Kitabı oku: «La fine dell'amore», sayfa 2
SCENA III.
ANNA e D'ALMA
D'Alma
(è lontanissimo da lei, in un canto della stanza, nel suo atteggiamento di sognatore.)
Anna
(siede.) (Un silenzio.) E voi?
D'Alma
Io… deploro!
Anna
(schiettamente curiosa) Che deplorate?
D'Alma
Quello che qui accade.
Anna
È strano! A me pare che non accada proprio niente.
D'Alma
(serafico) Non siete voi, Anna, la farfalla intorno a cui scherzano dei bambini più o meno insidiosi?
Anna
(un po' imitandolo) E non siete voi, Giuliano, uno dei bambini più o meno insidiosi che scherzano intorno a questa farfalla?
D'Alma
Oh, no!.. Io la guardo! Io l'ammiro!.. Ma la mia mano non oserebbe mai di ghermire quelle ali agitate vertiginosamente da una così gentile inconscienza.
Anna
Mai?!
D'Alma
Mai! (Siede.)
Anna
(risatina) Converrete che c'è del metodo in tutto questo.
D'Alma
Attribuireste voi a me, come agli altri, un volgare calcolo… maschile?!
Anna
Volgare, non so; ma, via, maschile… credo di sì.
D'Alma
(con accento drammatico) Quale inganno è il vostro!!
Anna
(di scatto) Cosa?!
D'Alma
Anch'io, è vero, sono vissuto nella corruzione. Anch'io sono stato vittima dell'abbrutimento che col pretesto degli istinti… coinvolge l'umanità!.. Ma quando ho conosciuto voi, creatura eletta, minacciata dalla corrente malefica, io ho avuta nausea di me stesso. La mente mia ha concepito la salvezza di un affetto inestinguibile; e ha visto, luminosa, la possibilità di eliminare l'errore, di sollevarsi dal fango e di correggere perfino i così detti istinti…
Anna
(spalancando tanto d'occhi) Ah?!
D'Alma
E d'allora in poi, Anna, il miraggio della mia vita si è elevato; e, vagheggiando le estasi purissime delle anime che s'incontrano all'infinito, io non ho desiderato che il godimento di un amore perfetto, casto, immateriale!..
Anna
(lo guarda, sorpresa, attonita. Indi, dissimulando nell'ammirazione uno strano dubbio) E… ditemi: sono certamente io… la sola donna che vi abbia ispirato un amore… di questa specie?
D'Alma
La sola!!!
Anna
(con orgoglio entusiastico foderato d'ironia) È una grande sodisfazione! (Pausa. Poi, con burlesca volubilità, alzandosi) E se per caso fossi stata vostra moglie?
D'Alma
(imbarazzatissimo) Non mi sono mai permesso di rivolgermi una simile domanda.
Anna
Ah, già! Dimenticavo che, dati i vostri ideali, non ci sono più mogli… e, soprattutto, poi, non ci sono più mariti. (Sospirando) Io, invece, sono molto maritata! (Risatina) Perchè le mogli separate dai loro mariti possono sentirsi più maritate delle altre?
D'Alma
(confuso) Marchesa… come volete che lo sappia io!?
Anna
Avete ragione! Nondimeno, il perchè è così semplice! Un marito, anche se intrinsecamente abbominevole, stando lontano, vale sempre più di quanto varrebbe se stesse vicino. Sono due anni che mio marito… è separato da me. Da questo punto di vista, io comincio a sentirmi maritatissima!
D'Alma
(dopo una reticenza) Lo amate?
Anna
(contraffacendolo) Lo amavo! (Un silenzio. Poi, ride un po') Ah ah! (Mutando di nuovo e sedendo)Vi compiacereste di darmi dei chiarimenti?
D'Alma
Su che?
Anna
Sulla… «correzione degli istinti»?
D'Alma
Volentieri. (Pausa) Avete voi letto Tolstoi della prima maniera?
Anna
Io ho letto… per esempio, Nanà, di Zola…
D'Alma
Ma non è precisamente lo stesso!
Anna
Be', che dice il vostro Tolstoi della prima maniera?
D'Alma
Ecco… (Fruga nelle saccocce e ne cava parecchi libri.)
Anna
Lo avete sempre in tasca?
D'Alma
Sempre! È uno dei miei compagni prediletti. (Sceglie uno dei libri, lo apre e lo dà ad Anna, mostrandole una pagina) Leggete qui. (Soavemente)È modernissimo!
Anna
(dopo aver letto un po') Uh! Guarda guarda guarda!.. Voi, per amarmi così sublimemente, non mangiate che erba?!
D'Alma
Non vi fermate a certi particolari, vi prego.
Anna
E con questa igiene voi siete sicuro… delle estasi purissime?!
D'Alma
(sorridendo con tristezza) Comprendo! A voi sembra che la facilità con cui io mi lascio andare a queste conversazioni intime (con disgusto) sia, per lo meno, un avanzo del materialismo comune. Ebbene, io vi mostrerò che so e posso trionfarne. (Con energia) Da solo a sola con voi, Anna, io non mi troverò… mai più!
Anna
(con latente stupefazione) Me lo promettete?..
D'Alma
(con gravità) Ve lo prometto!
Anna
(con lieve trasparenza comica) Siete immenso!..
D'Alma
Grazie!
Anna
Non c'è di che.
(Un silenzio.)
D'Alma
Ed ora, (alzandosi) se non m'inganno, ci siamo detto tutto!
Anna
E sfido io! Che altro ci potremmo dire?!
D'Alma
Arrivederci…
Anna
Arrivederci…
D'Alma
Ma… (fa un gesto complicatissimo e solenne ricordante la risoluzione presa.)
Anna
(imitando caricatamente il gesto di lui) Oh… siamo intesi!..
D'Alma
(assorto, si allontana. Presso la porta, si trova a faccia a faccia con Salvetti: ne ha un soprassalto di fastidio, ed esce fuggendo.)
SCENA IV.
ANNA, SALVETTI
Salvetti
Sono di troppo?
Anna
Ma che «di troppo»! Non vedete che se ne va?
Salvetti
(restando sulla soglia) Io ritengo di essere di troppo appunto quando non c'è nessun altro.
Anna
Quando non c'è nessun altro dovreste piuttosto ritenere di non essere… sufficiente. Avanti, avanti! (Mettendosi con cura il cappellino) Io aspetto ansiosamente questi cavalli e questi cavalieri. Ben presto vi lascerò. Non abbiate soggezione di me. Sdraiatevi in una seggiola a bracciuoli, leggete i vostri giornali, fate il vostro chilo comodamente…
Salvetti
Per obbedirvi… (Siede in una poltrona presso il tavolino e sceglie qualche giornale.)
Anna
Del resto, la vostra colazione, è durata pochino. (Dopo aver messo il cappellino incomincerà ad infilare i guanti.)
Salvetti
Come il vostro colloquio con Giuliano.
Anna
Preciso.
Salvetti
(con gli occhi sul giornale) Una bistecca e un po' di frutta: ecco la mia colazione.
Anna
Un po' di frutta, senza la bistecca: ecco il mio colloquio. Mi do anch'io all'erba!..
Salvetti
Lo avete… bocciato?
Anna
Chi?
Salvetti
Giuliano.
Anna
Non l'ho neppure esaminato.
Salvetti
Sicchè, è soppresso.
Anna
Perchè sopprimerlo? È un gentile giovane.
Salvetti
Certo.
Anna
Alquanto… vaporoso. (Fa lo stesso gesto complicato che ha fatto dianzi.)
Salvetti
Spiritualista e vegetariano.
Anna
(sincera) Quel che c'è di più moderno, sapete.
Salvetti
E chi lo nega? Molto moderno, e quindi niente affatto… esigente.
Anna
Ah, questo sì!
Salvetti
Compiango lui e compiango anche voi.
Anna
Credete che per una donna sia così penoso l'essere saggia?
Salvetti
Credo solamente che sia meno penoso il non esserlo.
Anna
(dopo una pausa) Dottore…
Salvetti
(leggendo) Marchesa?
Anna
Disturbo?
Salvetti
Anzi.
Anna
(avvicinandosi con amichevole dimestichezza) In confidenza… secondo voi, chi è che potrebbe farmi oltrepassare i confini della saggezza?
Salvetti
(subito) Chiunque.
Anna
(offesa) Come?!
Salvetti
Lasciatemi finire. Chiunque… sapesse chiedere… nel momento propizio.
Anna
(allontanandosi stizzita) Eccoci alle solite insolenze!
Salvetti
«Pulsate, et aperietur vobis» scrisse uno che se ne intendeva.
Anna
Non capisco di latino!
Salvetti
Sono io qui apposta per tradurvelo. «Picchiate e vi sarà aperto». La condizione del «momento propizio» non c'è nel testo; ma… oh Dio!.. si legge tra le linee. (Alzandosi) E io vi dimostrerò che…
Anna
(interrompendolo esasperata) Basta! Basta! Basta! Non mi irritate di più. Coi vostri quarant'anni suonati, dovreste giudicarmi meno superficialmente. Le condizioni speciali della mia vita non possono escludere, è vero, la probabilità, vicina o lontana, d'una dedizione; ma da questo a quello che dite voi, ci corre! ci corre!
Salvetti
Io dico lo stesso in sostanza, perchè tutte le donne, quando stanno per cadere, credono in buonissima fede di trovarsi nelle condizioni speciali che non solo giustificano ma esigono la caduta. E penso io forse che esse abbiano torto? Oibò! Io non faccio che applicare a voi una legge naturale, comune a tutta la femminilità militante: – «non sono veramente sagge che le donne a cui non si chiede niente».
Anna
(scattando) Badate, però, che possono essere sagge, malgrado loro, anche quelle a cui si chiede troppo!
Salvetti
Io vi auguro che s'indovini sempre la misura giusta della richiesta.
Anna
Ed io auguro a voi che s'indovini sempre la misura giusta del rifiuto! (Presa dalla rabbia) Siete un impertinente!.. Siete disgustevole!.. Siete insopportabile! Siete mostruoso! (Batte a terra i piedi d'una seggiola, e poi vi siede. – Una lagrimuccia spunta nei suoi occhi.)
Salvetti
(sorridendo sotto i baffi) Calmatevi, via, ve ne prego, calmatevi…: tanto più che (guardando alla finestra) sta per arrivare il conte… in un magnifico costume di occasione.
Anna
Io ho bisogno di graffiare qualcuno!
Salvetti
Profittate di me, marchesa, perchè, col conte, non c'è da cavarsi di questi capricci. Quello lì è troppo ben fatto: si guarda e non si tocca!
SCENA V.
DIONIGI, ANNA, e SALVETTI
Dionigi
(in un pretto costume di sportsman, entrando elegante e brioso) Marchesa, le cavalcature sono pronte.
Anna
(bisbetica) Finalmente! Di chi vi siete occupato, sinora? Della vostra toilette? Credevo che non veniste più. Non mi direte, spero, che il fare aspettare una signora sia «molto chic!»
Dionigi
(confuso) Marchesa…
Anna
Il vostro braccio, subito!
Anna
(senza badare a Dionigi e senza metterglisi al braccio, si rivolge al dottore, seccamente:) È deciso dunque che non ci venite?
Salvetti
Ne sono dolente, ma è proprio deciso.
Anna
È permesso di saperne almeno la ragione?
Salvetti
È una ragione… pedestre: non so andare a cavallo.
Anna
Imparerete.
Salvetti
Troppo tardi!
Anna
Cascherete.
Salvetti
Ah!.. Troppo presto!
Anna
(a Dionigi) Conte, il vostro braccio…
Dionigi
Sono qui a offrirvelo, marchesa…
Anna
(mettendoglisi a braccetto con violenza e quasi trascinandolo via) Diventate scortese anche voi!
Dionigi
Io?!
Anna
Mi dareste una smentita?!
Dionigi
No!
Anna
Una smentita a me? A me?!
Dionigi
Ho detto di no, ho detto di no.
(Escono.)
SCENA VI.
SALVETTI solo, poi ANNA, DIONIGI, ALBENGA, D'ALMA, RIVOLI
Salvetti
(segue con lo sguardo, sempre un po' sorridendo, Anna e Dionigi. Siede di nuovo presso il tavolino, borbottando:) Alla vedetta, dottore, alla vedetta!.. (Riflette un poco. Riprende il giornale.)
(Giunge di lontano un brusio. Sono le voci confuse di Rivoli, Albenga, D'Alma, Dionigi. Poi si distinguono alcune parole loro e i lamenti di Anna.)
(Di dentro:)
Dionigi
Incredibile! Incredibile!
D'Alma
Ma non così, vi prego, non così!
Rivoli
Andiamo adagio, santi numi!
Albenga
Voi, Rivoli, non potete!.. Lasciatela tutta a noi…
Anna
(dolorosamente) Ahi ahi ahi ahi ahi!
Salvetti
(tra sè) Ma che cos'è? Questi sono lamenti della marchesa! (Corre verso la porta comune e si ferma spaventato) Oh, diavolo!
(Entrano Rivoli, Albenga, Dionigi, D'Alma, trasportando Annna, che ha gli occhi socchiusi e agita un po' le braccia stringendo in una mano la frusta.)
Salvetti
Qui, qui, su questa poltrona…
Rivoli
(che sostiene il maggior peso) Io non ne posso più!
Dionigi
Assolutamente incredibile!
(Adagiano Anna sopra una poltrona. – Agitazione generale.)
Rivoli
(mettendosi una mano sulla schiena e lasciandosi cadere su una sedia) Sono morto!
D'Alma
Un po' d'acqua!.. Ella sviene!
Albenga
Meglio un po' d'aceto!..
Dionigi
(cavando di tasca una boccettina) Questa è una bottiglia di smelling salts. Eccellente!
Anna
(lamentandosi) No… non voglio nulla… non voglio nulla… Ahi ahi ahi ahi ahi!
Salvetti
(con urgenza) Ma si può sapere sì o no che è accaduto?
Albenga
Pare che Lady Florence le abbia tirato un calcio degno di un mulo.
Salvetti
È orribile!
Dionigi
Ed è stranissimo!..
Anna
(tenendo sollevato un piedino) Ahi ahi ahi ahi!
Salvetti
Marchesa… marchesa… Dove siete stata colpita?
Anna
(lamentosamente) Giù… giù…
Salvetti
Al piede, eh?.. Dite, marchesa: al piede?
Anna
(con un fil di voce) No… non precisamente al piede…
Salvetti
(sconcertatissimo) Non precisamente al piede?!
Gli altri
(sconcertatissimi) Non precisamente al piede?!!
Salvetti
E come si fa?!
Anna
Ahi ahi ahi ahi! Che spasimo!
Salvetti
Del resto, ella soffre, e io debbo compiere il mio dovere!
D'Alma
Mi meraviglio di voi!
Dionigi
Non sarebbe di buon gusto, dottore!
Albenga
Sarebbe una mancanza di riguardo!
Salvetti
Ma voi siete matti! I medici non hanno occhi!
Rivoli
Questo è vero!
Anna
Dottore, pregateli voi di allontanarsi…
Salvetti
Avete udito? A ogni minuto che passa il suo stato si aggrava!.. Via! Via tutti! Ve lo chiedo in grazia! Ve lo comando!
Gli altri
(mormorando, si allontanano mal volentieri e vanno nella stanza attigua, in fondo.)
SCENA VII.
SALVETTI, ANNA
Salvetti
(vivamente preoccupato, chiude la porta e torna ad Anna, premuroso.)
Anna
(a un tratto, salta in piedi graziosamente.)
Salvetti
(trasecolato) Eh?!
Anna
Sss… Silenzio.
(Parleranno tutt'e due a voce molto bassa.)
Salvetti
E lo spasimo?
Anna
Niente spasimo! Ho voluto mandare a monte la gita senza far capire che non ne avevo più voglia.
Salvetti
E il calcio di Lady Florence?
Anna
L'ho inventato io nel momento in cui nessuno mi guardava.
Salvetti
Eppure, questa gita l'avevate proposta voi. Vi ci sareste divertita!
Anna
Mi annoiavo di divertirmi, ecco. E tutto per colpa vostra. Solamente voi avete l'abilità di mettere i miei nervi in agitazione.
Salvetti
(dissimulando la compiacenza) Me ne dispiace molto, e se potessi rimediare…
Anna
Parlate piano, e aiutatemi, almeno, ad accreditare la menzogna.
Salvetti
Va bene, ma io sospetto che quei curiosi stiano a spiare dietro l'uscio…
Anna
Andate un po' a guardare dal buco della serratura…
Salvetti
(sulla punta dei piedi, va in fondo, esclamando a voce alta:) Oh, povera marchesa! Povera marchesa! (E guarda dal buco della serratura.)
Anna
(frattanto, si lamenta) Ahi ahi ahi ahi!
Salvetti
Il nemico è lontano. Ma per maggiore precauzione… (Tira le tendine sull'uscio.)
Anna
No, no: che fate?
Salvetti
I buchi… sono i traditori della scienza! (Ritornando a lei) Ora potete essere sicura che il segreto professionale non escirà da questa camera.
Anna
Di quanto tempo avreste bisogno per compiere il vostro dovere, se veramente io avessi ricevuto il calcio?
Salvetti
Di due o tre ore.
Anna
Che esagerazione!
Salvetti
Facciamo… un'ora e mezzo.
Anna
Ma che dite! Voglio sbrigarmi, io.
Salvetti
Non posso mostrare di essere così frettoloso nell'esercizio delle mie funzioni.
Anna
Dieci minuti, e non più! Per un dottore di vaglia come voi, dovrebbero bastare.
Salvetti
(rassegnato, con intenzione significativa) E basteranno!
Anna
(disinvolta, senza sottintesi e senza preoccupazioni)Come impiegheremo noi questi dieci minuti?
Salvetti
(si guarda attorno per un moto istintivo, e poi le si avvicina, tormentandosi i baffi nervosamente)Come li impiegheremo?.. Non sarebbe il caso di cominciare… il tentativo di quella famosa cura, di cui voi, sinora, non mi avete creduto capace?
Anna
(sorpresa, costernata e severa, indietreggiando un po') Che cosa vi salta in mente, dottore?
Salvetti
(con voce stranamente commossa) Marchesa, perchè turbarvi così?.. Di che temete? (Le si accosta di più, guardandola tutta) Di che temete?
Anna
Io non temo di nulla… Ma desidero di chiamare i vostri amici…
Salvetti
Voi non lo farete… Sarebbe un'imprudenza grave. Sarebbe la denunzia della vostra finzione; e questa finzione sarebbe poi per me una réclame, che non è certamente ciò che vi sta più a cuore.
Anna
(presa dal panico) Sì, ma il vostro contegno… la vostra voce… i vostri sguardi… le vostre parole… Insomma, dottore, o la smettete… o io li chiamo!
Salvetti
È una minaccia legittima, lo so. Ma se io da questa minaccia mi lasciassi disarmare, (accalorandosi)voi, mia bella ammalata, di qui a poco mi dareste forse del collegiale, e a chi si è dato del collegiale non c'è più niente da dare… nè di peggio, nè di meglio!..
Anna
(quasi tremante) Dottore, non fate lo sciocco, e non insistete…
Salvetti
Io insisto, marchesa, perchè questa è la crisi. È la crisi! I dieci minuti volano… (Accalorandosi maggiormente) Voi siete incantevole… Voi siete irresistibile… E io, per non avere scrupoli di coscienza (si slancia come per afferrarla), voglio giuocare tutto per tutto!
Anna
(furibonda, colpendolo con la frusta) E avete tutto perduto anche prima di giuocare!
Salvetti
Ahi! (Si tocca il braccio colpito.)
Anna
(chiamando vivissimamente) Rivoli, Albenga, Dionigi, Giuliano! Venite, venite subito!.. Venite tutti!
Salvetti
(tra sè, mordendosi le dita) Mi sono sbagliato!