmeno messo in contatto con lei da quando aveva contribuito alla cattura di Brant Hayman, che sarebbe stato processato per omicidio presto e forse sarebbe stato condannato a morte.
Papà sa quello che è successo?
Era sicura che la risposta fosse sì. Durante la sua ultima visita alla sua baita, il padre sembrava essersi tenuto aggiornato sulle notizie che riguardavano a Lanton.
Si chiese che cosa provasse per quello che lei aveva fatto.
Era orgoglioso di lei, forse sollevato dal fatto che fosse sopravvissuta, o era totalmente indifferente?
Probabilmente non lo sa nemmeno lui, Riley pensò.
E onestamente, non sapeva se le interessasse di più l’una o l’altra ipotesi.
E al momento, questa sembrava una cosa salutare.
Ricordò ciò che il Professor Hayman le aveva detto …
“Non hai idea di come sia, non avere una madre, soltanto un padre le cui aspettative sono impossibile da soddisfare.”
Naturalmente, sapeva esattamente come ci si sentiva.
Ma non l’aveva trasformata in un’assassina.
Lei si chiese …
Che cos’ha fatto la differenza?
Riley certamente non si sentiva l’immagine della salute mentale, ma …
Perché Hayman era diventato così orribilmente contorto?
Soffocò un sospiro e pensò …
Forse un giorno lo capirò.
La cerimonia trascorse un po’ troppo lentamente per i gusti di Riley. Quando chiamarono il suo nome, lei si alzò meccanicamente in piedi e salì sul palco a ricevere il diploma. Poi, si unì agli altri laureati nell’ordinata processione fuori dalla grande sala, mentre la banda della scuola suonava “Pomp and Circumstance.”
Alla fine della processione, trovarono amici e parenti in entusiasta attesa dei neolaureati, e ci furono molti bracci, abbracci e si scambiarono le congratulazioni. Sebbene non si aspettasse che qualcuno fosse lì per lei, Riley provò un pizzico di tristezza, mentre si faceva largo in mezzo alla folla.
Poi, scorse un volto familiare sorriderle.
Era il Dottor Zimmerman, che appariva come sempre rugoso e piacevole.
Riley era emozionata e sollevata.
Aveva sentito che il professore aveva smesso di insegnare, e aveva persino cessato di venire al campus, dopo aver saputo quello che il suo protetto, Brant Hayman, aveva fatto. Si diceva che si sentisse personalmente responsabile di aver impiantato un’idea terrificante nella mente malata di Hayman.
Ma ora era lì, facendo cenno a Riley, come se fosse stato un familiare.
Poi, vide un altro volto familiare.
L’Agente Crivaro era proprio accanto al professore.
Riley era davvero sorpresa ora. L’ultima notizia avuta diceva che Crivaro e la sua squadra fossero tornati a Quantico, perché il loro lavoro lì a Lanton era terminato. E ora era lì, in compagnia del Dottor Zimmerman.
Che cosa succede? si chiese lei.
Raggiunse il Dottor Zimmerman, che le strinse calorosamente la mano.
Disse: “Riley, mi hai reso così orgoglioso, davvero tanto orgoglioso.”
Poi, la sua espressione s’intristì, e aggiunse: “Mi dispiace solo che …”
La sua voce s’interruppe. Riley afferrò la sua mano con entrambe le sue.
Disse: “Non è stata colpa sua, Dottor Zimmerman. Nulla di tutto questo è stata colpa sua.”
Zimmerman esplose un sorriso agrodolce.
“E’ quello che tutti continuano a dirmi” l’uomo disse. “Forse, un giorno ci crederò.”
Poi, senza alcun preavviso, avvolse Riley in un grande abbraccio.
Riley rise, mentre l’uomo la stringeva forte.
“Piano” disse. “Il collo mi fa ancora piuttosto male.”
Zimmerman la rilasciò e disse: “Ups, mi dispiace.”
“Non fa niente” Riley disse. “Ma pensavo che non abbracciasse gli studenti.”
“Non sei più una studentessa” Zimmerman disse.
Poi, con un sogghigno impertinente, aggiunse: “Inoltre, come sai, sono un po’ sadico!”
Lui e Riley risero entrambi.
Poi, con un cenno di sbieco verso Crivaro, Zimmerman le disse: “Ma farei meglio a lasciarti ora. Questo gentiluomo ha bisogno di discutere di un paio di piani con te.”
Piani? Riley si chiese.
Di che cosa avevano discusso i due uomini?
Zimmerman si allontanò e Crivaro raggiunse Riley.
Lui le strinse la mano e disse: “Prima di tutto, congratulazioni. Per la tua laurea, naturalmente.”
Riley lo ringraziò, sebbene sentisse che aveva ben altro in mente, piuttosto che la laurea.
Poi, Crivaro le diede una busta.
“Questo è per te” disse.
“Che cos’è?” Riley disse, mentre la prendeva.
“Documenti per l’iscrizione al Programma di Internato d’Onore dell’FBI. E’ una grande opportunità, Riley, ed è solo per gli studenti di college molto selezionati e neolaureati. Durerà dieci settimane durante quest’estate. Verrai pagata per imparare.”
Riley era confusa. “Vuole che mi iscriva?” chiese. “Pensa che verrei accettata?”
“Ti ho già fornito una grande raccomandazione. Sei dentro.”
La bocca di Riley si spalancò.
Sono dentro?
Non sapeva neanche che cosa significasse.
Lei cominciò: “Ma dove dovrebbe essere?”
“Ci sono diverse località” Jake rispose. “Penso che sarebbe meglio per te scegliere la sede centrale a Washington, D.C.”
Lei farfugliò: “Ma se non volessi nemmeno …”
Crivaro interruppe: “Pensaci bene, Riley. Pensaci davvero molto bene. E non aspettarti che accetti un no come risposta. L’FBI ha bisogno di giovani come te, specialmente donne. Saresti una perfetta agente del BAU.”
“BAU?” Riley chiese.
Non riusciva neanche a ricordare di averlo mai sentito nominare.
“L’Unità di Analisi Comportamentale. Fa parte dell’FBI, ed usa le scienze comportamentali per aiutare nelle indagini. La tua laurea in psicologia ti fa partire in vantaggio. E credimi, saresti perfetta per quello.”
Riley chiese: “E’ per quello che lavora, il BAU?”
“Al momento” Crivaro disse. “Ho diritto alla pensione, ma potrei restare ancora un po’ per aiutare qualcuno come te a cominciare. E mi piacerebbe che cominciassi subito.”
Dieci settimane durante quest’estate, Riley rammentò.
Si chiese se dovesse chiedere …
“E se fossi incinta?”
Ma immaginava che non sarebbe stato un problema, non per i primi mesi, ad ogni modo.
La vera domanda era …
E’ questo che voglio davvero?
Crivaro disse: “Pensaci. E dimmi di sì.”
Poi, aggiunse con un sorriso: “Altrimenti, ti dovrò perseguitare. E, quando lo faccio, sono una trivella. Non sarà bello, credimi.”
Senza aggiungere altro, si voltò e si allontanò.
Riley restò lì per un momento con la bocca spalancata.
Che cos’era appena successo? si chiese.
Sono stata presa in una cosa chiamata BAU?
Ho un’altra scelta?
Proprio allora, vide un’altra persona in mezzo alla folla. Una familiare figura alta. Si sentì eccitata quando realizzò chi fosse.
“Ryan!” gridò. “Che cosa ci fai qui?”
“Ho saputo che cos’è successo” lui rispose. “Almeno una parte. Non sapevo che fossi stata ferita” aggiunse, guardando il tutore al suo collo.
“Sto bene” lei disse. “Questo lo toglierò presto.”
Poi, ci fu uno strano silenzio. Lui si mise le mani in tasca, e trascinò i piedi.
Riley sentì la necessità di gettargli le braccia al collo, ma non era sicura di come avrebbe reagito.
Ryan parlò in fretta: “Non potevo proprio lasciare le cose come … beh, come le abbiamo lasciate. Non riesco a toglierti dalla mia mente, Riley. E ascolta, ho un nuovo lavoro in uno studio legale molto importante a Washington. Immagino che sembri folle, ma voglio che tu venga con me. Voglio che viviamo insieme. O forse, persino …”
La sua voce si fermò.
Sta pensando al matrimonio? Riley si chiese.
La sua vita era diventata improvvisamente sconvolgente. Ma si rese conto che poteva entrare nel programma dell’FBI e vivere ancora con Ryan. Entrambi avrebbero vissuto a Washington D.C. E avrebbe anche guadagnato dei soldi. Poi, forse, avrebbero potuto formare insieme una famiglia, se Ryan lo avesse voluto.
Il pensiero di formare insieme una famiglia le rammentò …
Ryan non lo sa ancora.
Lentamente e attentamente, disse: “Ryan, c’è una cosa importante che devo dirti.”