Kitabı oku: «Il trionfo: Dramma in quattro atti», sayfa 4
SCENA V.
NORA, indi LUCIO
Nora
(è profondamente turbata. Appare dubbiosa, trepidante. Sembra voglia sottrarsi al suo tormento. Risoluta, piglia di su una seggiola il suo cappello e infila la porta in fondo.)
Lucio
(entra in tempo, e, vedendola uscire, la chiama:)Nora!
Nora
(fermandosi) Oh, Lucio!
Lucio
Non mi avevate detto…?
Nora
Che sarei rimasta? Sì, ma poi… (ritornando) ho pensato di anticipare la mia lezione alla piccola Vannuzzi, e giacchè dormivate…
Lucio
Dormendo, però, ho sentito che voi stavate per uscire…
Nora
Davvero?
Lucio
E mi sono svegliato di soprassalto. Ho dormito molto?
Nora
Un quarto d'ora, credo…
Lucio
Ah? Solamente?.. (Un silenzio. ) Avete un po' letto, intanto, questo libro che Giovanni mi ha imposto? (Indica il libro.)
Nora
In verità, non me n'è venuta l'idea…,
Lucio
Meglio. (Con disgusto) Figuratevi! È il libro d'uno scienziato: un poveretto, che, come tanti altri, non si accorge d'avere una benda sugli occhi, e gira, gira intorno ad una tavola convinto d'andar dritto e molto lontano. Quando è stanco, si ferma, dicendo: sono arrivato! Ma dov'è arrivato, se si trova allo stesso punto dal quale era partito? (Un silenzio.) Volevo dirvi… No, no… Parleremo stasera.
Nora
Parliamo adesso.
Lucio
E la piccola Vannuzzi?
Nora
Aspetterà.
Lucio
… Una semplice domanda volevo farvi.
Nora
Fatela.
Lucio
(Pensa. Indi le si avvicina, quasi con circospezione)È poi così strano che un uomo e una donna siano legati da un sentimento d'amicizia più forte di quello che si chiama l'Amore?
Nora
Non è strano.
Lucio
È un'anomalìa che il grande affetto per una creatura purissima si astragga dalle attrattive che accomunano lei, suo malgrado, a tutta una folla di femmine?
Nora
Certamente no.
Lucio
Ecco… Voi potete comprendermi, soltanto voi… Io non voglio trasformare il mondo, come mi dice Ziegler. Io cerco, bensì, di non attaccarmi a ciò che esso ha di più tangibile, di più precario, di più caduco…
Nora
(secondandolo)… e di meno bello!
Lucio
Benissimo!.. «Di meno bello!» (Riflettendo)Se di una donna si amano (analizzandola senza volere)gli occhi, i capelli, la bocca… tutto quanto costituisce le sue prerogative appariscenti, il suo fascino materiale, che garanzia ha questo amore? Nessuna. Il fascino materiale può esaurirsi a poco a poco, o può cessare a un tratto per mille ragioni, e allora che resta? Niente. E considerate a quali circostanze, a quali innumerevoli vicende è sottoposta la nostra carne. E debbono esse mutare o diminuire o distruggere il nostro affetto? E c'è di più. Una momentanea condizione morbosa, un fatto eccezionale, che so io?, un fenomeno fisiologico, un caso accidentale qualunque può lasciare senza difesa il corpo di una donna… anche d'una donna sublime!, può spingerlo, può trascinarlo in un istante solo alla perdizione; e noi vorremmo concentrare in esso le speranze, i desideri, le aspirazioni, le esigenze, le soddisfazioni del nostro essere?
Nora
(vivissimamente) No! no!
Lucio
E dunque, perchè mi si dà del pazzo?
Nora
(timidamente) Perchè… perchè siete diverso dagli altri.
Lucio
E voi pure siete diversa dalle altre.
Nora
Io?
Lucio
Così diversa che proprio voi con la vostra assistenza avete saputo impedire che dal palpito di questa seconda vita ch'io vivo risorgesse in me l'uomo spregevole, fatto – come gli altri – di vecchie volgarità! E non, forse, proprio voi vorrete, ancora, ancora, e sempre, ch'esso non risorga?.. (Pausa.) Norina, io sarei oramai felice, felice della redenzione, felice della perfezione, se non avessi un'intima paura: (confessandosi) la paura di tornare indietro. Il giorno in cui la nostra amicizia (con terrore) diventasse amore, io sarei perduto! È vero, avrei la vostra bellezza, questa bellezza giovane, piena di grazie e piena di misteri; ma per quanto tempo l'avrei? E in essa che cosa troverei di durevole e di sicuro per la mia felicità, che cosa troverei di benefico per il mio spirito?.. No, no, no! Ciò non sarà! È necessario che ciò non sia. E voi, Nora, mi aiuterete. Mi aiuterete a non guastare quello che insieme abbiamo voluto, quello che insieme abbiamo creato. Voi, voi mi aiuterete! (Tace assorto.)
Nora
(si nasconde la faccia fra le mani e piange senza singhiozzare.)
Lucio
(quando s'accorge che ella piange, soavemente le solleva la testa) Norina? Che è?
Nora
(piangendo) Nulla. Noi donne… esprimiamo… con le lagrime tante cose che non sappiamo dire con le parole…
Lucio
(contemplandola) Già!.. Tante cose!
Nora
(si calma, si asciuga gli occhi, sorride) E questo è tutto.
(Una violenta scampanellata li scuote.)
Lucio
Eh, che maniera! (Esce dal fondo.)
SCENA VI.
NORA, LUCIO, ZIEGLER
Lucio
(di dentro, annunziando) È Ziegler. (Poi, rientrando con lui) Che hai? Sei pallido, sconvolto…
Nora
(ansiosa) Che vi è accaduto, Ziegler?
Ziegler
(ha il volto bianco, la voce tremolante) Son venuto appunto per dirvelo… Ma non vi spaventate. Un incidente piuttosto grave…
Nora
Mio Dio! Dite!
Ziegler
Ho litigato con Giovanni.
Nora
(impressionata) Oh!
Lucio
E come?!
Ziegler
L'ho incontrato quaggiù per caso… Anzi, no… Con voi non voglio mentire… Ho cercato apposta di incontrarlo… perchè dovevo parlargli molto sul serio…
Lucio
Di che?
Ziegler
Questo è inutile che lo sappiate. In sostanza, gli ho rivolta una preghiera… per un fatto che assai mi stava a cuore… (con forza) ma che non riguardava me, ve lo giuro! E il suo contegno, vedete, è stato tale che io ho perduto la mia calma abituale… e ho pronunciato parole durissime… Sì, ne convengo, gli ho detto cose orribili, orribili!, che hanno fatto male più a me che a lui. (Disperandosi)Fra due compagni che si dividono la camera e il pranzo, fra due vecchi amici come noi!.. Capite!?
Nora
(ascolta, intende, allibisce, e si concentra in sè stessa.)
Lucio
Ma calmati, ora… Non esagerare. Che diavolo! Giacchè tu riconosci d'aver ecceduto, andrai lealmente da lui. Ci andremo insieme, se vuoi… O lo pregherò di venire qui, da me. Insomma, con un po' di buona volontà aggiusteremo tutto.
Ziegler
No, non aggiusteremo niente. Per quanto concerne le formalità, gli ho già fatte le scuse prima di separarci. Le formalità non mi preoccupano. Ma quel che ho detto, purtroppo, io lo penso!.. Io lo penso!.. Ed è perciò che ne sono torturato. Oramai, non c'è rimedio. E, tant'è, Giovanni ed io non saremo più amici, e probabilmente… non ci vedremo più.
Lucio
Nientedimeno!
Ziegler
Sì, ho deciso di partire stasera.
Lucio
Partire stasera? Va là! Il litigare con un compagno è senza dubbio molto doloroso, ma non si parte per questo.
Ziegler
Avevo già il progetto d'andarmene per qualche tempo a Colonia, da mio nonno che mi chiama presso di sè… Voi lo sapete, Nora…
Nora
È vero, sì, lo sapevo…
Ziegler
E dopo quello che è accaduto, ho presa una risoluzione definitiva.
Lucio
Va bene:… del tuo progetto avevi parlato anche a me. Ma partire così, da un momento all'altro… è stranissimo!
Nora
(sforzandosi) Certo!..
Lucio
(con fermezza) Ziegler, noi vogliamo che tu ci dica tutt'intera la verità…
Ziegler
Una parte della verità… è quella che avete intesa. Ma la verità tutta intera… vi confesso che non la so neanche io… Ho un'oppressione, un incubo… un presentimento inesplicabile… ed ho nelle orecchie, da dieci minuti in qua, una voce che mi dice: «Vattene, Ziegler! Vattene!..» E io me ne vado.
Lucio
E tu sei l'uomo che ti pigli la vita come viene?
Ziegler
(sorridendo malinconicamente) E quando fra me e la mia vita c'è un'evidente incompatibilità, io, che non posso cambiare la vita, faccio il tentativo di cambiare me stesso… Tenterò di ridiventare tedesco…
Lucio
Aspetta almeno il nostro ritorno dalla campagna.
Ziegler
(scattando un po') Il vostro ritorno? (Poi, pentendosi dello scatto) Che che! A certe risoluzioni non bisogna ripensare. Stasera! Stasera!.. E senza altri addii, senza solennità!.. Ci saluteremo adesso… così… allegramente… e (s'interrompe, dà un'occhiata a Nora ed escogita un pretesto per allontanar Lucio) …A proposito, Lucio, prima di andarmene vorrei…
Lucio
Che vorresti?
Ziegler
Vorrei il manoscritto della mia Tarantella grottesca… quella che suonai qui l'altro ieri.
Lucio
Te lo portasti via.
Ziegler
No!.. Mi pare che lo conservasti tu, nella tua camera.
Lucio
Vedrò, ma non credo… (Esce a sinistra.)
Ziegler
(a Nora, sùbito, parlando piano e concitato) Scusatemi se mi son permesso di ricorrere all'espediente del manoscritto per potervi dire una parola da solo a sola. Nora, io ho fatto quanto mi era possibile per impedire che Giovanni commetta un'azione che ritengo ignobile… Non ci sono riuscito, e tutto fatalmente accadrà!
Nora
Non accadrà, Ziegler. Non deve accadere.
Ziegler
Accadrà. Egli ne è sicuro… Accadrà, ma io non sarò ne complice, nè spettatore… Non ci resiste —
Lucio
(ritornando) Fra le mie carte non c'è. Io ricordo perfettamente che te lo portasti via…
Ziegler
Allora, sarà così. (Lunga pausa.) Dunque, Lucio, noi ci separiamo. Ci separiamo forse per un paio d'anni… forse per dieci anni… chi sa!.. forse… per sempre! Dipenderà da molte circostanze… Tu, tieniti su… Hai capito?.. Tieniti su! E, ti raccomando, cura la tua salute… Questo è l'essenziale… (Trattenendo le lagrime, lo abbraccia assai forte e lo bacia.)
Lucio
Ziegler!.. (Con gli occhi rossi anche lui, penosamente)Te ne vai davvero?..
Ziegler
A voi, Nora, nessuna raccomandazione. Ma salutiamoci bene. Qua la vostra mano…
Nora e Ziegler
(si stringono lungamente la mano.)
Nora
(ha un brivido per tutto il corpo.)
Ziegler
Di voi due sono stato… e continuerò ad essere amico… Senonchè… da lontano (la voce gli si rompe in gola)… da lontano non potrò più far nulla per voi due… (Piangendo) Nulla!
Lucio
Ziegler!..
Ziegler
(con uno sforzo) Addio!.. Addio! (Ed esce.)
Lucio e Nora
(restano sinistramente commossi, in silenzio.)
Lucio
(come invaso da un timor panico, quasi tremando)Nora!..
Nora
Lucio!
Lucio
(lentamente) È un triste fatto questa partenza…
Nora
(con la faccia bianca, con lo sguardo fisso a terra, scrolla il capo.)
(Sipario.)
ATTO TERZO
Una grande stanza rustica e pittoresca. Un ambiente assai pulito. In fondo, verso destra, un'ampia porta a due battenti. Una parete s'inoltra di sbieco dal fondo, formando un angolo ottuso con un'altra parete più avanzata, nella quale s'apre un finestrone arcuato. Alla parete che s'inoltra di sbieco è addossata una scaletta comoda, per la quale si accede a un breve corridoio scoperto che sormonta l'arco del finestrone, e questo breve corridoio confina a sinistra con l'uscio del quartierino di Don Paolo. Giù, due porte a destra e due a sinistra, la seconda delle quali è quella della stanza di Rosa e càpita proprio sotto l'uscio di Don Paolo. Tavole, stipi, scansìe di noce, seggiole impagliate. Su qualcuna delle tavole, scodelle, tazze, coltelli, cucchiai, forchette, una caffettiera, delle frutta, dei pani, un vecchio lume di ottone. Qua e là alle pareti, immagini della Madonna e di qualche santo.
È sera. Il lume è acceso. Entra un bel chiaro di luna attraverso le invetriate della finestra.
SCENA I.
ROSA e GIUSTINO
Rosa
(rassetta e ripone negli stipi biancheria e altra roba, mostrandosi indispettita.)
Giustino
(ha un garofano in petto ed è seduto sull'angolo d'una tavola, zufolando e facendo dondolare lo gambe.)
Rosa
(a un tratto) Vuoi?
Giustino
(stizzoso) No.
Rosa
Crepa.
Giustino
(continua a zufolare, poi s'interrompe:) E sai perchè non voglio dartelo? Perchè quando mi pigli per un traditore io faccio tanta bile in corpo che vorrei crepare davvero.
Rosa
Buono per te.
Giustino
E per te, no? Ti mariteresti con un altro.
Rosa
Con chi?
Giustino
Non avresti che a scegliere. Don Paolo ti fa la dote.
Rosa
E tu per la dote mi sposi?
Giustino
Io ti sposo perchè mi piaci.
Rosa
Quand'è così, dammi quel garofano.
Giustino
Te lo do se mi giuri che non sospetti più.
Rosa
Lo portava oggi nei capelli Teresina.
Giustino
Come lo sai?
Rosa
Ho visto.
Giustino
Che hai visto?
Rosa
Le ho visto il garofano proprio qui. (Indica con precisione dove le ha visto il fiore.)
Giustino
E c'è un sol garofano in tutto il paese?
Rosa
Non lo so. Dammelo.
Giustino
E sospetti?
Rosa
Si, che sospetto.
Giustino
E allora, niente!
Rosa
Se non me lo dai con le buone, me lo prendo a forza.
Giustino
A forza?.. Vediamo se ne sei capace!
(Rosa gli corre addosso. Giustino fugge di qua e di là. Rosa lo insegue. Casca una sedia. Giustino inciampa. Rosa ne approfitta.)
Rosa
(afferrando il fiore) Ah! Ci sono!
Giustino
Ma ci sono anche io. (La stringe nella vita.)
Rosa
(ride sgangheratamente.)
Giustino
(baciandola e ribaciandola) Tè, tè!.. Questo per castigo.
SCENA II.
ROSA, GIUSTINO e DON PAOLO
Don Paolo
(uscendo dal suo quartierino, con un breviario in mano, proprio mentre Giustino sta baciando Rosa, si ferma sull'alto del corridoio e, affacciato alla balaustra, sgrida:) Al solito! Al solito! Ci siamo al baciucchiamento! Ci siamo! Eccoli lì… (Imita il rumore dei baci.)
Giustino e Rosa
(si staccano, arrossendo.)
Don Paolo
È una vera sconvenienza! Senza dire poi che è anche una grulleria! Che bisogno c'è, santa pazienza!, che bisogno c'è di stare a baciucchiarsi ora, se dovete sposarvi apposta per questo? (Scende la scaletta.) Hanno fretta, hanno!.. Sconvenienti e grulli! Sì, sì, lo ripeto: sconvenienti e grulli!
Giustino
(confuso) Avete detto sempre che…
Don Paolo
Che cosa ho sempre detto, io?..
Giustino
Che… che la minestra per averla buona a tavola si ha da saggiarla in cucina.
Don Paolo
Ma se te la mangi tutta in cucina, briccone, a tavola ci vai senza minestra e senza appetito! Hai capito? (Se li avvicina tutti e due, e, in mezzo ad essi, assume un'aria di mistero.) La notte scorsa, mi sono accorto di tutto.
Giustino e Rosa
(pudibondi) Don Paolo…
Don Paolo
Ma io domando a voi: è una cosa decente quella che fate, o è una…? (Mettendosi la mano sulla bocca) Uhm!.. me ne fareste dire delle grosse. E, intanto, adesso avremo gente in casa, e, se voialtri continuerete così, sarà uno scandalo. Che si penserà di me? Bel tutore!.. E che prete modello!.. (Pausa. Vedendoli mortificati) Be'… Non importa: quello ch'è fatto è fatto… Ma per evitare le tentazioni, la notte chiuderò bene a chiave la porta d'ingresso. E per l'avvenire staremo tutti quanti più attenti. Giustino, vuoi dare il buon esempio?
Giustino
Sì.
Don Paolo
Saluta da quel bravo galantuomo che sei e piglia la via di casa. È ancora probabile che i miei ospiti arrivino stasera, e non voglio che a quest'ora ti si trovi qui. Per mio nipote non me ne preoccuperei, ma c'è qualche amico suo e c'è… quell'altra parente… con cui ho poca dimestichezza. Ho udito già da un pezzo il fischio del treno, e a venire dalla stazione non s'impiegano più di dieci minuti. Va, figliolo mio: sii ragionevole. Va a dormire.
Giustino
Obbedisco.
(Giustino gli bacia la mano. Si avvia. Poi indugia, guardando Rosa che a sua volta lo guarda. S'interrogano così, senza parlare, e sono sulle spine.)
Don Paolo
(li contempla e conclude quasi tra sè:) Ho capito. (Ride) Ah, ah, ah! (Indi a Rosa, con intenzione furbesca:) Rosa, è tutto pronto nelle camere? Biancheria, acqua, candele?
Rosa
Se volete darci un'occhiata voi stesso… I vostri occhi vedono meglio dei miei.
Don Paolo
E chi ne dubita? Vado e torno sùbito. (A Giustino:)E qui non ti ci voglio ritrovare. Mi spiego? Si saluta, e si va a casa a dormire… Siamo d'accordo?
Giustino
(col capo fa cenno di sì.)
Don Paolo
E che il Signore t'accompagni. (Esce per la prima porta a destra.)
Rosa e Giustino
(parlano frettolosamente sottovoce.)
Rosa
Stanotte, come facciamo?
Giustino
Come al solito.
Rosa
Non potrai entrare.
Giustino
Perchè?
Rosa
Don Paolo chiude a chiave.
Giustino
Meglio! Resto qui addirittura.
Rosa
Dove?
Giustino
Mi nascondo nella tua stanza.
Rosa
E poi?
Giustino
E poi me la svigno per la tua finestra. Due uomini di altezza.
Rosa
Ma tu sei un uomo solo.
Giustino
Che fa? Di sotto ci sono anche gli alberi.
Rosa
E se da quella parte incontri il cane?
Giustino
Il cane mi conosce e non dice niente.
Rosa
Aspetta. (Prende di su una tavola del pane, ne rompe un pezzo e glielo porge.) To', prendi.
Giustino
(prendendolo) Che è?
Rosa
È pane. Glielo dai a mangiare e abbaierà sottovoce.
Giustino
Vedremo.
Rosa
Presto, nasconditi. E non far rumore. (Lo spinge verso la propria camera, che è la seconda a sinistra.)
Giustino
(dandole un bacio in faccia) Questo è senza rumore. E tu, sbrigati. Hai capito? (Esce.)
Rosa
(chiude subito la porta, e, accorgendosi che Don Paolo ritorna, va alla finestra, fingendo di salutare con amore) Buona notte, Giustino! Buona notte, Giustino mio bello! Pensa a me. Buona notte!
Don Paolo
Non tante smancerie dalla finestra.
Rosa
Salutavo.
Don Paolo
Era dispiacente d'andarsene?
Rosa
Eh!..
Don Paolo
Se non vi avessi lasciati ancora un momento soli, poveretto, non si sarebbe deciso ad andar via. Il… (ammiccando) bacino della staffa, non è vero?
Rosa
Già.
Don Paolo
Te la consuma la faccia quello lì! S'ha da affrettare questo benedetto matrimonio, altrimenti… Con la primavera c'è poco da scherzare!
Rosa
Perchè?
Don Paolo
«Perchè?» (Diventando quasi grave, accenna al cielo con gli occhi e con le mani) Perchè siamo stati fatti così!