Kitabı oku: «Il diritto di vivere: Dramma in tre atti», sayfa 3
SCENA ULTIMA
ANTONIO, MADDALENA, MICHELE, il MORO
Antonio
(a voce alta per farsi sentire nell'officina) Che cosa fa il Moro con quella carta in mano? (Sorpreso) Ora l'ha gettata a terra! scriveva, o disegnava. (Energicamente) Papà Michele, prendi quella carta, prendi quella carta. Egli scappa… Afferralo! (Gridando più forte:) Qui, babbo, qui. E che nessun altro venga quassù! (Rientra nella stanza.)
(Il rumore delle macchine cessa come per una sospensione di attesa.)
Maddalena
Chi è il Moro?
Antonio
È un giovanotto imberbe che noi chiamiamo così per la faccia bruna che ha. M'è sempre parso un bravo ragazzo.
Maddalena
E che faceva?
Antonio
Lo sapremo.
Michele
(tenendo per un braccio il Moro, viene dal fondo) Ecco.
Il Moro
Lasciatemi, ora.
Antonio
(a Michele:) Lascialo.
Michele
(vedendo Maddalena) Oh, signorina Maddalena!
Maddalena
(stringendogli la mano) Sono qui.
Antonio
(al Moro:) Perchè volevi fuggire?
Il Moro
Non so… Ho avuto paura.
Antonio
Di che?
Il Moro
Non so…
Antonio
E che è quella carta?
Michele
(gliela dà.)
Antonio
(guardandola) Questo è il rendiconto preciso della prova di stamane! (al Moro:) Hai notato i più minuti particolari.
Il Moro
Sono degli appunti… Mi piace d'imparare.
Antonio
E ne hai anche degli altri?..
Il Moro
No.
Antonio
Ma i tuoi occhi, che non sanno guardarmi, dicono di sì.
Il Moro
No.
Antonio
Però, questi appunti si riferiscono a disegni già fatti. Il disegno della nuova macchina è indicato con le lettere M N. Fammi vedere i disegni.
Il Moro
(tremando) Non li ho.
Antonio
Li hai conservati a casa tua.
Il Moro
No.
Antonio
E a chi li hai dati?
(Un silenzio.)
Antonio
(chiaroveggente, penetrante, terribile, accostandosi a lui, parlandogli quasi all'orecchio:) A chi li hai venduti? – Non rispondi? – Non neghi di averli venduti?!
Il Moro
Erano poche linee sbagliate… Non se ne poteva avere un'idea chiara.
Antonio
Ma… avevi promesso il resto… Avevi promesso le rettifiche. Avevi promesso tutto?
Il Moro
Forse non avrei avuto il coraggio di…
Antonio
Con chi hai contrattata la vendita infame? (Pausa.) (Con forza) Non tacere adesso, perchè questo lo voglio sapere!
Il Moro
(sempre più tremante e abbassando gli occhi) Col figlio del signor Salviati.
Antonio
Ah! (Gli si avventa addosso.)
Maddalena
Antonio!
Antonio
(liberandolo e retrocedendo) No, non l'uccido. Non devo ucciderlo. (Al Moro:) E non ti denunzio neppure. Tanto, i giudici non capirebbero il valore di ciò che mi rubavi.
Il Moro
(umiliandosi) Lo dirò io stesso. Mi farò condannare… Io sono un ingrato, un miserabile! Oramai, per me, meglio finirla in carcere! (Piange.)
Maddalena
(Si avvicina ad Antonio in atto d'intercessione.)
Antonio
(un po' pensoso e pietoso) No, in carcere non si finisce: si ricomincia. (Al Moro:) Ne usciresti esasperato… peggiorato. E se anche ciò non fosse, non troveresti più indulgenza. Saresti irremissibilmente perduto. Perfino i ladri come te, purchè avessero avuto la prudenza di commettere soltanto i furti consentiti dal mondo civile, ti disprezzerebbero. (Pausa.) Avevi già avuto il denaro?
Il Moro
Sì.
Antonio
Vuoi restituirlo?
Il Moro
Sì.
Antonio
Dammelo. Lo manderò io al signor Salviati.
Il Moro
(mette fuori del danaro e lo pone sulla scrivania.)
Antonio
Sta bene. Ritorna al tuo lavoro.
Michele
(a Maddalena, – commosso.) È un angelo!
Il Moro
Oh!.. (Piangendo di gratitudine, prende le mani di Antonio per baciargliele.)
Antonio
(ritirandole) No. Questo no. (Con un gesto severo, ma non crudele, gli impone di uscire indicandogli l'officina.)
Il Moro
(esce.)
Antonio
(a Michele:) Accompagnalo tu, babbo. La tua presenza basterà a rassicurare i compagni.
Michele
(lo bacia in fronte, e via.)
Maddalena
(paurosamente) Oh, Antonio!..
Antonio
Cos'hai, piccola mia?
Maddalena
Io temo, io temo tanto!
Antonio
Perchè?
Maddalena
Quel signor Salviati… è il tuo nemico?
Antonio
È il mio nemico.
Maddalena
Può farti molto male?
Antonio
E non ti sembra che mi guidi e mi sorregga un diritto più forte di ogni male, più grande d'ogni bene?!
Maddalena
(con fede e commozione) Sì.
Antonio
E va, va, va a prendere nostro figlio… Questa è la casa tua! È la sua casa! Va, corri, piccola mia, corri, corri… Io vi aspetto.
Maddalena
(gli si abbandona gettandogli le braccia al collo come una bimba, con gli occhi gonfi di lagrime di gioia.)
Antonio
(la tiene e la bacia in un misto di esultanza e di intima dolcezza.) (Un silenzio.) Va…
Maddalena
(Si allontana, – esce.)
(Sipario.)
ATTO SECONDO
Una camera squallida. – Un tavolino. Poche seggiole vecchie. Un divano sdrucito. In un angolo, un baule. Niente altro. – Una porta in fondo. Un'altra alla parete destra. – È sera. Sul tavolino è acceso un lume a olio.
SCENA I
MADDALENA e PETRUCCIO
(Sono tutti e due seduti presso il tavolino.)
Maddalena
Aspetta. (Si alza; va a prendere della carta che è sul baule; torna a sedere, e con un pezzo di quella carta costruisce una piccola barca.) Guarda com'è bellina, questa!
Petruccio
Una barca?
Maddalena
Già, una barca.
Petruccio
Un'altra più grande, adesso.
Maddalena
Un'altra più grande. (Comincia a costruirla, piegando la carta.)
Petruccio
Un bastimento col vapore.
Maddalena
Eh, col vapore, non si può fare di carta.
Petruccio
Quello quando venimmo per mare, ti ricordi?..
Maddalena
Si, mi ricordo: quando venimmo da Napoli a Genova…
Petruccio
… era col vapore.
Maddalena
Sì, quello lì era col vapore.
Petruccio
Perchè?
Maddalena
Perchè doveva camminare in fretta.
Petruccio
Come sulla ferrovia?
Maddalena
La ferrovia, tu non l'hai vista mai.
Petruccio
Ma la so, chè me l'ha detta il nonno quando papà è partito.
Maddalena
E dov'è andato, papà, dov'è andato?
Petruccio
A Napoli è andato, chè a Napoli c'è la sua officina.
Maddalena
(carezzandolo) No, angelo caro, l'officina non c'è più.
Petruccio
Perchè non c'è più?
Maddalena
(tristemente) Eh! Perchè così è! Vedi che bastimento! C'è anche il fumaiolo. (Glielo mostra.)
Petruccio
Allora, lo hai saputo fare col vapore.
Maddalena
E no. Ci vorrebbero le macchine.
Petruccio
Papà le sa fare.
Maddalena
Lui, sì.
Petruccio
E perchè non è tornato, oggi?
Maddalena
Forse tornerà stasera. Anzi… (per chetarlo) certamente tornerà.
Petruccio
E porterà anche il pranzo?
Maddalena
S'intende. (Scrolla il capo. Indi, poggiando i gomiti sulla tavola, stringe la fronte fra le mani, presa dallo sconforto e dalla pena che le desta il suo bimbo.)
(Un silenzio.)
Petruccio
Sei malata?
Maddalena
(scotendosi e dissimulando) No, no, non temere, mamma tua sta benissimo.
Petruccio
Hai fame tu pure?
Maddalena
Nemmeno.
(Un silenzio.)
Petruccio
Vogliamo stare un poco vicini vicini? Vicini vicini sul divano, come piace a te?
Maddalena
Sì, amore mio. (Lo abbraccia e lo bacia.)
Petruccio
(la tira per la veste sino al divano. Ella vi si rincantuccia. Egli le si mette sulle ginocchia, le si aggrappa al collo, premendole il ventre e il petto, piegando la testa sulla spalla di lei, e sospira.)
Maddalena
Angelo caro, mamma tua soffre un tantino così. Senti. Sai come devi fare? Stendi le gambine sul divano e poggia la testa sulle ginocchia di mamma tua. Anche così staremo vicini.
Petruccio
(mettendosi come ha detto lei) E noi, quando andiamo un'altra volta a Napoli, insieme col babbo?
Maddalena
A Napoli, no, non dobbiamo più andarci. Abbiamo avuto dei dispiaceri, laggiù.
Petruccio
E papà perchè ci è andato?
Maddalena
Ci è andato per fare del bene a Petruccio, per fare del bene a mamma tua…
Petruccio
(interrompendola) Te l'ha scritto?
Maddalena
Sicuro che me l'ha scritto.
Petruccio
Voglio sentire come t'ha scritto.
Maddalena
Sì, sì, ora ti faccio sentire. (Cava dal petto una lettera e, senza guardarla, finge di leggere, improvvisandone il contenuto.) (Petruccio, coricato com'è, non la vede.) «Cara Maddalena, tu e Petruccio dovete avere un poco di pazienza e dovete pensare che io sto qui per il vostro bene. Ti prego di dire a Petruccio che quando verrò a Genova faremo tante tante cose belle, e lui sarà contento di andare alla scuola e d'imparare come fanno tutti i ragazzi buoni come lui che tengono compagnia alla mamma e che ne sono la consolazione.» (Ha qualche lagrima negli occhi) «Ti prego di dirgli pure che quando giungerò io, a te e a lui non mancherà più nulla, e cesseranno tutte le pene, e la sera Petruccio andrà a letto tranquillo tranquillo, e poi farà dei bei sogni, proprio come se fosse un ometto grande, e il giorno dopo racconterà alla mamma tutto quello che ha sognato.» Hai sentito?
(Petruccio si è addormentato di un sonno di languore.)
Maddalena
(fra sè:) Dorme. (Gli solleva il capo, glie lo adagia su un cuscino del divano. Si toglie lo scialle e ne copre il bambino.)
SCENA II
MADDALENA, PETRUCCIO, MICHELE
Michele
(di dentro) Maddalena!
Maddalena
Oh!
Michele
Apri, Maddalena, sono io.
Maddalena
(va all'uscio di scala, tira il lucchetto, ed apre.)
Michele
(entrando ansioso) È arrivato Antonio?
Maddalena
No. (Lo guarda entrare, interrogandolo con gli occhi.)
Michele
(si avanza affranto, silenzioso, e siede. – Pausa.)
Maddalena
La lettera che ricevemmo ieri, del resto, non precisava nè l'ora nè il giorno.
Michele
Nelle sue parole a me parve di capire che stesse per tornare. E poi ribatteva sul chiodo della urgente partenza per l'America.
Maddalena
E diceva giusto.
Michele
Diceva giusto, ma partire senza un poco di danaro sarebbe un'imprudenza grossa, specialmente per noi che non siamo gente fortunata. Questa è anche la sua idea. E, dunque, se parlava proprio di partenza, significa che sapeva di poter venire a una buona conclusione da un momento all'altro. Non ho voluto fartene accorgere, ma io come io lo aspettavo fin da stamane. Ci contavo, ecco. Mi sono sbagliato, e, maledetto il diavolo!, ho lasciato passare le ore senza provvedere a niente.
Maddalena
Tanto, che c'era da fare?
Michele
Avrei potuto portare qualche altra cosa all'Agenzia.
Maddalena
Ci è appena per dormire, papà Michele.
Michele
No. Ci è anche un po' di biancheria e un soprabito, che egli appunto mi consegnò affinchè, all'occorrenza, se ne cavasse qualche soldo. Ma era roba sua, intendi? M'è mancato il coraggio… E l'ho tenuto da parte con la speranza di metterla in salvo.
Maddalena
Però, quando siete uscito, che già calava il sole, vi ho visto più nero del solito. Non ci credevate più che egli arriverebbe in giornata?
Michele
Ci credevo e non ci credevo. Mi ricordavo che nella penultima lettera mi raccomandò di non stare a guardare l'orario della ferrovia, perchè – diceva lui – «è molto probabile che se vengo col danaro in tasca dovrò immediatamente recarmi in varii posti e non mi sarà possibile di correre difilato a casa.» E io non ho guardato l'orario, e a una cert'ora mi son detto: se non giunge, come si fa? (Pausa.) Eravamo digiuni da circa quarantotto ore, e mi rodevo dentro, non per me che sono carne dura, ma per quello lì… (indicando Petruccio), per quella povera anima innocente, e per te, per te, che sei anche incinta… Mi sono aggirato per le strade piene di folla, facendomi condurre dalle gambe, andando su e giù a caso, come un cane senza padrone. Come si fa? – ripetevo fra me: – Come si fa? Era tardi. Era notte. Le agenzie stavano chiuse. Bussare alla porta delle persone di cui eravamo già debitori non potevo. E allora… Oh!.. (Si covre il viso con la mano.)
Maddalena
Papà Michele, voi soffrite!
Michele
Avrei voluto che questa mano fosse andata in frantumi, come quella che non ho più, tra le ruote di una macchina, piuttosto che stenderla per chiedere l'elemosina; eppure… alla cantonata di un vicoletto oscuro, nascondendomi come un ladro, (animandosi nel martirio del ricordo) vergognosamente l'ho stesa!
Maddalena
(per fargli abbassare la voce) Sst!, che Petruccio non senta!
Michele
(sommessamente) E coloro che mi passavano davanti, mi prendevano per un impostore, e, guardandomi di sbieco, quasi impauriti affrettavano il passo… si allontanavano… sparivano. (Pausa.) Ho tentato non so quante volte. Sempre inutilmente. Poi, a un tratto, non ho più potuto… E ho preso la via di casa… Il sangue mi affluiva alla faccia. Arrossivo. Mi pareva d'aver commessa l'azione più vile che l'uomo possa commettere. E il peggio era che, dopo d'averla commessa, venivo qui senza portarvi neanche un pezzo di pane. Che sofferenze! E che avvilimento!
Maddalena
(annichilita, piegando la fronte, siede.) E tutto questo, papà Michele, per causa mia.
Michele
Ma che!
Maddalena
Se il giorno in cui andai a rifugiarmi nella casa e nel cuore di Antonio, avessi invece saputo morire insieme con mio figlio o accondiscendere a un qualunque basso mercato, quanto meno vi peserebbe, ora, la vostra miseria e come sarebbero più lievi i tormenti vostri e di quel disgraziato!
Michele
Non pensare a queste cose, Maddalena. Se egli te le leggesse negli occhi, ne impazzirebbe.
Petruccio
(quasi in dormiveglia) È venuto papà?
Maddalena
No, non ancora, Petruccio; ma il nonno dice che verrà tra breve.
Petruccio
Dov'è il nonno?
Michele
Sono qua.
Petruccio
E tu che mi hai portato?
Maddalena
(andandogli dappresso) Che poteva portarti il povero nonno? È andato a spasso che era già sera. Le botteghe non sono aperte che di giorno. Vuoi che mamma tua ti metta a letto?
Petruccio
(tuttora disteso e assonnato) E tu sarai sempre vicino a me?
Maddalena
Sempre vicino a te la mamma tua, si capisce!
Petruccio
E mi terrai le mani strette strette?
Maddalena
Sì, amore mio.
Petruccio
(supplichevole) No… restiamo qua. È meglio.
Maddalena
A dormire così, Petruccio, ti fa male… Andiamo, amore mio.
Petruccio
No… no… (Richiude gli occhi.)
Michele
Perchè non vuole?
Maddalena
Non è che non voglia; ma è debolino. Appena svegliato, si riaddormenta. Ecco, dorme un'altra volta.
Michele
Mettilo a letto piano piano.
Maddalena
Questo voglio fare. (Con mano lieve, gli sbottona un po' gli abiti, gli toglie le scarpette.)
Michele
Anch'io ho bisogno di stendermi. Sono tanto stanco! Ho addosso un sonno di piombo. (Sgranchisce il braccio, sbadigliando.)
Maddalena
Un po' di riposo vi farà bene.
Michele
E tu?
Maddalena
Per me, sarà difficile. Avessi almeno la risorsa della stanchezza! Tenterò. (Delicatamente, prende in braccio il bambino.)
Michele
(si stende sul divano.)
Petruccio
(quasi dormendo, sentendosi portar via) No… no…
Maddalena
È mamma tua, è mamma tua… (Smorza il lume, e, con il bambino attaccato al collo, cautamente si avvia a sinistra.)
Petruccio
No… no…
Maddalena
È mamma tua, amore mio, è mamma tua… (Esce.)