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Kitabı oku: «La promessa sposa di Lammermoor, Tomo 2», sayfa 4

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CAPITOLO V

 
„ Noi altri; gente esperta nel vivere del mondo,
„ Quando un parente, o amico, vediamo andare a fondo,
„ Non vi credeste mica, che, per tirarlo in alto,
„ Fossimo così matti di fare in acqua un salto.
„ Sia pur la sua sventura, quanto si vuol, funesta,
„ Per levarlo di stento, un colpo sulla testa,
„ Tutto al più, gli daremo, e così sempre ho fatto.
„ Con voi, messere, il caso è differente affatto.
„ Spira ai vostri balconi il vento della sorte,
„ Vi sarò, finchè dura, amico in vita e in morte. „
 
Shakespeare.

Sul più duro de' letti, in cui si fosse probabilmente scontrato giammai, il lord Cancelliere avea portati quegli stessi pensieri ambiziosi, e quella medesima perplessità che bastano a sbandire il sonno anche da chi si posa su letto di calugine e fra le più morbide coltri. Com'uomo che avea navigato lungo tempo per l'oceano politico, ne conosceva ad uno ad uno gli scogli, nè niuno sentiva meglio di lui la necessità di governare il naviglio in dirittura col vento dominante onde evitare nella tempesta il naufragio. La natura del suo ingegno, e la timidità del suo carattere gli aveano comunicata la docile pieghevolezza del vecchio conte di Nortumberlandia, il quale volendo spiegare come avea conservata la propria carica, in mezzo a tutti i cambiamenti di governo accaduti nell'intervallo trascorso fra i regni di Enrico VIII e di Elisabetta, confessò francamente, che della natura del salice, anzichè della natura della quercia partecipava.

Ser Guglielmo Asthon pertanto avea sempre fatto studio di esplorare i cambiamenti, che l'orizzonte politico presagiva vicini, e prima che la lotta fosse decisa, era sollecito di conciliarsi il favore della fazione, per cui, a parere di esso, propendea la vittoria. Nè già questa indole di lui fluttuante, e all'aura delle circostanze pieghevole, ignoravasi; che anzi meritato erasi perciò lo sprezzo dei capi più intraprendenti delle due fazioni in cui si partiva lo Stato. Nondimeno, utile e prezioso si rendea per ingegno, e grandemente si apprezzavano le sue cognizioni nella giurisprudenza; le quali prerogative compensavano tanto in lord Asthon gli altri difetti, che i reggitori delle cose pubbliche, tenessero all'una o all'altra delle due parti, amavano prevalersi de' suoi servigi, e nel compensavano, senza però mai concedergli nè confidenza, nè stima.

Il marchese di Athol avea adoperata tutta la sua preponderanza, e poste in giuoco tutte le molle politiche che questa gli procacciava, affinchè seguisse un cambiamento di gabinetto nella Scozia; e i suoi divisamenti erano sì bene concetti, e con tanta forza e abilità secondati, che del prospero successo de' medesimi nessuno omai dubitava. Ciò nullameno non teneasi ancora abbastanza certo della vittoria per trascurare alcuna via che conducesse alle sue bandiere partigiani novelli. Sembrandogli che l'affezionarsi il lord Cancelliere fosse un accorgimento de' più rilevanti in questa bisogna, incaricò a tal uopo un famigliare, il quale conoscendo e l'indole e le disposizioni d'animo del personaggio desiderato in lega, della politica conversione del medesimo si fece mallevadore.

Sotto pretesto di rendergli una visita, questo negoziatore erasi trasferito al castello di Ravenswood, ove, all'atto del suo arrivo, si accorse, come le agitazioni alle quali in quel momento il Lord mostravasi in preda, derivassero dai pericoli personali che temea sovrastargli per parte del sere di Ravenswood. Il modo de' discorsi tenutigli dalla cieca sibilla (la vecchia Alisa); l'apparizione subitanea di Edgardo, venuto in armi nel recinto dei suoi perduti dominj, nel tempo stesso in cui la vecchia avea avvertito il lord Cancelliere di paventarlo; il tuono di freddezza e disdegno con cui corrispose ai sensi di gratitudine che gli espresse il Cancelliere, quando per l'opportuno soccorso di questo giovine, vide in sicuro la vita propria e della figlia; tutte le ridette circostanze si erano profondamente nella immaginazione di lord Asthon scolpite.

Non appena il negoziatore politico del Marchese si accorse da qual banda il vento spariva, incominciò ad instillare nell'animo di ser Guglielmo, timori e dubbj d'un altro genere, ma non meno atti ad agitarlo. Mostrando ferventissimo interesse per lui, gli chiese se la involuta processura, che avea fatto parlare tanto, tra le famiglie Asthon e di Ravenswood fosse stata ultimata definitivamente, e in tal guisa che non rimanesse alla parte perditrice alcuna via di appellazione. – Benchè rispondesse affermativamente il lord Cancelliere, l'interrogatore conoscea troppo bene lo stato di questa bisogna per non acchetarsi ad una tale affermazione sì facilmente. Anzi, sempre mostrandosi mosso da zelo pei vantaggi del Lord, gli enumerò con destrezza una serie d'argomenti, che non ammetteano replica, e intesi a porre in chiaro, che gli articoli più importanti, decisi a pro degli Asthon, contro i Ravenswood, poteano, semprechè la parte danneggiata si appellasse, divenir soggetto ad una nuova revisione dinanzi agli Stati del Regno, cioè al Parlamento della Scozia, vero giudice in ultima istanza.

Sulle prime, ser Guglielmo andava sostenendo che sarebbe illegale una tal processura; ma posto alle strette, cadde confessando la vera origine della sua sicurezza da questo lato, ed era l'impossibilità che il meschino sere di Ravenswood avesse nel Parlamento amici così possenti, i quali volessero prendersi, a favore di questo, l'odiosità di instituire una revisione che feriva personaggi di maggior conto.

„ Milord non s'addormenti su tale speranza, l'amico insidioso soggiunse; potrebbe avvenire che nella prossima adunata, il giovine di Ravenswood, avesse nel Parlamento più amici e protettori di quanti ne ha, oso dire, la Signoria vostra mentre parliamo. „

„ La sarebbe singolare da vero! „ rispose con aria di disdegno lord Asthon.

„ Eppure di queste cose se ne sono date e prima di noi, e ai nostri giorni. Non vediamo forse ora, reggitori della cosa pubblica que' medesimi, che, pochi anni fa, erano obbligati a nascondersi per salvare la vita? Quanti oggidì, mio caro Milord, desinano in bella piatteria d'argento, che dieci anni prima avean per grazia di mangiare una polenta di farina di vena entro scodella di legno! e quanti oggidì confusi in mezzo alla folla, andavano allora colla testa alta su tutti gli altri! Lo stato barcollante degli uomini di Stato in Iscozia, leggiadra Opera di Scostarvet, vostra Signoria, me ne ha fatto vedere il manoscritto, questo Stato da vero, è divenuto oggi più barcollante che mai. „

Il lord Cancelliere dovette, dopo aver mandato un profondo sospiro, rispondere, che pur troppo queste vicissitudini non erano cosa nuova nella sua patria, e che il regno di Scozia ne era una prova anche molto tempo innanzi alla nascita dell'autore satirico testè commemorato. „ Son corsi begli anni, soggiunse, dopo che Fordun ha citata, come proverbio già antico quella sentenza: neque dives, neque fortis, sed nec sapiens scotus, proedominante invidia, diu durabit in terra. Fatalmente è vero; nè ricco, nè forte, ma nemmen sapiente Scozzese, può durarla alla lunga sulla terra, perchè predomina troppo quella maladetta passione dell'invidia. „

„ Ah sì! E temo bene, mio rispettabile amico, che nè i lunghi servigi da voi prestati allo Stato, nè il profondo vostro sapere nelle cose di giurisprudenza, non vi gioveranno a mantenervi nel vostro grado e nelle vostre ricchezze, se il marchese di Athol arriva a comporsi un Parlamento a suo modo. Già sapete l'affinità che passava tra il defunto lord di Ravenswood e il Marchese, perchè e questi, e lady Ravenswood, parimente defunta discendeano entrambi dal barone di Tillibardin, cugini in quinto grado l'uno dell'altro. So dunque da buon canale che il marchese di Athol si prende grandemente a cuore gli interessi del giovine Ravenswood, e che pensa a metterlo su la via de' rapidi avanzamenti. Perchè, in sostanza, ci vede il suo vantaggio. Questo giovine è pieno di solerzia e d'intelligenza, buono a parole ed a fatti; i suoi amici e congiunti han piacere nel portarlo innanzi, poichè son sicuri che non resterà loro di peso fra le braccia. Se pertanto si venissero a rimestare in Parlamento le vostre faccende con lord Ravenswood, il marchese d'Athol non si starebbe, ve ne accerto, per poca voglia di farlo, dal prestarvi cattivi ufizj. „

„ Compenserebbe assai male non solamente le cure che mi sono prese per lo Stato, ma anche i riguardi de' quali mi son sempre fatto una legge verso di lui e della sua onorevole famiglia. „

„ Oh sì! (soggiunse l'astuto negoziator del Marchese) che v'è da contare sui servigi passati, o su i riguardi che si sono avuti. Servigi attuali, prove di riguardi presenti, si aspettava da voi il Marchese, nelle circostanze in cui ci troviamo. „

Il lord Cancelliere vide allor chiaramente il fine di tutta la catena de' discorsi dal comune amico tenutigli2. Ma troppo era prudente per legarsi con una definitiva risposta.

„ Non saprei, disse, quai servigi il Marchese potesse aspettarsi dalla scarsa mia abilità, e quai servigi io non fossi disposto a tributargli, salvo sempre i doveri che mi legano al mio re e al mio paese. „

Così non disse nulla, mostrando di aver detto molto, perchè l'ultima clausola era concepita in modo da comprendervi dentro in appresso tutte quelle esclusioni che a ser Guglielmo fossero tornate in grado. Il fatto è che il lord Cancelliere cambiò argomento, procurando di bandire affatto dai discorsi che dopo vennero, la politica. Il nostro negoziatore partì, veramente senza aver cavata dallo scaltro uomo di Stato la promessa di secondare i disegni del Marchese, ma colla certezza di avere suscitati nell'animo del suo paziente gravi timori, intorno alle cose che più gli stavano a cuore, e d'avere gettati i fondamenti di un Trattato, di non impossibile stipulazione in appresso.

Quando il politico referendario riportò gli effetti della sua negoziazione al Marchese, si accordarono entrambi nel parere di non permettere più mai al nostro Lord di tornare in quella sicurezza che dall'attuale abbiezione del giovine di Ravenswood gli derivava; ma di mantenerlo in vece in questo infelice stato di angoscia, profittando soprattutto della lontananza di milady Asthon. Ben sapeano come, s'ella vi fosse stata, lo spirito orgoglioso e vendicativo di cotesta femmina avrebbe comunicato al marito il coraggio che gli mancava. Non la ignoravano irrevocabilmente collegata colla fazione dominante, e in continua corrispondenza coi capi della medesima. Erano convinti che costei odiava a morte, senza temerla, la famiglia di Ravenswood, l'antico splendor della quale offuscava il lustro nascente della casa di suo marito; e che per tutte le enumerate considerazioni non avrebbe esitato ad arrischiare perfino i proprj veri interessi, purchè una speranza la sostenesse di portare l'ultimo crollo alla fortuna de' suoi nemici.

Il motivo della prolungata assenza di lady Asthon, fu un viaggio che da Edimburgo a Londra ella imprese; viaggio non solamente mosso dalla speranza di sollecitare meglio l'affare, per cui si era trasferita dal castello di Ravenswood alla capitale della Scozia, ma anche dalla fiducia di contribuire così al mal esito delle pratiche del marchese di Athol presso la Corte. Gli è da sapersi che questa femmina vivea in grande favore della celebre Sara, duchessa di Marlborough, e che le indoli di queste due donne aveano molti segnalati punti di somiglianza.

Fu dunque necessario al Marchese affrettare gli assalti che si voleano dare al lord Cancelliere prima che il ritorno di Milady li sconcertasse. La lettera ch'egli avea scritta al sere di Ravenswood e della quale demmo conto in uno de' precedenti capitoli3, era stata un preliminare del meditato sistema di stratagemmi. Rammentando il tenore di quel foglio, si scorge che era concepito in modo da lasciare a chi lo scrivea la libertà di proporzionare al bisogno dei proprj divisamenti le sollecitudini a favore della persona alla quale veniva inviato. Però, benchè il marchese di Athol, nè, come uomo di stato, avesse voglia di avventurarsi, nè, com'uomo saggio, di assumere il tuono di protettore in un momento in cui non avea grazie da dispensare, dee dirsi ad onore del medesimo, che, se si valea del nome del sere di Ravenswood per tenere in trambusto l'animo di lord Asthon, non quindi nodriva men sinceramente il desiderio di una occasione per rendersi utile al suo giovin parente.

Poichè il messaggero incaricato di tale lettera dovea passare dinanzi al castello del lord Cancelliere, fra le istruzioni dategli vi fu quella, che giunto alla dirittura del viale d'onde s'arriva al castello di Ravenswood, gli si sferrasse il cavallo; circostanza che lo avrebbe costretto a ricorrere al fabbro ferraio del villaggio. Fu inoltre raccomandato a questo messo che mentre il maniscalco starebbe inteso alle fazioni del suo mestiere, si mostrasse inquietissimo per l'indugio prodotto da un tale inconveniente, e si lasciasse, nell'accecamento dell'impazienza, sfuggir detto, che portava un dispaccio importantissimo del marchese di Athol pel sere di Ravenswood.

La quale notizia, con tutte le amplificazioni d'uso, giunse per varj canali all'orecchio del lord Cancelliere, e tutti quelli che gliene parlarono, si diffondeano sul breve tempo impiegato dal corriere in tal viaggio, e sulla impazienza che per l'indugio d'una semplice mezz'ora avea dimostrata. Ser Guglielmo ascoltò silenziosamente tutte queste relazioni; poi diede segreto ordine a Lockard di spiare e coglier l'istante quando il corriere veniva addietro; di dar opera ad imbriacarlo, e alla peggio, d'impadronirsi, o per amore, o per forza, delle sue lettere. Questo disegno andò fallito, perchè era stato troppo ben preveduto da chi ideò l'altro, e il messo aveva ordine di tenere, nel venir via da Wolfcrag, un'altra strada.

Quando a quelli del castello di Ravenswood sembrò inutile l'aspettare più a lungo il ritorno di questo corriere, Lockard ebbe ordine di praticare una speciale inquisizione presso i suoi clienti di Wolfhope a fine di sapere, se in tal dato giorno, e tal ora, fosse arrivato alla torre di Wolfcrag un messaggero indicato con tali e tali connotati. Il fatto non fu difficile da verificarsi, perchè in quello stesso giorno Caleb si era trasferito a Wolfhope a fine di prendere a credenza quanto occorrea per dar da desinare ad un corriere, che il marchese di Athol avea spedito al suo padrone; oltrechè, quel povero tapino di messo rimase ammalato ventiquattr'ore in casa di mistress Smalltrash, per aver mangiato del salamone salato che era infracidito, e bevuto della mezza birra guasta. – Qual dubbio omai che non vi fosse una corrispondenza fra il Marchese e il suo giovine parente? cosa che fino allora ser Guglielmo, quasi quasi, e in certi momenti, riguardava come uno spauracchio.

Dopo di che, le paure del lord Cancelliere divennero veramente più serie. Il diritto di appellarsi al Parlamento contro le sentenze delle Corti civili di Scozia era stato posto in opera rare volte; pur sapea che ve n'erano alcuni esempj; e se il corso degli avvenimenti avesse condotto un Parlamento inclinato a ben accogliere l'appellazione del giovine Ravenswood, e a ponderare attentamente l'affare, la coscienza diceva al lord Cancelliere, che l'esito non sarebbe stato per lui il più favorevole; perchè allora la lite si sarebbe giudicata, non a stretto senso di legge; ma secondo i principj d'equità, il qual metodo, la qual norma di giudicare non gli promettea un trionfo così compiuto come lo avea, giovandosi della sua preponderanza, riportato fin lì presso tutti i tribunali.

Intanto, tutte le notizie che egli riceveva, rendevano sempre più probabile il buon successo delle pratiche politiche del Marchese; onde ser Guglielmo Asthon, cominciò a pensare, che era tempo di cercarsi una protezione contro il nembo vicino a scoppiare. La sua indole timida e irresoluta gli persuadeva sempre le vie della conciliazione, ed un accomodamento gli parea preferibile ad una lite guadagnata. Gli sembrò che l'affare del toro, condotto con destrezza, potesse agevolargli un colloquio e una riconciliazione col sere di Ravenswood. In questa occasione, così ragionava, avrebbe potuto scavare da lui come la pensasse intorno all'estensione de' proprj diritti, e sul modo di farli valere. Avrebbe forse potuto fargli accettare alcune proposizioni vantaggiose di un'amichevole transazione, cosa non mai molto difficile, quando fra le due parti la una è ricca, povera l'altra. Intanto una riconciliazione che ei si fosse procacciata, di moto proprio, col sere di Ravenswood, lo metteva in istato di far egli i patti al marchese di Athol, „ Infine poi, diceva a se stesso, sarò lodato di un atto di generosità; si dirà che ho fatto risorgere la fortuna del capo di questa famiglia, ridotta nell'abbiezione; e se accadesse che Ravenswood fosse caldamente ed efficacemente protetto da un nuovo governo, chi sa che questa mia generosità non trovasse la sua ricompensa? „

Tali erano i ragionamenti di ser Guglielmo Asthon. Così stendea una vernice di generosità sugl'interessati suoi fini, come si vede accader di frequente. Salita a questo punto la sua immaginazione, andò ancora più in su. Incominciò a dire a se stesso, che se il sere di Ravenswood, sotto una nuova amministrazione, ambisse ad una carica luminosa, se mai una unione più stretta con lui, giovasse a renderlo più moderato nelle sue pretensioni, il sere di Ravenswood finalmente non sarebbe stato il più tristo dei partiti per la sua figlia Lucia. Si poteva ottenere la revocazione del decreto che avea privata della nobiltà la famiglia dei Lôrdi di Ravenswood, famiglia d'antichissima data. Più; questo parentado legittimerebbe in qualche modo in lui il possedimento della maggior parte delle spoglie dei Ravenswood; e la restituzione del rimanente diverrebbe men dolorosa.

Intanto che questo involuto disegno andava maturandosi nel capo del lord Cancelliere, si ricordò che lord Littlebrain lo sollecitava premurosamente, affinchè si trasferisse a passare alcuni giorni con lui. Il castello di questo lord era situato a pochissima distanza da Wolfcrag, la qual circostanza lo indusse immantinente a scrivere all'amico, che avendo alcune giornate di libertà, profitterebbe del suo invito nel dì successivo; ed essendo allora fuor del castello il padrone, fu al suo arrivo, accolto nel modo più cordiale da lady Littlebrain, che aspettava da un istante all'altro il marito. Si mostrò lietissima d'imparare a conoscere miss Asthon, ordinando poi una caccia per ricercare il lord Cancelliere. Benchè non fosse questo il divertimento favorito di ser Guglielmo, ne accettò premurosamente l'offerta, perchè gli somministrava l'occasione di riconoscere le vicinanze di Wolfcrag, e forse di far conoscenza col proprietario di quella torre in rovina, se mai lo strepito de' cani e dei corni da caccia inspirava a questo il desiderio di raggiungnere i cacciatori. Ordinò nel tempo stesso al fido Lockard di cercare tutte le vie possibili per collegarsi con qualcuno degli abitanti di Wolfcrag, e vedemmo già in qual modo Lockard compiè la sua parte.

Il temporale sopravvenuto favorì, oltre le speranze, il lord Cancelliere nel suo disegno d'un abboccamento più particolare col sere di Ravenswood. Avea temuto, egli è vero, che questo giovine, trasportato dalla sete della vendetta, si portasse a qualche estremità contro di lui, ma tale paura fu diminuita dalla considerazione che, essendo il sere di Ravenswood in così speciale guisa protetto dal marchese di Athol, non gli sarebbero mancati i modi a far valere per le vie legali i proprj diritti; e pensava, con assai buone ragioni, che gli uomini si lasciano trascinare a certi atti di violenza, sol quando si vedono assolutamente sforniti d'ogni altro soccorso per aggiungnere al proprio scopo. Però il prese un segreto senso di terrore per cui agghiadò a suo malgrado, quando si vide rinchiuso nella torre solitaria di Wolfcrag, specie di Fortezza, situata in un luogo isolato, e che parea fabbricata a posta per divenire il teatro di una vendetta. Il freddo accoglimento, sulle prime usato a lui e a sua figlia, la difficoltà che provò a superare il proprio imbarazzo nel dover annunziare ad un giovine accostumato a riguardarlo come il più crudele nemico di sua famiglia, il nome degli ospiti ai quali conducea in quell'istante un asilo, non erano cose opportune a sedare le angoscie che lo premevano. Quando poi udì chiudere con violenza la porta della torre, e vide che si proibiva alla sua gente di entrarvi, le parole della vecchia Alisa, gli si pararono alla mente; pensò che si era cimentato di troppo con una schiatta feroce, siccome lo erano i Ravenswood; temè che il rappresentante attuale di questa famiglia, imitando Malisio Ravenswood, avesse aspettato e colto il momento della vendetta.

La franchezza con cui in appresso Edgardo compiè gli ufizj della ospitalità, e il cambiamento che nel tuono e contegno del medesimo seguiva gradatamente la progressione dei discorsi, calmarono finalmente nel Lord i timori che le mentovate rimembranze aveano in lui suscitati, nè ad uomo di tanta sagacia fu difficile accorgersi di essere alle grazie e all'avvenenza di Lucia debitore di queste più favorevoli disposizioni dell'animo del suo ospite.

Ma triste immagini d'altro genere gli si affacciarono alla mente, quando prese possesso della camera segreta, assegnatagli per riposarvi. Una lampada di ferro, le pareti prive di arredi, sicchè quel luogo somigliava ad una carcere anzichè ad una stanza da letto, il continuo romore de' flutti che venivano ad infrangersi contro lo scoglio su di cui si ergeva la torre, il tutto contribuiva a gettare il suo animo nell'abbattimento e nella tetraggine. Da lui certamente, e dalle sue scaltre pratiche derivava in massima parte la rovina di una famiglia, della quale abitava in quel momento l'ultimo asilo; ma essendo per indole interessato più che crudele, l'aspetto di uno squallore, di una desolazione ch'erano l'opera sua, gli producea tal sensazione molesta, qual la proverebbe una reggitrice di casa nel vedere uccidere i polli e i colombi da essa ordinati pel suo desinare.

Nel medesimo tempo, meditando la dura alternativa, o di vedersi costretto, per un decreto del Parlamento, a restituire al sere di Ravenswood la maggior parte delle sostanze di cui lo aveva spogliato, o ad adottare, quale individuo della propria casa, l'erede di una famiglia caduta in sì bassa fortuna, sentiva quell'affanno che potremmo supporre nel ragno, quando vede la sua tela, che gli è costata sì penose fatiche, battuta a terra da un fatal colpo di scopa. Oltrechè, avanzandosi di soverchio in questi suoi nuovi divisamenti, veniva in campo un'altra obbiezione, che non egli solo, ma più d'un buon marito, preso dalla tentazione di usar del proprio diritto di padronanza avrà proposta a se stesso: Che cosa dirà mia moglie? Finalmente, si appigliò alla risoluzione che suole essere il rifugio delle anime deboli, quella cioè di aspettare gli avvenimenti, e profittare delle circostanze che si offrirebbero, conformando ad esse la propria condotta. Stava in questo sistema di politico destreggiare, quando lo prese il sonno, e tranquillamente dormì.

2.Qui viene veramente in acconcio il verso del Tasso
„ Chè ben conosce l'un l'altro gagliardo. „  Non credo che si possa tratteggiare con più maestria una scena, i cui personaggi sieno un negoziatore politico d'ordine inferiore, e un uomo di Stato. Comunque il primo abbia sostenuta la parte sua egregiamente, se il lord Cancelliere non si fosse finalmente accorto di essere con una spia, sarebbe andato fuor del suo carattere di avvedutissimo uomo. Ma quando se ne è accorto? (e qui spicca sempre più l'arte somma del nostro Autore). Se n'è accorto, quando l'altro ha scoperto il lato debole della fortezza ed aperta la breccia.
3.Tom. I. Cap. VII. pag. 154-156.

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13 ekim 2017
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