Kitabı oku: «Il frutto acerbo: Commedia in tre atti», sayfa 3
SCENA III
TILDE, ERNESTO, NINO, DUE CAMERIERI
Nino
(di fuori, in tono scherzoso e festevole) È permesso? Si può… penetrare?
Ernesto
(a Tilde) Chi è?
Tilde
(ostentatamente disinvolta) Venga, venga, signor Nino.
Ernesto
(con semplice curiosità) «Signor Nino»?
Nino
(in corretto costume da mattina, entra vivacemente; e, vedendo Ernesto, si ferma, sconcertato.)
Tilde
(a Nino) Or ora le ho mandato un biglietto. Si vede che lei non lo ha ricevuto, ed è bene che sia stato così. (Ad Ernesto) Ti lamentavi di dover fare colazione solo? Ti presento un commensale graziosissimo: il signor Nino Lovigiani, il primogenito della mia amica Donna Livia Lovigiani di Roma, che me lo ha raccomandato con tutto il calore con cui una madre può raccomandare un suo figlio. Signor Nino, lei aveva tanto desiderio di conoscere mio marito?.. Eccolo qui.
Nino
(senza fiato) È una fortuna!
Ernesto
(getta a Tilde un'occhiata di rimprovero.)
(Entrano due Camerieri, portando un tavolino elegantemente apparecchiato con due coperti. Lo collocano nel mezzo della stanza e vanno via.)
Tilde
(a Nino) Senta, io sono mortificata di dovermi assentare. Un affare urgente mi obbliga a recarmi a Napoli. Ma mio marito mi sostituirà. Del resto, a tavola, gli uomini preferiscono la compagnia degli uomini. Sarà quindi un piacere per lei e (indicando Ernesto) per lui.
Ernesto
(seccatissimo, con svogliata dissimulazione) Per me specialmente.
Nino
(quasi con le lagrime agli occhi, cercando di fingere) Per me.
Ernesto
(voltandogli il dorso e allontanandosi per non farsi scorgere, tra sè borbotta:) Bella rottura di scatole!
Tilde
(subito, pianissimo e vivamente a Nino) Non vi distaccate più da lui. (Levando la voce e stringendogli la mano) Si stia bene, signor Nino, e scusi, scusi tanto…
Nino
Ma le pare…
Tilde
(accostandosi a Ernesto) Addio, Ernesto. (Pianissimo, con calore) Sii molto cortese con questo ragazzo! (Levando la voce) Non mi dài un bacio?
Ernesto
(la guarda stupito come per dire: «oh che novità è questa?» e, stringendosi nelle spalle, accondiscende.) Te lo do. (Esegue.)
Tilde
(a Nino) A rivederla presto, giovanotto.
Nino
A rivederla…
Tilde
(si avvia per uscire. Presso la porta si volta. Contemplandoli un po', dice con molta grazia:) E buon divertimento… a tutti e due. (Esce a sinistra.)
Nino ed Ernesto
(dopo un silenzio, si accingono, simultaneamente, a dir qualche cosa. Ma non dicono nulla.)
I due Camerieri
(entrando, portano l'uno una bottiglia stappata di vino bianco, l'altro l'antipasto, e si fermano impalati, aspettando.)
Ernesto
(fa un gesto invitante Nino a prender posto.)
Nino
(fa un gesto di ringraziamento.)
(Accennano le cerimonie d'uso e siedono dirimpetto, presso il tavolino apparecchiato.)
(Con sveltezza corretta e con una contemporaneità automatica, a guisa di due macchinette identiche, un Cameriere serve l'antipasto, l'ALTRO versa il vino. Quindi, restano, diritti, come due sentinelle, a uguale distanza, l'uno dietro Ernesto, l'altro dietro Nino.)
(Ernesto e Nino turbati, impacciatissimi, non si decidono a cominciare. A un tratto, simultaneamente, quasi sentissero qualcosa alle spalle, si voltano. Ciascuno guarda il cameriere che gli è dietro. Ambedue i Camerieri, vedendosi guardati, senza muoversi dal loro posto, anche simultaneamente, voltano la faccia verso Nino ed Ernesto e li guardano in attesa di ordini. – Allora Nino ed Ernesto, come per un dovere, urgentemente cominciano a mangiare.)
(Sipario.)
ATTO SECONDO
Un elegante salotto in casa Ricchetti. – Una sola porta a destra, una sola porta a sinistra. Una gran porta alla parete in fondo.
SCENA I
TILDE, la CAMERIERA, poi BICE
Tilde
(giunge allora allora dalla campagna. Seguìta dalla Cameriera, che si ferma aspettando gli ordini, entra dal fondo con passo affrettato. Inquieta e pensosa, passeggia in silenzio su e giù per la stanza, agitando l'ombrellino.)
Tilde
(dopo di aver passeggiato per un po') Andate su dalla marchesa zia e dite a mia sorella che io sono qui.
La Cameriera
E alla signora marchesa, nulla?
Bice
(nei suoi abiti di educanda – entra festosamente, commossa, correndo ad abbracciare e a baciare Tilde) Tilde! Tilde! Tilde mia cara!
(La Cameriera via.)
Tilde
(ricambiando con freddezza l'abbraccio di Bice) Mi hai visto giungere?
Bice
Sì, la zia ha ricevuto il tuo telegramma, e io t'aspettavo ansiosa alla finestra. Sarei discesa immediatamente; ma ho creduto che tu andassi su per parlare con lei.
Tilde
Mi preme più di parlare con te.
Bice
Come sei stata buona nel venire così presto!
Tilde
Trovi?
Bice
(intimorita dal tono di lei) O Dio, Tilde!.. Non sei ben disposta?
Tilde
Tutt'altro che ben disposta.
Bice
Dio mio!
Tilde
Uscita da poco più d'un mese dal collegio, ti fai pigliare da questa frenesia? Il primo uomo che ti si è messo innanzi t'è parso una divinità! Ed ecco, all'impensata, la bomba del matrimonio!
Bice
(paurosa) Io t'avevo già avvertita che Franchesi era molto gentile con me.
Tilde
Anzitutto, io non sapevo che costui fosse un compagno di scuola di mio marito. E, d'altronde, non potevo immaginare che in quindici giorni riuscisse ad accenderti la fantasia sino a farti scrivere di quelle stupidaggini! Il mago! L'irresistibile!.. La sirena!
Bice
(quasi piangendo) Tu mi mortifichi troppo!
Tilde
Ma no, angelo caro. Io non ho l'intenzione di mortificarti. Io ce l'ho con la zia a cui ho avuto il torto di affidarti, e ce l'ho… ce l'ho con tutta quella mala gente, di cui noi donne non sappiamo fare a meno.
Bice
(con schietta ingenuità) Qual'è la mala gente?
Tilde
Gli uomini.
Bice
Ciò significa che lui… è un uomo eccezionale.
Tilde
Un uomo che è eccezionale non è un uomo! Intanto, quel che ho letto nella tua lettera di stamane non depone certo in suo favore. Questo signore, che alla sua età ti si offre come marito senza pensarci su due volte e che, a quanto mi hai scritto, ti ha amato subito perchè t'ha conosciuta in abito di educanda, è semplicemente un vizioso!
Bice
Perchè? Che vizio ha?
Tilde
… «Vizioso» è una parola generica.
Bice
Non è solo per questo vestito che si è innamorato di me.
Tilde
Ma io indovino che questo vestito non lo hai smesso ancora per secondare la sua mania. E la bambola dov'è? Anche per la bambola che conservi da quando eri bimba pare che costui si sia deciso a sposarti. Tutto ciò è inaudito, piccina mia!
Bice
Ritorci le cose a modo tuo!.. Sì, la bambola, l'abito di educanda, i capelli pettinati con semplicità, le trecce sulle spalle, sono delle cose che gli fanno un grande effetto. Non c'era abituato. Ma poi mi ama per altre ragioni.
Tilde
(sedendo) Fuori le altre ragioni.
Bice
Mi ha assicurato che quando mi parla e io arrossisco, gli sembra… (cercando di ricordarne appuntino le parole) gli sembra… di «fare un bagno di verginità»…
Tilde
(come fra sè) Ricostituente!
Bice
… e che gli basta di guardare la punta del mio piede e il neo che ho qui sul collo per capire… per capire… «com'è fatto il paradiso».
Tilde
E, avendolo capito, ti vuole sposare.
Bice
Mi vuole sposare… «per darmi tutta la sua vita»…
Tilde
… e per pigliarsi la tua.
Bice
S'intende.
Tilde
Senonchè, la tua è ancora intera, e della sua non ne resta a lui che poco o nulla.
Bice
Come se fosse un vecchio!
Tilde
Non ha che pochi anni meno di mio marito. Mio marito è un vecchio per me. Egli sarebbe un vecchione per te.
Bice
Mi ha spiegato che gli uomini maturi sono i mariti migliori, perchè hanno già vissuto molto.
Tilde
È la solita canzone. L'ho ascoltata anch'io. Ma ti persuade che chi ha già fatto cento chilometri di strada possa proseguire con più lena di chi non ne abbia fatti che due?
Bice
E l'esperienza non la conti? Franchesi ripete sempre ch'egli è forte della sua esperienza.
Tilde
Piccina mia, credi a me, l'esperienza non rinforza: indebolisce.
Bice
Trovi a ridire a ogni sua parola, perchè non lo conosci.
Tilde
Senza averlo mai visto, io lo conosco come tu non lo conosceresti che dopo d'averlo sposato. Ah! io vorrei potermi pentire della mia sfiducia. Vorrei che egli non fosse di quelli che all'ultima ora ricorrono al rossore delle fanciulle soltanto… per fare dei «bagni di verginità». Vorrei che, malgrado l'età sua, fosse un uomo in buone condizioni… (ripigliandosi) onesto, sincero, veritiero…
Bice
Allora, tu pensi che egli m'inganni?
Tilde
Prima d'ingannare te, inganna sè stesso. È pronto a sposarti?.. Tante grazie! O sposare o rinunziare. Ma, disgraziatamente, gli uomini, per ammogliarsi, non devono presentare un certificato d'idoneità! (Attirandola a sè e mettendosela sulle ginocchia) No, non ti turbare così e non credermi ingiustamente severa. Vuoi comprendermi un po'? Vuoi cercare di comprendermi, angelo caro?
Bice
(fa cenno di sì.)
Tilde
Supponiamo che egli, invece d'imbattersi in te, si fosse imbattuto in un'altra fanciulla: e supponiamo che quest'altra fanciulla fosse stata bella come te o anche meno bella, meno intelligente, meno virtuosa, e avesse nondimeno arrossito come te e avesse avuto, come tu hai, la freschezza dei diciotto anni, il profumo dell'innocenza, l'impronta dell'educandato. Non ti pare che, nel vederla, nell'avvicinarla, egli avrebbe avuto le medesime sensazioni?
Bice
No, no, Tilde! Certamente no!
Tilde
Ah! se avessimo il mezzo di metterlo alla prova, come ti convinceresti del contrario!
Bice
Prima di far la corte a me non l'aveva mai fatta a una fanciulla.
Tilde
(riflettendo, con un lampo negli occhi) Dovremmo assicurarci che egli sarebbe incapace di farla adesso a qualcuna.
Bice
Io ne sono più che sicura! Altrimenti, non l'amerei come l'amo.
Tilde
E quali indagini hai potuto compiere, tu, piccina mia? Lascia, lascia a me l'incarico d'indagare un po' seriamente…
Bice
In che modo?
Tilde
(celando il suo pensiero)… Interrogherò delle persone…
Bice
Bisogna per altro guardarsi dalle calunnie. È così calunniato!
Tilde
Da chi è calunniato?
Bice
Dalle donne.
Tilde
Poveretto!
Bice
Si vendicano, sai, perchè da un certo tempo in qua egli ha sempre detto di no a tutte!
Tilde
(ironica) Buon segno! Ma io non interrogherò nessuna donna.
Bice
Mi permetterai di assistere al colloquio che avrai con lui?
Tilde
Forse, te lo permetterò, ma… (risoluta) a condizione che tu non gli comparisca davanti in questi abiti ridicoli. Ti devi accertare che egli sia innamorato di te, non della tua veste. Comincia dunque con lo smetterla e col dirle addio per sempre. Poi, vattene su, buona buona, dalla zia, e aspetta che io ti chiami.
Bice
(alzandosi, inquieta, malcontenta) Ti obbedisco.
Tilde
E fida in tua sorella, che ha il dovere di farti da mamma. (Si alza anche lei, e la carezza ancora affettuosamente.) In fondo, io non ho nulla contro di lui. Io ho in odio bensì l'istituzione dei mariti troppo vecchi, che sono una vera piaga sociale, e la combatto ora con accanimento perchè tu, piccina cara, ne sei minacciata. Se mi accorgerò che nel signor Franchesi questa istituzione è meno infetta che in altri, chiuderò un occhio e gli aprirò le braccia… le tue, beninteso.
SCENA II
TILDE, BICE, ERNESTO, NINO
Ernesto
(entra brioso e scherzoso) Tu mi fuggi, e io t'inseguo.
Tilde
Tu qui?!
Ernesto
T'inseguo, t'inseguo!
Nino
(entra come Ernesto, a brevissima distanza da lui, quasi cercando di giustificare con lo scherzo la sua indiscretezza) La inseguiamo!
Tilde
Anche lei?!
Ernesto
(mal celando il fastidio che gli arreca la presenza di Nino) Dopo la colazione, mi sono precipitato perchè ho saputo che c'era da Castellammare un diretto bis, e lui (indicando Nino) si è precipitato con me.
Tilde
Disapprovo completamente. (A Ernesto) E la colpa è tua. Tu non ignoravi ch'io sarei stata occupatissima tutto il giorno. Perchè non restare tranquilli a Sorrento? Caro signor Nino, io non posso darle nemmeno un minuto.
Nino
Gli è che… le dovevo far leggere necessariamente… una lettera della mamma…
Tilde
Quando mi sarò sbrigata. Adesso no, non è possibile.
Bice
Io vado, Tilde?
Tilde
Sì, piccina… Ma aspetta: una presentazione a tutta velocità. (A Bice) Il signor Nino Lovigiani. (A Nino) Mia sorella.
Bice
(fa una piccola riverenza.)
Nino
(s'inchina.)
Tilde
(a Bice) Va, e ricorda bene ciò che abbiamo concluso. Non farmi arrabbiare.
Bice
(esce per la porta a destra.)
Ernesto
(si accosta a Tilde per dirle qualche cosa. Si accorge che Nino si è avvicinato anche lui e che gli è proprio alle spalle, quasi toccandogliele col naso. Mite e supplichevole, gli chiede:) Lei… mi permetterebbe di dire una parola a mia moglie?
Nino
Anzi. (Resta da parte, guardando il soffitto.)
Ernesto
(a Tilde, sottovoce) A quale espediente debbo io ricorrere per liberarmi da questo giovanotto, che mi si è appiccicato addosso come una mosca cavallina?
Tilde
(pianissimo) Per ora, è assolutamente indispensabile che tu lo conduca via. Giungerà tra poco Gustavo Franchesi e, per una mia idea, voglio che qui non ci si trovi nessuno. Bada che ci conto. (Con severità quasi minacciosa) Fa a modo mio, se ti è cara la tua pace!
Ernesto
Io vorrei almeno capire…
Tilde
(troncando) Sono cose di cui non ti devi occupare affatto.
Ernesto
Però, di questo seccatore che non mi lascia respirare, sono costretto, purtroppo, ad occuparmene.
Tilde
Lo inviterò io a pranzo per stasera, e così tu avrai agio di pranzare solo al Circolo. Va bene?
Ernesto
Ma che va bene! Il rimedio è peggiore del male. Tu pranzerai con me, non con lui.
Tilde
Perchè con te?
Ernesto
Ho il mio programma da svolgere e ti prego di non persistere nel tuo ostruzionismo.
Tilde
Io non posso trascurare quel povero ragazzo, che mi è stato caldamente raccomandato…
Ernesto
(interrompendo) Da sua madre.
Tilde
E parla con rispetto di quella santa donna!
Ernesto
Se non ho detto nulla!
Tilde
(alzando la voce e rivolgendosi a Nino) Insomma, signor Nino, mio marito vorrebbe proporle di fare con lui una bellissima passeggiata.
Ernesto
(a Nino) Ma pensavo che lei potrebbe passeggiare anche senza di me. Non avrà mica paura dei veicoli!
Nino
Il passeggiare con lei mi riescirà mille volte più gradito.
Tilde
(a Ernesto) Egli non è abbastanza pratico di Napoli. Gli farai da cicerone. Andate già così d'accordo voi due! Con permesso, signor Nino. I miei doveri mi reclamano. A più tardi.
Nino
(malcontento) A più tardi.