Kitabı oku: «Il trionfo: Dramma in quattro atti», sayfa 3
Nora
(titubante)… Senza dubbio.
Don Paolo
(ritornando) Oh, che il Signore sia lodato! È uscito il sole! È uscito il sole!
Lucio
(animandosi) Domani, col penultimo treno, vi piomberemo addosso.
Don Paolo
Bravi! (A Giovanni e a Ziegler) E questi birboni?.. Venite, venite anche voialtri… Il signor Giovanni porterà i suoi pennelli, il signor Ziegler porterà il suo violino… E dipingeremo, suoneremo, balleremo… (Ridendo) Ah ah ah! Ci ho posto per tutti, che credete?
Ziegler
(con istantanea malinconia) Grazie, Don Paolo, ma io non posso…
Don Paolo
(a Giovanni:) E, voi… Don Giovanni?
Giovanni
Io… per lo meno verrò sin là a consegnarveli tutti e due sani e salvi.
Don Paolo
E ogni promessa è un debito.
Ziegler
Presto, presto. Don Paolo!.. Il treno non vi aspetta mica.
Don Paolo
(festosamente) A domani, dunque.
Lucio
A domani, zio.
Nora
A domani.
Giovanni
A domani.
Ziegler
Buon viaggio!
Don Paolo
Buona permanenza! (S'avvia per uscire.)
(Tutti lo seguono vociferando rumorosamente.)
Ziegler
(ostentando una celia) Io poi da voi, un giorno o l'altro, ci verrò, ma di nascosto.
Don Paolo
(uscendo) Insieme col violino, beninteso…
Ziegler
Sì, per portare una serenata alla vostra pupilla.
Don Paolo
(la cui voce s'allontana) Quella lì non è pane pei denti vostri. (Ride) Ah ah ah ah!
(Continuano i saluti, che si confondono con la risata di Don Paolo:)
– Arrivederci.
– Arrivederci.
– A domani.
– Buon viaggio! Buon viaggio!
SCENA II.
LUCIO, GIOVANNI, ZIEGLER e NORA
(rientrano, chiacchierando.)
Ziegler
Ecco un uomo che ha parecchie dita di cervello.
Nora
È buono. (Si accinge a sparecchiare la tavola.)
Ziegler
Intelligente, soprattutto.
Lucio
Nora!.. Che fate? Più tardi verrà la serva.
Nora
Non è piacevole veder la tavola in disordine, dopo pranzo. (Continua a sparecchiare con l'aria di una persona di casa.)
Ziegler
Allora, vi aiuto io.
Nora
Bene! Aiutatemi.
Ziegler
(si affaccenda anche lui, sparecchiando.)
Giovanni
(prendendo un libro che trova chiuso in un angolo della stanza, lo mostra a Lucio) Se non vuoi leggerlo tu, passalo a Nora.
Lucio
Ma sì: sto leggendolo.
Giovanni
Ah?
Lucio
Nè nuovo, nè interessante. Spencer rifritto. D'altronde!..
Giovanni
«Spencer rifritto», s'intende. Senonchè, devi notare…
Nora
(interrompendo con vivacità) Non deve notar niente…
Ziegler
(seguitando con la stessa intonazione di lei) Perchè, dopo pranzo, la roba rifritta… Non so se mi spiego!
Nora
(piegando la tovaglia, ne tiene due punte nelle mani con le braccia tese, e ha il mento abbassata sul lembo superiore, giusto nel mezzo.)
Giovanni
(a un tratto, fissandola) Ferma, ferma così, Nora!
Nora
Cos'è?
Giovanni
Ferma così, ve ne prego. (Cava di tasca un album.)
Nora
Ma che vi piglia?
Giovanni
È una posa originalissima! Ve ne faccio lo schizzo. Aspettate. (Comincia a disegnare.)
Nora
(immobile) Io mi stancherò.
Giovanni
(disegnando) Immaginatevi di stare dinanzi a uno specchio e non vi stancherete.
Nora
Questo non lo potete dire, perchè in casa mia ho abolito gli specchi.
Lucio
(con soddisfazione) Brava!
Giovanni
Avete fatto malissimo!
Ziegler
(mirando Nora e imitando col pollice della destra un gesto da pittore) Sì, sì: è un quadretto.
Nora
Con questa tovaglia in mano?
Giovanni
Tovaglia?.. Quella potrebbe essere… un velo, una stoffa antica, non so… una specie di breve siparietto simbolico… A me preme la linea che voi mi date.
Ziegler
Via, ti dà pochino!
Giovanni
(tuttora disegnando) Meravigliosa.
Lucio
Nientemeno?
Nora
(impaziente) Ah!..
Lucio
(vede il disegno di Giovanni e malinconicamente esclama:) Come t'invidio!
Giovanni
Vorresti saper mettere questi pochi segni sulla carta?
Lucio
No, non mi basterebbe. Anche, vorrei sentirne la compiacenza che ti leggo negli occhi. Sai precisamente che cosa t'invidio? T'invidio questo culto della forma che io non ho e che non voglio avere.
Giovanni
Se non vuoi averlo, perchè me lo invidii?
Nora
Non ne posso più, Giovanni!
Giovanni
Un momentino ancora.
Lucio
(a Giovanni:) Non mi capisci, non mi capisci. Io non voglio averlo, e intendo perfettamente che mi privo d'un diletto.
Giovanni
(sincero, con entusiasmo) D'un grande diletto!
Lucio
Eppure, è così. Se su quella carta tu componessi le sembianze d'una qualunque altra donna, invece che le sembianze di Nora, per me sarebbe lo stesso.
Nora
È fatto, sì o no?
Giovanni
Non è fatto, (sorridendo) perchè io non sono mica un pittore da cafè-concert, di quelli che improvvisano in cinque minuti il ritratto capovolto di Garibaldi o di Bismark. Ho preso qualche appunto…
Nora
(gettando via la tovaglia e andando verso Giovanni)Vedere.
(Tutti guardano lo schizzo.)
Ziegler
Ci è! Ci è!
Nora
Ci sono?
Ziegler
Oh, altro!
Giovanni
(chiudendo l'album) Ma che! Non ci siete niente affatto.
Lucio
E dunque?!
Giovanni
Dunque, fiasco. E sfido io! Con la sua impazienza!..
Lucio
No, non mi capisci. Intendo dire che a cento piccole circostanze accidentali è connesso ciò che un pittore chiama linea o colore e che io chiamo… parvenza: ciò che, insomma, colpisce più o meno i nostri sensi. Tutto quello che riproduce questa parvenza è problematico, è sfuggente, è fittizio, è incerto… come la parvenza stessa.
Ziegler
(dà un'occhiata significativa a Giovanni e a Nora.)
Giovanni
(a Lucio, per non contraddirlo:) Sì, sì.
Nora
(celiando a malincuore per cambiar discorso) Vi prometto, Giovanni, che un'altra volta, sparecchiando una tavola, vi ispirerò un capolavoro.
Lucio
(guardandoli) E già! Io ho detto una scioccheria, come di solito.
Giovanni
Tutt'altro!
Ziegler
Si fa una partita a scopone? Siamo in numero…
Lucio
Ah! Voi credete che io non mi accorga che mi trattate come un pazzo o come uno scimunito?
Ziegler
Che ti salta in mente adesso?
Lucio
Anche zio Paolo crede che io non abbia la testa a posto.
Giovanni
Scherzava.
Lucio
(animandosi) Scherzava? E voialtri?
Ziegler
Ma noi! Noi!.. Noi – giacchè lo vuoi sapere – non facciamo che evitare le conversazioni troppo astruse che da qualche tempo ti seducono e che tutti coloro i quali ti vogliono bene credono… molto inopportune! Mio Dio! Perchè dobbiamo romperci il capo con tanti discernimenti paradossali e stiracchiati? Quanto a me, non stiracchio che le corde del mio violino, ed è perciò che esse si spezzano così spesso. Che, del resto, la vita me la piglio com'è – benchè non sia sempre di mio gusto, te io assicuro io – e desidererei che anche tu, che diamine!, non ti prendessi la briga di capovolgere l'umanità e di trasformare il mondo. Ascolta il consiglio mio: facciamo una partita a scopone, che è più semplice.
Nora
Facciamola! Facciamola!
Lucio
Capovolgere l'umanità? Trasformare il mondo? Io non voglio capovolgere nulla. Non voglio trasformare nulla! (Accalorandosi) Ho le mie idee, ho le mie convinzioni e non ci rinunzio. E quando vedo che appunto per una mia idea manifestata alla buona, senza nessuna pretesa, incidentalmente, voialtri vi turbate, v'impensierite come se io avessi detto chi sa che cosa orribilmente strana, (tutto vibrante nella persona e nella voce) e mi spezzate la parola in bocca e m'impedite di parlare con pretesti puerili, io mi cruccio, io mi addoloro, io mi irrito, perchè mi pare che vogliate strapparmi il pensiero dal cervello, come se per strappare questo pensiero bastasse sopprimere la parola; e mi pare che vogliate esercitare su me un falso diritto, sì, un diritto che non avete e non potete avere. Io vivo dentro di me una vita che non ha niente di comune con tutto quello che attrae gli altri, una vita che non subisce influenze esteriori e non subisce la volontà altrui! Non mi importunate, dunque, non mi opprimete… Lasciatemi vivere a modo mio… Lasciatemi tranquillo… (Emozionato, affaticato, cade a sedere ansimando) Lasciatemi tranquillo.
Ziegler
(umile, affettuoso) Ma, abbi pazienza, Lucio, a che proposito tutta questa sovraeccitazione?
Giovanni
(con lo stesso tono) Difatti… chi è che crede di avere dei diritti sull'animo tuo?
Nora
Nessuno! Nessuno!
Lucio
(pentito, stringendosi la testa fra le mani) Ho torto. Perdonatemi. Io mi eccito per un nonnulla… E, con voi, proprio non dovrei. Siete così buoni. Mi perdonate, Nora?
Nora
Di che?
Lucio
… Sì… Sono un po' eccitabile… un po' nervoso… I primi giorni di primavera mi fanno questo effetto… E ora poi… ecco… mi pare di aver sonno… Vedete, Nora, che avete calunniato il vostro caffè. Stanotte, già, ho dormito male… Riposerò un poco… Mi permettete? (S'avvia verso la porta a sinistra.)
Ziegler
Ti pare!
Giovanni
È bene che tu riposi.
Lucio
Se ve ne andate tutti, consegnate la chiave giù al portinaio, per la serva.
Nora
Ma no, io resterò ancora. A casa non ho nulla da fare.
Lucio
Allora, arrivederci presto. Mi basterà di riposare una diecina di minuti.
Nora
(esortandolo) Un po' di più.
Lucio
Lo sapete… non mi piace di dormire, perchè io diffido del sonno. (Esce ripetendo quasi fra sè:)No… non mi piace di dormire… non mi piace…
SCENA III.
GIOVANNI, ZIEGLER e NORA
Ziegler
(prende il cappello e la custodia del violino e dice a Giovanni, sottolineando le parole:) Andiamo, eh?
Nora
Sì, andatevene anche voi, Giovanni.
Giovanni
Grazie della premura!
Nora
Credevo…
Giovanni
Di farmi piacere?
Nora
Che so!..
Giovanni
Mi scacciate?
Ziegler
Vieni via! Che stai a fare lì?
Giovanni
Noioso!
Ziegler
Va bene: «noioso». (Pausa) Addio, Nora.
Nora
Ci si vedrà, domani?
Ziegler
Ma ci andate davvero da don Paolo?
Nora
(preoccupata) Se le mie allieve me lo permetteranno. E voi?
Ziegler
Io l'ho detto che non posso… E invece chi sa ch'io non vada più lontano…
Nora
Dove?
Ziegler
Lassù: a Colonia… dal mio vecchio nonno che ho appena conosciuto e che sempre mi scrive di volermi vedere prima di morire.
Nora
Che novità è questa?
Ziegler
La morte non è una novità. Basta: domani verrò a salutarvi o qui o alla stazione. (Si avvicina a Giovanni, e, battendogli la mano sulla spalla, gli dice quasi sul serio:) Con te, poi, faremo i conti!
Giovanni
(con vivace risentimento) Noioso! Noioso!
Ziegler
(con vivace e sincera acredine) Io, noioso. Ma tu… qualche cosa di peggio!
Giovanni
(infastidito) Ziegler!
Ziegler
(padroneggiandosi) Niente, niente… Scherzavo… Di nuovo, Nora, arrivederci.
Nora
Veniteci a salutare, vi raccomando.
Ziegler
Sì, sì, non dubitate. (Esce.)
SCENA IV.
NORA e GIOVANNI
Giovanni
(dopo un silenzio) Ziegler è innamorato.
Nora
Non credo.
Giovanni
È innamorato di voi.
Nora
No.
Giovanni
Una volta, prima che vi conoscessi, lo ha confessato a me. Oggi, forse, non lo confesserebbe neppure a sè stesso.
Nora
Dice sempre che gli uomini brutti come lui non devono innamorarsi.
Giovanni
E questo che significa? Significa che c'è capitato.
Nora
Me ne sarei accorta.
Giovanni
Non vedete ch'egli stenta a dissimulare la sua sofferenza? Non vedete che è geloso?
Nora
Di chi?
Giovanni
Ah, non di Lucio, beninteso! Di me.
Nora
Giudicate assai male! Ziegler è d'una delicatezza singolare, e, se è geloso, come voi dite, non lo è che per conto di Lucio.
Giovanni
Questo soddisfa la sua coscienza d'uomo buono e modesto, ma in fondo egli non può esser geloso per conto di un uomo che vuole esservi fratello…
Nora
Fratello?.. Ziegler comprende bene che il povero Lucio è vittima d'un equivoco creato dalle sue fisime spirituali… dalla sua mente malata…
Giovanni
Avete voi la convinzione che quello di Lucio non sia un affetto fraterno?
Nora
Ne ho la convinzione.
Giovanni
Ah no! Siete voi che, per farmi indietreggiare, mi minacciate il rimorso. E siete voi che a forza volete persuadermi che il mio amore è una perfida insidia.
Nora
Una perfida insidia non è, o, almeno, non è una insidia premeditata. Di ciò io sono sicura, Giovanni. Ma è certamente un errore. Un errore che colpisce un'esistenza cara a voi ed a me…
Giovanni
Ed ecco la minaccia del rimorso!
Nora
A prescindere dal vostro rimorso, c'è un'altra circostanza che dovete ben valutare, ed è questa: (energicamente) io non voglio che mi amiate.
Giovanni
Non è vero!
Nora
Io non vi amo.
Giovanni
Non è vero!
Nora
Io amo Lucio.
Giovanni
Non è vero!
Nora
(con un impeto di esasperazione) Ma perchè non è vero?
Giovanni
(dopo un breve silenzio) Se lo amaste veramente, voi, senza avvedervene, lo sottrarreste all'equivoco, ammesso che in lui l'equivoco ci sia. Che sappiate essere un'eroina non ne dubito…
Nora
Parlate piano…
Giovanni
Non dubito che sappiate sacrificarvi a un'Idea, che sappiate sacrificarvi a qualche cosa che voi medesima non potete determinare e che è, secondo me, l'illusione indefinibile con cui le creature migliori vorrebbero ribellarsi alle necessità della vita reale. Egli, oh!, è più illuso di voi. Voi non fate che seguirlo, che secondarlo docilmente; e voi confondete la docilità vostra con l'amore… Ah! Nora!.. volete che ve lo dimostri?.. Datemi la mano… (Le prende una mano.) Così!.. Lo sentite quello che c'è qui dentro, in questo sangue, in queste fibre?.. Lo sentite voi questo contatto?.. Lo sentite? Sì. Sì. Ebbene, ciò che provo io mentre la mia mano stringe la vostra, è lo stesso di ciò che provate voi. E questa è la Realtà, Nora, questa è la Realtà unica, ineluttabile. Non ce n'è un'altra. Fuori di essa non c'è che il sogno, non c'è che l'inganno della fantasia. Sognando, voi potrete ancora ripetermi: «non voglio che mi amiate»; ma io, io che non saprò mai sognare, vi ripeterò mille volte: non è vero, non è vero!
Nora
(umilmente)… E basta, adesso!.. Basta! (Con un intimo sforzo energico libera la sua mano da quella di Giovanni.)
Giovanni
Sì, basta.
Nora
(scossa, perplessa, timida, e simulando disinvoltura, va a guardare all'uscio della camera di Lucio.)
Giovanni
Dorme?
Nora
Pare. (Pausa) Ed ora, andatevene, ve ne prego.
Giovanni
Me ne vado. (Piglia il cappello e s'avvia.)
Nora
Prima però debbo chiedervi un favore.
Giovanni
Dite.
Nora
Non venite in campagna, Giovanni!
Giovanni
Ho promesso al prete di accompagnarvi fin là.
Nora
Ma non ci resterete?
Giovanni
(con lieve sorriso tra di sodisfazione e di rassegnazione)Non ci resterò.
Nora
Ve ne ringrazio.
Giovanni
(sùbito) Dunque, confessate?
Nora
Non confesso niente.
Giovanni
E perchè mi avete chiesto ch'io non resti con voi? Perchè mi ringraziate?
Nora
Perchè è ridicolo che tanta gente estranea piombi in casa di quel brav'uomo.
Giovanni
V'affaticate continuamente a negare il vostro pensiero.
Nora
(con rabbia) Per carità, Giovanni, finitela!
Giovanni
La mia presenza, lì, in campagna, vi annoierebbe?
Nora
Sì.
Giovanni
Molto vi annoierebbe?
Nora
Sì, molto.
Giovanni
Fino a riuscirvi insopportabile?
Nora
Fino a riuscirmi odiosa!
Giovanni
(incalzando) E la ragione? La ragione?
Nora
(severa) La ragione è che voi siete un egoista.
Giovanni
Lo vedete: siamo da capo. Questa per me è una confessione. (Pianissimo, insinuante) Voi temete che l'egoismo mio – quello che voi chiamate così – vi faccia abdicare al vostro eroismo. (All'orecchio di lei) Voi temete di diventare una egoista come me… Senza contare, poi, che, essendo egoisti in due, non lo saremmo più nè io nè voi… senza contare che io potrò essere necessario alla vostra vita come già voi siete necessaria alla mia.
Nora
No, Giovanni: voi siete un uomo quasi felice, voi non avete bisogno di me. Egli, invece, egli è un infermo, è un infelice…
Giovanni
È un infelice perchè non vi ama! Quale che sia la mia amicizia per lui, dovrò io cedergli un tesoro che egli non vuole avere? Non vi ama, o non può o non sa amarvi, o sa amarvi male… È lo stesso. Ma io, io vi amo bene, vi amo completamente, vi amo tutta, e nell'ordine naturale delle cose umane il vostro amante devo essere io…
Nora
(con dolcezza implorante) Giovanni, sono tanto stanca d'ascoltarvi…
Giovanni
(continuando) Devo essere io: e nessun proponimento sublime, badate, nessun ragionamento, nessuna idealità, possono opporsi a questa affinità sincera, che tende ad unirci…
Nora
Sono stanca d'ascoltarvi…
Giovanni
(conchiudendo)… e contro di essa, Nora, è inutile combattere!
Nora
Andatevene.
Giovanni
È inutile!
Nora
Andatevene.
Giovanni
Sì. (La guarda ancora assai dappresso. Poi, rapidamente, esce.)