(apre con una sua chiave l'uscio di fondo, entra pallidissimo, stranamente circospetto. Il suo corpo ha il tremito dei brividi. Depone a terra una valigetta. Accende un fiammifero e con esso il lume a olio. Guarda intorno. Mormora:) Oh, il babbo qui. (Va verso di lui, come per svegliarlo. Poi, si trattiene. Presso il tavolino, siede. Cava da una tasca interna della giacca molto danaro in biglietti. Li conta. E torna a metterli in tasca. Si alza, si accosta a Michele e chiama sottovoce:) Babbo, babbo!
(sussultando, si drizza d'un sùbito.) Oh! Finalmente, finalmente!
Non ti eccitare babbo, e, se Maddalena dorme, parla piano.
Insomma, che notizie?
(dissimulando la sua emozione) Buone.
(animandosi di speranze) Salviati ha accondisceso?
Ha accondisceso.
(con un moto di giubilo) Possibile?!
Se te lo dico io!
Ha finito col riconoscere i tuoi diritti?
Quali?
I tuoi diritti di inventore, almeno, non li ha riconosciuti?
E non era forse egli divenuto già legalmente proprietario del mio brevetto?
E allora che è?
Un dono, una largizione…
Ma, lui, si è compromesso?
Ho qui il danaro.
E non sei pazzo di contentezza?!
Sì, ma…
Eh!, capisco. I tuoi poveri nervi…
Li ho dovuti mettere sotto una macina, babbo, i miei nervi.
Immagino.
No, non puoi immaginarlo.
Ma adesso devi tranquillarti, devi rimetterti in salute.
Io sto bene. Non lo vedi che sto bene?
E quanto ti ha dato?
Abbastanza. Ci sarà da respirare. Siedi. Appunto di ciò dobbiamo parlare tra noi due.
E non vuoi dar sùbito questa consolazione a Maddalena? Sono sicuro che non dorme. È sui carboni ardenti quella poveretta.
(vorrebbe indugiare.)
(senza badargli, chiama festosamente:) Maddalena, Maddalena, è arrivato Antonio!
(entra di corsa, slanciandosi ad abbracciare Antonio) Oh, Antonio!
Or ora sono arrivato, sai.
Ed è carico di danaro.
Davvero?!
Sì, sì, davvero.
E come hai fatto? Dimmi, come hai fatto? È un prodigio!
Addirittura?!
Se non mi dici come hai fatto, io crederò di sognare.
Evvia! È poi così strano che io non sia più un pezzente? Ti pare una enormezza, eh? Ti pare ingiusto? Pare ingiusto anche a te?
(mortificata) Quando partisti non avevi quasi alcuna speranza, buono mio. Perchè adesso mi rimproveri ch'io mi meravigli?
No, no, non ti rimprovero… (Affettuosissimo) Sarei disgustevole se rimproverassi proprio te, povera piccola. Ma non interrogarmi troppo, te ne prego. Ho dovuto costringere il mio temperamento a umiliazioni di cui mi dà fastidio perfino il ricordo.
Va là: ti conosco, non sei uomo da inginocchiarti dinanzi a nessuno. Tu esageri. Ti allucini. Hai chiesto una parte di quello che ti spettava e l'hai avuta. Questo è tutto.
E non ci può essere altro.
(inquieto, vibrante) Ma finitela, finitela con le supposizioni. Non vi accorgete che mi seccano, che m'irritano, che mi sconvolgono? Il solo fatto importante è che, per ora, ci sarà da vivere. Verso di voi, io ho adempiuto al mio dovere. (Rude) Il resto non vi riguarda. Convincetevi di questo, e badate che è necessario di non dimenticarlo. (Breve pausa) Il bimbo come sta?
L'ho messo a letto. Dormiva già in piedi.
A stomaco vuoto, non ne dubito. Sveglialo e dàgli da cena. (Cava dalle tasche qualche involto e qualche pane.) E prendi un boccone anche tu: fammi questo piacere.
Ma sì, sì, volentieri.
Va, mia buona Maddalena… Io devo stare un po' col babbo… Poi ti chiamerò.
Non hai nulla contro di me?
Contro di te? (Stringendole ambo le mani) Io ti adoro.
(esce.)
(si avvicina all'uscio a destra e, guardingo, lo chiude. Indi, andando verso Michele) Babbo, queste sono poco più di quarantotto mila lire. (Gliele porge.)
Perbacco! (Le mette sulla scrivania e le guarda.)
Dici che è troppo?
Che c'entra? Io gioisco. Io sento aprirmi il cuore, ecco!
Credevo che…
Ma non fantasticare così! Che diavolo! Mi sembri pazzo, mi sembri.
(Presso la scrivania, siedono tutti e due, l'uno di faccia all'altro.)
Erano cinquantamila… Io sono giunto da parecchie ore, e ho sbrigate molte faccende… Ho pagato tutti i nostri debitucci…
Temevi che i creditori scappassero?
E no. C'era della buona gente che in questi ultimi mesi ci ha fatto credito, e non bisognava trascurarla.
E sta bene.
Sicchè, seicentoventi se ne sono andate. Altre quattrocento le ritengo io…
O perchè mi racconti queste cose?..
Lasciami dire… Altre quattrocento le ritengo io… perchè mi potranno servire. E col resto ho preso i biglietti per te, per Maddalena e per Petruccio.
Che biglietti?
Questi. (Mettendoli insieme col danaro) Domani mattina, voi vi imbarcherete sul Washington…
Domani mattina?!.. Così?! A rotta di collo?!
E non te l'ho avvertito da un pezzo, non te l'ho anche scritto, che il giorno in cui si possedesse un po' di quattrini si partirebbe immediatamente per l'America?
Ma come! Senza neanche prender fiato?
Che fiato vuoi prendere? Giacchè avete quanto vi occorre per poter poggiare il piede su un'altra terra, per poter esperimentare, a bene o a male, un'altra aria, un altro mondo, per poter vedere una gente diversa, con virtù e con difetti diversi dai nostri, e, forse, chi sa, meno imperfetta di noi, o magari più imperfetta, ma più giovane, più florida, più sicura, con le spalle volte al passato e gli occhi fissi all'avvenire, che scopo c'è di stare a perdere qui il tempo e la salute? Che scopo? Che ragione? Che vantaggio?
Io non so niente. Tu mi fai girare la testa. E poi, che è? Tu parli di me, parli di Maddalena, di Petruccio… E di te, non parli! Non parli di te?
Io non potrò venire con voi.
No?!
… Per ora, s'intende.
Ah, per ora?
… Ma io vi raggiungerò.
E non sarebbe meglio aspettarti?
Non sarebbe meglio, perchè non so con precisione quando i miei affari mi permetteranno di partire.
Quali affari?
Oh Dio, non posso avere ancora degli affari?
Sì, puoi averli, ma, disgraziatamente, non li hai.
Tu t'inganni, babbo.
E allora quali sono? Si può sapere quali sono?
(eccitandosi) Ma, santodio!, tu mi fai un interrogatorio da giudice istruttore.
E tu mi parli come ad un estraneo, ed è la prima volta che mi tratti così… e ciò mi fa male, mi fa male assai!
(commosso, sollevandogli la testa, quasi carezzandolo) No, babbo, no… Non mi son mai sentito legato a te come in questo momento, e di te non ho avuto mai tanto bisogno quanto ne avrò da questo momento in poi.
Se fosse vero!
Vedrai che è vero, vecchio mio, e perciò tu devi farmi la grazia di riunire tutte le tue forze, tu devi ringiovanire per essere pronto al tuo nuovo esperimento.
Sta' tranquillo. Questo braccio che mi resta è robusto come dieci braccia insieme, e la mia mente di ignorante è ancora giovine come la terra non coltivata. Tu sei mio figlio, e sei anche il mio maestro. Su, insegnami quello che ho da fare. Ti prometto che sarai contento di me.
Quello che hai da fare è difficile ed è grande. Io affido a te Petruccio e Maddalena e il bimbo che nascerà fra pochi mesi: e tu dovrai aspettare gli eventi con serenità e renderne a loro più lieve l'urto col tuo coraggio e con la tua saggezza.
(spalancando gli occhi) Antonio?!
Sentimi bene. Con Maddalena, tu parlerai o tacerai o mentirai secondo che ti parrà più utile alla salute del suo corpo e del suo spirito il mentire, il parlare o il tacere. Tu le impedirai di lavorare se lassù, come da noi, il lavoro della donna non è circondato dalle maggiori garantie di rispetto e d'indipendenza, e glielo impedirai se le sue funzioni e la sua tenerezza di madre ne dovessero soffrire. Mi intendi? Tu cercherai, inoltre, di educare i miei figli come hai educato me, valutandone l'intelligenza e interpretandone gli istinti. Se, con me, la prova è fallita, non monta! E quando essi avranno una coscienza, quando avranno una chiara percezione della vita, tu racconterai la mia storia tutta intera e dirai loro, senza restrizioni, la verità. M'intendi tu, babbo?
(che ha udito quasi trasognato, è preso da un tremito di paura) Ma… dunque… noi ci separiamo per sempre?
(sùbito, ma visibilmente non sincero) Per sempre, no.
E allora, perchè tutto questo?
Perchè non c'è nulla che non possa accadere.
Non sei sicuro che ci raggiungerai tra breve?
Tra breve, non so.
E quanto tempo ritarderai?
Non so, non so.
Ma che cosa mi nascondi?
Babbo, io ti ho supplicato di essere sereno e coraggioso; e se vuoi aiutarmi veramente, è indispensabile che tu non indaghi di più.
E mi raccomandi di dire la verità ai tuoi figli?
La saprai, non dubitare.
Troppo tardi, forse.
Sempre in tempo per loro!
Io penso a te in questo momento, io penso alla vita tua.
(con uno scatto) L'amo anch'io la mia vita, purtroppo, e sarei desolato di rinunziare a questo beneficio immenso!
Ma tu corri qualche grave pericolo!?
Taci per carità, che Maddalena non comprenda i tuoi dubbî… Io non corro nessun pericolo vero… Credimi. Quello che m'impedisce di venire con voi non è, in fondo, che un altro dovere urgente, un dovere sacro che non posso fare a meno di compiere. Io spero più che non dica. Acquiètati, babbo, acquiètati, aspetta ed abbi fede. Noi dovremo separarci questa sera stessa, fra pochi minuti, perchè mi tarda di ritornare a Napoli, e non voglio perdere il treno della mezzanotte. Custodisci questo denaro e conserva anche questa lettera indirizzata al mio amico Luciano Fiorentini (glie la dà), che è da dieci anni a New-York e che saprà mettervi a posto.
(esegue.)
(continuando) Superfluo aggiungere che nè a te nè a me è consentito di rivelare quello che ci sta nell'animo. Dobbiamo badare sopra tutto a Maddalena. Se ella avesse dei sospetti sinistri, non partirebbe più, nè mi lascerebbe partire, e le conseguenze sarebbero disastrose per tutti. Hai capito bene?
(col capo, fa cenno di sì.)
Sicchè, cerca tu di padroneggiarti e di stare in gambe, chè al resto ci penso io.
(alzandosi con uno sforzo, gravemente) Ti obbedisco.
(Gli va vicino e se lo stringe fra le braccia come per ribadire il patto.) Tu mi giuri che domani mattina partirete?
(con poca voce, mettendosi la mano sul petto) Te lo giuro!
(cambiando tono e quasi gridando, chiama:) Maddalena! Maddalena!
(entrando) Eh, che congiura!
(tentando di sembrare quasi allegro, si frega le mani) Be', si fa quel che si può contro i birboni e contro il diavolo! E con un po' di congiura, i nuvoloni si son dileguati, lui, il vecchio (accennando a Michele) è ancora «sotto il peso di cupi pensieri». (Ridendo) Ah! ah! ah! ah! Poveraccio! In dieci minuti gli ho dovuto parlare di cento e una cosa. Ma, per fortuna, tutto è stato messo a posto. (a Michele:) No?
Certo.
E adesso, a te, piccola mia, e poche chiacchiere. Si va via! Si parte senza pensarci su due volte.
(lietamente) Si parte davvero per l'America?
Per l'America, sissignora!
Che gioia!
Sei contenta? Oh, meno male!
E partiamo proprio sùbito?
Tu, non più tardi di domani. Parti col babbo e col bimbo… Cioè, che dico?.. coi bimbi, perchè, ohè, oramai, sono in due. (Ridendo) Ah! ah! ah!
(s'è tratto indietro per nascondere le sue sofferenze.)
(con gli occhi e con un gesto furtivo lo esorta a non tradirsi.)
(ad Antonio:) E tu? E tu?
Ho spiegato al babbo le ragioni per cui io debbo trattenermi ancora un mesetto in Italia, girovagando peggio d'un commesso viaggiatore. A te le spiegherò più diffusamente per lettera, e ti prego, piccola mia, di non obbligarmi, stasera, a ripetizioni inutili. Ho già tanto parlato che se non crepo come una cicala è un miracolo!
(timida) Io non ti domando più niente; ma almeno si potrebbe…
(interrompendola subitamente) Cosa? Cosa si potrebbe? Si potrebbe lasciar fare a quest'uomo di genio, come mi chiamava papà Michele fin da quando ero lungo appena un metro, e si potrebbe anche compiere due nobilissime azioni: cambiare la biancheria in quella valigetta e permettermi, intanto, una visitina al mio primogenito, che se ne sta a letto, così come se niente fosse.
Per la biancheria, c'è tempo.
Non te l'ho detto che se manco la corsa di mezzanotte, comprometto un affare coi fiocchi?
(turbata, abbassando gli occhi) Questo non me lo avevi detto.
E che vuoi? I quattrini mi dànno alla testa!.. (Guardando Maddalena) E adesso mi fai il muso, mi fai?
Non potevo immaginare che tu fossi venuto a casa tua per pochi minuti soltanto.
Ih, il gran guaio!.. Come se fosse la prima volta! E poi, tu ne sei persuasa che ci troviamo in un momento eccezionale… (Animandosi falsamente) Su, su, Maddalena! Senza malinconia e senza musi! Guarda come sono arzillo io.
(ha qualche lagrima.)
No, non così, (carezzandole la fronte) non così, bambina che sei! Con quei lucciconi, fai impappinare anche me… E, allora, che si conclude? (Le asciuga gli occhi.) Ti secca di non stare un po' con me prima di partire? D'accordo. Ma l'avvenire non lo conti per nulla? Noi ci rifaremo! (Spasimando dentro e continuando a sovraeccitarsi in un'esagerata gaiezza) E saranno pazzie, Maddalena! Cose dell'altro mondo!.. Cose d'America, insomma!.. Tu ed io, per esempio, metteremo su una fabbrica di figliuoli… come non se ne sono visti mai. Con la civiltà, si riesce a tutto!..
(è sempre appartato, assistendo alla finzione, guardando con gli umidi occhi dolenti e pensosi, scrollando il capo di tanto in tanto.)
E papà Michele farà da sorvegliante!.. Dico bene, papà Michele? (Vedendo che Michele non riesce a dominarsi e a secondare la celia, gli si avvicina con un pretesto.) E senti quest'altra, tu, ma all'orecchio… (Poi, abbassando molto la voce) Non stare così, vivaddio!, che mi rovini peggio! (Staccandosi con uno scoppio di risa pazze) Ah! ah! ah! Ma questo dev'essere un segreto fra me e te!.. Ah! ah! ah! E tu, Maddalena, vorresti che ci mettessimo a piagnucolare? T'avverto che sono rigorosamente vietate le lagrime sino a nuovo ordine, e i contravventori saranno puniti con multa da lire cinque a lire… quarantottomila! Attenti che va a monte la fabbrica di figliuoli! Il primogenito dorme già tranquillamente su i suoi diritti di unico erede?.. Ma lo sveglio io! Perbacco, se lo sveglio! (Chiassando sull'uscio a sinistra) O poltrone di un figlio, a letto si riceve il babbo che arriva? (Ridendo più forte) Che salto che ha fatto! Ah! ah! ah! ah! (Esce.)