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Kitabı oku: «Mandragola», sayfa 3

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SCENA TERZA

Messer Nicia, Siro.

Nicia Questo tuo padrone è un gran valente uomo.

Siro Piú che voi non dite.

Nicia El re di Francia ne de’ far conto.

Siro Assai.

Nicia E per questa ragione e’ debbe stare volentieri in Francia.

Siro Cosí credo.

Nicia E’ fa molto bene. In questa terra non ci è se non cacastecchi, non ci si apprezza virtù alcuna. S’egli stessi qua, non ci sarebbe uomo che lo guardassi in viso. Io ne so ragionare, che ho cacato le curatelle per imparare dua hac: e se io ne avessi a vivere, io starei fresco, ti so dire!

Siro Guadagnate voi l’anno cento ducati?

Nicia Non cento lire, non cento grossi, o va’! E questo è che, chi non ha lo stato in questa terra, de’ nostri pari, non truova can che gli abbai; e non siamo buoni ad altro che andare a’ mortori o alle ragunate d’un mogliazzo, o a starci tutto dì in sulla panca del Proconsolo a donzellarci Ma io ne li disgrazio, io non ho bisogno di persona; cosí stessi chi sta peggio di me. Non vorrei però che le fussino mia parole, che io arei di fatto qualche balzello o qualche porro di drieto, che mi fare’ sudare.

Siro Non dubitate.

Nicia Noi siamo a casa, Aspettami qui: io tornerò ora.

Siro Andate.

SCENA QUARTA

Siro solo.

Siro Se gli altri dottori fussino fatti come costui, noi faremmo a sassi pe’ forni: che sí, che questo tristo di Ligurio e questo impazzato di questo mio patrone lo conducono in qualche loco, che gli faranno vergogna! E veramente io lo desiderrei, quando io credessi che non si risapessi: perché risapendosi, io porto pericolo della vita, el padrone della vita e della roba. Egli è già diventato medico: non so io che disegno si sia el loro, e dove si tenda questo loro inganno. Ma ecco el dottore, che ha un orinale in mano: chi non riderebbe di questo uccellaccio?

SCENA QUINTA

Messer Nicia, Siro.

Nicia Io ho fatto d’ogni cosa a tuo modo: di questo vo’ io che tu facci a mio. S’io credevo non avere figliuli, io arei preso piú tosto per moglie una contadina. Che se’ costí, Siro? Viemmi drieto. Quanta fatica ho io durata a fare che questa monna sciocca mi dia questo segno! E non è dire che la non abbi caro fare figliuoli, ché la ne ha piú pensiero di me; ma, come io le vo’ far fare nulla, egli è una storia!

Siro Abbiate pazienzia: le donne si sogliono con le buone parole condurre dove altri vuole.

Nicia Che buone parole! ché mi ha fracido. Va ratto, di’ al maestro ed a Ligurio che io son qui.

Siro Eccogli che vengon fuori.

SCENA SESTA

Ligurio, Callimaco, messer Nicia.

Ligurio El dottore fia facile a persuadere; la difficultà fia la donna, ed a questo non ci mancherà modo.

Callimaco Avete voi el segno?

Nicia E’ l’ha Siro, sotto.

Callimaco Dàllo qua. Oh! questo segno mostra debilità di rene.

Nicia Ei mi par torbidiccio; eppur l’ha fatto ora ora.

Callimaco Non ve ne maravigliate. Nam mulieris, uri nae sunt semper maioris grossitiei et albedinis, et mi noris pulchritudinis quam virorum. Huius autem, in caetera, causa est amplitudo canalium, mixtio eorum quae ex matrice exeunt cum urinis.

Nicia Oh! uh! potta di san Puccio! Costui mi raffinisce in tralle mani; guarda come ragiona bene di queste cose!

Callimaco Io ho paura che costei non sia, la notte, mal coperta, e per questo fa l’orina cruda.

Nicia Ella tien pure adosso un buon coltrone; ma la sta quattro ore ginocchioni ad infilzar paternostri, innanzi che la se ne venghi al letto, ed è una bestia a patir freddo.

Callimaco Infine, dottore, o voi avete fede in me, o no; o io vi ho ad insegnare un rimedio certo, o no. Io, per me, el rimedio vi darò. Se voi arete fede in me, voi lo piglierete; e se, oggi ad uno anno, la vostra donna non ha un suo figliolo in braccio, io voglio avervi a donare dumilia ducati.

Nicia Dite pure, ché io son per farvi onore di tutto, e per credervi piú che al mio confessoro.

Callimaco Voi avete ad intender questo, che non è cosa piú certa ad ingravidare una donna che dargli bere una pozione fatta di mandragola. Questa è una cosa esperimentata da me dua paia di volte, e trovata sempre vera; e, se non era questo, la reina di Francia sarebbe sterile, ed infinite altre principesse di quello stato.

Nicia E’ egli possibile?

Callimaco Egli è come io vi dico. E la Fortuna vi ha intanto voluto bene, che io ho condutto qui meco tutte quelle cose che in quella pozione si mettono, e potete averla a vostra posta.

Nicia Quando l’arebbe ella a pigliare?

Callimaco Questa sera dopo cena, perché la luna è ben disposta, ed el tempo non può essere piú appropriato.

Nicia Cotesto non fia molto gran cosa. Ordinatela in ogni modo: io gliene farò pigliare.

Callimaco E’ bisogna ora pensare a questo: che quello uomo che ha prima a fare seco, presa che l’ha, cotesta pozione, muore infra otto giorni, e non lo camperebbe el mondo.

Nicia Cacasangue!. Io non voglio cotesta suzzacchera! A me non l’apiccherai tu! Voi mi avete concio bene!

Callimaco State saldo, e’ ci è rimedio.

Nicia Quale?

Callimaco Fare dormire súbito con lei un altro che tiri, standosi seco una notte, a sé tutta quella infezione della mandragola: dipoi vi iacerete voi sanza periculo.

Nicia Io non vo’ far cotesto.

Callimaco Perché?

Nicia Perché io non vo’ fare la mia donna femmina e me becco.

Callimaco Che dite voi, dottore? Oh! io non vi ho per savio come io credetti. Sí che voi dubitate di fare quel lo che ha fatto el re di Francia e tanti signori quanti sono là?

Nicia Chi volete voi che io truovi che facci cotesta pazzia? Se io gliene dico, e’ non vorrà; se io non gliene dico, io lo tradisco, ed è caso da Otto: io non ci voglio capitare sotto male.

Callimaco Se non vi dà briga altro che cotesto, lasciatene la cura a me.

Nicia Come si farà?

Callimaco Dirovelo: io vi darò la pozione questa sera dopo cena; voi gliene darete bere e, súbito, la metterete nel letto, che fieno circa a quattro ore di notte. Dipoi ci travestiremo, voi, Ligurio, Siro ed io, e andrencene cercando in Mercato Nuovo, in Mercato Vecchio, per questi canti; ed el primo garzonaccio che noi troviamo scioperato lo imbavagliereno, ed a suon di mazzate lo condurreno in casa ed in camera vostra al buio. Quivi lo mettereno nel letto, direngli quel che gli abbia a fare, non ci fia difficultà veruna. Dipoi, la mattina, ne manderete colui innanzi dí, farete lavare la vostra donna, starete con lei a vostro piacere e sanza periculo.

Nicia Io sono contento, poiché tu di’ che e re e principi e signori hanno tenuto questo modo. Ma sopratutto, che non si sappia, per amore degli Otto!

Callimaco Chi volete voi che lo dica?

Nicia Una fatica ci resta, e d’importanza.

Callimaco Quale?

Nicia Farne contenta mogliama, a che io non credo che la si disponga mai.

Callimaco Voi dite el vero. Ma io non vorrei innanzi essere marito, se io non la disponessi a fare a mio modo.

Ligurio Io ho pensato el rimedio.

Nicia Come?

Ligurio Per via del confessoro.

Callimaco Chi disporrà el confessoro, tu?

Ligurio Io, e danari, la cattività nostra, loro.

Nicia Io dubito, non che altro, che per mie detto la non voglia ire a parlare al confessoro.

Ligurio Ed anche a cotesto è remedio.

Callimaco Dimmi.

Ligurio Farvela condurre alla madre.

Nicia La le presta fede.

Ligurio Ed io so che la madre è della opinione nostra. Orsú! avanziam tempo, ché si fa sera. Vatti, Callimaco, a spasso, e fa’ che alle ventitré ore noi ti ritroviamo in casa con la pozione ad ordine. Noi n’andreno a casa la madre, el dottore ed io, a disporla, perché è mia nota. Poi n’andreno al frate, e vi raguagliereno di quello che noi aren fatto.

Callimaco Deh! non mi lasciar solo.

Ligurio Tu mi pari cotto.

Callimaco Dove vuoi tu ch’io vadia ora?

Ligurio Di là, di qua, per questa via, per quell’altra: egli è sí grande Firenze!

Callimaco Io son morto.

Canzone

dopo il secondo atto

Quanto felice sia ciascun sel vede,

chi nasce sciocco ed ogni cosa crede!

Ambizione nol preme,

non lo muove il timore,

che sogliono esser seme

di noia e di dolore.

Questo vostro dottore,

bramando aver figlioli,

credria ch’un asin voli;

e qualunque altro ben posto ha in oblio,

e solo in questo ha posto il suo disio.

ATTO TERZO

 SCENA PRIMA

Sostrata, messer Nicia, Ligurio.

Sostrata Io ho sempre mai sentito dire che gli è ufizio d’un prudente pigliare de’ cattivi partiti el migliore: se, ad avere figliuoli, voi non avete altro rimedio che questo, si vuole pigliarlo, quando e’ non si gravi la conscienzia.

Nicia Egli è così.

Ligurio Voi ve ne andrete a trovare la vostra figliuola, e messere ed io andreno a trovare fra’ Timoteo suo confessoro, e narrerengli el caso, acciò che non abbiate a dirlo voi: vedrete quello che vi dirà.

Sostrata Cosí sarà fatto. La via vostra è di costà; ed io vo a trovare la Lucrezia, e la merrò a parlare al frate, ad ogni modo.

SCENA SECONDA

Messer Nicia, Ligurio.

Nicia Tu ti maravigli forse, Ligurio, che bisogni fare tante storie a disporre mogliama; ma, se tu sapessi ogni cosa, tu non te ne maraviglieresti.

Ligurio Io credo che sia, perché tutte le donne sono sospettose.

Nicia Non è cotesto. Ell’era la piú dolce persona del mondo e la piú facile; ma, sendole detto da una sua vicina che, s’ella si botava d’udire quaranta mattine la prima messa de’ Servi, che impregnerebbe, la si botò, ed andovvi forse venti mattine. Ben sapete che un di que’ fratacchioni le cominciò ’ndare d’atorno, in modo che la non vi volle piú tornare. Egli è pure male però che quegli che ci arebbono a dare buoni essempli sien fatti cosí. Non dich’io el vero?

Ligurio Come diavolo, se egli è vero!

Nicia Da quel tempo in qua ella sta in orecchi come la lepre; e, come se le dice nulla, ella vi fa dentro mille difficultà.

Ligurio Io non mi maraviglio piú. Ma, quel boto, come si adempié?

Nicia Fecesi dispensare.

Ligurio Sta bene. Ma datemi, se voi avete, venticinque ducati, ché bisogna, in questi casi, spendere, e farsi amico el frate presto, e darli speranza di meglio.

Nicia Pigliagli pure; questo non mi dà briga, io farò masserizia altrove.

Ligurio Questi frati sono trincati, astuti; ed è ragionevole, perché e’ sanno e peccati nostri, e loro, e chi non è pratico con essi potrebbe ingannarsi e non gli sapere condurre a suo proposito. Pertanto io non vorrei che voi nel parlare guastassi ogni cosa, perché un vostro pari, che sta tuttodí nello studio, s’intende di quelli libri, e delle cose del mondo non sa ragionare. (Costui è sí sciocco, che io ho paura non guastassi ogni cosa).

Nicia Dimmi quel che tu vuoi ch’io faccia.

Ligurio Che voi lasciate parlare a me, e non parliate mai, s’io non vi accenno.

Nicia Io son contento. Che cenno farai tu?

Ligurio Chiuderò un occhio; morderommi el labbro… Deh no! Facciàno altrimenti. Quanto è egli che voi non parlasti al frate?

Nicia È più di dieci anni.

Ligurio Sta bene. Io gli dirò che voi sete assordato, e voi non risponderete e non direte mai cosa alcuna, se noi non parliamo forte.

Nicia Cosí farò.

Ligurio Non vi dia briga che io dica qualche cosa che vi paia disforme a quello che noi vogliamo, perché tutto tornerà a proposito.

Nicia In buon ora.

Ligurio Ma io veggo el frate che parla con una donna. Aspettian che l’abbi spacciata.