Kitabı oku: «Nemmeno un bacio: Dramma in tre atti e un epilogo», sayfa 7
SCENA QUINTA
Enrico
(di dentro, con voce festosissima) Claudine! Claudine!
(L'azione che segue sarà molto mossa e molto rapida. Le voci quasi si confonderanno insieme.)
Claudine
(con una ostentazione di gioia istantanea) Le voilà. C'est lui! (Corre verso la porta in fondo.)
Le altre quattro
(corrono chiassosamente dietro di lei.)
Amalia
È lui, è lui, è lui!
Rossana
Il guerriero! Il guerriero!
Amalia
L'eroe!
Albertina
Finalmente!
Ninì
N'era tempo!
Nanetta
(vorrebbe fuggire. Non sa. Non può. Cerca di nascondersi alla meglio. Torna a sedere sul divano, rimpicciolendosi affinchè il paravento e le foglie delle palme impediscano che Enrico la veda.)
Enrico
(sulla soglia – col braccio destro infilato in una fascia che gli pende dal collo – circondato, assalito dalle CINQUE DONNE) Cielo, quante donne! (Il suo aspetto è molto diverso da quello che era. Egli serba nella fisonomia la dolcezza di una volta, ma ha il portamento del bell'uomo sicuro di sè stesso. Una bellezza maschia e agile. Una sapiente eleganza mondana. Uno sguardo lampeggiante e a un tempo carezzoso. Un paio di baffi un po' spavaldi. Sulla fronte e intorno agli occhi già qualche segno di una vita molto vissuta.)
Claudine
(buttandoglisi addosso, abbracciandolo, arrestandolo sulla soglia) Mon cheri, mon cheri!.. Je n'en pouvais plus…
Enrico
Attenta! Non troppo calore, chè il marchesino mi ha tatuato il braccio.
Claudine
Oh, c'est idiot!
(Tutte sono asserragliate intorno a lui.)
Rossana
Nulla di grave, è vero?
Enrico
Un'inezia. Una scalfittura.
Amalia
Vi siete stretta la mano?
Enrico
Ma sì! Povero marchesino!.. Con lui, in fondo, mi sarei potuto anche risparmiare le furie della mia gelosia.
Nanetta
(ha un moto di strano trasalimento.)
Claudine
(appiccicata a Enrico) Mais embrasse-moi, donc!
Enrico
Con tutto il cuore, musino mio adorato. Tè! (Le dà un grosso bacio sulla bocca) Questo, per ora.
Amalia
Un bacio, però, oggi, ci spetta a tutte, caro guerriero.
Albertina
S'intende.
Rossana, Albertina, Ninì, Amalia
(tumultuando) Un bacio! Un bacio! Un bacio! Un bacio!
Enrico
Guarda guarda! Perfino Ninì mi chiede un bacio!
Nanetta
(facendosi animo, si leva per mostrarsi) E perfino io te lo chiederei se queste signore non mi pigliassero in giro.
Enrico
(con un grido di stupore straordinario) Nanetta!..
Nanetta
(quasi umile) Sì, Nanetta.
Enrico
(guardandola vivamente) Dio mio… non mi pare una realtà… Non mi pare possibile.
Nanetta
Da quanto tempo, eh?.. Temevo che non mi riconoscessi.
Enrico
La tua voce è sempre quella…
Nanetta
Sì, forse la voce…
Le cinque donne
(fanno corona a una certa distanza, ascoltando, osservando con una curiosità crescente. Hanno tuttora le labbra atteggiate a canzonatura, ma è una canzonatura meno audace e un po' dubitosa.)
Enrico
(correggendosi con deferenza gentile) E neppure di volto ti sei tanto mutata che io avrei potuto non riconoscerti.
Nanetta
(con un pallido sorriso) Sei molto indulgente. Tuttavia, convengo che parecchie cose e parecchie persone, in questo tempo, sono mutate più di me. In peggio, o in meglio. Tu, per esempio, sei diventato magnifico!
Enrico
Niente di meno?
Nanetta
E parecchie, poi, sono sparite addirittura. Quanti morti, n'è vero?, tra i nostri parenti, tra le nostre conoscenze…
Enrico
(sospirando) Sì, Nanetta, quanti morti!..
Nanetta
(gli scruta le pupille) Anche… quel povero signor Corrado, l'anno passato… E che misera fine dev'essere stata la sua! (Interrogando con gli sguardi) Solo, come in un deserto, suppongo…
Enrico
Io ne so poco. Non ero a Napoli, in quei giorni… (Sorvolando) Ma, dunque, com'è, com'è che sei qui, tu?!
Nanetta
Mi credevi in un eremitaggio? Mi credevi seppellita viva?
Enrico
No, ma da quando mi sono stabilito a Napoli, non ci sei stata mai.
Nanetta
Ci sono venuta ieri…
Enrico
E hai voluto vedermi?!
Le cinque donne
(sentendosi estranee, sono estremamente imbarazzate, e, piano piano, si allontanano un po' verso il fondo, raggruppandosi, scambiandosi qualche breve parola, qualche cenno e non cessando mai di essere intente ad ascoltare e ad osservare con la espressione di chi ascolta e osserva cose di cui non abbia nessuna cognizione.)
(Il dialogo fra Enrico e Nanetta procede serrato e animatissimo.)
Nanetta
In ispirito ti ho sempre veduto.
Enrico
In ispirito, era comodo. Il certo è che mi hai eliminato con una costanza incredibile! Non un saluto, non un segno qualunque in una qualche occasione lieta o luttuosa!
Nanetta
Intanto, oggi, me la sono giocata la mia costanza.
Enrico
Appunto questo mi fa cascare dalle nuvole!
Nanetta
Eppure, niente di più spiegabile caro il mio cugino. Stamane, per caso, ho appreso che ti saresti battuto, e mi è parso bene di accorrere. È semplice come bonjour… direbbe Claudine Ranier.
Enrico
(un po' a disagio per avere udito questo nome pronunziato da lei) Sei accorsa per il duello?.. Ora sì che intendo! Come sei stata buona!..
Nanetta
Ma debbo dichiararti che soltanto la paura mi ha indotta a essere buona. Ho concepito, non so perchè, l'eventualità d'un risultato grave, e allora mi son detto: potrò essergli utile, ci vado.
Enrico
In altri termini, sei intervenuta… come Croce Rossa?
Nanetta
Ecco: come Croce Rossa. E giacchè, fortunatamente, hai avuto un duello elegante, un duellino settecento, con la sola conseguenza di una scalfittura che il profumo di queste belle donnine basterà a guarire, la Croce Rossa non deve fare altro che congratularsi col prode combattente e ritirarsi in buon ordine.
Enrico
(con involontaria freddezza) Io vorrei poterti trattenere, ma comprenderai che…
Claudine
(pronta a intervenire, con una falsa intonazione di premurosa deferenza) A ton aise, Enrico! Tu puoi trattenere la tua cucina finchè ti pare e ti piace. Non ti devi genare.
Nanetta
(a Enrico, cogliendo la palla al balzo graziosamente) Ti avverto che Claudine Ranier mi dà… della cugina, ma crede che io sia stata una delle tue amanti. Te la denunzio!
Claudine
(colpita, fa per parlare.)
Enrico
(con un violento impeto di protesta austera – a Nanetta) Una delle mie amanti, tu!?
Nanetta
Tutte loro lo credono. Si sono, anzi, compiaciute di farmelo capire.
Enrico
(rivolgendosi alle donne) Ah, no, perdio! No! Questa scempiaggine mi disgusta e m'indigna!
Le cinque donne
(appaiono un po' sconcertate, smarrite.)
Amalia
In fin dei conti, che ci sarebbe stato di male?
Rossana
Sono cose che accadono specialmente tra cugini.
Claudine
Chez nous, c'est tout ce qu'il y a de plus naturel!
Nanetta
(nervosa, con una certa esaltazione apparentemente ridanciana) Anche chez nous; ma, tra me e lui, – nel tempo dei tempi – accadde tutto all'inverso…
Enrico
(sulle spine, interrompendo d'urgenza) No, Nanetta!.. Che ti salta in mente?
Rossana
Parli, parli, signorina!
Amalia
Ma sì, parli!
Claudine
Cela m'intéresse beaucoup. (A Enrico) Perchè ci metti la mussaruola?
Nanetta
(a lui) Ne hanno piacere. Lasciami dire. (E, sempre più presa dal bizzarro nervosismo, si rivolge alle cinque donne che quasi la circondano) Sì, tra me e lui, accadde qualche cosa che gli assicurò la più completa libertà del suo cuore, la più completa libertà della sua giovinezza! Egli ha potuto disporne, infatti, con la gioia di chi dispone d'un patrimonio inesauribile, ha potuto vivere libero, agile, con l'animo pronto ogni giorno a riamare; ha potuto… promettere sinceramente a loro tutte un po' d'amore e darne, forse, a qualcuna di loro, un po' più di un poco. (Eccitandosi intimamente d'una ebbrezza amara) Dianzi, io mi sentivo avvilita. Questo piccolo consesso di galanteria, in attesa del guerriero disputato, si divertiva di me, timida intrusa dal viso avvizzito, che era venuta ugualmente ad attenderlo, senza averne il diritto. Ma se loro avessero indovinato le vecchie vicende della vecchia cugina, mi avrebbero invece accolta con simpatia, perchè avrebbero compreso di dover essere grate (in un tono umilissimo) precisamente a me… di quel tanto d'amore promesso o già offerto da lui. Non è così, Enrico?.. Dillo tu. Attestalo tu alla tua amante e alle tue amiche che ora mi stanno ad ascoltare attonite. Aiuta la povera zitellona a soddisfare la sua vanità innocua…
Le cinque donne
(sono lì veramente attonite, guardandola, senza più sorridere.)
Enrico
(ha sopportato, con inquietudine, la bisbetica loquela di Nanetta, e, stretto tra la deferenza che le deve e l'imbarazzo che ella gli procura, si confonde, s'impappina) È così, è così… Ogni tua parola corrisponde… a una verità! Tu fosti per me…
Nanetta
(interrompendo con squisito umorismo) No… Lascia andare. Quel che io fui per te, ti dispenso di dirlo, perchè temo che tu non lo ricordi con precisione. E, del resto, io non desidero altro. (Scherzosamente) Mi hai riabilitata al cospetto delle mie graziose tormentatrici, e quindi posso restituirti, tardi ma in tempo, alle tue occupazioni. Hai ancora tanti baci da distribuire…
Enrico
(rianimandosi di schietta cordialità) Consentirai, almeno, che faccia io una visita a te, oggi stesso.
Nanetta
Figùrati! Ne sarei felicissima, ma io riparto immediatamente.
Enrico
Hai una fretta inverosimile!
Nanetta
È il mio regime, oramai. Mi metto in treno o in automobile e corro e corro e corro!.. Non so perchè, mi sembra che a furia di correre io riesca ad abbreviare le ore, ad abbreviare i giorni, ad abbreviare gli anni… Non puoi immaginare come sono lunghi gli anni per chi non ha più nulla da fare!
Enrico
(ansioso) Ma, dunque, quando ci rivedremo, Nanetta?
Nanetta
(con falsa disinvoltura) Probabilmente, mai più. Se càpito in America, per esempio, addio Europa! Ma, in compenso, durante i miei viaggi, ti manderò spesso… delle cartoline illustrate con un saluto affettuoso. (Affaticandosi in un brio eccessivo di cui s'intravvede il fondo desolato) Sei contento?
Enrico
(con una mesta ironia) Oh, contentissimo!
Nanetta
E tu me ne manderai altrettante. Senonchè…
Enrico
Senonchè?
Nanetta
In una di esse, a tua scelta, ci metterai… (S'interrompe.)
Enrico
Ci metterò tutto quello che vuoi.
Nanetta
… «Un bacio per Nanetta». (Indi, vivacissima) E sì, per bacco! Prima di morire voglio averlo anch'io un bacio d'un uomo, almeno in iscritto.
Enrico
(trasalisce d'un sùbito e le fissa in volto uno sguardo che vale cento sguardi insieme.)
Nanetta
Cos'è? Hai l'aria di meravigliarti?.. (E, con un forte balzo del pensiero) Ah, già!.. È giusto! È giusto!.. Hai ragione… Che smemorata che sono! Che smemorata!.. (La piglia un piccolo riso convulso, mentre gli occhi le si riempiono di lagrime.)
Enrico
(ansioso, incapace di raccapezzarsi) E di che ridi, adesso?
Rossana
(pianissimo alle altre) Ma è un riso che somiglia al pianto!
Nanetta
Vuoi proprio saperlo di che rido?!..
Enrico
Sì.
(Un breve indugio.)
Nanetta
(ha cessato di ridere. Gli si accosta un po' di più, come per sottrarsi alquanto all'ascoltazione delle donne. Il suo accento si fa fievole e soave) Ebbene… ti prometto che quando, dopo tanto viaggiare, partirò finalmente per l'ultimo viaggio, ti lascerò una lettera lunga lunga lunga:… una lettera dalla quale saprai tutto ciò che vorresti sapere in questo momento. La leggerai, lo so, con molta pena, e poi… dirai due parole che non hai mai pronunziate… (Le tornano le lagrime agli occhi, e già qualcuna le riga le guance) Dirai: Povera Nanetta!
Ninì
(intenerita, mormora alle compagne:) Chi sa perchè!
Enrico
(in uno sbalordimento angoscioso) Quante stranezze, Nanetta, nella tua esistenza!
Nanetta
Nessuna!.. Te ne convincerai tu stesso, a suo tempo. (Si rivolge repentinamente alle donne, con un ritorno di vivacità fittizia) E, questa volta, ho finito davvero, signore mie. Più nulla da rettificare, più nulla da rinvangare, più nulla da promettere. Più nulla di nulla!.. Tutto sommato, sono stata noiosa parecchio con le mie malinconiche goffaggini; ma loro, in fondo, son brava gente, e spero… che vorranno perdonarmi.
Claudine
(con sincera resipiscenza, quasi con sommissione) Voyons, donc! C'est idiot!.. Ci aspetterebbe a noi di farci pardonare dalla signorina…
Nanetta
(dolcemente grata) Perdoniamoci, dunque, a vicenda, e anche… perchè no?.. separiamoci con una buona stretta di mano. (Stende le mani, offrendole) Significherà bene che la nostra breve conoscenza non lascia in noi nessun cattivo ricordo.
(Le CINQUE DONNE appaiono impacciate, esitanti, umilissime.)
Claudine
Certamente.
Rossana
Un cattivo ricordo?!..
Amalia
Tutt'altro!..
Albertina
Tutt'altro!..
(E CIASCUNA, compresa da una singolare emozione, le stringe la mano.)
Nanetta
Ecco: così.
Ninì
(non osa e si ritrae un poco.)
Nanetta
E lei, no?..
Ninì
Anzi! (Si decide a imitare le compagne. La sua emozione è anche più intensa.) La ringrazio.
Nanetta
(fissandola un istante) Com'è giovane, lei! Ed è la sola che sembri scontenta…
Ninì
(timorosa, protestando) No, signorina!..
Nanetta
Non abbia paura… Ignoro l'arte di leggere il pensiero… (Poi, a Enrico, in un tono di celia affettuosa:) E ora, per te, cugino: la più forte stretta di mano di tutta la mia vita! Tu non hai libera che la sinistra… Tanto meglio! Quella del cuore.
Enrico
(gliela dà, e, celiando anche lui tristamente, ripete:) Quella del cuore.
Nanetta
(glie la serra, glie la chiude tra le sue con una infinita tenerezza dolente, con l'anima che è tutta un tremito.) E bada, Enrico, bada di esser felice, sai! Non mi commettere la mal'azione di non esserlo!
Enrico
Cercherò.
Nanetta
(gli lascia la mano) Vado.
Enrico
Ma io ti accompagno… Ti accompagno sin giù…
Nanetta
(con un accento di energia scherzosa) Proibizione assoluta di accompagnarmi! Comando io… come sempre.
Enrico
Obbedisco. (Uno strazio sordo, indeterminabile, lo paralizza, gli torce i nervi, gli preme il cervello. Non più una parola, non più un gesto.)
(Il silenzio di pochi attimi pare un lungo silenzio.)
Nanetta
(dominandosi, si avvia per uscire.)
Le cinque donne
(s'inchinano, riguardose.)
Nanetta
(giunta all'uscio, si volta, sforzandosi ancora di sorridere.) Ti raccomando, eh?.. Quella cartolina…
Enrico
Sì, Nanetta.
Nanetta
(esce.)
Le cinque donne
(confusamente commosse, restano immobili, guardando la porta.)
Enrico
(a stento trattiene il pianto.)