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Kitabı oku: «Il frutto acerbo: Commedia in tre atti», sayfa 4

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SCENA III

ERNESTO, NINO, poi GUSTAVO
Nino
(siede.)
Ernesto

Dunque?

Nino

Dunque?

Ernesto

Questa passeggiata?

Nino

Non vuole?

Ernesto

È lei che non vuole. Si è seduto.

Nino

(senza alzarsi) Io sono ai suoi ordini. Se lei va, io vado; se lei non va, io non vado.

Ernesto

Torno a ripeterle che io pensavo invece di lasciarla in libertà.

Nino

Ma che dice mai? Io non desidero che di dedicare a lei tutta la mia giornata.

Ernesto

(a denti stretti) Veda, tutta la sua giornata è troppo. Io non l'accetto. Si fa un piccolo giro insieme e poi…

Nino

E poi si torna qui. Lei sa che mi preme di far leggere alla signora Tilde la lettera della mamma.

Ernesto

Ah già! C'è la lettera della mamma.

Nino
(lentamente, s'alza.)
Ernesto

È molto affezionato lei alla mamma?

Nino

Immensamente.

Ernesto

Sicchè, immagino, non vede l'ora di ritornarsene a Roma.

Nino

No, perchè la mamma crede opportuno che io mi stabilisca per qualche tempo a Napoli. E io non la contraddico mai.

Ernesto

Si stabilirà… si stabilirà… a Napoli?

Nino

Mi stabilirò. Tanto più che ho avuto il piacere e l'onore di trovare in lei e in sua moglie… come ho da dire?..

Ernesto

Quello che ha trovato in mia moglie non lo so; ma mi pare che in me non abbia trovato gran cosa. Io sono un po' bisbetico. Ho delle abitudini così personali, dei gusti così strani, (esagerando) così ostici!..

Nino

Eppure, noi due combaciamo in tutto.

Ernesto

Combaciamo?

Nino

… Combaciamo.

Ernesto

(concludendo, siede rassegnato) Combaciamo.

Nino
(siede subito di nuovo anche lui.)
(Silenzio)
Ernesto

(si alza) Si va?

Nino

(si alza) Si va.

Ernesto

Benchè… passeggiare con questo caldo…

Nino

Difatti, fa un caldo indiavolato.

Ernesto

(nervosissimo) Avrei bisogno… avrei bisogno di una bevanda molto fresca!

Nino

È il solo ristoro possibile.

Ernesto

D'estate, veramente, le bevande fresche non fanno che aumentare i sudori!

Nino

È innegabile che se ne ha un refrigerio, ma si suda di più.

Ernesto

Quasi quasi, preferirei un tè bollente.

Nino

Un tè bollente è più adatto.

Ernesto

Ma con questa temperatura è poco piacevole.

Nino

È spiacevole addirittura.

Ernesto

Tutto considerato, è meglio crepare di sete.

Nino

Indubbiamente.

Ernesto

E creperemo! (Esce difilato per la porta in fondo.)

Nino
(lo segue con passo affrettato.)
(Sulla soglia, s'incontrano con Gustavo.)
Gustavo

(a Ernesto) Dove vai così di corsa? Il domestico m'ha detto che tua moglie è uscita, ma che io devo aspettarla. Tienimi compagnia un po' tu, almeno.

Ernesto

(in gran furia) Addio, addio! Sono cose di cui non devo occuparmi affatto. Io vado a passeggiare. Ho il dovere di passeggiare. E se ti è cara la mia pace, mettiti bene in mente che qui non hai trovato nessuno, non hai visto nessuno: nè me, nè questo signore, nè il diavolo che mi porti!

(Ernesto va via velocemente, seguito da Nino.)

Gustavo

(attento, li segue con lo sguardo. Dopo una pausa) Non c'è che dire: sono stato ricevuto con molta cordialità! (Si avanza. Pazientemente, siede borbottando fra sè:) Farò un solitario a memoria.

SCENA IV

TILDE, GUSTAVO
Tilde

(di dentro, con una voce festosa e una intonazione quasi infantile) Bice! Bice! Bicetta! Dove sei?

Gustavo

(tra sè) Chi è che chiama Bice?

Tilde

(ancora di dentro) Sono io, Bicetta! Mi fai fare il giro di tutta la casa! (Vestita da educanda, i capelli ravviati con semplicità, in mano un piccolo cappellino tondo, entra correndo.) Dove ti sei nascosta? (Nel vedere Gustavo si arresta) Uh! perdoni.

Gustavo

(alzandosi) La signorina Bice non c'è. Credo che sia fuori con sua sorella. Suppongo che non tarderanno troppo.

Tilde

(con timidità) È strano che nè il domestico, nè la cameriera mi abbiano avvertita. È vero che io mi sono cacciata dentro all'impazzata, ma…

Gustavo

No, no, ho notato anch'io: c'è un po' di confusione.

Tilde

(come per andare) Permetta…

Gustavo

Faccia pure, ma se preferisce accomodarsi…

Tilde
(indugia.)
Gustavo

Lei è evidentemente una compagna di collegio della signorina Bice.

Tilde

(ha gli sguardi a terra e la voce lievemente tremula) Dal collegio… io sono uscita un mese dopo di lei.

Gustavo

Ah sì?

Tilde

Perchè dovevo riparare.

Gustavo

Cosa aveva da riparare?!

Tilde

La geografia.

Gustavo

E ha riparato?

Tilde

No… Ho brigato perchè mi si cambiassero i punti.

Gustavo

Ha fatto bene.

Tilde

Bice fu approvata a tutti gli esami. Ma ha circa un anno più di me. Per forza doveva essere più brava.

Gustavo

È logico. E adesso? Niente più studio?

Tilde

Adesso, ci sarebbe da fare il corso di perfezionamento. Bice se la scappotta. E me la scappotto anch'io.

Gustavo

Non conta di perfezionarsi?

Tilde

Mi perfezionerò, ma non in collegio. Io ci ho miss Katie. La conosce?

Gustavo

No, miss Katie non la conosco.

Tilde

Quattro lingue.

Gustavo

Perbacco!

Tilde

Oltre la filosofia.

Gustavo

Miss Katie è filosofa?

Tilde

Certamente. Se sentisse quello che dice!

Gustavo

Deve essere interessante.

Tilde

Filosofia per signorine, s'intende.

Gustavo

Filosofia leggera, insomma.

Tilde

Sì sì, leggera: i diritti della morale, i diritti della donna, i diritti dell'uomo…

Gustavo

Sono i più numerosi, m'immagino.

Tilde

Veramente non lo so, perchè non li ho imparati ancora. E poi… (ricordando) i diritti della Società… i diritti della Natura…

Gustavo

Anche? È una scienziata di prim'ordine!

Tilde

Sicuro.

Gustavo

E quando glie l'insegna tutti questi diritti?

Tilde

Per la strada.

Gustavo

Per la strada?!

Tilde

È la mia accompagnatrice.

Gustavo

Sicchè è miss Katie che l'ha accompagnata qui?

Tilde

(con zelo) Se desidera conoscerla… (Chiama) Miss Katie! Miss Katie!

Gustavo

(affrettandosi a farla tacere) No, no, la lasci stare. Non c'è premura. Ci sarà tempo.

Tilde

(lo guarda in un attimo per fargliene accorgere, e riabbassa gli occhi come per celare d'averlo guardato.) (Un silenzio) (Timidissimamente) In tal caso… a rivederla. (Fa per uscire.)

Gustavo

Ma perchè se ne va? Lei aspetta la signorina Bice, io aspetto la signora Tilde sua sorella. Aspettiamo insieme.

Tilde

Non le do noia?

Gustavo

Al contrario.

Tilde

(con una piccola riverenza) Grazie.

Gustavo

(dopo una breve pausa) Nessuno ci vieta di sedere. (Avvicinandole una sedia) Prego.

Tilde

(piccola riverenza) Grazie (Siede.)

Gustavo

(sedendo) Intanto, mi presento da me: Gustavo Franchesi.

Tilde

(si alza. Altra riverenza, e torna a sedere.) E io sono Dolores.

Gustavo

Soltanto?

Tilde

No. Dolores… di Torrecaduta.

Gustavo

Di Torrecaduta?

Tilde

(stupidamente) Già.

(Ancora un silenzio.)
Gustavo

E così… lei mi diceva che ha circa un anno meno della Bice?

Tilde

Non si vede?

Gustavo

Forse non si vede, ma io… io lo sento.

Tilde

Dove?

Gustavo

Dove vuole che lo senta? Intendevo dire che, non ostante certe sue… precocità apparenti, i suoi gesti, la sua voce, le sue parole… mi rivelano la bambina.

Tilde

(ribellandosi) Bambina poi no!

Gustavo

Ha torto di rammaricarsene.

Tilde

Io non ammetto che mi si chiami bambina. Si hanno tanti fastidi per diventare una donna!

Gustavo

Scusi, lei quali fastidi ha avuti?

Tilde

C'è delle cose che un giovanotto non può capire.

Gustavo

Io non sono un giovanotto.

Tilde

È ammogliato?

Gustavo

No, ma non sono così giovane (con un po' di vanità) come forse le sembro. Quanti anni mi dà?

Tilde

Quanti anni le do? (Si rialza, gli si avvicina e lo guarda accuratamente dal capo ai piedi.)

Gustavo

Mi esamina?

Tilde

Eh, con gli uomini ci si può sbagliare!

Gustavo

Perchè?

Tilde

(accennando ai capelli) Ce n'è di quelli che si tingono.

Gustavo

(un po' seccato) Ma io non mi tingo, signorina!

Tilde

Ce n'è di quelli che mettono il busto.

Gustavo

Ma che busto! Uomini col busto non ce ne sono!

Tilde

Sì che ce ne sono! Glielo dico io.

Gustavo

O come mai lo sa proprio lei?

Tilde

(riprendendo il suo posto) Non è poi così difficile il sapere ciò che fanno gli uomini. In collegio, lo sapevamo tutte.

Gustavo

Ma sono sempre delle cognizioni molto sommarie. È deplorevole che nei collegi femminili non si abbia un concetto esatto… dell'uomo. È una delle tante lacune dell'insegnamento. Senta a me, l'uomo è migliore della sua fama. Col tempo (affabile ed insinuante) lei stessa… avrà modo di assicurarsene.

Tilde

(riatteggiandosi a timida) No, no… non voglio assicurarmi di nulla.

Gustavo

(mutando tono) Dunque, non mi dice quanti anni mi dà?

Tilde

Pochi.

Gustavo

Non esageri, però.

Tilde

Venti…sei. Al più al più… ventisette.

Gustavo

Oh no, signorina. Ne ho già… trentaquattro o… trentacinque.

Tilde

(quasi dimenticandosi) Che bugiardo!

Gustavo

Cosa?

Tilde

Pare una bugia, perchè non li dimostra.

Gustavo

Sì, in verità, è l'impressione di tutti.

Tilde

Felice lei che è arrivata a cotesta età!

Gustavo

M'invidia?

Tilde

Lei, oramai, non deve più obbedire, come me, al babbo e alla mamma.

Gustavo

Difatti, al babbo e alla mamma non obbedisco più… da qualche tempo. Sono fuori tutela.

Tilde

Piacerebbe molto anche a me di esser libera!

Gustavo

Per far che?

Tilde

Tante cose! Per esempio… (Cerca.)

Gustavo

Per fare… all'amore?

Tilde

(con una specie di timor panico e di risentimento) Questo, no! Già, non so nemmeno con precisione di che si tratti.

Gustavo

È uno dei diritti della donna e… dell'uomo… quando s'incontrano di faccia. Miss Katie non glie ne ha mai parlato?

Tilde

(sempre con gli occhi bassi) Una sola volta, di sfuggita.

Gustavo

E che le disse? Che le disse?

Tilde

Che l'amore è come… a little mouse1.

Gustavo

Abbia la bontà di tradurre. Io non posseggo tutte e quattro le lingue di Miss Katie.

Tilde

Disse che l'amore è come un topolino, perchè si intromette dovunque…

Gustavo

È abbastanza vero.

Tilde

… e che perciò è giusto che le donne ne abbiano paura.

Gustavo

A prima giunta, forse un po' di paura è giustificabile. Ma poi ci si fa l'abitudine. Lei ha paura dei topolini?

Tilde

Altro che! In collegio, quando se ne vedeva uno, saltavamo tutte sulle sedie, sulle panche, sulle tavole. – E una ragazza svenne perchè si trovò un topolino nella gonna.

Gustavo

Ma in certi casi, come in questo, il paragone di miss Katie non regge. Supponiamo che lei, signorina, un bel giorno, si accorgesse di sentire un po' d'amore, un amore piccolo piccolo…

Tilde

Nella gonna?

Gustavo

Non nella gonna, che diamine!, ma nel suo cuoricino. Supponiamo che se ne accorgesse così, tutto ad un tratto, senza averne sospettato la presenza. Dica francamente: svenirebbe dallo spavento o ne avrebbe la più dolce e più promettente delle emozioni?

Tilde

(intrecciando le dita d'una mano con quelle dell'altra e torturandosele) Non so.

Gustavo

(impulsivamente, le siede assai più dappresso) Del resto, lei ha perfettamente ragione di confondersi. Le faccio delle domande che si potrebbero appena permettere a un vecchio amico, mentre io l'ho vista per la prima volta venti minuti fa. Eppure, chi sa perchè, è certo che in questo momento a me pare d'averla tenuta sulle ginocchia quando era alta così (col gesto analogo) e d'averle dati gli zuccherini per non farla piangere. Non ha forse lei, contemporaneamente, una illusione che corrisponde alla mia? Non ha come il ricordo di essermi stata sulle ginocchia?

Tilde

(continuando a torturarsi le dita) Proprio sulle ginocchia, no; ma…

Gustavo

Non stia a tormentare quelle povere dita, ed esprima liberamente il suo pensiero.

Tilde

Ne convengo… Io non parlo con lei come con un estraneo.

Gustavo

E questa bizzarra corrispondenza d'illusioni ci consente di eliminare il tirocinio che prelude alla amicizia. Io penserei d'inaugurarla subito sottraendo quelle due manine a una tortura che non meritano. Me le vuol favorire?

Tilde

(titubante) Lei giura che le pare d'avermi tenuta sulle ginocchia?

Gustavo

Ma io le giuro che mi pare d'averla vista nascere!

Tilde

E allora… (mette le sue mani in quelle di lui.)

Gustavo

Ecco fatto. (Glie le stringe un po', dissimulando la troppa compiacenza, e le trattiene guardandole.)

Tilde
(furbescamente gliele abbandona.)
Gustavo

Lei se le sciupa queste due manine di bambagia ricamate di venette azzurre…

Tilde

(di scatto, vivacissimamente) Le mani di Bice sono un po' più lunghe.

Gustavo

(ha un sussulto e, alzandosi, lascia cadere le mani di Tilde) Scusi, come c'entrano le mani della signorina Bice?

Tilde

In collegio io e la Bice si giuocava sempre a scaldamani, e, giuocando, io notavo che le mani sue erano più lunghe delle mie.

Gustavo

… Sta tutto qui?

Tilde

Tutto qui; ma lei ha fatto un salto come se il nome di Bice fosse stato un chiodo venuto fuori dalla sedia!

Gustavo

Lo ha pronunciato così all'improvviso… così inopportunamente…

Tilde

(con fastidiosa curiosità) Perchè inopportunamente?

Gustavo

No, credevo che… (confondendosi) Mi usi la cortesia, signorina, di non badare nè a quello che dico, nè a quello che ho detto. E il meglio che io possa fare è di andar via. Se non me ne vado, commetto qualche sciocchezza.

Tilde

(in tono di malcontento infantile) Non vuole aspettare la signora Tilde?

Gustavo

Senta: non mi faccia rammentare adesso anche della signora Tilde!

Tilde

(in confidenza) Le è antipatica come a me?

Gustavo

Oh!.. Molto di più, probabilmente! Si conservi, dunque, signorina… Mi perdoni d'averla trattenuta… E quando ci incontreremo in questa casa o altrove… conti… per lo meno… sulla mia profonda ammirazione. (Via dal fondo.)

Tilde

(tra sè) Ah no! Troppo presto te ne vai! (Sale immantinente sopra la seggiola più alta, gridando:) Soccorso! Sono perduta! Soccorso! Soccorso!

Gustavo

(ritornando spaventato) Signorina Dolores!

Tilde

L'ho visto! L'ho visto coi miei occhi!

Gustavo

Chi?!

Tilde

Un topolino.

Gustavo

Dov'è?

Tilde

È fuggito lì sotto.

Gustavo

(guardando sotto qualche mobile) Lo strano è che appunto se n'era parlato poco fa. Un vero caso di telepatia!

Tilde

Lo prenda, lo prenda. Lo porti via.

Gustavo

Badi che non è facile prendere un topo. Io non ho mai avuto le attitudini del gatto.

Tilde

(dando un altro grido) Ah! è venuto da questa parte.

Gustavo

Ma dove? Io non lo vedo.

Tilde

Povera me! Sarà salito sulla sedia anche lui.

Gustavo

Le assicuro che non è salito.

Tilde

Non vede proprio niente sulla sedia?

Gustavo

Vedo, purtroppo… i suoi piedini.

Tilde

E il topo?

Gustavo

Il topo, no. Sarà un topo che non apprezza… il bello.

Tilde

Se mi fossi ingannata, signor Franchesi?

Gustavo

Io ritengo appunto che sia stata un'allucinazione. Lei è rimasta scossa dalle reminiscenze della ragazza con la bestiola nella gonna. Il raccontare le sventure altrui lascia delle traccie negli animi sensibili. L'impressione si ripercuote, e la fantasia fa il resto. Ma si acqueti, ora, signorina Dolores. E si compiaccia di scendere da quella seggiola. Se entra qualcuno, facciamo una figura ridicola tutti e due.

Tilde

(con reticenza) Abbia almeno la bontà di aiutarmi.

Gustavo

Subito. (Le porge una mano guardandole i piedini.)

Tilde

Cosa fa con quegli occhi? Non mi guardi i piedi!

Gustavo

La colpa non è dei miei occhi: è della sua veste corta.

Tilde

(appoggiandosi alla mano di Gustavo) L'allungherò. Ma così mi fa perdere l'equilibrio.

Gustavo

… Sono io che lo perdo l'equilibrio!

Tilde

Mi aiuti meglio.

Gustavo

(deliberatamente) Ebbene, sì, l'aiuto meglio! (Le circonda la vita con ambo le braccia.)

Tilde

(si lascia prendere e gli si abbandona un po'.)

Gustavo

(la fa scendere, turbandosi visibilmente. Si sventola col fazzoletto.) Oh Dio!

Tilde

Che cos'ha?

Gustavo

Ho che lei contiene, non so, un aroma che mi turba; ho che la sua squisita ingenuità m'ipnotizza; ho che la sua veste succinta mi sconvolge; ho che i suoi piedini mi danno alla testa; (animandosi molto) ho che lei, signorina, mi fa dimenticare la ragione per cui sono qui, mi fa dimenticare i miei doveri, gl'impegni che ho assunti, le promesse che mi legano a una fanciulla da cui sono amato, e ho finalmente che, dimenticando tutte queste cose, io non sono che una perfetta canaglia!

Tilde

(con ingenua meraviglia e vivo corruccio) Una canaglia per causa mia!?

Gustavo

Per causa sua!

Tilde

Per causa della bestiola, deve dire. (Con commozione crescente) Se io non avessi avuto paura della bestiola, lei non sarebbe tornato. E se non fosse tornato, non mi avrebbe presa in braccio. E se non mi avesse presa in braccio, non avrebbe sentito l'aroma. E se non avesse sentito l'aroma, non sarebbe… (lasciandosi sfuggire una intonazione quasi sincera) quella canaglia che è.

Gustavo

(offeso) Signorina!

Tilde

Lo ha detto lei.

Gustavo

Non per questo mi garba che lo dicano gli altri.

Tilde

Ma è ancora in tempo, sa, per rimediare. È ancora in tempo, perchè, tanto, io le giuro che non racconterò mai a nessuno tutto quello che è accaduto oggi…

Gustavo

Fortunatamente, non è accaduto gran che.

Tilde

(raggiungendo l'effetto della massima commozione) Vada, vada a mantenere le promesse. Vada a sposare la fanciulla che ha un altro aroma, che ha delle altre mani, che ha degli altri piedi…

Gustavo

Si calmi, per carità, si calmi…

Tilde

Sì, sì, ha degli altri piedi, ha degli altri piedi, e non me ne importa niente, ha capito? E giacchè la mia veste corta le dà tanto incomodo, non dubiti, non dubiti… corro immediatamente a casa e me ne metterò una così lunga (scoppio di pianto) così lunga… che se ne ricorderà per tutta la vita! (Esce a destra.)

Gustavo

(calorosamente) No, no, signorina, senta… senta… (Giunto all'uscio, si ferma di botto e se la piglia con sè stesso:) Ma domando e dico: in quale ginepraio mi vado cacciando io?! Io stavo per compromettermi seriamente. E poi? Come diavolo me la sarei cavata?

1.Si pronunzia: e littel maus.
Yaş sınırı:
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Litres'teki yayın tarihi:
28 eylül 2017
Hacim:
80 s. 1 illüstrasyon
Telif hakkı:
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