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Kitabı oku: «Acquazzoni in montagna: Commedia in due atti», sayfa 2

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SCENA IV

Emilia, Livia e detti
BALDASSARRE

Ben tornata.

LIVIA (a Baldassarre)

Sì, sì, l'aggiusteremo.

EMILIA (si getta a sedere)

Ah! sono stanca.

LIVIA (che non vide Garbini)

Non ha veduto il dottore?

GARBINI (piano a Baldassarre)

Ahi!

BALDASSARRE

Nossignora.

EMILIA

Povera signora Livia!

LIVIA

E lei ci lascia andar sole a passeggio?! Non è galante!.. Perchè non è venuto con noi?

BALDASSARRE (piano a Garbini)

C'è sempre mia moglie, mi secca.

LIVIA

Dunque?..

BALDASSARRE

Ecco… le dirò…

LIVIA

Ma che fa laggiù? Perchè non… (Si volta) Oh! Garbini!

EMILIA (scattando in piedi)

Chè!

LIVIA (che se n'avvede)

Ah! ah!

GARBINI

Come sta la signora Livia?

LIVIA

Quando è arrivato?

GARBINI

Or ora. (Ad Emilia) E la mia bella cugina?

BALDASSARRE (ad Emilia)

Glie l'ho detto, sai, che eri in collera con lui.

EMILIA

Allora è inutile ch'io lo ripeta.

GARBINI

Sono perdonato?

EMILIA

Vi faccio la grazia.

GARBINI (da sè)

Com'è indulgente!

LIVIA

E si può conoscere il delitto di Garbini?

BALDASSARRE

Oh! in due parole: mia moglie è infatuata di suo cugino.

EMILIA (piano a Garbini)

Ero sicura che sareste venuto.

GARBINI (da sè)

Ahi!

LIVIA

E di dove viene ora?

GARBINI

Da Baden.

LIVIA

Ah!.. c'è rimasto un po' di tempo?

BALDASSARRE

Le dicevo appunto che mia moglie…

GARBINI

Ci sono rimasto otto ore.

LIVIA

Ha giuocato?

GARBINI

Sì.

LIVIA

Ha guadagnato?

GARBINI

Sì, il primo treno celere che ne ripartiva.

LIVIA

Che furia!

BALDASSARRE

È quello che dicevo io… e mia moglie era in collera…

LIVIA

Mi sbarazzi dello scialle…

BALDASSARRE (con gran premura)

Oh!

GARBINI (piano a Baldassarre)

Non ti lascia dire.

BALDASSARRE (piano a Garbini)

Perchè le parlo di mia moglie.

EMILIA

E come mai siete capitato a Gressoney?

GARBINI

Dirò…

EMILIA

Non vi pensavate di trovarci? (Piano) Dite di no.

GARBINI

No, davvero.

LIVIA

Vedrà che bel soggiorno.

BALDASSARRE

È vero. Io qui divento un altro.

EMILIA

Sì, molto pastorale. C'è tutto quello che non occorre.

BALDASSARRE

L'uomo non vive di solo pane.

LIVIA

È poeta!

GARBINI

Dacchè è diventato un altro.

EMILIA

Già. A mio gusto, bisogna averci delle serie ragioni per rimanere qui un pezzo.

LIVIA

Un luogo è bello secondo le persone che ci si trovano.

EMILIA

Andate fuori, bisogna impellicciarvi fin qui. C'è sole, brucia… e via lo scialle… Svoltate, una brezza che vi gela il sangue. È un sereno incantevole… non passano dieci minuti che diluvia. Uscite coll'ombrello, si leva un vento…

BALDASSARRE

Che porta via le nuvole…

EMILIA

E l'ombrello. L'erba dei prati è un formicaio: sui tronchi rovesciati non ci potete sedere per la colla che gemono; i sassi sono coperti di muschi pungenti; in tutta Italia, di tutte le serpi ce n'è una sola velenosa, la vipera; ebbene, qui non c'è che quella, e ce n'è un subisso. L'acqua che bevete vi rompe i denti dal freddo. Gli uomini all'albergo stanchi, laceri, orribili tutti.

BALDASSARRE

Grazie.

EMILIA

Non dico per te.

GARBINI

Dice per me?

EMILIA

No, ma è un fatto. Domandatene la signora Livia. Questi alpinisti! Arrivano qui calzati in un modo! e vestiti! Fanno tremare la casa! e pon si piantano sul bastone… guardate in terra, c'è tutto bucherato; sono le punte delle loro mazze. Arrivano inzaccherati, luridi, colano acqua e sudore, sanno di pipa, hanno un grosso cappello a piume e fiori secchi, e la faccia poi, la faccia fa ribrezzo! Le labbra grosse, violacee, rotte; gli occhi che non sanno più guardare; il naso gonfio; la pelle, dove rimane, arsa, nera rossa, gialla, screpolata; le mani inerti. Si buttano sul sofà, parlano forte, ridono più forte, fumano più forte, bevono più forte e poi a letto; e il mattino alle due, ton, ton; la casa è di legno… un baccano! Vi svegliate di sussulto… che cos'è? Rovina il tetto?.. Sono quei signori che partono. – C'è da ammalarsi, c'è da ammalarsi!

BALDASSARRE (piano a Garbini)

Come si sente la donna che soffre!

GARBINI

Arrivano sfigurati a quel modo?

LIVIA

Già, il ghiacciaio…

GARBINI

Ah il ghiacciaio riduce…?

BALDASSARRE

Tu che volevi…

EMILIA

Ah! il mio buon mare!

LIVIA

E malgrado ciò mi rincresce partire.

BALDASSARRE

Brava! ecco… il mare! Non ho mai capito che ci sia nel mare.

GARBINI

Dell'acqua!

EMILIA

Signora Livia, con permesso, vado a rifare un po' di toletta.

LIVIA

Faccia.

EMILIA (piano a Garbini)

Avete fatto bene a partire da Pegli.

GARBINI

Ah!

EMILIA (c. s.)

Ci osservavano. Come avete saputo che ero qui?

GARBINI

Ecco, se devo dire…

EMILIA (c. s.)

L'avete letto sul giornale dei viaggiatori?

GARBINI

Brava! appunto.

EMILIA

Persecutore! Con permesso… (Via).

GARBINI (da sè)

Fortuna che domani me ne vado.

SCENA V

Livia, Baldassarre e Garbini
GARBINI

Mi ha detto Baldassarre che è qui anche il dottore Orazio.

LIVIA

Sì, signore.

GARBINI

Non lo si vede.

LIVIA

Oh il dottore! Lei lo conosce… un misantropo… erborizza!

BALDASSARRE (piano a Garbini)

Lasciaci soli.

LIVIA

E lei rimane?

GARBINI

Domattina parto pel Monte Rosa.

LIVIA

Ah! non lo spaventa la descrizione di sua cugina?

GARBINI

Non ci tengo alla mia bellezza.

LIVIA

Che fa là, signor Baldassarre? Qui, segga un momento: vorrebbe già correr dietro a sua moglie?

BALDASSARRE

Oh anzi, le giuro che… (piano a Garbini) Vattene.

LIVIA

Ecco un marito modello!

BALDASSARRE

Oh! signora Livia, che ironia! (da sè) Non se ne va… Se perdo quest'occasione… (forte) Che numero hai?

GARBINI

Che numero ho!?..

BALDASSARRE

Che numero… la camera?

GARBINI

Ah!.. numero sette. Di qui?..

BALDASSARRE

Sì, di là, credo.

GARBINI

Allora…

BALDASSARRE (da sè)

Finalmente!

LIVIA (a Garbini)

Ma ritorna qui dal Monte Rosa?

GARBINI

Nossignora, scenderò in Isvizzera.

LIVIA

Una grande ascensione.

GARBINI

Per cominciare…

BALDASSARRE

Auff!!

LIVIA

E a lei non è venuta l'idea di accompagnarlo?

BALDASSARRE

Io… io… sto tanto bene qui.

LIVIA

Lei… fanatico della montagna.

BALDASSARRE

Dirò… sicuramente… la…

(Garbini si è allontanato)
LIVIA

Ha già trovato la guida?

BALDASSARRE

Io?..

LIVIA

No, Garbini.

GARBINI

Sissignora. (esce).

LIVIA

Non esser uomo!

BALDASSARRE

Sta tanto bene… donna!

LIVIA

Le pare?

BALDASSARRE

Io non esito a dirglielo; gran parte della passione che m'ispira questo paese non è che… glielo assicuro; questi pochi giorni passati qui lascieranno nel mio cuore un ricordo dolcissimo e… Dio nol voglia, delle conseguenze funeste!

LIVIA

Conseguenze funeste?

BALDASSARRE

Pur troppo!

GARBINI (ritornando)

Manca la chiave.

BALDASSARRE (si volta arrabbiato)

Eh?.. va…

LIVIA

Che dice?

GARBINI

C'è chiuso a chiave in camera mia: mi sa dire dove le tengono?

LIVIA

Le tiene tutte Carletto.

BALDASSARRE

Che è dabbasso. (da sè) Seccatore.

LIVIA

Lo chiami di qui e verrà subito.

BALDASSARRE

Sì, è sordo come una campana.

LIVIA

Non è vero.

BALDASSARRE

Oh altro!

LIVIA

Eccolo qui.

BALDASSARRE

Ah meno male!

SCENA VI

Carletto e detti
GARBINI

Vorrei entrare in camera mia.

CARLETTO

Numero sette? Non si può.

BALDASSARRE

Come non si può? Un forestiere non può entrare in camera quando gli piace?

CARLETTO

C'è tutto sossopra; andavo giusto…

GARBINI

Aspetterò, ma presto…

BALDASSARRE

Che servizio! che razza di servizio! Ne scriverò al Bollettino del Club alpino.

CARLETTO

Ma scusi…

BALDASSARRE

Meno chiacchere… che insolenza! (a Garbini) Se vuoi intanto nella mia camera…

CARLETTO

Oh! faccio in un minuto. (esce).

BALDASSARRE (da sè)

Lo fa apposta.

LIVIA

Signor Baldassarre?

BALDASSARRE

Mi comandi.

LIVIA

Mi porga quel ricamo.

BALDASSARRE

Subito.

GARBINI (guardandolo affrettarsi)

Imbecille.

LIVIA

Ed ora continui.

BALDASSARRE

Che?

LIVIA

A dirmi le belle cose di poco fa. Stia a sentire, Garbini.

BALDASSARRE (da sè)

E va bene: a momenti arriva il dottore… (per subita idea) Ah! (chiamando) Carletto! – Scusi, signora Livia… Carletto!.. (a Garbini) Mi fai la grazia, due minuti qui fuori? (c. s.) Carletto!.. ma guarda se viene… e non è sordo?

GARBINI (a Livia)

Lei lo ha fatto impazzire.

LIVIA

Se n'è già avveduto?

GARBINI

Me lo ha confidato lui.

LIVIA

Lo guarirò, stia tranquillo. (entra Carletto).