Kitabı oku: «Nemmeno un bacio: Dramma in tre atti e un epilogo», sayfa 6
SCENA SESTA
Clotilde
(di fuori – chiassosamente) Nanetta! Nanetta! (Entra, zelantissima) Ho visto per la prima volta il signor Corrado con le lagrime agli occhi… (Interdetta) Che diamine vi è accaduto? Vi siete bisticciati?
Nanetta
Sì, zia. Ci siamo bisticciati.
Clotilde
Sia lodato il cielo! Fate sempre comunella. Almeno vi siete bisticciati una volta! (Li osserva. Si meraviglia.) O insomma?!.. Sul serio?!..
Nanetta
Più di quanto tu possa immaginare.
Clotilde
(affettuosa, vivace e scherzevole) Ma che!.. Non seccare! Finiscila! Finitela tutti e due!
Nanetta
T'assicuro, zia, che non c'è rimedio. E, anzi… sarebbe imbarazzante per me e per lui… se io profittassi ancora della tua ospitalità. (Si alza.)
Clotilde
(con un moto di viva sorpresa significativa) Te ne vuoi andare anche tu?! All'impensata?! Proprio oggi?!
Enrico
(sordamente) È naturale che se ne voglia oggi andare anche lei.
Nanetta
(fremendo di collera raffrenata, lo fulmina con lo sguardo e con la voce) Taci ora, tu!
Enrico
(si abbatte su una sedia, in silenzio.)
Clotilde
Non mi pare che sia il caso di pigliarla così tragicamente, cara Nanetta: tanto più che le apparenze dànno ragione a mio figlio. Il suo torto potrebb'essere soltanto quello di darsi pena per un fatto… il quale non riguarda che te. Tu hai da un pezzo proclamata la tua emancipazione, che, alla tua età, e dopo tante disillusioni, è più che legittima. E, visto che non riesci a domare la passione che hai per quell'uomo, la tua imprudenza… è comprensibile. Per conto mio, riconosco che fai benissimo a cavar dalla vita il meglio che puoi.
Nanetta
(la fronte in fiamme, le guance violacee, esplode, e le sue parole sono una valanga d'ironia facinorosa) Sì, zia: a qualunque costo, il meglio che posso, e, sopra ogni cosa, tutte le dolcezze, tutte le gioie dell'amore, perchè sono esse appunto che meritano certamente che si faccia tacere il nostro decoro, la nostra fierezza, il nostro pudore, ogni scrupolo della nostra coscienza, ogni sentimento che non abbia le radici nel nostro egoismo! Tu m'incoraggi, non è vero?, tu m'incoraggi a sostituire, finalmente, alla malinconica speranza d'essere una moglie l'allegra realtà d'essere un'amante?! (Scoppiando in una risata frenetica) Ah ah ah ah!.. Nessuna donna è stata mai più ridicola di me!
Clotilde
Ma frènati, Nanetta! Tu sei in uno stato d'esaltazione che mi spaventa e che m'impedisce di raccapezzarmi.
Nanetta
(grida:) Cavo dalla vita il meglio che posso, io, e perciò fuggo da tuo figlio, che, un momento fa, mi prometteva di sposarmi!
Clotilde
(con un sobbalzo di stupore e d'allarme) Mio figlio ti prometteva di sposarti?!
Nanetta
Ma sta' tranquilla: l'ho già salvato dalla sua follia. Te lo garantisco.
Clotilde
(agitatissima) È lui che me ne deve convincere. Sino a quando lui stesso non riuscirà a rassicurarmi, io temerò effettivamente che il suo cervello sia spacciato!
Nanetta
(imperiosa) Rassicura tua madre, Enrico! Ne hai bene il dovere.
Clotilde
(al figlio) A te, dunque. Parla. Dimmi quel che senti. Dimmi quel che pensi. Io ho bisogno di saperlo.
Nanetta
(attende ansiosissima, presa da una perplessità complicata e contraddittoria.)
Clotilde
(con ferma insistenza) Mi sono spiegata, sì o no?
Enrico
(incalzato dalla desolazione, rompe in una crisi di pianto) Ho l'anima che mi muore, mamma! Questo solamente so dirti.
Clotilde
(furibonda, a Nanetta) Lo vedi se l'hai salvato!?
Nanetta
(slanciandosi a soccorrerlo con un impeto infrenabile di tenera compassione) No, no, Enrico! No!
Clotilde
(energica e severa) E che fai adesso?!
Nanetta
(si arresta d'un colpo come sull'orlo d'un fosso. Le corre un brivido per tutto il corpo. Retrocede un poco.)
Clotilde
(piantandosi risoluta accanto alla porta di destra, si rivolge al figlio e, con un gesto d'imposizione, gli comanda:) Vieni con me, tu! Quando saremo soli, saprai dirmi, senza dubbio, qualche cosa di meno rattristante. Obbedisci!
Enrico
Sì, mamma. (Si alza. Contiene i singhiozzi. Si asciuga le lacrime. E, passando, con la testa bassa, innanzi alla madre, rassegnatamente, esce.)
Clotilde
(sta per seguirlo.)
Nanetta
(supplichevole) Un momento, zia! Te ne prego.
Clotilde
(si ferma, si volta. – Poi, quasi senza asprezza) Che altro vuoi, Nanetta?
Nanetta
Nulla per me, zia. Oggi, come sempre. (Pausa) Chiudi quella porta.
Clotilde
(chiude e le si accosta, lenta, in attesa) Di' pure.
Nanetta
(pianamente, con una serenità di voce che contrasta coi segni della sua fisonomia) Non seguo il signor Corrado. Non sarò l'amante del signor Corrado. Non lo vedrò mai più. E tra me e lui il sacrificio della più austera rinunzia è stato compiuto fino all'ultimo. Nondimeno, è necessario che tuo figlio continui a credermi o a sospettarmi… una sgualdrina. Il disprezzo non tarderà troppo ad uccidere l'amore – ed egli sarà salvo davvero.
Clotilde
(smarrita nella commozione, nella riconoscenza) Nanetta mia!.. Come mi fai mortificare d'essere stata cattiva con te… E che grande bontà è la tua! (L'abbraccia fortemente e la bacia.)
Nanetta
Non ne ho alcun merito. (Ogni sua parola cade come una lagrima) È il mio destino che me la impone. (Si distacca) E addio!.. Capirai che in questa casa non posso rimanere nè un giorno, nè un'ora di più.
Clotilde
(ha un gesto d'adesione accorata, ma indispensabile.)
Nanetta
(guarda la porta chiusa. Dilata le pupille. Resta intenta) E ancora piange!.. Ancora piange!..
Clotilde
(tende l'orecchio) … A me sembra che si sia calmato…
Nanetta
Tu non senti che piange? Io sì, purtroppo! (Fa qualche passo per essere più vicina alla porta. E ascolta e ascolta. – A poco a poco, è penetrata da quel pianto come dal fascino d'un maligno incantesimo. – Ella è lì, nella immobilità della soggiogazione, col dorso un po' curvo, con tutti i sensi tesi verso quell'uscio, con la bocca semiaperta in una espressione di spasimo dolce. – Indi, comincia ad affannare. Il suo petto pulsa violentemente. Il suo volto si sbianca ogni istante di più.)
Clotilde
(che non ha cessato di osservarla, a un tratto, impressionata, le va alle spalle e la chiama, appena:) Nanetta!..
Nanetta
(come in un brusco risveglio) Zia!
Clotilde
Che hai?!
Nanetta
(trasognata, perduta) Non so… Quel pianto insistente, che mi chiama, che mi chiama… è terribile per me!.. Sono… una debole donna… Tanto debole!.. (Piange anche lei. – Si sente mancare) Aiutami tu ad andar via… Aiutami tu!.. (Si abbandona tra le braccia pronte di Clotilde.)
Clotilde
(la sostiene, la stringe)…
SIPARIO
EPILOGO
Il salotto d'un appartamentino di lusso in un grande albergo. Architettura ed eleganza modernissime. Poca tappezzeria, colori tenui, mobili fragili e bizzarri. – A destra, il vano ampio d'una terrazzina inquadra il profilo del Vesuvio, nella luminosità azzurra dell'orizzonte partenopeo. Dallo stesso lato, un paravento orientale e alcune palme, ben ricche di foglie, formano quasi un semicerchio dietro un divano basso e largo, che promette le dolcezze della pigrizia contemplativa.
Verso l'altro lato della stanza, sopra un tavolino laccato, una fotografia in cornice, dei Copenaghen, e scatole e vassoi e snelle anfore d'argento. Nelle scatole e nei vassoi, sigarette e bonbons d'ogni sorta. Dalle anfore, si ergono, sui liberi steli, rose delicatissime e capricciose orchidee.
Una porta in fondo, una porta a sinistra.
Qualche cenno sui nuovi personaggi che compariscono nell'epilogo.
Claudine Ranier è una cocotte, che, venuta di Francia alle sue prime armi, risiede da molti anni a Napoli, dove è salita in auge, e che, per quella legge d'infiltrazione alla quale sottostanno i forestieri residenti a lungo in questa città, è diventata mezzo napoletana, assimilando soprattutto la parlata e le maniere del popolo, le cui caratteristiche sono tanto suggestive. La voce, i gesti, gli atteggiamenti, il pensiero di Claudine sono un misto di napoletanità e di pariginismo e il suo modo di esprimersi è un ibrido connubio di lingua francese e di vernacolo partenopeo, con un po' d'italiano storpiato. – La erre nativa strascica e gorgoglia insistentemente.
Rossana Monteflora è un'altra cocotte di alto bordo. Rivaleggia in bellezza e in lusso con Claudine Ranier, e molto presume di sè, sfoggiando una signorilità tutt'altro che autentica.
Amalia, di professione canzonettista, è una donna che ha più di quarant'anni. Sul suo volto son le tracce della lunga attività muliebre accoppiata all'esercizio professionale, e il suo corpo, un po' ingrassato e squinternato, sopporta un busto eccessivamente stretto, che preme da tutte le parti, conservandole, in apparenza, la necessaria idoneità.
Albertina e Ninì sono anche loro canzonettiste. La prima ha già fatto fiorire abbondantemente i vari rami innestati al fusto della sua professione; la seconda – Ninì – giovanissima, esile, pallidina, è ancora fanciulla, e serba, tra gl'indugi dubitosi della sua giovinezza e i timori della sua deficiente intelligenza, l'istintivo pudore e l'istintiva sentimentalità, capace di bontà e di dolcezza.
SCENA PRIMA
(In iscena, nessuno.)
Amalia
(entrando dal fondo, tutta animata di zelo, e dirigendosi alla porta a sinistra) Claudine! Claudine!.. Fai ancora toletta?
(Si udrà, di dentro, la voce di Claudine, talvolta graziosa, talvolta sguaiata, in quel suo linguaggio speciale.)
Claudine
C'est toi, Amalia?
Amalia
Sì, moi, moi. Hai tempo?
Claudine
Un piccolo momento.
Amalia
Li conosco i tuoi «piccoli momenti», cara parigina. Sbrigati! Stanno per venire Rossana Monteflora, Albertina e Ninì. Chiacchieravano giù, nel bar, col direttore dell'hôtel, che faceva il galante; ma mi hanno avvertito che sarebbero salite subito.
Claudine
Hanno già appurato?.. C'est idiot!
Amalia
Iersera, a mezzanotte, tutta Napoli sapeva che Enrico Carmineti e il marchesino Bargonzi s'erano abbarruffati per causa tua e che era corsa sfida immediatamente.
Claudine
Ce sale trou de Naples!
Amalia
(scherzando con acredine) Ci stai da otto anni in questo «sale trou de Naples», e ti sei tanto napoletanizzata che parli, ormai, più napoletano che francese. È segno che ti ci trovi benino!
Claudine
Gesù! Ma cheste so' cose 'e pazze! Io parlo napulitano?!
Amalia
A te sembra di parlare toscano?
Claudine
Fiche-moi la paix, Amalià!
Amalia
E di', parigina: hai notizie?
Claudine
No.
Amalia
Non sai nemmeno dove sono andati a battersi?
Claudine
No.
Amalia
Speriamo che non gli vada troppo male, povero Enrico!
Claudine
Je déteste le duel!
Amalia
Lo credo!
SCENA SECONDA
(Entrano, l'una dopo l'altra, affaccendate, Rossana, Albertina, Ninì.)
Rossana
Dunque?
Albertina
Dunque?
Ninì
Dunque?
Amalia
Sinora, nulla.
Rossana
E Claudine?
Amalia
Sta vestendosi. Io, intanto, vi ho annunziate.
Rossana
Noi siamo entrate così, perchè il portiere dell'hôtel ci ha detto che non dovevamo farci annunziare. (Con una intonazione di meraviglia) Ha avuto l'ordine di spedire senz'altro al numero 28 chiunque chiedesse di Enrico Carmineti o di Claudine Ranier. Trovo strano!
(Abbassano la voce per comentare.)
Amalia
Ingresso libero, oggi!
Rossana
Mentre, oggi, al suo posto, una donna veramente elegante non riceve nessuno.
Amalia
Ma come potrebb'essere, lei, una donna elegante?!
Albertina
Con quella parlatura che ha presa, di ciabattona napoletana!..
Amalia
E con quelle mani!..
Rossana
E con quei piedi!.. Dio, che piedi!
Ninì
(andando in giro, un po' imbambolata, per la stanza, ha notato sul tavolino il ritratto di Enrico e ora, sollevandolo delicatamente, nella cornice dorata, con ambo le mani, se lo studia.) Come l'hanno dimagrato, qui, il signor Enrico!
Rossana
Vedere! (Corre e s'impossessa del ritratto.)
Albertina
Vedere! Vedere!
Tutte e quattro
(in gruppo, esaminano la fotografia.)
Rossana
Sempre un portento di omo, però!
Albertina
Qui, somiglia al Conte di Torino.
Amalia
Ma che!.. In questa fotografia somiglia al Duca degli Abruzzi.
Rossana
Con i baffi di più. (Ripone sul tavolino.)
Amalia
Comunque, Ninì preferisce l'originale.
Ninì
(arrossendo) A che proposito?
Amalia
Cos'è?.. Non ti piace Enrico? Non ne sei un poco innamorata?
Ninì
(con ingenua dissimulazione) Un uomo che ha trentacinque o trentasei anni non mi può piacere.
Albertina
Oh bella!
Amalia
E perchè?
Ninì
Perchè mammà vuole che mi piacciano solamente gli uomini che hanno meno di vent'anni o più di settanta.
(Si ride.)
Rossana
Dopo tutto, non ha torto. Sono i più comodi. (Mutando) Va per le lunghe la toletta della parigina. (Chiama sdolcinatamente) Claudine!.. Siamo qui! Ansiosissime!..
Albertina
(imitando) Non farti aspettare troppo.
Claudine
(ancora di dentro) Venco, venco dans un instant.
Albertina
(prendendo una sigaretta da una scatola) Provvisoriamente, ti rubo una sigaretta.
Claudine
Oui, chère.
Amalia
Io, un fondant.
Ninì
Io, una rosa.
(Eseguono.)
Rossana
Quanto a me, non voglio rubarti un bel niente!
Claudine
Prends garde per la coda di paglia, Rossana! Et à bon entendeur, salut!
Rossana
(piano) Sciocca!
Albertina
(offrendo alle altre, con in mano la scatola) Vi servite anche voi?
Amalia
(servendosi) Quel che si lascia è perso.
Ninì
Lo sai che non fumo.
Rossana
Io fumo le mie. (Cava dalla sua borsa un portasigarette e un portafiammiferi, l'uno e l'altro d'oro, cercando di mostrarli.)
(Ricomincia il cicaleccio della maldicenza. – Amalia, Rossana, Albertina accendono le sigarette, fumano.)
Rossana
Tre ore davanti allo specchio, anche oggi! Non par vero!
Albertina
Ci giurerei che non è neppure in pena per quel disgraziato che si batte per lei.
Amalia
Come vuoi che sia in pena se iersera lei stessa gli montò la testa contro il marchesino?
Ninì
Che cattiva!
Rossana
(con ostentato disgusto, ad Amalia) Ne sei sicura?!
Amalia
Ero lì.
Le altre
(circondandola, assediandola) Racconta… Racconta…
SCENA TERZA
Claudine
(in un'acconciatura eccessivamente alla moda, il volto pitturato e patinato come una maiolica – entra, dandosi l'aria di essere agitatissima) Abbiate pacienzia!.. Sto così disturbata, sto così buleversata che per vestirmi ci è voluta 'a mano de Dio!
Albertina
Lo dicevamo, pocanzi: «quella povera Claudine sarà sui carboni ardenti».
Claudine
Albertina mia, aggio passato 'o guaio!
Amalia
Il guaio, veramente, è più suo che tuo.
Rossana
Soprattutto se le busca!..
Ninì
(con sincera trepidazione e con sincera stupidità) Ma non si poteva evitare questo inconveniente del duello?
(Siedono. – Claudine e Rossana, vicine, in atteggiamenti importanti, si squadrano a vicenda, esaminando ciascuna la toletta dell'altra.)
Amalia
(con saccenteria) E no! Non si poteva.
Claudine
C'est idiot!
Amalia
Quando è in gioco la gelosia, non c'è modo di tentare un accomodamento. Quel buon Enrico ha il difetto di essere geloso!
Claudine
È nu brutto difetto che sul'a Napoli si trova!
Albertina
Si troverà anche a Parigi, probabilmente.
Claudine
Tu scherzi! On n'a jamais vu un homme jaloux à Paris!
Rossana
Però, dicono che tu fai di tutto per stuzzicare la gelosia di Enrico.
Claudine
Gesù! Cheste so' cose 'e pazze!
Rossana
Lo dicono.
Claudine
Ces sales mufles de napolitains!
Rossana
Del resto, sarebbe una precauzione. Il miglior mezzo per trattenere un uomo è quello d'ingelosirlo.
Claudine
(accendendosi a un tratto e levandosi rabbiosa ed energica) Je te prie de croire, ma chère Rossana, che a me non mi abbisognasse affatto di trattenere Enrico, par ce que je suis sûre qu'il m'adore et qu'il n'y a pas de femmes au monde qui pourraient me l'arracher!
Rossana
(inalberandosi alla sua volta, anche lei si alza tutta accesa) Oh oh!.. Oh oh!.. Parigina di Marsiglia, fanne a meno di scaldarti tanto con me! E se sul serio credi che io te lo voglia rubare, mi fai pietà, sai.
Claudine
Je te connais comme ma poche, ma ti ripeto che non aggio paura, io! Je m'enfiche comme de l'an quarante!
Amalia
(sempre con la sua intonazione di sapienza) Sta' in guardia, Claudine! Tu t'illudi troppo sulla costanza di quell'uomo. Non adorava forse anche me? Eppure, all'improvviso, mi piantò.
Claudine
Uh, Sant'Anna mia! Vai a scavare nu muorto de quindici anni fa!
Amalia
(scatta in piedi, molto offesa, molto irritata, rintuzzandola) Che importa l'epoca?!.. Io ti dico che egli mi dette tali prove d'amore… che tu saresti contenta, magari, di sognartele!
Claudine
Tiens, tiens, tiens, tiens!
Amalia
E, per tua norma, se avessi saputo approfittare del momento buono, egli mi avrebbe perfino sposata!
Claudine
(con una esplosione plebea, schiamazzando) Neh, tu a chi vuo' rompere le stivali?.. Enrico si avrebbe sposata na canzonettista?! C'est à se tordre! Chillo non si mariterebbe nemmeno con me, che non mi sono mai ribbassata al cafè-concerto e aggio fatta sempre la signora!
Amalia
Accidente, che signora!
Claudine
(continuando con sguaiataggine piazzaiola) Tu hai stata il suo debutto nelle sciantose e di chesto ti puoi avvantare. Ma nu capriccio qualunque, nì più nì meno di cento altri capricci di cafè-concerto che gli dava alla pelle.
Albertina
(ribellandosi e levandosi, vivacissima) Capriccio! Capriccio!.. Che significa capriccio?!.. Io sono nel caffè-concerto, e l'anno passato fui la sua amante come ora sei tu.
Claudine
(trivialmente, piantandosi le mani nei fianchi) Overo?!.. E per quanto tiempo?
Albertina
Per più di un mese!
Claudine
Per più di un mese, chillo fece la navetta tra te e Ninì.
Ninì
(alzandosi furiosa) Che c'entro io?
Albertina
(a Ninì, spalancando gli occhi) Come? come? come?!..
Amalia
(a Ninì, investendola con una specie di giubilo chiassone) Anche tu, dunque, ci sei passata?!
Rossana
(a Ninì, canzonandola) Senza il permesso di mammà?
Ninì
(eccitandosi infantilmente) È una falsità! È una menzogna! È un'infamia di Claudine!.. Io sono una ragazza onesta!
Claudine
A che ora, Ninì, sei onesta?
(Gran risata delle altre.)
Ninì
A tutte le ore, perchè non faccio la canzonettista per diventare una cocotte!
Claudine
Aggio capito: la fai per addiventare Adelina Patti!
(La risata si rinnova più clamorosa.)
Ninì
(scoppiando a piangere) Siete tutte maligne! Siete una peggio dell'altra! Malvage! Perverse!
Claudine
(accostandosele con un'affettuosità di persona superiore) Voyons, voyons, Ninì! C'est idiot!
Ninì
(piangendo) Non c'è stato mai niente tra me e il signor Enrico. Mai, mai! E mai niente ci sarà!
Claudine
Eh bien, va: je le regrette pour toi, ma petite, perchè ti attesto… che ne vale la pena! Facimmo na bella pace, mo… (l'abbraccia, la bacia) e nun ne parlammo cchiù!
Amalia
E con me?
Albertina
E con me?
Rossana
E con me?
Claudine
(in un tono e in un atteggiamento di scherzosa autorevole indulgenza) Mais quoi, donc!.. Tra di noi?!.. Ci rompiamo le corna, ma stammo sempre in pace… per solidarietà!
SCENA QUARTA
(Si bussa lievemente alla porta in fondo.)
Amalia
(a Claudine) Bada che bussano.
Claudine
Entrez. Entrez.
(La porta si apre. Comparisce Nanetta. È molto invecchiata: più invecchiata di quanto per gli stessi anni trascorsi ella dovrebb'essere. I pochi resti della sua graziosa bellezza sopravvivono sperduti nelle tristi avarìe. I bei capelli abbondanti sono brizzolati, pressochè grigi. Le armoniche linee del corpo snello e flessuoso si sono deformate nell'arida rigidità. Le guance, non soccorse da verun artificio, sono scolorate e un po' flosce, e fanno già una piega agli angoli della piccola bocca. Le labbra vizze smorzano la lucentezza perlacea dei denti. E anche i grandi occhi, tra la crudeltà delle prime rughe, sembrano due grandi fiori quasi appassiti. Alle tempie, alla fronte, le si stende come un'ombra gelida. Veste un abito da viaggio, di austera signorilità.)
Nanetta
(ritraendosi immediatamente per andarsene) Oh, scusino… Credevo che…
Claudine
Ma di chi cercate?
Nanetta
(sostando) … Cerco del signor Enrico Carmineti. Il portiere dell'hôtel non ha creduto opportuno di farmi annunziare e mi ha mandata qui, al numero ventotto… Sarà stato uno sbaglio.
Claudine
Mais non, mais non, mais non. (Sforzandosi di parlare il suo migliore italiano) Questo è l'appartamento del signor Carmineti; ma lui è sortito da il mattino.
Nanetta
E potrei, almeno… avere qualche notizia?
Claudine
Del duello, forse?
Nanetta
Appunto.
(Tutte la guardano attentamente.)
Claudine
Abbisogna che lui sarà ritornato.
Nanetta
(con dubbioso ritegno) Sicchè… dovrei… dovrei tentare più tardi?
Claudine
Ce n'est pas la mer à boire! Del resto, (con prosopopea da gran signora) si lei non vulete andare e venire, lei putete attendere qua.
Nanetta
(incerta tra la ritrosa timidità e l'ansia di sapere) Temo… d'incomodare…
Claudine
Pas le moins du monde! (Con un gesto d'invito) Favorischi! Favorischi!..
Nanetta
(si avanza un po', esitando.)
Rossana
(a Claudine, passandole vicino, alle spalle) Sarà la madre.
Claudine
(a Nanetta, insistendo) Ma favorischi!
Nanetta
(avanzandosi di più) Allora, profitterò… perchè mi preme di essere informata al più presto possibile.
Claudine
E, prego: con chi aggio l'onore di parlare?
Nanetta
Io sono… una cugina del signor Carmineti.
Claudine
Una cucina? (Incredula, guardandola da capo a piedi) Lui non mi ha mai detto di avere una cucina.
Nanetta
… Non gli sarà parso interessante per lei.
Claudine
(con una punta d'umorismo) Voyons! Il vous a fait du tort! Sedete, sedete. (Affrettandosi a indicarle il divano) Una cucina di Enrico, toujours la bienvenue!
Nanetta
(senza decidersi a sedere) Troppo buona!..
Claudine
(rivolgendosi alle altre con uno zelo e con un sussiego di padrona di casa) E sedete tutte, per carità! Non mi fate i cannelieri!
Amalia
Ma certo che sediamo!
(Gran movimento di sedie e scambi di occhiate.)
Claudine
(accostando una sedia a Rossana) Questa per te.
Rossana
(di sfuggita, senza curarsi di abbassare la voce quanto dovrebbe) Non è sua madre: è una sua ex amante.
Claudine
(subito, assentendo) C'est évident!
Rossana
Ci divertiremo.
Nanetta
(coglie le parole e ne ha una scossa brusca. Non sa in che modo regolarsi. Resta lì, presa come in una trappola.)
Claudine
(voltandosi a lei) Ancora all'in piedi? Lei vi mettete forse appaura di sedere?
Nanetta
Ma no… Seggo… Grazie. (Siede.)
Rossana
(ha comunicato immediatamente la sua scoperta ad Amalia, ad Albertina, a Ninì, che le si trovavano dietro.)
(Esse ridacchiano, s'incuriosiscono. Ninì è un po' più riservata. Prendono posto intorno come per assistere a uno spettacolo.)
Claudine
(si è già seduta presso Nanetta e ha taciuto aspettando che le altre sedessero) E… prego: il vostro riverito nome?
Nanetta
Nanetta d'Altuna.
Claudine
«Nanetta»?
Nanetta
Già: «Nanetta». Mi hanno sempre chiamata così, e non so pensare di chiamarmi altrimenti.
(Le altre quattro donne sono attentissime, di una burlesca attenzione.)
Claudine
(per prolungare l'interrogatorio) «Signora» o «Signorina»?
Nanetta
(subendo penosamente lo scherno che intuisce) Come vuole.
Claudine
Lei avete l'aria di essere una vedova.
Nanetta
Non ho mai avuto un marito vivo: non posso avere un marito morto.
Claudine
(in un tono di omaggio) E allora, vi attocca: «signorina».
Nanetta
(stringendosi nelle spalle) Benissimo.
Amalia
(frena un piccolo scroscio di riso.)
Nanetta
(ode e si rassegna, paziente. Poi, a Claudine) E lei… sarebbe…?
Claudine
Claudine Ranier, s'il vous plaît.
Nanetta
Grande amica – si vede – del signor Carmineti…
Claudine
Oh, quelque chose de plus, voyons!
Nanetta
Si, si, capisco.
Rossana
Siamo tutte grandi amiche del signor Carmineti, signorina. (Ricalcando) Claudine è la sua amante, ecco: la sua amante di oggi.
Claudine
E di domani, si la signorina permette.
Nanetta
Per conto mio, s'accomodi.
Amalia
Ne ha avute, eh?, delle amanti quell'ometto lì!
Claudine
Parbleu!
Albertina
Chi sa quante!
Amalia
Chi sa quali!
Rossana
Lei, signorina, non ne ha mai conosciuta nessuna?
(Sorridono tutte.)
Nanetta
… Non ne ho avuta l'occasione.
Rossana
Forse, vive molto appartata…
Claudine
Molto ritirata…
Nanetta
Ritirata, no. Passo il mio tempo a viaggiare.
Albertina
«Chi viaggia non invecchia»… dice un proverbio.
Nanetta
È un proverbio che non conosco, ma non importa!
Rossana
E viaggia sola, la signorina?
Nanetta
(fingendo di non accorgersi della continua canzonatura) Sì, ho l'abitudine di viaggiare sola.
Albertina
(come se la commiserasse affettuosamente) O Dio! Sola sola?!
Claudine
C'est assommant!
Amalia
(con comica serietà) Viaggerà per lo meno con un cagnolino, che diamine!
(Danno in una breve risata Claudine, Albertina, Rossana e anche Ninì.)
Amalia
Ma, scusate: che c'è da ridere?
Nanetta
(si leva di scatto, livida in volto.)
Claudine
Qu'est ce qu'il y a, signorina?
Nanetta
No… niente… Pensavo d'andarmene…
Tutte e cinque
(alzandosi simultaneamente) Perchè?.. Perchè?..