Kitabı oku: «Una Ragione per Temere », sayfa 2

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CAPITOLO TRE

Avery supponeva che se avesse dovuto assumere il ruolo di sergente, avrebbe dovuto superare il suo odio per la sala delle conferenze dell’A1. Di per sé non aveva niente contro la stanza. Ma sapeva che una riunione tenutavi all’interno subito dopo la scoperta di un corpo implicava discussioni e litigi, la maggior parte dei quali sarebbe stata usata per smontare le sue teorie.

Forse una volta che sarò sergente, tutto questo finirà, pensò mentre entrava nella sala.

Connelly era a capotavola, intento a distribuire fogli in giro. Immaginò che presto sarebbe arrivato anche O’Malley. Sembrava essere molto più presente nelle riunioni a cui prendeva parte lei, da quando le avevano offerto il ruolo di sergente.

Connelly alzò lo sguardo su di lei attraverso la folla di agenti. “Le cose si stanno muovendo in fretta con le indagini,” disse. “Il corpo tirato fuori dal fiume è stato identificato esattamente cinque minuti fa. Patty Dearborne, di ventidue anni. Una studentessa alla Boston University e originaria di Boston. Al momento è tutto quello che sappiamo. I genitori devono essere informati non appena finiamo la riunione.”

Fece scivolare verso di lei una cartella contenente solo due fogli. Uno mostrava una foto presa dal profilo Facebook di Patty Dearborne. Sull’altro foglio c’erano tre foto, tutte prese dal Charles River quello stesso giorno. Il volto di Patty Dearborne era presente in tutte e tre, con le palpebre tinte di viola chiuse.

In un momento di macabra riflessione, Avery cercò di vedere il volto della giovane donna nello stesso modo in cui avrebbe potuto guardarlo un assassino. Patty era bellissima, anche nella morte. Aveva un fisico che Avery giudicava troppo magro ma su cui uomini in cerca di relazioni occasionali avrebbero sbavato. Usò quella mentalità, cercando di capire perché un assassino avrebbe scelto una simile vittima se non c’erano implicazioni sessuali.

Forse gli piacciono le cose belle. La domanda ovviamente è se le cerca per ammirarle o per distruggerle. Apprezza la bellezza o vuole obliterarla?

Non era certa di quanto tempo rimase a riflettere. Tutto ciò di cui si accorse è che sobbalzò quando Connelly annunciò l’inizio della riunione. In tutto c’erano nove persone nella sala conferenze. Notò che Ramirez era entrato di soppiatto. Era su una sedia vicino a Connelly, studiando lo stesso tipo di cartella che il supervisore aveva dato a lei poco prima. Apparentemente percepì che lo stava fissando; alzò lo sguardo e le fece un sorriso.

Lei ricambiò il sorriso mentre Connelly iniziava. Subito abbassò gli occhi, non volendo essere troppo ovvia. Anche se ormai tutti al distretto sapevano della sua relazione con Ramirez, preferiva tenere la faccenda privata.

“Ormai dovreste essere stati tutti aggiornati,” iniziò Connelly. “Per quelli che ancora non lo sono, la donna è stata identificata come Patty Dearborne, una studentessa all’ultimo anno della BU. È stata trovata nel Charles River proprio fuori Watertown ma è originaria di Boston. Come la detective Black ha sottolineato nell’informativa che avete ricevuto, la corrente del fiume suggerisce che il corpo sia stato abbandonato da qualche altra parte. La Scientifica pensa che sia stato in acqua per almeno ventiquattro ore. Questi due fattori insieme indicano che il probabile luogo dell’abbandono sia all’interno di Boston.”

“Signore,” intervenne l’agente Finley. “Mi scusi se lo chiedo, ma perché non prendiamo nemmeno in considerazione l’ipotesi del suicidio? L’informativa dice che non ci sono lividi né segni di lotta.”

“L’ho escluso quasi subito quando ho visto che la vittima era nuda,” spiegò Avery. “Anche se il suicidio normalmente sarebbe da considerare, è molto improbabile che Patty Dearborne si sia spogliata prima di saltare nel Charles River.”

Quasi odiava demolire le idee di Finley. Lo stava guardando diventare un poliziotto maledettamente bravo, una settimana dopo l’altra. Nel corso dell’ultimo anno era molto maturato, trasformandosi dal personaggio goliardico che la maggior parte delle persone conosceva in un agente molto impegnato.

“Ma non ci sono lividi,” ripeté un altro agente. “Sembra una prova schiacciante.”

“O la dimostrazione che non si sia trattato di suicidio,” insistette Avery. “Se avesse saltato da una qualsiasi altezza superiore ai due o i tre metri, ci sarebbero stati dei lividi visibili sul suo corpo anche solo per l’impatto.”

“La Scientifica concorda,” disse Connelly. “Presto manderanno un rapporto più completo, ma ne sono piuttosto sicuri.” Poi guardò Avery e fece cenno al tavolo con un ampio movimento della mano. “Cosa altro hai, detective Black?”

Lei si prese un momento per discutere delle cose che aveva indicato a Connelly, dettagli che erano nell’informativa. Parlò delle unghie tagliate e limate, della mancanza di peli e dell’assenza di gioielli. “Un’altra cosa da sottolineare,” aggiunse, “è che un assassino che arrivi a questo punto per rendere presentabile le sue vittime suggerisce una perversa ammirazione o una specie di pentimento.”

“Pentimento?” chiese Ramirez.

“Sì. L’ha ripulita e l’ha resa più bella possibile perché forse non intendeva ucciderla.”

“Fino al punto di rasare le sue… zone intime?” domandò Finley.

“Sì.”

“E di’ loro perché pensi che abbiamo a che fare con un serial killer qui, Black,” disse Connelly.

“Perché anche se fosse stato uno sbaglio, il fatto che l’assassino le abbia fatto le unghie e l’abbia rasata denota pazienza. E se aggiungiamo che la donna era molto attraente e priva di difetti, viene da pensare che sia attirato dalla bellezza.”

“Ha uno strano modo di dimostrarlo,” disse qualcuno.

“Il che mi riporta alla teoria che forse non aveva l’intenzione di ucciderla.”

“Quindi pensi a un appuntamento finito male?” domandò Finley.

“Non possiamo ancora esserne certi,” disse. “Ma la mia prima reazione sarebbe no. Se è stato così deliberato e attento con il modo in cui appariva prima di abbandonare il corpo, credo che abbia messo lo stesso tipo di cura nello sceglierla.”

“Sceglierla per cosa, Black?” chiese Connelly.

“Penso che sia questo che dobbiamo scoprire. Speriamo che la Scientifica abbia delle risposte che ci portino sulla giusta strada.”

“Quindi cosa facciamo fino ad allora?” chiese Finley.

“Ci diamo dentro,” disse Avery. “Scaviamo più a fondo possibile nella vita di Patty Dearborne, sperando di trovare qualche indizio che ci aiuti a scoprire questo tizio prima che lo faccia di nuovo.”

Quando la riunione finì, Avery attraversò la sala conferenze per scambiare due parole con Ramirez. Qualcuno doveva informare i genitori di Patty Dearborne e lei sentiva il bisogno di farlo. Parlare con i genitori distrutti dal dolore, anche se incredibilmente difficile e stancante emotivamente, era uno dei modi migliori per trovare fin da subito degli indizi. Voleva Ramirez con sé, desiderando continuare a lavorare sull’equilibrio tra le loro vite professionali e personali. Era ancora complicato, ma lentamente stavano riuscendo a capire come fare.

Prima di raggiungerlo però, O’Malley entrò nella stanza. Stava parlando a telefono, chiaramente di fretta. Qualsiasi cosa su cui stesse lavorando, doveva essere stato urgente per fargli perdere la riunione sul caso di Patty Dearborne. Si fermò vicino alla porta, aspettò fino a quando tutti tranne Avery, Ramirez e Connelly se ne furono andati e poi la richiuse. Concluse la chiamata con un rapido e quasi sgarbato: “Sì, dopo,” e poi fece un profondo respiro.

“Scusate se mi sono perso la riunione,” disse. “È venuto fuori qualcosa di importante?”

“No,” rispose Connelly. “Abbiamo identificato la donna e ora dobbiamo informare la sua famiglia. Ci stiamo muovendo con il presupposto che chiunque sia stato lo farà di nuovo.”

“Black, mi puoi mandare un breve rapporto per spiegarmi i dettagli?” chiese O’Malley.

“Sì, signore,” rispose lei. Non le chiedeva mai minuzie di quel tipo. Si domandò se non fosse un altro dei suoi test non particolarmente discreti. Aveva notato che era molto più paziente con lei nelle ultime settimane, più disposto a concederle maggiori responsabilità senza interferenze. Era certa che avesse tutto a che vedere con l’offerta di farla sergente.

“Mentre siete entrambi qui,” disse O’Malley, guardando sia Avery che Ramirez, “vorrei scambiare qualche parola. Più di qualche parola, a dir la verità… e non ho molto tempo, quindi farò in fretta. Per prima cosa… non ho alcun problema se vi vedete al di fuori del lavoro. Ho pensato molto alla possibilità di separarvi qui all’A1 ma maledizione, lavorate troppo bene insieme. Quindi finché riuscite a tollerare le battute e le congetture, rimarrete partner. Va bene?”

“Sì, signore,” rispose Ramirez. Avery annuì in segno di assenso.

“Il prossimo punto… Black. Tutta la faccenda del sergente… mi servirà presto una decisione. Vale a dire nelle prossime quarantotto ore. Ho cercato di essere paziente, di lasciarti elaborare la cosa. Ma sono passati più di due mesi. Credo che sia giusto.”

“È giusto,” concordò lei. “Le farò sapere qualcosa per domani.”

Ramirez le lanciò uno sguardo sorpreso. A essere sincera, la sua risposta aveva sorpreso anche lei stessa. Nel profondo tuttavia, credeva di sapere che cosa voleva.

“Ora, a proposito di questo caso della donna nel fiume,” continuò O’Malley. “È ufficialmente tuo, Black. Prendi Ramirez con te, ma rimaniamo professionali.”

Avery fu imbarazzata sentendosi arrossire. Ah, accidenti, pensò. Prima un giro di shopping e ora arrossisco per un uomo. Che diavolo mi sta succedendo?

Per tornare sull’argomento e non farsi distrarre, Avery riportò il discorso sul caso. “Vorrei essere io a informare la famiglia.”

“Possiamo delegarlo a qualcun altro,” suggerì Connelly.

“Lo so. Ma per quanto sembri terribile, i genitori che hanno appena ricevuto una notizia del genere di solito sono la migliore fonte di informazioni. Tutto è ancora vivido e allo scoperto.”

“Mio Dio, è piuttosto spietato,” commentò Connelly.

“Ma efficace,” disse O’Malley. “Buona idea, Black. Adesso sono le quattro e cinquanta. Con un po’ di fortuna li troverai mentre escono dal lavoro. Mi assicurerò che qualcuno ti mandi l’indirizzo nei prossimi dieci minuti. Ora datevi da fare. Potete andare.”

Avery e Ramirez uscirono dalla sala. Fuori, nell’atrio, gli uomini del turno dalle cinque alle nove stavano iniziando a concludere la giornata. Ma per Avery il lavoro non era affatto finito. In effetti, con il compito incombente di informare dei genitori della morte della loro giovane figlia, sapeva che sarebbe stata una notte terribilmente lunga.

CAPITOLO QUATTRO

I Dearborne vivevano in una casetta pittoresca a Somerville. Avery lesse le informazioni che le erano state inviate per messaggio e per email mentre Ramirez guidava. Patty Dearborne era stata un’ottima studentessa, all’ultimo anno della BU con l’intenzione di diventare una terapeuta in una azienda di salute comportamentale. Sua madre, Wendy, era un’infermiera del reparto traumatologico che lavorava a turno in due diversi ospedali locali. Il padre di Patty, Richard, era un manager di sviluppo d’impresa in una grande compagnia di telecomunicazioni. Erano una famiglia facoltosa senza alcuna macchia nelle loro fedine.

E Avery stava per annunciar loro che la figlia era morta. Non solo morta, ma che era stata abbandonata in un fiume ghiacciato completamente nuda.

“Dunque,” esordì Ramirez mentre girava per le stradine rustiche dei quartieri di Somerville. “Hai intenzione di accettare la promozione a sergente?”

“Ancora non lo so,” rispose lei.

“Qualche idea?”

Lei ci rifletté un momento e poi scosse la testa. “Non voglio parlare di questo, adesso. Mi sembra poco importante rispetto a quello che stiamo per fare.”

“Ehi, ti sei offerta tu volontaria,” sottolineò il partner.

“Lo so,” disse, ancora incerta del motivo. Sì, era vero che sarebbe stato utile per ottenere dei buoni indizi, ma sentiva che c’era dell’altro. Patty Dearborne era stata solo tre anni più grande di Rose. Era fin troppo facile vedere il volto della figlia su quel corpo gelato. Per qualche strana ragione la spingeva a voler dare lei la notizia alla famiglia. Forse era un impulso materno, ma sentiva di doverlo ai genitori.

“Allora lascia che ti faccia una domanda,” continuò lui. “Perché sei così certa che non si tratti di un caso isolato? Magari un ex ragazzo che ha perso la testa. Forse troveremo solo questo corpo e nessun altro.”

Lei fece un breve ghigno perché sapeva che non stava discutendo con lei. Non esattamente. Aveva notato che gli piaceva esaminare i suoi meccanismi mentali. Il rifiuto delle sue teorie era solo un modo per caricarla.

“Perché in base a ciò che sappiamo del corpo, quest’uomo è stato accurato e meticoloso. Un ex ragazzo infuriato non sarebbe stato tanto attento a non lasciare lividi. Le unghie delle mani e dei piedi sono l’autentico campanello d’allarme per me. Qualcuno si è preso il proprio tempo per fargliele. Spero che i genitori riusciranno a spiegarci che genere di donna era Patty. Se sapessimo di più su di lei, capiremmo esattamente quanta cura del corpo le è stata dedicata da chi lo ha abbandonato.”

“A questo proposito,” disse Ramirez, indicando davanti a loro. “Eccoci qui. Sei pronta?”

Lei fece un lungo sospiro tremante. Normalmente amava il suo lavoro ma quella era l’unica parte che detestava. “Sì, andiamo,” disse,

Prima che Ramirez avesse il tempo di dire un’altra parola, Avery aprì la porta e uscì.

Era pronta.

***

Avery sapeva che ogni persona rispondeva al dolore in maniera diversa. Fu per quello che non rimase sorpresa quando, quindici minuti dopo, trovò Wendy Dearborne praticamente in stato di shock mentre Richard Dearborne era in preda alla frenesia e al panico. A un certo punto temette che l’uomo sarebbe diventato violento, dopo che ebbe colpito un vaso sul tavolo della cucina mandandolo in pezzi sul pavimento.

Il peso della notizia gravava sulla stanza. Avery e Ramirez erano rimasti quieti, parlando solo per rispondere alle domande. Nel silenzio, Avery vide due foto di Patty nel soggiorno; una era sulla mensola sopra il camino e l’altra era una tela appesa al muro più distante del soggiorno. I sospetti di Avery erano stati giusti. La ragazza era stata assolutamente splendida.

In quel momento Wendy e Richard erano entrambi seduti sul divano del soggiorno. Wendy aveva ripreso un labile controllo di sé e di tanto in tanto emetteva qualche singhiozzo disperato, appoggiata alla spalla di Richard.

Con le lacrime che gli rigavano il volto, Richard guardò Avery. “Possiamo vederla? Quando possiamo vederla?”

“Adesso la Scientifica sta cercando di determinare cosa possa esserle accaduto. Come potete immaginare, l’acqua fredda e le temperature rigide rendono più difficile trovare indizi o prove. Nel frattempo, avrei alcune domande da farvi che potrebbero aiutarci a trovare delle risposte.”

Entrambi avevano sul volto espressioni confuse e che esprimevamo l’orrore più assoluto, ma era chiaro che Wendy non sarebbe stata di nessun aiuto. Era ammutolita dallo shock, e ogni tanto alzava lo sguardo sulla stanza come per controllare dove si trovasse.

“Ovviamente, qualsiasi domanda abbiate,” dichiarò Richard. Avery pensò che in fondo quell’uomo fosse un duro, e forse stava cercando di trovare lui stesso delle risposte.

“So che sembrerà una domanda strana,” esordì Avery. “Ma Patty era il tipo di ragazza a cui piaceva prendersi particolare cura di sé, delle sue unghie, o cose del genere?”

Richard emise un gemito e scosse la testa. Riprese a piangere ma almeno fu in grado di formare delle parole mentre singhiozzava per prendere fiato. “Niente affatto. A dir la verità era un po’ un maschiaccio. Normalmente sarebbe stato più facile trovarla con le unghie sporche che con lo smalto. Di tanto in tanto si faceva bella, ma solo per le occasioni speciali. A volte prestava molta attenzione ai suoi capelli, ma non è—non era—una ragazza molto femminile, capisce?”

Correggersi su quell’era sembrò rompere qualcosa dentro Richard Dearborne. Avery nascose il proprio sussulto quando anche il suo cuore si spezzò per lui. Bastò per farle decidere di soprassedere sulla domanda seguente che aveva in agenda, una domanda sulla frequenza con cui Patty si depilava le gambe. Avery pensò che presumibilmente, se era un maschiaccio a cui importava poco delle sue unghie, non doveva essere stata costante nella depilazione delle gambe. Non era necessario domandarlo a un uomo che aveva appena perso la figlia.

“Sa se avesse qualche nemico? Qualcuno con cui abbia avuto dei problemi?”

Gli servì un istante per assorbire la domanda. Quando alla fine la comprese, la scintilla di rabbia che aveva notato in precedenza tornò negli occhi di Richard Dearborne. Si alzò dal divano ma rimase bloccato dove era dalla stretta della moglie sul suo polso.

“Quel figlio di puttana,” sibilò Richard. “Sì. Oh, sì, mi viene in mente qualcuno e ci scommetto qualsiasi cosa che… Oh, Dio…”

“Signor Dearborne?” chiese Ramirez. Si era alzato lentamente in piedi, forse anticipando uno scatto d’ira da parte dell’uomo.

“Allen Haggerty. Era un fidanzato dei tempi del liceo che non si voleva arrendere dopo che le cose erano finite, due anni dopo l’inizio del college.”

“Ha causato dei problemi?” domandò Ramirez.

“Sì. Tanto che Patty ha dovuto chiedere un’ordinanza restrittiva contro di lui. L’aspettava alla fine delle lezioni. La cosa è peggiorata al punto che Patty è venuta a vivere qui nell’ultimo anno perché non si sentiva sicura al dormitorio.”

“È mai diventato violento?” chiese Avery.

“Se lo ha fatto, Patty non ha mai detto niente. So che ha cercato di toccarla, baci e abbracci e cose così. Ma non ha mai detto che ha cercato di colpirla.”

“Il biglietto…”

La voce di Wendy Dearborne era così lieve da somigliare a un refolo di vento. Ancora non aveva guardato Avery o Ramirez. Il suo sguardo era basso, la bocca socchiusa.

“Che biglietto?” chiese Avery.

“Un biglietto che Patty non ci ha mai mostrato ma che abbiamo trovato nelle sue tasche facendo la lavatrice mentre viveva qui,” disse Richard. “Quel verme ha lasciato un biglietto attaccato alla sua porta del dormitorio. Lei non l’ha mai detto, ma pensiamo che sia stato quello a farle decidere a trasferirsi di nuovo qui. Non me lo ricordo parola per parola ma descriveva come aveva pensato di uccidersi perché non poteva averla, ma che a volte era anche arrabbiato. C’erano delle cose violente del tipo che se non poteva averla lui non l’avrebbe avuta nessuno.“

“Avete ancora il biglietto?” domandò Avery.

“No. Dopo che ne abbiamo parlato con Patty, lo ha gettato via.”

“Per quanto tempo è rimasta qui?” volle sapere Avery.

“Fino all’estate scorsa,” rispose Richard. “Poi ha detto che si era stancata di vivere nella paura. Abbiamo deciso che se fosse successo qualcos’altro con Allen, avremmo coinvolto subito la polizia. E ora… ora questo…”

Un pesante silenzio cadde nella stanza, fino a quando l’uomo alzò lo sguardo su di loro. Avery percepì tutta la rabbia e il dolore del padre in quello sguardo.

“So che è stato lui,” affermò.

CAPITOLO CINQUE

Mentre Avery e Ramirez sorvegliavano il quartiere in cui si trovava la casa di Allen Haggerty, la detective ricevette per email il rapporto della polizia su di lui. Fu sorpresa di trovarci ben poco. Aveva preso tre multe per eccesso di velocità dall’età di diciassette anni e quattro anni prima era stato brevemente in arresto per una protesta per lo più non violenta a New York, ma niente di serio.

Forse è solo andato un po’ fuori di testa quando Patty ha cercato di lasciarlo, pensò. Sapeva che a volte succedeva. In effetti era una delle scuse principali date dai mariti violenti che picchiavano le mogli. Era una questione di gelosia, di perdita del controllo e di vulnerabilità.

A casa non c’era nessuno, quindi un’ora e mezza dopo aver informato i Dearborne che la loro figlia era morta, emisero un mandato di cattura nei suoi confronti. Mentre perlustravano la zona, Ramirez dimostrò ancora una volta ad Avery quando fosse in sintonia con lei. “Tutta questa faccenda ti fa pensare a Rose, vero?” chiese.

“Sì,” ammise lei. “Come l’hai capito?”

Lui sorrise. “Perché conosco molto bene la tua faccia. So quando sei arrabbiata, so quando sei in imbarazzo, a disagio e felice. Ho anche notato con quanta velocità hai distolto lo sguardo dalle foto di Patty a casa dei Dearborne. Patty non era tanto più grande di Rose. È per questo che hai insistito per informare i suoi genitori?”

“Sì. Bella intuizione.”

“Mi succede, di tanto in tanto,” rispose lui.

Dovettero aspettare le 10:08 perché il cellulare di Avery squillasse. Connelly era in linea, sembrava stanco ma anche emozionato. “Abbiamo trovato Allen Haggerty che usciva da un bar nel Leather District,” disse. “Due agenti lo stanno trattenendo per voi. In quanto tempo potete essere lì?”

Il Leather District, pensò lei. Un’ora fa io e Rose eravamo lì, a pensare a quanto stanno andando bene le nostre vite e al modo in cui stiamo riparando il nostro rapporto. E ora, in quello stesso posto c’è un potenziale assassino. È… strano. Come se fossi tornata all’inizio, in un certo modo.

“Black?”

“Dieci minuti,” rispose. “Dove è il bar?”

Si segnò l’informazione e in men che non si dica, Ramirez partì verso la stessa parte della città dove, meno di dodici ore prima, lei si era goduta del tempo insieme alla figlia.

La consapevolezza che si trattava di qualcosa che Wendy Dearborne non avrebbe mai più potuto fare le stringeva il cuore. E la faceva anche arrabbiare.

A dirla tutta, non vedeva l’ora di torchiare quel figlio di puttana.

***

I due agenti che avevano trovato Allen Haggerty sembrarono felici di affidarlo ad altri. Uno dei due era un uomo che Avery aveva imparato a conoscere piuttosto bene—un agente anziano che probabilmente sarebbe andato a breve in pensione. Si chiamava Andy Liu e sembrava avere sempre un sorriso sul volto. Ma non in quel momento. In quel momento sembrava irritato.

I quattro si incontrarono davanti alla volante della polizia di Andy Liu. Dal sedile posteriore, Allen Haggerty guardò verso di loro, confuso e chiaramente arrabbiato. Qualche passante in strada diretto per locali, essendo venerdì sera, cercò di capire che cosa stava succedendo senza farsi notare.

“Vi ha dato dei problemi?” chiese Ramirez.

“No, no,” rispose il partner di Andy. “È solo un po’ ubriaco. Stavamo per portarlo al distretto e metterlo in una stanza per gli interrogatori, ma O’Malley ha detto che voleva che gli parlassi tu, prima di prendere delle decisioni.”

“Sa perché lo avete fermato?” chiese Avery.

“Gli abbiamo detto della morte di Patty Dearborne,” rispose Andy. “E a quel punto è impazzito. Ho cercato di mantenere la situazione civile al bar ma alla fine ho dovuto ammanettarlo.”

“Va bene,” disse Avery. Riguardò nel retro della volante e si accigliò. “Vi dispiace se prendiamo in prestito la vostra auto per un momento?”

“Fate pure,” disse Andy.

Avery prese il lato dell’autista mentre Ramirez saliva nel sedile del passeggero. Si voltarono di lato per poter guardare con facilità Allen sui sedili posteriori.

“Quindi come è successo?” chiese Allen. “Come è morta?”

“Non è ancora chiaro,” rispose Avery, non vedendo alcun motivo per rimanere sul vago con lui. Aveva imparato da tempo che l’onestà era il miglior approccio se voleva riuscire a capire un potenziale sospetto. “Il suo corpo è stato scoperto in un fiume congelato, sotto il ghiaccio. Non abbiamo informazioni sufficienti per sapere se è stato quello a ucciderla o se è stata uccisa prima di essere gettata in acqua.”

Forse sono stata un po’ dura, pensò Avery guardando lo shock dipingersi sul volto di Allen. Tuttavia, vedere quell’espressione genuina sulla sua faccia le diede la sensazione che Allen Haggerty non fosse coinvolto nella morte di Patty.

“Quando è stata l’ultima volta che l’hai vista?” chiese Avery.

Chiaramente per lui era difficile pensarci. Avery era abbastanza certa che prima della fine della serata, Allen avrebbe pianto molte lacrime sul suo amore perduto e ormai deceduto.

“Un po’ più di un anno fa, credo,” rispose alla fine. “Ed è stato solo per caso. Mi sono imbattuto in lei mentre usciva dal supermercato. Ci siamo guardati per circa due secondi e poi se n’è andata via in fretta. E non posso fargliene una colpa: sono stato uno stronzo. Ero piuttosto ossessionato.”

“E da allora non avete avuto più alcun contatto?” chiese Avery.

“Nessuno, io ho affrontato la realtà della situazione. E lei non voleva più avere niente a che fare con me. Essere ossessionato da qualcuno non è il modo giusto per conquistarlo, sa?”

“Che tu sappia c’è qualcuno nella sua vita che potrebbe essere capace di fare una cosa del genere?” domandò Ramirez.

Ancora una volta, dagli occhi di Allen trasparì la sua fatica ad affrontare la situazione. Mentre rifletteva, il telefono di Avery squillò. Lanciò un’occhiata allo schermo e vide che era O’Malley.

“Sì?” chiese, rispondendo rapidamente.

“Dove sei?” volle sapere lui.

“Sto parlando con l’ex ragazzo.”

“È possibile che sia lui quello che cerchiamo?”

“Ne dubito fortemente,” disse Avery, continuando a guardare il dolore che emergeva sul volto di Allen, sul sedile posteriore.

“Bene, ho subito bisogno di te alla centrale.”

“Va tutto bene?” chiese lei.

“Dipende da come la vedi,” rispose O’Malley. “Abbiamo appena ricevuto una lettera dal killer.”