Kitabı oku: «Fiori d'arancio», sayfa 2
Il Maestro
Grazie, direttore. Servo suo, direttore.
Vannucci
Si conservi. E le raccomando…
Il Maestro
Che cosa?
Vannucci
Il Nord.
Il Maestro
Non dubiti, direttore. Servo suo, direttore. (E via.)
Vannucci
(sbuffando e parlando tra sè:) Direttore di qua, direttore di là, direttore di giù, direttore di su… Sarà un omaggio, sarà tutto quello che si vuole; ma a me sembra una burletta! Nè più, nè meno: una burletta!
Don Paolo
Fatemi grazia: perchè non vi siete ammogliato?
Vannucci
Come c'entra questo?
Don Paolo
Voi avete tutti i difetti delle vecchie zitelle, compreso quello di brontolare dalla mattina alla sera. Se vi foste ammogliato, io non avrei per amico… un brontolone…
Vannucci
Mi dispiace, ma non c'è rimedio.
Don Paolo
Ammogliatevi, ammogliatevi. È meglio tardi che mai. Anzi, a questo proposito, io volevo proporvi…
Vannucci
(interrompendo) Don Paolo, vi prego… Ho da fare il controllo della scolaresca. Vi pare il momento opportuno per prendermi in giro?
Don Paolo
Il controllo! Oh! Oh! Che controllo?
Vannucci
Ma sì. Devono essere dodici teste e dodici «riverisco». Conto giusto.
Don Paolo
E allora me ne vado. Se manca qualche testa, sto fresco. Arrivederci …direttore! Ma torno più tardi per la partita, eh?
Vannucci
Sì, sì, don Paolo. Arrivederci, arrivederci.
Don Paolo
(Esce.)
(Si odono i battimani delle fanciulle e le lor voci confuse:) Don Paolo! Don Paolo! Don Paolo!..
(Ancora battimani.)
Vannucci
(stringendosi il capo tra le palme) Ora me le mette in rivoluzione!.. Che pazienza! Che pazienza! (Vede schiudere un po' l'uscio di fondo.) Finalmente, ci siamo!
SCENA II
VANNUCCI e le ALUNNE
(Comincia la sfilata delle scolare. Ognuna di esse sporge la testa di tra i battenti dell'uscio semiaperto, saluta e scappa.)
Prima alunna
Riverisco, signor direttore.
Vannucci
(tra sè) E una. (Poi, gridando e battendo il pugno sulla scrivania:) Ho detto mille volte che a quest'ora le parole «signor direttore» sono superflue! Ma prèdico al deserto, io? (Di nuovo tra sè)Fra le altre cose, quel «signor direttore» mi confonde la mente, e addio controllo!
Seconda alunna
Riverisco, signor dir…
Vannucci
Zitta! E due.
Terza alunna
Riverisco, signor…
Vannucci
Zitta! E tre.
Quarta alunna
Riverisco…
Vannucci
Proprio così! E quattro.
Quinta alunna
Riverisco.
Vannucci
Benissimo! E cinque.
Sesta alunna
Riverisco.
Vannucci
E sei.
Settima alunna
Riverisco, signor direttore… Uh! Non l'ho fatto apposta…
Vannucci
E sette… (Arrabbiandosi) E sette sono i peccati mortali!..
Ottava alunna
Riverisco… e niente più.
Vannucci
(come sopra) Brava la sciocca! E otto.
Nona alunna
Riveri… schi.
Vannucci
(correggendo) sco… sco… E nove.
Decima alunna
Riveris… Riverì…
Vannucci
… sco! sco! sco!.. E dieci.
Undicesima alunna
Riveri… scò… scò… scò!
Vannucci
(irritatissimo) Scoppio! scoppio! scoppio! E undici. (Dopo una lunga pausa) E undici… (Impensierito)Undici!.. Una di meno! Dove diamine s'è cacciata la dodicesima?.. Ah! Eccola… (Meravigliato)Entra… O perchè mai entra?..
SCENA III
VANNUCCI e NINA
Nina
(portando la borsa dei libri sotto il braccio destro, si avanza titubante, con gli occhietti lucidi, che guardano in mille punti in un momento solo.)
Vannucci
Che c'è, Nina? Che c'è?
Nina
(tenta di sorridere, ma non fa che mostrare i suoi dentini bianchi, e sotto l'ascella stringe la borsa dei libri, quasi temendo che le cada.)
Vannucci
Ma che c'è, dunque, Nina?
Nina
Nulla.
Vannucci
(brusco) E allora buona notte! Non vedete che sono occupato? Potevate riverirmi com'era vostro dovere ed andar via con le vostre compagne. (Pausa. Poi, gentilmente) Venite qua, Nina: vi ho rimproverata, ma ho bisogno di scusarvi io medesimo ai miei occhi e di giustificare la vostra venuta in questa stanza. Via, avvicinatevi… Non fate la cattiva… Il vostro direttore, lo sapete, vi vuol bene come a una figlia.
Nina
(inquieta e riluttante, si pesta con l'uno l'altro piedino. Ma, a un tratto, si fa coraggio.) Signor direttore…
Vannucci
Dite…
Nina
(con una cantilena come di parole imparate a mente) Io vengo a ringraziarvi di tutte le cure che avete spese per me. La mamma verrà a fare lo stesso… domani.
Vannucci
(con l'animo sospeso, si fa triste in viso e la guarda di sottecchi.) Spiegatevi, Nina. Non ho capito…
Nina
Ecco, signor direttore, io… oggi…
Vannucci
… oggi?
Nina
(lasciando scorgere il suo ingenuo compiacimento)Compisco sedici anni.
Vannucci
(simulando indifferenza) Ah ah! Sicuro! Sedici anni! Eh, infatti, siete diventata alta quasi come una donna e avete allungata la veste fino ai piedi… (La contempla con un misto di curiosità, di compiacenza e di sordo dispetto.) Me ne accorgo adesso. (Indi, guarda altrove. Tace. Ha un fastidio invincibile. Sbuffa. Brontola:) A quest'ora, sale dai giardini una fragranza di fiori d'arancio così acuta che dà alla testa!.. Auff!..
Nina
Volete che chiuda le invetriate?
Vannucci
No, no, non chiudete… Mi piace di vedere il tramonto.
(Nel lontano orizzonte, incorniciato dal balcone aperto, un lembo di cielo rosseggia.)