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Kitabı oku: «Il piacere dell'onestà», sayfa 4

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SCENA TERZA

Maurizio, la signora Maddalena, Fabio.

Maurizio resterà come uno che sia lasciato in asso sul più bello. Poco dopo, dall’uscio a destra entreranno, uno dopo l’altra, la signora Maddalena e Fabio, mogi mogi, come sospesi alla notizia che attendono. Maurizio li guarderà e con un dito si gratterà la nuca. Prima la signora Maddalena, poi Fabio, gli faranno un muto cenno interrogativo col capo quella con occhi pietosi, questi, invece, aggrottati. Maurizio risponderà con un altro cenno negativo del capo, socchiudendo gli occhi, poi aprirà le braccia. La signora Maddalena cascherà a sedere, come annientata e resterà li. Fabio sederà anch’egli, ma tutto aggruppato, con le pugna serrate sui ginocchi. Sederà anche Maurizio tentennando il capo, e soffierà più di un lungo sospiro per le nari. Nessuno dei tre avrà forza di rompere il silenzio che li schiaccia. Ai sospiri soffiati per il naso da Maurizio risponderanno gli sbuffi a bocca piena di Fabio. La signora Maddalena non potrà sbuffare e neanche sospirare. Scoterà sconsolatamente il capo con gli angoli della bocca contratti in giù. A ogni sospiro, a ogni sbuffo degli altri due. Gli attori non abbiano timore di protrarre lungamente questa scena muta. A un certo punto, Fabio balzerà in piedi e si metterà a passeggiare, fremente, aprendo e serrando le pugna. Poco dopo si alzerà anche Maurizio, si appresserà e si chinerà verso la signora Maddalena, porgendole la mano per accomiatarsi.

Maddalena (piano, come se si lamentasse, porgendo anche lei la mano). Ve ne andate?

Fabio (voltandosi di scatto). Ma lo lasci andare! Non so con qual coraggio abbia potuto presentarsi qua!

A Maurizio:

Tu non mi guarderai più in faccia!

Si rimetterà a passeggiare.

Maurizio (non oserà protestare; si volterà appena a guardarlo, con la mano della signora Maddalena ancora nella sua, poi dirà, piano). La signora?

Maddalena (piano, come se si lamentasse). Attende di là al bambino.

Maurizio (con la mano della signora Maddalena ancora nella sua, dirà piano). Me la ossequi.

Si porterà alla bocca la mano della signora Maddalena e gliela bacerà; poi tornerà ad aprire le braccia.

Le dica che… che mi perdoni.

Maddalena. Oh, lei, almeno. ha ora il suo bambino!

Fabio (sempre passeggiando). Si! Si divertirà col suo bambino! Appena egli comincerà a esercitare anche su lui la sua vessazione!

Maddalena. E’ questo, questo il mio terrore! .

Fabio (sempre passeggiando). Ha già cominciato col nome!

Maddalena (a Maurizio). Credete, da dieci mesi non respiriamo più!

Fabio (sempre passeggiando). Figuriamoci come lo vorrà educare!

Maddalena. E’ terribile… – Non possiamo più leggere neanche un giornale

Maurizio. No? Perché?

Maddalena. Mah! Ha certe idee sulla stampa…

Maurizio. Ma… è duro, in casa? aspro?

Maddalena. Che! Peggio… Garbatissimo! . – Sa dire le cose per noi più dure in una maniera… con argomenti così impensati e che paiono, stando a sentirlo, così inoppugnabili, che siamo sempre costrette a fare come vuol lui! – E’ un uomo spaventoso, spaventoso, Setti! – Io non ho più forza neanche di fiatare.

Maurizio. Signora mia, che vuole che le dica? Mi sento proprio annichilito. Non avrei mai creduto…

Fabio (scattando di nuovo). Fammi il piacere! Non me ne posso andare io, in questo momento, perché c’è il battesimo; se no, me n’andrei subito! Ma vattene, vattene tu! Lo capisci che non posso più sentirti dire così? Che non posso più vederti davanti a me?

Maurizio. Hai ragione, sì… Vado, Vado…

SCENA QUARTA

Cameriere e Detti.

Cameriere (aprendo l’uscio di fondo e annunziando). Il signor Parroco di Santa Marta.

Maddalena (alzandosi). Ah, fate entrare.

Il cameriere si ritira.

Maurizio. A rivederla, signora.

Maddalena. Ve ne volete proprio andare? Non volete assistere al battesimo? Fareste piacere ad Agata. – Fatevi vedere, fatevi vedere! Io spero molto in voi.

Maurizio aprirà ancora una volta le braccia: s’inchinerà, guarderà Fabio, non oserà neanche salutarlo; e andrà via per l’uscio di fondo, inchinandosi al Parroco di Santa Marta che nel frattempo, entrerà, introdotto dal cameriere il quale tornerà a ritirarsi, richiudendo l’uscio.

SCENA QUINTA

Il Parroco di Santa Marta, la signora Maddalena e Fabio.

Maddalena. Benvenuto, s’accomodi, signor Parroco.

Parroco. Come sta? come sta, signora?

Fabio. Reverendo signor Parroco!

Parroco. Caro signor marchese! – Son venuto, signora, per prendere le disposizioni.

Maddalena. Grazie, signor Parroco. Già è stato qui il chierico che lei ha mandato.

Parroco. Ah, bene, bene.

Maddalena. Sissignore. E abbiamo preparato tutto di là. Anche con gli arredi che ha portato dalla chiesa. Ah, è venuto un amore, sa? Bello! proprio bello! Ora lo conduco a vedere —

Parroco. – la signora?

Maddalena (restando imbarazzata). Ecco, la faccio chiamare.

Parroco. No, se è occupata! Volevo sapere se stava bene.

Maddalena. Sì, adesso bene, grazie. – Capirà, è tutta del suo piccino.

Parroco. Eh, me l’immagino!

Maddalena. Non se ne stacca un momento.

Parroco. E il signor marchese, dunque, sarà il padrino?

Fabio. Già… si…

Maddalena. E io la madrina!

Parroco. Ah, questo s’intende… E… per il nome? Resta fissato quello?

Maddalena. Purtroppo…

Un grosso sospiro.

Fabio (rabbioso). Purtroppo!

Parroco. Però… sanno… in fondo… è un bel santo.. un re! Io mi occupo, modestamente, d’agiografia…

Maddalena. Oh, lo sappiamo, lei è un dotto!

Parroco. No, no… per carità, non dica! Studio con passione… si… – Fu re di Borgogna, san Sigismondo, ed ebbe in moglie Amalberga, figliuola di Teodorico… Sebbene poi, rimasto vedovo… disgraziata mente sposò una damigella di lei… una perfida che, per infami istigazioni, gli fece commettere… eh, si… il più atroce dei delitti… sul proprio figliuolo…

Maddalena. Dio mio! Sul proprio figliuolo? E che gli fece?

Parroco. Eh… (gesto delle due mani) – lo strangolò!

Maddalena (quasi con un grido, a Fabio). Avete capito?

Parroco (subito). Ah, ma si penti, sa? Subito! E si dedicò in espiazione agli esercizi della più rigida penitenza; si ritirò in un’abbazia; vesti il sajo; e le sue virtù e il supplizio sopportato con santa rassegnazione lo fecero onorare come un martire!

Maddalena. Ebbe anche il supplizio?

Parroco (con gli occhi socchiusi, allunga il collo, lo piega, e poi con un dito fa il segno della decapitazione). Nel 524, se non sbaglio.

Fabio. Non c’è male! Un bel santo! Strangola il figlio… muore decapitato…

Parroco. Ma spesso i più grandi peccatori, signor marchese, diventano i santi più eccelsi! E questo fu anche un saggio, creda! Si deve a lui il codice dei Borgognoni, la famosa Loi Gombette! E’ un’opinione, veramente combattuta; ma io sto col Savigny che la sostiene… si si… si si… io sto coI Savigny!

Maddalena. Per me, Padre, l’unico conforto è che potrò chiamarlo col suo diminutivo: – Dino.

Parroco. Ecco, ecco… Sigismondo, Sigismodino, Dino… va benissimo! Per un bambino – Dino – quadra… quadra a meraviglia, è vero, signor marchese?

Maddalena. Si! Ma sta a vedere se lui lo permetterà.

Fabio. Ecco… appunto…

Parroco. Eh, dopo tutto… se tiene al nome del padre il signor Baldovino… – bisognerà aver pazienza… – Dunque, come si resta per l’ora?

Maddalena. Ma bisognerà che lo dica lui, anche questo, signor Parroco. – Aspetti.

Preme un campanello elettrico alla parete.

Lo faremo subito avvertire. Abbia pazienza un momento.

SCENA SESTA

Detti, Cameriere.

Il cameriere entra dall’uscio di fondo.

Maddalena. Avvertite il signore che c’è qua il signor Parroco. Se può venire un momento… – Di qua, di qua…

Indicherà l’uscio a sinistra. Il cameriere s’inchinerà, attraverserà la scena, picchierà all’uscio a sinistra, aprirà e andrà via.

SCENA SETTIMA

Il Parroco, la signora Maddalena, Fabio, Baldovino.

Baldovino (entrando, premuroso, dall’uscio a sinistra). Oh, reverendissimo signor Parroco, onoratissimo della sua visita. Prego, prego, stia comodo.

Parroco. L’onore è mio. Grazie, signor Baldovino. Noi l’abbiamo incomodata.

Baldovino. Che dice, per carità! Sono proprio felice di vederla in casa mia. In che posso servirla?

Parroco. Favorirmi, grazie. Ecco… volevamo accordarci per l’ora del battesimo.

Baldovino. Ma a sua disposizione, signor Parroco; quando vuole! – La madrina è qua, il padrino è qua; la comare credo sia di là; io sono pronto… la chiesa è qui a due passi…

Maddalena (con stupore)– Come? .

Fabio (con ira a stento repressa). Come?

Baldovino (voltandosi a guardarli, quasi stordito). Perché?

Parroco (subito). Ecco, signor Baldovino… si era disposto… – ma come? lei non lo sapeva?

Maddalena. E’ tutto pronto di là!

Baldovino. Pronto? Che cosa?

Parroco. Per il battesimo! Da celebrarlo in casa, per far più degna!a festa.

Fabio. Il signor Parroco stesso ha mandato alcuni arredi della chiesa!

Baldovino. Per far più degna la festa? Mi perdoni, signor Parroco, non m’aspettavo che lei dovesse dire cosi.

Parroco. No, ecco… intendo.,. che in città è uso, sa? di tutti i signori più in vista, celebrare in casa la festa.

Baldovino (con semplicità sorridente). E lei non avrebbe più caro, signor Parroco, che uno desse l’esempio di quell’umiltà, per cui non c’è signori né poveri davanti a Dio?

Maddalena. Ma nessuno vuole offendere Dio, celebrando in famiglia il battesimo!

Fabio. Eh via! Scusa… pare che sia un proposito in te di guastar tutto, ostacolando sempre ciò che propongono gli altri! – E’ curioso, via… che tu… proprio tu, t’immischi in queste cose e faccia la lezione!

Baldovino. Per carità, caro marchese, non mi far fare la voce grossa. Vuoi forse la mia professione di fede?

Fabio. Ma no! non voglio niente!

Baldovino. Se ti pare un’ipocrisia da parte mia…

Fabio. Non ho detto ipocrisia! Mi pare un puntiglio, ecco!

Baldovino. Vuoi entrare nel mio sentimento? Che ne sai tu? Ma voglio ammettere tu creda che, secondo il sentimento mio, non dovrei dare importanza a quest’atto, che voi tutti pure volete compiere… – del battesimo! Ebbene; ma tanto più, allora! Se quest’atto non è per me, ma per il bambino, e io come voi riconosco e approvo che per lui si debba compiere, intendo che sia compiuto come si deve ; che il bambino, senz’alcun privilegio che offenderebbe l’atto stesso che gli si fa compiere, vada in chiesa, al fonte battesimale. Mi sembra curioso, piuttosto, che le facciate dire a me, queste cose, davanti al signor Parroco, che non può non riconoscere quanta maggior divozione, è vero? e solennità abbia un battesimo celebrato, nudamente, nella sua sede degna.

Parroco. Ah, certo! non c’è dubbio!

Baldovino. Del resto, non ci sono soltanto io. – poiché si tratta del bambino – che prima di tutto appartiene alla madre – sentiamo anche lei!

Preme due volte alla parete il campanello elettrico.

Non parleremo né io, né voi: lasceremo parlare il signor Parroco.

SCENA OTTAVA

Cameriera, Detti, Agata.

La Cameriera entrerà per l’uscio a destra.

Baldovino. Pregate la signora, se può favorire qua un momento.

La Cameriera s’inchinerà e andrà via.

Parroco. Ecco… io, veramente… avrei più caro che parlasse lei, signor Baldovino, che parla cosi bene…

Baldovino. Oh no, no; anzi, guardi: io mi ritiro. Dirà lei, come crede, le mie ragioni;

A Maddalena e a Fabio:

voi direte le vostre. Deciderà la madre, cosi, in piena libertà. E si farà come lei avrà deciso. – Eccola.

Agata, entrerà dall’uscio a destra, in una ricca vestaglia. Sarà pallida, rigida. Fabio e il Parroco si alzeranno. Baldovino starà in piedi.

Agata. Oh, il signor Parroco.

Parroco. Le mie congratulazioni, signora.

Fabio (inchinandosi). Signora…

Baldovino (ad Agata). E’ per disporre circa il battesimo.

Al Parroco:

La riverisco, Reverendo.

Parroco. La ossequio, signor Baldovino.

Baldovino, via per l’uscio a sinistra.