Kitabı oku: «L'Uomo In Riva Al Mare», sayfa 2

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L’esercito, con la sua rigidità e le sue regole, aveva insegnato a Slim ad essere ingegnoso, e lo aveva reso il maestro di una sfilza di travestimenti che poteva assumere a piacimento. Armato di cartelletta, un taccuino immacolato e una penna presa in prestito a tempo indeterminato dall’ufficio postale, bevette fino a calarsi per qualche ora nei panni di un ricercatore documentarista di storia locale, bussando ad ogni porta, facendo domande solo a coloro abbastanza vecchi da poter ricordare i fatti, e spazientendo coloro troppo giovani per averli vissuti.

Nove strade e nessuna pista convincente dopo, ritornò a casa, ubriaco ed esausto, per trovare una chiamata persa da Kay Skelton, l’amico traduttore dell’esercito, che adesso lavorava come linguista forense.

Lo richiamò.

“È latino,” disse Kay. “Ma molto antico. Un tipo di latino che le persone che parlano latino generalmente non conoscono.”

Slim intuì che Kay stava semplificando un concetto complicato che lui probabilmente non avrebbe capito e continuò spiegando come quelle parole fossero un richiamo per i morti, il pianto di un amore perduto. Ted stava implorando per una ricomparsa, una resurrezione, un ritorno.

Kay aveva scansionato la trascrizione online e trovato la citazione originale, presa da una pubblicazione del 1935 intitolata Pensieri Pervasi dai Morti.

“È possibile che il tuo uomo abbia trovato il libro in un negozio di cianfrusaglie,” sosteneva Kay. “Non viene ristampato da cinquant’anni. Chi vorrebbe un libro del genere?”

Slim non rispose, perché, francamente, non ne aveva idea.

7


Un’ennesima settimana di finte ricerche lo condusse ad un’altra pista. Al menzionare il nome di Joanna, un sorriso si insediò nel viso di un’anziana donna che si presentò come Diane Collins, una donna del posto qualunque. Annuì con l’entusiasmo di chi non riceveva ospiti da molto tempo, ed invitò Slim ad accomodarsi nel salotto illuminato, dalle cui finestre si intravedeva un prato impeccabile che si concludeva con un curato laghetto ovale. L’unica cosa fuori posto sembrava essere un rovo che si estendeva dalla staccionata di legno fino al retro del giardino. Slim, le cui nozioni di giardinaggio si limitavano all’occasionale calcio alle erbacce che spuntavano davanti alla porta del suo palazzo, si chiedeva se si trattasse di un cespuglio di rose privo di tutti i fiori.

“Sono stata l’insegnante di Joanna,” disse la signora, cingendo tra le mani una tazza di tè, che aveva il vizio di roteare tra le dita come nel tentativo di scongiurare l’artrite. “La sua morte sconvolse l’intera comunità. Fu così improvvisa, e lei era una ragazza così adorabile. Così in gamba, così bella. Vede, c’erano dei veri e propri monelli in quella classe, ma Joanna era sempre così educata.”

Slim ascoltò con pazienza il lungo monologo di Diane sulle qualità della ragazza ormai morta da tempo. Quando era sicuro che non stesse guardando, sfilò una fiaschetta dalla tasca e si versò un goccio di whiskey nel tè.

“Cos’è successo il giorno in cui è annegata?” chiese Slim, quando Diane iniziò a divagare con aneddoti di quando insegnava. “Non sapeva delle correnti a Cramer Cove? Insomma, Joanna non ne fu la prima vittima. Né l’ultima.”

“Nessuno sa cosa accadde veramente, ma il suo corpo venne trascinato a riva dalla marea e trovato da qualcuno a passeggio col cane la mattina seguente. Ovviamente, era troppo tardi.”

“Per salvarla? Beh—”

“Per il matrimonio.”

Slim sobbalzò. “Scusi?”

“Scomparì la notte prima del suo grande giorno. Ero là, tra gli invitati che la stavano aspettando. Al tempo, credevamo che avesse piantato in asso lo sposo.”

“Ted?”

La donna aggrottò la fronte. “Chi?”

“Lo sposo? Si chiamava—”

Scosse il capo, respingendo l’ipotesi di Slim con un movimento della mano rugosa.

“Non ricordo. Mi ricordo la sua faccia però. La foto era sui giornali. Non avrebbero dovuto fotografare un uomo tanto distrutto. Anche se, devo dire che giravano delle voci…”

“Quali voci?”

“Che fosse stato lui a spingerla. La famiglia di lei era benestante, quella di lui no.”

“Ma prima del matrimonio?”

“Per questo non aveva alcun senso. Ci sono modi migliori di uccidere qualcuno, no?”

Il modo in cui Diane alzò lo sguardo e iniziò ad osservarlo face sentire Slim come se stesse guardando dentro la sua anima. Non ho mai ucciso nessuno, voleva dirle Slim. Ci ho provato una volta, ma non l’ho mai fatto.

“È stata condotta un’indagine?”

Diane alzò le spalle. “Certo che sì, ma non approfondita. Erano i primi anni Ottanta. Molti casi rimanevano irrisolti all’epoca. Non esistevano la scientifica, il test del DNA e tutto ciò che vediamo adesso in televisione. Si facevano domande — io stessa sono stata interrogata — ma in assenza di prove cosa potevano fare? Venne considerato uno spiacevole incidente. Una ragazza che per qualche strano motivo andò a nuotare la notte prima del suo matrimonio, sprofondò e annegò.”

“Cosa ne fu dello sposo?”

“Si trasferì, a quanto ne so.”

“E le famiglie?”

“Ho sentito dire che la famiglia di lui se ne andò oltreoceano. Quella di lei si trasferì a sud. Joanna era figlia unica. La madre morì da giovane, ma il padre è morto solo l’anno scorso. Cancro.” Diane sospirò, come se la tragedia avesse così raggiunto il suo apice.

“Le viene in mente qualcun’altro con cui potrei parlare?”

Diane alzò le spalle. “Forse dei vecchi amici. Non saprei. Ma faccia attenzione. Non è qualcosa di cui si possa parlare liberamente.”

“Perché no?”

La signora anziana posò la tazza di tè sul tavolino, che conteneva farfalle tropicali schiacciate da una lastra di vetro.

“Carnwell era una città molto più piccola una volta,” disse. “Oggigiorno è una specie di città di pendolari. Puoi andare a fare la spesa senza imbatterti in un volto familiare. Non era così prima. Tutti si conoscevano, e come ogni comunità affiatata, caricavamo i nostri fardelli, faccende che preferivamo rimanessero segrete.”

“Faccende di che tipo?”

La donna rivolse lo sguardo verso la finestra, e, di profilo, Slim vide che le labbra le stavano tremando.

“Alcune persone credono che Joanna Bramwell sia ancora fra noi. Che… ancora ci perseguiti.”

Slim si maledisse per non aver messo più whiskey nel suo tè. “Non capisco,” disse, forzando un sorriso svogliato. “Un fantasma?”

“Si prende gioco di me, signore? Penso che forse sia arrivata l’ora di—”

Slim si alzò prima che finisse la frase, alzando le mani al petto. “Mi perdoni, signora. È solo tutto molto insolito per me.”

La donna continuò a fissare fuori dalla finestra e mormorò qualcosa sottovoce.

“Mi scusi, non ho sentito.”

Il suo sguardo lo face rabbrividire. “Ho detto, che non parlerebbe così se l’avesse vista.”

Come se le sue batterie le si fossero scaricate, Diane non disse più nulla di rilevante. Slim annuiva mentre lei lo riaccompagnava alla porta d’entrata, ma tutto ciò a cui riusciva a pensare era lo sguardo di Diane e a come l’avesse spinto a guardarsi le spalle.

8


Ricurvo su un piatto di pizza riscaldata, Slim rimuginava su quello che avrebbe detto ad Emma.

“Penso che mio marito abbia un’amante,” era l’inizio del primo messaggio che Emma aveva lasciato in segreteria a Slim. “Signor Hardy, potrebbe richiamarmi?”

Per provare l’esistenza o meno di un’amante erano sufficienti un po’ di pedinamento e qualche fotografia; è il pane quotidiano dell’investigatore privato, soldi facili che aiutano a pagare l’affitto. Se ne era già occupato in passato. Non era il caso di Ted, a meno che non fosse possibile avere una relazione con il fantasma di una ragazza annegata.

Emma l’avrebbe pagato solo ad informazione ricevuta e il conto di Slim stava andando in rosso. Ma come avrebbe potuto spiegarle il rituale che Ted svolgeva ogni venerdì pomeriggio?

Fissò un appuntamento con Kay in un bar del posto.

“È un rituale antico,” gli disse Kay. “Si chiede allo spirito errante di tornare al posto che considera la propria casa. Il tuo uomo sta chiedendo ad uno spirito di tornare da lui. Una parte del testo corrisponde ad un manoscritto che ho trovato in un archivio online, ma il resto è stato cambiato. È incompleto, la grammatica è esitante. Penso che lo abbia scritto da solo.”

“E cosa dice?”

“Chiede che gli venga concessa una seconda possibilità.”

“Ne sei sicuro?”

“Abbastanza sicuro. Ma l’intonazione… l’intonazione è strana. Potrebbe essere un errore di traduzione, ma… dal modo in cui lui lo recita, sembra che qualcosa di brutto succederà se lei non torna.”

Kay accettò di tradurre anche il rituale della settimana seguente, per verificare eventuali variazioni, ma in seguito, a malincuore, avrebbe dovuto chiedere un compenso per il tempo speso nella ricerca.

Slim doveva dire qualcosa ad Emma. Le spese, reali e possibili, stavano iniziando ad accumularsi. Come prima cosa, però, provò ad avvalersi di un altro dei suoi antichi e logorati contatti dell’esercito, per ricostruire il più possibile il contesto.

Ben Orland aveva lavorato nella polizia militare, prima di accettare un posto da sovrintendente a Londra. Se da una parte la sua voce era così gelida da far ricordare a Slim quanto fosse stato orribile averlo nella stessa divisione, dall’altra, Ben si offrì di fare una telefonata ad un vecchio amico da parte di Slim, al capo del corpo di polizia di Carnwell.

Il comandante, però, non accettava chiamate da investigatori privati con base sul web.

Slim decise così di raccogliere le informazioni ottenute finora per riferire il tutto ad Emma, e fermarsi lì. Dopotutto, aveva la risposta alla domanda iniziale della donna, e se avesse voluto investigare più a fondo, l’avrebbe fatto nei suoi tempi e a sue spese.

Per prima cosa, passò da Cramer Cove per fare quattro passi, sperando che i suoi promontori selvaggi potessero ispirarlo.

Era giovedì e la spiaggia era deserta. Con una strada d’accesso così tortuosa, piena di buche e messa così male in alcuni punti da non poter neppure essere definita una strada sterrata, non era una sorpresa che Cramer Cove non fosse poi tanto popolare. Tuttavia, in cima alla spiaggia, delle fondamenta in pietra suggerivano che dovesse aver riscosso molta più fama ai vecchi tempi.

Nell’altopiano sopra il lungomare, Slim trovò pezzi di legno sparsi sull’erba e tracce di vernice ancora visibili. Chiuse gli occhi e si girò, respirando il profumo dell’aria di mare ed immaginando una spiaggia colma di turisti, sdraiati sugli asciugamani, gustando un gelato, giocando a palla sulla sabbia.

Quando aprì gli occhi, c’era qualcosa in piedi davanti al lontano bagnasciuga.

Slim strizzò gli occhi, che non erano più gli stessi di quando era giovane. Tastò le tasche del giaccone, ma aveva lasciato il suo binocolo in macchina.

Era ancora lì, un miscuglio di grigio e nero dalle sembianze umane. L’acqua gli brillava sui vestiti, sui lunghi capelli aggrovigliati.

Sotto gli occhi di Slim, si fuse con il mare e scomparì.

Continuò a fissare quel punto a lungo, incredulo, e, con il passare dei minuti, iniziò a chiedersi se avesse realmente visto qualcosa. Solo un’ombra, forse, mentre una nuvola sorvolava la spiaggia. O persino nulla di antropomorfo, forse una delle foche grigie che popolano questo tratto di costa.

Provò a ricordare quanto avesse bevuto quel giorno. C’era stato il solito goccetto nel caffè mattutino, un bicchiere — o erano due? — a pranzo, e forse uno prima di uscire?

Era arrivato il momento di provare a darci un taglio. Giocava alla roulette russa ogni volta che entrava in macchina, ma aveva investito così tanto tempo nel sopprimere il senso di colpa e la vergogna che non ci faceva neanche più caso.

Stava contando sulle le dita tutti i possibili drink della giornata, quando si rese conto che la marea non era ancora bassa. Se vi fosse stato veramente qualcosa, ne sarebbero state ancora visibili le impronte sulla sabbia bagnata.

Slim scavalcò una barriera di metallo arrugginita, e si fiondò sul bagnasciuga roccioso, per arrivare alla parte sabbiosa della spiaggia. Prima ancora di raggiungere la battigia si rese conto che sarebbe stata una ricerca inutile. La sabbia era uniforme, e presentava solamente i segni lasciati dalle onde che tornavano al mare.

Quando arrivò alla macchina, si era già convinto del fatto che la figura che lo stava osservando dalla spiaggia facesse solo parte della sua immaginazione.

Dopotutto, cos’altro poteva essere?

9


Il venerdì seguente, Ted replicò il solito rituale. Slim aveva pensato di incontrare Emma quella mattina, per poi portarla con lui alla spiaggia come prova della veridicità della sua storia, ma dopo gli irruenti sogni della notte prima, con mostri marini e onde impetuose, ci ripensò. Osservare Ted dalla stessa sporgenza erbosa da cui l’aveva osservato nelle ultime cinque settimane, lo fece sentire stranamente impotente, come se fosse andato a schiantarsi contro una parete di mattoni e non sapesse più come procedere.

Scendendo verso la spiaggia, dopo che Ted se n’era andato, diede un calcio ai resti di una paletta rosa di platica e decise che era arrivato il momento di investigare più a fondo.

Supponendo che sabato e domenica fossero i giorni in cui la maggior parte delle persone si trovano a casa, scese in strada, bussando alle porte e facendo domande, negli ormai familiari panni del finto documentarista. Poche persone gli dedicarono il proprio tempo e, dopo essersi si fermato al terzo pub per riordinare le idee su ciò che aveva scoperto, iniziò a dubitare di essere nelle condizioni di continuare con la sua impresa.

Stava barcollando lungo l’ultima strada al confine nord della città, quando la luce intermittente di una sirena annunciò l’arrivo di una macchina della polizia, che si fermò alle sue spalle.

Slim si arrestò e si girò, sostenendosi ad un lampione per riprendere fiato. Un agente di polizia abbassò il finestrino e fece cenno a Slim di salire.

L’uomo, sulla cinquantina, aveva dieci anni più di Slim, ma sembrava più in forma e in salute, il tipo di uomo che mangia muesli e succo d’arancia per colazione e va a correre nella pausa pranzo. Slim ricordava con piacere i giorni in cui poteva dire di vedere un uomo simile nel proprio riflesso, ma da un paio d’anni era caduto, rompendo l’unico specchio dell’appartamento, e in ogni caso non fissava mai troppo il proprio riflesso, caso potesse portare sfortuna.

L’agente di polizia sorrise. “Di cosa si tratta stavolta? Ho ricevuto tre chiamate oggi. Il doppio del solito. Quale casa sta pensando di svaligiare?”

Slim sospirò. “Se dovessi scegliere, opterei per la casa verde su Billing Street. Numero 6, giusto? Due Mercedes nel vialetto anche quando il marito è al lavoro? Solo dal ronzio dell’aria condizionata si capisce che quella casa è un vero bottino. Insomma, chi ha un condizionatore nel nord dell’Inghilterra? Ci sarei già andato, ma temevo che l’allarme avesse una linea diretta con la polizia.”

“Ce l’ha infatti. Terry Easton è un avvocato locale.”

“Sanguisughe.”

“Su questo ha ragione. Quindi, suppongo, Signor—”

“John Hardy. Può chiamarmi Slim. Mi chiamano tutti così.”

“Slim?”

“Non chieda, è una storia lunga.”

“Come preferisce. Quindi, suppongo, Signor Hardy, che non sia veramente interessato nei miti e nelle leggende locali. Da dove viene, da Scotland Yard sotto copertura?”

“Mi piacerebbe. Servizi segreti militari, in congedo. Ho aggredito un uomo che in realtà non si faceva mia moglie. Ho scontato la mia pena, e sono uscito con un set di vecchie abilità e un problema di alcolismo che si sarebbe presto manifestato.”

“E ora?”

“Investigatore privato. Lavoro soprattutto nella zona di Manchester. Il digiuno forzato mi ha fatto venire così a nord.” Si accarezzò la pancia gonfia. “Non si lasci ingannare, è solo birra ed acqua.”

Non sapendo se Slim stesse dicendo la verità o se scherzasse, l’uomo abbozzò un sorriso. “Beh, Signor Hardy, il mio nome è Arthur Davis, sono l’ispettore capo del nostro piccolo corpo di polizia qui a Carnwell, anche se date le dimensioni del dipartimento si fa fatica a chiamarlo tale. Se non mi sbaglio ha cercato di contattarmi a proposito di un caso irrisolto. Joanna Bramwell?”

“Esordisce sempre così dopo una telefonata persa?”

Arthur diede una risata così baritonale che fece fischiare le orecchie a Slim. “Stavo tornando a casa. Ho pensato di cercarla. Ora, vuole dirmi di cosa si tratta? Ben Orland è un vecchio amico e l’unica ragione per cui ho accettato di parlare con lei. Ci sono casi ormai chiusi, e poi c’è il caso Joanna Bramwell. Un caso che la nostra comunità è sempre stata felice di mantenere archiviato.”

“C’è qualche ragione in particolare?”

“Perché le interessa?”

Senza chiedere, Arthur entrò nel drive-in di McDonald’s, offrendo a Slim una tazza di caffè fumante.

“Io ci metto tre di zucchero,” disse Arthur, aprendo una bustina. “Lei?”

Slim abbozzò un sorriso stanco. “Un goccio di whiskey se ce l’ho a portata,” rispose. “Ma lo prendo amaro. Doppio, se possibile.”

Arthur accostò l’auto e spense il motore. Filtrato dalla luce dei lampioni, il viso del comandante di polizia ricordava la superficie lunare, una serie di crateri bui.

“Glielo dico senza giri di parole, dovrebbe lasciar perdere il caso,” disse Arthur, sorseggiando il suo caffè con lo sguardo fisso davanti a sé, verso il parapetto che li separava dalla rotonda della tangenziale. “Il caso di Joanna Bramwell mise in ginocchio uno dei migliori capi di polizia che ci siano mai stati a Carnwell. Mick Temple fu il mio mentore. Condusse il caso e subito dopo andò in pensione, all’età di cinquantatré anni. Si impiccò l’anno seguente.”

Slim aggrottò la fronte. “Tutto questo per una ragazza morta sulla spiaggia?”

“Lei è un uomo dell’esercito,” disse Arthur. Slim annuì. “Immagino che abbia visto cose di cui non le piace parlare. Se non dopo un drink, dopo non riesce a parlare d’altro, vero?”

Slim osservò i fari delle auto che si confondevano sulla tangenziale. “Un’esplosione,” sussurrò. “Un paio di stivali e un cappello stesi sulla sabbia. Tutto il resto… scomparso.”

Arthur rimase in silenzio per qualche secondo, come se stesse processando l’informazione e lasciando passare un po’ di tempo in segno di rispetto. Slim non aveva parlato del suo vecchio plotone per vent’anni. Bill Allen non era scomparso completamente, chiaro. Avevano trovato alcuni pezzi del suo corpo.

“Mick ha sempre sostenuto che fosse tornata indietro,” disse Arthur. “L’hanno trovata sulla spiaggia, come se la corrente l’avesse riportata a riva. È stato a Cramer Cove, immagino? Fu trovata a trenta metri dal livello delle onde primaverili. Non avrebbe potuto arrivare fin lì senza che qualcuno l’avesse trascinata.”

“O senza essersi trascinata.”

Arthur alzò la mano, come per rimuovere il pensiero dalla sua mente.

“Nel rapporto ufficiale si afferma che i due passanti che l’hanno trovata devono averla spostata, per allontanarla dalle onde, ma entrambi erano abitanti del posto. Avrebbero dovuto sapere che la marea si stava abbassando.”

“Ma era morta?”

“Sì. Dichiarata tale dal medico legale. Ufficialmente, è annegata. È stata portata all’obitorio e poi sepolta.”

“E basta? Nessuna investigazione?”

“Non avevamo nulla a cui aggrapparci. Niente che suggerisse che fosse qualcosa di più di un semplice incidente. Nessun testimone, nessuna prova circostanziale. Era stato un incidente, nient’altro.”

Slim sorrise. “Perché chiamarlo caso irrisolto quindi? Per definizione è un caso rimasto senza soluzione, o mi sbaglio?”

Arthur tamburellò le dita sul cruscotto. “Mi ha beccato. L’hanno dimenticato tutti, tranne chi come me si ricorda di Mick.”

“Cos’altro sa a riguardo?”

Arthur volse lo sguardo a Slim. “Le ho detto abbastanza, credo. Perché non mi dice lei cosa sta facendo per le strade di Carnwell, in cerca di informazioni?”

Slim pensò di rifilare una bugia al capo della polizia. Dopotutto, se avesse aperto il vaso di Pandora, coinvolgendo la polizia, non sarebbe mai stato pagato. Alla fine, disse, “Ho un cliente con un’ossessione per Joanna. Sto cercando di capire il perché.”

“Che tipo di ossessione?”

“Una, ehm, misteriosa.”

“Lei è uno di quei pazzoidi caccia-fantasmi?”

“Non lo ero, fino alla settimana scorsa.”

Arthur grugnì. “Beh, potrebbe partire da qui. Ha mai sentito parlare di Becca Lees?”

Slim aggrottò la fronte, scavando nella memoria. Aveva visto questo nome da qualche parte—

“La seconda vittima,” disse Arthur. “Cinque anni dopo la prima. 1992. Ce ne fu una terza nel 2000, ma ci arriveremo.”

“Dovrei scrivermelo da qualche parte?”

Nella penombra, il gesto di Arthur poteva essere interpretato come un assenso o un’alzata di spalle. “Io non le sto dicendo nulla,” disse. “Scoprirà tutto da solo, alla fine.”

“Ma approverebbe se il caso archiviato di Joanna Bramwell venisse... rispolverato un po’?”

“Mick era un caro amico,” disse Arthur.

Slim percepì che la questione era chiusa. “Cos’ha per me?”

“Becca Lees aveva nove anni,” continuò Arthur. “Fu ritrovata tra le piscine naturali a sud della spiaggia durante la bassa marea.”

“Annegata,” disse Slim, ricordando i dettagli della storia. “Morte accidentale.”

“Nessun graffio,” aggiunse Arthur. “Sono stato il primo ad arrivare sul posto. L’ho—” Slim sentì che stava trattenendo le lacrime. “— l’ho girata io.”

“Ho sentito parlare molto delle correnti di risacca,” disse Slim.

“Era ottobre,” disse Arthur. “Più o meno questo stesso periodo dell’anno. C’erano le vacanze di metà semestre, ma a causa di un temporale la spiaggia era coperta di detriti. La piccola Becca, stando alla madre, era andata là per raccogliere dei bastoncini per un progetto scolastico.”

Slim sospirò. “Lo feci anch’io una volta. E ha deciso di fare una nuotatina, ed è stata portata via dalla corrente.”

“La madre la lasciò lungo la strada proveniente da Carnwell. Tornò a prenderla un’ora dopo, ed era troppo tardi.”

“Crede che sia stato un omicidio?”

Arthur batté sul cruscotto con una ferocia che fece sussultare Slim.

“Dannazione, io so che stato un omicidio. Ma cosa potevo fare? Non si uccide qualcuno in spiaggia a meno che non ci sia la bassa marea. E sa perché?”

Slim scossò la testa.

“Si lasciano impronte. Ha mai provato a cancellare delle impronte dalla sabbia bagnata? Impossibile. Ma c’erano solo quelle di Becca. Tutto qua. Sul bagnasciuga, c’era un punto in cui le onde si erano ritirate. La ragazza venne trascinata dall’acqua fino alle rocce, dove rimase bloccata quando le onde si ritirarono.”

“Sembra un annegamento. Si è allontanata troppo, è stata risucchiata e poi scaraventata sulla spiaggia.”

“Così sembrerebbe. Ma Becca Lees non sapeva nuotare. Non le piaceva nemmeno la spiaggia. Non aveva un costume con sé. Al nostro arrivo, abbiamo trovato impronte sparse sulla spiaggia, dove stava raccogliendo i legnetti. Poi, oltre il segno lasciato delle onde, una linea retta fino a riva, che si concludeva con due impronte rivolte verso il mare. Questo cosa suggerisce?”

Slim fece un respiro profondo. “Che, o la ragazza a cui non piace l’acqua ha sentito improvvisamente la necessità di fare un bagno… o, ha visto qualcosa che ha attirato la sua attenzione.”

Arthur annuì. “Qualcosa nell’acqua.”

Slim ripensò alla figura che credeva di aver visto sulla spiaggia. Becca Lees aveva forse visto qualcosa di simile? Qualcosa che l’avesse spinta a smettere di raccogliere i bastoni per correre fino a riva?

Qualcosa che l’avesse condotta alla morte?

“C’è di più,” disse Arthur. “Il medico legale lo notò, ma non fu abbastanza per determinare un possibile omicidio. I muscoli delle spalle e del collo erano tesi in modo innaturale, cose se si fossero irrigiditi subito dopo la morte.”

“Come può essere successo?”

“Parlai con il medico legale, e mi rivolsi al sovrintendente per cercare di iniziare un’investigazione, ma non vi erano alter prove. Avrebbe potuto dimostrare che Becca stava cercando di resistere ad una forte pressione in punto di morte.”

Slim annuì. Si stropicciò gli occhi, come per cercare di rimuovere un’immagine indesiderata dalla mente. “Qualcuno la stava tenendo sott’acqua.”

Si scambiarono i numeri, e Arthur lasciò Slim vicino al suo appartamento, promettendo che avrebbe ricavato tutto ciò che poteva dai documenti del caso. Non c’era molto altro da dire, disse, ma, con una moglie e una cena che lo stavano aspettando a casa, avrebbe dovuto rimandare ad un’altra volta.

Slim, con il cervello esausto dopo una lunga giornata, arrivò ad un’unica, concreta conclusione: doveva dire ad Emma di Ted.

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Yaş sınırı:
0+
Litres'teki yayın tarihi:
22 nisan 2021
Hacim:
182 s. 4 illüstrasyon
ISBN:
9788835421689
Tercüman:
Telif hakkı:
Tektime S.r.l.s.
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