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Kitabı oku: «Giardino di Ricreatione», sayfa 7

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M

Molto pisciar, non vien da poco bere.

Molte leggi, corrompono un mal'essempio.

Molti san tutto, e di se stessi nulla.

Memoria di se stesso, induce senno.

Mal senza libertà, si gusta il bene.

Mal senza libertà, gioua la vita.

Mal dee trouar pietà, chi fù crudele.

Mansueto è, chi vince col bene il male.

Modestia & autorità, rado s'accopiano.

Mostrando al buon, l'error torna virtute.

Mal la necessità, guarda la castità.

Molti vsano il consiglio, ma pochi il fanno.

Misura altrui, con la misura propria.

Maggior diffetto, men vergogna laua.

Mal con nuoua legge, si rimuoue un'vso vecchio.

Mal viue a chi fortuna inuidia la vita.

Mentre si contan l'hore il tempo fugge.

Medicina a tempo gioua, fuor di tempo nuoce.

Morir pria che pentir', vsa perfidia.

Mente bestiale, ordin diuino abusa.

Mentre dorme l'auaro, si sogna il ladro.

Morte del commun bene, è l'vtil proprio.

Menar la caualla.

Molti affetti, comuoue un dolor solo.

Merto e necessità, sceman le pene.

Muoue sorte e virtù, più ch'altro essempio.

Men mal è il far, ch'il sostentar la guerra.

Muoua l'accusa, carità non odio.

Metter' il Diauol nel'inferno.

Metter' il Papa in Roma.

Mondan diletto, picciol tempo dura.

Male si leua il duol, che troppo inuecchia.

Molti disegni, guasta la pouertà.

Mai senza sudar, s'hebbe vittoria.

Metter la borsa grande, nella picciola.

Mal truoua fede, chi vna volta inganna.

Menar per lo naso.

Molti fan conscientia di sputar' in chiesa, e poi cacan su l'altare.

Morte del grillo.

Mettersi il bacin sul capo.

Meritar più il limbo, che l'inferno.

Muro crociato.

Muro senza croce.

Muro imbrattato, e scompisciato.

Muro bianco, carta di matto.

Molino rotto.

Mandar frate.

Mandar carta bianca.

Mangiar da due bande.

Metter' il carro inanzi i buo'.

Maneggiar la pasta a suo modo.

Mal può durar' il rossignol' in gabbia.

Meglio con man dolce, che con forza si raffrena il cauallo.

Meglio i cani le lusinghe fan tuoi, che le cattene.

Maestro, si chiama il boia.

Meglio è vbidire, che santificare.

Metter' arosto & a lesso.

Mettere a monte, & a partito.

Maestro guasta concio.

Mettere in tutela.

Misura tre, e taglia vno.

Maggio hortolano, assai paglia e poco grano.

Morto il leone, infin le lepri gli fanno insulto.

Mescolar lucciole con lanterne.

Mucho hablais, mucho errais, dice lo Spagnuolo.

Menar la lingua, e parar la fronte.

Menar' il can per l'aia.

Morta è ragione, e la giustitia langue.

Molto pensar, la mente intrica.

Meglio è vna faua in libertà, ch'un confetto in carcere.

Mostrar di non hauer dato al cane.

Meglio è vna volta, che non mai rauuedersi.

Molte cose è meglio crederle, che prouarle.

Molto si perde, per esser stolto.

Menar l'orso a Modona.

Medico vecchio, e legista giouine.

Metter' il lupo per pecoraro.

Mandar la gatta per lardo.

Mandar' il coruo.

Marauigliarsi del ponte a Tressa.

Maggior miracolo fù il baleno.

Mai si serra vna porta, che non se ne apra un'altra.

Mangiar come i caualli Albanesi.

Mostrar' a' mariti la luna per il sole.

Male male sfiglia sfiglia, va lontano mille miglia.

Morte cura i buoni, e lascia star' i rei.

Men veneno ha la vipera, che la donna proterua.

Mona zucca al vento.

Malamente acquistato, malamente se ne va.

Morti co' morti, e viui stan co viui.

Mille piacer non vaglion un tormento.

Mangia a tuo modo, ma vesti a quel d'altrui.

Merce condegna, merta ogni buon' opra.

Male cane vecchio si auezza, a portar cauezza.

Mangiate di ciò che vien' in beccheria.

Monditia e buon odore, l'vna e l'altro costa poco.

Meglio e un bracco, ch'un mastino.

Meglio è un bicchier di vino, che tutto il Teuere.

Metter romor' in paradiso.

Mangiar' il cascio nella trappola.

Meglio è un gran di pepe, ch'vna noce.

Mandar' un pettine, ad un caluo.

Mal'anno e mala moglie, non manca mai.

Metti il matto in banca, o giuoca de' piedi, o canta.

Meglio è dar la lana, che la pecora.

Meglio è dar l'vuouo, che la gallina.

Meglio è un pezzo di pane, che niente.

Madre pietosa, fa la testa tegnosa.

Medico pietoso, fa la piaga rognosa.

Monachi, preti, e soldati, son lupi, biscie, e volpi.

Marinaro d'aqua dolce.

Marzo o buon' orio, il bue a l'herba, & il cane a l'ombra.

Mancan di quelli che fanno cantar gl'orbi.

Moglie di ladro, sempre non ride.

Mentre il lupo caca, la pecora scampa.

Matto per natura, e sauio per scrittura.

Meglio è magro accordo, che grassa sententia.

Morte di moglie, alegrezza di marito.

Mentre vno nasce, un altro muore.

Mangia tanto vna rozza, quanto un buon cauallo.

Meglio è tardi, che mai.

Misero chi speme, in cor di donna pone.

Misero chi speme, in cosa mortal pone.

Maggior fretta, minor atto.

Mangia poco, vesti caldo, beui assai, che viuerai.

Mentre l'herba cresce, il cauallo muor di fame.

Monta qui sù, che vederai Verona.

Molle acqua, dura pietra penetra.

Meglio è l'esser' inuidiato, che misericordiato.

Meglio è tacere, che male rispondere.

Men pecca, chi il peccar, ha in sua balia.

Medico grasso, e religioso magro.

Mutansi i tempi, e noi con quegli ancora.

Meglio è pericolar' un tratto, che star sempre in timore.

Milan puo far, Milan puo dir, ma non può far d'aqua vin.

Meglio è soffrir' un male, c'hauerne cento.

Male si conosce il fico.

Mescolar zucche con lanterne.

Male è inuitar l'asino alle nozze.

Madonna porta in pila, come si chiama la vostra villa.

Medico a l'anima è Dio, & al corpo un buon compagno.

Medico cura te stesso.

Meglio è mangiare cio che hai, che dire cio che saj.

Mai si fa cosa ben' in fretta, fuor che fuggir la peste.

Misero è bene, chi veder schifa il sole.

Merita honore, chi inganna l'ingannatore.

Metter la casa sul camino.

Menar' il gallo a pollaio.

Miglior coda che non ha il pauone.

Madonna honesta da' campi.

Metter' vno in ciel Martino.

Mandar' a far stuore in Ferrarese.

Meglio perduto, che smarrito.

Menar per le cime de gl'arbori.

Mangiar senza bere.

Maccaroni senza cascio.

Masticar' Aue Maria, e sputar pater nostri.

Metter sopra il ciel del forno.

Madonna da la gonnella, di verde indugio.

Madonna stracca il primo.

Mettersi con l'arco del'osso al'impresa.

Mele Bolognesi.

Metter la scarpa manca, nel piè ritto.

Mostri il festucco d'altri, e non uedi il tuo traue.

Mastin da pecoraio.

Maggior si fa il vinto, lodandosi il vincitore.

Muore la zucca, che vuol contender con la palma.

Marzo arrido, Aprile humido.

Molte nouelle, son piene di couelle.

Medico giouane, ingrassa il sagrato.

Mendaci, sono i Candiotti.

Monaci al conuento, e' morti al sagrato.

Miseria, e calamità, scuopron l'amistà.

Mantello cuopre il brutto, & il bello.

Male sopra male, non è sanità.

Maladetto il solazzo, che fa l'huomo pazzo.

Maggio giardinero, non empie il granero.

Mano bianca, è assai lauata.

Molto parlar nuoce. Molto grattar cuoce.

Male pensa, chi non contrapensa.

Morta la bestia, morto il veneno.

Meglio val finire, che sempre languire.

Mostrami il bugiardo, io ti mostrerò il ladro.

Mai ceneriero, fù buon guerriero.

Mai vantatore, fu buon faccitore.

Mal coua la gallina, fuori del suo nido.

Masticar pane, e gelosia magra.

Menestra di faue, senza sale.

Macinar con duo macine.

Maschera, da Modona.

Mondo vatti con Dio.

Mai fù sangue bianco.

Mentre l'aragne rompe la tela, il pouer non ha ne vento ne vela.

Meglio occhio cauato, che star sempre penato.

Molti parlan d'Orlando, che non vider mai il suo brando.

Molti pozzi, molti secchij.

Molte mani, spediscon molti negotij.

Mancheranno i cotti che vi daranno in mano.

Mandar' i ceruelli per le poste.

Macherone torrestila tù?

Mal cena, chi tutto descina.

Man dritta, bocca monda, può andar per tutto il mondo.

Mangiando viene l'apetito.

Matta è quella pecora, che si confessa al lupo.

Molto ardire, e poca forza, non vale vna scorza.

Molti parenti, molti tormenti.

Molti seruitori, molti rumori.

Mal si può tener la casa netta, da cani di leuante.

Molte sporcitie, cuopre candido marmo.

Mescolar lancie con manaie.

Mal'acquistato in ogni mestier, non arriua al terzo heritier.

Mal per consiglio rimediato, non fu mai molto stimato.

Morta la pecora, non cresce piu la lana.

Morirà piu tosto la vacca di un pouer huomo.

Mettiti prima i panni del compagno.

Manda il matto alle persiche, egli ci va con le pertiche.

Male pesa, chi non contrapesa.

Molte soaui e dilettose rose, si veggon spesso tra le spine ascose.

Meglio è di fortuna poscia lamentarse, che sempre hauer tacciuto e consumarse.

Mai diuentò fiume grande, che non v'entrasse acqua torbida.

Mentre la vista de' mortali alluma, la candela se stessa arde e consuma.

Mentre l'huom da, e' vien tenuto un Dio, ma quando più non ha vien' in oblio.

Mula che ride, e donna che soghigna, quella ti tira, e questa ti graffigna.

Mangiar, bere, e scherzar t'ingegna, che dopo morte alcun piacer non regna.

Mal può prender l'uccello che vola, chi non sa tener quello ch'ha in gabbia.

Muso di porco, gambe di ceruo, e schiena d'asino vuole il buon seruo.

Maggior suplicio al mondo non è dato, di quel che pate l'uomo che è innamorato.

Misero chi corna porta per insegna, che l'huomo non può hauer cosa più indegna.

Minor pena Tantalo pate nel'inferno, che non fà chi stà di donna al gouerno.

Mai si secreto alcun' esser non puote, ch'al longo andar non sia chi il vegga o note.

Mentre che di far bianco il negro tenti, cerchi che notte il chiaro di diuenti.

Monte, bosco, buon porto, città e torrente, habbi se puoi per vicin' e parente.

Mal'anno, e donna senza ragione, si truouano in ogni luoco, e d'ogni stagione.

Mal si laua la testa e la corona, chi non va al barbier' in persona.

Molto spender' e poco acquistar, fà l'huomo spesso il suo pan cercar.

Mentir', ingannar', e sempre far questione, induce tosto l'huomo a perditione.

Male può curar l'infirmità, chi bene non conosce la sua qualità.

N

Non si cerca la lucerna, poi ch'è apparuto il sole.

Niuno si salua, fuori della chiesa.

Non gioua sempre dir' il vero.

Non ha alcun' amico, chi non ha nimici.

Non è maggior trauaglio, che cattiua conscienzia.

Non meglio si conuien' il basto al bue, che la mitra al'asino.

Nissuno è sauio d'ogni tempo.

Non muoue piu riso il Cuco ch'il rossignolo.

Nella guerra non si combatte sempre.

Non potend' hauer ciò che vuoi, vogli cio che puoi.

Non fa bisogno il medico a' sani.

Niuno è offeso, se non da se stesso.

Non ha bisogno di richiesta, chi attend' alla promessa.

Non si vede il veleno del basilisco.

Non lasciar marcir la rosal su stelo.

Niuno nasce maestro.

Non tutte le cose, ne in ogni loco, ne a tutti credi.

Non cade ageuolmente, chi camina passo passo.

Non vengha domane, chi non porta il suo pane.

Non è si buon carrattiere, che tal volta non versi.

Nella coda si truoua il veleno.

Non fù mai malatia senza ricetta.

Nulla fa, chi nulla osa.

Nelle guerre d'amor, chi fugge vince.

Non mai può l'huomo saper' assai.

Non si perde giamai, per far seruitio.

Non t'impacciar da' coppi in sù.

Non ti tirar le legne adosso.

Nel tuo periglio, cerca consiglio.

Ne a giuocator ne a beuitor, manca mai da giuocar' o da bere.

Nissun violente dura.

Non è sempre, il perdonar virtute.

Non è dishonor la pouertate.

Non laua habito santo, anima lorda.

Non è brutto Pluton come si pinge.

Non lice, che per tutto il giglio habbia radice.

Non può il vitello, e vuol che porti il bue.

Non sa donare, chi tarda a dare.

Ne ciò che sai, o hai, o puoi non voler mai dire.

Non fù mai si bella scarpa, che non diuenisse ciauatta.

Non fù mai si vaga rosa, che non diuentasse grattaculo.

Non discoprir' il malato quando suda.

Non tirar' al colombaio de gl'amici.

Non va in granaio vuoto la formica.

Non lascia l'ira giudicar' il vero.

Ne Diogine, ne Aristippo.

Ne Democrito, ne Heraclito.

Nel fine, si canta la gloria.

Nel leone bene stà la quartana.

Non accade consigliar' i fortunati.

Non dir letanie se non quando pioue.

Non voler quel fuoco, che non scalda ne scotta.

Non ti conosco, se non ti maneggio.

Nel'oscuro meglio con vno, che con due occhi si vede.

Non è maggior morte, che poco e spesso.

Non dice male, chi dice il vero.

Nissun fù mai felice in moglie, & in caualli.

Non entrar' in ballo al primo suono.

Non è inutil' il sempre dubitare.

Non giudicar la naue stando in terra.

Nissuna legge commoda ad ogniuno.

Non dormir dopo pasto, se vuoi hauer buon pasto.

Nello spendere, consiste l'utile.

Non è buon mangiar ceriese co' signori.

Non far mai un medico tuo herede.

Non è dishonestà, confessar la pouertà.

Nissun vede il sacco, ch'egli porta in dosso.

Non è maladia, pari a la follia.

Ne' gran fiumi, si piglian' i gran pesci.

Nella gotta, il medico non vede gotta.

Nel'assentia del signore, si conosce il seruitore.

Non perde la limosina, chi al suo porco la dona.

Non ha fatto, chi comincia.

Non ha piouuto, quel che piouerà.

Non è così picciola capella, che non habbi il suo santo.

Non fruttifica, chi non mortifica.

Non auanza un fico, chi da al prodigo.

Non c'è dignità, che vaglia sanità.

Nissun' amor' è brutto.

Nissuna prigione è bella.

Non è scappato chi si strascina la catena dietro.

Non è inuidia egual' a quella de' monaci.

Non è ghiotto, chi non assaggia di tutto.

Non entri tra fuso & rocca, chi non vuol'esser filato.

Non c'è hauere, che vaglia il sapere.

Non si può spogliar' il nudo.

Nissun' vitio, senza suplicio.

Nullo miele, senza fiele.

Non hai pane, senza pena.

Non hai vino, senza feccia.

Non hai legno, senza scorza.

Nissun piacere, senza dispiacere.

Non hai grano, senza paglia.

Non hai rosa, senza spina.

Non riprendi, ciò che non intendi.

Non giudicare, se non vuoi esser giudicato.

Non d'onde sei, ma d'onde pasci.

Non può dar trippe, chi non amazza porco.

Nuoua caminata, è presto infumata.

Non dir ciò che sai. Non far ciò che puoi.

Non creder ciò che odi. Non giudicar ciò che vedi. Non dar ciò che hai.

Nelle città l'unione, è come un bastione.

Non fu mai si gran banchetto, che qualcun non descinasse male.

Nuoui conti, non pagano debeti vecchi.

Nelle parole è la speranza, ma ne gli effetti è il possesso.

Negar l'honesto, fa sdegno e pericolo.

Nulla non ha, chi senza honor rimane.

Nel'opre, assai può un gratioso mezzo.

Non faccian l'armi, quel che può il consiglio.

Nel consiglio, ogniun segue il proprio affetto.

Nel commun danno, star sospetto è vitio.

Non chiesta offerta, vale un don piegato.

Nel mal'improuiso, più può il sospetto che l'effetto.

Ne' casi estremi, il timor vien fortezza.

Non tenti il fato, chi trauaglio teme.

Ne gl'ordin pari, i pareri son dispari.

Natura non può star, contr'il costume.

Nemici della vita, carne, mondo, Diauolo.

Nel mondo è più la tema, che il danno.

Nella vecchiaia la vita stanca, e la morte spauenta.

Nello imitar, l'ottima parte elleggi.

Nella felicità ragione, nel'infelicità patientia.

Nella felicità gl'altari non fumano.

Non è spesso da tentar fortuna.

Non toglie arbitrio, cio che dà la sorte.

Nuoua virtù, non prezza vecchia sorte.

Nissun' imperio violente, dura.

Nel dolce del regnar, regna la morte.

Ne' stati, il sospetto, si dee punir per l'effetto.

Non desiderar' i sapori de signori.

Non è freno che ritenghi il furor del volgo.

Nel'amicitia di molti, facilmente entra la malitia.

Nel giusto solo, si dee seruir l'amico.

Nel marito prudentia, nella moglie patientia.

Non son tanti gl'errori, quante le scuse.

Non fù mai opinione, senza abusione.

Non esce parlar sano, d'animo insano.

Non l'huomo, ma il vitio s'odia.

Niente è, chi pigro è.

Nel disprezzar la gloria, l'inuidia muore.

Non tace inuidia, oue la gloria crida.

Nuouo rumor, di nuoue cose nasce.

Non lauar la testa al'asino.

Non si vince il periglio, senza periglio.

Nell'huomo audace, piu la fortuna ch'il senno puote.

Natura del cane è l'abbaiare & il mordere.

Non seguir' il sentier de i cani.

Niente è e disuguale, quanto l'equalità.

Non lodar alcuno in vita.

Natura, ogni dottrina vince.

Ne' casi auuersi, l'oro è buon' amico.

Non è facil cangiar natura praua.

Ne lode a' tuoi, ne biasmo a gl'altri studia.

Nel far le cose, i mezzi sono il tutto.

Non essequisce Dio, ma ben permette.

Non più forte ch'il male, si dia il rimedio.

Non debbon morder le balene i granchij.

Non andar nudo, a tor' a l'api il miele.

Non morder se non sai, s'è pietra o pane.

Non gir discalzo, a seminar le spine.

Non spregiar mosche, o d'aragne tela.

Ne' picciol sacchi, son le miglior' spetie.

Non si può sonare e portar la croce insieme.

Non è si duro cuor, che non si spezzi.

Non giudicare il di, fino alla sera.

Non può durar, un dominar sforzato.

Non è bel'vccello, quel ch'ha l'altrui penne.

Niente più tosto si secca, che la lagrima.

Non ti impacciar con lappole.

Non fugge, chi torna a casa.

Non sempre per spronar corre il cauallo.

Nel molino, sia la ragione.

Niuno viue, senza vitio.

Non per gl'vccelli restar', il gran di seminar.

Non è in alcun luoco, chi è per tutto.

Non tagliar' il fuoco col ferro.

Nissuno s'inebria del suo vino.

Niuno vecchio, spauenta Dio.

Ne le disgratie, non si trouan' amici.

Non manchiam' a noi medesimi, poi faccia il cielo.

Non c'è alcun male, che non venghi dal capo.

Non si può sforzar' il poppone.

Nuoua rete, non piglia vcello vecchio.

Non è più il tempo, del Duca Borso.

Non è più il tempo, che Berta filaua.

Non è virtù, che pouertà non guasti.

Ne donne, gioie, o tela, non pigliar' alla candela.

Ne amor ne signoria, vuole compagnia.

Nessuno dà, quello che non hà.

Nessun bene, senza pene.

Nozze e magistrato, dal cielo destinato.

Natale non viene, che vna volta l'anno.

Non resta carne in beccheria, per trista che si sia.

Non star' alla discrettione delle bastonate.

Non bisogna dormire tutti i suoi sonni.

Non dir mai quatro, se non l'hai nel sacco.

Non diuentan porri, senon i trapiantati.

Non vien di, che non venghi sera.

Non vien' ingannato, se non chi si fida.

Non t'imboccar, per man d'altrui.

Non lo fare, se non vuoi che si sappia.

Non vegliar', il can che dorme.

Ne caldo ne gielo, restò mai in cielo.

Non ti metter' a sedere, se non vedi da beuere.

Ne da frati ne da suor, spera mai di tuor.

Ne salata ne cappon, perse mai sason.

Ne can ne gatta s'anega, vedendo la riua.

Non ti motteggiar del vero.

Nega il vero, e fa buon' viso, dice il ladro.

Non ci è fumo, senza fuoco.

Non credon' al santo, se non fa miracolj.

Napolitano, largo di bocca, stretto di mano.

Nel mondo non è, che buona o ria fortuna.

Non può vscir del sacco, se non quel che ciè.

Nido fatto, gazza morta.

Ne amor ne signoria, si possiede senza gelosia.

Niun tacer, fù mai scritto.

Non si può insieme bere e fischiare.

Niuno pecca, sapendo peccare.

Ne Gioue stesso, agrada a tutti.

Non giudicar', al habito.

Non tonder' il lione.

Non ti metter' in dito, anello troppo stretto.

Niuna corotta mente, intende sanamente.

Non odiare, sarai amato.

Non tener l'arco troppo teso.

Non voler romper rocca con rasoio.

Non è tempo da giuocar' a scacchi, quando la casa bruscia.

Non si può far' andar' un molin da vento, co i mantici.

Non è honor' a l'aquila, a vincer' il colombo.

Non attizzar' il fuoco, colla spada.

Ne' vasi nuoui, non mettiamo prima vino.

Non voler ch'i petti d'altri, ti rompino le braghe.

Non feci mai buccato, che non piouesse.

Non vien mai male, che non venghi per bene.

Non fu mai un si tristo, che non ne fosse un peggiore.

Non c'è bestia piu pazza, che quella del popolo.

Non c'è acqua piu grossa, che quella de' macheroni.

Non tutte le cose stanno a martello.

Ne Christo si guardò, da le mani de' traditorj.

Non c'è il peggior male, che quello della morte.

Non c'è peggior menestra, che quella che sà da fumo.

Non è sauio colui, che è sauio per altrui.

Non si fa un cappello per vna pioggia.

Non bisogna andar' a rubbar' in casa di ladri.

Non ricordar' il capestro, in casa del'impiccato.

Non è peccato si occulto, ch'al fin' non si manifesti.

Non è gito a letto, chi ha d'hauer la mala notte.

Non solo con denari, si pagano i debiti.

Non è sauio, chi non sà esser pazzo.

Non sempre che si vedon' i denti, s'ha paura del morso.

Non è piu tempo, da dar fieno a oche.

Non lisciar' il pelo al seruitore.

Non chi tira, ma chi coglie, è buon saettatore.

Nelle belle muraglie, si genera il serpe.

Nella veste piu fina, fa maggior danno la tarma.

Non far gittar l'acqua nel fuoco a mariti.

Non fu mai Greco, di malitia netto.

Non cio che pare, ma quel ch'è buono apprezza.

Non pratichi il basso huomo, sempre col grande.

Non giudicar dal' volto, il buono ol rio.

Non biasmar del tuo vitio, un'altro mai.

Nuoce al publico ben spesso il priuato.

Non quel ch'ad un conuien, conuiensi a tutti.

Non gl'anni, ma il saper, pesa e misura.

Non può la falsità, star sempre occulta.

Non cura il sauio, quel c'hauer non spera.

Non mostrar tuo valor con gente vile.

Non temer quello, che fuggir non puoi.

Nulla è il loco cangiar, con sorte vguale.

Non lasciar per un porro, di far' un bel mazzo.

Nelle cose grandi, l'hauer' voluto basta.

Non ricordar' il morto a tauola.

Nutritura, passa Natura.

Non credono col pegno in mano.

Non è cattiuo quel buò, che fa quel che può.

Ne di tempo ne di signoria, non ti dar malinconia.

Non è più il tempo, della colombina.

Non è di Maggio, da dirlo due volte.

Non trescar che doglia.

Ne putti ne vbriachi, mai si fanno male.

Nuoua impresa, nuouo consiglio.

Non volete che l'oche viuano appo il pollaio?

Non passeggiar per la via publica.

Ne dal morto parole, ne dal'auaro voler gratie aspettare.

Non ti puoi tagliar' il naso, senza insanguinarti la bocca.

Non metter nulla, in vaso rotto.

Non torcer mai, il corso del fiume.

Ne bello ne buon, fù mai troppo.

Non si de' osseruare, quel ch'è ingiusto a giurare.

Nobiltà poco s'apprezza, e men' virtù se non v'è richezza.

Non fare per pentirti.

Non vsar la gatta al formaggio.

Ne occhi in lettera, ne man' in tasca, ne orecchie in secreti altrui.

Nascer la notte di san' Vitale.

Non passa Giubileo, che ogniun non sia castigato.

Nodi d'oro.

Nuuola senz'acqua.

Non credi che sia caluo, se non vedi il ceruello?

Non credi ch'il boccale sia vuoto, se non vedi il fondo?

Non è piu gran sordo, che chi non vuol'vdire.

Non si può tener' il culo sopra duo scagni.

Non c'è menestra, che quella de' frati.

Non conosce buona robba, chi non conosce gobba.

Non c'è miglior monte, che quel che si fa col poco.

Ne Guelpho ne Ghibellino.

Non val leuar' a buon'hora, bisogna buona ventura.

Non basta l'esser buona robba.

Non bisogna troppo leuatura al leuato.

Nella coda, stà il veleno.

Non ti motteggiar del vero.

Non può esser prudente, chi non è patiente.

Nuouo Rè, nuoua legge.

Non si conosce il vino al segno.

Nel latte si conoscon meglio le mosche.

Non puoi mal fare, a naue rotta.

Nella infirmità, si conosce la sanità.

Non sia superbo, chi il suo arbore vede fiorire.

Non meni un cieco, l'altro.

Non mi curo di pompa, pur ch'io sia ben' vestita.

Non lo intenderebbe il va qua tu.

Nei fiori, chi spera è pazzo.

Non tutti che studiano, imparano.

Non tutti credono, che le lucciole siano lanterne.

Non a tutti, vola il gufo.

Nissun' è Profeta nel suo paese.

Nissun' è più matto, ch'il vecchio matto.

Non è buon pescar' inanzi la rete.

Ne di corte, ne di consiglio.

Non posso io pisciare, senza che tu petti?

Non bisogna zoppegar', inanzi il zoppo.

Non importa, pur che si goda.

Non metter l'armi in man del matto.

Non è tutto butiro, ciò che fa la vacca.

Non puoi metter la spada, se non tieni fermo il fodro.

Non fu mai si gran moria, che non scampasse qualcuno.

Non è ne fallo ne rimando.

Non vorrei che san Chimenti mi facesse la gratia.

Non ti creder d'hauer questa pera monda.

Non andar' al monte del'ossa, se non vuoi ispiritare.

Non si pela la gazza, tanto che la gridi.

Non c'è vuouo che non guazzi.

Ne l'occasioni si conoscon gli huomini.

Non vedi che sei vna cazzuola?

Non si và a dormire, sopra la coltrice.

Non fu mai si gran leone, che non hauesse bisogno d'un sorgio.

Non cosi tosto vedon' acqua che non gridino tempesta.

Non ischerzi l'asino, come il cagnolino.

Non si può trar' acqua da le spugne.

Ne pera, ne donna, ne spada, si douerebbe vdire.

Non bisogna piu gittarci la poluere negli occhij.

Non lo direbbe un gambero, c'ha tante bocche.

Non lo direbbero i gangheri.

Non lo direbbe la bocca d'un forno.

Non l'amerebbe il padre, non che i nimicj.

Non è buon Rè, chi non regge sè.

Non è virtuoso, chi non sa esser rigoroso.

Nissuno dice, ch'il suo granaro è pieno.

Nel conseglio, odi il veglio.

Ne l'aria pura e chiara, si forma il suono chiaro.

Nel donare habbi cura, di tener misura.

Non ami prete e soldato, chi è maritato.

Non c'è inuidia, pari a quella del monaco.

Non è buon murator, chi refiuta pietra alcuna.

Nissun sabato, senza sole.

Nuouo hoste, nuoua nota.

Non fu mai sacco si pieno, che non v'entrasse ancor' un grano.

Non si dee dar tanto a Pietro, che Paolo resti di dietro.

Ne nella canna, ne nel'hamo, ma ne l'esca consiste l'inganno.

Non giudicar l'huomo nel vino, senza gustarne sera e mattino.

Nel saluum me fac, sta l'honor di nos otros.

Non pioue, ma cade acqua.

Non è sterco, ma il cane l'ha cacata.

Non esser otioso, se non vuoi esser diffettoso.

Notari, puttane, e barbieri, tutti passan' un sentiere.

Non può hauer mai cosa buona, chi non lecca la padrona.

Nell'armellino, tosto si vedon le macchie.

Nel leopardo, non si notan le macchie.

Netto come un pollaro.

Non mi piacciono le pere guaste.

Non si può cauar sangue della rapa.

Nascer in pouertà o in richezza, non può ne dar, ne torre gentilezza.

Non si ponga con l'oro fino argento, ne col'armellino porco lutulento.

Non è cosa che si presto chiame, un campo a ribellarsi che la fame.

Non si tosto si fa un tempio a Dio, come il diauolo ci fabrica vna cappella apresso.

Ne le corti la carità è tutta estinta, ne si troua amicitia se non finta.

Ne suono di barbier, ne vezzi d'hoste, ne di puttana dono, hai senza costo.

Non è al mondo, ne mai fu, ne fia, cuor che d'amor legato al fin non sia.

Non c'è si duro cuor che lagrimando, non si muoua talhor, pregando e amando.

Nelle penne, e nelle sacre carte, non ha tempo ragion, ne alcuna parte.

Non potria mai ne gl'huomini il destino, se del futuro ogni un fosse indouino.

Non si crede al bugiardo ancor che giuri, ben si crede al verace, ancor che menta.

Non è fierezza a la fierezza vguale, d'un humil'e vil'huomo quando in alto sale.

Non è minor virtute il conseruar', che l'acquistar richezze.

Non ti disperare per fortuna auuersa, che la sua ruota sempre in giro versa.

Non ti fidar di donna alcuna, che lei si muta come fa la luna.

Non gittar del tuo tanto con le mani, che tu lo vadi poi cercando co' piedi.

Non dir di mè, se di mè non sai, pensa di tè, e poi di mè diraj.

Non può esser guerra in quella casa, doue il marito è cieco, e la moglie sorda.

Non cura crudeltà, sdegno, o rea sorte, un magnanimo cuor, ne affanno o morte.

Non gioua a dire per tale via non passerò, ne di tal'acqua beuerò.

Non è bello quel' che è bello, ma è bello quel che piace.

Non consiste la gloria ne' tesori che hai, ma ne beneficij che fai.

Non è barba al mondo cosi minutamente rasa, ch'un'altro barbier non ci troui da radere.

Non è soma a portar si graue, come la donna quando a noia s'haue.

Non comincia fortuna mai per poco quand'un mortal si piglia a schern'e giuoco.

Non far' oltraggio a chi ti fù cortese, che Dio per lui vendicherà l'offese.

Non aspettar s'esser seruito vuoi, seruitio altrui se tu seruir ti puoi.

Non vi marauigliate che natura è della lepre, hauer sempre paura.

Non conosce la pace e non l'estima, chi prouato non ha la guerra prima.

Non son nel Arno tanti pesciolini, quante sono a Venetia zazzare, e camini.

Non è la via di dominar se vuoi, por l'arme in mano, a chi può più di tè.

Nissun mal'impunito è giamai stato, e nissun bene anco irremunerato.

Nuoue taglie, e gabelle, fan dir triste e spiaceuoli nouelle.

Non hai stile, arte, o bottega, che non habbi qualche malitia.

Non è curato della Verola, chi non sa dir ogni parola.

Non romper l'vuouo tenero, se prima non hai concio il tuo pane.

Nissun' si vanti d'hauer l'amico trouato, se prima piu volte non lo ha prouato.

Nissuna figlia senza amore, e nissun' vecchio senza dolore.

Non viene alla vecchiezza, chi prima non passa la giouanezza.

Non ci sono i miglior trouatori del buon' vino, che gli vbriachi.

Non ha fatto la natura cosa si sublima, che la virtù non ne habbi trouata la cima.

Nissun bene fù mai molto stimato, se prima non è stato publico.

Non dei mai sparagnar, biada di mugnaio, vin di prete, è pan di fornar.

Ne col dormir' ne con l'andar nudo mai puoi far male a nissuno.

Non sempre si ha quello che si caccia, in amor', in corte, o in caccia.

Non può esser vero amore, doue ciascuno vuol'esser signore.

Non fauellate tant'alto, ch'io non possa trarui la beretta, o almeno aggiongerui con la mira.